Il ponte tra di noi, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(1221 visite )

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Sere Butler
view post Posted on 24/5/2008, 17:21




io adoro ogni istante di più questa ficcy!!! soprattutto la seconda parte mi è piaciuta da morire!!!
 
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spands72
view post Posted on 26/5/2008, 13:16




non sò se ho più caldo, o sono commossa!!! bellissimi il ritrovarsi, la passione, forse Erik ha finalmente capito?!!??
insaziabile ti chiedo ... ancoraaaaaaaaaaaaa
 
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Sere Butler
view post Posted on 26/5/2008, 21:07




e io mi unisco alla richiesta!!!
 
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babyphan
view post Posted on 31/5/2008, 22:47




Quando Meg si svegliò,ancora una volta era sola…
Si sollevò spaventata dal letto:sollevò piano la cortina del baldacchino.Sospirò,sollevata.
Di spalle,ancora a torso nudo,Erik sedeva al suo scrittoio,intento in qualcosa.
La giovane donna infilò la camicia dell’uomo,che le arrivava quasi alle ginocchia ,e a piedi nudi,gli si avvicinò.
-Erik!-
Lui si volse a guardarla,rassicurandola.
-Sono qui…- e l’accolse nel suo abbraccio,cingendole la vita.
-Che facevi?- gli domandò,sospesa,carezzandogli la schiena nuda con la mano.
-Sto scrivendo un messaggio per Nadir…che gli consegnerai…- le rispose lui,riprendendo a scrivere.
Meg nascose con difficoltà la delusione:
-Ah…Nadir…a Trieste…-
Erik si accigliò.Smise di scrivere.
-Che idiota…-mormorò aggrottando le sopracciglia e appallottolando con un gesto rabbioso della mano la lettera –Nadir già lo sa,che stai qui,non è vero?-
Meg cercò di calmarlo.
-Si…ma…-
-Non posso più fidarmi nemmeno di lui!- inveì invece l’uomo,alzandosi di scatto e allontanandosi.
-Erik!....- c’era una vena di rimprovero nella voce della donna.-Non prendertela con lui…-
Così dicendo gli si avvicinò,gli cinse la vita,appoggiò la testa alla sua schiena.
-Lui ti è affezionato,lui morirebbe per te…-
L’uomo non la respinse;anzi le prese le mani tra le sue ,la strinse più forte a sé.
-Già…ma non mi ha detto che tu…-
-Gliel’ho chiesto io …e gli ho anche assicurato che tu avresti capito…avresti capito proprio da questo quanto lui tenga a te…-
Egli si girò verso di lei,se la trovò di fronte,vestita solo della sua camicia.Innamorata e appassionata.
Le prese la testa tra le mani.
-Che devo fare con voi,con te…?-
-Devi solo lasciarti amare Erik….ti prego,fammi restare vicino a te…-
Lui la baciò,troncandole la parola.Poi se ne scostò,scuotendo il capo.
-Ti ho già detto di no…-
-Non qui,se non vuoi…ma almeno nel teatro…come Maurice…-Lo guardava da sotto in su,con un’aria complice,vagamente malandrina.
Lui la attirò di nuovo a sé,la sollevò tra le braccia riprendendo a baciarla con desiderio.
Presto furono di nuovo stesi l’uno sull’altra;e poi stretti,l’uno nell’altra…

