Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 11/4/2008, 14:53 by: babyphan




Ecco un nuovo pezzettino:


Quella sera a cena si presentò,invitato non gradito,anche Ubaldo Piangi.
Guido non dissimulò il suo fastidio e,appena ne ebbe la possibilità,chiese congedo dagli ospiti e si ritirò.
Come approfittando della sua uscita di scena,l’ex tenore,tergendosi con la solita aria sussiegosa la bocca e prendendo fiato per porgere la ricca notizia per cui si era sentito in dovere di auto invitarsi,esclamò:
-Non vi ho detto la buona nuova,viscontessa!-
-Di cosa si tratta?- domandò Christine,sollevando finalmente lo sguardo dal calice di cristallo che le era davanti, su cui lo aveva tenuto fissato per non incrociarlo con quello di nessun altro ospite.
-La Fenice di Venezia vorrebbe allestire il Roberto Bruce di Rossini…sapete,il pastiche?-
A sentire nominare il prestigioso teatro gli occhi della soprano brillarono;quelli di Erik e Meg si incrociarono per un impercettibile istante.
-Ebbene?- chiese trepidante Christine.
-Ebbene…il direttore non riesce a trovare una soprano che si presti ad affrontare quell’opera…sapete…è molto particolare…
-Debbo confessarvi che non la conosco bene…magari è davvero così impegnativa come dicono…- ammise la donna arrossendo.
-Madame…voi sareste in grado di affrontare qualunque spartito…fosse anche scritto da Dio in persona!- la adulò,compiaciuto il tenore.
-O da Satana…-soggiuse con una punta di ambigua malignità Erik.
Christine sussultò,non potè fare a meno di guardarlo,poi riabbassò gli occhi.
Calò un imbarazzato silenzio.
A Piangi premeva tuttavia riprendere il discorso.
-Dicevo quindi…ehm…la settimana prossima compirò 25 anni di carriera…Avevo intenzione di organizzare una sorta di festa d’addio…Madame de Chagny:il direttore della Fenice sarà tra gli invitati e se voi poteste…se poteste concedermi una brevissima esibizione…-
-Non vedo a che scopo allontanarsi da qui…dove madame è al sicuro…-intervenne finalmente il padrone di casa. –Mi era sembrato di capire che monsieur Dravic si era offerto di patrocinare nel nostro piccolo teatro uno spettacolo …-
-Signori! Voi non avete idea della gravità della situazione in cui versa la Francia oggi:non avete idea dei bisogni…delle difficoltà in cui il visconte de Chagny si trova,affondandoci il collo di giorno in giorno.Uno spettacolo alla Fenice consentirebbe di raccogliere il triplo del denaro che…-
Christine,visibilmente agitata da quelle parole minacciose,lo fermò:
-Basta maestro…non una parola di più…So quale sia il mio dovere verso mio marito:disponete pure ogni cosa per la prossima festa…Non credo che monsieur Dravic che si è offerto così generosamente di aiutarmi potrà offendersi se colgo anche questa seconda disponibilità…Del resto è solo un tentativo…- Lo sguardo che ora la soprano rivolgeva al suo interlocutore era supplichevole.
Erik irrigidì la mascella,guardò al di sopra della fanciulla,minacciosamente negli occhi di Piangi che sembrò esternare un’ imbarazzata sprovveduta innocenza.
Quindi chinato appena il capo con un brusco cenno di assenso,si alzò altrettanto bruscamente da tavola e chiedendo impercettibilmente permesso,si ritirò nella sua stanza.


Subito dopo anche Meg si alzò da tavola,accusando un po’ di stanchezza:in realtà era per seguirlo,con l’intenzione di parlargli,di comunicargli i suoi sospetti,di riferirgli quello che era successo a Nadir.
Un rumore di oggetti spostati con violenza e di cocci infranti giunse chiaramente alle orecchie della fanciulla. Erik stava ancora sfogando la sua rabbia.Era tentata di avvicinarsi alla sua porta,ma dubitava dell’accoglienza.E poi a che scopo?

Egli sembra volermi tenere fuori da tutto ciò che riguarda la nostra reciproca presenza qui:benché entrambi avessimo intuito che c’era un sapore di strana coincidenza tra l’invito di Sillani a Venezia e la proposta di Piangi,certo lui non me ne parlerà …piuttosto si confida con Guido...

