| Piccolo aggiornamento prima della partenza:
Mi risvegliai una prima volta quando era ancora buio:avevo fatto quel sogno…quel sogno orribile che da allora ritornò a spaventarmi,periodicamente…Correvo incontro a qualcuno,nell’erba alta di una prateria;era un giorno di sole,splendido. Correvo sapendo che l’avrei presto abbracciato:era lì,a due passi da me,avevo spalancato le mie braccia…quando un suono orribile come uno sparo mi svegliò,con una sensazione di sgomento indicibile. Tullus era accanto a me,però. Mi cingeva la spalla col suo braccio poderoso:ci eravamo addormentati sul pavimento,la testa appoggiata a un cuscino di uno dei vecchi sofà consumati che erano stati addossati alle pareti per fare spazio ai tavoli.La sua giacca ci faceva da coperta.Si accorse della mia agitazione e mi strinse più forte.Pochi minuti dopo,forse pensando che mi fossi già riaddormentata, sentii che mi sfiorava i capelli con un bacio leggero.Mi strinsi di più a lui,gli accarezzai il torace,giocherellando con la deliziosa peluria sulla sua pelle.E a poco a poco ricominciammo ad amarci,questa volta con dolce,progressivo trasporto… La seconda volta,lui non era più con me.Mi ritrovai ancora seminuda sotto la sua giacca ,risvegliata da voci indistinte che provenivano da qualche locale adiacente al salone…Riuscii a distinguere solo qualche parola:Roma,i Romans,la guerra…finita…attacco contrattacco… Non ero abbastanza lucida per prestare attenzione fino in fondo a quei discorsi. Cominciai a rivestirmi piano,provai a sistemarmi i capelli davanti a uno dei grandi specchi del salone:era opacizzato dal fumo e dagli urti e solo in alcuni tratti riusciva ancora a riflettere.Vidi avanzare due sagome sulla soglia,una ormai familiare;Tullus diede un’occhiata all’interno,mi individuò e prima che l’altro potesse riconoscermi lo licenziò brevemente. Quindi entrò,chinandosi a raccogliere la giacca da terra: -Sei qui?...- mi domandò,retoricamente. Il suo tono era tornato secco,autoritario. -Sto andando via …- Gli risposi,cercando di cancellare il risentimento dalla voce. Mi si parò davanti: -Hai una casa,qui ad Albalonga? O vivi con qualcuno?- Avevo la mia casa,una piccola casa verso il fiume. Lui annuì.Diede una lunga boccata al sigaro,poi soggiunse. -Non chiudere a chiave la porta,stasera…- Mi aveva preso la mano con la destra e mi accarezzava impercettibilmente. Accennai un sorriso: -Non lo farò…- Capii che era suo e mio interesse che nessuno fosse al corrente di quanto era successo tra noi:scivolai via dal palazzo con la massima discrezione possibile e rientrata in casa mi accinsi a vivere la mia solita vita. Quella sera andai a cantare nella taverna di Silius e scorsi diversi soldati dell’esercito assiepati al bancone;ai tavoli riconobbi persino qualche ufficiale dello stato maggiore,accompagnato da qualche bella concittadina…Liuba e Magda sopraggiunsero a tarda notte e si unirono ai Volscians con evidente familiarità… Finalmente venne l’ora di chiudere.Avrei potuto con una scusa sgattaiolare via prima,ma temevo di dare nell’occhio.E poi? A quale scopo? Il generale non si era visto né sentito tutto il giorno:c’è chi diceva fosse rimasto nell’albergo centrale,acquartierato a discutere con i suoi ufficiali…chi invece con un sorriso maligno diceva che aveva protratto la notte accompagnandosi a qualche altra donna compiacente.Qualcuno lo aveva visto al mattino salire su una camionetta e allontanarsi verso il grosso dei carri… Bevvi un’acquavite con Silius e i ragazzi,come tutte le sere,fumando l’unica sigaretta che mi concedevo alla fine della giornata. Scherzammo un po’ tra noi e decidemmo anche di aggiungere qualche canzone nuova al repertorio. Titus si offrì di fare un po’ di strada insieme:ne fui sinceramente felice. Ci fermammo nella piazzetta,vicino al pozzo. -Non ti fa piacere che Volumnius scriva finalmente qualcosa di nuovo? Non potevamo ripetere il vecchio repertorio all’infinito!..