| Quella mattina Meg,vestita col suo vestito da giorno più grazioso bussò piano alla porta della direzione del teatro Apollo. Le andò incontro,sfoderando un galante sorriso,l’usciere: -Desiderate,signorina?- -Ho bisogno di vedere monsieur Sillani…- L’uomo,dall’accento della giovanetta,comprese trattarsi di una straniera e ciò sembrò accrescere il fascino della nuova venuta ai suoi occhi. -Ve lo cerco subito…se intanto volete accomodarvi…- e indicò una panca vuota addossata alla parete,piuttosto squallida in verità,di quell’ingresso degli artisti. Mentre Meg sedeva,l’altro si addentrò in fretta verso il palcoscenico:probabilmente la compagnia stava provando. Difatti,prolungandosi l’attesa,la ballerina,spazientita si mise sulle tracce dell’usciere,ritrovandosi dietro le quinte del teatro:sulla scena Sillani interpretava un esilarante quadro da ‘Arlecchino servitore di due padroni’. Meg seguì divertita la scena.ne conosceva già la versione francese,quindi non ebbe difficoltà a coglierne i lazi e le battute,benché recitate in italiano. La sua risata cristallina non mancò di giungere alle orecchie dell’attore che,sollevato il viso,la riconobbe con una breve occhiata ,le sorrise e quindi,recitata la battuta finale,chiamò la pausa per sé e la compagnia. -Oh…signorina Margherita…- le disse ammiccando,andandole incontro a braccia aperte. -Signor Ernesto…- gli sorrise Meg. -Non mi aspettavo più di vedervi qui…- Meg si morse le labbra. -Significa che…forse è tardi per chiedervi…- Ma l’uomo la stava abbracciando con paterno affetto,e la rassicurava. -Se volete,io sono a disposizione… sempre per voi…- Così dicendo,la sospinse affettuosamente verso il camerino,invitandola a sedere e spiegarsi meglio. Pochi minuti dopo i due si congedavano dandosi appuntamento a quello stesso pomeriggio per la presentazione al direttore della Fenice. -Siete sola,Meg? Non volete fermarvi da noi?- le disse trattenendola Sillani. Ma la ballerina declinò,rimandando all’incontro –proficuo si sperava- di quella sera. Intanto,con la coda dell’occhio aveva ben visto la signora Sillani indossare velocemente un soprabito e uscire con disinvolta noncuranza dal back stage…
Venezia,tra canali,calli e rii era un dedalo per chi non la conoscesse;ma Meg era troppo determinata per lasciarsi sfuggire la preda. Un colpo di fortuna le consentì anzi di trovarsi proprio di faccia alla fuggitiva. -Inutile affrettarsi,signora Lucia…il vostro amico è già al corrente della mia presenza qui!- Lucia Sillani sobbalzò,impallidì d’apprima,diventando quasi terrea;poi l’imbarazzo le accese il volto e una rabbia sorda,incapace di esplodere,sembrò soffocarla. -Ebbene? Siete senza parole stavolta?- la sfidò la giovane perseguitata. Sul viso della donna si dipinsero il dolore,la vergogna,la paura: -Vi prego…vi prego…- la supplicò sollevando le mani come a volerla zittire. -Mi pregate?...- La donna sospinse Meg per un vicoletto poco frequentato,con uno strattone che colse alla sprovvista la giovanetta. Dietro l’angolo la ballerina cercò di reagire,era pronta a infierire:ma inaspettatamente Lucia scoppiò in un pianto dirotto… Un pianto che meravigliò Meg,bloccandola. -Sapevo che questa cosa sarebbe venuta a galla prima o poi…lo sapevo…e da una parte ci speravo,sapete? Ci speravo quasi…Almeno mi sarei definitivamente liberata di quell’essere,della sua viscida presenza nella mia vita,delle minacce,dei ricatti…ma poi? Avrei perso Ernesto…Lo avrei perso per sempre!-
