Un pacchetto di sigarette appena iniziato, ff su Gerry

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icon12  view post Posted on 3/4/2008, 16:15
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He's a lion that I am proud to hunt

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Panettona,mitico pianeta agreste

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I
Anche dopo un viaggio estenuante,arrivare a Ischia era sempre suadente e suggestivo:il sole,tramontando dietro l’Epomeo- , lambiva con gli ultimi raggi Procida,un avamposto del passato mediterraneo;carezzava l’arida schiena di Vivara,una cattedrale selvaggia di roccia e mare;infine ti attirava tra le verdi braccia del porto d’Ischia,dove già si accendevano le luci della ‘rive droit’,impastate di aromi e accordi suadenti. Sarebbe stato bello fermarsi per una vacanza:ma lui non era lì per una vacanza…ebbe un moto di fastidio,come gli succedeva da mesi,ormai:lui era lì per mettersi in vetrina,presto sarebbe arrivato alla gabbia d’oro del suo lussuoso albergo;avrebbe rivisto le solite facce,sorriso,chiacchierato,flirtato…tutto secondo un programma stabilito,che ultimamente gli stava cominciando ad andare un po’ stretto.Non sapeva se quella sensazione di struggente insoddisfazione gli nasceva dalla stanchezza,dall’ora crepuscolare,dalla delusione inespressa rispetto alle aspettative dell’anno prima:l’Italia era stata piuttosto avara,con lui…Gettò via il mozzicone,stancamente e,senza pensarci,accese un’altra sigaretta;le operazioni di sbarco erano terminate e,con gli altri,si avviò in hotel.
La vide per la prima volta il mattino dopo,sulla terrazza solarium dell’albergo;si era steso su un lettino a leggere qualcosa,dopo i convenevoli di rito,ma sollevando lo sguardo fu attratto da una giovane donna,dai corti capelli un po’ arruffati,un caffettano giallo trasparente,il viso imbronciato,che avanzava al fianco di Bruno,l’atletico vicedirettore dell’albergo.Sembravano discutere,ma naturalmente lui non afferrava una parola di quello che dicevano…
_Bruno,secondo me farci venire questa settimana non è stata una buona idea…-
-Ma non ho potuto fare altrimenti,Eddy…e poi una volta saresti stata contenta…guarda qui che ‘parterre’…-
Lei sbuffò e ridacchiò a denti stretti:
-Hai detto bene…una volta:ora la mia vita è leggermente cambiata,non ti pare? E sinceramente insieme a tutti questi vip non mi ci vedo proprio!-
-Ma loro non ti daranno alcun fastidio…sono tutte personcine ben ammaestrate,almeno con gli altri clienti dell’albergo!-rispose ancora Bruno,guardandosi intorno e sorridendo cortesemente a quelli che incontrava.A un tratto lo sguardo dell’italiano cadde anche su di lui:
-Good morning,mr ***….everything’s all right?- Non aveva un gran bell’accento e il suo sorriso era estremamente formale;altrettanto formalmente lo ricambiò,ma in quel momento,per una frazione di secondo i suoi occhi incontrarono quelli della donna,proprio mentre Bruno le stava suggerendo:
-Potresti metterti proprio là(accennando al lettino vicino al suo):è una posizione ideale,perché vedi sia la spiaggia sia la piscina…ma sta’tranquilla che finchè funziona il miniclub puoi anche rilassarti un po’…-
Lui ebbe l’impressione che la donna chiedesse informazioni sul suo conto:
-E’ un attore anche quello?...-
Ne rise un po’ tra sé,pensando “Non sa nemmeno chi sono!” Spense l’ennesima sigaretta,nel posacenere sul tavolino che avrebbero avuto in comune;intanto Bruno e la donna si avvicinavano e lei prendeva possesso del suo lettino…ma a lui non sfuggì il leggero disappunto con cui la nuova venuta osservò per un attimo il numero di mozziconi accumulati nel posacenere:Bruno chiamò in silenzio un inserviente,fece portare via il potenziale pomo della discordia e ne fece portare un altro vuoto…senza parlare lui preferì tenerlo dall’altro lato del lettino,a terra.
Intanto la ragazza si era sfilata il prendisole:indossava un bikini ,anche quello giallo,con piccole decorazioni;sulla sua pelle già abbronzata l’effetto era radioso,nonostante il costume fosse piuttosto castigato…Estrasse da una borsetta il cellulare ,che posò sul tavolino,e un libro che dopo poco iniziò a leggere ,immergendovisi completamente.
La pace però duro’ poco:l’albergo era pieno di ospiti illustri e molti fan si accalcavano,come potevano,per tentare di avvicinarli;di tanto in tanto si avvertivano applausi di incoraggiamento,ovazioni contenute;lei interrompeva brevemente la lettura e si guardava intorno,apparentemente di- stolta dalla confusione.In realtà cercava con lo sguardo qualcuno oltre la terrazza,in mare o verso la piscina:a un tratto i suoi occhi si illuminarono e sorrise ,facendo anche un rapido cenno di saluto con la mano.Posò il libro sul tavolino e si avviò verso la spiaggia;ma prima che lui potesse vedere verso chi si dirigesse,una giovane starlet bionda gli si affiancò sul lettino,cominciando a scherzare civettuolamente.La schermaglia scherzosa durava ancora quando Eddy riprese il suo posto,dopo essersi evidentemente bagnata;ai due si era aggiunto anche R*** B*** e
tutti e tre ridevano,forse in maniera un po’ forzata. Non appena fu abbastanza asciutta, Eddy allungò la mano per riprendere il suo libro,ma aprendolo si rese immediatamente conto che qualcosa non andava;si voltò verso il suo vicino ,che ancora era impegnato nella sua frivola conversazione e si accorse che stringeva tra le mani,distrattamente ,il volume che le apparteneva. Attese un po’,finchè i due nuovi arrivati non si fossero congedati,soffocando a stento la sua impazienza,poi gli rivolse la parola,in un inglese un po’ lento,ma quasi perfetto:
-Ehm…mr…mmm ******? Sorry,but perhaps you’ve taken my book…and I the Yours,of course…-e fece il gesto di restituirglielo.
Naturalmente la sua sorpresa fu doppia;sentirle parlare la sua lingua ed avere anche un pretesto per conversare con lei!
-Oh,mi dispiace- le disse e prima di ridarglielo diede un’occhiata alla copertina:vi campeggiava un labaro romano,così immaginò si trattasse di un romanzo storico. –Cosa stava leggendo? Può tradurmi il titolo?-
-Bene,si…E’ ‘L’ultima legione’,un romanzo ambientato alla caduta dell’impero romano d’occidente,non so se…-
Lo sfogliò un attimo e gli cadde lo sguardo sul nome di Attila…
-Si parla anche di Attìla..
-Di chi?...oh,vuol dire Attila…il flagello di Dio(quest’ultima espressione la disse in italiano),sì, ne parla,ma marginalmente…perché me lo chiede?-
Lui la guardò e sorrise,scuotendo la testa;lei per la prima volta lo guardò fisso in volto,domandandosi segretamente come mai non avesse troncato quella chiacchierata sul nascere e sorridendo a sua volta un po’ stupita.
-I have been Attila,on the screen…
Eddy rimase in silenzio per un attimo;una voce dentro di lei la invitava a glissare quella conversazione…non era lì per intavolare amicizie,sia pure effimere come quelle da spiaggia;ma un’altra voce,più forte prese il sopravvento…una voce che lei riconosceva sempre in ritardo,pericolosa perché rispondeva solo ad una sorta di istinto ancestrale a mettersi in gioco o più semplicemente a cacciarsi nei guai…
-Ho sempre immaginato Attila con dei tratti somatici quasi ferini…occhi sottili e feroci,lineamenti bestiali…come d’altronde i precedenti cinematografici che lei conoscerà ci hanno sempre fatto credere…Anthony Quinn,Jack Palance…-
-Lei sembra molto ferrata in materia…è qui per il festival?-
Ma prima che la donna potesse rispondere,ecco di nuovo Bruno…aveva un’espressione distrutta e venne a sedersi accanto a lei con l’aria del cucciolo in cerca di coccole:
-Non ce la faccio più…perché non facciamo cambio e mi sostituisci un po’?-
-No grazie caro..io ho già il mio da fare!-
-Si,il tuo da fare…-rise lui,prendendole dalle mani il libro- hai una figlia che è un angelo…quando mai io ho avuto il tempo di leggere qualcosa…nemmeno d’inverno!-
-Ma Bruno,non sapevo che avessi imparato a leggere…!?!-
La familiarità con cui scherzavano tra di loro cominciava a irritarlo stranamente,forse anche perché non riusciva a capire cosa si dicessero;l’italiano rideva insieme a lei,poi si chinava a sussurrarle qualcosa all’orecchio… Dalle loro espressioni ***** era certo che si trattasse di un qualche complimento:
-Sei sempre la stessa linguaccia,Eddy…e sei anche in forma strepitosa!-
Ora lei rise ,ma di una risata diversa,che lui aveva già notato;era appena accennata,come se non potesse essere condivisa con l’interlocutore;una risata che alzava una sorta di barriera tra lei e chi le parlava: ***** si augurò che qualcosa interrompesse quei due,perché desiderava riprender il filo della conversazione precedente.
Qualcuno chiamò Bruno,che si alzò restituendole il libro e allungandole un buffetto amichevole;lei lo guardò allontanarsi scuotendo la testa e stava per rimettersi a leggere,quando lui le rifece la domanda:
-E’ qui per il festival?-
-Oh no… per carità,se lo avessi saputo prima…-
-Lo dice come se ne fosse infastidita…-
-In realtà sono appassionata di cinema,ma del cinema del passato…ora come ora preferisco il teatro:a teatro ogni sera l’attore crea una magia diversa insieme al pubblico…finzione e realtà si mescolano sotto i tuoi occhi,ma tu puoi toccarle entrambe…e puoi entrare in contatto reale con l’attore…cosa che in questa vetrina di divi è impossibile…E’ un po’ come la rete…internet,dico…sembra di conoscerci tutti,parliamo,esterniamo,guardiamo….ma in realtà non c’è esperienza vera,è tutto ‘virtuale’…-
La avrebbe ascoltata ancora,con piacere;ma anche questa volta furono interrotti:
-Mamma!-
-Amore…hai finito di fare il pesciolino?-
Una bimba di circa sei anni,con un grazioso costumino a righine e un solo bracciolo grondava acqua vicino al lettino;eddy si alzò in fretta ,le sfilò il bracciolo e la avvolse in un asciugamano asciutto.Istintivamente lui si ritrasse,ma prima gettò uno sguardo alle mani della donna,che erano prive di anelli.





