Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 1/10/2008, 14:09 by: babyphan




Un altro piccolo passo verso la conclusione:


Alcuni spari risuonarono improvvisi nel teatro.
Il rimbombo giunse anche laggiù,nel covo di Erik.
Meg sussultò,staccandosi da lui.
-Che succede?...-
-Guermantes …-le rispose l’uomo semplicemente,come se l’argomento gli fosse estraneo.
-Guermantes? Che vuol dire?-
-Avrà tentato il rapimento,ma senza successo…Guido e gli altri erano allertati…E’ la resa dei conti…-
-Ma…questi spari?...C’è in corso un conflitto a fuoco…Erik dobbiamo andare!-
Erik la guardò,aggrottando torvo le sopracciglia.
Meg continuò,accesa di sdegno:
-… Guermantes è l’uomo che ha ucciso mia madre!...io,noi dobbiamo aiutarli a prenderlo!-
-Mi stai dicendo ?-
-Ti sto dicendo che…che quell’uomo deve pagarla!...Ti prego,andiamo!-
Così dicendo tentò di trascinarlo su,prendendogli la mano.
Lui però non si mosse;Meg lo guardò senza capire.
-Se non vorrai seguirmi,andrò sola!- lo sfidò poi.
-Che cosa vuoi esattamente,Meg Giry?-le domandò allora Erik – Giustizia o vendetta?-

Allora lui sa,ha sempre saputo…

La fanciulla chinò il capo.Poi ammise con slancio:
-Erik…Guido è mio padre! E …non posso,non voglio lasciarlo solo,ora!-
I loro sguardi si incrociarono ancora.
Ancora una volta Erik imparò ad accettare qualcosa che gli era estraneo,anzi a condividerlo.
Meg gli porse di nuovo la mano,timidamente.
Lui gliela afferrò e poi la precedette su per le scale,verso il teatro.