Col capo appoggiato sul suo seno,cingendola tra le braccia,Erik giaceva piacevolmente esausto.
Il loro respiro si andava placando;Meg giocherellava con le dita sulle sue spalle,sulla nuca,carezzandogli piano i capelli.
Poco dopo avvertì che lui era già lucidamente concentrato su qualche nuovo pensiero.
Aspettò che parlasse.Che finalmente rispondesse alla sua richiesta…
-Va bene.Resterai…- concesse infine lui.
Sobbalzò,incredula ed entusiasta.
-..ma non come Maurice..Voglio che tu entri a teatro dalla porta principale…-
-Ma…?-
-Oh…non fingere di non sapere come:vai da quel saltimbanco di Sillani…Ti farà entrare nel corpo di ballo.-
Meg taceva,piuttosto delusa.
Lui si sollevò a guardarla:
-Era quello che avevi detto di voler fare…nessuno si stupirà,se lo metterai in opera…E quando verrà Christine,tu l’accoglierai…-
Questa volta Meg sospirò.
-Ah…Christine…-
Lui si alterò:
- O farai così,o non se ne farà nulla!Per me sarà più facile vegliare su entrambe…se sarete alla ribalta -
-Su entrambe?...- ripetè lei,con un accenno di broncio.
Finalmente Erik la guardò in viso.
-Meg…!-
Lei taceva.Gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime,cocenti,irritanti.
Lui la strinse ,le accarezzò i capelli,le sfiorò il viso con le dita,con le labbra.
Meg lasciò che lui le baciasse i capelli,la confortasse con il suo calore.
-Non hai ancora capito quanto sei importante per me?... il tuo respiro,la tua pelle…il battito del tuo cuore…appartengono a me…-

Vorrei chiedergli…ma tu mi ami,Erik?..e non ne ho il coraggio..ho paura che ancora non sappia rispondermi…ho paura che mi dica una bugia…e che io possa accorgermene…

-Sei sicuro che le permetteranno di venire a Venezia,dopo quello che è successo?-
-Si…Lei stessa li convincerà…-
-Come fai a saperlo?-
-Perché la conosco…Il teatro,la musica,il canto:è di questo che è fatta la sua anima,la sua vita…-
A Meg sembrò di avvertire nel tono di lui una’impercettibile sfumatura di rimpianto.Volle ignorarla.
-Qui lei si sente sicura…sicura anche di poter salvare quel suo bamboccio…- riflettè ancora lui,poi soggiunse con un altro tono,energico – E anche Scandiano e i suoi…sapendo che il fantomatico monsieur Dravic è a Trieste…non glielo impediranno,anzi:la sosterranno…-
-Ah…Guido!-improvvisamente Meg ripensò all’ultima scena tra lei e il conte,alla scatola che cadeva aprendosi…
-Ebbene?- le domandò inquisitorio Erik,non insensibile al cambiamento della sua espressione.
-No…nulla…- tentò di sottrarsi Meg,ma era agitata.
Nella concitazione della fuga,nell’ansia di raggiungere Erik,aveva completamente rimosso l’accaduto.
Guido aveva forse letto le lettere di sua madre?
Erik si alzò dal letto e iniziò a rivestirsi,continuando a osservarla accigliato.
-Pare che il solo nominarlo….ti trasformi…- l’accusò,sarcastico.
Meg era indecisa se raccontargli cosa la turbasse.Ci provò:
-E’ successa una cosa…prima che partissi…-
-Non ti ho chiesto spiegazioni!- ribattè lui,ostile.
Lei si sollevò sul letto e lo raggiunse dall’altro lato,trattenendolo.
Gli prese le mani impedendogli di terminare di abbottonarsi la camicia,azione nella quale fingeva di aver concentrato tutta la sua attenzione.
-E invece voglio raccontartelo!...E’ una cosa che riguarda anche te….-
Lui le fermò le mani nelle sue,poi fece per respingerla,infine le lasciò cadere con un moto sprezzante .
Meg non si lasciò intimorire da quel gesto,continuò.
-Ti ricordi la scatola …la scatola di mia madre?-
Sempre fingendo distratta impazienza lui le rispose:
-Si..-
-C’erano delle lettere…ricordi che te ne ho già parlato?-
Erik finalmente aveva smesso di trafficare con camicia e gilet e le mani sui fianchi sembrava volerle concedere ascolto.
-Allora?-
-C’era anche una lettera che..che mia madre non ha mai spedito…Non ne ha avuto il coraggio…-
Meg si era seduta ai piedi del letto,gli voltava le spalle:e iano gli riferì il contenuto di quella lettera…quasi con le stese parole:


Guido,amore mio…
Perdonami:qualcosa di terribile è accaduto,qualcosa che forse non potrai perdonarmi mai…
Eri appena riuscito a metterti in salvo,quando quell’uomo orribile individuò il vostro nascondiglio.
Me lo trovai di fronte,proprio là dove qualche volta ci eravamo incontrati,là dove ci eravamo amati.
Lo affrontai;lui minacciò di sventrare il teatro,di rivoltarlo tutto…E tu sai cosa avrebbe potuto accadere.
Lo supplicai,mi dissi disposta a qualunque cosa…
Oh..non sai cosa mi chiese!
Non sai,non puoi sapere come avvenne…
Poi se ne andò,ghignando.Godeva all’idea di quello che ti aveva fatto.
Raccolsi quello che rimaneva di me e della mia dignità;presi le mie cose,andai via …
Voglia di vivere non ne avevo più.
Cominciai ad avvertire i primi sintomi qualche settimana dopo.Presto ebbi la conferma:ero incinta…
Sarebbe potuta essere la notizia più bella della mia vita,Guido.
Ma…Non avevo la certezza che quel figlio era dell’uomo che amavo,e non del suo peggior nemico.
Tuttavia lo accettai.
E nacque Meg.La mia bambina…la mia gioia…


Erik le si era seduto accanto,man mano che raccontava le sue mani le accarezzavano le spalle,poi le sue labbra le sfiorarono leggere i capelli;la cinse,la strinse contro di sé…
Lei nascose il viso sul suo petto.
-Capisci…?-
-E’ doloroso…si…Ma perché?-
Lei scosse la testa,lo guardò sorridendo con tenerezza:
-Non capisci,Erik?...non capisci perché?...non capisci per chi?-
Egli trasalì.Ebbe l’istinto fiero di ribattere che no,non era vero.Nessuno mai avrebbe potuto fare tanto per lui…
Ma la prova evidente era là…
Serrò la mascella.Si irrigidì:
-Dov’è ora questa lettera?-
-E’…è a San Marino….scappando la borsa si è aperta e la scatola è caduta…-
-Caduta?-
-Ai piedi di Guido…-
-Per Dio!...-esclamò lui,esasperato.-Se l’ha trovata…certo si sarà messo sulle tue tracce…-


 
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gemini21
view post Posted on 1/6/2008, 15:01




Woww!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

CITAZIONE
Erik finalmente aveva smesso di trafficare con camicia e gilet e le mani sui fianchi sembrava volerle concedere ascolto.

image
 
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view post Posted on 1/6/2008, 19:16
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CITAZIONE
La giovane donna infilò la camicia dell’uomo,che le arrivava quasi alle ginocchia ,e a piedi nudi,gli si avvicinò.

pure io vogliooooo :occhilucidi: :occhilucidi:

molto bello babyphan,come sempre!!spero posterai presto il seguito :wub:

CITAZIONE (gemini21 @ 1/6/2008, 16:01)
CITAZIONE
Erik finalmente aveva smesso di trafficare con camicia e gilet e le mani sui fianchi sembrava volerle concedere ascolto.

image

aaaaah Lauraaaaa non potevi scegliere immagine più azzeccata! :sbav:
 
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Sere Butler
view post Posted on 1/6/2008, 20:27




aaaaaaaaaaah belloooooo! i tuoi capitoli ripagano sempre dell'attesa! Questa ficcy mi piace un sacco te l'ho già detto? si vero? vabbè non ti dispiacerà sentirtelo ripetere XD
 
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babyphan
view post Posted on 1/6/2008, 20:29




...Lo confesso:mi fa molto piacere...Approfitto per ringraziare tutte voi!!! :bacio:
 
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spands72
view post Posted on 3/6/2008, 15:24




che bel capitolo! lui si stà ammorbidendo un poco! e ora??? aspetterà l'arrico di Christine? o andrà alla ricerca del nemico comune??
bellissimo, bellissimo!!
 
