Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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drusilla803
view post Posted on 10/4/2008, 15:07




GRAZIE! E scusa, non volevo metterti fretta... i traslochi... brrr....
 
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babyphan
view post Posted on 11/4/2008, 14:53




Ecco un nuovo pezzettino:


Quella sera a cena si presentò,invitato non gradito,anche Ubaldo Piangi.
Guido non dissimulò il suo fastidio e,appena ne ebbe la possibilità,chiese congedo dagli ospiti e si ritirò.
Come approfittando della sua uscita di scena,l’ex tenore,tergendosi con la solita aria sussiegosa la bocca e prendendo fiato per porgere la ricca notizia per cui si era sentito in dovere di auto invitarsi,esclamò:
-Non vi ho detto la buona nuova,viscontessa!-
-Di cosa si tratta?- domandò Christine,sollevando finalmente lo sguardo dal calice di cristallo che le era davanti, su cui lo aveva tenuto fissato per non incrociarlo con quello di nessun altro ospite.
-La Fenice di Venezia vorrebbe allestire il Roberto Bruce di Rossini…sapete,il pastiche?-
A sentire nominare il prestigioso teatro gli occhi della soprano brillarono;quelli di Erik e Meg si incrociarono per un impercettibile istante.
-Ebbene?- chiese trepidante Christine.
-Ebbene…il direttore non riesce a trovare una soprano che si presti ad affrontare quell’opera…sapete…è molto particolare…
-Debbo confessarvi che non la conosco bene…magari è davvero così impegnativa come dicono…- ammise la donna arrossendo.
-Madame…voi sareste in grado di affrontare qualunque spartito…fosse anche scritto da Dio in persona!- la adulò,compiaciuto il tenore.
-O da Satana…-soggiuse con una punta di ambigua malignità Erik.
Christine sussultò,non potè fare a meno di guardarlo,poi riabbassò gli occhi.
Calò un imbarazzato silenzio.
A Piangi premeva tuttavia riprendere il discorso.
-Dicevo quindi…ehm…la settimana prossima compirò 25 anni di carriera…Avevo intenzione di organizzare una sorta di festa d’addio…Madame de Chagny:il direttore della Fenice sarà tra gli invitati e se voi poteste…se poteste concedermi una brevissima esibizione…-
-Non vedo a che scopo allontanarsi da qui…dove madame è al sicuro…-intervenne finalmente il padrone di casa. –Mi era sembrato di capire che monsieur Dravic si era offerto di patrocinare nel nostro piccolo teatro uno spettacolo …-
-Signori! Voi non avete idea della gravità della situazione in cui versa la Francia oggi:non avete idea dei bisogni…delle difficoltà in cui il visconte de Chagny si trova,affondandoci il collo di giorno in giorno.Uno spettacolo alla Fenice consentirebbe di raccogliere il triplo del denaro che…-
Christine,visibilmente agitata da quelle parole minacciose,lo fermò:
-Basta maestro…non una parola di più…So quale sia il mio dovere verso mio marito:disponete pure ogni cosa per la prossima festa…Non credo che monsieur Dravic che si è offerto così generosamente di aiutarmi potrà offendersi se colgo anche questa seconda disponibilità…Del resto è solo un tentativo…- Lo sguardo che ora la soprano rivolgeva al suo interlocutore era supplichevole.
Erik irrigidì la mascella,guardò al di sopra della fanciulla,minacciosamente negli occhi di Piangi che sembrò esternare un’ imbarazzata sprovveduta innocenza.
Quindi chinato appena il capo con un brusco cenno di assenso,si alzò altrettanto bruscamente da tavola e chiedendo impercettibilmente permesso,si ritirò nella sua stanza.


Subito dopo anche Meg si alzò da tavola,accusando un po’ di stanchezza:in realtà era per seguirlo,con l’intenzione di parlargli,di comunicargli i suoi sospetti,di riferirgli quello che era successo a Nadir.
Un rumore di oggetti spostati con violenza e di cocci infranti giunse chiaramente alle orecchie della fanciulla. Erik stava ancora sfogando la sua rabbia.Era tentata di avvicinarsi alla sua porta,ma dubitava dell’accoglienza.E poi a che scopo?

