| Per fugare il dubbio,Barbara...
Quando la porta fu chiusa alle loro spalle,Erik si liberò con un gesto affascinante del mantello e si fermò davanti a lei,a guardarla. -Dove stavi andando?- Meg stava per rispondere,ma lui la tacitò: -No...non importa,non voglio saperlo...- le disse,prendendole la testa tra le mani e carezzandola con lo sguardo. -...Erik...-Meg deglutì.Era stranamente emozionata,incredula. -Ti ho sentito suonare per me,stamattina...- Lui accennò a un sorriso,senza smettere di guardarla,sfiorandole con delicata passione i capelli ancora legati. -Non ti avevo mai vista danzare...-rispose,ammirato. Poi si chinò a cercarle le labbra e le diede un bacio breve,preludio al desiderio che covava sempre più forte dentro di lui. -Forse...non mi avevi mai...guardato...- corresse piano lei. Gli occhi di lui mandarono un bagliore. Ma accettò quel velato rimprovero. E soggiunse: -Recupererò il tempo che ho perso...voglio riempirmi gli occhi di te...Averti vicina,in ogni momento della mia vita!- Lei lo guardò incredula,con l'accenno di un sorriso negli occhi: -Tu...vuoi?- Non la lasciò finire,incalzandola col fiume della sua irruenta passione: -Io voglio.Voglio te,per sempre.-Aveva cominciato a scioglierle i capelli,ora voleva liberarla del soprabito e sentire sotto le mani la sua pelle di seta. Meg stava abbandonandosi ,ma ebbe un brivido,un dubbio.Il solito dubbio che non la lasciava essere felice... E gli domandò: -E'...desiderio?- Lui la guardò dapprima sorpreso,poi con tenera indulgenza;la strinse forte a sé e finalmente le confessò: -Tu lo sai bene che è molto di più,sciocca....e stupido io...ad averlo capito solo ora,che cos'è!- Meg gli si strinse contro,chiuse gli occhi:non credeva a quello che ascoltava. -Fin da quella mattina,sull'Appennino,quando ti feci andare via,da sola..dopo quella notte...Ero così persuaso che nessuno di noi due sapesse cosa faceva…Io avevo rincorso per tutta la vita un sogno e ora…ora mi facevo irretire così,dalla splendida profferta della tua bellezza reale …Mi odiavo,per questo:dovevo capire cosa volevo davvero! E anche tu,dovevi fare chiarezza in te…Così ti ho lasciata andare allora,e ti ho respinta poi così a lungo…- -E ora...?- domandò ancora lei,esitante,staccandosi da lui,cercando il suo sguardo. -Ora è tutto chiaro,ora so che è te che voglio …Voglio i tuoi capelli biondi sparsi sul mio cuscino,voglio coprirti di baci…voglio gridarti tutte le parole d’amore che ho serrato dentro di me da quella notte,...quella notte Meg,che è stata la prima notte d'amore della mia vita,capisci?- La giovane donna tirò il fiato,incredula. -....per questo ero furioso con te,con me stesso…perché sapevo che…se tu eri mia…anch’io ormai ti appartenevo…-... Gli gettò le braccia al collo.Gli si strinse contro,appassionata. -Noi siamo una cosa sola,Meg...- le sussurrò lui,sospingendola sul letto. Lei rabbrividì:'uno spirito,una voce'...pensò tra sé. Ma lui soggiunse: -Una sola carne...- e poi continuò a voce bassa,impastata di desiderio assoluto -Voglio tutto da te,tutto quello che una donna può dare al suo uomo...Meg,amore mio...-
Ti darò tutto,Erik,amore mio...
Si amarono in quella piccola stanza,in quel letto dalle lenzuola di cotone e dall'aroma di fresco.Si amarono come non si erano mai amati,neppure quando lei lo aveva raggiunto laggiù,nel suo covo. Una energia nuova,una passione che le parole d'amore finalmente esplose sulle labbra di entrambi,senza vergogna,accendevano via via... E finalmente all'alba,quando la prima luce entrò dal lucernario,disegnandone i tratti sulla parete,Meg assaporò la dolce intimità...essere tra le sue braccia,col fiato che a poco a poco ritornava regolare,abbandonarsi alla sua stretta calda,rassicurante,entro la quale non c'era posto per nessun altro. Solo loro due... -Ho trovato così bella la tua musica,stamane...- L'uomo aggrottò appena le ciglia. -Non era la mia musica...mi sono limitato ad eseguire- ribattè,un po' piccato.Poi tacque,carezzandole con le dita la spalla nuda. E a un tratto la seta della sua pelle sotto le dita,il profumo dei suoi capelli,la dolcezza di quell'intimo abbandono ebbero un sapore quasi inebriante:gli sembrò di poterli dipingere con le note,che gli infondessero la linfa della musica,morta da tanto in lui. La sua voce pacata e sicura risuonò ancora;e fugò definitivamente ogni dubbio: -La scriverò per te,la mia musica...una musica nuova,Meg...Quando tutto questo sarà finito e tu verrai via con me...- Lei si volse a guardarlo,con un sorriso gioiosamente sorpreso. Lui proseguì: -Ci imbarcheremo su un panfilo...tutto per noi...e solcheremo i mari:voglio vederti sorridere alla vista dei delfini...e ti voglio incantata davanti all'aurora boreale...Voglio scoprire la bellezza del mondo attraverso il tuo viso...- Si abbracciarono ancora più stretti,ognuno facendo suo il sogno dell'altro.