II

Serena si era appena addormentata.Eddy le sfiorò la fronte con un bacio e si alzò dal letto;in silenzio,schiuse la vetrata del balcone e uscì fuori,richiudendosela alle spalle.Respirò profondamente l’aria della notte…un’aria che sapeva di mare e fiori d’agrumi:dal suo balcone,nell’ala destra dell’hotel,un po’ defilata rispetto al corpo di fabbrica centrale,si guardava l’insenatura di fronte,il cui estremo lembo nascondeva la visuale al di là…ma lei conosceva bene l’isola e sapeva immaginare la costa che si allungava via via verso Forio,fino a Sant’Angelo,tra mille calette e insenature…e poi in fondo,sull’orizzonte ecco apparire di tanto in tanto la luce lontana di una vela che si confondeva con le stelle del cielo.L’aria calda e profumata accendeva i sensi e respirando lei fece istintivamente il gesto di abbracciarsi,pensando che a Ischia la notte era appena cominciata…! Dall’altro lato dell’hotel arrivavano,per fortuna smorzate dal rumore della risacca,le note di un’orchestra:stava per cominciare una festa,o qualcosa di simile;note che si mischiavano a quelle di un pianobar,e si intrecciavano via via lungo tutti i locali dell’isola,come un richiamo suadente al divertimento senza soluzione di continuità.
Nel silenzio,un accendino scattò e la breve luce della fiamma si smorzò nel fumo della sigaretta accesa;qualcuno era affacciato su un balcone alla sinistra del suo,un po’ più in alto.Lei distinse solo un’ombra scura,ma imponente;poi,prima che potesse tornare alle sue fantasticherie,una voce maschile risuonò nel buio:
-Good evening,..-
Credette di riconoscere dalla voce l’attore con cui aveva scambiato qualche battuta quella mattina e che poi non aveva più rivisto;si sentì un po’ a disagio,col suo abitino da camera ,i capelli ovviamente in disordine…e poi si chiese da quanto tempo fosse stato là…
-Salve…sta ammirando il panorama?-
-Già…- Lei si morse le labbra;sapeva di essere stata piuttosto banale.
-Mi piacerebbe di più se la vista fosse aperta…voglio dire,se si vedesse oltre il capo- aggiunse lui,senza guardare verso di lei.
Eddy avvertì un velo di inespressa scontentezza,nel suo tono:
-Un grande poeta italiano sosteneva che avere un limite davanti agli occhi schiude le porte dell’immaginazione…e solo così l’uomo può avvicinarsi all’infinito…-
Anche lei ora guardava nella direzione del mare,e sembrava aver detto quelle parole per lui,ma anche per sé.Nel silenzio che seguì,lui si volse a guardarla:
-La sua bambina dorme già?- le disse.
Eddy si stupì;non credeva che nel breve scambio della mattina lui avesse fatto caso anche a Serena.Sorrise e rispose:
-Si…finalmente:è davvero tardi per lei,ma in vacanza…è difficile farle rispettare le vecchie abitudini…
Senza aggiungere una parola,lui spense la sigaretta, scavalcò il suo balcone e con un balzo ,facendo leva sulle braccia,si calò su quello di Eddy.
-Permette…così possiamo parlare meglio…-
Lei gli lanciò uno sguardo tra l’offeso e l’esterefatto,pensando:”ma come si permette,questo bellimbusto!”
-My guest…mr Attila ***…-
-My name is *****,sorry..-ma mentre si scusava,sembrava non dare alcun peso reale a ciò che aveva appena fatto.
-E lei crede che questo suo poeta avesse ragione?-disse,appoggiandosi come nulla fosse al la balaustra e ricominciando a fissare il mare.Eddy era piuttosto furiosa.
Stava cercando le parole per farglielo capire,ma alzando lo sguardo su di lui,fu di nuovo colpita dalla profonda malinconia del suo tono e della sua espressione;il disappunto le morì sulle labbra.
-Well…maybe…dipende se questo ci può bastare o no…quel poeta aveva anche tentato a più riprese di fuggire dalla sua prigione…-
-E c’è riuscito?-
-Si…ma è rimasto deluso anche dalla libertà…ha provato la felicità solo nella sua poesia…-
Calò di nuovo il silenzio.Fu lei a interromperlo:
-Le posso fare una domanda da ‘copione’,mr.******?-
-Yes...-
-Chi è ‘lei’?-
-‘She’?..oh,you mean…no,non c’è una ‘she’…o meglio forse se c’è appartiene a un’altra vita,rappresenta quell’altra vita…Anni fa ero uno studente di legge,mi preparavo a fare l’avvocato…naturalmente studiavo con qualcuna,che forse adesso è un’avvocatessa di grido o magari una buona madre di famiglia…a volte mi domando che vita sarebbe stata quella,se non avessi scelto di fare l’attore…-
-Ogni scelta comporta una rinuncia…- disse lei,parlando quasi fra sé.
Questa volta fu lui a guardarla,a sentire che le sue parole potevano avere molti significati;con la stessa spavalda sicurezza con cui le era piombato sul balcone,le chiese:
-Dov’è il padre della sua bambina?-
Anche ora Eddy avrebbe potuto urtarsi,ma –come se stesse seguendo il filo più interno dei suoi pensieri-continuò a parlare:
-Le è mai capitato mr ******,di guidare la sua auto ,in autostrada,magari un po’ distratto,magari sentendo della buona musica…quand’ecco si accorge che ha sbagliato strada,che avrebbe dovuto uscire al casello precedente…e che non può tornare indietro…?- Fece una pausa,si guardò intorno come rivivendo il suo passato.-Sei anni fa ho perso prematuramente una persona che mi era estremamente cara:non l’ho accettato e ho deciso che avrei sconfitto la morte con la vita…che avrei avuto un figlio. Così ho incontrato un giovane:un artista,un po’ trasgressivo,amante della musica classica e degli animali…un creativo.Pensai che anche essere padre poteva rientrare nell’accezione di ‘creare’,pensai che se fosse successo, lui avrebbe accolto la nuova vita come si accoglie un’opera d’arte…ero così sicura che abbandonai ogni difesa…ma non era come pensavo!
In un attimo ebbi la sensazione netta di aver sbagliato strada,ma non potevo più tornare indietro. Quando gli dissi cosa era accaduto,lui seppe solo dirmi che mi sarebbe stato vicino… Odiai lui,odiai la creatura e pensai di liberarmene subito;ma da quella prima mattina che mi svegliai con la nausea e cominciai a parlare con questo mio strano ospite capii che mi ero già affezionata…così è nata Serena,e la mia vita è cambiata:lei adesso è la mia vita,la mia forza…senza di lei sarei come un aquilone in balia del vento…è la sua manina che tiene il filo,che non mi fa volare via,e non mi fa cadere giù…
Ora lei dava le spalle al mare e appoggiata alla balaustra guardava in direzione della sua bambina;lui era rimasto ad ascoltare in silenzio e Eddy,sentendosi osservata ,così emozionata come era,si difese con la sua solita risatina:
-Una bella metafora,vero mr ******!?!-
-Questo suo modo di ridere mi fa impazzire..-
-Really,mr ******?-
-Il mio nome è *****,Eddy…-
Pronunziare il nome di lei e desiderare di baciarla fu una sola cosa;lei non lo respinse,rimase semplicemente appoggiata alla balaustra,assaporando il suo bacio.
In quella il telefono squillò nella stanza di lui,lacerando la notte. Le disse solo ‘sorry’ e con lo stesso balzo felino si issò sul suo balcone.
La finestra della sua stanza si illuminò:qualcuno bussò alla sua porta:voci confuse e indistinte,risatine femminili;la luce si spense,la porta si richiuse.Tornò il silenzio.
Chissà se Eddy era già rientrata nella sua stanza…?

III


Il mattino dopo Eddy decise di dedicarsi completamente alla sua bambina,anche perché sulla terrazza c’era davvero troppa bagarre e avrebbe avuto seri problemi a seguirla da lontano….ma non era solo per quello:in lei avevano sempre agito due forze assai diverse,quella appassionata dell’istinto e quella razionale della strategia. Strategia?...Eddy fece finta di non voler sapere che le sarebbe piaciuto mille volte rincontrare quel bello sconosciuto,si impose di non cercarlo nemmeno con gli occhi;ma si augurava segretamente che tutto ciò non avrebbe costituito un deterrente per lui,anzi…
A sua volta ***** ,nonostante le ore piccole fatte la notte precedente e i soliti mille impegni rituali del mattino,la cercò subito e rimase notevolmente deluso di non trovarla sul lettino del giorno precedente;arrivò a pedinare con lo sguardo Bruno,tutte le volte che riusciva a individuarlo,nella speranza di arrivare fino a lei.Niente.Sparita,volatilizzata…La finestra della sua stanza era chiusa,nonostante il caldo;…e se fosse partita?Impossibile,era appena arrivata ,il giorno prima…
Intanto i soliti amici e le solite amiche si avvicendavano intorno a lui,che la sera prima,insolitamente ‘carico’,li aveva trascinati con un’energia straordinaria nei divertimenti della notte. Solo che stamattina lui aveva di nuovo perso tutto l’entusiasmo,inspiegabilmente .
Eddy e Serena erano state sulla spiaggia,anzi quasi sempre a mare;in particolare aspettavano il momento in cui tutti sarebbero saliti per il pranzo,per rimanere da sole:
-L’ultimo bagno,mamma…è il più lungo vero?-
-Si,tesoro…ora andiamo…
L’acqua era calda e appena increspata;ed era solo per loro due,che si allontanarono lentamente dalla riva e iniziarono a giocare spensieratamente.Serena non sapeva ancora nuotare ,portava solo un bracciolo e il suo massimo divertimento era arrampicarsi su sua madre e tuffarsi mille volte…
-Dai,adesso calmati un attimo…rilassiamoci nell’acqua….così…che meraviglia!-
Si erano entrambe abbandonate al dolce flusso delle onde,quando qualcuno a riva si tuffò sollevando una nuvola d’acqua,Eddy si voltò istintivamente,ma non vide nessuno…il nuotatore passò silenziosamente sotto di loro,per riemergere pochi metri più avanti. -Salve…questa è proprio l’ora migliore per bagnarsi!-
Una voce dentro l’aveva già avvertita istantaneamente che si sarebbe trattato di lui;una soddisfazione incontenibile le dilagava nel cuore,ma avvertiva il disagio di essere scoperta dalla sua bambina;allora finse indifferenza e disinvoltura:
-Ah salve,***** disse distogliendo presto lo sguardo e rivolgendolo a Serena.
-Come si chiama,mamma?!?-
-Chi?...quel signore!?!...****!
Serena si mise a ridere.
-Come il topo,mamma?...però somiglia più a Tom…
Lui aveva capito qualcosa e,ovviamente,chiese a Eddy di tradurle il resto.Poi si mise a ridere e fece il verso del gatto,fingendo di inseguire la bambina,che con la sua solita naturalezza stette al gioco… Appena potè parlarle di nuovo,**** disse:
-Sono contento di avervi incontrato…volevo chiederti… stasera c’è la prima del mio film….non vorresti vederlo?-
-Alle nove?...è un po’ difficile…-
-Può venire anche lei…- disse indicando la bambina che,per nulla intimidita, continuava a scherzare con lui.
-No,non credo…vedrò cosa posso fare-
-Mi piacerebbe conoscere il tuo parere… gli inviti sono a disposizione nella hall…non credo avrai difficoltà a trovarne,comunque dirò a Bruno di tenerne da parte due...
-Uno!
- Uno…ti vedrò?-
-Se riuscirai a distinguermi nella folla…-

Nel pomeriggio,approfittando del sonno di Serena,Eddy andò a cercare Bruno. Lo trovò che digitava,piuttosto lentamente,al computer del suo ufficio:portava ancora i capelli lunghi,come un ragazzo,che gli ricadevano lisci e neri davanti agli occhi;lei gli allungò una carezza:
-Eddy…! Come mai? Vieni,siediti un po’ vicino a me!-
-Veramente ho i soliti minuti contati…ma mi chiedevo se tu potessi farmi un piacere?-
-Di che si tratta?-
-Ecco…potresti trovarmi una babysitter…solo per stasera,un paio d’ore…-
Lui la guardò sorpreso e divertito:
-C’è qualcosa che non so?-
-No…è solo che vorrei andare a veder il film che danno stasera…sembrerebbe che ne valga la pena e ,se non lo faccio in vacanza…-
Bruno sbirciò sul programma ,lesse il titolo e gli attori,poi la guardò coi suoi begli occhi scuri da monello cresciuto:
- Sei proprio sicura che ne valga la pena?- era evidente dalla sfumatura del tono che non si stesse riferendo al film.
Lei alzò la sua difesa,rise distrattamente,fingendo di non raccogliere nessuna allusione:
-Perché no?-
Anche Bruno riprese il tono informale,allegro,distratto:
_-Non c’è problema…dove vuoi,quanto vuoi…anche tutta la notte!- e questa volta l’ironia era dichiarata.Ma lei continuò a non raccoglierla,anzi ebbe un tono risentito nel rispondere:
-Ho detto due ore!-

C’era davvero tanta confusione alla presentazione del film,ma nonostante tutto lui riuscì subito a individuarla,grazie alla posizione privilegiata in cui si trovava:Eddy indossava un abitino nero a fiorellini,un po’gitano;aveva sandali rossi e uno zaino in tinta.Prese posizione verso il centro della sala,inforcò un paio di occhialetti che le davano una buffa espressione da prima della classe,si guardò intorno e presto incontrò il suo sguardo divertito e soddisfatto;si scambiarono un cenno di saluto,poi in sala fu buio e il film iniziò.
Quando le luci si riaccesero e iniziò la conferenza stampa,Eddy era già sgattaiolata via;le due ore erano appena scadute.


