Pandora's Legacy, by Brigand13

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jiujiu
view post Posted on 23/6/2008, 15:57




Dorrie resistette alla tentazione di commentare la richiesta dei passaporti; non Francois, però.

Si concentrò su di lei con uno sorriso viscido.
" Passaporti? Un gioco da ragazzi. Sarà un piacere per me realizzarli per l'adorabile mademoiselle...oh, pardon, l'adorabile madame. E come dovrei farti avere la tua roba?"

" Bene, " rispose Terry. " Ho bisogno che tu me li porti al Metro Club, stasera. Nove in punto, prenota un tavolo e ti troverò. Spero che non sia un problema per te."

Il tono con cui Terry aveva parlato rivelava che non gli importava poi molto se quello fosse stato un problema o meno per l'uomo, ma al tempo stesso che non avrebbe tollerato alcuna discussione. Dorrie osservò Francois attentamente, attendendo la sua reazione. La tensione tra i due era palpabile, quasi fisica, e si ritrovò a chiedersi cosa fosse accaduto in passato tra loro. Perchè mai Terry avrebbe dovuto provare tanto disprezzo ed animosità per qualcuno con cui era in affari? Dorrie prese l'appunto mentale per poi provare a domandare a Terry stesso una volta soli.

" Naturalmente no, " disse morbidamente Francois dopo una breve pausa. " Sempre se riceverò il mio compenso in maniera opportuna."

" Posso far trasferire il denaro non appena fuori da qui. Dove vuoi che te li mandi?"

Francois si alzò e raggiunse un piccolo tavolino da cui estrasse un piccolo biglietto. Lo consegnò a Terry che lo guardò di sfuggita e lo ripose quindi dentro la tasca della propria giacca.

Anche Terry si alzò e si incamminò verso la porta dell'appartamento. Dorrie si mosse per seguirlo, ma Francois le tagliò la strada. Ottenne nuovamente la sua mano e si inchinò su di essa ancora una volta. Il tocco delle sue labbra contro le proprie nocche indugiò un po’ troppo a lungo, ma non abbastanza per darle il tempo di commentare.

" Vi prego, mademoiselle, perdonatemi se vi offeso prima. Vi assicuro, non era mia intenzione," la supplicò, continuando a stringere la sua mano. I suoi grandi occhi marroni imploravano quelli di lei.

Dorrie si rivolse con lo sguardo a Terry, che nuovamente aveva assunto un'espressione indecifrabile mentre aspettava sulla porta. Quindi guardò Francois e annuì. " Naturalmente."

" Bien, " disse Francois, avvicinandosi di qualche passo e premendo la mano di lei contro il proprio petto. Abbassò leggermente il volume della propria voce, ma parlò comunque forte abbastanza da essere udito facilmente pure da Terry. Dorrie ebbe l'impressione che Francois volesse proprio questo mentre continuava : " E, mon cher, se dovessi mai stancarti della compagnia degli Scozzesi, ti prego, non esitare a chiamarmi."

Baciò velocemente il palmo della mano della donna e vi premette un bigliettino da visita. Dorrie gli diede una rapida occhiata e vide il suo nome, Francois Moreau, e un numero di telefono. Si mise di lato e si inchinò con grazia, permettendole di seguire Terry fuori dalla porta dell'appartamento.

Gli camminò a fianco persa nei suoi pensieri, tentando di dare un senso a ciò che era appena accaduto. Non riusciva a spiegarsi come mai il francese che aveva conosciuto solo pochi momenti prima e che lei aveva in pratica insultato, avrebbe dovuto proporsi a lei in maniera così sfacciata. Sospettò fortemente che la risposta alle proprie domande si trovasse nell'uomo alto che le camminava di fianco.

Appena raggiunsero gli ascensori, guardò nuovamente il biglietto da visita, e fu sorpresa quando una mano grande ed elegante lo afferrò. " Ehi!" esclamò, alzando gli occhi verso di lui.