Improvvisamente nella strada,tra i canali si sentì gridare. Non era facile capire cosa si gridasse:i richiami si rincorrevano da un rio all'altro. Ma doveva essere successo qualcosa di brutto... Meg si alzò dal letto,scrutò attraverso il lucernario,ma vide solo un assieparsi di barche in fondo al la laguna,verso il porto. Anche Erik s'era alzato e si rivestiva. Bruscamente la realtà li richiamava. -Debbo andare...- si giustificò,sconsolato.E la strinse di nuovo a sé,intensamente. Ma qualcuno bussò con energia alla porta. -Signorina Giry...madamoiselle...Meg!- era la voce trafelata di un uomo...di Guido. Meg si volse spaventata ad Erik.Che fare? Erik aveva lo sguardo torvo,la mascella indurita. Le fece cenno di aprire,e si addossò al muro,minaccioso. La ragazza schiuse piano la porta. -Che...che cosa succede?...signor conte...- -Meg! Vi chiedo perdono,ma...lasciatemi entrare!- ribattè quello,senza aspettare e senza che Meg potesse impedirglielo. -Ma ...conte Guido io...- L'uomo intanto la abbracciava.Era attraversato da uno strano tremito,convulso. -State bene,grazie a Dio...oh...Meg...- Da sopra le sue spalle la donna lanciò uno sguardo supplichevole a Erik,che non gli facesse del male.... -Che avete conte? Che cosa è successo?- -Era accaduta una cosa bellissima...ma poi un evento terribile...mi ha fatto temere...- -Cosa?- -Lucia Sillani...era scomparsa da ieri...- disse con la voce rotta,volgendosi di lato,come a proteggere la giovane donna dall'orrore del racconto. -L'hanno trovata in un canale,vicino al porto:aveva una corda... intorno al collo...- Meg esclamò d'orrore,ma intanto improvvisamente Guido avvertì che non erano soli. Guardò contro il muro e distinse nella penombra la figura dell'altro uomo... -Che fa lui,qui?...- domandò con sdegnosa diffidenza.E guardando con una espressione di rimprovero la giovane,trattenendola vicino a sé come a proteggerla. Meg si liberò della sua stretta e mettendosi tra i due ribattè: -Conte...non credo che questo vi riguardi...- -Invece mi riguarda eccome,Meg...Non sapete quanto!...- Gli occhi di Erik,assottigliatisi per la rabbia, lo trapassarono come due lame affilate,quando irridendolo gli rispose: -Un improvviso rigurgito di amore paterno,conte Guido?...forse è un po' tardi...- Raccogliendo la provocazione,il conte ribattè,con slancio: -No..non è tardi!.. -quindi di nuovo volgendosi a Meg,le prese le mani nelle sue,la fissò,commosso -Ora so,Meg...lo so con certezza!- esclamò -Che cosa...io non capisco?!?- -E' semplice,Meg...il conte ha evidentemente scoperto qualcosa che riguarda i vostri legami di sangue...Qualcosa di cui aveva bisogno,per poterti accogliere paternamente tra le braccia...- c'era una sfumatura di provocatorio disprezzo nella voce di Erik. Guido lo guardò negli occhi,offeso. Ma poi non seppe sostenerne lo sguardo. ...L'accusa era vera... La fanciulla guardava ora l'uno,ora l'altro. Emozionata,divisa tra sentimenti diversi. Ma di fronte a quell'incomprensibile muro contro muro,ripensò a sua madre,e alla solitudine in cui aveva consumato il suo dramma,incompresa dall'uno e dall'altro. E aggredì entrambi,rimproverandoli: -Smettetela!Smettetela tutti e due!...Voi,con questo vostro atteggiamento avete solo fatto del male a mia madre,che vi amava ...e continuate a fargliene,attraverso me!- -Meg,io...- -Tacete conte...siete stato cieco e sordo.E anche tu,Erik,lo sei stato...concentràti soltanto in voi stessi!...e ora continuate a farvi questa stupida guerra,mentre là fuori c'è un assassino vero!- I due si guardarono ostili,ma ammettendo nel reciproco silenzio che quella giovane donna aveva ragione. Guido insistè: -Conosco un solo uomo che uccide a tradimento,col suo laccio micidiale...- insinuò fissando con aria accusatrice l'interlocutore. -Vi sbagliate!...-ribattè Meg,difendendo senza riserve Erik -Egli stanotte era qui,con me!...La povera Lucia è morta per mano di quell'infame... perchè ha tradito il patto ...come Piangi...E Guermantes sa bene che è più facile far ricadere la colpa su chi è condannato,da sempre...- Così dicendo Meg si addossò a Erik,come a farne scudo col suo corpo , lasciò che lui le cingesse la vita,guardando insieme con aria di sfida Guido. Il conte sembrò osservarli senza capire. Era andato là pronto a offrire il suo amore a quella figlia che finalmente aveva trovato. Ma qualcuno gli aveva scavalcato il passo.Lei non gli apparteneva...Apparteneva a quel misterioso fantasma del passato... -Sta' attenta Meg...egli ti porterà alla rovina...come ha fatto con tua madre...- la ammonì,poi ritornando sui suoi passi,uscì senza aggiungere altro.
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