Egli sembra volermi tenere fuori da tutto ciò che riguarda la nostra reciproca presenza qui:benché entrambi avessimo intuito che c’era un sapore di strana coincidenza tra l’invito di Sillani a Venezia e la proposta di Piangi,certo lui non me ne parlerà …piuttosto si confida con Guido...

La giovanetta sospirò,scoraggiata. Rientrò nella sua camera,cercando serenità nel sonno.
Ma che serenità…
Sogni inquietanti in cui le immagini del racconto di Nadir si confondevano con quelle del servitore che neutralizzava col suo micidiale plasso lo sconosciuto malcapitato…
A un tratto Meg si svegliò,strappandosi con forza a quel dormiveglia di incubi.
Si alzò dal letto.Aveva bisogno di ritrovare il contatto con la realtà:aprì la finestra,una folata di aria gelida ma cristallina la investì.
Si strinse nella veste da camera e guardò giù nel giardino:Erik era lì,come in attesa.
Una nervosa attesa.
Una attesa delusa…
Dopo poco sembrò sparito nel buio,quindi sentì il suo passo attraversare il corridoio lungo la sua porta;sentì anche che rallentava solo un attimo,quindi riprendeva.
Per scomparire poi,dietro lo scatto della porta della sua stanza.
Meg riflettè.Chi stava aspettando? Forse Nadir?...magari quest’ultimo era in pericolo ed Erik non lo sapeva…
Si strinse nella veste da camera e,fattasi coraggio,andò da lui.
Bussò quindi piano alla porta.
-Entra..è aperto…Alla buon’ora,che dannata fine avevi fatto?-
Erik era di spalle, in maniche di camicia, davanti al camino acceso,nella stanza in penombra.
Sembrò intuire improvvisamente che l’ultimo venuto non era colui che attendeva,si volse:aveva un’espressione minacciosamente irosa in volto.
Ma non parlò,guardò interrogativamente la giovanetta rimasta ferma sulla soglia,sotto i piedi i cocci di qualche vaso andato in pezzi poche ore prima…
-… chiuditi la porta alle spalle!- disse infine,spazientito ma rassegnato.