" Fidati, tu non vuoi avere a che fare con qualcuno come lui," affermò lui mentre stropicciava il biglietto e lo riponeva nella sua tasca.

" E chi sei tu per decidere per me ?"

" Sono quello che lo conosce." Terry entrò nell'ascensore che arrivò e tenne la mano sulla porta, per permetterle di seguirlo.

" Guarda, noi due dobbiamo parlare di tutta questa situazione," disse Dorrie, frustrata, seguendolo nell'ascensore. " Non so perchè tu abbia accettato quel prezzo. Ventimila sterline!Io non ho tutti quei soldi! E non so che accidenti ci sia tra voi due, ma devo dirtelo, è seccante. Si comportava come se io fossi stata un premio per cui eravate entrambi in competizione. Non mi trovo per nulla a mio agio in questo tipo di situazioni. Io sono la classica secchiona, il topo da biblioteca, se preferisci. Non esco esattamente con un sacco di uomini o non li faccio avvicinare a quel modo. E penso che probabilmente è a causa tua e non mia se Francois si è comportato a quel modo, e questo lo reputo oltremodo offensivo. Io sono una donna indipendente ed intelligente. E tutto questo mi confonde e mi irrita, e quando sono confusa o irritata o nervosa, tendo a ammutolire completamente o a vaneggiare...come sto facendo adesso!"

Si fermò improvvisamente realizzando che si era messa a camminare per l'ascensore come un leone in gabbia. Fissò Terry che si era appoggiato contro il muro posteriore dell'ascensore per darle spazio per muoversi. Lui le regalò un sorriso attraente, che fece accelerare il battito del suo cuore e le procurò una sensazione di subbuglio allo stomaco. Lo fissò ancora, determinata a trattenere i nervi fino a che non avesse ottenuto delle risposte.

Lo affrontò, con le proprie mani sui fianchi. " Mi faresti il favore di dirmi cosa sta succedendo? e smettila di sorridere così!"

La campanella dell'ascensore annunciò che erano giunti nell'atrio. Subito, Dorrie si avviò verso la porta con le braccia larghe da lato a lato, bloccando l'uscita a Terry. Lo squadrò, impaziente ed in attesa.

Lui si avvicinò alla donna, costringendola ad alzare il capo per guardarlo negli occhi. La vicinanza dell’uomo devastò i suoi sensi ma, determinata a rimanere forte, mantenne la sua aria minacciosa. L'ascensore iniziò a rumoreggiare, manifestando il fastidio di essere trattenuto e Dorrie percepì le porte chiudersi contro le sue mani, ma lei le spinse indietro, aspettando che Terry rispondesse.

Dopo quello che parve un momento lunghissimo, Terry parlò: " Hai ragione. Avrei dovuto parlarti del piano prima." Diede un'occhiata al suo orologio. " Guarda, sono le tre e non mangio nulla dalla scorsa notte. Andiamo a prenderci qualcosa e ti prometto, ti spiegherò tutto. Va bene?"
 
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view post Posted on 23/6/2008, 16:09
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He's a lion that I am proud to hunt

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....a me piace questa ff...mi scombussola i sensi come a Dorrie...!!!
 
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spands72
view post Posted on 23/6/2008, 16:14




scombussolata???!! io sono sottosopra!
 
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jiujiu
view post Posted on 8/7/2008, 21:11




Capitolo 10

" Dorrie, per favore, la pianti di rompere? quel che è fatto è fatto," disse Terry con un sospiro di frustrazione. Stavano litigando ormai da quindici minuti sulla decisione di Terry di pagare Francois con il denaro di uno dei suoi conti privati e l’uomo era stufo della discussione.

Lanciò un'occhiata attorno a sè nel piccolo ristorante in riva al mare dove stavano mangiando. Era per lo più vuoto, ma ricevette un paio di sorrisi comprensivi da clienti che presumevano che i due avessero un litigio amoroso.

