| Dorrie resistette alla tentazione di commentare la richiesta dei passaporti; non Francois, però.
Si concentrò su di lei con uno sorriso viscido. " Passaporti? Un gioco da ragazzi. Sarà un piacere per me realizzarli per l'adorabile mademoiselle...oh, pardon, l'adorabile madame. E come dovrei farti avere la tua roba?"
" Bene, " rispose Terry. " Ho bisogno che tu me li porti al Metro Club, stasera. Nove in punto, prenota un tavolo e ti troverò. Spero che non sia un problema per te."
Il tono con cui Terry aveva parlato rivelava che non gli importava poi molto se quello fosse stato un problema o meno per l'uomo, ma al tempo stesso che non avrebbe tollerato alcuna discussione. Dorrie osservò Francois attentamente, attendendo la sua reazione. La tensione tra i due era palpabile, quasi fisica, e si ritrovò a chiedersi cosa fosse accaduto in passato tra loro. Perchè mai Terry avrebbe dovuto provare tanto disprezzo ed animosità per qualcuno con cui era in affari? Dorrie prese l'appunto mentale per poi provare a domandare a Terry stesso una volta soli.
" Naturalmente no, " disse morbidamente Francois dopo una breve pausa. " Sempre se riceverò il mio compenso in maniera opportuna."
" Posso far trasferire il denaro non appena fuori da qui. Dove vuoi che te li mandi?"
Francois si alzò e raggiunse un piccolo tavolino da cui estrasse un piccolo biglietto. Lo consegnò a Terry che lo guardò di sfuggita e lo ripose quindi dentro la tasca della propria giacca.
Anche Terry si alzò e si incamminò verso la porta dell'appartamento. Dorrie si mosse per seguirlo, ma Francois le tagliò la strada. Ottenne nuovamente la sua mano e si inchinò su di essa ancora una volta. Il tocco delle sue labbra contro le proprie nocche indugiò un po’ troppo a lungo, ma non abbastanza per darle il tempo di commentare.
" Vi prego, mademoiselle, perdonatemi se vi offeso prima. Vi assicuro, non era mia intenzione," la supplicò, continuando a stringere la sua mano. I suoi grandi occhi marroni imploravano quelli di lei.
Dorrie si rivolse con lo sguardo a Terry, che nuovamente aveva assunto un'espressione indecifrabile mentre aspettava sulla porta. Quindi guardò Francois e annuì. " Naturalmente."
" Bien, " disse Francois, avvicinandosi di qualche passo e premendo la mano di lei contro il proprio petto. Abbassò leggermente il volume della propria voce, ma parlò comunque forte abbastanza da essere udito facilmente pure da Terry. Dorrie ebbe l'impressione che Francois volesse proprio questo mentre continuava : " E, mon cher, se dovessi mai stancarti della compagnia degli Scozzesi, ti prego, non esitare a chiamarmi."
Baciò velocemente il palmo della mano della donna e vi premette un bigliettino da visita. Dorrie gli diede una rapida occhiata e vide il suo nome, Francois Moreau, e un numero di telefono. Si mise di lato e si inchinò con grazia, permettendole di seguire Terry fuori dalla porta dell'appartamento.
Gli camminò a fianco persa nei suoi pensieri, tentando di dare un senso a ciò che era appena accaduto. Non riusciva a spiegarsi come mai il francese che aveva conosciuto solo pochi momenti prima e che lei aveva in pratica insultato, avrebbe dovuto proporsi a lei in maniera così sfacciata. Sospettò fortemente che la risposta alle proprie domande si trovasse nell'uomo alto che le camminava di fianco.
Appena raggiunsero gli ascensori, guardò nuovamente il biglietto da visita, e fu sorpresa quando una mano grande ed elegante lo afferrò. " Ehi!" esclamò, alzando gli occhi verso di lui.
" Fidati, tu non vuoi avere a che fare con qualcuno come lui," affermò lui mentre stropicciava il biglietto e lo riponeva nella sua tasca.
" E chi sei tu per decidere per me ?"
" Sono quello che lo conosce." Terry entrò nell'ascensore che arrivò e tenne la mano sulla porta, per permetterle di seguirlo.
" Guarda, noi due dobbiamo parlare di tutta questa situazione," disse Dorrie, frustrata, seguendolo nell'ascensore. " Non so perchè tu abbia accettato quel prezzo. Ventimila sterline!Io non ho tutti quei soldi! E non so che accidenti ci sia tra voi due, ma devo dirtelo, è seccante. Si comportava come se io fossi stata un premio per cui eravate entrambi in competizione. Non mi trovo per nulla a mio agio in questo tipo di situazioni. Io sono la classica secchiona, il topo da biblioteca, se preferisci. Non esco esattamente con un sacco di uomini o non li faccio avvicinare a quel modo. E penso che probabilmente è a causa tua e non mia se Francois si è comportato a quel modo, e questo lo reputo oltremodo offensivo. Io sono una donna indipendente ed intelligente. E tutto questo mi confonde e mi irrita, e quando sono confusa o irritata o nervosa, tendo a ammutolire completamente o a vaneggiare...come sto facendo adesso!"
Si fermò improvvisamente realizzando che si era messa a camminare per l'ascensore come un leone in gabbia. Fissò Terry che si era appoggiato contro il muro posteriore dell'ascensore per darle spazio per muoversi. Lui le regalò un sorriso attraente, che fece accelerare il battito del suo cuore e le procurò una sensazione di subbuglio allo stomaco. Lo fissò ancora, determinata a trattenere i nervi fino a che non avesse ottenuto delle risposte.
Lo affrontò, con le proprie mani sui fianchi. " Mi faresti il favore di dirmi cosa sta succedendo? e smettila di sorridere così!"
La campanella dell'ascensore annunciò che erano giunti nell'atrio. Subito, Dorrie si avviò verso la porta con le braccia larghe da lato a lato, bloccando l'uscita a Terry. Lo squadrò, impaziente ed in attesa.
Lui si avvicinò alla donna, costringendola ad alzare il capo per guardarlo negli occhi. La vicinanza dell’uomo devastò i suoi sensi ma, determinata a rimanere forte, mantenne la sua aria minacciosa. L'ascensore iniziò a rumoreggiare, manifestando il fastidio di essere trattenuto e Dorrie percepì le porte chiudersi contro le sue mani, ma lei le spinse indietro, aspettando che Terry rispondesse.
Dopo quello che parve un momento lunghissimo, Terry parlò: " Hai ragione. Avrei dovuto parlarti del piano prima." Diede un'occhiata al suo orologio. " Guarda, sono le tre e non mangio nulla dalla scorsa notte. Andiamo a prenderci qualcosa e ti prometto, ti spiegherò tutto. Va bene?"
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