Meg eseguì l’ordine ma non si mosse da lì.
Sul fondo della stanza,illuminato dai bagliori del camino,la vista improvvisa di un grande letto a baldacchino la turbava,inspiegabilmente.
Lui la osservò,poi domandò:
-Immagino tu abbia qualcosa da dirmi…come mai tanta soggezione,improvvisamente?- la sfidò,ironico.
La ragazza arrossì,chinò il capo,poi lo rialzò con la solita energia ribelle:
-Veramente …si tratta di Nadir…-
-Nadir? Che cosa sai? Credevo ti avesse riaccompagnata a palazzo personalmente e fosse rientrato al suo posto!?!- rispose lui,leggermente alterato.
-No…non è andata così…-
E brevemente gli raccontò l’accaduto.
-E cosa aspettavi a dirmelo?- la rimproverò,indossando in fretta il mantello –Magari ora è troppo tardi!-
Fece quindi per scostarla dalla porta e uscire.
Ma sull’uscio comparve il fedele orientale:
-No,padrone…non è necessario:sono qua!-
Erik celò a mala pena il sollievo,incalzandolo subito:
-Ebbene? Perchè questo ritardo?-
-Ho seguito quel tale…quando ha ripreso i sensi era spaventato ed è corso a cercare il suo padrone…-
-Guermantes?- chiese Erik.
Meg rabbrividì…
Nadir annuì,ma soggiunse:
- Ho il sospetto che mentre ero a Rimini,Piangi abbia ricevuto una visita o un qualche messaggio-
Erik diede un pugno sulla scrivania:
-Alla malora,quella stupida…!-
Meg sobbalzò,poi lo guardò negli occhi rancorosa e offesa e,girati i tacchi, fece per andarsene.
-Dove stai andando?Meg!-
Lei non rispondeva.
Lui la raggiunse,la afferrò per un braccio e la riportò nella sua stanza,chiudendo la porta con una certa energia.
Si fronteggiarono,furenti entrambi,entrambi incapaci di nascondere la reciproca attrazione.
-Dove credi di andare?-
-Al diavolo,signor Dravic:a te che importa?...-
-Allora hai sbagliato direzione…L’inferno è qua!- ribattè lui,amaro e sarcastico.
Nadir tossì piano,invitandoli ad abbassare la voce.
-Tu torna al villino di quel pallone gonfiato e da questo momento non perderlo mai più d’occhio!- gli ordinò aspro il padrone,licenziandolo.
L’orientale chinò appena il capo,quindi uscì.
Meg fece per seguirlo,lui la fermò ancora.
-No!- disse lui,ancora trattenendola per un braccio.
-Mi fai male…- mentì lei,ritraendosi.
Allora Erik accennò uno strano ghigno:
-Dubito che sia vero…Non sai dirle le bugie…Non a me…-e a poco a poco la attirava a sé.
Meg deglutì.
-Perché mi tratti così?- gli domandò,in un sussurro.
L’uomo si fermò,chinò il volto.Lo rialzò per guardarla negli occhi,occhi che chiedevano amore;labbra che non sapevano trovarne le parole…
-Sono il peggiore degli uomini,no?-
-No…- era lei ora che gli si avvicinava. –Né il peggiore,né il migliore…Sei l’uomo a cui appartengo…-
Lui la afferrò di nuovo;una mano nei suoi capelli biondi,l’altra contro la schiena.
-Meg…tu giochi col fuoco…Ma il fuoco brucia e distrugge tutto!-
Quindi si chinò a cercarle le labbra e iniziò a baciarla piano,ma sempre più appassionatamente,con una voluttà che sembrava non dovesse saziarsi mai.
-Lasciami entrare nella tua vita,lasciami esserne parte…- sussurrò lei,mentre lui la copriva di baci appassionati-
Lui non le rispose,la sollevò sulle braccia e baciandola la depose sul suo letto…

Edited by arielcips - 11/4/2008, 23:12
 
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spands72
view post Posted on 11/4/2008, 16:53




che calor!! quei due si prendono, si mollano, si rincorrono! ma stare insieme e dirsi veramnete cosa provano l'uno per l'altra no, mi raccomando, troppo facile!

bellissimo, descritto benissimo, io riesco a vedere persino le stanze con i loro arredi infranti, da come li descrivi!

grazie, e come al solito, attendo con impazienza il nuovo capitolo!!
 
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themanyoulove
view post Posted on 11/4/2008, 17:56





Anch'io cominciavo ad essere in astinenza...Ma ora? che succederà?
 
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gemini21
view post Posted on 11/4/2008, 18:18




Ahhhhhhhhhh!!! Ma ci lasciiiiiii cosìììì??? :bash:

Bellissimo il pezzo del confronto, Erik in tutto il suo splendore! :infermieri:
 
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boleroazul
view post Posted on 11/4/2008, 22:26




..altro che splendore..... :infermieri: :infermieri: :infermieri:
 
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view post Posted on 12/4/2008, 17:23
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CITAZIONE
Sul fondo della stanza,illuminato dai bagliori del camino,la vista improvvisa di un grande letto a baldacchino la turbava,inspiegabilmente.

turba inspiegabilmente anche me... :mmm:

CITAZIONE
L’uomo si fermò,chinò il volto.Lo rialzò per guardarla negli occhi,occhi che chiedevano amore;labbra che non sapevano trovarne le parole…
-Sono il peggiore degli uomini,no?-
-No…- era lei ora che gli si avvicinava. –Né il peggiore,né il migliore…Sei l’uomo a cui appartengo…-
Lui la afferrò di nuovo;una mano nei suoi capelli biondi,l’altra contro la schiena.
-Meg…tu giochi col fuoco…Ma il fuoco brucia e distrugge tutto!-
Quindi si chinò a cercarle le labbra e iniziò a baciarla piano,ma sempre più appassionatamente,con una voluttà che sembrava non dovesse saziarsi mai.
-Lasciami entrare nella tua vita,lasciami esserne parte…- sussurrò lei,mentre lui la copriva di baci appassionati-
Lui non le rispose,la sollevò sulle braccia e baciandola la depose sul suo letto…

e qui ancora una volta...schiatta Sabrinta per mano di babyphan :boom:

CITAZIONE
Ahhhhhhhhhh!!! Ma ci lasciiiiiii cosìììì??? :bash:

è perfidaaaaaaaaaa!!
 