IV

Era stata una notte torrida.Tra le emozioni provate durante il film e il caldo ,Eddy aveva a malapena dormito.Ora il sole stava sorgendo,ma una delicata brezza si alzava dal mare e la giovane donna spalancò il suo balcone e bevve avidamente l’aria fresca del mattino.Il contatto con la natura avvolgente dell’isola le rilassò i nervi,tesi fino allora nel tentativo di controllarsi;si lasciò abbracciare dall’odore del mare e sentì di essere abbastanza in pace con se stessa…
Una sensazione che non durò a lungo.Di lì a poco sentì aprirsi anche il balcone di lui,che probabilmente rientrava solo ora.Infatti con una mano si teneva la giacca sulle spalle e indossava ancora camicia e cravatta.
Istintivamente Eddy si tirò indietro,in camera…questa volta lui non aveva fatto in tempo a scorgerla..Ma i suoi buoni propositi fallirono miseramente:la solita voce ‘combina guai’ dentro di lei la indusse a osare:
-Sempre a guardare l’orizzonte,*****?-
Lui si voltò,piacevolmente stupito:le sorrise e confidò:
-Sono cotto…stanco morto…- e con la mano comiciò a sbottonarsi la camicia e allentare la cravatta. -Allora?...che mi dici del film?-
- E’ stato bellissimo…una storia struggente e dolcissima…non me lo aspettavo,sai?-
Lui intanto si era appoggiato quasi a cavalcioni del suo balcone e la guardava:
-Perché no?-
-Non mi sembra un copione adatto ad un potenziale sex symbol…-
-Io sono un attore.- rispose lui,seriamente. E ritornò a guardare lontano…
Eddy si morse le labbra,avvertendo di aver commesso una piccola gaffe;volle riparare:
-Non è un’impresa impossibile andare al di là del promontorio…-disse ancora lei.
Lui la guardò interrogativo.
- La prima volta che venni ad Ischia non desideravo vedere nulla…solo starmene su una spiaggia a rilassarmi…ma fin dal primo giorno,come una sirena,quest’isola ti incanta…sentivo parlare di tanti posto da vedere… allora pensai di noleggiare una moto,ma Bruno fu più veloce di me…. mi prestò il suo motorino…-
-Vi conoscete da molto?…-chiese lui,indagando.
-Si- rispose lei,piuttosto laconica.
-Ci sono mille spiagge da visitare,il castello aragonese,gli scavi di santa Restituta,Carta romana…e poi c’è Sant’angelo…ci sei già stato?-
Lui si era acceso una sigaretta e la ascoltava;fece di no con la testa,espirando il fumo.Aveva notato che Eddy indossava solo una corta sottoveste nera…Lei si accorse del suo sguardo e lo sostenne.Allora lui le chiese:
-Posso venire lì da te?-
-Veramente non mi sembra una buona idea…è giorno ormai e ….-
Ma lui non aveva aspettato la risposta e si era di nuovo calato sul suo balcone.Allora lei indietreggiò leggermente,respingendolo col gesto delle mani:
-Credo che tu abbia faticato enormemente per entrare nel personaggio del tuo film…-
-Che intendi dire?- le chiese,un po’ divertito,fermandosi però.
-Che i tempi e i modi di quel personaggio non erano …precipitosi come i tuoi…-
Lui sorrise,disse:-D’accordo! –poi,carezzandole impercettibilmente la spalla con due dita,le chiese: -Perché non mi ci porti tu,a Sant’Angelo?-
Un brivido di desiderio le percorse tutto il corpo.
-Hai freddo?- le chiese lui,con dolcezza.
-Non so come potrei farlo…-
-Per una sola sera?…-
-Dovrei prima addormentare la bambina,…trovare una nurse…-
-Sono sicuro che Bruno ti darà una mano…ci vediamo domani sera,davanti alla cattedrale…diciamo alle dieci?-
Così dicendo le carezzò il viso ,coll’indice le stampò un bacino sulla fronte e se ne tornò nella sua tana.I primi rumori dell’albergo che si risvegliava iniziavano a distinguersi di lontano.
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-Ciao,Bruno...-
-Eddy…è diventata una piacevole abitudine questa….- disse lui,ma alzò appena la testa dal suo lavoro,mostrandosi concitatamente indaffarato.
Eddy non parlava.Lui si interruppe un attimo,la guardò:
-Volevi chiedermi qualcosa? Di’ pure…sono a tua completa disposizione…-nel suo tono c’era una strana sfumatura di formalità,come se fosse già al corrente di quello che stava per chiedergli.
-E’ per la baby sitter…mi hai detto che potrebbe fermarsi anche tutta la notte...-
Bruno stava apparentemente riempiendo delle schede e continuava a muoversi tra le scrivanie,sulla sua sedia girevole:
-Dove l’avrò messo…- pensava ad alta voce - Ah,eccolo…- Parlava forse di un documento.Il suo atteggiamento cominciava ad irritarla sottilmente.
-Dicevi…ah,si…se vuoi , prenderà servizio da te alle dieci e trenta…-
-Non è possibile alle dieci?…avrei un appuntamento…-
Bruno aveva finalmente completato il suo lavoro e,radunate le sue carte, le aveva collocate in una cartellina verde pallido;poi la aveva riposta in un archivio.
-Ecco fatto!...-poi aggiunse distrattamente: -no,quella ragazza ha degli orari precisi…vorrà dire che il tuo amico aspetterà!-
-Aspetterà?-si domandò lei,dubbiosa.
-Stasera si,…domani…-Bruno aveva tentato di rimanere piuttosto distaccato ,ma non aveva saputo evitare di lasciarsi sfuggire un pensiero personale.
Lei si stizzì,ebbe voglia di andarsene,ma tornò sui suoi passi e lo affrontò,aggressiva:
-Avanti…perché non dici cosa pensi…?-
-Io non penso…sei tu che pensi…-la raffreddò lui.
Eddy rimase in silenzio,poi completò il pensiero di Bruno,rimasto sospeso:
-…che sto per fare l’ennesima c****ta della mia vita…!-
-Bè,visto che mi ci hai tirato dentro per i capelli ti dirò…si,è proprio così;ma perché ,Eddy,perché metterti in questa situazione? Domani il festival si chiude e il tuo amico prenderà il volo…-
Lei tamburellava nervosamente con una matita sulla scrivania,guardava fuori,verso il mare,ma probabilmente non lo vedeva.Dalla radiolina di Bruno si diffusero le note di una vecchia canzone dei Doors,’You know that it would be untrue,you know that I would be a liar…’ Alzò gli occhi su Bruno,lo guardò -spavalda:
-In quale,situazione?...Non è successo ancora niente,forse Non succederà niente…-
Lui rise e col gesto più che con la voce rispose:
-Si…come no…-
‘Time to esitate is through,no time to wallow in the mire…’ La musica sembrava invadere la stanza:
-E se anche accadesse…chi ti dice che io non voglia proprio questo…solo voi uomini avete la prerogativa del ‘mordi e fuggi’?-
-Eddy,tu non frequenti qualcuno solo per portartelo a letto…non sei quel tipo di donna…-
-Potrei essere cambiata…-
-No,non credo-
-Mi spieghi se mi stai dicendo tutto questo per puro spirito umanitario o perché magari sei un po’ geloso?-
Lui abbassò gli occhi,ma poi li rialzò e rispose:
-quello che avrebbe potuto esserci tra noi…si è già concluso:forse ho dei rimpianti,ma soprattutto non voglio vederti bruciare…
‘Come on baby,light my fire…try to set the night on fire’…
-Bruno,neanche io voglio farmi male…potrei sempre tirarmi indietro…-
-Se stasera esci con lui…non ti tirerai indietro…!-
-Con te ci sono riuscita…in tempo…-
-Con lui no!-le rispose Bruno,drastico.-Allora,ti mando la baby sitter…?-
‘It was the greatest night of my life…’
-Si-

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V

-Dove andiamo,mamma?-
Eddy aveva deciso di andare a Ischia Porto a comprare qualcosa di carino da indossare,dopo aver messo a soqquadro il magro guardaroba che aveva portato con sé.
-Andiamo a fare un po’ di shopping…!- le rispose,salendo sull’autobus che le avrebbe portate in centro.
-Evviva…compriamo anche qualcosa per me?-
-Naturalmente!- Eddy pensò a tutte le volte che erano uscite insieme per comprare qualcosa e alla fine aveva speso tutto per la bambina:era più forte di lei,vendevano degli abitini così carini…ma stasera non poteva permettersi distrazioni:non aveva assolutamente niente da mettere.
Giunte finalmente in centro,iniziarono a percorrere il lungo viale pedonale che da Ischia porto arrivava a Ischia ponte:c’erano i migliori negozi di moda,scintillanti di abiti da sera,dal più classico al più trasgressivo…
-Mamma,quando sarò grande io voglio comprarti un vestito da principessa…- esclamò a un tratto Serena,indicando un magnifico abito in lamè e paijllettes.
-Oh Dio…-disse tra sé Eddy,con una punta di disgusto,immaginandosi per un attimo con quel vestito addosso…
La passeggiata sembrava non finire mai,ma Eddy ad ogni passo si sentiva più depressa…non avrebbe mai potuto permettersi di indossare certi capi…li vedeva troppo diversi dalla sua natura…
Alla fine del viale,quando già si intravedeva la poderosa mole del castello aragonese sullo sfondo della strada,Eddy fu attratta da un negozio,che già in passato aveva frequentato:una libreria…Non seppe resistere alla tentazione di entrarvi:Serena cominciò a guardare tutti i libri per bambini,con una attenzione quasi maniacale;e sua madre fece altrettanto con la narrativa per adulti…A un tratto tirò fuori un volumetto che aveva la tradizionale rilegatura dei classici,in carta rigida rossa:era un romanzo che lei aveva letto molti anni prima,in lingua originale,con testo a fronte;un vecchio classico di Dickens…Chiese al libraio che le preparasse un pacchetto regalo,comprò anche a Serena un paio di libri da colorare e finalmente uscirono dalla libreria. Fuori era già sera.
-Oddio,ma che ora sarà?-
Un orologio battè la mezz’ora.Alzò gli occhi:le otto e mezzo….Santo cielo! Dovevano tornare in albergo,cenare,addormentare la bambina,cambiarsi….e non aveva comprato niente!!!
-Serena amore,dobbiamo scapicollarci a casa ,subito…!-
Arrivarono quasi di corsa alla fermata del bus,salendo ovviamente dalla porta sbagliata,tra saccopelisti,giapponesine e quant’altro;e solo alle nove riuscirono ad entrare,trafelate,in hotel.Per fortuna la corsa aveva messo tanto appetito alla bambina,che mangiò di gusto,divertendosi a raccontare e farsi raccontare dalla mamma la loro avventura in città;la stanchezza sopravvenne presto e di lì a poco Serena già dormiva nel gran lettone,abbracciata al suo peluche preferito.
Eddy aveva spento le altre luci e portato in bagno tutto quello che le serviva:alla fine avrebbe indossato dei pantaloni alla pescatora e una blusetta che le lasciava scoperta la schiena…Tentò di mettere ordine nei suoi capelli,si truccò leggermente. Qualcuno bussò discretamente alla porta.
-Buona sera signorina,la bimba già dorme…lei si può sistemare come vuole:ecco,questo è il mio numero di cellulare,mi chiami in qualsiasi momento,mi raccomando…io …potrei tardare,ma non è detto…va bene…magari la richiamo più tardi per sapere che va tutto bene…-era molto agitata e la nurse tentò di rassicurarla:
-Meglio di no,signora,potrebbe svegliare la bambina…non si preoccupi,sono una professionista…vada pure tranquilla…- e la sospinse dolcemente,ma con una certa fermezza fuori.
Si sentì una ladra quando sgattaiolò finalmente fuori dell’albergo,convinta che chiunque la conoscesse l’avesse veduta.Dio mio,come era tardi…inspirò profondamente e si avvicinò con apparente disinvoltura al luogo dell’appuntamento:un’ombra ormai familiare si staccò dal muro,gettò via la sigaretta e inforcò una grossa motocicletta;poi le porse una mano per aiutarla a montare sul bolide e finalmente il motore rombò…

