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Londra le accolse sotto una pioggerella fittissima;non ebbero nemmeno il tempo di guardarsi intorno che l’underground le inghiottì per portarle nel college dove Rossella aveva ‘vinto’ il suo stage. Ebbero una stanza assai graziosa e riprovarono l’emozione di essere studentesse insieme.Dalla loro finestra si intravedeva la mole solenne dell’edificio scolastico stagliarsi su un ampio prato verde,i cui confini sembravano perdersi quasi a vista d’occhio. Quella sera si limitarono a disfare le valigie e a prendere contatti con i loro ospiti. -Ma domani sera andremo a Londra….c’è la prima del Riccardo II…ti rendi conto,Eddy:assistere a una prima di S.B.?...-
Il giorno dopo la pioggia si era trasformata in neve:una neve impalpabile che aveva imbiancato il prato del College e tutta la cittadina.Infagottate come eschimesi Rossella ed Eddy girarono un po’ a piedi,per acquistare gli ultimi accessori che sarebbero serviti alla uscita serale: -Che stupida,Ro…non ho portato i collant…devo assolutamente comprarne almeno due paia…- -Allora tu vai al supermarket,mentre io mi fermo in profumeria…- La separazione non era stata molto gradita alla nostra protagonista,che con l’inglese ‘letterario’ se la cavava piuttosto bene,ma con quello quotidiano aveva dei problemi.Credette di aver trovato ciò che le serviva,quindi si ritrovò con molto sollievo al fianco dell’amica. Continuava a nevicare e schiarire alternativamente:il paesaggio era estremamente suggestivo e natalizio….Eddy pensò a Serena,che forse a quell’ora si divertiva a fare un pupazzo di neve o si capitombolava sulla slitta:pensò che forse aveva fatto male a non andare anche lei. Rossella la rimproverò: -Smettila di tormentarti…fammi vedere cosa hai preso…? Ah belle! Ma non avrai freddo?- -Con queste calze?...no,saranno almeno 40 din…o no?- Rossella già non ascoltava più;non vedeva l’ora di liberarsi delle lezioni pomeridiane per uscire:Londra le attendeva,con i suoi teatri scintillanti!
G. aveva prenotato facilmente una poltrona nelle prime file.Uscendo dal pub dove aveva passato la notte era però in dubbio se andare o no a quella prima teatrale e non partire piuttosto per casa. Il tassista attese un po’,quindi sollecitò: -Dove,signore?- L’impossibilità di parlare con Eddy lo aveva un po’ immusonito e stava quasi per rispondere ‘Victoria Station’ ,quando si disse che l’amico sarebbe rimasto troppo male se in ultimo non si fosse fatto più vivo. Controllò l’orario dei treni;magari poteva assistere ai primi due atti,salutare S. e poi prendere The flying Scotsman,il vecchio treno che,viaggiando di notte,arrivava a Dundee alle sei del mattino. -****** Theatre,per favore…-
Rossella aveva trovato posto in un palchetto,in alto,ma abbastanza centrale. Vi si accomodarono e presto le luci si spensero e lo spettacolo ebbe inizio. Eddy fu a poco a poco rapita dalla magia della messa in scena,fino a dimenticare ogni pensiero e immergersi completamente nella rappresentazione. Alla fine del secondo atto aveva le lacrime agli occhi;aveva persino dimenticato che era ora di chiamare Serena per darle,come ogni sera,la ‘buona notte’. Rossella la catapultò fuori del palco: -Vieni,se facciamo presto,riusciamo a salutare S.B…o almeno qualcuno degli attori…- -Ma ora?...devo telefonare,Ro…- disse Eddy,come risvegliandosi da un sogno. -Ti prego,accompagnami…non è ancora ora di telefonare….-insistè Rossella.