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Elfa Nihal
view post Posted on 13/4/2008, 15:13




BELLISSSIMO CAPITOLO

hai una capacità pazzesca di descrivere Erik ... sei bravissima
:applauso: :applauso: :applauso: :applauso:

CITAZIONE
Lui la afferrò di nuovo;una mano nei suoi capelli biondi,l’altra contro la schiena.
-Meg…tu giochi col fuoco…Ma il fuoco brucia e distrugge tutto!-
Quindi si chinò a cercarle le labbra e iniziò a baciarla piano,ma sempre più appassionatamente,con una voluttà che sembrava non dovesse saziarsi mai.
-Lasciami entrare nella tua vita,lasciami esserne parte…- sussurrò lei,mentre lui la copriva di baci appassionati-
Lui non le rispose,la sollevò sulle braccia e baciandola la depose sul suo letto…

:caldo: :caldo: :caldo: :caldo: :caldo: :caldo: :caldo:
 
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babyphan
view post Posted on 14/4/2008, 16:02




Mio Dio...essere di nuovo tra le sue braccia,sentire il suo respiro caldo di desiderio,il sapore dei suoi baci…

Era sul letto,inginocchiata
Erik rimaneva in piedi di fronte a lei:aveva smesso di baciarla e stringerla…Ora la guardava…Poi con un gesto sicuro sciolse la cintura della sua veste da camera e gliela sfilò.
Meg trattenne il respiro.
-Tremi?...Eppure mi hai detto che mi appartieni…- sussurrò lui,mentre finiva di scioglierle i capelli con le dita frementi.
-Si…io ti appartengo…- gli ripetè,stordita dalle sue carezze. –Ma..
Lui la interruppe:
-Non sai tutte le volte che lo ripeti che cosa scateni dentro di me…Un incendio di desiderio,un’ondata di …-
-Oh…Ti appartengo,ti appartengo,ti appartengo…- ripetè allora lei,dimentica di ogni cosa.
Le mani di Erik scivolarono dai capelli alla nuca,lungo le braccia nude;percorsero sfiorandole,ogni curva del suo corpo,i seni ,i fianchi,…
Improvvisamente afferrarono la camicia della giovane donna dalla delicata abbottonatura e d’un colpo l’aprirono:Meg era di nuovo nuda davanti a lui…
Istintivamente si coprì,arrossendo e tremando.
Con dolce determinazione lui le prese le mani ,la scoprì,la guardò…Le sue labbra si schiusero in un sospiro di incontrollato desiderio.
-La tua bellezza…Quando ti ho vista la prima volta così…una piccola ninfa dei boschi,libera e selvaggia…Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te…-
Così dicendo la strinse contro di sé e ricominciò a baciarla.
Attraverso la camicia,Meg avvertiva contro il suo seno il calore e la forza del torace di lui:timidamente le sue mani corsero a cercarne il contatto diretto.E presto anche quell’indumento cadde a terra.
Lui la sospinse tra le coltri,stendendosi su di lei.


Basterebbe poco…abbandonarsi ai suoi baci,essere sua ancora… Ma poi?

Improvvisamente Meg irrigidendosi tentò una debole resistenza.
Erik la guardò.
-Che cosa c’è?...Non dirmi che non lo vuoi…E’ quello che hai desiderato dal primo momento,guardando questo letto…-
La giovane donna scosse il capo:
-Dimmi perché Erik?...che cos’è?...è solo desiderio?-
Anche lui si fermò,le mani sui suoi capelli,le labbra sulle sue:
-No…non lo so cos’è Meg…non chiedermelo…Io non ho conosciuto altro che dannazione e solitudine…poi c’è stata l’illusione,la chimera…e improvvisamente …Dimmelo tu che cos’è?-
Lei gli cinse il collo con le braccia,annegò nel suo sguardo:
-Io…io cosa posso sapere più di te…Sei tu che mi hai insegnato ogni cosa…- gli offrì le labbra,rispose al suo bacio caldo e intenso,si aprì docile al suo maschio desiderio.

