Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 29/4/2008, 14:37 by: babyphan




-Hai deciso cosa indossare,per la kermesse di sabato?-
Sedute a tavola,in attesa che fosse servito il pranzo,Christine aveva intavolato il discorso della serata prossima.
-Un abito da sera,immagino….- le rispose Meg,che a stento nascondeva una certa agitazione disegnando coi rebbi della forchetta immaginari ghirigori sul tovagliolo.Le parole di Erik l’avevano profondamente sorpresa,ma non sapeva come interpretarle…
-Ma…parlavo del travestimento…-Christine cercò di ottenere maggiore attenzione,guardandola.
-Travestimento? …e perché?-
-E’ stata un’idea di Piangi…in realtà è per tutelarmi da eventuali malintenzionati…insomma potranno conoscere il mio nome,ma non sarà facile identificarmi…capisci?-
Meg annuì,non troppo convinta.Poi domandò:
-E quindi? Qual è l’idea?-
-Bè…la serata coincide con la Notte delle Streghe,sai il 31 ottobre…e lui ha pensato a una festa mascherata ispirata a streghe,folletti,maghi…-Christine sorrise,poi soggiunse- Un po’ come in Sogno di una notte di mezza estate…o ne Il flauto magico…Infatti io ho optato per il costume della Regina della notte…-
Meg ascoltava poco l’amica;col pensiero si domandava se quell’idea fosse stata davvero di Piangi…e non fosse stato un suggerimento di Erik,magari.
Per passare inosservato,con la sua maschera…
-Allora?...non hai ancora risposto?- la richiamò l’amica.
-Oh…non saprei proprio…Ma,tu… credi sia importante la mia presenza?-
-Lo credo io,signorina!lo pretendiamo tutti,anzi!- Raimondo aveva colto una parte dei loro discorsi,sedendo a capotavola e ora interveniva da padrone di casa.
-Siete gentili,ma…-
-Se avete problemi per l’abito,non preoccupatevi…Io ho chiesto il privilegio di sottrarmi a questa specie di pagliac…ehm…di bambinata! Potete fare altrettanto…nessuno farà troppo caso a cosa indosserete…- e le sorrise alzando galantemente il bicchiere e guardandole ammirato il volto.
Meg chinò il capo,confusa e gradevolmente imbarazzata,sorridendo di rimando:
-Vi ringrazio…Ci penserò…-