G.si era emozionato man mano che lo spettacolo procedeva;il suo amico S.era un grande regista e un grandissimo attore capace di trasmettere ancora la grande magia del palcoscenico…I primi due atti erano scivolati via,rapendo ogni sua attenzione.Tuttavia non aveva cambiato decisione: sarebbe andato via,senza fermarsi per la fine.Così cercò di raggiungere il camerino dell’amico al più presto,per congratularsi ancora con lui.Da vecchio animale da palcoscenico sapeva bene come accedere alla meta,evitando la folla che si assiepava lungo le scale interne.Bussò piano alla porta semi chiusa e S. riconoscendolo lo invitò a entrare amichevolmente.I primi ammiratori videro la porta chiudersi alle spalle di quell’ultimo arrivato ,senza poter fare nulla per impedirlo. Uscendo dal camerino dell’amico,dal quale si era calorosamente accomiatato,G.fu costretto ad usare il percorso tradizionale.Fu allora che gli arrivò all’orecchio un suono familiare: -Eddy…c’è già la fila davanti al camerino…chissà se riusciamo a incontrarlo prima della fine…- -Proviamoci,Ro….ma…mi sembra piuttosto difficile…ci sono anche delle personalità prima di noi…- Erano due voci di donna che parlavano italiano tra loro:una delle due aveva chiamato l’altra ‘Eddy’,ne era sicuro…Che buffa combinazione- si disse- Il destino a volte si vuol prendere gioco di noi…- Per curiosità si volse indietro a guardare di chi si trattava.Una ragazza alta e magra,dai capelli rossi,che si muoveva a scatti,come una marionetta;accanto a lei… -Non è possibile…- si disse,trattenendo il fiato. I capelli erano cresciuti ed erano più scuri;il colorito non era più abbronzato;indossava un grazioso abitino ricamato,marrone,che le disegnava delicatamente la silhouette…Era proprio lei,era Eddy! Senza pensarci su due volte,G. tornò sui suoi passi,aprendosi piuttosto bruscamente spazio tra la folla.Eddy era di spalle e non lo vedeva;stava parlando ancora: -Comunque…io tra dieci minuti devo telefonare...ti raggiungo per il terzo atto….- Rossella voleva replicare qualcosa,ma la sua attenzione venne attratta dalla mole di G. che si faceva largo tra la folla,non proprio educatamente: -Guarda quello là,ma chi si crede di essere?- Subendo il contraccolpo di quella avanzata,Eddy fu costretta a girarsi e a guardare.Lo riconobbe quasi subito,anche se ora i capelli sembravano più chiari e aveva la barba.Le sembrò di perdere l’equilibrio;le sembrò di non avere fiato,mentre il cuore pompava disperatamente sangue ai polmoni…. G. si fermò davanti a lei:gli occhi gli brillavano ancora per l’incredulità: -Eddy?...ma sei proprio tu?!?- le disse,pensando tra sé che avrebbe potuto trovare parole molto meno banali. ‘Perché non mi corre incontro?perchè non mi abbraccia?’-intanto si domandava. ‘Perché non gli corro incontro?perchè non mi getto tra le sue braccia?’-ebbe per un attimo il tempo di domandarsi Eddy.Ma l’istinto non fece in tempo a prevalere sulla ragione.Irriggidendosi leggermente,gli porse la mano e un sorriso appena accennato: -G.?...ma che combinazione?...come stai?- Lui non seppe far altro che stringergliela,ma a lungo,come se non sapesse restituirgliela. Rossella li guardava piuttosto perplessa.Poi fece una espressiva occhiataccia all’amica,come a dirle ‘Bè,non mi presenti?’ Sciogliendo la mano dalla sua presa,allora Eddy riuscì a dire: -Lei è la mia amica Rossella….il signor G.B….- -G****….-corresse lui,amichevolmente,stringendo la mano anche a Ro,ma non staccando gli occhi da Eddy. Non appena Rossella ebbe messo a fuoco di chi si trattava,entrò in agitazione;senza rendersi conto dello stato d’animo dei suoi interlocutori,cercò di attirare su di sé l’attenzione dell’uomo,esibendo il suo migliore inglese. -G.B.?...l’attore?...il protagonista del …?....Ma io sono una sua grande ammiratrice,sa…anche se di natura preferisco il teatro…- E giù una valanga di parole,mentre G.tentava disperatamente di entrare in contatto con Eddy,a sua volta sempre più schiva. -Avrei voluto incontrare S.B….ma c’è una grande fila…- -Possiamo provare insieme,se permette…magari le riesco a fissare un incontro per il dopo spettacolo…- -Sul serio…Eddy hai sentito???