Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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babyphan
view post Posted on 5/10/2008, 15:18 by: babyphan




Bene...siamo giunti alla conclusione...Sono contenta se queste storia vi è piaciuta e vi ha fatto sognare e,confesso,di separarmene anch'io con dispiacere....Grazie a tutte del sostegno e dei commenti e Buona lettura!


Nella violenta colluttazione con Guermantes,Meg aveva riportato una ferita al braccio:apparentemente una sciocchezza,ma la lama aveva sfiorato la vena e la giovanetta perdeva molto sangue…
Mentre le si prestavano i primi improvvisati soccorsi,Erik la sollevò con delicatezza sulle braccia,chiamando:
-Nadir!-
Quest’ultimo sembrò materializzarsi in quel momento come dal nulla.
-Occupatene tu!- ordinò quindi,come incurante di quanti lo circondavano.
Insieme adagiarono la giovane donna su un canapè all’interno di un camerino;poi l’orientale accennò anche al padrone di uscire,richiudendosi la porta alle spalle.
Con relativa sorpresa si accorse che il capannello di civili e agenti che aveva protestato a questo intervento esterno e inatteso,s’era dipanato.
Sulla soglia ad attenderlo solo Guido…
Era stato lui a frenare le proteste e a proteggere l’intervento di Nadir.Una nuova fiducia albergava ora nel suo cuore,nei confronti di quell’uomo che gli aveva salvato la vita,mostrandogli il suo vero volto…
-Nadir la guarirà…-
Erik lo rassicurò con poche parole,guardandolo serio.
La severità di quel suo sguardo indusse Guido a chinare il capo:ora più che mai avvertiva profondo il rimpianto per i troppi errori commessi lungo il cammino della sua vita…


Madamoiselle…Forza,reagite! Volete arrendervi proprio ora? Ora che tutto si è concluso?
-Erik? Dov’è?-
-E’ sulla porta che attende…e con lui c’è vostro padre!...E nel porto di Trieste vi attende un panfilo di nome ‘Esperancia’…-
-Esperancia…-
Reagite madamoiselle Meg…dipende solo da voi,la vittoria finale…


La porta del camerino si aprì:i due uomini si slanciarono simultaneamente verso il piccolo orientale.
-Allora? Come sta?-
-Ho fatto del mio meglio,padrone…ora deve riprendere le forze…Lasciatela riposare!-
-Ma…ce la farà?- chiese d’impeto Guido,intromettendosi quasi fisicamente tra Nadir ed Erik.
L’orientale sospirò,un po’ enigmatico.
-Dipende anche da lei…-
-Fammi entrare!- reagì,autoritario,Erik.
Nadir fu altrettanto fermo:
-No,padrone…non ora…Lasciate che riprenda le forze!-
Quindi –dopo una strana esplicita occhiata ai due uomini-rientrò nella stanza chiudendo la porta.