Guermantes mentre il teatro sfollava e gli artisti rientravano nei camerini si era abilmente intrufolato,tra le comparse e aveva raggiunto il camerino di Christine,attendendola compiaciuto.
Il tempo passava,ma della soprano nemmeno l’ombra.
Un senso di sgradevole fallimento e di minaccia cominciò a serpeggiare nella mente spietata del lestofante.
Qualcosa gli consigliava di tagliare la corda e sparire,ma un’altra voce lo chiamava ad affrontare l’ultima sfida:evidentemente sentiva la stanchezza e l’inutile sterilità di quel suo accanimento…sentiva il fiato sul collo di tutti coloro che chiedevano la sua,di testa…
A un tratto la maniglia si abbassò.
-Eccola!- si disse,appiattendosi dietro la parete coperta dal paravento e ghignando compiaciuto.
-Venite,è qui!- invece sentì gridare da una voce odiosamente familiare. Poi sentì sopraggiungere a passo cadenzato qualcuno…
Guido aveva convocato tutti i suoi compatrioti…
-Bè…non mi farò catturare come un uccellino nella pania…- e così dicendo sparando contro la porta spalancata si aprì a sorpresa una via di fuga.
Tra le grida degli inseguitori e dei malcapitati figuranti e artisti che vennero strattonati nella sua corsa,uscì dal backstage e si ritrovò direttamente sul palcoscenico.
Dalla platea ancora delle voci:altri patrioti italiani sopraggiungevano per fermargli il passo.
L’uomo allora guardò verso l’alto e – esplosi ancora die colpi contro i nuovi venuti- iniziò ad arrampicarsi su una delle impalcature scenografiche…Avrebbe raggiunto le transenne del soffitto e di là il rosone che dava verso l’esterno.
Erik -sopraggiunto con Meg in quel momento da dietro le quinte - comprese immediatamente il suo piano;si liberò della presa di Meg e si gettò all’inseguimento.
-Aspetta!- gli gridò lei.
-Resta qui!- le intimò brevemente lui.
Un attimo dopo di lui,si slanciò Guido,che arrivava trafelato dal backstage.
-No …papà! Sta attento!- gli gridò la ragazza,preoccupata.
Guido si arrestò,lanciandole uno sguardo carico di tenerezza e gratitudine,poi le rispose:
-Mettiti al sicuro,Meg!...-
Guermantes –ignaro della presenza di Erik- riconobbe Guido che avanzava verso di lui:con disprezzo gli andò incontro,quasi a provocarlo.
Il conte accelerò la sua arrampicata,anche lui desideroso di confrontarsi una volta per tutte con l’acerrimo,odioso nemico.
Ma fu imprudente…
Guermantes lo lasciò avvicinare,solo per poter poi,con un improvviso fendente,assestato a tradimento,tranciare col pugnale le funi che issavano l’impalcatura dove Guido si trovava.
-Oddio!- gridò Meg e anche gli altri che erano giù con lei esclamarono per lo spavento.
Il conte sarebbe precipitato sfracellandosi sul pavimento,se all’ultimo secondo non avesse avuto lo scatto di afferrarsi alle tavole dell’altra impalcatura ,quella dov’era il traditore.
Questi ghignò,e sollevò con gusto lo stivale speronato per poter schiacciare le dita con cui Guido a stento si reggeva ancora.
Ma il micidiale plazo di Erik sibilò nell’aria e si strinse intorno alla gola di Guermantes;l’uomo perse l’equilibrio,sembrò vacillare,cadere.
Erik fu su di lui,per finirlo.
Ma Guido non era ancora in salvo.
La voce di Meg richiamò l’attenzione di Erik.
-Mio padre, Erik…sta per cedere…!-
Egli si vide costretto ad abbandonare la colluttazione con Guermantes e rivolgersi al conte.
-Datemi la mano!- gli disse,chinandosi verso di lui.
La maschera ormai gli era caduta e Guido rabbrividendo finalmente conobbe il suo volto.
Ebbe un attimo di incertezza.
Un profondo senso di dolore e di colpa per quella creatura che non aveva mai compreso e che ora gli salvava la vita gli toccò il cuore.
-Che aspettate?!?-lo sollecitò Erik e,afferratagli la mano,lo issò di nuovo al sicuro.
-Dannazione!- imprecò poi.
Il fuggitivo sopravvissuto incredibilmente alla stretta micidiale del cappio lanciatogli,con un abile colpo aveva liberato i contrappesi che tenevano in alto la sua impalcatura ed era tornato giù.
I due uomini compresero subito cosa avrebbe fatto e lo seguirono con la stessa tecnica.
Guermantes intanto aveva agguantato Meg e se ne serviva come scudo e ostaggio per allontanare gli altri inseguitori:
-Vieni qui,sgualdrinella!- la minacciò puntandole lo stiletto al collo
Ma questa si divincolò e a sorpresa tentò di sfilargli l’arma di mano e puntargliela contro.
-Vuoi batterti con me?- rise lui,per niente spaventato e la agguantò per disarmarla.
La lama lo aveva già segnato sul viso e sulle braccia,ma sembrava insensibile al dolore.
Meg invece a un tratto avvertì una fitta al braccio destro e le forze che le scemavano.
In quella finalmente sopraggiunse Erik ,più agile e veloce di Guido.
La lotta ricominciò più agguerrita e sanguinaria di prima.
Con la forza della disperazione Guermantes sembrava avere il sopravvento,sollevare quella sua lama assassina su Erik,pronto a ferirlo a morte.
Invano Guido gli puntò la sua rivoltella contro,gridandogli: Fermo!-
Ora come ora il criminale aveva solo sete di sangue e nulla più da perdere.
Erik tentò un ultimo sovrumano tentativo di sottrarsi al pugnale…
Poi avvertì dei colpi esplodere,la mano di Guermantes tremare,l’uomo bloccarsi irrigidito.
Ancora dei colpi,senza più soluzione,con accanimento…
Finchè un fiotto di sangue non sboccò dalla sua bocca e l’odioso assassino si abbattè a terra,incapace di nuocere oltre…


-Fermi tutti in nome della legge!-
Finalmente sul palco fece irruzione la forza pubblica.Ma ormai tardi…
-Che è successo? Chi ha sparato?-
-…Io-esclamò il conte,addossandosi la colpa.
La sua pistola però era nelle mani di Meg.
Erik le si era avvicinato e piano l’aveva disarmata,guardandola con preoccupata sollecitudine,augurandosi che nessuno se ne fosse accorto.
-Sono stato io…- affermò poi,ad alta voce.
-Sono il conte Guido Morelli,maresciallo…quest’uomo ha tentato di uccidere mia figlia…
Il maresciallo fissò il viso sospettoso su Erik,poi comprese che Guido stava parlando del morto.
Uno degli agenti lo rivoltò.
-E’ Guermantes,maresciallo!- esclamò.
L’ufficiale si guardava intorno,poi ripetè:
-Chi ha sparato,insomma…?-
Finalmente dalle quinte si levò una voce e avanzò pallido come un cencio,con l’arma ancora fumante Ernesto Sillani.
-Sono stato io,maresciallo.Quell’assassino mi ha tolto quello che avevo di più caro…-
Meg lo guardò,il cuore nel petto le si strinse di pietà e riconoscenza;poi però la vista si annebbiò e perse i sensi.
 
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