- L’amica sorrise…poi guardò l’orologio e fece cenno a Rossella che sarebbe scesa giù per la telefonata promessa a Serena.Coinvolto dal turbine di chiacchiere di Rossella G.non si era accorto dell’allontanamento di Eddy,se non in ritardo.Nell’attimo di indecisione che seguì tra l’andarle dietro o cercare attraverso Rossella di avere qualche informazione in più su quel fortuito incontro,fu quest’ultima a prendere l’iniziativa: -Sono riuscita a convincere anche Eddy a venire con me…sa,ho vinto uno stage presso un college di Cambridge…- -E con Serena,come avete fatto?- -Conosce Serena?....ma allora siete proprio amici con Eddy!...e quando vi siete conosciuti?- -In estate…- disse lui,glissando;poi tornò a chiedere- E’ anche lei con voi?- Rossella all’inizio sembrò non capire: -Chi? Serena?...no, è con suo padre!- Nel cuore di G.sembrò penetrare una scheggia di ghiaccio.In quel momento si aprì di nuovo la porta del camerino di S. -Hei G….ancora qui?non dovevi partire?- G.si riscosse;poi presentò Rossella all’amico,indicandogliela come una appassionata cultrice di Shakespeare. Ro non aveva più parole…Fu S. a proporle di incontrarsi con calma a fine spettacolo,visto che il terzo atto stava per incominciare. -Allora ci vediamo più tardi…ma Eddy dove è andata?- -Eddy è giù a telefonare…qui il cellulare non prende…- Il terzo atto stava per avere inizio e a Rossella rincresceva aspettare.G.sembrò capirlo e approfittò dell’occasione: -Io scendo a fumare una sigaretta…se vuole l’avverto io…- -Sarebbe così gentile?- Rossella non poteva immaginare che G. non vedeva l’ora di ritrovarsi da solo con la sua amica. -Gentile? Per così poco?- le disse e si precipitò giù,verso il foyer. Eddy era al telefono.Vide il suo viso illuminarsi di un sorriso radioso,le sentì pronunciare la parola ‘amore’….si bloccò di nuovo sulle scale. Preferì tornare indietro,andare a fumare nel corridoio dei palchi.Per fortuna si scontrò di nuovo con Rossella: -Non l’ha trovata?...strano…a quest’ora telefona sempre a Serena,per darle la buona notte…Non vorrei fosse uscita fuori dal teatro?!?- Mentre Ro si preoccupava per l’amica,G. al contrario si rianimava: ‘Che stupido!parlava con la bambina…quel sorriso…come non capirlo?!?’ -Eccola che arriva…- disse poi a Rossella,additandogliela,ma non fermandosi ad aspettarla. -Ci vediamo alla fine dello spettacolo,non si dimentichi…raggiungetemi in platea…!- le ricordò,scomparendo frettolosamente nell’altra direzione.
Eddy ebbe seri problemi a concentrarsi sull’ultimo atto.Sapeva che di lì a poco lei e G. si sarebbero rivisti e,presto o tardi,avrebbero avuto anche modo di parlarsi da soli…Cosa sarebbe successo,allora?...Certo era stata una combinazione assolutamente inattesa…mai si sarebbe sognata di rivederlo…incontrarsi a Londra…e lui era da solo… Cercò di non pensare;cercò di seguire il dramma che si svolgeva sulle scene;ma era sicura di aver identificato la sua testa svettare da una poltrona delle prime file;e non poteva fare a meno di soffermarsi a guardarla,di tanto in tanto.Pensò alla sua mano che giocava con quei capelli,folti,morbidi;pensò a quei due ciuffetti brizzolati che G. aveva ,così particolari,che l’avevano conquistata quasi subito.Sospirò.Si fece forza e distolse lo sguardo,un attimo prima che fosse lui a sollevare gli occhi verso quello che credeva essere il loro palco. Anche G. era assolutamente distratto rispetto alla fine della messa in scena.Eddy era a Londra,da sola con una amica…Eddy…lui non era stato capace di dirle nulla:adesso si formulava in testa tutti i possibili discorsi che avrebbe voluto farle…ma in realtà non erano parole quelle che gli salivano alle labbra…erano sospiri di desiderio,di ansia.Voleva voltarsi a guardare verso il suo palco,voleva raggiungerla:temeva che potesse sparire così come era apparsa…Ma quanto durava quella dannata