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-Che direzione prendo?-
Eddy finì di sistemarsi sulla moto e cercò di mantenersi ai bordi metallici del sellino posteriore.
--Usciamo da Lacco e poi saliamo…credo che la via panoramica sia la migliore. La moto ruggì sgommando:appena fuori dell’abitato, ***** cominciò a guidare…piuttosto sportivamente: ad ogni curva sembrava che sfiorassero il manto stradale…Eddy tenne duro nella sua posizione,ma a un tratto lui frenò così bruscamente che lei gli si trovò incollata addosso:lanciò un gridolino e fu costretta a mantenersi a lui per non essere sbalzata via… Si accorse che l’uomo ridacchiava e,pur continuando a tenersi ai suoi fianchi,lo rimproverò:
-Naughty boy…-
La passeggiata proseguì più lentamente.Man mano che salivano verso l’Epomeo, le case diradavano e anche il traffico diminuiva.Era una notte splendida:la luna piena calava lentamente verso il mare,illuminando quasi a giorno l’arida parete del vulcano;si potevano distinguere i cespugli di ginestre,zaffate del cui profumo inconfondibile di tanto in tanto ti colpivano inebriandoti tutti i sensi…
Erano arrivati in una località chiamata Pansa:turisticamente un po’ una Cenerentola,perché frequentata solo da quei visitatori che volevano inerpicarsi a dorso di mulo fino alla cima del monte:c’era però un piccolo terrazzo belvedere,dove un baretto emerso quasi da un film degli anni cinquanta stava per chiudere.Su una panchina,una coppietta di adolescenti si scambiava i primi baci…
-Fermiamoci un attimo qui!-propose Eddy.
Mentre lui si attardava a sistemare la moto,lei si avvicinò alla ringhiera della terrazza,guardandosi intorno;i due fidanzatini erano scappati via,dopo una rapida occhiata all’orologio ,le proteste di lui,il panico di lei:-E’ tardissimo…devo scappare…!-
Poi un silenzio siderale si diffuse nella notte.
-Stretching eyes west over the sea,wind foul or fair,always stood she prospect-impressed;solely out there did her gaze rest.never elsewhere seemed charm to be…(Allungando gli occhi verso occidente,di là dal mare,fosse il vento contrario o propizio,sempre lei stava,attratta da quella vista;soltanto laggiù il suo sguardo si posava,mai altrove sembrava esserci fascino…)
Lei sussultò,perché lui aveva pronunziato queste parole scivolandole silenziosamente alle spalle;mentre le ascoltava, poteva avvertire l’alito caldo del suo respiro….
-Che cos’è?-
-Una poesia di Hardy…The riddle(l’indovinello)-
-Buffo…da quando ci conosciamo non facciamo altro che parlare di poeti…- disse lei,ma non concluse il suo reale pensiero(‘mentre in realtà i nostri appetiti sono molto più materiali…’)
Lui aggrottò un po’ le sopracciglia,cercando di ricordare:
-Ah si…quello che cercava l’infinito al di qua dei limiti…come si chiamava?-
-Veramente non te l’ho detto…si chiamava Leopardi… Chissà perché quella sera sentendoti parlare mi è venuto in mente un vecchio romanzo di Dickens…’A tale of two cities’…lo conosci?-
Lui aveva appena tirato una boccata dalla sua immancabile sigaretta:espirando disse:
-Devo averlo studiato a scuola…quando avevo quattordici anni…veramente non ricordo bene di che parli…-
Lei sorrise,un po’ enigmatica;poi gli prese la mano e lo condusse sull’altro lato del belvedere:
-Vieni,guarda…vedi laggiù?-
La vista era estremamente suggestiva:su quel mare imperlato dalla luna si affacciava una lingua di terra,una sorta di istmo che collegava un incantevole paesino di pescatori con un colle,la cui sagoma scura si allungava nell’acqua,misteriosa.Anche lui rimase abbagliato:-E’ incantevole!-
-E’ Sant’Angelo!-disse lei,trionfante.-Andiamoci,ora…-
Rimontarono sulla moto e lei,istintivamente , riprese a tenersi al sellino .Questa volta lui lasciò fare;e dopo qualche minuto,lei altrettanto naturalmente si teneva ai suoi fianchi.
Lasciarono la moto là dov’era consentito e percorsero a piedi la caratteristica strada scavata nella roccia che portava nel centro;lui la teneva per mano e si guardava intorno;Eddy,guardando a un tratto l’ombra che lasciavano sulla parete ,lui così alto,lei così piccolina ,avvertì un leggero disagio.
-Qualcosa non va?- le chiese lui,sentendo che si era improvvisamente irrigidita.
Lei rise a quel suo modo particolare:
-Mi stavo domandando cosa ci fai tu,qui con me…un tipo come te io me lo figuro contornato da ‘femminoni esagerati’…-
-Da cosa?-
-Scusa…è un’espressione intraducibile:diciamo da donne stupende…-
Lui si schernì,fece spallucce.
-Sai,a volte fa piacere cambiare…’Variety is the spice of life’…-
Intanto erano arrivati alla piazzetta:lei stava per replicare qualcosa,ma lui le fece segno di stare zitta:quel posto era veramente incantevole,quasi una seconda Capri,altrettanto accogliente ma meno sfavillante;una Capri in sordina,con tanti discreti tavolini appena illuminati dai raggi della luna,la musica soffusa di un piano bar,le mille luci tremule delle case che si riflettevano nell’acqua…
-Mi piace questo posto…è diverso dal resto dell’isola…-disse lui guardandosi intorno ammirato e guardando lei sorridendo grato –Beviamo qualcosa?-
Si sedettero a un tavolino dove un solerte cameriere si affrettò ad accendere una candela che soffuse un timido alone azzurro:mentre aspettavano le ordinazioni , una avvenente cantante si esibiva accompagnata da un abile pianista,senza essere invadente.
-Che cosa sta cantando?-Chiese ***** a un tratto.
-Oh…un vecchio successo sanremese…di un festival che si fa qui in Italia…-rispose lei . Era leggermente infastidita,perché la cantante era particolarmente attraente e cantando sembrava rivolgersi esclusivamente a lui:forse lo aveva riconosciuto o forse..
-Puoi tradurmi il testo?-
-Ma …qualcosa come…’come saprei’…
-No…dimmi proprio le parole esatte-insistè lui
Lei ascoltò un po’,poi cominciò a tradurre:
‘Come saprei scoprire l’uomo che sei,come saprei scoprire poi le fantasie che vuoi,io ci arriverei nel profondo,dentro te,nei silenzi tuoi…’Eddy all’inizio traduceva senza pensare al senso delle sue parole,poi alzò lo sguardo e incontrò lo sguardo di ****…’..Quando stai lì e non sai che voli prendere,richiamare gli occhi tuoi,incollarli ai miei….’ Le loro dita,sul tavolino,si erano sfiorate e poi intrecciate’Nel mondo che solitudini ci dà,perché non resti un po’ con me…’
-E poi va avanti così…!-gli disse a un tratto,sciogliendosi da quel nodo,da quell’incanto.
Lui si ritrasse,abbassando gli occhi,con un’espressione mogia.Un’espressione che la intenerì,le fece desiderare di tornare indietro a pochi istanti prima:
-Vogliamo andare?- le chiese.
-Andiamo -rispose lei sorridente- ma prima c’è un’altra cosa che ti devo far vedere…- La sua anima nera stava riemergendo:la voglia insana di giocare con il fuoco,di provocare l’incendio,di farsi consumare…
Gli prese di nuovo la mano conducendolo lungo lo stretto istmo che avevano intravisto dall’alto.In quella parte del luogo la vita diradava ulteriormente,ma c’era un ristorante caratteristico,a metà tra la capanna di pescatori e la palafitta,gestito da una vecchia ischitana benevola:
-Buona sera signora Assuntina,questo signore qui non ha mai assaggiato i vostri piccoli babà alla crema di limoncello…ce ne portereste una coppetta?-
Presero posto a un tavolino,su due vecchie sedie impagliate.Lui domandò:
-ma di che si tratta?-
-Di uno dei più intensi piaceri della vita….-
La signora,con un sorriso ammiccante,portò una coppetta e due forchettine;quindi aprì un barattolo di vetro e ne estrasse dei deliziosi piccoli babà,affogati in una aromatica,dolcissima crema di liquore.Eddy intinse la sua forchettina,ne prese uno e cominciò ad assaporarlo,con voluttà.Lui sorrideva piuttosto stupito,ma sembrava restio:
-Che roba è?un dolce?- E scuotendo la testa stava per prendere l’ennesima sigaretta;lei lo trattenne con fermezza:
-No…devi assaggiare!-
Allora lui fece giusto il timido gesto di sentire dalla punta della forchetta il sapore:
-Ma no…non ci siamo,guarda come faccio io…-
Lei prese a fior di labbra un piccolo babà,guardandolo provocatoria,poi gli si avvicinò,inducendolo a condividere il dolce con lei;lui rise,mormorando:
-You’re completely crazy…-ma seppe stare al gioco.Assaporò a un tempo il babà e le labbra di lei:poi fissandola intensamente le disse:
-Credo che dovremmo tornare in hotel…-
-Perché?-lei domandò spavalda,-Che fretta c’è?- E addentò un altro babà,con espressione maliziosa .
-Tu sai molto bene perché!-
Allora lei rise,con quella sua risatina che lo faceva impazzire,e confessò:
-Ho un po’ paura…-
-Lo so…tu ridi sempre,quando hai paura…-Lui le baciò il lato della bocca ancora dolce di liquore, poi fece una strana smorfietta con le labbra e, senza aspettare, chiamò:
-Madame,il conto per favore.
VI

Prima di risalire in moto,***** si fermò a guardare Sant’Angelo ancora una volta.Appoggiato alla spalletta del guardrail,in una mano teneva quello che restava di una sigaretta,con l’altra teneva la mano di Eddy:il suo sguardo era trasognato e sembrava percorrere ogni anfratto di quel paesino incantato per tenerlo dentro di sé.Eddy gli disse:
-Anche a me,la prima volta Sant’Angelo ha fatto quest’effetto….-
Lui si volse: -Ti ci ha portato Bruno?-
Eddy si stupì: -No…perché?-
-Quando parli di Ischia parli sempre anche di lui…-
-Si,infatti c’è una sorta di intreccio tra Bruno e l’isola…ma…mi sei sembrato quasi geloso,nel domandarlo…-
-Forse in qualche modo lo sono…sono geloso della vostra complicità,dell’intimità della vostra amicizia…-
-Bruno è un vecchio amico,i nostri rapporti sono stratificati nel tempo,hanno radici profonde…ma anche tu avrai lo stesso tipo di intimità con i tuoi vecchi amici…
-Mah…vecchi amici,forse ne avrò qualcuno a Glasgow…-
-Perché,sul lavoro non hai amici?-
-Non è la stessa cosa.Il mio è un mondo dove prevale la finzione…invece quello a cui alludo è qualcosa di autentico,come sei tu…Tu sei autentica,l’amore che hai per la tua bambina,il dolore che nascondi dentro di te,l ‘insicurezza….l’unica tua maschera è in quella risatina…ma io so perfettamente quello che vuoi o non vuoi…- Ora aveva buttato via il mozzicone della sigaretta e le teneva tutte e due le mani.Lei lo guardò negli occhi;sentiva che presto le due anime che si agitavano dentro il suo cuore,ragione e istinto,si sarebbero fuse e annullate …perché quello che aveva desiderato si stava compiendo.Gli chiese:
-Sai ciò che voglio?...E che cosa voglio?-
Lui l’attirò contro di sé,sussurrando:
-Quello che voglio anch’io…-
Questa volta Eddy non si accontentò di lasciarsi baciare,ma rispose al bacio con un trasporto,un abbandono assoluto,totale;un abbandono che ad un tempo turbò ***** e gli accese i sensi;a fatica la allontanò da sé,sussurrandole:
-Torniamo in albergo…torniamo in albergo,cara,o non rispondo più di me…-
Risaliti sulla moto,lei gli si strinse addosso e lui guidò per tutto il tempo tenendole una mano.Quando giunsero in hotel,entrarono dalla parte del garage,dove **** posò la moto:tutto era stranamente buio e silenzioso.Dal garage risalirono ai piani;la moquette attutiva il rumore dei loro passi e la luce notturna soffusa creava un’atmosfera irreale intorno a loro e alla loro ombra.
Passarono davanti alla porta della stanza di Eddy;lei gli chiese di fermarsi un attimo,a controllare che tutto andasse bene.***** non obiettò,ma prima di lasciarla entrare le sollevò il viso con una mano e le diede un nuovo bacio,che aveva insieme il sapore dell’attesa e della certezza.Lei con passo incerto aprì la porta della sua stanza,se la chiuse alle spalle,appoggiandocisi sopra senza forze…
‘Eddy…lascia perdere,inventa una scusa…dì che la bambina è agitata…che la baby sitter deve scappare…Eddy,sei ancora in tempo!’…si disse queste parole senza convinzione:la sua Serena dormiva tranquilla e accanto a lei la baby sitter –forse una studentessa- leggeva assorta delle dispense…non l’aveva neanche sentita arrivare. Eppure Eddy era convinta che ora sarebbe uscita dalla sua stanza e lo avrebbe congedato: “Mi dispiace…” Non fu così:col cuore che le batteva a mille,richiuse silenziosamente la porta alle sue spalle e alla domanda di *****: -Tutto a posto?- Rispose: -Si,possiamo andare…-
Così finalmente,attraversato un dedalo di corridoi nel quale lui sembrava muoversi perfettamente a suo agio,arrivarono alla sua stanza.***** aprì la porta e la fece entrare;un odore forte,di fumo impastato a dopobarba,un odore di uomo fu la prima cosa che Eddy avvertì nel buio.***** accese una lampada dalla luce soffusa e ,chiusa la porta,iniziò a liberarsi del cellulare che posò spento su uno scaffale;quindi staccò il telefono e l’interfono. La donna era rimasta un po’ bloccata nel centro della stanza,lui le si avvicinò:
-Spegni la luce…apriamo il balcone…guarda:la luna sta calando proprio al di là del capo….-
L’uomo fece come lei aveva detto e l’aria della notte entrò nella suite mescolandovi i suoi effluvi ;Eddy tremò ,ma lui le era vicino e l’abbracciò;si chinò sulle sue labbra e,senza parlare,iniziò a baciarla; senza fermarsi,la sollevò sulle braccia e la portò nell’altra stanza….