Il teatro in cui si sarebbe celebrata la serata era un teatrino di corte,col palcoscenico al centro,quasi al posto della platea,(che fungeva per quella sera da sala da ballo) e tre ordini di palchi tutti intorno.
Era usato raramente,per piccole messinscene teatrali,pantomime,esibizioni musicali e liriche.Nulla aveva a che vedere con l’Opera di Parigi…
Alla festa partecipavano tutti i maggiorenti della piccola repubblica:era un’affollarsi di maghi e streghe,fatine,folletti ed elfi…
Meg aveva preferito esimersi dal travestirsi:indossava un abito da sera bianco ,con piccole maniche a sbuffo ricamate e passamaneria di velluto rosso.Un nastro rosso nei capelli,lasciati volutamente sciolti sulle spalle.Era molto graziosa e molti sguardi si fermarono su di lei.Ma lei cercava con lo sguardo qualcuno che sembrava invece brillare per la sua assenza…
-Signorina Meg!- una voce la distolse dalla sua ricerca.
Davanti a lei un giovanotto col costume verosimilmente di Pamino e una maschera che ne nascondeva i connotati,le apriva le braccia e il sorriso:
-Si?-
-Non mi riconoscete? Michele…-
-Michele?...oh..non vi avrei mai conosciuto davvero…Non mi aspettavo di trovarvi qui…Non dovreste essere a Venezia?-
Piuttosto che risponderle Michele la stava fissando tra il divertito e l’incuriosito:
-Non capisco il vostro costume…Cappuccetto Rosso,forse?-
-No…io…in verità non sono mascherata… - prima che potesse terminare la frase Michele le diede il braccio e –senza aspettare il suo consenso – la attirò tra le coppie che danzavano:
-Venite,balliamo!-
Ballarono ininterrottamente per buona parte della serata.
Il giovane italiano era allegro e trascinante.
Meg era stordita dalla sua energia e non fece tanto caso al fatto che sembrava abilmente sfuggire a ogni sua domanda:ritenne fosse un problema di linguaggio.
Era solo infastidita dalla impossibilità di concentrarsi e cercare Erik,in quella confusione di maschere e costumi…
Le sembrava che fosse ovunque e in nessun luogo.Sospirò:da quella famosa mattina non si erano più incontrati.
Cosa le aveva voluto dire?
Che l’amava?...
Se l’avesse amata davvero non sarebbe stato così pronto a tornare sui suoi passi…
No,la verità era che provava per lei solo desiderio…
-Che avete?,siete improvvisamente di cattivo umore?- il suo cavaliere la richiamò alla realtà.
-Nulla… -rispose lei,glissando. – Ma ditemi finalmente come mai siete qui….-
-Aspettate:a quanto pare c’è una interruzione…andiamo ad accaparrarci un palchetto,venite!-
Prendendola per mano,la sospinse verso le scale.
Qui Meg urtò qualcuno…sollevò lo sguardo e dietro una maschera nera due occhi di smeraldo la passarono da parte a parte.
Fu un istante:Michele aveva aperto la porticina di uno dei palchetti e ve la introdusse.
Il piccolo palco era diviso in due vani:uno si apriva sul teatro;l’altro ne era una sorta di anticamera.Erano separati da una pesante tenda di broccato rosso,lo stesso tessuto che avvolgeva le pareti,insonorizzandole.
Michele sollevò la tenda,fermandola con l’apposito strumento.Davanti a meg si aprì il proscenio,su cui era comparso Piangi,tenendo per la mano Christine.
-Signore…signori…vi chiedo un momento di attenzione…Stasera ci onora della sua presenza la voce più bella dell’Opera di Parigi…madame Christine Daaè!-
Applausi entusiasti accolsero la presentazione.
Christine indossava un lungo abito di raso blu coi risvolti azzurri e una testiera a forma di luna che le tratteneva i folti capelli in una rete di strass;sugli occhi una piccola maschera argentea tempestata di brillantini.Era straordinariamente affascinante…
-Madame…possiamo osare ascoltare qualcosa dal vostro repertorio?- le domandò Piangi,sollecitando l’incoraggiamento del pubblico.
Finalmente Christine assentì.
Un pianoforte venne introdotto prontamente nella sala.Piangi vi si sistemò ,quindi fece cenno alla soprano di iniziare.
Eseguì per prima proprio l’aria della Regina della Notte,dal Flauto magico di Mozart.
La sua voce perfetta e cristallina accarezzò il cuore di tutti i presenti,li rapì in un’estasi di soavità e maestria.
Michele stesso tacque,fissando la bella figura di Christine.
Meg immaginò che da qualche parte in quel teatro anche qualcun altro la stesse fissando,intensamente,rapito dalla sua adorata chimera,indifferente a ogni altra cosa…
Aveva il capo basso,Meg,mentre questi pensieri amari le si affastellavano nella mente…A un tratto lo risollevò,reagendo col suo spirito ribelle a quella malinconia.
E finalmente lo vide.
Era proprio nel palco di fronte,quello più vicino al proscenio dove la soprano si esibiva.
In piedi,un po’ arretrato rispetto alla affacciata nel palco,quasi immerso nel buio della piccola anticamera,aveva il mantello aperto mollemente appoggiato sulle spalle ed un elegantissimo abito da sera,dalla camicia candida.
E non guardava,Christine,no…
I suoi occhi di brace,cupi e feroci di passione erano fissi proprio su lei…
A Meg mancò il respiro;si sentì avvampare e al tempo stesso le si inaridì la gola;il cuore le battè forte e per un attimo le sembrò di perdere addirittura i sensi.
-Che avete? Vi sentite male?- le domandò il suo compagno.
-No..solo un capogiro…-
-Vado a prendervi un bicchiere d’acqua…torno subito!- le propose il giovanotto,sollecito.
-Ah si..grazie…-Meg si volse in tempo per vederlo uscire dalla porticina del palco.
Si girò subito per cercare di nuovo Erik…Era sparito!
Ora Christine aveva terminato la sua esecuzione e da più parti le si chiedeva un bis.
Sempre fingendo di farsi un po’ pregare,alla fine la soprano cedette alle insistenze e –accennando al maestro – intonò ‘Plaisir d’amour…’
Meg sospirò,ricordando ancora i momenti d’amore –o di quello che tale sembrava- condivisi con Erik.Poi sentì scattare la serratura dietro di lei e meccanicamente disse:
-Grazie Michele…-
Ma si accorse che a entrare non era stato il giovane italiano.
-Erik!-
La serratura scattò ancora,mentre con una mano lui la trasse nella piccola anticamera,facendo ricadere la pesante tenda per proteggersi da sguardi indiscreti.
Lui la attirò contro di sé.Era divorato dalla gelosia,e avrebbe voluto rinfacciarle la sua rabbia feroce.
Ma quando l’ebbe tra le braccia e i loro sguardi si intrecciarono,seppe solo chinarsi sulle sue labbra e baciarla.
L’avrebbe amata lì,in quella sorta di alcova;contro la parete di broccato,mentre la voce di
Christine accompagnava i loro respiri…
Meg ora era spalle al muro e non respingeva i suoi baci né le sue carezze;ma li ricambiava con passione.
A un tratto dei passi,poi la mano di qualcuno che tentava di aprire il palco.Erik si fermò,coprì la bocca di Meg con la mano;entrambi trattennero il fiato.
-Signorina…madamoiselle Giry?...Margherita? Meg?- Michele tentava invano di aprire.
-Che succede?- un’altra voce che Meg trovò familiare,pur essendole sconosciuta,ostile,sgradevole si unì a quella di Michele.
-Non capisco?...è chiuso…-
-Imbecille! …Le dobbiamo prendere tutte e due!...Apri forza!-
Con un’ abile mossa,Erik dall’interno fece in modo che la tenda ricadesse su loro due.
La delicata serratura della porticina fu forzata.Qualcuno entrò,ma il palco –in quella circostanza concitata - gli sembrò vuoto.
-Ce l’ha fatta sotto il naso!...andiamo!- disse allora la voce.
Quindi si udirono dei passi frettolosi allontanarsi
Liberandosi della copertura Erik e Meg uscirono allo scoperto.Lei lo guardò spaventata,interrogativamente.
-Che significa?...-
Erik stava impugnando qualcosa sotto il mantello.Le rispose brevemente,sprezzante:
-Che il tuo spasimante è un Giuda…-
Meg capì cosa aveva tra le mani e rabbrividì:il plasso!
-No…-
Lui la incenerì con lo sguardo.
-Non usarlo,Erik…non usarlo più…- gli chiese lei,guardandolo con pena e amore.E stringendosi a lui,per trattenerlo.
-…Meg…- L’uomo le ricambiò lo sguardo amorevole,le ricambiò l’abbraccio – Non capisci che vogliono rapirvi?..Bisogna fermarli?-
-Ci sono altri mezzi…Ci sono i nostri amici…-
-Lasciami andare…la canzone sta per finire…-
-Vengo con te!-
 
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