tragedia??? …E dopo la fine dello spettacolo,la compagnia raccolse un fiume di applausi;uscite che non finivano più,col pubblico tutto in piedi a salutare e battere le mani…Anche Gerry era in piedi;le luci erano accese e lui,applaudendo, si voltò a guardare verso i palchi,finchè non riuscì a catturare uno sguardo di lei…finalmente…Allora non l’aveva sognata:presto si sarebbero parlati,da soli… Doveva smettere di comportarsi da ragazzino alle prime armi ed elaborare piuttosto una strategia per rimanere quanto più a lungo possibile solo con lei… La sala si svuotava,finalmente.Lui si soffermò sotto il palco,in attesa di essere raggiunto … -Eccoci finalmente..- cinguettò Rossella. -Bene…allora se volete seguirmi…- G.fece da padrone di casa,indicando loro una scaletta che dal proscenio portava al back stage,accedendo direttamente ai camerini.Le due ragazze erano entrambe emozionate e l’attore pensò soprattutto a scherzare per metterle a loro agio;finalmente raggiunsero il camerino della star,dove in quel momento erano radunati altri due o tre elementi della compagnia,a brindare al successo della prima.Ben presto i tre nuovi arrivati furono coinvolti nei festeggiamenti:Rossella ormai levitava,sembrava essersi inserita perfettamente nell’insieme e scambiava battute animate in particolare con Brandon, uno dei giovani interpreti dello spettacolo.Questo non sfuggì a G. che,quando riusciva a staccare lo sguardo da Eddy,affastellava disperatamente idee su idee perché quell’incontro casuale andasse speso nel migliore dei modi. A un tratto S. propose di continuare il simposio all’uscita.Mentre si decideva dove andare a cenare,G.si era avvicinato al giovane attore che sembrava così interessato a Rossella e strizzandogli l’occhio gli consigliò di trattenerla a visitare il teatro e la galleria…Poi disse a voce alta: -Magari noi vi precediamo…- e contemporaneamente si mise al braccio di Eddy,che si voltò verso di lui con un sussulto.Lui però si finse assolutamente cameratesco e già aveva allargato l’invito a Rossella. Quest’ultima nicchiava;voleva rimanere a visitare il teatro con quella simpatica guida improvvisata…e poi aveva avuto la vaga intuizione che Eddy sarebbe stata il terzo incomodo,tra loro due. -Si…Eddy avviatevi…io vi raggiungo subito…il tempo di vedere la galleria…- Con l’espressione del volto Ro sembrava voler dire a Eddy: -Vai,vai….!!!- La giovane donna era proprio tra due fuochi…finì per accontentare entrambi: -D’accordo allora…dove ci vediamo?- -Il tuo amico G. ha capito qual è il locale,no?- Gli attori della compagnia si resero impalpabilmente conto che in qualche modo si stava ancora recitando;in particolare S.,più anziano e scaltro,ebbe netta la sensazione che non avrebbe rivisto G.molto presto. -A dopo allora…- Si congedarono. E finalmente rimasero soli.
Usciti dalla porta degli attori,camminarono per un po’ senza parlare,affiancati. Eddy si stringeva nel suo montone,infreddolita;aveva ricominciato a nevicare… -Allora…che ti pare del clima di Londra?...- -Bè…è freddino,direi…-lo guardò,abbozzando alla sua solita risatina. G.pensò di essere diventato un imbecille…Possibile che non trovava modo di penetrare la difesa di Eddy…?perchè anche lei era assolutamente inaccessibile… Questa volta fu lei a interloquire: -Sai?...ho visto finalmente Il F….. in dvd,purtroppo…- -Ti è piaciuto?...-chiese lui,un po’ esitante. -Tantissimo…- -Meglio di quell’attore spagnolo…come si chiama?- domandò ancora lui,chinandosi a guardarla. Eddy rise,poi rispose: -B******,mi pare…- -Chissà perché mi ricordavo Bruno…- scherzò ancora lui. Erano arrivati alla fermata dei taxi.Eddy si voltò indietro: -Non si vede ancora nessuno…- Erano uno di fronte all’altra.G.le aggiustò il bavero del giaccone,stringendoglielo: -Non sei proprio abituata a questo freddo,eh?- Lei rabbrividì,scuotendo la testa. -Guarda!... –disse improvvisamente- Un Routemeister….credevo non ce ne fossero più?....