Chissà che tipo di espressione avrebbero se sapessero la verità? si domandò mentre ritornava col lo sguardo sulla donna seduta di fronte a lui.

" Bene, ma io dico ancora che avresti dovuto consultarmi invece di ignorarmi e ordinare da te il trasferimento del denaro. E io ti restituirò tutto. Non ho chiesto i soldi. Questa è la mia missione," Dorrie disse con vigore, sporgendosi in avanti sul tavolo.

" Non eri tu quella che diceva che è stato il destino a farci incontrare? Forse è destino che io ti aiuti pagando per permetterci di portare lo Scrigno via di qui"

"Io intendevo che era destino che io trovassi qualcuno che conoscesse i pro e i contro del viaggiare con qualcuno alle calcagna. Era della tua conoscenza che io parlavo, non del tuo denaro, " ribatté lei. " E poi, hai detto di non credere al destino."

" Touchè," Terry ammise annuendo. Le sorrise, ammirando la sua determinata indipendenza e il desiderio di fare le cose a modo suo. Era una qualità che lui stesso possedeva in grande quantità. Però, in questo caso sapeva di aver ragione; non c'era modo di portare lo Scrigno fuori dall'Africa senza spendere un po’ di contanti. " Ma cosa ti aspettavi che facessi per aiutarti? L'hai detto tu che non hai una somma del genere. Viaggiare in incognito non è esattamente tanto economico come comprare un biglietto dalla prima compagnia aerea che capita, sai? Ora possiamo mettere da parte la discussione per un po’? Abbiamo della faccende da sistemare."

Dorrie si ritrasse e si sedette tranquilla per un momento. Terry poteva leggerle in volto che stava riflettendo, ponderando le sue considerazioni alla ricerca di qualche buca scoperta. Quindi annuì. " Hai ragione. Ma questa discussione non è finita, solo rimandata."

Terry sbuffò divertito. " Me lo aspettavo."

Dorrie corrugò la fronte, gli occhi ridotti a due fessure, e Terry pensò che era sul punto di replicare, invece chiese semplicemente, " Ok, e riguardo al resto del piano? Hai detto a Francois di incontrarci in un qualche club, mi pare. Di che si tratta?"

" Dai, andiamo a fare una passeggiata, " disse Terry, fissando gli altri clienti nel ristorante. Avevano attirato abbastanza l' attenzione con la loro discussione precedente, che adesso il soldato voleva solo allontanarsi da ulteriori sguardi curiosi. Dorrie seguì il suo sguardo e accordò il suo assenso senza discutere, colpendo ancora una volta Terry per la sua perspicacia.

Il soldato si alzò, lanciando sul tavolo dei soldi sufficienti a coprire il costo del pasto. Quindi la condusse fuori dal ristorante e lungo la via di fianco la spiaggia. Era uno dei suoi posti preferiti laggiù a Mombasa, ma prestò poca attenzione al panorama o ai turisti che chiazzavano la sabbia bianca prendendo il sole.

Mentre camminavano, Terry spiegò il suo piano per portare lo scrigno fuori dai confini africani e trasportarlo quindi attraverso l'Europa. Il Metro Club era uno dei posti favoriti di un suo vecchio commilitone che possedeva un aereo e avrebbe potuto fare in modo di condurli da Mombasa fino al Cairo, dove conosceva qualcuno che poteva portarli in Europa. Da lì, avrebbero potuto prendere il treno fino in Gran Bretagna e quindi ottenere un passaggio sicuro a bordo di una nave che avrebbe dovuto portarli a Terranova o qualche altra parte del Canada.

"… E da lì, dovremo essere in grado di trovare una guida o quello che è che ci porti in Groenlandia," concluse.

Terry si volse verso Dorrie per analizzare la sua reazione al proprio piano solo per scoprire che si era fermata a diversi passi da dove era lui in quel momento. Lo fissava con una strana espressione in volto. Terry le andò incontro." Tutto bene?"