E’ di nuovo padrone di me…Le nostre voci si trasformano in ansiti ritmati;la mia pelle come una veste per lui;un unico respiro un'unica carne,un unico piacere…Dio,fa’ che non finisca mai…

Al culmine del piacere Meg soffocò il suo grido contro il petto di Erik,stringendosi freneticamente alle sue spalle possenti.
Poi sentì ancora quel roco ruggito di lui e il suo abbandono…attese,tenendosi nascosta contro di lui.
Cosa sarebbe accaduto ora? Ora che la tempesta irrefrenabile dei sensi era placata…?Ci sarebbe stata finalmente la dolce intimità?
Erik si sollevò appena e con le labbra le sfiorò la mano che premeva proprio sulla ferita che Meg stessa gli aveva cauterizzato,tanti mesi prima.
Quindi scivolò di fianco a lei,espirando piacevolmente spossato.
Timidamente Meg trattenne la sua mano sulla ferita,accarezzandola.
Lui la contemplò in silenzio,con una insolita dolcezza negli occhi,poi le carezzò i capelli,scostandoglieli piano dal viso.
Meg restava sospesa,ansiosa.
La mano di lui scivolò lungo il suo braccio sinistro,prese la sua:portava ancora il guanto di merletto regalatole da Nadir…
Lentamente Erik glielo sfilò,accostò il palmo ferito alle labbra e baciò piano la cicatrice.Meg avvertì la carezza calda della sua lingua e un brivido le attraversò la schiena…
Di nuovo gli cinse le braccia intorno al collo e coprì di piccoli baci quel suo profilo sfigurato…
Lui sospirò,poi la fermò:
-No!...-
-Si invece…- insistè lei,baciandolo ancora,sugli occhi,sul viso,sulla bocca.
Era ancora la sua piccola ribelle,che gli accendeva la carne di desiderio.
La strinse forte e ricominciò a baciarla come prima.
Con rinnovata energia,con crescente bramosia….e ben presto furono di nuovo l’uno nell’altra,avvinghiati e insaziabili…
Questa volta il loro reciproco piacere si confuse in un unico lungo sospiro,affogato in un bacio interminabile…
Non dissero altro;Erik si strinse Meg sul petto,sussurrandole con la sua inconfondibile voce:
-Plaisir d’amour ne dure qu’un moment…’chaine’ d’amour dure toute la vie…-



Qualcosa svegliò Meg;voci che bisbigliavano,movimenti cauti,una porta che si chiudeva.
Finalmente aprì gli occhi:era ancora là,nella stanza di lui…nel suo letto…
Ma Erik? Dov’era?
Si rese conto che non poteva rimanere ancora lì…
Doveva rientrare nella sua stanza,prima che la cameriera venisse a svegliarla,come ogni mattina.
Raccolse in fretta i suoi abiti,si strinse nella veste da camera.
Aveva i capelli sciolti,cercò di raccoglierli alla meno peggio,sistemandoseli davanti a un alto specchio dalla pesante cornice d’argento.
Rabbrividì.
Ricordò gli specchi infranti nel covo del fantasma…
Che cosa stava succedendo alla sua vita?
Chi l’aveva amata quella notte? Erik…o il fantasma dell’Opera…
Schiuse piano l’uscio:il corridoio era ancora vuoto e silenzioso.
Scivolò fuori della stanza e infilò la porta della sua camera.