Come l’uscio fu chiuso,istintivamente i due si allontanarono l’uno dall’altro,alla ricerca di un ambito dove metabolizzare l’ansia e la pena…
Erik aveva dato un pugno contro la parete,serrato le mascelle,i begli occhi ardenti che si accendevano nel buio.
Era tentato di tornare sui suoi passi,bussare a quella dannata porta e farsi aprire da quell’impudente persiano!
Poi a un tratto avvertì uno strano suono soffocato.
Il pianto strozzato di Guido…
Si volse,mosse qualche passo verso di lui:
-Che avete?- gli domandò,con la forzata arroganza che gli faceva da difesa.
-…E’ mia figlia,capite?L’ho appena ritrovata e il destino maledetto vuole portarmela via...non posso perdere anche lei…come ho perso sua madre!...-
Erik avanzò ancora,gli si parò davanti:
-Meg vivrà! Smettetela!- e istintivamente lo afferrò per le spalle,scuotendolo.
Guido lo guardò negli occhi,sollevò le sue braccia apparentemente per respingere quell’assalto.Si misurarono,poi la stretta di entrambi si allentò,divenne piuttosto una sorta di reciproco riconoscimento…non un abbraccio,no.
Ma la condivisione di una pena reciproca,la reciproca solidarietà.
Il conte lasciò scivolare le sue braccia,ammise finalmente,confidando i suoi rimpianti:
-Che cieco sono stato…così sicuro di me,del mio giudizio…Ho creduto di poter valutare gli altri con un metro assoluto:ho sbagliato con tutti….con Magdalene…e anche con voi…E nella mia cecità,non ho visto la verità…le cose più belle mi sono passate sotto gli occhi,senza che le riconoscessi!...L’amicizia,l’amore…il sacrificio…-
Erik chinò lo sguardo:
-Mi parlate di qualcosa che io stesso non conosco…-
Guido allora lo incalzò:
-Non è vero! …pensate a Magdalene!-
Questa volta fu Erik a seguire con lo sguardo il passato;nei suoi occhi un velo di commozione…
-Magdalene…E’ stata lei,lei la prima a tendermi la mano…a gettare un ponte tra la mia disperazione e…e la vita…Ma poi,mi ha lasciato a percorrerlo da solo…Magdalene…- Erik tacque,ancora ripercorrendo le strane vie del passato e del presente: -E’ ben strano ritrovarci qui,ora…ancora a spartirci l’amore di una donna…Di sua figlia…-
- I ruoli si sono invertiti,però…Il sentimento che Magdalene nutriva per voi è qualcosa di simile all’amore paterno che io ho per Meg…è tenerezza,devozione,urgenza di proteggere chi è debole…Un affetto così potente da venire prima di ogni altro…-
Erik guardò interrogativamente l’interlocutore.
-Magdalene ha sacrificato il suo amore per me…per proteggere voi!- gli ricordò allora Guido,alludendo al ricatto di Guermantes.
Era un’ammissione chiara.
Ed Erik riconobbe finalmente in cuor suo che era la verità.
Ma anche lui aveva qualcosa da confessare,da riconoscere finalmente.Da accettare:
-Magdalene non ha mai smesso di amarvi,nemmeno un minuto!...le ultime parole che mi ha sussurrato..sono state per voi!..credeva anzi che foste lì,al mio posto…per chiedervi ancora perdono…-
Guido trasalì.Le lacrime gli salirono ancora alle ciglia.Esclamò a fior di labbra:
-Amor mio…-
Erik proseguì,quasi tra sé:
-A me,ha saputo solo dire…’Mio povero Erik…’ e lasciarmi ancora solo!-
Il conte si inalberò,reagì:
-Non vi ha lasciato solo…- gli fece notare –Avete detto che fu lei a darvi la mano per prima,a gettare questo ponte tra la vostra solitudine e…il mondo..-
-Già! Ma l’ho attraversato da solo!....E a un certo punto la vertigine è stata così forte che sarei precipitato di nuovo nell’abisso…- lo sguardo di Erik si fece cupo,smarrito.L’antica pena gli ferì ancora il cuore.
-E poi? Che è accaduto? Pensateci:come mai siete qui ora?-
-E poi…- l’uomo sollevò gli occhi,schietti a riconoscere la verità nello sguardo del suo interlocutore –… poi sono andato avanti ancora…un passo dopo l’altro…incerto…riottoso…Ma ..all’estremità del ponte…mi aspettava Meg! E’ lei,lei sola che mi ha condotto in fondo al cammino…mi ha dato il suo amore…Amore,capite? Non pietà!...E’ con lei che ho conosciuto la passione vera che unisce un uomo a una donna!..ed è per questo che lei…lei si salverà!-
Così detto si staccò da Guido,avanzò di nuovo verso la porta.
Il conte sorrise lievemente.Come confortato.
Erik soggiunse,con tono fermo:
-…Altri sentimenti non ne conosco…amicizia,affetto paterno,devozione filiale…mi sono estranei,signor conte!-
-Forse è così… o forse non li sapete ancora riconoscer,signor Dravic.Ma alcuni li avete già dimostrati…e gli altri…mi auguro che con l’aiuto di Meg…li apprenderete!-
Erik riflettè su queste parole.
In principio ne colse solo una parte;poi qualcosa,un’idea,un’ipotesi si aprì come uno squarcio nel buio della sua mente.E trasalì.

Chissà…forse un giorno…

Dopo un’attesa interminabile,finalmente la maniglia di abbassò nuovamente e la porta chiusa si aprì.
I due uomini si precipitarono di nuovo davanti,ma questa volta senza parlare;attesero che fosse Nadir a dire loro qualcosa:
-Va bene…adesso potete entrare…Uno alla volta!-
Erik guardò Guido che ricambiò lo sguardo;ed entrambi ebbero un attimo di reciproca soggezione.
-Papà…- la voce della giovanetta si levò un po’ fioca dalla stanza.
Con un inchino,Erik arretrò,lasciando il passo al conte.