" Io...uhm...si, è davvero un buon piano, " disse Dorrie infine, con sorpresa evidente nella propria voce.

" Non c'è di che sorprendersi. Pensavo avessimo superato la fase del ' non sei altro che un buzzurro senza cervello incapace di scavare una fossa senza il manuale delle istruzioni e la pala' ecc ecc , " la stuzzicò.

" No, non è quello che intendevo. Tu sei uno degli uomini più intelligenti che io abbia mai conosciuto, " disse, sollevando lo sguardo su di lui.

Terry avvertì una inspiegabile sensazione di piacere al complimento. La classificò poco dopo come semplice soddisfazione che lei sembrava trasmettergli, indicando che il suo piano di conquistarla per portarle via lo scrigno stava procedendo bene. Tuttavia gli occhi di lei, solitamente chiari e brillanti, erano preoccupati, risvegliando quindi i timori, che lui attribuiva anche ai suoi ultimi piani per lo scrigno.

" Beh, cosa c'è che non va?"

" Niente, proprio niente. Come ho detto, è davvero un buon piano, " disse con un mezzo sorriso che non raggiunse i suoi occhi. " Iniziamo. Hai intenzione di tornare in albergo prima di dirigerci al club?"

" Si, ma abbiamo una fermata da fare prima di ritornare," rispose lui.

" Dove?" chiese lei sospettosa.

" Beh, non so come vadano le cose a Seattle, ma da dove vengo io, quello non è decisamente un abbigliamento adatto per un night club."

Dorrie abbassò lo sguardo ai propri abiti e poi ritornò su di lui. Strinse gli occhi e incrociò le braccia davanti al petto in maniera teneramente impacciata.

" Perchè sono improvvisamente terrorizzata dai tuoi piani?" domandò sarcasticamente.

Terry riuscì a reprimere un ghigno alla sua espressione, ma non poté sopprimere il sorriso da lupo che gli si stampò sulle labbra.

" Forza, donna! Conosco giusto il posto dove potremo rimediare gli abiti per la serata."

***
 
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view post Posted on 8/7/2008, 21:58
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ancoraaaa!!! arf arf arf!!!
 
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spands72
view post Posted on 9/7/2008, 13:13




ehhh.. quanto mi piacerebbe andare a far spese con un fusto come Terry!
 
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view post Posted on 23/8/2008, 18:35
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Cara Jiu,ti ricordi di me? sono quella che chiami Somma e lasci mesi in attesa di un aggiornamento...firulì....
 
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spands72
view post Posted on 25/8/2008, 09:03




Jiu!! mi aggrego .....
 
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manuphantom
view post Posted on 26/8/2008, 16:24




grandeee jiuuu continuaaa prestooooo.
 
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jiujiu
view post Posted on 27/8/2008, 20:53




posterò presto, perdonatemi! :sniff: Il lavoro e lo studio mi hanno trascinato via! chiedo venia! :( :occhilucidi:

Edited by jiujiu - 27/8/2008, 22:25
 
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jiujiu
view post Posted on 14/9/2008, 15:09




***

Guidando attraverso Mombasa, Dorrie rimase colpita da come la città fosse adorabile di sera. Sedeva nel sedile anteriore della Range Rover, la sua mano posata sullo scrigno. Era diventata una sorta di abitudine, e come una bambina con la propria coperta, si sentì confortata dal suo placido tepore.

Indossava un abito che aveva acquistato quel pomeriggio. Alla faccia della commessa e delle sue proteste, Dorrie scelse una gonna corta ma semplice e una maglia con lo scollo a V, che accentuava le sue curve. Aveva completato il tutto con un paio di sandali coi lacci che aumentavano la sua altezza di dieci centimetri buoni.

A Dorrie piaceva il modo in cui appariva e sapeva che quel completo, sebbene semplice, le donava. Rabbrividì al pensiero del pezzo di stoffa color argento che la commessa aveva tentato di rifilarle dopo che Terry aveva comunicato che la loro meta era il Metro Club.
Era fuggito velocemente verso il reparto uomini del grande negozio, lasciando Dorrie alla mercè della giovane commessa entusiasta che farneticò sulle meraviglie del suddetto club.

