Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 21/4/2008, 18:01 by: babyphan




Seduta sul suo letto Meg era in preda a sensazioni eccitanti.Il ricordo della passione della notte precedente le toglieva il fiato,le rapiva la mente;non desiderava altro che rivedere Erik,leggergli negli occhi quella passione che non sapeva esprimere con le parole,ineffabile e splendida…
La cameriera bussò timidamente alla porta per svegliarla,quindi entrò.
-Buongiorno signorina…scendete per la colazione o la servo qui?-
-Preferirei consumarla qui,dopo aver preso un bagno…-
-Lo preparo subito…-
Pochi minuti dopo la giovane donna si immergeva nell’acqua calda e profumata di una vasca.Licenziò quindi momentaneamente la domestica che si era offerta di aiutarla e si abbandonò ai pensieri…
Più che pensieri erano ricordi che si mischiavano a sogni…Si rivide nell’acqua della sorgente,lassù sull’Appennino,rivide Erik apparire come un lupo superbo e minaccioso…e risentì le sue parole della notte precedente: “La tua bellezza…Quando ti ho vista la prima volta così…una piccola ninfa dei boschi,libera e selvaggia…Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te…”

Oh se fosse vero…

E ripensò alla sua voce inimitabile che le cantava sussurrando quell’antica dolce canzone:


Plaisir d’amour ne dure q’un moment,…chaine d’amour dure toute la vie..

Meg si ritrovò ancora a cantarla,a fior di labbra.Ma a un tratto alla sua voce si sovrappose di lontano quella cristallina e inimitabile di Christine…
Forse stava esercitandosi? Era l’ora della lezione con Piangi?
Piuttosto bruscamente Meg si alzò dalla vasca,si asciugò.
La cameriera rientrò con la colazione.
-No,grazie…ho cambiato idea..verrò giù:aiutatemi a vestirmi!- disse con una certa veemenza la ballerina.
Indossò un abito dalla delicata fantasia provenzale;lasciò i capelli sciolti,tenuti in ordine da una fascia di raso cangiante,si specchiò e colse anche nello sguardo della cameriera uno sguardo di ammirata approvazione che la confortò.
Quindi scese in fretta giù.
Nella sala da pranzo non c’era nessuno.Meg sospirò un po’ delusa e piuttosto che trattenersi a bere qualcosa,preferì seguire la voce di Christine…
Proveniva dal soggiorno,dove avevano sistemato il piano.
Quando Meg vi entrò la soprano era di spalle e copriva con la sua sagoma colui che la accompagnava al piano.
La romanza era conclusa.Christine commentò:
-E’ una canzonetta questa…non ho difficoltà a eseguirla…Ma Rossini…-
-Sei modesta,signora de Chagny…Oppure hai poca memoria:le lezioni che hai ricevuto ti hanno reso capace di cantare qualsiasi musica…-
Meg sussultò:contemporaneamente Christine si scostava e –dopo averne riconosciuto la voce – ella vide chiaramente seduto al piano Erik!
-Avrei bisogno di altre lezioni…Piangi non…-
-No.- rispose lui deciso,fermo,ma senza rabbia.-No…- ripetè alzandosi,allungando una mano ai capelli della donna che aveva tanto amato. –Non chiedermelo…-
Meg non stette ancora a guardare oltre.
Non le interessavano le parole;i suoi occhi avevano visto quel gesto di dolce intimità,avevano colto quella immensa dolcezza color rimpianto nello sguardo di Erik e il suo cuore,morso dal veleno folle della gelosia e del dubbio,s’era come lacerato,spaccato in due…
Corse via,incurante del fatto che l’avessero notata o meno.
Corse nella sua stanza,spalancò la porta con violenza,richiudendosela con un gesto già meno energico alle spalle.
Si sentiva umiliata,vinta…Una povera illusa!
Le lacrime le salivano alle ciglia,insieme alla rabbia,che sembrava invece trattenerle…

Illusa,cieca,illusa! Ecco cosa sono…lui continua ad amare lei…Sono solo il conforto di una notte,questo sono!

Cominciò a tirare fuori le sue cose dai cassetti.Ormai non aveva dubbi:sarebbe andata via:a Venezia,da Sillani…o a casa del diavolo,che importa!
Nella foga dal cassetto della biancheria saltò fuori la scatola dei segreti di sua madre,che cadde aprendosi e svuotando sul pavimento il suo prezioso contenuto.
-Oh per Dio!...- imprecò,incurante di tutto.

Lasciami perdere anche tu,mamma! Non una verità dalle tue labbra,mai…Ed ecco che non so nemmeno chi sono…

Era sul punto di raccogliere alla rinfusa scatola e contenuto e gettare tutto nel camino dove il fuoco ardeva provocatoriamente.
Ma a un tratto si accorse di qualcosa che non aveva mai notato…era scivolato da un’intercapedine della scatola.
Un foglietto vergato da una scrittura sottile,minuta:la calligrafia di sua madre…

Giugno 1854

Fino a ieri credevo di avere perso ogni motivo di gioia.Ma ora ci sei tu…
Non capivo perché Dio ti avesse mandato:non mi sentivo all’altezza di essere madre,non nelle circostanze dolorose in cui lo sono diventata…
Non ho avuto il coraggio di affrontare la verità con l’unico uomo che abbia mai amato…Non ho avuto il coraggio di ribellarmi al ricatto di un vile…
Sono vile anch’io,e forse non merito nulla…
Invece ora so:è a te che andrà tutto l’amore che ho dentro di me…che non sono riuscita a esprimere…a te mio piccolo fiore di campo…