 
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view post Posted on 14/4/2008, 16:16
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tu ci vuoi morteeeeeeeeeeeeeeeee!!! :boom: :boom:
:caldo: :caldo: :infermieri: :infermieri: :infermieri:
 
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Elfa Nihal
view post Posted on 14/4/2008, 16:22




Il mio cuore sta battendo a 5mila

RAGAZZI CHE ESPERIENZA!!!
voglio essere Meg .... :entusiasmo: :entusiasmo:

bellissimo capitolo, anzi fantastico :infermieri: :infermieri: :infermieri: :infermieri:
 
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spands72
view post Posted on 14/4/2008, 17:34




wowwww, che bello, come mi piace Erik confuso e felice!! forse ha trovato la pace, ma non ha ancora deciso con la testa! ma il cuore... il cuore ha già deciso!!

mi sono letteralmente sciolta... per non dire altro!! accipicchia :censura: :infermieri: :infermieri: :infermieri: :infermieri: :infermieri: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: che invidia pazzesca!!

bravissimaaaaaa
 
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boleroazul
view post Posted on 14/4/2008, 22:36




.... :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav: :sbav:
per il momento non mi riesce di fare un commento serio...
 
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babyphan
view post Posted on 21/4/2008, 18:01




Seduta sul suo letto Meg era in preda a sensazioni eccitanti.Il ricordo della passione della notte precedente le toglieva il fiato,le rapiva la mente;non desiderava altro che rivedere Erik,leggergli negli occhi quella passione che non sapeva esprimere con le parole,ineffabile e splendida…
La cameriera bussò timidamente alla porta per svegliarla,quindi entrò.
-Buongiorno signorina…scendete per la colazione o la servo qui?-
-Preferirei consumarla qui,dopo aver preso un bagno…-
-Lo preparo subito…-
Pochi minuti dopo la giovane donna si immergeva nell’acqua calda e profumata di una vasca.Licenziò quindi momentaneamente la domestica che si era offerta di aiutarla e si abbandonò ai pensieri…
Più che pensieri erano ricordi che si mischiavano a sogni…Si rivide nell’acqua della sorgente,lassù sull’Appennino,rivide Erik apparire come un lupo superbo e minaccioso…e risentì le sue parole della notte precedente: “La tua bellezza…Quando ti ho vista la prima volta così…una piccola ninfa dei boschi,libera e selvaggia…Non ho mai provato per nessuna quello che provo per te…”

Oh se fosse vero…

E ripensò alla sua voce inimitabile che le cantava sussurrando quell’antica dolce canzone:


Plaisir d’amour ne dure q’un moment,…chaine d’amour dure toute la vie..

Meg si ritrovò ancora a cantarla,a fior di labbra.Ma a un tratto alla sua voce si sovrappose di lontano quella cristallina e inimitabile di Christine…
Forse stava esercitandosi? Era l’ora della lezione con Piangi?
Piuttosto bruscamente Meg si alzò dalla vasca,si asciugò.
La cameriera rientrò con la colazione.
-No,grazie…ho cambiato idea..verrò giù:aiutatemi a vestirmi!- disse con una certa veemenza la ballerina.
Indossò un abito dalla delicata fantasia provenzale;lasciò i capelli sciolti,tenuti in ordine da una fascia di raso cangiante,si specchiò e colse anche nello sguardo della cameriera uno sguardo di ammirata approvazione che la confortò.
Quindi scese in fretta giù.
Nella sala da pranzo non c’era nessuno.Meg sospirò un po’ delusa e piuttosto che trattenersi a bere qualcosa,preferì seguire la voce di Christine…
Proveniva dal soggiorno,dove avevano sistemato il piano.
Quando Meg vi entrò la soprano era di spalle e copriva con la sua sagoma colui che la accompagnava al piano.
La romanza era conclusa.Christine commentò:
-E’ una canzonetta questa…non ho difficoltà a eseguirla…Ma Rossini…-
-Sei modesta,signora de Chagny…Oppure hai poca memoria:le lezioni che hai ricevuto ti hanno reso capace di cantare qualsiasi musica…-
Meg sussultò:contemporaneamente Christine si scostava e –dopo averne riconosciuto la voce – ella vide chiaramente seduto al piano Erik!
-Avrei bisogno di altre lezioni…Piangi non…-
-No.- rispose lui deciso,fermo,ma senza rabbia.-No…- ripetè alzandosi,allungando una mano ai capelli della donna che aveva tanto amato. –Non chiedermelo…-
Meg non stette ancora a guardare oltre.
Non le interessavano le parole;i suoi occhi avevano visto quel gesto di dolce intimità,avevano colto quella immensa dolcezza color rimpianto nello sguardo di Erik e il suo cuore,morso dal veleno folle della gelosia e del dubbio,s’era come lacerato,spaccato in due…
Corse via,incurante del fatto che l’avessero notata o meno.
Corse nella sua stanza,spalancò la porta con violenza,richiudendosela con un gesto già meno energico alle spalle.
Si sentiva umiliata,vinta…Una povera illusa!
Le lacrime le salivano alle ciglia,insieme alla rabbia,che sembrava invece trattenerle…