Pensare a Terry le procurò un curioso rimestolio allo stomaco.
Lo scrutava di nascosto, senza voltare la testa. Era semplicemente devastante. Era vestito completamente di nero: pantaloni neri che gli calzavano alla perfezione, un pullover aderente dello stesso colore che copriva i contorni del suo torace come una seconda pelle e una giacca di pelle nera elegante ma casual.

Il conflitto con i propri sentimenti, contrastanti nei confronti dell'uomo al suo fianco, stava diventando molto più difficile.
Dorrie aveva assistito alle sue azioni nella caverna,azioni che avevano spinto Lara Croft a sparargli. Sapeva che voleva lo scrigno. Ecco ciò che l'aveva scioccata prima, quando non poté trovare alcun difetto nel piano che aveva delineato per trasportare lo scrigno in Groenlandia. Sembrava sinceramente volerla aiutare. Nonostante ciò, non poteva negare l'attrazione che Terry esercitava su di lei e questo la rendeva riluttante a fidarsi di lui o del proprio giudizio qualora lui lo dubitasse.

Prima, quando era entrato nella sua stanza - ancora una volta senza bussare - Dorrie era stata sopraffatta dal bisogno di avvolgere le sue braccia attorno a lui , di lasciarsi intossicare dal profumo maschio e di pelle che lei sapeva lui avrebbe avuto. Dorrie era riuscita a sopprimere l'istinto e a celare la sua reazione con una battuta sarcastica.
Ora, la sua presenza sembrava riempire la Jeep mettendola fuori gioco in maniera pericolosa, e la confortante consistenza dello scrigno la sollevava.

Avvicinandosi all’ingresso del Club, Terry si unì alla fila di veicoli in attesa del guardarobiere. Dorrie poté vedere una grande insegna al neon sulla porta, riportante la scritta “ Mombasa Metro Club”.
Scorse sulla porta un paio di grossi individui la cui pelle d’ebano era in netto contrasto con le eleganti divise bianche che indossavano.
I due giganti stavano smistando una folla di persone che attendevano di poter entrare nel club o che forse stavano semplicemente lì ad ammirare con stupore le persone ben vestite che uscivano dalla fila di lussuose automobili.
Di tanto in tanto un’onda sembrava incresparsi tra la folla mentre qualcuno, immaginò Dorrie, si faceva avanti e raggiungeva l’entrata.

Dorrie lanciò uno sguardo alle donne che entravano nel locale, molte delle quali erano tutte fronzoli, fronzoli che la ragazza del negozio aveva tentato di rifilarle. Guardò i propri abiti e alla fine iniziò a dubitare della sua scelta, malgrado le piacesse comunque molto.

" Penso di non essere vestita in maniera adeguata", disse quieta.

Terry le lanciò un'occhiata, quindi rivolse la propria attenzione alla guida della Range Rover, dirigendola verso lo stand del guardarobiere. " Stai bene."

" Stai scherzando?" domandò incredula, " ma lo vedi cosa indossano quelle donne là fuori?"

" Mi piace quello che hai tu. E' elegante ma allo stesso tempo sexy da morire," disse , soffermandosi su di lei con uno sguardo che le fece ribollire il sangue.

Dorrie era affascinata dall'intensità del suo sguardo mentre i suoi occhi indugiarono su quelli di lei. Il suo respiro fermo in gola. Non poté distogliere lo sguardo e dovette ammettere di non volere. Alla fine, dopo un momento che parve eterno ma che non doveva essere durato più di qualche secondo, la macchina davanti alla loro si mosse, costringendo Terry a concentrarsi nuovamente sulla guida.

" E comunque non siamo qui per divertirci" disse con voce roca.