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babyphan
view post Posted on 3/6/2008, 19:18




Ogni mattina alle dieci in punto un uomo elegante,col volto coperto da una maschera di raso nero entrava nel caffè San Marco di Trieste e,seduto a tavolino,sorbiva la colazione,sfogliando i quotidiani austriaci e italiani che il cameriere gli presentava prontamente.
Restava nel caffè un’ora esatta quindi ne usciva;una carrozza era pronta ad attenderlo all’angolo della piazza,vi montava agilmente e scompariva…per riapparire con la stessa precisione il mattino dopo.
Nessuno sapeva chi fosse;passava per monsieur Dravic,un uomo d’affari slavo…Ma dove risiedesse e che tipo di affari svolgesse non era noto.Ovviamente tra i clienti abituali del caffè si diffondevano le voci più svariate per soddisfare la curiosità che quell’insolita apparizione creava.
Nadir usciva dal caffè sorridendo impercettibilmente.
La commedia stava riuscendo alla perfezione.
La sua presenza a Trieste avrebbe dato al suo padrone tutta l’opportunità e l’agio di perfezionare i suoi piani a Venezia.
E tra una decina di giorni lo avrebbe comodamente raggiunto…
-Un momento,monsieur Dravic!-
Una voce maschile lo frenò mentre montava in carrozza.
Si volse.
-Prego?-
Era il cameriere del caffè,che gli porgeva un paio di guanti in pelle nera.
-Avete dimenticato i vostri guanti…-
Nadir divenne subito diffidente.
-Non sono miei…-disse scomparendo in fretta nella carrozza e invitando il cocchiere ad accelerare la partenza.
Solo un attimo dopo si accorse di non essere solo…
-Buongiorno monsieur Dravic…o chiunque siate:mi sono permesso la licenza di viaggiare con voi…-
-Voi…?-
-Già…sarete così gentile da accogliermi…Sapete non è molto salutare per me mostrarmi in giro in territorio austriaco…dati i miei trascorsi…
Nadir aveva una espressione gelida sul viso.
Nascondeva il disappunto per essersi così facilmente lasciato giocare…
-E dove eravate diretto?- domandò ancora il ‘clandestino’. –Non importa…credo converrete che è l’ospite a dover stabilire la meta…-
-Per quale motivo dovrei consentirlo?-
Un’arma brillò tra le mani del nuovo venuto.
-Questo è un buon motivo?- domandò,aggressivo.
Nadir sollevò le spalle:
-Ci vuol ben altro…-rispose sprezzante.
-Andiamo!...volete rischiare la vita per nulla? – l’altro si finse sicuro di sé –Vi sconfesserò davanti a tutti,signor Dravic…Dirò chi siete…-
-Potrei fare lo stesso con voi…e non so chi ne uscirebbe meglio…- ribattè gelido l’orientale.
Questa volta l’interlocutore lo prese di petto:
-Voi mi condurrete immediatamente dal vostro padrone…ovunque sia…- poi lo lasciò piano andare ,calmandosi e provando a rassicurarlo – Ma non temete…non è lui,che cerco…è madamoiselle Giry…Non ho intenzioni ostili contro di lui…voglio solo parlare con quella ragazza!-
Nadir rimaneva impassibile.
-So per certo che vi ha seguiti fin qui…e credo anche che voi stesso l’abbiate aiutata…Ma ne ho perso le tracce:e voglio ritrovarla!-
-Mi spiace,ma non posso accontentarvi..Non so nemmeno di chi stiate parlando…-rispose ancora Nadir,dopo un attimo di esitazione,poi richiamò l’attenzione del cocchiere -Eugenio! Ferma la carrozza,il signore scende qui!-
Ma la carrozza proseguì.
-Mi credete un imbecille,signore? Non sono solo…ho con me i miei amici…che non hanno faticato a convincere il vostro ‘Eugenio’ a collaborare…Quello che non ci volete dire voi,ce lo ha raccontato già lui…Andiamo presto!- gridò poi verso chi guidava la vettura.
Nadir sprofondò tra i sedili,chiudendosi in un bieco mutismo.



