Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

« Older   Newer »
  Share  
babyphan
view post Posted on 12/5/2008, 19:11




Sul porto canale di Cesenatico molte tartane di pescatori dondolavano mollemente.
Era quasi l’alba;un’alba invernale,che stentava a rischiarare il cielo:solo un punto lontano,a est ,sembrava esplodere di luce;ma in cielo brillavano ancora le stelle.
Una goletta sarebbe partita all’alba per Trieste:non vi salivano che una ventina di viaggiatori,per lo più agenti di commercio.
Dal porto austriaco si dirigevano poi nei Balcani o in Ungheria.
Sul pontile Erik attendeva impaziente l’arrivo di Nadir.
Finalmente l’ometto arrivò.
-Ebbene?-
-Ho le carte d’imbarco,padrone…-
-Hai risolto con l’inseguitore?- lo interrogò quegli.
Nadir chinò lo sguardo,sfuggente:
-Si…-
Erik preferì non approfondire.
-La goletta è quella…-
-Che cosa avete deciso?-
-Ci imbarcheremo…poi a Trieste decideremo cosa sia meglio fare…-
-Bene…-
Erano già sulla scaletta d’imbarco quando,come ricordandosi un’incombenza lasciata a mezzo,Nadir chiese velocemente permesso a Erik e scomparve temporaneamente.
Di lì a poco era di nuovo al suo fianco sul ponte di poppa.
La goletta,salito l’ultimo viaggiatore ritardatario,si stava staccando piano dalla terra ferma.
Appoggiato alla murata,il signor Dravic scrutava la costa che piano piano acquistava i suoi contorni illuminata alle spalle dal sole nascente.
Nei suoi occhi un rimpianto inespresso.
-Sembra che cercate qualcosa…- gli domandò il servitore,affiancandolo.
L’uomo annuì,silenzioso.
-Non credo che dalla costa si veda San Marino…-
-Già…- ammise l’altro,ma non smise per questo di scrutare ogni curva della terra,ogni anfratto distinguibile in lontananza.
-Detesto fuggire……-
-Perché vi tormentate? Era necessario…-
-Ho lasciato Christine senza protezione…-
-Non è vero:ormai i suoi ospiti sono tutti allertati…e anche lei…-
-Lei?...lei è così fragile,delicata,irresoluta…-
-Non è sola,padrone…-
Erik abbassò lo sguardo,accigliato.
Si avvolse nel suo mantello nero:il vento rinforzava.
Alle loro spalle un rumore.
C’era qualcun altro in coperta…
Sembrava a tutta prima,nell’oscurità,un giovanotto:un po’ magro ed esile.
Forse sentendosi osservato,arretrò nell’ombra,poi si raggomitolò su una panca,a cercare rifugio dal vento.
-Chi c’è?- domandò inquisitorio Erik.
Nadir buttò un occhio.
-Solo un viaggiatore dell’ultima ora…- lo rassicurò. –Nessuno ci ha seguiti..-
-Lo spero.La riuscita dei nostri progetti dipende tutta dalla possibilità di cogliere di sorpresa i nostri nemici…E per farlo,Nadir…è opportuno che io scompaia di nuovo…-
Il servo annuì,poi dopo una breve pausa tossicchio,schiarendosi la voce.Infine domandò:
-…E… madamoiselle Giry?-
Erik si volse di scatto a guardarlo;poi invece di reagire come Nadir si sarebbe aspettato,chinò il capo,come imbarazzato,piacevolmente imbarazzato.Infine gli confidò:
-…Voleva venire via con me…-
Nadir si finse stupito:
-E voi?...-
Erik sospirò,scuotendo la testa:
-Sarebbe stata una pazzia…-
Nadir non seppe celare un’espressione di disappunto.
-Disapprovi?...- lo incalzò il padrone. –No,non rispondere:lo so bene,quello che pensi…In ogni caso non potevo esporla ai pericoli a cui potremmo andare incontro…Non voglio che le succeda nulla di male!-
-Accanto voi…sarebbe al sicuro…-
Erik sospirò spazientito,appoggiò la fronte sulla mano,poi soggiunse:
-Accanto a me…mi farebbe perdere di vista quello che debbo fare…No,ho bisogno di lucidità,ho bisogno di poter agire liberamente….Ho bisogno di far chiarezza definitivamente dentro di me!-
Nadir non commentò oltre.
-Rientriamo,ora…il giorno è quasi sorto…-
Discesero in coperta e rientrarono nelle rispettive cabine:ma di lì a poco Nadir ne scivolò fuori e con una pesante coperta avvolse il ‘viaggiatore’ raggomitolato sulla panca che s’era addormentato…