Il discorso della donna procedeva sconclusionato,e doloroso insieme. Meg la osservava:contrariata,perplessa,addolorata ma diffidente insieme. -Ma da quanto tempo dura…?- finì per chiedere,nella speranza di comprendere tutto,finalmente. Qualcuno passava,Lucia si ricompose in fretta,asciugando le lacrime e irrigidendosi nel suo soprabito scuro.Il suo sguardo vagava lontano,a ricordare il passato… Era cominciato a Parigi:Guermantes l’aveva avvicinata con la scusa di provare ammirazione per lei,l’aveva circuita,poi -di fronte alle sue resistenze- si era fatto riconoscere come quello sbirro che era e l’aveva minacciata di arrestare Ernesto,di cui sospettava qualcosa. -Una volta in galera,so come fargli recitare la parte intera…e con i connotati cambiati difficilmente tornerebbe a presentarsi sulla scena…- Aveva ceduto,sperando fosse solo quello…solo cedere a un bieco desiderio carnale… Ma no! Quello era stato solo l’inizio…. In seguito il ricatto si era fatto più subdolo:rivelare il tradimento a Ernesto,magari ventilargli che il nascituro che all’epoca portava in grembo…chissà… E costringerla a tradire:tradire,tradire,tradire! -Ma allora…eravate voi l’informatrice?- -No…non io sola…ma:che cosa credete?perchè quell’assurda gelosia? Perché fare il vuoto,terra bruciata intorno a mio marito?...per salvare lui e i suoi amici…Tenendoli lontani io facevo l’unica cosa possibile per salvarli,senza tradirli…senza tradirmi… Meg scuoteva la testa,pensava a sua madre… -Mio Dio quanto dolore…quanta pena…- Poi riflettè. -Allora…anche a Marsiglia…e dopo a Porretta…Ma… ma avete messo a repentaglio la vita di Ernesto,proprio voi?!?...e dite di amarlo?- -Eravamo d’accordo che non gli sarebbe stato torto un capello…ma so che lui…- -Lui ha tentato di salvarmi la vita,madame…- Lucia abbassò il capo. Tacque,annichilita dalla sua vile impotenza. -Se fosse morto…avrei ucciso Guermantes con le mie mani…- disse poi,rialzando la testa,con voce di gelo. Meg sollevò le spalle.No,non le credeva,non si fidava. -Dov’è? Perché non lo denunciate ai patrioti?- le chiese,con franca spregiudicatezza. Lucia sorrise come un po’ fuori di sé. -Saperlo…- -E allora? Dove stavate andando?- la aggredì Meg,incredula. L’attrice sollevò le spalle,spiegò: -Il sistema è sempre lo stesso…debbo andare a sedermi al tavolino di un caffè o accendere una candela in una cappella…o …sedermi nel palco tal dei tali di un teatro…Lui mi vede e sa…- -E questa volta? Dove eravate diretta?- -Al caffè Mondrian…- La ballerina riflettè. -Ebbene…andateci…- -Avete detto che…- -Andate! Non deve sapere che io so di voi…deve credere che siate ancora dalla sua parte…- Il tono di Meg era determinato,fermo.Lucia Sillani eseguì.