Meg aveva reindossato i suoi abiti maschili e ora provava a sistemare la treccia.
-Sbrigati…dobbiamo uscire di qui prima che sia giorno..- la sollecitò Erik.
Ma se il tono era autoritario,il suo sguardo accarezzava quei capelli d’oro che adorava e che non avrebbe mai voluto che fossero nascosti in quel ridicolo berretto da fattorino.
-Sono pronta…- disse lei,con un tono docile,quasi rassegnato.
Lui la prese per mano e la condusse attraverso un oscuro budello,entro cui spirava un vento crescente.
Meg rabbrividì.
Erik la cinse col suo mantello;la ragazza si strinse istintivamente a lui,cercandone il calore.
Lui allora la tenne stretta nel suo abbraccio,protettivo.
E incrociò con lei uno sguardo caldo,rassicurante.
Finalmente raggiunsero il canale su cui galleggiava la gondola scura che egli aveva usato per raggiungere il teatro.
L’aiutò a montarvi e poi con sicurezza si allontanò verso l’esterno.
Fuori era buio.
Ma quanto tempo avessero trascorso insieme Meg non avrebbe potuto dirlo…Le sembrava tanto,eppure le sembrava passato in un attimo….
Sospirò.
Erik intanto aveva di nuovo accostato alla riv,era balzato fuori dall’imbarcazione e ora le dava la mano:
-E’ qui,vero?-
Meg riconobbe la calle dove aveva trovato alloggio due sere prima.
Guardò ammirata Erik,annuendo.
L’uomo la prese per mano e la condusse all’ingresso.
Il portoncino era chiuso,ma con un passepartout fece scattare la serratura e le aprì la porta,invitandola a entrare.
-Vieni…?- gli domandò timidamente.
Lui si guardò diffidente intorno,poi assentì col capo e la seguì.
Entrarono nella stanzetta destinata a Meg:era piccola,piuttosto povera.Una finestrella dava sul canale e di giorno di intravedeva un campanile lontano.Ma in quel momento era tutto buio.
Meg accese il lume a gas.
-E’ qui che hai passato la notte?- le domandò Erik.
-Si…Non è granchè,ma…-
-Non sai cosa darei per restare…-
Meg rimase di nuovo senza parole.
Lui le si avvicinò,le strinse le spalle tra le grandi mani,continuò a parlare:
-Passare la notte qui con te…risvegliarmi domani con la luce che filtra dai vetri…indovinare dai riflessi sull’acqua dove sorge il sole…- poi la guardò,le cercò le labbra,le sussurrò prima di baciarla –cominciare la giornata facendoti l’amore…-
Lei gli si strinse contro con tutta se stessa,rispondendo al suo bacio interminabile.
Poi quando lui piano la scostò da sé gli domandò:
-Che cosa vuoi che faccia?-
-Te l’ho detto…Vai dal tuo amico Sillani e chiedigli di farti lavorare nel corpo di ballo della Fenice…-
-Ma…e ‘Maurice’? non si chiederanno che fine ha fatto?...-
Erik fece scattare le dita con disappunto.
-Farai questa commedia solo un’altra volta …-
Ci fu una breve pausa poi lei gli chiese:
-Tu…credi davvero che Guido mi cercherà?-
-Si- rispose lui,serio,fissandola.
-Cosa …?-
-Per questo è doppiamente importante che tu sia nel corpo di ballo:era quello che avevi detto di voler fare…non ci troverà nulla di strano….Meg nessuno deve sospettare della mia presenza qui…-
Lei accennò a un sorriso,lo rassicurò:
-Fidati di me…-
Lui le aprì le braccia e la strinse a sé,appassionato.
-Mi fido…mia piccola Meg…-
-Ora però lasciami andare…- si guardò ancora intorno,come affascinato da quella semplice stanzetta. –Ti immaginerò qui,tra le lenzuola che sanno di pulito… -Sfiorò con le mani una sottoveste adagiata sulle coltri –Con indosso la tua veste bianca…E sapere che sei mia…mi farà sentire meno solo…-
Si scambiarono un ultimo bacio appassionato,poi lui scivolò fuori dalla porta e sparì.