Il risveglio di Meg non fu dei più piacevole.Le mani ruvide di un marinaio la scossero;la luce del giorno che inondava il mare le ferì gli occhi.
-Sveglia giovanotto…tra poco saremo a Trieste…-
Si sollevò e fece in tempo a raccogliere la treccia che maliziosa fuoriusciva dal collo della camicia.La nascose sotto il cappello e cercò di calcarselo quanto più possibile sul viso;poi si intabarrò nel soprabito da uomo che Nadir le aveva procurato la sera prima e –ancora intontita dal freddo e dal sonno- cercò di individuare i fuggitivi.
Li intravide poco distanti.
Lo scalo era vicino: al momento dello sbarco cercò di confondersi con la folla ,ma rimanendo a portata di voce.
Sentì che i due uomini,montati su una carrozza,davano l’indirizzo di un albergo.Lo annotò rapidamente nella memoria,contando di raggiungerli di lì a poco.
Trieste era splendida,ma un vento terribile la attraversava da nord a sud:un vento che tagliava la faccia,che penetrava nelle ossa,senza possibilità di difesa.
La giovane donna aveva freddo e fame.
Attraversò la grande piazza che si apriva di fronte al porto e cercò un caffè dove ripararsi.
Entrò nell’elegante caffè San Marco e,guardatasi intorno,fermò un cameriere e gli ordinò qualcosa di caldo,poi andò a sedere.
Gli occhi dei pochi eleganti avventori presenti erano tutti su di lei.Chissà per chi l’avevano presa…
Certo avevano espressioni di disappunto…forse perché non si era tolta il cappello?...
Non gliene importava nulla:si tuffò nel caffellatte fumante che il cameriere le aveva prontamente servito e si sentì meglio.
-Sono due scellini e trenta…- le disse l’inserviente.
-Ah si…- rispose la giovane donna cercando i soldi nelle tasche,poi cominciando a pescare nella valigia.
-Prendete…- disse una voce maschile,allungando 3 scellini al cameriere e cavandola d’impaccio prima che sparpagliasse tutto il suo bagaglio sul pavimento del più elegante ritrovo della città…
-Oh…Nadir…- esclamò lei grata,riconoscendolo.
L’orientale la guardava scuotendo il capo,contrariato.
-Mi domando come pensavate di cavarvela… Non vi facevo così sprovveduta,madamoiselle…-
Meg chinò il capo,mortificata.
-Ieri sera per poco non vi facevate scoprire…e stamane…se volevate passare inosservata…-
-Vi prego Nadir…non rimproveratemi…Avevo freddo,e fame…-si giustificò lei.
-Finite la vostra colazione…ho da parlarvi di diverse cose…- sospirò lui,rassegnato.
Meg gli accennò un sorriso: era chiaro che nonostante tutto l’orientale era sempre più suo alleato.




Erik era fermo sullo sperone più estremo della passeggiata di Miramare.Guardava lontano,chissà,forse dal mare gli arrivavano gli echi e i profumi della terra che lo aveva generato…
Sentì Nadir avvicinarsi e accennando appena a voltarsi gli domandò:
-E’ tutto pronto?-
-Si,padrone….ma..voi siete sicuro?-
-E’ opportuno che si creda che io sia qui a Trieste…quindi tu rimarrai in città in vece mia…e farai in modo di essere credibile…-
Così dicendo gli porse un involto nero.
-Indossala…-
Nadir ubbidì,in silenzio.
-Da questo momento …- proseguì Erik – Tu sarai monsieur Dravic…ed io…tornerò ad essere uno spettro…-
Si era girato completamente.
Sul profilo destro,la maschera bianca,il sigillo del fantasma dell’Opera.

Edited by arielcips - 12/5/2008, 22:38
 
Top
spands72
view post Posted on 13/5/2008, 08:21




uauuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!
ora, lui tornerà in Francia per cercare i suoi nemici? Meg come riuscirà a stargli vicina?
come mi piace!!
 
Top
view post Posted on 13/5/2008, 10:09
Avatar

He's a lion that I am proud to hunt

Group:
Moderatore globale
Posts:
8,505

Status:


quanto mi piace Nadir alleato di Meg!! :occhilucidi:
e Erik invece dove deve andare? :mmm:
 
Top
babyphan
view post Posted on 16/5/2008, 15:05




Brevissimo aggiornamento...perdonatemi,ma sono giorni pienissimi!


-Hai procurato quello che ti ho chiesto?-
-Si..la carrozza è pronta e qui ho la pianta della città…Guardate:questo canale sbuca direttamente nel cortile del teatro…-
Erik osservò,accigliato.
-Siete sicuro che sia la cosa migliore da farsi?- domandò ancora Nadir.
L’altro non ribattè nemmeno,ma come seguendo il filo di un monologo,proseguì:
-Mi ricontatterai tra due settimane…quando cominceranno le prove del Roberto Bruce…-
-….E se la viscontessa non aderisse più all’invito? Magari è spaventata da tutto quello che è successo e…-
- Ci sarà…Guermantes farà di tutto perché ci sia…e il conte Guido e gli altri,sapendomi qui, a Trieste,si sentiranno più sicuri…- ghignò amaro l’uomo.
Si staccarono dal belvedere:alla fine del viale una carrozza nera li attendeva.
Nadir accompagnò il padrone,lo vide montare nella vettura;prima di chiudere la porta si raccomandò:
-Sarete solo…state attento…-
Erik si limitò a guardarlo,con sprezzante fierezza.
Nadir si volse a guardare il vetturino che a un suo cenno sollevò la frusta e la fece schioccare.
Accanto all’uomo,quello che a tutta prima sembrava un giovanotto,intabarrato in un pastrano più grande di lui…
Mentre la carrozza cigolando si avviava,il ‘giovanotto’ sollevò la mano e accennò un saluto all’orientale che rimaneva fermo,impassibile sul ciglio della strada.
La vettura era ormai scomparsa in fondo alla strada.

Nadir ripensò a quella mattina,quando aveva rivelato a Meg le intenzioni di Erik.
-Andrò con lui…Ormai dov’è lui,sarò anch’io…!- aveva detto la ragazza.
-No,madamoiselle.Non è possibile:mi spiace…ma rimarrete a Trieste con me…-
-Invece no! Voi farete in modo che io viaggi con lui,Nadir:so bene che vorreste come me non lasciarlo solo…Ebbene:se mi aiuterete,non lo sarà mai più!-
-Quando saprà che ho contravvenuto ai suoi ordini,non si fiderà più di me…-
-Quando saprà che avrete contravvenuto ai suoi ordini,capirà quanto gli siete davvero devoto.E oltre alla sua,avrete la mia gratitudine:per sempre,Nadir…-
Lo sguardo schietto e innamorato della fanciulla avevano fatto definitivamente breccia nel suo cuore avvezzo a servire in silenzio…Aveva acconsentito…Ed ora? Se ne sarebbe dovuto pentire o no?