Dal suo tono, Dorrie non capì se Terry volesse ammonire lei o sé stesso. Nonostante ciò, scacciò via ogni insicurezza. Sei Pandora. Pandora non è intimidita da gente comune con scarso abbigliamento, si rimproverò. Quando raggiunsero il guardaroba, lei scese dall'auto con un portamento degno di una imperatrice.
 
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view post Posted on 14/9/2008, 15:42
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CITAZIONE
Lo scrutava di nascosto, senza voltare la testa. Era semplicemente devastante. Era vestito completamente di nero: pantaloni neri che gli calzavano alla perfezione, un pullover aderente dello stesso colore che copriva i contorni del suo torace come una seconda pelle e una giacca di pelle nera elegante ma casual.

sono descrizioni come questa che...fanno desiderare di leggere e leggere e leggere....ancora questa ff!!!
 
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jiujiu
view post Posted on 15/9/2008, 12:16




Capitolo 11

Terry passò dietro il veicolo giusto in tempo per vedere Dorrie scendere. Era come se il semplice atto di uscire dalla vettura l'avesse trasformata. Era attraente anche quando era agitata, ma la nobile sicurezza della donna di fronte a lui adesso era semplicemente maestosa.

Si fermò per sistemarsi sulla spalla la borsa di pelle nera con cui aveva sostituito la sacca logorata dal tempo che aveva precedentemente custodito lo scrigno. Perfettamente in equilibrio su quelli che sembravano tacchi incredibilmente alti e sottili, compì qualche passo e quindi si volse con un sorriso enigmatico che risvegliò in lui un fiume di desiderio.

Pandora...Dea…Le parole tuonarono nella sua testa mentre la fissava.

Poche passi agili lo condussero al suo fianco, dove lui le offrì il suo braccio con un sorriso smagliante e ardito. Il sorriso di Dorrie si fece più ampio e cinse con la mano il suo gomito. La pressione delle sue dita, anche attraverso la propria giacca, era una deliziosa tortura.
Dovette resistere all'impulso di trascinarla dietro, alla Range Rover, e portarla da qualche altra parte, in privato, dove avrebbero potuto sondare meglio l'attrazione che ribolliva tra di loro sin dal momento in cui si erano incontrati.

La osservò. Le sue labbra color corallo erano umide e leggermente dischiuse. I suoi occhi erano scuri, dilatati da un desiderio che lui sapeva riflettere il proprio. La tentazione di lasciar perdere semplicemente gli affari che dovevano portare a termine era più forte che mai.

La cinghia della borsa di Dorrie scivolò dalla sua spalla e lei distolse lo sguardo da lui per rimetterla a posto. Terry maledì mentalmente lo scrigno, di un tempismo immancabilmente perfetto, ma l'incantesimo era rotto.
Insieme si avviarono lungo l'affollato blue carpet che conduceva all'ingresso del club.

I buttafuori alla porta annuirono a Terry mentre lui e Dorrie passavano, ma non richiesero loro di identificarsi. Prima, Terry aveva utilizzato il cellulare che Neema aveva acquistato per lui per contattare il suo vecchio amico Martin Lancer, che possedeva il locale. Una sgangherata Range Rover come quella non avrebbe normalmente avuto accesso né avrebbe potuto sostare nello stand privato. Terry sapeva che Martin aveva sicuramente parlato allo staff, avvertendoli di non infastidire lui e Dorrie quella sera.

La porta esterna introduceva i gruppi di ospiti che giungevano in una delle tante stanze insonorizzate attraverso le quali potevano vedere il club ma che impedivano al rumore della festa di riversarsi fuori.
Quest' unico ingresso era situato al secondo piano, su una sorta di grande impalcatura che sovrastava il piano inferiore dove erano situati il bar e la pista da ballo principale. L'edificio si erigeva su altri quattro piani con un impianto di piattaforme e balconi che offrivano altro spazio per ballare e al tempo stesso aree separate per conversazioni più intime.