L’ex ‘fantasma rimase a misurare il pavimento coi suoi passi lenti,carichi di ansia repressa;sul viso,si disegnava un velo di disappunto.
La fronte aggrottata,l’orecchio teso cercava di immaginare quale dialogo potesse consumarsi ora,al di là di quella porta.
Meg era sua…Non era facile dividerla con Guido;non quando ripensava al modo con cui quell’uomo gli aveva sottratto Magdalene…
Ma era pur vero che -come Guido aveva affermato prima – ora la situazione era ribaltata.Meg lo amava;e Meg era diversa da sua madre…non avrebbe mai rinunciato per nulla al mondo al suo amore!...
O no?
Un brivido dell’antica insicurezza gli attraversò la schiena.Ma in quel momento la porta si riaprì,Guido ne uscì,gli andò incontro.
Con l’accenno di un sorriso:
-Sta bene,vi aspetta…-
Erik fece per entrare,ma un'esclamazione del conte lo fermò:
-E’ ben strano averla ritrovata..per poi doverla comunque perdere…- aveva detto,con rammarico.
-Perdere?...perchè?-
-Mi ha detto che voi avete intenzione di partire…viaggiare....-
-Si…ma…è libera di scegliere,se seguirmi o no!- rispose Erik,orgoglioso.
Questa volta l’espressione di Guido fu di rassegnata indulgenza.
Allungò una mano alla spalla di Erik e sospingendolo verso la porta,esclamò:
-Ha già scelto!...-


Epilogo

La carrozza si fermò all’ingresso del porto di Trieste,a poca distanza dal pontile dove era ancorata l’Esperancia,un veliero a tre alberi,sulla cui prua superba si stagliava una polena di una sirena con lo sguardo perso verso il mare aperto.
Guido smontò dalla vettura e porse il braccio a Meg,aiutandola a scendere.
-E’ là…- le disse,additandole il veliero.
Gli occhi della fanciulla corsero a cercare la cara figura di Erik.
Era fermo sul ponte,i capelli al vento,lo sguardo che tagliava fiero l’orizzonte.
Non si era accorto del loro arrivo.
-Ci siamo,bambina mia…è il momento di separarci…-
La donna staccò a fatica lo sguardo dalla nave,si volse intenerita verso suo padre:
- Ti scriverò papà e…un giorno.quando anche noi ci fermeremo,lo sai…-
-Gli anni pesano,Meg… - la interruppe lui -sarei felice di esserci,quel giorno..ma non posso assicurartelo!-
Lei lo fissò rammaricata:
-Non devi dire così!-esclamò,con quel tono ribelle che la rendeva incantevole.-Devi anzi promettermi che mi aspetterai…e risponderai alle mie lettere…e…-
Guido sorrise:
-Và,ora…Il tuo monsieur Dravic ci ha già concesso una bella proroga…non farlo aspettare!-
Meg sorrise:
-Lui è così…è generoso,disponibile…e…si chiama Erik,papà…-
Guido ripetè,a fatica,ma bonario:
-Già Erik…guardalo,è lì che ti aspetta…va’ figlia mia,e sii felice!-
Padre e figlia si abbracciarono ancora,quindi lei si diresse verso l’imbarcadero.
Nel suo cuore si apriva attimo dopo attimo la gioia per quel futuro che la aspettava,una gioia così prorompente che Meg ,incurante delle buone maniere,smise di camminare e iniziò a correre.
Quindi sempre correndo risalì la piccola passerella che conduceva a bordo,chiamando ‘Erik!’ tra lo stupore divertito dei passanti e dei marinai.
Finalmente lui si volse.
-Meg!-
Lei lo raggiunse ancora in sovraffiato sul ponte.
Lui la guardò:era quella stessa piccola ninfa che lo aveva rincorso una volta sull’Appennino,per offrirgli i suoi frutti di bosco,rossi e dolci come le sue labbra;era la fanciulla che gli si era offerta una notte d’estate ,che orgogliosa non si vergognava di essere sua per sempre;la piccola ribelle che gli aveva tenuto testa fino a domarlo;la sua donna,colei che amava,colei con la quale avrebbe condiviso la sua vita,l’amore,il piacere,il futuro…
Le aprì le braccia,la accolse stringendola quasi a toglierle il respiro.
-Nostromo,salpa l’ancora! –gridò una voce dall’accento orientale.
Erik sollevò piano il viso di Meg,e senza altre parole,suggellò l’inizio della loro storia con un bacio…
 
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