La carrozza viaggiò durante la notte a tappe forzate.
Erik non volle fare neppure una sosta:sembrava ansioso di raggiungere la meta…
Ma era una finzione…
Non era affatto facile per lui rientrare in un regno che era una prigione,riappropriarsi di un ruolo che ormai gli ripugnava…
No,non era a teatro,la vera bellezza: non lo aveva razionalmente ammesso nemmeno con se stesso,ma sotto la pelle sapeva che la vera bellezza era il versante di velluto verde dell’Appennino che si stagliava sullo sfondo di un cielo azzurro,era una notte purissima in cui il frinire dei grilli sembrava eco di stelle immote,era una cerva alla fonte col suo cerbiatto in un’alba di nebbia e latte…
Durante il viaggio in carrozza sotto una pioggia sferzante aveva cercato invano di rimuovere le sue angosce concentrandosi sulle prossime azioni da compiere.
Poi erano arrivati a destinazione.
A un segnale convenuto col vetturino era smontato ed era scivolato sotto la mole maestosa del ponte di Rialto,giù,verso il molo silenzioso dove una gondola vuota lo attendeva…
e quando la gondola scivolando sull’acqua limacciosa del canale buio lo condusse silenziosa all’interno della Fenice,provò una insopprimibile oppressione sul petto,come se,novello Sisifo,tutta la sua fatica si fosse ridotta a un fallimento…aveva trascinato via su per una salita impervia il peso schiacciante di una identità che ormai voleva rifiutare…era riuscito a raggiungere la cima,ma lì…eccolo rotolare di nuovo giù,schiacciato da quel peso,sepolto in un covo,condannato al buio e alle tenebre nelle viscere senza vita di un teatro…

Il vetturino proseguì oltre fino a fermarsi davanti a un alberghetto modesto;quindi fece cenno a Meg di smontare e le consegnò il suo bagaglio.
-Qui troverete alloggio e vitto per qualche giorno…-
-Grazie..-
Aveva visto poco prima Erik scivolare via nell’ombra.Sapeva dove stava andando,ma in quel momento non poteva seguirlo…
Assentì alle raccomandazioni del cocchiere,evidentemente informato da Nadir su come sistemarla in maniera discreta e dignitosa.
Ma non aspettava altro che vederlo andare via,per mettersi sulle tracce di lui…
Non sarebbe stato facile.
Erik sapeva muoversi con l’agilità di un felino nel buio.E poi ogni luogo nascosto e segreto sembrava essergli familiare.
Lei? Come avrebbe fatto?
Certo,poteva provare a entrare nel teatro dalla porta principale:in fondo era un etoile e direttamente- o con l’aiuto di Ernesto Sillani- non avrebbe faticato a ottenere un posto di rilievo nel corpo di ballo…
Ebbe un moto di ripulsa…
Anche se la danza le piaceva,aveva sempre vissuto quella vita in teatro come una sorta di condanna:nessuna scelta per lei,nessuna alternativa…
Il palcoscenico,nonostante gli applausi e l’entusiasmo del pubblico,nonostante l’ammirazione suscitata con la sua arte o con la sua bellezza,non le aveva mai provocato emozioni profonde…
Niente a che vedere con il battito commosso che il suo cuore aveva provato scoprendo quella cerva dissetarsi all’alba col suo cerbiatto,né l’ebrezza della notte stellata…
Piuttosto quel luogo di finzione e cartapesta l’aveva fatta sentire come oppressa,imprigionata.
No,non ci tornava volentieri…
E non ci sarebbe tornata da ballerina…


Erik si era calato agilmente dalla gondola nei sotterranei del teatro,attraverso una finestrella a grata che affacciava sul canale retrostante il cortile.
Non gli fu difficile,nonostante il buio caliginoso di muffa,intuire dove si trovava.
Pochi passi e si inoltrò in un corridoio che conduceva sotto il palcoscenico.
Riconobbe facilmente il complicato sistema di saliscendi che garantiva il funzionamento delle macchine teatrali:botole,scene semoventi,sipari,quinte…
Impugnò un lume a gas e,balzato su una piattaforma di legno,ne fece scattare il meccanismo che la calava giù,nel ventre più profondo della struttura.
Era una sorta di magazzino in cui fondali inutilizzati,scene secondarie,materiale di allestimento costumi erano ammassati alla rinfusa…
La sgradevole sensazione di ricadere all’indietro nell’abisso della solitudine e dell’isolamento gli serrò ancora la gola,ma si fece forza:doveva rendere quel luogo al tempo stesso sufficientemente accogliente e sicuro da importuni e curiosi…
Un ghigno amaro gli si disegnò sulle labbra.
Non era difficile disseminare di trappole micidiali quel luogo…
E dove fossero mancate le trappole,aveva sempre il suo fedele plasso…
Lo serrò tra le mani,ma in quel momento gli sembrò di risentire la voce di Meg ‘No Erik…non usarlo più…’
Aggrottò la fronte,contrariato,serrò la mascella.
Non doveva pensare…nessun tempo per la pietà,per il rimpianto…
Oppure no?
 
