| Quando Meg si svegliò,ancora una volta era sola… Si sollevò spaventata dal letto:sollevò piano la cortina del baldacchino.Sospirò,sollevata. Di spalle,ancora a torso nudo,Erik sedeva al suo scrittoio,intento in qualcosa. La giovane donna infilò la camicia dell’uomo,che le arrivava quasi alle ginocchia ,e a piedi nudi,gli si avvicinò. -Erik!- Lui si volse a guardarla,rassicurandola. -Sono qui…- e l’accolse nel suo abbraccio,cingendole la vita. -Che facevi?- gli domandò,sospesa,carezzandogli la schiena nuda con la mano. -Sto scrivendo un messaggio per Nadir…che gli consegnerai…- le rispose lui,riprendendo a scrivere. Meg nascose con difficoltà la delusione: -Ah…Nadir…a Trieste…- Erik si accigliò.Smise di scrivere. -Che idiota…-mormorò aggrottando le sopracciglia e appallottolando con un gesto rabbioso della mano la lettera –Nadir già lo sa,che stai qui,non è vero?- Meg cercò di calmarlo. -Si…ma…- -Non posso più fidarmi nemmeno di lui!- inveì invece l’uomo,alzandosi di scatto e allontanandosi. -Erik!....- c’era una vena di rimprovero nella voce della donna.-Non prendertela con lui…- Così dicendo gli si avvicinò,gli cinse la vita,appoggiò la testa alla sua schiena. -Lui ti è affezionato,lui morirebbe per te…- L’uomo non la respinse;anzi le prese le mani tra le sue ,la strinse più forte a sé. -Già…ma non mi ha detto che tu…- -Gliel’ho chiesto io …e gli ho anche assicurato che tu avresti capito…avresti capito proprio da questo quanto lui tenga a te…- Egli si girò verso di lei,se la trovò di fronte,vestita solo della sua camicia.Innamorata e appassionata. Le prese la testa tra le mani. -Che devo fare con voi,con te…?- -Devi solo lasciarti amare Erik….ti prego,fammi restare vicino a te…- Lui la baciò,troncandole la parola.Poi se ne scostò,scuotendo il capo. -Ti ho già detto di no…- -Non qui,se non vuoi…ma almeno nel teatro…come Maurice…-Lo guardava da sotto in su,con un’aria complice,vagamente malandrina. Lui la attirò di nuovo a sé,la sollevò tra le braccia riprendendo a baciarla con desiderio. Presto furono di nuovo stesi l’uno sull’altra;e poi stretti,l’uno nell’altra…
Col capo appoggiato sul suo seno,cingendola tra le braccia,Erik giaceva piacevolmente esausto. Il loro respiro si andava placando;Meg giocherellava con le dita sulle sue spalle,sulla nuca,carezzandogli piano i capelli. Poco dopo avvertì che lui era già lucidamente concentrato su qualche nuovo pensiero. Aspettò che parlasse.Che finalmente rispondesse alla sua richiesta… -Va bene.Resterai…- concesse infine lui. Sobbalzò,incredula ed entusiasta. -..ma non come Maurice..Voglio che tu entri a teatro dalla porta principale…- -Ma…?- -Oh…non fingere di non sapere come:vai da quel saltimbanco di Sillani…Ti farà entrare nel corpo di ballo.- Meg taceva,piuttosto delusa. Lui si sollevò a guardarla: -Era quello che avevi detto di voler fare…nessuno si stupirà,se lo metterai in opera…E quando verrà Christine,tu l’accoglierai…- Questa volta Meg sospirò. -Ah…Christine…- Lui si alterò: - O farai così,o non se ne farà nulla!Per me sarà più facile vegliare su entrambe…se sarete alla ribalta - -Su entrambe?...- ripetè lei,con un accenno di broncio. Finalmente Erik la guardò in viso. -Meg…!- Lei taceva.Gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime,cocenti,irritanti. Lui la strinse ,le accarezzò i capelli,le sfiorò il viso con le dita,con le labbra. Meg lasciò che lui le baciasse i capelli,la confortasse con il suo calore. -Non hai ancora capito quanto sei importante per me?... il tuo respiro,la tua pelle…il battito del tuo cuore…appartengono a me…-
Vorrei chiedergli…ma tu mi ami,Erik?..e non ne ho il coraggio..ho paura che ancora non sappia rispondermi…ho paura che mi dica una bugia…e che io possa accorgermene…