Meg,inginocchiata per terra leggeva incredula:sentì una tenerezza indicibile pungerle il cuore;le lacrime della gelosia,la rabbia di prima sembravano cancellate…
-Oh mamma….-
Poi cercò ancora se vi fosse qualche altra traccia,ancora una testimonianza di quell’amore che le era mancato e le mancava da tanto tempo…
E trovò la lettera.
Quella che Magdalene non aveva mai spedito…

Guido,amore mio…
Perdonami:qualcosa di terribile è accaduto,qualcosa che forse non potrai perdonarmi mai…
Eri appena riuscito a metterti in salvo,quando quell’uomo orribile individuò il vostro nascondiglio.
Me lo trovai di fronte,proprio là dove qualche volta ci eravamo incontrati,là dove ci eravamo amati.
Lo affrontai;lui minacciò di sventrare il teatro,di rivoltarlo tutto…E tu sai cosa avrebbe potuto accadere.
Lo supplicai,mi dissi disposta a qualunque cosa…
Oh..non sai cosa mi chiese!
Non sai,non puoi sapere come avvenne…
Poi se ne andò,ghignando.Godeva all’idea di quello che ti aveva fatto.
Raccolsi quello che rimaneva di me e della mia dignità;presi le mie cose,andai via …
Voglia di vivere non ne avevo più.
Cominciai ad avvertire i primi sintomi qualche settimana dopo.Presto ebbi la conferma:ero incinta…
Sarebbe potuta essere la notizia più bella della mia vita,Guido.
Ma…Non avevo la certezza che quel figlio era dell’uomo che amavo,e non del suo peggior nemico.
Tuttavia lo accettai.
E nacque Meg.La mia bambina…la mia gioia…
Per lei ho ricominciato piano piano a vivere.Per lei sono tornata all’Opera.Ho cercato di dimenticare ogni cosa,ho smesso di aspettare il tuo ritorno…
Ma invece tu sei tornato e mi chiedi di venire via con te…
Verrei di corsa,ma questo segreto terribile mi pesa come la palla al piede dell’ergastolano.No,non c’è fuga per me,né pace…se prima non trovo la forza di dirti la verità.


La lettera si interrompeva così,senza data né firma;il foglietto era stato appallottolato,riaperto;infine dimenticato nella scatola.

Ecco dunque…ecco cosa li aveva separati.Il silenzio,la vergogna…
Ma perché cedere a un bieco ricatto? Perché non ribellarsi!...

Meg si era rialzata da terra,rileggeva quello scritto,e mille pensieri le affastellavano la mente.

Lo ha fatto per Erik!

Era questa la verità.Magdalene aveva salvato Erik da Guermantes!
E lui? Lo sapeva?


-Che cosa significa questo?-
Improvvisamente la voce inconfondibile dell’uomo la strappò dai suoi pensieri.Sussultò,ma poi lo guardò spavalda e contrariata:
-Che vado via…sto facendo i bagagli:vado a Venezia!-
Lui la fulminò con lo sguardo.Ma poi abbassò gli occhi,si placò.
-Hai deciso in fretta…- commentò,con una punta di sarcasmo.
-Avrei dovuto farlo prima!- ribattè lei,ripiegando la lettera in fretta,nella speranza che lui non vi prestasse attenzione.
-Che cosa hai,là?Fa’ vedere!- le domandò invece,perentorio.
- …è qualcosa che apparteneva a mia madre!- disse lei,stringendo il foglio contro il petto.
Erik la fissò risentito.Sembrava non capire quel suo atteggiamento improvvisamente ostile.
Serrò la mascella,fece qualche passo indietro.
In quella una cameriera bussò alla porta.
-Signor Dravic?il conte Guido la attende nel salotto…-
Interdetto Erik di malavoglia si allontanò.
Sull’uscio urtò Christine che attendeva per entrare.

-Meg? Che cos’è questo disordine?-
-Ho deciso di andare via…Faccio le valigie….-
-Via? E dove?
-A Venezia…-
-Ma…aspetta:ci andremo assieme,tra qualche giorno…-
Meg sospirò.
-Christine…noi non andremo più da nessuna parte insieme.Io ho bisogno di vivere la mia vita!-
La soprano tacque,come a cercare le parole giuste da usare.Intanto si era chinata e raccoglieva la scatola che ancora rimaneva aperta per terra.
Quando Meg se ne accorse,in fretta la prevenne;raccolse ogni cosa,cercando di celarle soprattutto la maschera.
-Sai che una mattina lui è stato qui?- le chiese allora Christine.
-Lui…chi?-
-Il signor…Dravic…-
-Qui?..e tu come lo sai?-
-Ero venuta per…per riconciliarmi con te.Meg questa situazione per me è difficilissima:non ho più nessuno…nessuno….e lui…-
-Lui…è il tuo angelo,no?- le rinfacciò con una punta di amara ironia l’amica.
-Una volta lo era….Ma poi ho conosciuto il suo vero volto…Anche se…-
-Anche se?-
-Sai..mi disse quella mattina che per me lui avrebbe potuto cambiare,imparare ad essere diverso…-
-E tu? Cosa gli hai risposto…-
-Che era tardi,ormai…Ma secondo te,Meg,lui potrebbe davvero cambiare?-
-Se lo ha detto…potresti offrirgliene la possibilità…-
Christine chinò il capo,mogia.
-…E Raoul?...poverino,chissà cosa sta passando,ora…Io debbo assolutamente aiutarlo.Debbo anch’io andare a Venezia…e Erik invece me lo vuole impedire!-
Meg stette un attimo a guardarla,come stupita.
-Ma tu…quanto lo conosci veramente,Erik?...- le domandò,fissandola.
Non aspettò la risposta.
Ricominciò a raccogliere le sue cose,senza più badare a lei.
 
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