Top
spands72
view post Posted on 16/5/2008, 16:51




:occhilucidi: , che bello, tutti e due che pensano alla stessa scena vissuta insieme, lo stesso senso di angoscia verso lo stesso luogo.
attendo l'incontro trai due!! a saranno scintille!
 
Top
Elfa Nihal
view post Posted on 16/5/2008, 20:35




CITAZIONE (spands72 @ 16/5/2008, 17:51)
:occhilucidi: , che bello, tutti e due che pensano alla stessa scena vissuta insieme, lo stesso senso di angoscia verso lo stesso luogo.
attendo l'incontro trai due!! a saranno scintille!

Concordo con te e lo attendo tantissimo anch'io ma...

CITAZIONE
Non era difficile disseminare di trappole micidiali quel luogo…
E dove fossero mancate le trappole,aveva sempre il suo fedele plasso…

:mmm: :mmm: :mmm: :mmm:
 
Top
view post Posted on 17/5/2008, 16:08
Avatar

He's a lion that I am proud to hunt

Group:
Moderatore globale
Posts:
8,505

Status:


adoro Nadir,è davvero favoloso!
CITAZIONE
Aggrottò la fronte,contrariato,serrò la mascella.
Non doveva pensare…nessun tempo per la pietà,per il rimpianto…
Oppure no?

la vicinanza di Meg comincia a fare il suo effetto...ooh Master... :occhilucidi:
 
Top
babyphan
view post Posted on 19/5/2008, 14:29




Meg aveva raccolto la lunga treccia in una reticella ben stretta intorno alla testa…Aveva anche pensato di tagliarla,ma per il momento aveva rimandato la decisione.
Camicia gilet pantaloni giacca…
Il viso pulito,senza ombra di trucco…
A chi non la conoscesse poteva spacciarsi per un ragazzo…magari uno straniero…agli stranieri sono concesse tutte le stranezze,a volte…
Nadir le aveva annotato su un foglietto il nome di un figurante del teatro,cui ricorrere nelle emergenze.
Ebbene…quella mattina vi avrebbe fatto ricorso…
Secondo le indicazioni datele da uno degli uscieri del teatro,trovò l’uomo appoggiato al bancone di un caffè che –di primo mattino – beveva della grappa per riscaldarsi.
-Monsieur… si vous plait…- cercò di richiamarne l’attenzione.-Mi manda…
-Lasciami in pace,… non è aria…-gli rispose scontroso quello,senza alzare nemmeno gli occhi su di lui.
-Ma…si tratta di una cosa importante…- insistè lei.
L’uomo si volse appena:
-Se ti manda mia moglie…-
-Nossignore…mi manda…(e qui si avvicinò all’orecchio dell’uomo e sottovoce pronunziò il nome del Persiano)-
Finalmente quello sembro riscuotersi,si rizzò un po’ la osservò.
Quindi scolatosi d’un fiato il bicchiere che aveva davanti,le fece cenno con la testa di seguirlo fuori.
La condusse attraverso calli secondarie nell’androne di un palazzo,quindi cominciò a interrogarla:
-Ditemi chi siete e cosa cercate!-
-Mi chiamò…M..Maurice… sono scappato dalla Francia,sapete…c’è la guerra civile…- Meg finse di avere più difficoltà del previsto,con l’italiano,sperando di non dover dire o spiegare troppo.
-E Nadir? Dove lo avete conosciuto?-
-A Parigi…ho lavorato per lui…-
-Lavorato? Che sapete fare?-
-Piccole commissioni…-
L’uomo –un tipo grosso,con una barbaccia irsuta e l’aria da Mangiafuoco – la scrutò da capo a piedi.
-E che volete da me?-
-Ho bisogno di lavorare…Nadir diceva che forse avreste potuto trovare qualcosa per me…a teatro…-
-A teatro?...-
-Si…come comparsa…figurante….-
-Mi hanno buttato fuori tre mesi fa…-
-Ma io….- Meg non seppe nascondere la sua delusione.
-Aspettate…-l’uomo sembrò finalmente meno arcigno. -Ho sentito che una delle ‘maschere’ si sposava…forse…se non trovano di meglio…-
La condusse con sé alle spalle de La Fenice ed entrarono insieme nel backstage.
-Aspettatemi qua….-
La lasciò nell’anticamera,sola con l’usciere,un vecchietto semi addormentato che non le rivolse parola per un tempo illimitato.
Meg intanto si domandava Erik dove fosse,cosa stesse facendo…


Aveva lavorato febbrilmente tutta la notte e il mattino seguente.
Era riuscito a crearsi un ambiente al riparo da occhi indiscreti e relativamente accogliente,utilizzando il materiale di scena ammonticchiato nel fondo della botola.
Era una sorta di studio,con una scrivania,una poltrona,un letto…il solito ridicolo letto a baldacchino da melodramma comico…con una tenda che correva tutto intorno per permettere agli interpreti di scambiarsi costumi e ruoli…e per alludere discretamente alle imprese erotiche dei vari Scapino,Figaro e don Giovanni…
Oltre a poche suppellettili e a uno striminzito guardaroba,non c’era altro.
Non poteva permettersi altro.
La sua presenza doveva essere ancora meno visibile di prima.
Aveva anche sistemato lungo il percorso che conduceva verso il suo rifugio alcuni ‘deterrenti’…Niente trappole micidiali,stavolta…
No,l’idea che qualche malcapitato innocente trovasse la morte per causa sua gli ripugnava,insolitamente.
Spietato si,ma non più alla cieca…
Era stanco e si stese sul letto.Gomiti incrociati dietro la testa,occhi socchiusi…
Che desolazione la vita lì dentro…senza nemmeno la sua musica…