Illusa,cieca,illusa! Ecco cosa sono…lui continua ad amare lei…Sono solo il conforto di una notte,questo sono!

Cominciò a tirare fuori le sue cose dai cassetti.Ormai non aveva dubbi:sarebbe andata via:a Venezia,da Sillani…o a casa del diavolo,che importa!
Nella foga dal cassetto della biancheria saltò fuori la scatola dei segreti di sua madre,che cadde aprendosi e svuotando sul pavimento il suo prezioso contenuto.
-Oh per Dio!...- imprecò,incurante di tutto.

Lasciami perdere anche tu,mamma! Non una verità dalle tue labbra,mai…Ed ecco che non so nemmeno chi sono…

Era sul punto di raccogliere alla rinfusa scatola e contenuto e gettare tutto nel camino dove il fuoco ardeva provocatoriamente.
Ma a un tratto si accorse di qualcosa che non aveva mai notato…era scivolato da un’intercapedine della scatola.
Un foglietto vergato da una scrittura sottile,minuta:la calligrafia di sua madre…

Giugno 1854

Fino a ieri credevo di avere perso ogni motivo di gioia.Ma ora ci sei tu…
Non capivo perché Dio ti avesse mandato:non mi sentivo all’altezza di essere madre,non nelle circostanze dolorose in cui lo sono diventata…
Non ho avuto il coraggio di affrontare la verità con l’unico uomo che abbia mai amato…Non ho avuto il coraggio di ribellarmi al ricatto di un vile…
Sono vile anch’io,e forse non merito nulla…
Invece ora so:è a te che andrà tutto l’amore che ho dentro di me…che non sono riuscita a esprimere…a te mio piccolo fiore di campo…


Meg,inginocchiata per terra leggeva incredula:sentì una tenerezza indicibile pungerle il cuore;le lacrime della gelosia,la rabbia di prima sembravano cancellate…
-Oh mamma….-
Poi cercò ancora se vi fosse qualche altra traccia,ancora una testimonianza di quell’amore che le era mancato e le mancava da tanto tempo…
E trovò la lettera.
Quella che Magdalene non aveva mai spedito…

Guido,amore mio…
Perdonami:qualcosa di terribile è accaduto,qualcosa che forse non potrai perdonarmi mai…
Eri appena riuscito a metterti in salvo,quando quell’uomo orribile individuò il vostro nascondiglio.
Me lo trovai di fronte,proprio là dove qualche volta ci eravamo incontrati,là dove ci eravamo amati.
Lo affrontai;lui minacciò di sventrare il teatro,di rivoltarlo tutto…E tu sai cosa avrebbe potuto accadere.
Lo supplicai,mi dissi disposta a qualunque cosa…
Oh..non sai cosa mi chiese!
Non sai,non puoi sapere come avvenne…
Poi se ne andò,ghignando.Godeva all’idea di quello che ti aveva fatto.
Raccolsi quello che rimaneva di me e della mia dignità;presi le mie cose,andai via …
Voglia di vivere non ne avevo più.
Cominciai ad avvertire i primi sintomi qualche settimana dopo.Presto ebbi la conferma:ero incinta…
Sarebbe potuta essere la notizia più bella della mia vita,Guido.
Ma…Non avevo la certezza che quel figlio era dell’uomo che amavo,e non del suo peggior nemico.
Tuttavia lo accettai.
E nacque Meg.La mia bambina…la mia gioia…
Per lei ho ricominciato piano piano a vivere.Per lei sono tornata all’Opera.Ho cercato di dimenticare ogni cosa,ho smesso di aspettare il tuo ritorno…
Ma invece tu sei tornato e mi chiedi di venire via con te…
Verrei di corsa,ma questo segreto terribile mi pesa come la palla al piede dell’ergastolano.No,non c’è fuga per me,né pace…se prima non trovo la forza di dirti la verità.