 
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view post Posted on 4/6/2008, 15:34
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He's a lion that I am proud to hunt

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CITAZIONE
-Mi credete un imbecille,signore? Non sono solo…ho con me i miei amici…che non hanno faticato a convincere il vostro ‘Eugenio’ a collaborare…Quello che non ci volete dire voi,ce lo ha raccontato già lui…Andiamo presto!- gridò poi verso chi guidava la vettura.
Nadir sprofondò tra i sedili,chiudendosi in un bieco mutismo.

grrrr,rabbia! :angry: povero Nadir,l'hanno fregato...

CITAZIONE
-Non sai cosa darei per restare…-
Meg rimase di nuovo senza parole.
Lui le si avvicinò,le strinse le spalle tra le grandi mani,continuò a parlare:
-Passare la notte qui con te…risvegliarmi domani con la luce che filtra dai vetri…indovinare dai riflessi sull’acqua dove sorge il sole…- poi la guardò,le cercò le labbra,le sussurrò prima di baciarla –cominciare la giornata facendoti l’amore…-

:caldo: :caldo: :caldo: :caldo: :caldo:


bello bello babyphan,grazieee! :clap:
 
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spands72
view post Posted on 4/6/2008, 17:45




che bello.... che bello... che bello.. (ho detto che mi piace vero??!) :wub: :wub: :wub: :wub: :fisch:
mi piace tanto!! ogni passaggio!!
grazie :phantom: :phantom: :phantom: :phantom: :phantom:
 
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Sere Butler
view post Posted on 5/6/2008, 07:55




CITAZIONE
-Ora però lasciami andare…- si guardò ancora intorno,come affascinato da quella semplice stanzetta. –Ti immaginerò qui,tra le lenzuola che sanno di pulito… -Sfiorò con le mani una sottoveste adagiata sulle coltri –Con indosso la tua veste bianca…E sapere che sei mia…mi farà sentire meno solo…-

:wub: :infermieri: bellissimo tutto comunque!!!

povero Nadir!!!
 
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babyphan
view post Posted on 12/6/2008, 15:38