-Maurice!...ehi voi? Vi chiamate Maurice?-
Meg si riscosse e finalmente si alzò.
-Si…si eccomi…-
-Sveglia ragazzo…se volete il lavoro,non dovete mostrarvi intontito…-
-Scusate io…-
Finalmente venne introdotta in un ufficio polveroso,dove un uomo che indossava una livrea verde la esaminò da capo a piedi,quindi fece schioccare le dita:
-Portami una giacca piccola…una di quelle da donna…-
Meg si vide scoperta,si alterò:
-Come da donna?-
-Scusa figliolo…ma non ne ho da uomo della tua misura…Hai detto di chiamarti?-
-Maurice…Maurice Dupont…-
-Non hai un documento con te?-
Meg guardò atterrita il conoscente di Nadir;ma questi intervenne prontamente.
-Vi ho spiegato,direttore…il ragazzo è un fuoriuscito,ma garantisco io…è un favore personale che fate a me…-
L’espressione del direttore del personale non era convinta.Sembrava quasi fidarsi più del nuovo arrivato che dell’ex figurante.
-Sta bene…sta bene…si tratta di un lavoro avventizio,finchè non si trova un sostituto adatto…Vieni,ti mostro il teatro…-

Il teatro La fenice non era particolarmente grande,ma era di una bellezza inattesa.
Meg continuava a guardarsi intorno con occhi e bocca spalancati…
E poi occhieggiava dappertutto domandandosi dove forse potesse nascondersi Erik…
-Allora?...ti sei incantato? Forza!....Ecco intanto la tua giacca…e il berretto:devi portarli sempre in servizio,ricordati:devi esere riconoscibile anche dall’alto!-
-Bene…- quelle disposizioni calzavano a pennello.Approfittando della distrazione della sua guida Meg scambiò velocemente il suo cappello con il berrettino da mascherina.
-Mmmm non ti calza male…Seguimi…Adesso ti mostrerò l’ordine di palchi dove accompagnerai gli spettatori…E non ti gingillare!-
Nell’avventurarsi per la scala interna,Meg finse di attardarsi a infilare la livrea e ne approfittò per curiosare tra gli anditi oscuri che si aprivano ogni tanto nei corridoi.
-Ecco…avrai le chiavi dei palchi di questo piano…Quando torni indietro,puoi passare di qui…il corridoio che va dietro il palcoscenico,vieni…Devi abituarti ragazzo mio…il teatro è tutto così:una scatola cinese…Impara a orientarti!-
La giovanetta sorrise tra sé.Conosceva molto bene la struttura dei teatri…
Quando si trovarono nel corridoio sopraelevato che guardava al palcoscenico,ancora si attardò a guardare tra corde e saliscendi…
-Forza! Seguimi adesso…- la sollecitò ancora .Meg fu costretta a sbrigarsi.


Alla fine del giro di perlustrazione,l’uomo si assicurò che ‘Maurice’ avesse compreso bene tutto e gli fece ripetere ogni cosa.
-Però…non te la cavi male,con l’italiano…bravo così..-
Ma aveva una espressione un po’ diffidente.La voce di Meg non era propriamente maschile…
Poi sollevò le spalle:meglio far finta di nulla.Aveva bisogno di quel giovanotto…come che fosse.
-Prenderai servizio tutti i pomeriggi alle 16…Alloggi vicino?-
-All’albergo della Posta…-
-Bè..è un po’ distante…-
-Potrei…potrei rimanere a teatro…?- propose allora Meg,timidamente.
-No,macchè:è proibito dal regolamento.Qui si viene solo a lavorare! Tienilo bene a mente!-


Intorno alle quattro del pomeriggio Erik si accorse che il teatro cominciava a riprendere vita.
Sul palcoscenico stavano forse allestendo delle scene,perché si sentivano colpi di martello ripetuti e passi di gente che si agitava.
Venne poi il momento in cui la buca dell’orchestra cominciò a riempirsi.
Ecco…ora avrebbero provato…
Dalle prima battute l’uomo riconobbe di quale opera si trattasse…Il muto…sul viso gli si disegnò una espressione corrucciata,dolente.
Sapeva che sarebbe stato prudente rimanere là sotto il più a lungo possibile,ma una spinta irrefrenabile lo induceva invece ad arrampicarsi su per i saliscendi e il corridoio in alto…

Anche Meg,affacciata al passamano del corridoio del retropalco, riconobbe subito la musica del Muto e ripensò a quell’avventura lontana…Le sembravano passati mille anni…Le sembrava che i protagonisti di quella vicenda fossero ormai sepolti dalla polvere della storia che tutto cancella,e restituiti agli occhi altrui con volti nuovi,spesso indecifrabili,come antichi monumenti…
Credere che Erik,il ‘suo’ Erik…quello che ormai sapeva di amare senza riserve fosse il folle assassino di quelle ore concitate…la faceva rabbrividire.No,quello era il passato e…
A un tratto qualcosa,un rumore impercettibile,la sensazione di una presenza impalpabile…smise di pensare e si guardò intorno.
Non poteva dirlo con precisione,ma qualcosa si era mosso dall’altro lato dell’impalcatura..qualcosa di vivo,agile come un felino,impalpabile come un’ombra…

Edited by arielcips - 19/5/2008, 19:03
 
Top
view post Posted on 19/5/2008, 15:16
Avatar

He's a lion that I am proud to hunt

Group:
Moderatore globale
Posts:
8,505

Status:


bello il racconto di cosa fanno e pensano Meg e Erik negli stessi momenti...bel capitolo babyphan,grazie!!!
CITAZIONE
Non poteva dirlo con precisione,ma qualcosa si era mosso dall’altro lato dell’impalcatura..qualcosa di vivo,agile come un felino,impalpabile come un’ombra…

:occhilucidi: :occhilucidi: :occhilucidi: :occhilucidi:

ps:non far tagliare i capelli a Meg o il CPMG si ribellerà...!
 