La lettera si interrompeva così,senza data né firma;il foglietto era stato appallottolato,riaperto;infine dimenticato nella scatola.

Ecco dunque…ecco cosa li aveva separati.Il silenzio,la vergogna…
Ma perché cedere a un bieco ricatto? Perché non ribellarsi!...

Meg si era rialzata da terra,rileggeva quello scritto,e mille pensieri le affastellavano la mente.

Lo ha fatto per Erik!

Era questa la verità.Magdalene aveva salvato Erik da Guermantes!
E lui? Lo sapeva?


-Che cosa significa questo?-
Improvvisamente la voce inconfondibile dell’uomo la strappò dai suoi pensieri.Sussultò,ma poi lo guardò spavalda e contrariata:
-Che vado via…sto facendo i bagagli:vado a Venezia!-
Lui la fulminò con lo sguardo.Ma poi abbassò gli occhi,si placò.
-Hai deciso in fretta…- commentò,con una punta di sarcasmo.
-Avrei dovuto farlo prima!- ribattè lei,ripiegando la lettera in fretta,nella speranza che lui non vi prestasse attenzione.
-Che cosa hai,là?Fa’ vedere!- le domandò invece,perentorio.
- …è qualcosa che apparteneva a mia madre!- disse lei,stringendo il foglio contro il petto.
Erik la fissò risentito.Sembrava non capire quel suo atteggiamento improvvisamente ostile.
Serrò la mascella,fece qualche passo indietro.
In quella una cameriera bussò alla porta.
-Signor Dravic?il conte Guido la attende nel salotto…-
Interdetto Erik di malavoglia si allontanò.
Sull’uscio urtò Christine che attendeva per entrare.

-Meg? Che cos’è questo disordine?-
-Ho deciso di andare via…Faccio le valigie….-
-Via? E dove?
-A Venezia…-
-Ma…aspetta:ci andremo assieme,tra qualche giorno…-
Meg sospirò.
-Christine…noi non andremo più da nessuna parte insieme.Io ho bisogno di vivere la mia vita!-
La soprano tacque,come a cercare le parole giuste da usare.Intanto si era chinata e raccoglieva la scatola che ancora rimaneva aperta per terra.
Quando Meg se ne accorse,in fretta la prevenne;raccolse ogni cosa,cercando di celarle soprattutto la maschera.
-Sai che una mattina lui è stato qui?- le chiese allora Christine.
-Lui…chi?-
-Il signor…Dravic…-
-Qui?..e tu come lo sai?-
-Ero venuta per…per riconciliarmi con te.Meg questa situazione per me è difficilissima:non ho più nessuno…nessuno….e lui…-
-Lui…è il tuo angelo,no?- le rinfacciò con una punta di amara ironia l’amica.
-Una volta lo era….Ma poi ho conosciuto il suo vero volto…Anche se…-
-Anche se?-
-Sai..mi disse quella mattina che per me lui avrebbe potuto cambiare,imparare ad essere diverso…-
-E tu? Cosa gli hai risposto…-
-Che era tardi,ormai…Ma secondo te,Meg,lui potrebbe davvero cambiare?-
-Se lo ha detto…potresti offrirgliene la possibilità…-
Christine chinò il capo,mogia.
-…E Raoul?...poverino,chissà cosa sta passando,ora…Io debbo assolutamente aiutarlo.Debbo anch’io andare a Venezia…e Erik invece me lo vuole impedire!-
Meg stette un attimo a guardarla,come stupita.
-Ma tu…quanto lo conosci veramente,Erik?...- le domandò,fissandola.
Non aspettò la risposta.
Ricominciò a raccogliere le sue cose,senza più badare a lei.
 
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