Quando quel pomeriggio Meg /Maurice si rirpresentò all’ingresso del backstage era stranamente più agitata del primo giorno.Magari quando era arrivata in teatro la prima volta era così concentrata sul suo progetto di ritrovare Erik che nulla avrebbe potuto distoglierla.Ma ora sentiva che tutto in quella farsa che s’era inventata era poco credibile,e che l’avrebbero potuta scoprire da un momento all’altro…se magari non avevano già sospettato di lei…e attraverso lei sarebbero arrivati a Erik…
Erik…
Gli aveva promesso che sarebbe stata accorta,gli aveva chieto di fidarsi…Ma se avesse invece commesso qualche sbaglio,qualche imprudenza?
Risentiva la voce di lui che le diceva ‘Mi fido,mia piccola Meg’…ah potergli sentire sempre quel tono pacato,potergli vedere in volto quell’espressione…Meg avrebbe pagato chissà quanto…
-Ah giovanotto…sei qui! Ma dove eri finito?-
-Perdonnez moi,monsieur…-
-Non è che hai dormito in teatro,vero? Sai che è proibito?...-
‘Ecco…magari quello era un buon espediente per farsi licenziare e scomparire…’
-Ehm…-mostrando imbarazzo,non negò.
Il direttore era accigliato e stava per andare a fondo alla vicenda,quando la porta del backstage si aprì ed in controluce si disegnò una figura imponente,dall’aria minacciosa.
-Buongiorno…Il Signor Stacchetti?-
Meg rabbrividì:conosceva quella voce…
Scivolò fuori dall’atrio,ma –attaccata al muro – rimase in attesa di sapere che cosa quell’uomo era venuto a fare.
-Dite…-
-Forse voi potete aiutarmi…cerco una artista…-
-Bè…ce ne sono tante qui…Ma non è a me che dovete rivolgervi…io mi occupo di maestranze:la direzione artistica è…-
-E invece proprio a voi!- la voce dell’uomo si fece minacciosa;probabilmente aveva anche alzato le mani sull’interlocutore.
-Signore!- reagì il veneziano.
-Ora mi chiami signore? Non sai chi sono,amico?-
Qui le loro voci divennero un confuso bisbiglio.Meg non riuscì ad afferrare molto..ma intuì che Guermantes stava ricattando Stacchetti in qualche modo.
Infatti dopo un po’ i due uomini rientrarono ciascuno nei propri ranghi,le voci si calmarono.
-Dunque…non ti chiedo molto…solo una piccola collaborazione in nome dei vecchi tempi…-
Stacchetti imprecò,ma non disse di no.
-E’ francese..anche sotto falso nome la riconosceresti ….- e qui di nuovo abbassò la voce.
-Non c’è nessun francese…a parte un ragazzino arrivato l’altro giorno…Era qui poco fa:MAURICE!-
Meg si sentì morire.Trattenne il fiato e pregò Dio di non essere scoperta.
-Non so che farmene del tuo garzoncello! E’ la ballerina che devi trovarmi…Ho una proposta da farle…-
-Ma..se non arrivasse?- provò a far notare l’altro.
La voce di Guermantes divenne di nuovo un sibilo minaccioso e cattivo:
-Arriverà:la sto aspettando…-
La porta si aprì e richiuse con fracasso,sottolineando l’uscita di scena dell’intruso.
‘Maurice’ rientrò nell’atrio.
Il direttore era accasciato sulla sedia.
Contrariato,furente.
-Ah eccoti! Dov’eri sparito?...- lo rimproverò.
-Ehm..si,signore io…-
-Tu…Vai a cambiarti e subito a posto tuo! Tra mezz’ora cominceranno ad arrivare gli spettatori…-

Che cosa farò,adesso?...provare ad avvertire Erik…proseguire con il piano precedente…?Ma perché Guermantes mi cerca?Che vuole da me?

Meg avrebbe dovuto trovare una scusa per ‘scomparire’ come Maurice.
Ma in quel momento preferì soprassedere;e attendere la sera.