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La luna era tramontata da un pezzo e la notte si era fatta oscura e ostile,improvvisamente,quando Eddy si svegliò:il suo primo pensiero fu quello di scappare,via,quasi senza lasciare traccia.Cercò di abituarsi al buio,per individuare dove fossero i suoi abiti e stava quasi per alzarsi quando la mano di ***** le afferrò con forza il polso,bloccandola:
-Dove stai andando?-
-Tornavo nella mia stanza…sai,la bambina…-
-Non dire bugie:la bambina è con la babysitter…che ti avrebbe chiamato:il tuo cellulare è rimasto acceso…-
Lei chinò il capo.
-Dove stavi andando?-le domandò di nuovo.
-Vuoi la verità?...La verità è che non voglio soffrire…e per non soffrire devo essere io la prima a dire ‘basta!’.
Lui aveva acceso la luce del comodino e si era leggermente sollevato ,appoggiando il capo alla testiera del letto.
-Vuoi dire ‘basta!’…d’accordo,ma non merito nemmeno che tu me lo dica guardandomi negli occhi?…-Aveva allungato una mano verso le sigarette e ne aveva cominciato a prendere una. –Guardami negli occhi e dimmi: ‘Okay,*****,grazie per la bella sc*****,e addio!’
Lei alzò lo sguardo su di lui,risentita per la volgarità delle sue parole;ma si accorse che anche l’espressione sul viso di ***** era piuttosto risentita.Allora reclinò di nuovo il capo e confessò: -Lo sai che non ci riuscirei…-
Anche lo sguardo di ***** si raddolcì:
-Infatti…non ci riusciresti perché non è vero…non ha senso quello che temi:ascolta,lo hai detto anche tu…posso avere le donne più belle…non è solo per questo che ti ho cercata…-
Un po’ incredula,un po’ dolente,lei gli domandò:-C’è altro?-
-Si,c’è altro…non so nemmeno io cosa,ma se te ne vai non potremo saperlo nessuno dei due…-Ora la sua presa si era fatta più delicata,quasi una carezza,una muta richiesta.
-Resta…- le disse,attirandola di nuovo a sé.
-Sì…- gli sussurrò lei,in italiano.
-Sì…-ripetè ancora lui,in italiano…

VII


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VII

Potevano essere le otto del mattino,passate da poco:la luce del giorno inondava la suite.**** in accappatoio era impegnato in una discussione piuttosto serrata al cellulare;un cameriere aveva portato una abbondante colazione e,collocatala su un basso tavolino davanti a un divanetto,era sparito silenziosamente.Eddy dormiva ancora,quando il suo cellulare squillò.Fu ***** a rispondere e poi,accostandosi ,la richiamò sottovoce:
-Eddy…la babysitter…-
Eddy rimase assonnata per una frazione di secondo,poi,come una molla,scattò:
-Santo cielo,la bambina!!!-
Rassicurando la baby sitter che sarebbe arrivata subito,cominciò a raccattare precipitosamente le sue cose,si fiondò nel bagno a vestirsi,e stava già per uscire dalla porta quando fece un passo indietro verso di lui,che intanto stava ancora discutendo al telefono:
-Ti ho chiesto solo fino alle cinque…anche i detenuti hanno diritto a un po’ di libertà…-stava dicendo piuttosto contrariato al suo interlocutore.
Sottovoce lei disse:-devo scappare…- poi gli stampò un bacio sulla bocca: -Buona..cos’è marmellata di fragole…?- Gli rubò la fetta di pane imburrato che aveva in mano e sparì dietro la porta,prima che lui potesse fermarla.
Qualcuno,all’altro capo del filo,dovette domandargli:
-E’ per lei che hai bisogno di una mezza giornata libera?-
Indispettito **** rispose:
-No…è per me!-
Eddy rientrò nella sua stanza appena in tempo:Serena stava per svegliarsi.Congedata la babysitter,si dedicò alla sua bambina,invitandola a bere il latte che, come ogni mattina ,faceva portare apposta per lei in una tazza speciale.Serena si alzò senza fare storie e cominciò a fare colazione.Eddy si rassicurò che tutto procedeva nella normalità e finalmente si concesse una doccia.Chiusa nella cabina,sotto il caldo getto dell’acqua e accarezzata dalla profumata schiuma del sapone,la donna si lasciò andare,rivivendo le emozioni irripetibili della notte precedente…voleva solo assaporarne il gusto,senza pensare a nulla,né di buono né di cattivo…ma gli interrogativi in lei non mancavano…eppure,era stato tutto così bello!
Come ogni mattina,quindi,decise di prepararsi con la bambina per andare a mare,ma un attimo prima che,armate di tutto l’occorrente,uscissero dalla stanza,squillò il telefono.
-Si?-
-Mi domandavo se ti andasse un bagno insieme…?-
Eddy si irrigidì un attimo,poi disse:
-Stamattina devo stare con Serena…-
-Lo so…non possiamo andare tutti e tre su qualche spiaggia particolare…?-
-Tutti e tre?...non so…noi siamo già pronte…-
-Anch’io:allora vi aspetto in garage,tra cinque minuti.- E prima che Eddy potesse rispondere,**** col suo incorreggibile modo di fare,aveva deciso per entrambi.
Naturalmente Serena era entusiasta della novità e,con la naturalezza che la caratterizzava,riconosciuto *****,familiarizzò subito con lui,che –fattole indossare il casco-se l’era sistemata sulla moto,proprio davanti a lui,dandole quasi l’illusione che avrebbe guidato lei quel bolide…
Eddy montò sul sellino posteriore,ancora più stretto rispetto alla notte precedente,data la presenza della bimba.Probabilmente rivivendo quel contatto lei e ***** condivisero gli stessi pensieri,ma Eddy –con sua figlia presente- assumeva un atteggiamento di forzato autocontrollo,che la trasformava.
-Dove possiamo andare?-chiese lui.
-Andiamo alla spiaggia di S.Francesco…-
La spiaggia si raggiungeva attraverso una stradina che partendo da un vecchio monastero –di s.Francesco,appunto- arrivava fino al mare.Una stradina da poco asfaltata,costeggiata da alti platani ombrosi .Il paesaggio era particolare perché c’ era una bianca lingua di sabbia che però,improvvisamente era interrotta da una alta parete di roccia,a picco sul mare:sotto la parete l’acqua rifletteva il colore verde dei platani,un verde straordinario,invitante…Eddy aveva scelto s.Francesco per tanti motivi:il posto era suggestivo,ma era frequentato soprattutto da comitive di ragazzi che si divertivano ad aggirare a nuoto la parete e,arrampicandosi,scoprire le insenature successive.
Non era una tappa obbligata dei vacanzieri vip e la sabbia la rendeva più ospitale per i bambini.
Direttamente sul mare si affacciava un pittoresco ristorantino,senza pretese,ma i cui aromi,man mano che si avvicinava l’ora di pranzo,erano sempre più invitanti.
*****, costretto ad adattarsi al contegno piuttosto controllato di Eddy,non ne sembrò particolarmente disturbato..Godeva della libertà di esplorare anche lui quell’affascinante fondale,si divertiva a giocare con Serena che era assolutamente instancabile,in acqua;di tanto in tanto guardava Eddy,riuscendole con piacere a strapparle un sorriso che fosse esclusivamente per lui…
Ad ora di pranzo,decisero di approfittare del ristorante.Naturalmente,d’obbligo,un piatto di spaghetti a vongole…Eddy osservando gli sforzi di ***** di arrotolare gli spaghetti,non resistè:
-Non so se sia più impacciato tu o Serena…avanti,ora:osservate me(si sentiva un po’ come Biancaneve con i nani).Si infila la punta della forchetta,si avvolge con decisione e delicatezza e –prima di averli avvolti tutti- si tira su…così!-
Seguirono entrambi le sue istruzioni e,finalmente –tra una risata e l’altra e dopo qualche altro fallimento-**** potè apprezzare fino in fondo il gusto della pasta.
Dopo mangiato e dopo aver sorbito un ‘ricco’ caffè napoletano,l’uomo si rese conto di aver finito le sigarette.
-Ero sicuro di averne un pacchetto in moto…dovrò andare a comprarle…ma dove?-
-Aspetta- gli disse Eddy,scartabellando un po’ nella sua borsa- Ecco,tieni…- Gli porse un pacchetto di sigarette aperto,ma appena iniziato:ne mancavano al massimo due.Lui lo osservò,poi le chiese,stupito:
-Ma…questo è mio…dove lo hai preso?-
Abbassando la voce,per non farsi sentire(ma la bambina non avrebbe potuto comunque capire,dal momento che parlavano in inglese!),Eddy rispose:
-Sotto il tuo cuscino,stanotte…-
Scuotendo leggermente la testa,lui disse:
-Non posso fumarle queste….vedi questo pacchetto è speciale…ha un valore rituale- iniziò a spiegarle- Da quando faccio cinema,cambio ‘casa’ diverse volte all’anno…a volte mi sento una trottola…allora,quando ho comprato casa a Londra ho preso questo pacchetto appena iniziato e l’ho messo sotto il cuscino…ma non lo uso,me lo porto dietro e la prima cosa che faccio…in albergo o altrove…è metterlo sotto il cuscino del mio nuovo letto…mi fa sentire meno nomade,meno sradicato,capisci?-
Lei aveva ascoltato con attenzione,intenerendosi anche per questo suo piccolo vezzo;era anzi un po’ dispiaciuta di averlo costretto a confessare un segreto così intimo:
-Scusami…mi dispiace,non potevo immaginare…-
-Ma tu perché lo avevi preso?-le chiese improvvisamente lui.Eddy pensò che avrebbe dovuto essere altrettanto sincera…:
-Per avere qualcosa di tuo…-confessò,abbassando lo sguardo.
Lui sorrise.Eddy contraccambiò,poi gli disse:
-Mentre tu vai a procurarti le sigarette,io provo ad addormentare Serena…così potremo stare un po’ insieme più liberamente…-
Allontanandosi,Eddy sentì squillare il cellulare di ****;un rumore sempre sgradevole…
Di lì a poco,infatti,quando –addormentata la bimba-lo raggiunse sul bagnasciuga,lo trovò di pessimo umore…
-E’ successo qualcosa?-gli domandò.
-Si,devo rientrare prima del previsto…ho un incontro con le tarts…-
-Tartarughe? Non capisco…-
Lui sorrise e le spiegò che era il modo in cui si definivano le fans.
-Ah,vuoi dire un’orda di ragazzine che gridano,piangono e si strappano i capelli…?.-
-Bèh…non proprio…almeno spero…-
Era seduto sulla riva e fumava piuttosto pensieroso.
-Senti,ma…io negli ultimi anni non sono andata molto al cinema…qual è il film che ti ha reso famoso?-
-Credo in particolare un musical,Il f******* **** *****…-rispose l’attore.
-Vuoi dire che il più grande musical di tutti i tempi,il capolavoro di Andrew lloyd Webber è diventato un film?!?....E io non ne ho saputo niente?-Eddy era curiosissima della pellicola e mostrava tutto il suo entusiasmo .Ne parlava come se il suo interlocutore quasi non la conoscesse:
-E’ una storia stupenda,il romanzo originale…la versione che ne ha fatto Webber…le musiche…oh,è la mia storia d’amore preferita…conosco a memoria quasi tutte le canzoni!!!-
Lui la ascoltava divertito.A un tratto lei si calmò e gli chiese:
-E tu interpretavi il giovane innamorato,ovviamente?-
Quasi un tantino risentito,ma glissando con relativa modestia,lui rispose:
-No…io ero il protagonista!- e si girò di lato,a spegnere la sigaretta nella sabbia.Eddy lo osservò:ammirò il bel profilo regolare,i lineamenti maschi,la mascella volitiva,le labbra carnose…e soprattutto gli occhi:due profondi abissi cangianti,caldi come un cielo al tramonto,taglienti come una lama d’acciaio…
-Una scelta piuttosto difficile,per la protagonista…-si lasciò sfuggire.Lui la guardò,capì a cosa alludeva quel commento e ne rise,schernendosi.
-Ma allora tu sai anche cantare,oltre che recitare…-
-Naturalmente…sono stato scelto dall’autore,che mi ha fatto PERSONALMENTE il provino…-Emergeva da quest’ultima battuta un evidente autocompiacimento;Eddy se ne accorse e volle approfittarne.
-….Aspetta però,ora che ci penso…dal parrucchiere devo aver letto che…come si chiama,quell’attore spagnolo… A***** B***** stava studiando non so quante ore al giorno,per ottenere la parte del ‘fantasma’ in una pellicola in programmazione…-
***** rimase in silenzio,si leggeva nei suoi occhi la soddisfazione di essere stato preferito al collega più famoso.
-Certo che B****** sarebbe stato perfetto,per quel ruolo…- esclamò improvvisamente lei- con quegli occhi nerissimi…sai,nel libro Erik ha gli occhi neri,due tizzoni ardenti nel buio della notte…-
***** non stava apprezzando molto la piega presa dalla conversazione.Si era piuttosto irrigidito e giocava,a testa bassa,con la sabbia.
Per niente intimidita dal suo silenzio,Eddy insistè:
-Del resto…te lo ricorderai in E****…canta da dio…e che presenza scenica….dai,quando ha fatto Z****…-Eddy incominciava ad alzarsi,mentre l’espressione di ***** era sempre più torva. –Ma soprattutto…hai notato come B****** somigli a Bruno?!?...-
Finalmente ***** aveva sollevato lo sguardo e si era accorto dell’espressione ironica e provocatoria di Eddy,ma capì che finora l’aveva voluto prendere in giro appena un attimo dopo che lei fosse fuggita a tuffarsi,guadagnando velocemente il largo.
Eddy nuotò via ridendo e,raggiunta la scogliera,si volse a guardarsi indietro,convinta che lui l’avrebbe inseguita.Rimase un po’delusa,non vedendolo arrivare,ma quando andò a girarsi per appoggiarsi agli scogli,se lo trovò davanti con l’espressione di chi abbia appena preso in trappola la sua preda. Eddy non potè trattenere un gridolino e tentò una via di fuga…finendo ancora di più spalle al muro,in una piccola insenatura formata dagli scogli a pelo d’acqua.
-Decidi tu- le disse –sopra o sotto?
La donna era perplessa,non sapeva dove lui volesse arrivare;ma era anche curiosa:
-Sopra o sotto…non capisco…diciamo sopra?-
-Come vuoi.-disse lui e le si avvicinò con l’apparente intento di abbracciarla;lei pensò di essersela cavata con poco,ma ***** con una mossa felina,abbracciandola le aveva sganciato il pezzo di sopra del costume e lo aveva sfilato,appropriandosene.
-Ma sei matto…non vale! Questo è un colpo basso!-gridò lei,a braccia conserte,acquattata dietro gli scogli,per paura di essere vista.
-Ridammelo subito…-
***** lo stava palleggiando da una mano all’altra con un sorrisetto ironico.
-Rimangiati parola per parola quello che hai detto…e forse lo riavrai!-
Eddy rise:
-Che stupido che sei…stavi lì a testa bassa,come un toro pronto a caricare…è stato più forte di me…ma è chiaro che non lo pensavo veramente…-
L’uomo sembrava sul punto di commuoversi e allungarle il costume,ma lei si lasciò sfuggire,sempre scherzando: -non del tutto…almeno!- e lui tirò indietro la mano,di nuovo,fingendo di arrabbiarsi ancora.
Risero e,finalmente,***** le restituì il maltolto,aiutandola anche a reindossarlo senza dare troppo nell’occhio.Erano ancora soli nella piccola insenatura e lui la fissò,dicendo:
-Quando stai con Serena sembri inaccessibile…poi improvvisamente schiudi uno spiraglio…..ed è ancora più bello…-
Lei abbassò lo sguardo:
-Non devi dirmi queste cose…-
-Non ti fa piacere sentirle?- le domandò lui,accarezzandole la guancia per sollevarle il viso.
Lei rise,al suo solito modo:
-Potrei finire per crederci…-
***** non volle replicare,ma le diede un bacio e,approfittando della sua distrazione,le sganciò di nuovo il costume,allontanandosi ridendo verso la riva…
Eddy si ricompose e lo seguì,ridendo a sua volta.A riva gli propose:
-Se devi andare via prima,non ti preoccupare…noi ci attardiamo ancora…prenderemo un autobus stasera:e trattale bene,le ‘tarts’…loro non si sognerebbero mai di preferirti B******…-
***** prese le sue cose e,prima di andare,si assicurò che Eddy fosse proprio sicura di quel cambiamento di programma:
-Stasera non so se avrò neanche un minuto,per noi…-le disse un po’ contrito.
-Vai pure tranquillamente…-gli ripetè lei e , sollevatasi sulle punte, lo salutò con un bacio