-Sei sicuro che le permetteranno di venire a Venezia,dopo quello che è successo?- -Si…Lei stessa li convincerà…- -Come fai a saperlo?- -Perché la conosco…Il teatro,la musica,il canto:è di questo che è fatta la sua anima,la sua vita…- A Meg sembrò di avvertire nel tono di lui una’impercettibile sfumatura di rimpianto.Volle ignorarla. -Qui lei si sente sicura…sicura anche di poter salvare quel suo bamboccio…- riflettè ancora lui,poi soggiunse con un altro tono,energico – E anche Scandiano e i suoi…sapendo che il fantomatico monsieur Dravic è a Trieste…non glielo impediranno,anzi:la sosterranno…- -Ah…Guido!-improvvisamente Meg ripensò all’ultima scena tra lei e il conte,alla scatola che cadeva aprendosi… -Ebbene?- le domandò inquisitorio Erik,non insensibile al cambiamento della sua espressione. -No…nulla…- tentò di sottrarsi Meg,ma era agitata. Nella concitazione della fuga,nell’ansia di raggiungere Erik,aveva completamente rimosso l’accaduto. Guido aveva forse letto le lettere di sua madre? Erik si alzò dal letto e iniziò a rivestirsi,continuando a osservarla accigliato. -Pare che il solo nominarlo….ti trasformi…- l’accusò,sarcastico. Meg era indecisa se raccontargli cosa la turbasse.Ci provò: -E’ successa una cosa…prima che partissi…- -Non ti ho chiesto spiegazioni!- ribattè lui,ostile. Lei si sollevò sul letto e lo raggiunse dall’altro lato,trattenendolo. Gli prese le mani impedendogli di terminare di abbottonarsi la camicia,azione nella quale fingeva di aver concentrato tutta la sua attenzione. -E invece voglio raccontartelo!...E’ una cosa che riguarda anche te….- Lui le fermò le mani nelle sue,poi fece per respingerla,infine le lasciò cadere con un moto sprezzante . Meg non si lasciò intimorire da quel gesto,continuò. -Ti ricordi la scatola …la scatola di mia madre?- Sempre fingendo distratta impazienza lui le rispose: -Si..- -C’erano delle lettere…ricordi che te ne ho già parlato?- Erik finalmente aveva smesso di trafficare con camicia e gilet e le mani sui fianchi sembrava volerle concedere ascolto. -Allora?- -C’era anche una lettera che..che mia madre non ha mai spedito…Non ne ha avuto il coraggio…- Meg si era seduta ai piedi del letto,gli voltava le spalle:e iano gli riferì il contenuto di quella lettera…quasi con le stese parole:
Guido,amore mio… Perdonami:qualcosa di terribile è accaduto,qualcosa che forse non potrai perdonarmi mai… Eri appena riuscito a metterti in salvo,quando quell’uomo orribile individuò il vostro nascondiglio. Me lo trovai di fronte,proprio là dove qualche volta ci eravamo incontrati,là dove ci eravamo amati. Lo affrontai;lui minacciò di sventrare il teatro,di rivoltarlo tutto…E tu sai cosa avrebbe potuto accadere. Lo supplicai,mi dissi disposta a qualunque cosa… Oh..non sai cosa mi chiese! Non sai,non puoi sapere come avvenne… Poi se ne andò,ghignando.Godeva all’idea di quello che ti aveva fatto. Raccolsi quello che rimaneva di me e della mia dignità;presi le mie cose,andai via … Voglia di vivere non ne avevo più. Cominciai ad avvertire i primi sintomi qualche settimana dopo.Presto ebbi la conferma:ero incinta… Sarebbe potuta essere la notizia più bella della mia vita,Guido. Ma…Non avevo la certezza che quel figlio era dell’uomo che amavo,e non del suo peggior nemico. Tuttavia lo accettai. E nacque Meg.La mia bambina…la mia gioia… …
Erik le si era seduto accanto,man mano che raccontava le sue mani le accarezzavano le spalle,poi le sue labbra le sfiorarono leggere i capelli;la cinse,la strinse contro di sé… Lei nascose il viso sul suo petto. -Capisci…?- -E’ doloroso…si…Ma perché?- Lei scosse la testa,lo guardò sorridendo con tenerezza: -Non capisci,Erik?...non capisci perché?...non capisci per chi?- Egli trasalì.Ebbe l’istinto fiero di ribattere che no,non era vero.Nessuno mai avrebbe potuto fare tanto per lui… Ma la prova evidente era là… Serrò la mascella.Si irrigidì: -Dov’è ora questa lettera?- -E’…è a San Marino….scappando la borsa si è aperta e la scatola è caduta…- -Caduta?- -Ai piedi di Guido…- -Per Dio!...-esclamò lui,esasperato.-Se l’ha trovata…certo si sarà messo sulle tue tracce…-
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