Alvise Radaelli si chinò sulla mano che la giovane ospite gli porgeva osservandola un po’ da sotto in su;aveva un volto familiare,ma non poteva riconoscerla dal momento che l’unica volta che si erano incrociati,in un contesto piuttosto agitato,era stato al ballo in maschera di San Marino. -Sono lieto di conoscervi,madamoiselle…Ernesto mi accennava che…avete lavorato all’Opera..- -Non lavorato,Alvise:questa giovanetta è nientemeno che la figlia di Madame Giry,la direttrice del corpo di ballo…- -Oh,certo certo…- sorrise quello,trattenendo l’amico dal continuare. Un sorriso di circostanza,in realtà. Il direttore Radaelli non era un esperto di danza. E il suo teatro puntava tutto sul melodramma,più che sui balletti… -Madamoiselle…dirigo il teatro e sarei lieto di avervi tra di noi,ma…debbo chiedervi di sottoporvi a un provino con la nostra maestra,la signora Grisi…- -Madame Grisi?..oh,ma io…- Meg era imbarazzata.Danzare davanti a una delle più famose ballerine del balletto romantico…Carlotta Grisi …’Giselle’… -Venite…il corpo di ballo sta provando proprio ora e…magari potrete parlare con la signora e… Il direttore la introdusse in platea. In palcoscenico un gruppo di dieci ballerine si esercitava al suono di un pianoforte verticale,cui era appoggiata una donna anziana ma ancora estremamente affascinante la cui voce sottile ma perentoria sembrava scandire ogni mossa,ogni passo eseguito dalle giovani artiste. La maestra percepì subito la presenza degli intrusi,nel buio,nonostante il direttore fosse stato il più cauto e silenzioso possibile.Si beccò una guardataccia di rimproverò che lo ammutolì definitivamente… Attesero che la prova finì.I due uomini abbastanza annoiati e spazientiti,Meg rapita dalla bellezza di quelle coreografie e dalla grazia di chi le eseguiva… Finalmente anche le luci in sala furono accese e le ballerine congedate.La signora allora si volse al direttore con evidente sussiego e disse: -Immagino volevate parlarmi di qualcosa,signor Radaelli…- -Si- balzò in piedi quello –Ehm,si tratta di questa giovane…una promessa del teatro dell’Operà,ma…voi sapete in Francia…- Mentre l’uomo si affannava,la maestra squadrò dalla testa i piedi Meg con aria ostile. -Mi spiace,direttore…siamo al completo…- troncò a un tratto corto. -Ma…signora,madamoiselle Giry ha bisogno di…- A sentirne pronunziare il cognome,la signora Guidi cambiò espressione,guardò con maggiore attenzione la giovanetta. -Avete detto?- -Madamoiselle qui…- -No,voi…- disse rivolgendosi direttamente a Meg – Avete bisogno di lavorare? Come mai?- -In Francia…ho perso tutto ciò che avevo madame,affetti,lavoro…ora avrei bisogno di ricominciare…- -E…vostra madre?- Meg chinò il viso di lato,per trattenere la commozione. Sillani si avvicinò alla Guidi e le sussurrò poche parole,brevi ragguagli.Con un gesto sempre un po’ teatrale,la donna lo zittì,quindi sollevò piano il volto di Meg per osservarla meglio. -Da quanto tempo non danzate?- -Circa un anno…- -Ve la sentite di affrontare un provino,qui…ora…?- Meg deglutì confusa,imbarazzata. In quella un fruscio attraversò tutto il sipario e una mano invisibile sembrò sfiorare i tasti del pianoforte… O forse Meg aveva sognato? Non poteva tirarsi indietro,non ora.Aveva promesso a Erik…gli aveva chiesto di fidarsi di lui..Dunque avrebbe danzato.
Uscì dal camerino dove aveva indossato tutù e scarpette piuttosto incerta. Le sembrava che nulla di quel mondo artefatto le appartenesse più,le sembrava che il suo corpo fosse costretto ad agire contro la sua vera natura… Poi,entrata sul palcoscenico,a un cenno della Grisi si levò una musica carica di suggestione;la eseguiva la voce pura di un violino e cantava la malinconica storia di un cigno che si addormenta per sempre… Meg eseguì la coreografia con dolce abbandono e con quella grazia che le era innata. Sospesi,rapiti,Radaelli e Sillani erano pronti a esplodere in applausi alla fine della esecuzione,ma la signora –nonostante una malcelata soddisfazione – fu più cauta e, col solito tono che teneva a distanza,sentenziò. -Siete un po’ arrugginita,mia cara…e si vede.Ma avete fatto un’ottima scuola…- -Grazie signora…- -E’ chiaro che non potete aspirare a ruoli di etoile…ma posso inserirvi nella prima fila…per ora…- Meg chinò il capo,stanca ma soddisfatta. -Andiamo maestro?- disse poi la Grisi,cercando il suo consueto accompagnatore. –Maestro?- Da una quinta arrivò trafelato un anziano signore. -Scusatemi…scusate ho tardato…- La maestra corrugò la fronte,dubbiosa:chi aveva sonato poc’anzi per tutti loro? Correndo a cambiarsi Meg aveva il sorriso sulle labbra:lei sapeva bene chi era stato!
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