VIII
Serena si risvegliò di lì a poco e accortasi dell’assenza di *****,chiese alla mamma dove fosse andato.
-Aveva un altro impegno…-rispose la donna distrattamente.
-Mamma,ma ***** è il tuo principe?-le chiese improvvisamente la bambina.
-Il mio principe?....la mamma non ha un principe…-
-Perché no,tutte le belle hanno un principe…Biancaneve,Cenerentola…-
Eddy rise per l’innocenza di quella affermazione e per il complimento indiretto che comprendeva.
-La mamma non ha il principe,ma ha la sua principessina…-Le disse,abbracciandola.
Serena non sembrava convinta.
-Però se tu avessi un principe,sarebbe *****?-
Eddy preferì non rispondere,come se non avesse sentito;si bagnarono ancora e poi,dopo il tramonto,raccolte le proprie cose, fecero ritorno a casa,in autobus.
Quella sera l’isola era piuttosto intasata:per tornare in albergo il primo autobus utile era quello che passava per il centro,ma il traffico ne rallentava ogni momento la corsa.La bambina sedeva per fortuna,ma Eddy,schiacciata tra la folla,era in piedi contro il finestrino.All’altezza dei tavolini del bar più famoso di Ischia,il bus si fermò di nuovo:impaziente Eddy si guardò intorno e…fu allora che lo vide:un tuffo al cuore,il vuoto,il gelo,la delusione più amara….
Seduto ad uno dei tavolini ***** si intratteneva amabilmente con una donna,una donna bella e giovane…che Eddy riconobbe essere la cantante di piano bar della sera prima….Sembravano scherzare perfettamente a loro agio:di tanto in tanto i loro visi si avvicinavano,sorridenti,sussurrandosi chissà cosa…
Eddy tirò la testa indietro per non vedere,ma poi si riaffacciò di nuovo….finalmente l’autobus ripartì…La rabbia era cocente e risaliva dal profondo del suo cuore su su,fino a diventare lacrime tacite che la donna,col viso contro il finestrino,sentì scorrere silenziosamente fino alla fermata.
Serena –a modo suo- avvertì l’ improvviso cambiamento di umore della mamma,che inutilmente si era sforzata di sorriderle sollecitandone la uscita dal bus;ma chi se ne accorse molto bene fu Bruno che,al suo ingresso nella hall,le era andato incontro,per recapitarle un messaggio:
-Ah,eccoti…ho un messag…
- Non voglio saperlo…e lasciami stare anche tu!-lo zittì lei drasticamente,allontanandosi verso l’ascensore,che non le sembrò mai così lento come quella sera.
In camera,avviò la solita routine serale della bambina:doccia,pigiama,cena e nanna…ma svolse i suoi compiti di mamma automaticamente,con la testa e il cuore altrove…Quando finalmente la bimba sembrò addormentarsi,Eddy si chiuse in bagno e diede libero sfogo alla sua pena:
-Stupida,stupida,stupida…mille volte!come ho potuto essere così cieca…che stupida,che stupida!- Si ripeteva piangendo di rabbia,di amor proprio ferito,di delusione.Era soprattutto con se stessa che se la prendeva,per esserci cascata ancora una volta,per non aver saputo prevedere…per non aver voluto prevedere…
Finalmente,asciugatasi gli occhi con le mani,col viso disfatto dal pianto,dalla stanchezza,andò a letto:Serena era ancora sveglia:
-Mamma…ma ce l’hai con me?- non potè fare a meno di domandarle.
Eddy si intenerì;quella bambina era la sua vera forza,era la manina che reggeva l’aquilone…allora se l’abbracciò e le disse:
-No amore…non ce l’ho con te…tu sei l’amore della mamma:a chi vuol bene la mamma?-
-A Serena…-
-E Serena a chi vuol bene?-
-A mammina….-
Eddy la abbracciò forte e si assicurò che si addormentasse.Poi,vinta dalla stanchezza,prese sonno anche lei.
Alle prime luci dell’alba,qualcosa la fece sussultare;aprì gli occhi,si guardò intorno;*****con la fronte e le mani contro il vetro del suo balcone stava tentando di richiamarla.Eddy si alzò infuriata,pensando:
-E adesso cos’altro vuole…?-
Aprì il balcone con l’intenzione di congedarlo piuttosto seccamente,ma prima che potesse dirgli una parola,***** l’aveva sollevata sulle braccia,esultando:
-Ma cosa?...sei matto,mettimi giù….-
-Yuuuu…è finito,finito…-continuava a ripetere lui,facendola roteare come un fuscello.La mise giù per un attimo,le stampò un bacio schioccante sulle labbra:
-Il festival è finito….!-e,euforico,la sollevò di nuovo,baciandola…
-Mettimi giù…ma cos’hai,hai bevuto?...e abbassa la voce,che svegli tutto l’albergo!- Eddy tentava di calmarlo,di riprendere il controllo della situazione:dopo quello che era successo la sera prima,il comportamento assolutamente incontrollabile di lui la destabilizzava.
-Non ho bevuto…sono solo felice!-le rispose l’uomo,con l’espressione di un bambino accusato ingiustamente di aver rubato la marmellata…
Stava per afferrarla di nuovo,ma lei riuscì a fermarlo.
-Ma vuoi davvero svegliare tutto l’albergo?-
-Allora fammi entrare…-
-Sveglieresti Serena…-
-No..te lo prometto….sarò silenziosissimo…-
Era incontenibile,come sempre.Entrarono furtivamente e lui si fermò un attimo a guardare la bimba che dormiva:
-She’s so lovely…like her mother…-disse con un sorriso.
Lei fece finta di non sentire e lo introdusse in una specie di anticamera ,accostandosi la porta alle spalle perché la bimba continuasse a dormire.
-Ora che ti sei calmato…mi spieghi il motivo di tanta euforia.- il tono di Eddy era diverso dal solito,ma ***** inizialmente lo attribuì al brusco risveglio,alla presenza della bimba.
-Il festival è finito…-
-Bene- tagliò corto lei –Sarai contento di tornartene al tuo paese!-
Questa volta ***** non potè fare a meno di non capire che c’era qualcosa che non andava.La guardò interrogativamente,le chiese:
-Something wrong?-
Lei si girò da un’altra parte,negando.Naturalmente,così facendo,lui fu sicuro che qualcosa era successo.
-Forse avrò brindato un paio di volte,ma non sono ubriaco…né cieco…che è successo?-le domandò di nuovo,prendendola per le braccia e costringendola a guardarlo.
Eddy tentò ancora di negare,abbassando lo sguardo,ma intanto le lacrime ricacciate giù iniziarono ad affiorare:
-Niente,non è successo niente…io…ho visto, ti ho visto…- E così dicendo tentava di sciogliersi dal suo abbraccio…
-Shhh,shhh- le disse invece *****,baciandole delicatamente la fronte,le guance,le ciglia. –Mi hai visto,al bar….? Sciocchina…ma non lo sai che,nel mio lavoro,tutto quello che si vede è apparenza?…-
Lei cercò di resistere alla tentazione di credergli…tentò di respingerlo.Allora lui le domandò:
-Ti ho lasciato un messaggio…Bruno non te lo ha dato…?-
Gli occhi le si illuminarono,gli confessò:
-Ero così furiosa che non ho voluto saperne niente,me la sono presa anche con Bruno…-
Lui scosse la testa,sorridendole con indulgenza.
-Ti ho visto lì,da solo…con quella…l’ho riconosciuta,sai? Era …-
-La ragazza del piano bar…-concluse lui- Era stata selezionata giorni fa per quel servizio fotografico…l’altra sera mi ha riconosciuto,ma io era la prima volta che la vedevo….-
Eddy si sentì ancora più abbattuta,ora…ora che lo aveva costretto a giustificarsi…e perché,poi? Che diritti aveva da accampare…?
Si staccò da lui,a testa bassa,ma lui le fu di nuovo vicino:
-Hai pianto…a causa mia?-
-Ti prego…non dire più nulla…mi sento così stupida….- Gli si strinse contro,cercando di nascondere il viso nelle pieghe della sua camicia.Poi pensò a quello che ***** aveva detto inizialmente,che il festival era finito:si irrigidì di nuovo,si staccò da lui.
-Che c’è ora?-le domandò lui,abbassando la testa verso di lei e guardandola negli occhi.
-Se il festival è finito,vuol dire che sei in partenza anche tu?-
Lui le sorrise,trionfante.
-No,era questo che volevo dirti…finalmente sono libero,posso godermi qualche giorno da solo con te…anzi,venivo a chiederti una cosa:lasciamo l’albergo,prendiamoci un alloggio in un residence,magari a Sant’Angelo…passiamoli insieme questi giorni…ti va?-
Lei non credeva a quello che sentiva:
-Insieme…?-
-Si,tu,io e la bambina…vuoi?-
Eddy lo guardò,cercando di penetrare nel profondo della sua mente…poi sorrise,assumendo lei ora una espressione indulgente:
-Vuoi proprio assaporarla fino in fondo,quell’altra vita?...-disse,quasi tra sé.
Lui non replicò,o non volle.Le chiese:
-E’ si o è no?- una volta tanto sembrava meno sicuro della risposta,aspettava con una certa esitazione.
-Qualcuno è mai riuscito a dirti di no?- Gli domandò lei,prolungando l’attesa.
-E’ sì?-
Lei annuì con la testa,poi glielo ripetè in italiano: -Sii…-
Allora lui la baciò,perdutamente.Sembrava non doversi fermare mai,ma Eddy si ricordò di dove erano e cercò di fermarlo…:
-Amore..ora devi andare,ti prego…- Lo aveva chiamato proprio così,’amore’,in italiano;un attimo dopo averlo detto,si morse le labbra e si augurò che lui non avesse capito.**** stava per infilare la porta,ma si voltò verso di lei:
-Come mi hai chiamato?-
Eddy si finse distratta,lo guardò interrogativamente.Lui ripetè:
-Come mi hai chiamato,Eddy?-
-E’ un modo di dire…sai,-
Lui si fermò sulla porta:
-Ripetilo…ripetilo solo una volta… non vado via,se non lo ripeti,una volta sola…-
In quel momento Eddy,se avesse potuto dar retta al suo cuore,forse glielo avrebbe gridato ;e non una,ma cento,mille volte…
Invece gli si avvicinò,sollevandosi un po’ sulle punte,gli carezzò il viso con dolcezza,e quasi in un soffio gli disse:
-E’ meglio che tu vada,ora…amore…-
Ma lui non se ne andò affatto.La travolse con la sua passione,incontenibile…
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Steso sul pavimento,con la schiena appoggiata all’esiguo divanetto dell’anticamera,***** si concedeva una rilassante sigaretta;Eddy era stesa perpendicolarmente a lui,appoggiava la schiena alla sua gamba destra,leggermente rialzata,e reclinava il capo sul suo torace;*****le teneva la mano e,tra un tiro e l’altro,le baciava a fior di labbra i capelli,la fronte,la bocca….stavano lì in silenzio,a godersi quella pace ,quella dolce intimità,dopo che il desiderio li aveva travolti come un fiume in piena…Eddy fu la prima a rompere il silenzio:
-Dovremo trovare un po’ di energia…abbiamo parecchie cose,da fare…-
-Bè,prendi solo lo stretto necessario…il resto dei bagagli ce lo faremo mandare da Bruno…
Lei ridacchiò:
-Comincia a imparare questo:lo stretto necessario quando c’è un bambino equivale a metà di una casa… E poi,scusa,dovremmo anche metterci a cercare un posto dove andare,no?-
***** esitò un po’ a rispondere:
-Veramente,Bruno avrebbe già trovato qualcosa che poteva fare al caso nostro…-
Eddy scattò:
-Bruno,Bruno,Bruno…! Ma che siete diventati,voi due,compagni di merende ,complici di reato… una associazione a delinquere?-disse alzando un po’ la voce;***** ne approfittò:
-Shhhh,svegli tua figlia…-disse,con un’espressione che tirava schiaffi:
Eddy sbuffò di rabbia,ma –giocoforza-abbassò la voce:
-Hai la faccia tosta più tosta che io conosca,signor ****** ******!...eri così sicuro che avrei risposto si,vero?-
Lui si schernì,fece un mezzo sorriso,tacque…poi ammise:
-Non sapevo ancora che ti saresti arrabbiata con me…ma dopo,quando ti ho sentita così ostile, ho avuto un po’ di paura a domandartelo…-
-Un po’… solo un po’….?-
***** se la strinse affettuosamente sul cuore,tuffò il viso in quei suoi capelli ribelli,li baciò:
-Non parliamone più…ora ,quando saremo riusciti a staccarci,faremo i nostri preparativi,poi ti aspetterò al solito posto…va bene?-Le aveva preso la testa tra le mani e la guardava con tenerezza;stavano per darsi l’ennesimo bacio,ma la voce di Serena li interruppe:
-Mamma!-
Risero in silenzio,come due ladruncoli colti sul fatto;Eddy poi entrò nella stanza della bimba,chiudendosi in fretta la porta alle spalle,per consentire a ***** di sgattaiolare fuori senza dare troppo nell’occhio.