Al centro dell'atrio, una piattaforma sapientemente sospesa e retta da spesse catene ospitava il DJ che suonava la sua musica con un sintetizzatore audio.
Terry, avendo visto i progetti del club quando Martin l'aveva ancora in cantiere, ricordava che la piattaforma era sollevata e abbassata usando delle leve ai piani superiori, che erano controllate dalla piattaforma stessa.

" Wow", disse Dorrie in un soffio, lasciando il suo braccio.

Terry lanciò uno sguardo alla sua compagna. I suoi occhi erano larghi di stupore mentre si perdeva nella grandezza del club. La sua reazione era tutt' altro che originale.
Martin aveva specificamente progettato le " camere sospese " per dare agli ospiti l'opportunità di spalancare la bocca per la meraviglia prima di essere trascinati via dalla confusione del locale.

Terry sogghignò. " Aye, il bravo vecchio Martin. Gli è sempre piaciuto dare spettacolo"

" Chi è Martin?"

" Il proprietario", rispose Terry. " Un vecchio compagno, dai Marines". Non aveva specificato che Martin era anche uno delle pochissime persone, del suo periodo nell'esercito, con cui era ancora in rapporti civili.

Dorrie lo squadrò enigmatica. " Che ci fa un Marine britannico a dirigere un club in Kenya?"

"I suoi genitori sono Kenyani," rispose con un sorrisetto." Ha aperto il club dopo aver lasciato la Marina".

Dorrie annuì ma lui poteva leggere nella sua espressione pensierosa che la donna aveva ancora delle domande. Prima che potesse farle, l'uomo aggiunse: "Ed è anche il proprietario dell'aereo che ci può portare da qui al Cairo."

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spands72
view post Posted on 15/9/2008, 13:54




WOW.... 2 CAPITOLI! grazie!! grazie mille! Terry mi agita, e sono curiossissima sull'evolversi della situazione!

grazie!
 
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jiujiu
view post Posted on 8/10/2008, 19:42




Non aveva aggiunto che l'aereo veniva utilizzato da Martin per alcune operazioni di trasporto illecite lungo tutta la costa orientale dell'Africa. Comunque, perspicace come sempre, Dorrie gli lanciò un sorriso consapevole che gli comunicò che alla fine aveva dedotto almeno in parte ciò che non le aveva detto.

Terry rispose al suo sorriso, ma dentro sè era preoccupato per come lei riuscisse così facilmente a seguire il filo dei suoi pensieri. Da una parte, la sua capacità la rendeva una partner eccellente; non aveva bisogno di spiegarle nulla più di una volta e spesso lei deduceva la via senza che lui dovesse disegnarle la mappa. Ma, d'altra parte, la sua accortezza gli avrebbe reso sempre più complicato trarla in inganno quando fosse giunto il momento di prendere lo scrigno.

" Allora perchè non andiamo semplicemente all'aeroporto?" chiese lei, intrufolandosi nei suoi pensieri con un altro, diretto al nodo cruciale della questione. " Perchè non l'hai chiamato e chiesto di organizzare il volo per noi e basta?"

" Aye. Diretta al punto eh, donna! Vedi, io so che Martin PUO' farlo. Il problema è convincerlo a farlo"

Dorrie sollevò le sopracciglia con fare interrogativo.

" E' qui che entri in gioco tu," disse, e sorrise mentre gli occhi di lei si riducevano a due fessure, sospettosa. " Martin ha sempre avuto un debole per le belle damigelle in difficoltà. Questo l'ha portato difatti ad avere qualche problema quando eravamo insieme nei Marines. Fidati; gli aristocratici non amano le guardie che hanno più a cuore la sicurezza della loro segretaria piuttosto che quella del "milord" stesso"

La donna sembrò riflettere sull'ultima constatazione per un istante. " Va bene, " disse piano. Quindi si raddrizzò in tutta la sua altezza e stirò le spalle.