Top
spands72
view post Posted on 20/5/2008, 07:45




bello, sempre vicini e in sintonia!
bellissimo!
 
Top
Sere Butler
view post Posted on 22/5/2008, 21:20




questa ficcy è... è... spettacolare! le scene tra Meg e l'amato Master sono bellissime, dolcissime e passionali... Erik, lo descrivi così bene!!! ti preeeeeeeeeegi continua presto questo capolavoro!!!
 
Top
babyphan
view post Posted on 23/5/2008, 15:49




-Morìss!- una voce dalla storpiata pronuncia francese richiamò Meg mentre si preparava a inseguire l’ombra che aveva attratto la sua attenzione.
Sbuffando la fanciulla rispose e controvoglia si dedicò al lavoro della serata.
Ma sperava di riuscire quanto prima a riprendere la sua ricerca.
In realtà non vedeva l’ora che il primo tempo si concludesse. Anche perché quell’opera le richiamava alla mente troppe immagini concatenate e terribili…

Ero sul palcoscenico quando il corpo di Bouquet si riversò pencolante come da una forca davanti ai miei occhi…

Finalmente il sipario calò sul primo atto.
Adesso Meg doveva rientrare in prossimità dei palchi nell’eventualità che uno spettatore avesse qualcosa da domandarle.
Poi lo spettacolo sarebbe ricominciato e di nuovo lei avrebbe potuto risalire sul corridoio di servizio…
E’ quello che fece,questa volta posizionandosi però dal lato che le sembrava meglio disposto per accedere alla piattaforma dei saliscendi.
Questa volta dimenticò la prudenza,non finse nemmeno di seguire lo spettacolo che si svolgeva sotto di lei,ma dopo pochi secondi,non appena le sembrò possibile,si avventurò nella zona buia.
Ora le sembrava di vedere ombre ad ogni passo,ma non appena tentava di avvicinarsi si rendeva conto che si trattava di effimere apparenze,spesso solo proiezioni del suo desiderio.
Mentre si affannava così,ovviamente non poteva accorgersi di essere lei piuttosto il bersaglio di un predatore molto più accorto e abituato a muoversi nell’ombra…
Intanto era ritornata sui suoi passi,delusa,scontenta.
Aveva finto pochi attimi di interesse ,affacciandosi di nuovo al passamano.
Fu allora che lo vide!
Questa volta ne era certa…era lui…Aveva riconosciuto la maschera,il mantello..
Cercò di seguirlo con gli occhi,per capire dove sarebbe sparito…Lo avrebbe cercato lì,non appena fosse stata libera…Ecco,una porta invisibile si apriva nel muro…
Meg sorrise,compiaciuta della sua scoperta!

La rappresentazione era finita da un po’,ma ancora il pubblico continuava a chiamare sul palco gli artisti,chiedendo loro il bis.
Meg non ne poteva più di quell’attesa.
Desiderava accompagnare gli spettatori all’uscita e poi,approfittando della tipica confusione di fine spettacolo,voleva ritornare nel back stage,arrampicarsi lassù e…
-Giovanotto,ci chiami la carrozza…- le impose autoritaria la voce di una vecchia matrona aristocratica.
-Si…- fu costretta a ubbidire e presto si rese conto che avrebbe trascorso buona parte della serata proprio impegnata in quella mansione,resa ancora più complicata dallo scatenarsi di un violento acquazzone…

Erik era nel sottotetto del palcoscenico,spalle alla parete,la testa reclinata verso un piccolo lucernario circolare:l’improvviso e violento bagliore di un lampo illuminò l’ambiente per una frazione di attimo;seguì poi il rimbombo squassante e prolungato del tuono e continui rovesci violenti di pioggia che presto offuscarono ogni possibilità di guardar all’esterno…
L’uomo sospirò:ormai essere lì,isolato da ogni cosa,segregato fuori dal mondo gli sembrava insopportabile…
Ma non poteva commettere altre imprudenze:era chiaro che quel fattorino curioso lo aveva visto,addirittura sembrava essere lì proprio alla ricerca di qualcuno…
Avvolgendosi nel suo mantello nero,scivolò piano lungo la parete e riguadagnò velocemente il montacarichi che piano lo riavvicinò all’ingresso della botola.
Era contrariato,era scontento…E il peso della solitudine sembrava moltiplicato in lui,forse perché aveva assaporato la dolcezza impareggiabile della condivisione…
Serrò la mascella e si pose in attesa.
Sapeva bene che da un momento all’altro avrebbe dovuto aspettarsi la visita di quell’importuno.
Anzi..
La aveva provocata.
Era sicuro di essere stato visto mentre scompariva dietro la porta in alto.Ora doveva solo aspettare e il malcapitato sarebbe finito nella rete…
E poi? Che farne di lui?...