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IX

Prima di partire Eddy era andata a congedarsi da Bruno.Lo aveva trovato nella hall,dietro il banco;lui ne era uscito prontamente,le era andato incontro,l’aveva invitata ad appartarsi:
-Allora…hai trovato una sistemazione migliore,a quanto pare?-
Eddy inizialmente non gli rispose:
-Volevo scusarmi con te,per ieri sera…ti ho un po’ maltrattato.-
-Ultimamente è una tua specialità…-
-Ho notato anche che ti sei schierato dalla parte del nemico:solidarietà maschile?-lo affrontò lei,polemica.
-Solo il mio lavoro!-rispose lui,piuttosto seccamente.E aggiunse: -Dal momento che vuoi suicidarti,volevo solo suggerirti il metodo meno doloroso…-
-Non direi…credo piuttosto che mi stai allestendo il tavolo della tortura…sadico!-
Ridevano entrambi,ma a denti stretti:Bruno sapeva che tra di loro si era definitivamente rotto ogni incanto…non sarebbero stati mai più nient’altro che amici;e questo in realtà non gli era mai bastato.Eddy,dal canto suo,credeva in quello che diceva:quei giorni,per quanto bellissimi fossero stati,avrebbero soltanto prolungato all’infinito il dolore della necessaria separazione…ma non volle pensarci oltre.
Arrivò anche Serena,a salutare lo ‘zio Bruno’;questi la prese in braccio e la baciò con affetto:
-Ciao tesoro,te ne vai? Mi lasci solo in questo albergo così grande? E dove vai di bello?-con una punta di malizia,Bruno cercava di carpire alla bimba innocente quale verità le avesse raccontato sua madre relativamente a quel brusco cambiamento di programma.
-***** ci porta a Sant’Angelo…è molto bella sai,Bruno…lui abita lì:andiamo a casa sua…-
-Ah,davvero?...e chi è *****?-
A questo punto,Eddy sarebbe voluta intervenire,non immaginando neppure che Serena,senza scomporsi e tacitando definitivamente Bruno,avrebbe risposto:
-E’ il principe della mamma!-
-Ma Serena…- Eddy non seppe insistere,preferì tacere anche lei.Strinse la mano a Bruno,poi lo abbracciò e raggiunse ***** che le aspettava,al solito posto,questa volta su una splendida decappottabile azzurra.
La casa era graziosissima:un mini appartamento le cui stanze,compreso l’ingresso,cui si accedeva da una caratteristica scaletta ,si affacciavano su una loggetta tutta intonacata a calce,coperta da un pergolato di gelsomini e vite americana;sul terrazzino,un tavolino in ferro battuto bianco con le sue sedie sembravano fatti apposta per ospitare una prima colazione mediterranea o una cenetta al chiaro di luna…da lì sopra,infatti si vedeva tutta la baia naturale di Sant’Angelo e ti veniva quasi voglia di non uscire più…
All’interno,attraverso una porta finestra,si accedeva a un cucinino,ridottissimo,ma assolutamente ben fornito;c’era poi una stanza più piccola,con un letto a castello;infine una stanza da letto matrimoniale,semplicissima nel suo stile un po’ marinaro,tutta in bianco e blù;anche questa stanza dava sul terrazzino e nel suo arredamento essenziale l’elemento più forte era costituito dalla vista sublime che si godeva:un trionfo di azzurro e sole,vivacizzato dal rosso dei gerani che fiorivano sul davanzale…
-Disfiamo in fretta i bagagli e poi andiamo a far la spesa!.-propose Eddy.
-Spesa?perchè…siamo in un residence…perché cucinare?-obiettò lui.
-Ma non hai visto come è carina e intima questa terrazza…compriamo caffè,zucchero,latte…pasta…poche cose…vedrai,ci divertiremo!-
***** seppe solo sorridere all’idea,che in fondo era sembrata carina anche a lui,ma quasi non osava sperarci;andarono a far la spesa insieme;andarono persino al supermercato,con Serena seduta nel carrello e loro due,sottobraccio che spingevano…A Eddy venne in mente una vecchia canzone di Lucio Battisti:”In un grande magazzino,una volta al mese,spingere un carrello pieno sottobraccio a te…”,così cominciò a canticchiare mentre sceglieva la frutta e la verdura:
-Perché no?perchè no…scusi lei,mi ama o no…-
A un certo punto,non riuscendo ad afferrare uno scatolo di cereali che era su uno scaffale troppo in alto,stava per far succedere una catastrofe;lui le venne in aiuto,lo presero insieme,poi ridendo le chiese:
-Ma in genere non è sotto la doccia,che si canticchia?-
-O,mi hai sentito…che vergogna!..io canticchio sempre,mi rilassa,mi aiuta a pensare solo alle cose che devo fare…-
Decisero che,portata la spesa a casa,sarebbero andati al mare;poi,nel pomeriggio alla scoperta di tutte le bellezze dell’isola che ***** non conosceva ancora:
-Ma non tutto in un giorno…-supplicò lui.
A ora di pranzo,Eddy si esibì un po’ ai fornelli…preparando uno spaghetto pomodoro e basilico,tra Serena che si lamentava per la fame e ***** che continuava a stuzzicarla,sciogliendole tutte le volte che passava il fiocco al grembiule che aveva indossato per l’occasione:
-Stasera cucini tu:porridge e means…!-lo minacciò lei.
A un tratto si accorse che ***** era affacciato e guardava verso il mare:aveva uno sguardo nuovo,negli occhi,diverso dalla malinconica insoddisfazione che vi aveva letto la sera del loro primo incontro:era uno sguardo aperto,solare,quasi di sfida verso il mondo.Eddy se ne compiacque un po’ con se stessa,ma poi scacciò questo pensiero.
Dopo aver consumato il loro primo pasto su quel terrazzino meraviglioso,Eddy accompagnò Serena a fare il ‘riposino’ rituale,mentre ***** fumava la sua immancabile sigaretta….
-Oggi dove hai pensato di portarmi?-le chiese.Era seduto col viso rivolto al sole e,sentendola avvicinarsi, l’aveva afferrata per la vita,appoggiandole la testa in grembo.
-Itinerario culturale:scavi di Santa Restituta,Castello Aragonese…puoi scegliere..-
-E se ce ne restassimo qui,buoni buoni…-disse lui,ammiccante.
-E’il tuo concetto di ‘bontà’ che mi convince poco…- rise lei,respingendolo con dolcezza.-E poi hai promesso che,finchè Serena non fosse andata a nanna,non mi avresti messo a disagio con lei…-
-Ma è a nanna!- replicò lui,tentando di riafferrarla.
-Il ‘riposino’ pomeridiano non vale…può svegliarsi in ogni momento!-
-Acc….non dovrei mai fare promesse!-
Andarono al Castello aragonese,a Santa Restituta,in visita all’Epomeo a dorso di mulo:non c’era pomeriggio che non trovassero qualcosa da visitare.La sera,poi,Serena era così stanca che crollava letteralmente dal sonno. Eddy le aveva fatto credere che loro due avrebbero dormito insieme,nei letti a castello.Così,dopo che la bambina aveva cenato, si ritiravano;appena Serena dormiva,Eddy sgattaiolava fuori…domandandosi fino a quando la sua piccola avrebbe avuto così tanta fiducia in lei…chi sa se davvero ne aveva?
In quel momento della giornata,finalmente,il tempo per lei e ***** si fermava;restavano a lungo abbracciati a guardare l’immenso firmamento che si rifletteva e si moltiplicava nell’acqua blu del mare,chiacchierando delle cose più disparate,musica,cinema,letteratura…oppure semplicemente stando zitti.Poi,a un tratto,come per un tacito accordo,lui la prendeva per mano,la conduceva nella stanza tinta di bianco e blù,e lì si scambiavano la pelle e l’anima…


