Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 14/4/2008, 16:02 by: babyphan




Mio Dio...essere di nuovo tra le sue braccia,sentire il suo respiro caldo di desiderio,il sapore dei suoi baci…

Era sul letto,inginocchiata
Erik rimaneva in piedi di fronte a lei:aveva smesso di baciarla e stringerla…Ora la guardava…Poi con un gesto sicuro sciolse la cintura della sua veste da camera e gliela sfilò.
Meg trattenne il respiro.
-Tremi?...Eppure mi hai detto che mi appartieni…- sussurrò lui,mentre finiva di scioglierle i capelli con le dita frementi.
-Si…io ti appartengo…- gli ripetè,stordita dalle sue carezze. –Ma..
Lui la interruppe:
-Non sai tutte le volte che lo ripeti che cosa scateni dentro di me…Un incendio di desiderio,un’ondata di …-
-Oh…Ti appartengo,ti appartengo,ti appartengo…- ripetè allora lei,dimentica di ogni cosa.
Le mani di Erik scivolarono dai capelli alla nuca,lungo le braccia nude;percorsero sfiorandole,ogni curva del suo corpo,i seni ,i fianchi,…
Improvvisamente afferrarono la camicia della giovane donna dalla delicata abbottonatura e d’un colpo l’aprirono:Meg era di nuovo nuda davanti a lui…
Istintivamente si coprì,arrossendo e tremando.
Con dolce determinazione lui le prese le mani ,la scoprì,la guardò…Le sue labbra si schiusero in un sospiro di incontrollato desiderio.
-La tua bellezza…Quando ti ho vista la prima volta così…una piccola ninfa dei boschi,libera e selvaggia…Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te…-
Così dicendo la strinse contro di sé e ricominciò a baciarla.
Attraverso la camicia,Meg avvertiva contro il suo seno il calore e la forza del torace di lui:timidamente le sue mani corsero a cercarne il contatto diretto.E presto anche quell’indumento cadde a terra.
Lui la sospinse tra le coltri,stendendosi su di lei.


Basterebbe poco…abbandonarsi ai suoi baci,essere sua ancora… Ma poi?

Improvvisamente Meg irrigidendosi tentò una debole resistenza.
Erik la guardò.
-Che cosa c’è?...Non dirmi che non lo vuoi…E’ quello che hai desiderato dal primo momento,guardando questo letto…-
La giovane donna scosse il capo:
-Dimmi perché Erik?...che cos’è?...è solo desiderio?-
Anche lui si fermò,le mani sui suoi capelli,le labbra sulle sue:
-No…non lo so cos’è Meg…non chiedermelo…Io non ho conosciuto altro che dannazione e solitudine…poi c’è stata l’illusione,la chimera…e improvvisamente …Dimmelo tu che cos’è?-
Lei gli cinse il collo con le braccia,annegò nel suo sguardo:
-Io…io cosa posso sapere più di te…Sei tu che mi hai insegnato ogni cosa…- gli offrì le labbra,rispose al suo bacio caldo e intenso,si aprì docile al suo maschio desiderio.

E’ di nuovo padrone di me…Le nostre voci si trasformano in ansiti ritmati;la mia pelle come una veste per lui;un unico respiro un'unica carne,un unico piacere…Dio,fa’ che non finisca mai…

Al culmine del piacere Meg soffocò il suo grido contro il petto di Erik,stringendosi freneticamente alle sue spalle possenti.
Poi sentì ancora quel roco ruggito di lui e il suo abbandono…attese,tenendosi nascosta contro di lui.
Cosa sarebbe accaduto ora? Ora che la tempesta irrefrenabile dei sensi era placata…?Ci sarebbe stata finalmente la dolce intimità?
Erik si sollevò appena e con le labbra le sfiorò la mano che premeva proprio sulla ferita che Meg stessa gli aveva cauterizzato,tanti mesi prima.
Quindi scivolò di fianco a lei,espirando piacevolmente spossato.
Timidamente Meg trattenne la sua mano sulla ferita,accarezzandola.
Lui la contemplò in silenzio,con una insolita dolcezza negli occhi,poi le carezzò i capelli,scostandoglieli piano dal viso.
Meg restava sospesa,ansiosa.
La mano di lui scivolò lungo il suo braccio sinistro,prese la sua:portava ancora il guanto di merletto regalatole da Nadir…
Lentamente Erik glielo sfilò,accostò il palmo ferito alle labbra e baciò piano la cicatrice.Meg avvertì la carezza calda della sua lingua e un brivido le attraversò la schiena…
Di nuovo gli cinse le braccia intorno al collo e coprì di piccoli baci quel suo profilo sfigurato…
Lui sospirò,poi la fermò:
-No!...-
-Si invece…- insistè lei,baciandolo ancora,sugli occhi,sul viso,sulla bocca.
Era ancora la sua piccola ribelle,che gli accendeva la carne di desiderio.
La strinse forte e ricominciò a baciarla come prima.
Con rinnovata energia,con crescente bramosia….e ben presto furono di nuovo l’uno nell’altra,avvinghiati e insaziabili…
Questa volta il loro reciproco piacere si confuse in un unico lungo sospiro,affogato in un bacio interminabile…
Non dissero altro;Erik si strinse Meg sul petto,sussurrandole con la sua inconfondibile voce:
-Plaisir d’amour ne dure qu’un moment…’chaine’ d’amour dure toute la vie…-



Qualcosa svegliò Meg;voci che bisbigliavano,movimenti cauti,una porta che si chiudeva.
Finalmente aprì gli occhi:era ancora là,nella stanza di lui…nel suo letto…
Ma Erik? Dov’era?
Si rese conto che non poteva rimanere ancora lì…
Doveva rientrare nella sua stanza,prima che la cameriera venisse a svegliarla,come ogni mattina.
Raccolse in fretta i suoi abiti,si strinse nella veste da camera.
Aveva i capelli sciolti,cercò di raccoglierli alla meno peggio,sistemandoseli davanti a un alto specchio dalla pesante cornice d’argento.
Rabbrividì.
Ricordò gli specchi infranti nel covo del fantasma…
Che cosa stava succedendo alla sua vita?
Chi l’aveva amata quella notte? Erik…o il fantasma dell’Opera…
Schiuse piano l’uscio:il corridoio era ancora vuoto e silenzioso.
Scivolò fuori della stanza e infilò la porta della sua camera.

 
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