- gli stavo dicendo. -Non succederà comunque…- commentò lui. -Bè,certo – ammisi – quando i Volscians ripartiranno,ci sarà molto meno lavoro..- -Già- disse ancora,pensoso. Sembrava aver cambiato umore,ma non ci prestai attenzione. Mi sentivo stranamente agitata,adesso:desideravo congedarmi da lui e tornare a casa. -Bè,a domani sera,allora!- gli dissi allungando il passo. Titus avrebbe svoltato a sinistra,mentre io dovevo proseguire diritto per altri cinquecento metri. -Aspetta:ti accompagno!- -Grazie,ma… non è necessario…- Mi si affiancò comunque. Capii che voleva chiacchierare ancora un po’. -Sono così stanca,Titus:credo che cadrò sul letto e dormirò fino a domani a mezzogiorno…- gli dissi. Lui sembrò allora ingoiare le parole con cui stava per esordire. Mi fece un mezzo sorriso e si limitò a fare la strada con me fino al mio portoncino. -A domani,allora!- -Si… a domani!-
Il portoncino,non chiuso a chiave,cedette alla mia spinta.Lo riaccostai alle mie spalle e,fatti pochi gradini,aprii finalmente la porta di casa. Il soggiorno era buio e vuoto.Accesi la luce nell’anticamera che faceva anche da cucina e ingoiai la delusione posando la borsa sul tavolo e cominciando a liberarmi del soprabito e delle scarpe.Anche l’elastico che mi teneva legati i capelli finì su un angolo del tavolo,con un rumore sgradevole,rabbioso. -Rientri sempre così tardi?- La voce era stata preceduta dall’impercettibile crepitio del sigaro,nel buio che avvolgeva la parte interna del soggiorno:Tullus sedeva là, in una delle poltrone collocate davanti al vecchio camino,spento da mesi. Mi avvicinai,il cuore in tumulto. -Non…non mi ero accorta che fossi qui…- Cercai di sembrare disinvolta,continuando a sistemare le mie cose,ora con più calma e voluta attenzione. Presi un bicchiere d’acqua dalla caraffa,,poi gli chiesi: -Vuoi qualcosa?- Tullus rimaneva nella poltrona,senza muoversi,neppure per guardarmi. Il sigaro si illuminò ancora e,dopo una pausa,lui rispose: -Preparami un tè,con miele e cannella…- Sorrisi,un po’ meravigliata.Ma mi misi all’opera:stranamente avevo tanto il miele che la cannella.E forse lui aveva avuto il tempo di assicurarsene. Mi avvicinai,dopo aver messo l’acqua a bollire. -Da quanto tempo sei qui,Tullus?- Sentirsi chiamare per nome lo fece trasalire,ma piacevolmente. Allungai la mano e gli accarezzai i capelli:il boiler fischiò. Mi allontanai in fretta e preparai il tè come lo aveva chiesto,quindi glielo servii in una tazza fumante: -Prendine un po’ anche tu e siediti accanto a me…- Così feci. Lui bevve una lunga sorsata di tè bollente, e mi invitò a fare lo stesso. Soffiai a lungo,invece e ne inspirai profondamente l’aroma,socchiudendo rapita gli occhi. -Devi essere molto stanca… - -Lo sono- ammisi,poi deglutii finalmente il primo sorso. –E’ buono! È una ricetta della tua terra?- Tullus non rispose,si alzò e andò a posare la tazza nel lavandino. Sembrava essere assolutamente a suo agio tra le strette pareti del mio piccolo alloggio;poi prese la tazza ormai vuota dalle mie mani,afferrò la mia destra e mi fece alzare dalla poltrona. -Vieni…-
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