Ogni mattina,***** scendeva in piazza;comprava sigarette,giornali e due cornetti caldi da consumare con il caffè: facevano colazione sul terrazzino,approfittando del fatto che Serena dormiva un po’ più a lungo.Poi davano ciascuno un’occhiata al giornale:
-Ehi-esclamò Eddy una mattina- qui parlano del tuo film!-
***** sembrò come svegliarsi da un incanto:aveva dimenticato di essere un attore.Si precipitò a guardare l’intestazione dell’articolo e le chiese di tradurglielo:
-Accidenti…ha avuto un sacco di riconoscimenti al Giffoni film festival…guarda che è una rassegna molto importante…-Eddy fece una pausa e,con un tono diverso,gli disse:
-Forse avresti dovuto andare…-
***** si fece improvvisamente serio e silenzioso.Accese il cellulare,che di lì a poco squillò.Si allontanò per parlare più liberamente.
Quando rientrò aveva cambiato espressione;la serenità di prima era solo un ricordo.Aveva acceso l’ennesima sigaretta e la fumava in silenzio.
Eddy lo guardò con tenerezza,gli carezzò i capelli,disse:
-Il richiamo della foresta…-
Lui la fissò un attimo,corrucciato;non aveva voglia di sorridere.
-Debbo chiederti una cosa,*****-disse allora lei,con un tono determinato- E te la chiedo guardandoti negli occhi,ora.Quando andrai via,non voglio addii,né promesse,né lacrime…voglio semplicemente che tu vada,…scavalca il tuo balcone e ritorna nel tuo mondo…-
Erano seduti di fronte.Lui la guardava fissa e lei sosteneva con forza il suo sguardo:
-Ma…potrebbe essere molto presto…-tentò di ribattere.
-Va bene…sapevamo che sarebbe successo,prima o poi…questa non è la tua vita:la tua vita è il tuo lavoro,la tua carriera,successi,riconoscimenti…E non è nemmeno la mia vita:tu lo sai,la mia vita è Serena,la cosa più bella che ho,nessuno potrà mai darmi più di lei…-
***** le aveva preso le mani,le loro dita si erano intrecciate fin quasi a farsi male.Eddy continuò:
-E’ stata una vacanza per tutti e due…una lunga,splendida vacanza…-la sua voce stava quasi per incrinarsi,ma se la schiarì,gli sorrise- magari,alla prova dei fatti,non durerebbe un giorno di più…-
***** abbassò lo sguardo;avrebbe voluto replicare,ma sapeva che Eddy aveva ragione.Disse solo:
-Potremmo non vederci più….-
Lei rise,come sempre:
-Io ti vedrò…prossimamente su tutti gli schermi…-
“No,non ridere,cara…-pensò lui- questa risata mi mancherà da impazzire”
Eddy,come se avesse intuito il suo pensiero,tornò seria;incrociò di nuovo il suo sguardo e gli disse:
-Me lo prometti? Farai come ti ho chiesto?-
***** annuì con la testa e,finalmente,disse di sì.
-Va bene…stamattina ti porto in un posto straordinario…-disse Eddy cambiando tono- Vado a svegliare Serena…-
Andarono in una località vicina,chiamata Sorceto:si raggiungeva solo in barca o scendendo ripidissimi scalini scavati nella roccia.Qui non c’era spiaggia,ma solo rocce nere,vulcaniche,che formavano come dei piccoli laghetti ,digradando verso il mare:***** vide che Eddy e Serena si bagnavano senza problemi in quei laghetti,ma avevano gli occhi fissi su di lui,mentre aspettavano che si spogliasse e si immergesse:…come ebbe messo un piede in acqua,esclamò,ritraendolo:
-E’ calda…!?!-
-Mmm mmmm -.risposero all’unisono madre e figlia.
Allora lui si immerse insieme a loro,chiedendo spiegazioni:
-L’isola è tutta vulcanica,-gli rispose Eddy-…a Cetara le rocce sono così calde che ci si può friggere un uovo sopra,non lo sapevi? Qui invece l’acqua è …da idromassaggio…-
-E’ una meraviglia…-disse lui,rilassandosi completamente,poi allungò un braccio verso Serena e un altro verso Eddy e le strinse a sé….
Quella sera,dopo cena, Eddy preparò una sorpresa e volle che anche Serena rimanesse qualche altro minuto in piedi,per festeggiare con loro:aveva fatto preparare una piccola torta con tre candeline…tre quanti i riconoscimenti che il film di ***** aveva ricevuto.
-Adesso- gli disse- devi esprimere un desiderio e spegnere le candeline...-
-Da noi in Scozia si fa in un altro modo-.ribattè lui:prese ogni candelina e,facendo scorrere un po’ di cera, la fissò ciascuna in un piattino.-Prima ciascuno deve mangiare la sua fetta di torta-
Eddy tagliò la torta e dispose le fette nei tre piattini,guardando ***** per averne l’approvazione.Era una torta di panna e fragoline:a ***** vennero in mente i babà al limoncello,la guardò:
-Sei la donna più golosa che conosca…-le sussurrò,riferendosi con quel golosa all’amore che Eddy sapeva mostrare per tutti i sapori della vita.
Quando ciascuno ebbe consumato la propria fetta,***** spiegò:
-Ora bisogna esprimere un desiderio…senza dirlo…-si precipitò a specificare,perché Serena stava già per dichiarare i suoi…-Poi bisogna spegnere la candela,al primo colpo,o soffiando col naso o battendo le mani…se riesce,il desiderio si avvera…-
Serena tentò col naso e,abilmente *****,senza che la bimba se ne accorgesse,fece in modo che la sua candelina si spegnesse.
-Evviva…brava…- Serena era felicissima,non stava più in sé ,batteva le manine e saltava,ridendo:
-Adesso la mamma…dai mamma!-
Eddy pensò un attimo,poi tentò con le mani;ma prima che potesse provarci ***** aveva battuto le sue e,in un sol colpo,aveva spento le loro due candele:
-Ma forse così non vale…-protestò Eddy,guardandolo negli occhi:tutti e due sapevano che cosa avesse desiderato,tacitamente. –O forse vuol significare…che solo tu puoi esaudire il mio desiderio… il nostro desiderio….-gli sussurrò,con dolcezza.
Poi Serena andò a dormire.Quando Eddy rientrò sul terrazzino,***** le chiese:
-E a lei che dirai?-
Eddy si sedette,fissando lontano una vela che si allontanava scivolando sull’acqua:
-Lei ti crede un principe….le dirò che sei andato a combattere un drago…va matta per i draghi…-
Lui le prese le mani e la attirò a sé.
-Vieni qui,honey,vieni qui…-
E fu dolce come il miele quel loro congedo,la passione lasciò il posto a una tenerezza estenuante,inesauribile,inappagabile…
Come tutte le mattine,***** scese presto in piazzetta;ma non andò a comprare i giornali:un taxi lo aspettava per condurlo all’imbarco. Prima di salire in auto,sollevò appena lo sguardo,a rivedere il loro terrazzino…proprio come Eddy aveva voluto:niente addii,niente promesse,niente lacrime…ma non aveva potuto andarsene via così,come un ladro,senza lasciare traccia…
Finalmente,giunto in aeroporto,occupò il suo posto sull’aereo che lo avrebbe riportato in Gran Bretagna,infilò la mano nel borsello che portava con sé,come bagaglio a mano,per prendere l’ipod e rilassarsi un po’ con la musica e incontrò sotto le dita qualcosa che non si aspettava,un pacchetto.Lo scartocciò,lo aprì:era un libro in italiano,con testo inglese a fronte,Le due città…Sorrise,ricordandosene;poi lo aprì.Sul frontespizio,una piccola scritta: ‘Everywhere,Everytime,E.,…’
Anche Eddy si era svegliata. Fuori era ormai giorno,si sentivano le voci e i richiami della vita salire dalla strada. La donna sapeva che non lo avrebbe trovato accanto a sé,ma stese la mano verso il suo cuscino,per sentire almeno il tepore del suo corpo…e anche la sua mano trovò qualcosa di inatteso,qualcosa che valeva più di tante parole….sotto il cuscino ***** le aveva lasciato quel suo pacchetto di sigarette appena iniziato e mai finito…

THE END(o no?)





gemini2124/2/2006, 15:25
Non ci credo! Ero convinta di averla commentata ed invece non l'ho fatto (peccato aver perso tutti i nostri precedenti commenti :( )

Una storia bellissima anche se la prima volta che l'ho letta mi ha fatto soffrire un po' facendomi sentire Ischia così vicina e non esserci potuta andare.

Complimenti Somma Autrice :applauso:

sabry_aminta26/2/2006, 00:14
la prima ff che ho letto!!ma che bella... :applauso:
CITAZIONE mi ha fatto soffrire un po' facendomi sentire Ischia così vicina e non esserci potuta andare.
a chi lo dici...per me che ce l'ho davvero vicina è stato ed è da tortura!!
:boom:

madamegiry27/2/2006, 11:42
avevo letto questa storia...di là(!)...e non avevo avuto il coragio di commentare...
ADESSO VOGLIO DIRE CHE L'HO TROVATA BELLA,COME UNO DI QUEI FILM CHE MI PIACCIONO TANTO...

jiujiu27/2/2006, 12:42
questa per me è statala seconda ff...la prima era..uhm...demons...si! ma questa mi aveva lasciata colpita per come era scritta...così...ecco..mi sembrava di averli davanti a me, personaggi reali che vivevano una storia reale! come dice marzia...questa ff è stata come un bel film... :wub:

SABI6628/2/2006, 16:27
Cara Ariel, come promesso l'ho letta tutta di un fiato...
Che dire.......stupenda, dolce e malinconica

Brava!! :applauso:
gemini2119/12/2006, 16:04

Up!
Forest Fairy2/4/2008, 22:20
Allora che dire di questa fanfic?
è splendida e mi ha emozionato tantissimo, e mi ha fatto quasi essere lì ad Ischia, che seppur avendo vicino non ho avuto la fortuna di andarci qnd Gerard c'è stato... :( è stata una piccola rivincita grazie per il volo di fantasia! è stato splendido l'unica pecca è stato il finale uffa non restano insieme ma dopo ci dò dentro con la seconda parte :P
Serena è dolcissima!!!
Bravissima Ariel come sempree



Edited by arielcips - 5/4/2008, 10:49
 
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simcio
view post Posted on 20/7/2011, 15:21




Ariel, a differenza di te, non trovo le parole... ma le lacrime si.
Grazie
Simo
 
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view post Posted on 21/7/2011, 00:11
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riletta tutta di nuovo,come prescritto dall'autrice...intensa,magica....come Ischia *_*
però che sofferenzaaaaa! :caldo: :infermieri: :infermieri:
CITAZIONE
Sarebbe stato bello fermarsi per una vacanza:ma lui non era lì per una vacanza…ebbe un moto di fastidio,come gli succedeva da mesi,ormai:lui era lì per mettersi in vetrina,presto sarebbe arrivato alla gabbia d’oro del suo lussuoso albergo;avrebbe rivisto le solite facce,sorriso,chiacchierato,flirtato…tutto secondo un programma stabilito,che ultimamente gli stava cominciando ad andare un po’ stretto.

oggi come ieri...senza parole :o:

CITAZIONE
-Sono cotto…stanco morto…- e con la mano comiciò a sbottonarsi la camicia e allentare la cravatta.

poi,carezzandole impercettibilmente la spalla con due dita

-E’ meglio che tu vada,ora…amore…-
Ma lui non se ne andò affatto.La travolse con la sua passione,incontenibile…

che colpi bassi...schiatttttt... :boom:
 
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