- G. si volse:uno dei famosi autobus a due piani di Londra era in sosta dall’altro lato della strada.L’uomo ebbe un’idea;la prese per mano e iniziò a correre: -Vieni…vieni dai!- -Ma…e gli altri…- -Corri!...- Salirono sull’autobus,entrambi col fiatone e il calore dei riscaldamenti accesi li avvolse nel suo abbraccio.L’autista però frenò i loro entusiasmi: -Mi dispiace signore ma…è fuori servizio…stiamo rientrando:questa linea ormai fa solo escursioni private…- G.si avvicinò al posto di guida;Eddy sentì che mercanteggiava a voce bassa:estrasse poi il portafoglio dalla tasca dei calzoni…. La donna distolse lo sguardo;si sentì a disagio:G.si avvicinò con un sorriso: -A posto….gli ho detto che tu non avevi mai viaggiato su uno di questi dinosauri…e che volevo portarti a fare un giro della città… Ti va?- -Mi ricordi improvvisamente qualcuno che ho conosciuto questa estate…-rise lei. -Credevo lo avessi dimenticato...-replicò lui,a voce più bassa. -Piuttosto difficile…non trovi?- ribattè ancora lei. La voce dell’autista irruppe in quel momento: -Madame?....stiamo attraversando il Tamigi:questo è il ponte di Waterloo…- Eddy si voltò:davanti a lei si apriva una veduta splendida della capitale inglese:tutta la città si specchiava nel Tamigi,con in primo piano la mole impressionante di Westminister e l’alta torre del Big Ben.La neve imbiancava i tetti rendendo ancora più suggestiva la visione.La donna non sapeva come esprimere il suo entusiasmo: -Che splendore….è bellissimo!...non avrei mai creduto di vederla così!- In piedi dietro di lei,G. con una mano la sosteneva e con l’altra le indicava i palazzi ,i parchi,le vie, i monumenti…Eddy a un tratto si appoggiò contro di lui e lui sentì che niente,niente era cambiato tra loro,da quell’estate…
Il vecchio double-deck li lasciò a Piccadilly,sotto il monumento a Nelson.Eddy non fece in tempo a scendere,però,che G.aveva individuato un altro autobus –di linea questa volta- che incrociava dall’altra parte della piazza;la trascinò di nuovo in una corsa nella neve,a rischio di scivolare….ma riuscirono a prenderlo. Ridevano come due ragazzini,salendo sul mezzo: -Siediti un po’ ora…-le consigliò lui,ansimando. E si sedette al suo fianco,passandole un braccio intorno alle spalle:l’autobus era praticamente tutto per loro… Questa volta riattraversarono il Tamigi passando proprio per il Tower Bridge:alle spalle della city , Eddy intravide la sagoma di una immensa ruota panoramica.G. le spiegò: -Quello è ‘ l’occhio’ di Londra…la ruota di un grande parco di divertimenti costruito in occasione del Capodanno 2000…solo che a quest’ora è chiuso….anche per motivi di sicurezza…- -E’ spettacolare…- disse Eddy,entusiasta- A capodanno del 2000… io ero un po’ impegnata… -aggiunse poi,ricordando: - Nasceva Serena…- Lui le sorrise,stringendola più forte,poi credette fosse venuto il momento di chiederle: -Dov’è ora?..- Eddy scosse un po’ la testa;quell’argomento la scottava ancora. -Suo padre…improvvisamente si è rifatto vivo…- G.la ascoltava guardandola con dolce sollecitudine. -…contemporaneamente lei ha cominciato a domandarsi…come mai…?- -Insomma…io lo avrei mandato volentieri al diavolo,ma…lui è cambiato;è ammalato…e Serena aveva bisogno di sapere che suo padre le voleva bene…-Eddy abbassò la testa,sentiva il calore della commozione affiorarle sulle ciglia;rialzò il capo,con la sua solita risatina: -E così ho perso la mia ancora…- Lui,che aveva tirato un sospiro di sollievo dentro di sè,ora che aveva saputo bene come stavano le cose,riascoltando la sua risatina la aveva sentita ancora più vicina,ancora più sua…ma non volle forzare la mano.Si limitò a stringerla a sé,tentando di infonderle forza: -Non credo che tu l’abbia persa…e tu lo sai…Hai fatto bene a prenderti questa vacanza,a pensare un po’ a te…- -Capolinea,signori!- Come prima, la voce dell’autista interruppe il loro dialogo. Scesero dal bus;il vento si era fatto ancora più glaciale…G.stringendo a sé Eddy per ripararla dal freddo si guardò intorno;poi la condusse sull’ennesimo autobus,sopraggiunto opportunamente in quei pressi. Questa volta il giro fu più breve,attraverso i quartieri residenziali della città;poche fermate dopo G. invitò Eddy a scendere. La donna si guardò intorno: -E qui dove siamo?