Meg vide allontanarsi l’ultima carrozza con un sospiro di sollievo.
Era mezza fradicia e aveva freddo.
Il capo del personale la invitò dentro a scaldarsi vicino a una stufa a legna,insieme alle altre maschere.
-Vieni,beviamo qualcosa di caldo e poi andiamo tutti a casa…levati questi panni zuppi,che ti prendi un malanno!-
-Ehm…non ho da cambiarmi…- ammise.Poi propose –Posso andare al guardaroba a cercare qualcosa?-
Un po’ arcigno,l’uomo tardò un po’ a risponderle.
Poi alla fine sollevando le spalle le concedette un si a mezza voce.
-Ma fa’ presto,se no ce ne andiamo…e se rimani chiuso dentro… domani ti becchi anche una multa!- le gridò poi. Ma ‘Maurice’ era già lontano…
Non andò affatto nel guardaroba,ma corse su ai palchi,aprì la porta che conduceva al back stage,ripercorse tutto il corridoio evitando a malapena i piccoli e grandi ostacoli che lo diseminavano e finalmente raggiunse la parete dietro cui aveva visto sparire Erik.
La tastò con le mani,cercando disperatamente la porticina invisibile;la trovò e sospingendola fece ruotare il battente su se stesso e si ritrovò dall’altro lato.
Alle sue spalle sentì la serratura scattare,ma non se ne preoccupò più di tanto:e come poteva? Nella sua mente aveva un solo pensiero…Erik! Presto lo avrebbe raggiunto,presto lo avrebbe riabbracciato…
Intorno a lei il buio era fitto.Ma sapeva che se avesse aspettato presto vi avrebbe fatto l’abitudine e in quella oscurità avrebbe individuato qualche sia pur fioca fonte di luce.
Attese pochissimo.
Dopo poco le sembrò di intravedere appunto una luce ondeggiare alla fine di un lungo corridoio.
Una luce che anche Erik vide,dal suo personale punto di osservazione.Vide con rammarico:era il segnale che l’intruso era caduto nella sua trappola…

Meg man mano che si inoltrava lungo quello che sembrava un corridoio scavato nelle fondamenta del teatro si sentiva sempre più ansiosa,ma anche più sicura;il passo si faceva spedito…nessun dubbio,nessuna esitazione,nessuna prudenza…
Improvvisamente,quando stava per svoltare,convinta di trovare finalmente quello che cercava,due braccia d’acciaio la bloccarono,una mano le serrò la bocca e qualcuno la trasse indietro,nella direzione opposta a quella che stava percorrendo…
Meg si agitò,disperata;la stretta si fece più serrata,più deciso il passo di chi la trascinava via…
La fanciulla tentò di liberarsi della mano che la teneva,per gridare,farsi riconoscere…
-Sta’ fermo…Non costringermi a farti del male…
Meg allora si divincolò,disperatamente.L’uomo che la teneva si spazientì.
-Non sai che la curiosità uccide…Cosa cercavi?-
La fanciulla mugolò.
L’uomo la volse ad arte verso di sé.
Si trattava solo di un ragazzo:lo avrebbe terrorizzato…e magari ne avrebbe ottenuto informazioni.
Intanto il berretto le era finalmente caduto e la treccia,umida di pioggia,si andava srotolando.
-Erik!- riuscì finalmente a dirgli…
-Sangue del demonio!...Ma chi… Meg?!? MEG!-
Meg rimase un attimo in silenzio a guardarlo.Ora per la prima volta dubitava che lui l’avrebbe accolta…era intimorita…aveva perso tutta la sicurezza precedente…
Ma lo sguardo di Erik le disse più di mille parole:la sorpresa,lo scampato pericolo,il rimprovero e l’ ammirazione,e gioia,desiderio…
-Meg…- ripetè,sciogliendole del tutto i capelli ,poi accarezzandole le spalle e stringendole tra le mani,stringendole la vita,ancora incredulo che sotto i panni di quel ragazzino curioso potesse nascondersi proprio lei… -Meg…pazza,piccola…mia Meg…-
Poi quell’abito insolito,ancora madido di pioggia,accese il suo desiderio.
Le prese la testa tra le mani e iniziò a baciarla,assetato,affamato.
L’avvolse nel suo mantello,la sollevò,la portò giù,nell’abisso profondo del suo covo…
E sul letto,pazzi l’uno dell’altra,dimentichi di ogni cosa,cominciarono a spogliarsi febbrilmente,continuando a baciarsi finchè non furono nudi e pronti a consumarsi nell’infinito reciproco possesso….
 
Top
themanyoulove
view post Posted on 24/5/2008, 09:55




...e poi????
 
Top
babyphan
view post Posted on 24/5/2008, 09:57




Questo pezzetto conclude il capitolo di ieri!


…Sono tra le sue braccia,bevo dalle sue labbra e mi sembra di non poter vivere senza di lui…ora il suo respiro è il mio….vorrei solo gridare il suo nome e l’amore che gli porto…e non pensare a nulla più…

-Dillo Meg….dimmelo ancora…- le sussurrò a un tratto Erik.
La sua voce era una inattesa roca carezza,che sorprese piacevolmente Meg.
-Ti appartengo,Erik….- mormorò allora,credendo fosse questo che volesse sentirle dire.
-No…Di più… puoi dirmi di più,puoi gridarlo…voglio che lo gridi,ora,ora che ti stringi a me così,ora che impazzisci sotto di me…gridalo!-
Meg prese fiato:l’ondata del piacere la sovrastava,si abbandonò,non cercò più di arginare quel segreto che le scoppiava nel cuore…lo gridò…:
-Ti amo Erik…Ti amooo!-
Allora anche lui la strinse a sè,quasi si appigliò a lei mentre sospirava il suo roco ruggito di piacere.
E la tenne stretta ancora,come se temesse di perderla,come se perdendola perdesse anche se stesso…
Era bello restare stretti così.In silenzio,nel buio.
Piano però Erik si sollevò un po’ a guardarla,alla fioca luce di una candela che si consumava sulla scrivania.
Le accarezzò i capelli,disordinati sul cuscino.
Aveva uno sguardo d’amante che lei non gli aveva mai visto prima.
E l’accenno di un sorriso su quel suo volto tormentato e fiero,mentre le liberava il viso da qualche ciocca ribelle.
-…Maurice…è così che ti debbo chiamare?- le domandò.-Maurice…-
-Avevo anche pensato di tagliare i capelli…- gli confessò,con un timido sorriso.
-No!...-ribattè lui,autoritario –Non tagliarli mai!..- poi proseguì appassionato: -Sono miei,capisci? I tuoi capelli….il tuo viso…la tua pelle….