Terry non lo avrebbe ritenuto possibile, ma l'aura sensuale e sicura che Dorrie emanava da quando erano scesi dall'auto era addirittura aumentata. Dovette stringere i pugni per resistere all'impulso di prenderla tra le sue braccia e mostrarle per bene che cosa gli stava facendo. Invece si controllò, curvò il braccio e glielo offrì.

Appena passarono dalla cambina d'ingresso al club vero e proprio, un'onda sonora li colpì quasi fisicamente. Terry percepì le dita di lei premere sul proprio bracco, ma quando la guardò lei brillava con sfacciata sicurezza.
La musica e la gente si scatenava attorno a loro. Il soldato sovrappose la propria mano a quella di lei e quindi la fece scivolare piano sul braccio, incrociando le proprie dita alle sue. Dorrie gli lanciù uno sguardo interrogativo. Con la scusa del rumore, si piegò verso di lei per parlarle.

" Tieniti forte. Questa folla è brutale e non vorrei proprio perderti, " disse, permettendo alle sue labbra di sfiorare il profilo delicato dell'orecchio attraverso i suoi capelli. La mano di lei si tese nella sua. Quando si ritrasse, vide che gli occhi di lei si erano un poco socchiusi. Dopo qualche secondo, Dorrie battè le palpebre e trasse un profondo respiro, quindi l'espressione sicura ritornò sul suo viso.

Lei strinse la sua mano ed annuì. " Fai strada," gridò, accompagnando il gesto alla parola con la mano libera.

Terry fece strada verso il retro del club, usando la sua stazza per creare un passaggio per Dorrie attraverso la calca.
La condusse attraverso un dato numero di cabine private, ognuna delle quali aveva una divano semicircolare con un tavolino basso situato al centro. Si fermò presso la cabina situata nell'angolo, che si distingueva dalle altre per le sue dimensioni maggiori e la presenza di una porta di vetro all'ingresso.

Sbirciando attraverso il vetro, Terry intravide Martin Lancer che oziava noncurante nel retro della cabina con una puledra bionda alla sua sinistra e una rossa tutta pepe alla sua destra. Una stupenda donna africana, i cui capelli erano intrecciati in dozzine di trecce sottili che le ricadevano in vita, gli sedeva in grembo. Terry sorrise e sollevò la mano per salutare Martin. Martin sorrise a sua volta e li invitò con un cenno ad entrare.

Subito dopo essere entrati, Terry chiuse la porta alle proprie spalle, ed il fracasso proveniente dalla parte principale del club parve diminuire. Si poteva ancora udire la musica ma , chiusi laggiù, era ad un volume che contribuiva a favorire in ogni caso la conversazione.
Martin sussurrò qualcosa alla donna seduta sul suo grembo. Lei gli sorrise e scivolò sul divano, permettendogli di alzarsi.

" Terry, ragazzo mio," gli diede il benvenuto col suo perfetto accento Britannico. " Devo dirlo, è bello vederti. Ci sono alcune voci insopportabili che circolano e che ti danno per morto".

Terry sogghignò. " Chi era quello che diceva ' le notizie sulla mia morte sono un' esagerazione' ?"

" Mark Twain," rispose immediatamente Dorrie.

Terry abbassò lo sguardo su di lei. I suoi occhi vagavano per la cabina, analizzandone ogni dettaglio e l'uomo sospettò che la sua risposta fosse frutto di un riflesso condizionato. Lo sguardo di lei raggiunse Terry, che le sorrise in maniera obliqua.

" Era una domanda retorica, vero?" domandò lei, i suoi occhi brillavano divertiti.

Lui le strizzò l'occhio, e scivolò con la mano lungo la sua schiena minuta. " Martin Lancer, ho il piacere di presentarti Dorien Pantel," disse, rivolgendosi nuovamente all'uomo di colore che li osservava con espressione curiosa.

Martin agganciò con entrambe le mani quella che lei gli aveva allungato. " E' un piacere, Ms.Pantel. Devo suppore che voi siate la " damigella in difficoltà" di cui Terry mi parlava?"

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