La giovanetta sospirò,scoraggiata. Rientrò nella sua camera,cercando serenità nel sonno.
Ma che serenità…
Sogni inquietanti in cui le immagini del racconto di Nadir si confondevano con quelle del servitore che neutralizzava col suo micidiale plasso lo sconosciuto malcapitato…
A un tratto Meg si svegliò,strappandosi con forza a quel dormiveglia di incubi.
Si alzò dal letto.Aveva bisogno di ritrovare il contatto con la realtà:aprì la finestra,una folata di aria gelida ma cristallina la investì.
Si strinse nella veste da camera e guardò giù nel giardino:Erik era lì,come in attesa.
Una nervosa attesa.
Una attesa delusa…
Dopo poco sembrò sparito nel buio,quindi sentì il suo passo attraversare il corridoio lungo la sua porta;sentì anche che rallentava solo un attimo,quindi riprendeva.
Per scomparire poi,dietro lo scatto della porta della sua stanza.
Meg riflettè.Chi stava aspettando? Forse Nadir?...magari quest’ultimo era in pericolo ed Erik non lo sapeva…
Si strinse nella veste da camera e,fattasi coraggio,andò da lui.
Bussò quindi piano alla porta.
-Entra..è aperto…Alla buon’ora,che dannata fine avevi fatto?-
Erik era di spalle, in maniche di camicia, davanti al camino acceso,nella stanza in penombra.
Sembrò intuire improvvisamente che l’ultimo venuto non era colui che attendeva,si volse:aveva un’espressione minacciosamente irosa in volto.
Ma non parlò,guardò interrogativamente la giovanetta rimasta ferma sulla soglia,sotto i piedi i cocci di qualche vaso andato in pezzi poche ore prima…
-… chiuditi la porta alle spalle!- disse infine,spazientito ma rassegnato.


Meg eseguì l’ordine ma non si mosse da lì.
Sul fondo della stanza,illuminato dai bagliori del camino,la vista improvvisa di un grande letto a baldacchino la turbava,inspiegabilmente.
Lui la osservò,poi domandò:
-Immagino tu abbia qualcosa da dirmi…come mai tanta soggezione,improvvisamente?- la sfidò,ironico.
La ragazza arrossì,chinò il capo,poi lo rialzò con la solita energia ribelle:
-Veramente …si tratta di Nadir…-
-Nadir? Che cosa sai? Credevo ti avesse riaccompagnata a palazzo personalmente e fosse rientrato al suo posto!?!- rispose lui,leggermente alterato.
-No…non è andata così…-
E brevemente gli raccontò l’accaduto.
-E cosa aspettavi a dirmelo?- la rimproverò,indossando in fretta il mantello –Magari ora è troppo tardi!-
Fece quindi per scostarla dalla porta e uscire.
Ma sull’uscio comparve il fedele orientale:
-No,padrone…non è necessario:sono qua!-
Erik celò a mala pena il sollievo,incalzandolo subito:
-Ebbene? Perchè questo ritardo?-
-Ho seguito quel tale…quando ha ripreso i sensi era spaventato ed è corso a cercare il suo padrone…-
-Guermantes?- chiese Erik.
Meg rabbrividì…
Nadir annuì,ma soggiunse:
- Ho il sospetto che mentre ero a Rimini,Piangi abbia ricevuto una visita o un qualche messaggio-
Erik diede un pugno sulla scrivania:
-Alla malora,quella stupida…!-
Meg sobbalzò,poi lo guardò negli occhi rancorosa e offesa e,girati i tacchi, fece per andarsene.
-Dove stai andando?Meg!-
Lei non rispondeva.
Lui la raggiunse,la afferrò per un braccio e la riportò nella sua stanza,chiudendo la porta con una certa energia.
Si fronteggiarono,furenti entrambi,entrambi incapaci di nascondere la reciproca attrazione.
-Dove credi di andare?-
-Al diavolo,signor Dravic:a te che importa?...-
-Allora hai sbagliato direzione…L’inferno è qua!- ribattè lui,amaro e sarcastico.
Nadir tossì piano,invitandoli ad abbassare la voce.
-Tu torna al villino di quel pallone gonfiato e da questo momento non perderlo mai più d’occhio!- gli ordinò aspro il padrone,licenziandolo.
L’orientale chinò appena il capo,quindi uscì.
Meg fece per seguirlo,lui la fermò ancora.
-No!- disse lui,ancora trattenendola per un braccio.
-Mi fai male…- mentì lei,ritraendosi.
Allora Erik accennò uno strano ghigno:
-Dubito che sia vero…Non sai dirle le bugie…Non a me…-e a poco a poco la attirava a sé.
Meg deglutì.
-Perché mi tratti così?- gli domandò,in un sussurro.
L’uomo si fermò,chinò il volto.Lo rialzò per guardarla negli occhi,occhi che chiedevano amore;labbra che non sapevano trovarne le parole…
-Sono il peggiore degli uomini,no?-
-No…- era lei ora che gli si avvicinava. –Né il peggiore,né il migliore…Sei l’uomo a cui appartengo…-
Lui la afferrò di nuovo;una mano nei suoi capelli biondi,l’altra contro la schiena.
-Meg…tu giochi col fuoco…Ma il fuoco brucia e distrugge tutto!-
Quindi si chinò a cercarle le labbra e iniziò a baciarla piano,ma sempre più appassionatamente,con una voluttà che sembrava non dovesse saziarsi mai.
-Lasciami entrare nella tua vita,lasciami esserne parte…- sussurrò lei,mentre lui la copriva di baci appassionati-
Lui non le rispose,la sollevò sulle braccia e baciandola la depose sul suo letto…

Edited by arielcips - 11/4/2008, 23:12
 
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