Sento le sue labbra che mi sfiorano…la sua bocca assapora piano il mio seno,la lingua mi accarezza i capezzoli…

-Sei mia Meg…Sei con me - ripetè lui-…sei qui…e non desidero altro!-

E’ proprio vero? Vero quello che sento,quello che mi dice?

La baciò ancora e di nuovo lasciò che si aprisse sotto di lui;poi delicatamente traendola a sé si capovolse su un fianco e Meg si ritrovò su di lui.
Lui le tenne le mani e la incoraggiò a proseguire così.
Voleva guardarla mentre la faceva sua,voleva riempirsi gli occhi della sua acerba bellezza.
Le grandi mani sui fianchi di lei imprimevano ritmiche spinte al suo corpo.
Meg era imbarazzata ed impacciata,ma poi istintivamente furono la passione e il desiderio a prevalere in lei e di nuovo il gioco parossistico dei sospiri crebbe con l’ondata di piacere…
Quando l’ondata stava per travolgerli,Erik sollevò un po’ la schiena e attrasse Meg contro di sé:le loro labbra si ritrovarono,la pelle sembrava una sola…di nuovo l’abbraccio tra di loro suggellò il reciproco piacere,l’abbandono,di nuovo si appigliarono naufraghi felici l’uno all’altra…



-Non hai pensato che avrei potuto farti del male?-
Lei lo guardò,cingendogli il collo con le braccia e accennando a un sorriso:
-No…-
-Il fantasma dell’Opera è spietato…Tenete la mano all’altezza degli occhi,se non volete che il suo micidiale lazo vi stringa la gola.…-
-E’ passato tanto tempo da allora…e tu…-
-Io sono di nuovo qui,nel ventre maledetto di un teatro…- le rispose con tono amaro,spostandosi di fianco.
Lei non lasciò la presa,rimanendogli stretta;e soggiunse:
-Ma io sono con te…e resterò con te…- e lo baciò sulle labbra,una due,dieci volte,fino a ottenere che anche lui ricambiasse.
Lo sentì accennare a una risatina dolce amara,poi ancora la sua mano le carezzò i capelli,i suoi occhi la guardarono appassionati:
-Quanti anni hai Meg?- le domandò.
Lei arrossì un po’,chinando gli occhi.
-Quasi… diciassette…- rivelò.
Lui assentì,poi ricordò:
-Ne avevo pochi di meno quando mi seppellii la prima volta in un covo come questo…e in quel sepolcro sono rimasto per più di venti anni…nelle tenebre,nell’isolamento…No,non potrei mai seppellirci anche te:i tuoi capelli devono riplendere nel sole,la tua pelle,le tue labbra debbono riflettere la luce pura del giorno…-
-Allora andiamo via….Torniamo sulle montagne insieme…torniamo a San Leo…-
-Sai che non è possibile…Non senza prima aver risolto i conti in sospeso…-
-Non ti lascerò solo qui!- ribattè lei,con forza.
-Voglio saperti al sicuro…voglio immaginarti fuori,alla luce…Guarda:potrebbe essere l’alba,potrebbe essere il tramonto…qui è solo un buco d’inferno,dove il tempo è eterno e sempre uguale!-
-Per questo resterò qui!- insistè lei.
-No….-
-Si!-
Un bagliore negli occhi di Erik,un sospiro a stento contenuto di impazienza:
-Farai quello che ti dico,piccola Giry!-
-Oh…ti odio,signor Dravic quando fai così…- si ribellò lei.
Erano nudi l’uno nelle braccia dell’altra,amanti appassionati e avversari indomabili …
Lui sembrò cercare le parole,il tono per vincerla:
-Impara a ubbidirmi,Meg…-
-Non sono la tua serva!- ribattè ancora la giovane donna.
Lui ripetè ancora,con un tono caldo,pacato e determinato insieme:
-Sarai la mia padrona…ma…impara a ubbidirmi…-
Queste parole la lasciarono interdetta,senza fiato…
Non seppe ribattere,si sentì improvvisamente docile nelle sue mani forti,desiderò solo assecondare ogni suo desiderio…

Edited by babyphan - 24/5/2008, 11:18
 
Top
view post Posted on 24/5/2008, 12:12
Avatar

He's a lion that I am proud to hunt

Group:
Moderatore globale
Posts:
8,505

Status:


due capitoli così letti tutti insieme sono deleteriiiii :infermieri:
CITAZIONE
Lui ripetè ancora,con un tono caldo,pacato e determinato insieme:
-Sarai la mia padrona…ma…impara a ubbidirmi…-
Queste parole la lasciarono interdetta,senza fiato…
Non seppe ribattere,si sentì improvvisamente docile nelle sue mani forti,desiderò solo assecondare ogni suo desiderio…

quoto solo questo,tanto il commento sarebbe sempre lo stesso... :caldo: :caldo:
 
Top
144 replies since 4/4/2008, 22:17   2205 views
  Share