Era una soiree importante,quella.L’ultima rappresentazione de Il muto,col congedo della compagnia.Presenziavano molte persone note della città,il parterre era elegantissimo.E la confusione indicibile.
‘Maurice’ fu impegnatissima.
Tra accompagnare e servire e guidare e distribuire i libretti…non ebbe un momento per cercare di capire dove potesse essere Erik.
E come raggiungerlo…
Poco prima che lo spettacolo iniziasse,mentre sollecitava gli ultimi ritardatari intrattenutisi all’ingresso a prendere posto vide però,riflesso in uno specchio davanti a lei,un volto conosciuto…Aquilles Guermantes…
Pensò che avrebbe dovuto essere prudente,per non farsi scoprire:ma si accorse anche che l’uomo parlava fitto con qualcuno.
Voleva cercare di capire cosa stesse dicendo…
In qualche modo si avvicinò ai due,mentre le maschere sospingevano la folla verso la platea.
-No,da noi la ragazza non si è ancora presentata…Siete sicuro che verrà?-
-Si…è lei la mia esca:sono sicuro che mi porterà presto all’amo tutti i pesci che mi sono sfuggiti finora…-
-E cosa dovremo fare,quando arriverà?-
-Quello che le ha promesso vostro marito:farla lavorare qui...-
-Ma..voi,come credete di poter agire…? Siamo in Italia…occorre prudenza,non è come a Parigi…-
-Tacete!- ribattè l’uomo,tirandola un po’ da parte,verso una specchiera.
Meg si espose un po’ per tentare di seguire i loro discorsi almeno dal movimento delle labbra.
Fu allora che l’uomo ne scorse il volto riflesso nello specchio e –sorpreso – riconosciutolo si volse a cercarla ovunque.
Meg /Maurice ricambiò per un attimo il suo sguardo,poi tentò di confondersi tra il pubblico,arretrò verso il suo posto.
Calò il buio,ma nella penombra il passo di Guermantes non s’arrestò.
Meg lo sentiva avvicinarsi…
Lasciò il suo posto e fuggì verso il back stage.
Poi da uno dei palchi qualcuno la chiamò:
-Giovanotto,non abbiamo ricevuto il libretto…-
-Ve lo porto subito,signora…- rispose,senza decidersi ad uscire.
-E cosa aspetti? Sbrigati!-
-E’ che…- provò a inventarsi una scusa – il maestro non vuole confusione all’esordio…-
Per fortuna la vecchia signora che occupava il palco era d’animo buono;e poi…trattandosi del maestro,verso cui tutti avevano una ammirazione reverenziale…
-Sta bene…aspetterò!-
Meg respirò di sollievo.
Sperava con tutto il cuore che Guermantes non trovandola avrebbe rinunciato a cercarla.
Coll’orecchio teso appoggiata alla porticina del palco,sentì i passi dell’uomo arrivare fin lì;gli sentì aprire la porta del back stage…
Poco dopo lo sentì richiuderla e andare via.
L’ouverture intanto era finita.
Tra gli applausi la occupante del palco le ribadì:
-Allora? Adesso puoi andare? O vuoi assistere a tutto lo spettacolo dal mio palco,signorino?-
-V…vado…-
Uscì lentamente e scivolò verso la porta che dava sul palcoscenico.
Piano percorse guardandosi le spalle l’impalcatura a balconcino.Sperava di vedere Erik,o esserne vista.
Poi ebbe una sorta di violenta illuminazione.
Ripensò allo scambio di battute tra il suo inseguitore e la signora Sillani.
Esca? Esca per chi?
Per Erik?
No,non lo avrebbe fatto scoprire…
Fece per tornare indietro,ma davanti a lei si parava il temuto avversario.
Meg tentò il tutto per tutto.
-Signore,mi spiace ma qui non è permesso…-
L’uomo avanzò.
Nel buio non era ancora sicuro che si trattasse proprio di colei che cercava.
Meg alzò la voce:
-Non si può accedere qui!-
Il maestro,i cantanti,le comparse alzarono infastiditi il viso.
Intervennero altre maschere,che salirono in aiuto di Meg.
-Prego signore…-Guermantes venne gentilmente allontanato,ma fissò minaccioso negli occhi la giovane donna,con un ghigno strano,annuendo.
Intanto la ballerina sospirò di sollievo e uscì dal back stage.
Ma una sensazione strana,a cui lei rifiutava di dare attenzione,le si insinuava piano nel cuore.
Dov’era Erik?Aveva assistito alla scena?...e se si,perché non era intervenuto?
 
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spands72
view post Posted on 12/6/2008, 16:28




quanto non mi piace quell'uomo miserevole!! e poi, cos'è tutti sono ricattabili, tutti hanno paura di quel bravo??? sono rabbiosa!! :plasso:
 
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