…un quartiere molto signorile…- Era un viale alberato,illuminato da lampioni ottocenteschi che ricordavano le antiche luci a gas delle notti di Conan Doyle o di Stevenson;i palazzi erano in perfetto stile ‘old english’;dalle finestre brillavano discrete decorazioni natalizie. G.tossì,schiarendosi la voce: -Qui…è dove abito io…- Eddy si voltò a guardarlo,diffidente: -Allora…sei arrivato ?…- Lui le confidò: -Sono a Londra da tre giorni…ma non ho ancora messo piede in casa…- -Perché?...-chiese lei,scrutandogli il viso:aveva di nuovo l’espressione malinconica della prima sera a Ischia. -E’ una casa vuota e fredda…e non mi andava di sentirmi ancora più solo…- Eddy era rimasta ferma sotto la pensilina della fermata,uno scalino più su di G.Questo le permise di allungare la mano e fargli una carezza sul viso,con un leggero sorriso: -Hai una barba regale…Serena forse non ti riconoscerebbe…- Poi la mano salì verso i capelli e giocherellò con il ciuffetto brizzolato. Lui la guardava,senza osare chiedere;poi finalmente disse: -Saliresti…su con me?- Lei scosse la testa,sorridendo: - La tua casa sarà certamente meno fredda della strada…- G.la prese per mano e attraversarono la via,imboccando il portone di un vecchio edificio in stile vittoriano. Le scale erano in legno,coperte da una moquette che attutiva ogni rumore.Eddy si guardava intorno affascinata;le sembrava di vivere un sogno,più che una pericolosa realtà. Arrivati davanti alla porta,G.infilò la chiave nella serratura,ma prima si volse verso di lei e,abbassandosi,le baciò la bocca,con dolce tenerezza. La serratura scattò. L’uomo lasciò che la sua compagna entrasse,poi contemporaneamente chiuse la porta alle loro spalle e accese la luce. La casa era davvero fredda,ma Eddy avvertì il fondo di un aroma che ricordava bene:l’odore di fumo e del dopobarba di G….Il padrone di casa si affrettò a liberarsi del suo soprabito,rimanendo con un lupetto nero e una giacca di velluto verde scuro;ma Eddy,avanzando verso quello che sembrava un soggiorno all’americana,tenne stretto addosso il suo montone. -Accendo il riscaldamento…-disse lui sollecito,allontanandosi.-Sarà più caldo tra pochissimo…- Prima di andare,non potè fare a meno di chinarsi di nuovo verso di lei e darle un altro bacio,come il primo. La trovò nel soggiorno:due divani creavano un angolo retto davanti a un camino.Ai piedi del camino un tappeto di lana d’angora e tanti cuscini. -Hai ancora freddo?...-le domandò,vedendola ancora stretta nel soprabito. -Accenderesti il camino?- disse lei,annuendo. -Si,certo…- Le rispose e si mise ad armeggiare;in poco tempo una debole fiamma cominciò ad alzarsi tra i ceppi. -Non ho niente in casa…ma posso farti un tè…-disse ancora e ,come prima si allontanò verso quella che doveva essere la cucina,non senza averle dato ancora un altro bacio,questa volta un po' più insistente. Quando tornò Eddy era ancora ferma davanti al camino,col suo montone sulle spalle. -Vado a prenderti un maglione?- le propose e stava per scomparire di nuovo verso l'interno della casa,ma si accorse che lei era protesa verso di lui,come a invitarlo a baciarla ancora.Non seppe resistere;ma questa volta le sue mani si insinuarono nelle pieghe del suo soprabito,attirandola a sé.E il bacio non si fermò alle labbra…In un crescendo irrefrenabile di passione e desiderio,G. si riappropriò del sapore più intimo della sua bocca,gustandolo come miele…era impossibile interrompersi… Il fischio del kettle lacerò l'aria;Eddy riuscì a domandare: -Cos'è questo...?- -Il bricco dell'acqua...-mormorò lui,sulle sue labbra. -Non scoppierà,vero?- Lui sospirò,ma non smise di baciarla: -Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora...- Il montone di Eddy scivolò sul pavimento. La fiamma nel camino divampo’,divorando i ceppi.
--Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora…- Così dicendo l’uomo riprese a baciarla,stringendola a sé,carezzandole la schiena,le spalle,insinuandole le mani sui fianchi,tra i capelli:la desiderava…. Eddy a sua volta lo liberò della giacca e poi gli carezzò il torace forte,muscoloso.Timidamente le sue mani cercarono un varco sotto il lupetto,per carezzare direttamente la sua carne calda e tesa. -Oh sweetheart…-disse lui-…sei qui,a casa mia,davanti al mio camino…-Ma le parole si mescolavano ai sospiri,i sospiri ai baci;ora erano in ginocchio davanti al fuoco,poi piano piano scivolarono l’uno sull’altra. Anche le mani di G. cercarono la sua pelle,insinuandosi sotto il vestito: -tesoro…non voglio distruggerti l’abito…è così carino…ma…come si sfila?- C’era una lampo,sul lato.Eddy l’abbassò e piano G.la spogliò.Riconobbe le curve delicate di quel corpo che tante volte era stato suo,disegnate da una lingeriè candida;poi si accorse che indossava delle calze autoreggenti.Si fermò un attimo: -Ma tu d’inverno vai sempre in giro a questo modo?...- Eddy arrossì; -Scusa…mi vergogno tanto…ho sbagliato quando le ho comprate…non avevo capito la scritta…- Ma a lui non interessava più ascoltarla:era desiderabile,dolce,bella… Si sfilò il lupetto,si liberò dei pantaloni scuri. La baciò,la baciò fin quasi a consumarla;e poi piano la prese. -Amore…oh amor mio…-le sentì sospirare. -Dimmelo ancora….chiamami amore,Eddy…my love,my sweet heart…- Perché fare l’amore con lei era così diverso?così coinvolgente e dolce…così autentico? Non avrebbe voluto smettere mai! Il desiderio rese il piacere ancora più intenso,devastante. Si fermarono,a recuperare il fiato.Ma sapevano entrambi che quello era solo l’inizio… -Faresti bene a spegnere il gas,amore…- gli consigliò Eddy,mentre lui già aveva ricominciato a giocherellare con i suoi capelli,le sue mani,la sua pelle. -Ho paura di tornare e non trovarti più,amore …Io ancora non ci credo che sei qui.- Lei sorrise.Lui convenne che fosse necessario ascoltare il suo consiglio; si allontanò,imprecando tra i denti contro il f********* bricco,rientrò meno di un secondo dopo. Eddy stava guardando l’ora sul suo telefonino.Lui si stese vicino a lei,le tolse il telefono di mano e glielo spense: -No…questo adesso non ti serve…- Al suo timido tentativo di riafferrarlo,lui ribadì: -No…-e prima che potesse replicare,le mise una mano nei capelli e la baciò,tirandola giù sul tappeto.
Stesa al suo fianco,Eddy si divertì a guardarlo,carezzandogli il viso e la barba folta. -E chi sei,ora?...un guerriero antico…un cavaliere medievale?- Lui si schernì: -Sono solo G.B. che fa l’amore con la sua ragazza…- Lei lo rimproverò,allontanandosi: -Non scherzare…- -Non sto scherzando…-ribattè lui serio. Per tutta risposta lei cercò le sue calze e iniziò a rivestirsi,dicendo: -E’ stata solo una coincidenza,una fantastica coincidenza…- Lui si alzò,spazientito.Ritornò con in mano un pacchetto di sigarette e il proprio cellulare.Si stese di nuovo accanto a lei,trattenendola: -Dai un’occhiata qui…- le disse. Eddy riconobbe il proprio numero di casa;cercò di non agitarsi.Poi lui le fece leggere sul display,la data e l’ora dell’ultima chiamata. -Ti ho cercata…se non ci fossimo visti ti avrei cercato ancora,Eddy…mi sei mancata da morire…- -Non devi dire questo…-cercò di ribattere lei. Lui si era acceso la sigaretta; stava perdendo definitivamente la pazienza: -Perché? Perché non devo dirlo?...ascolta:non ti permetterò di nuovo di decidere per tutti e due…- -G. ne abbiamo già parlato…non potrebbe mai funzionare…- si difese lei,senza guardarlo in viso,scuotendo la testa. -Se non proviamo,come possiamo saperlo?...Eddy smetti di razionalizzare,stacca un momento il cervello…- Ma lei continuava a dire no,col capo. -D’accordo;questa estate neanche io sapevo davvero che cosa volevo..mi sono adattato alla tua decisione,ho tentato di dimenticarti …il lavoro mi ha assorbito completamente e quando non c’era il lavoro…- Eddy lo guardò negli occhi;concluse lei il discorso: -C’era un’altra donna…- Lui espirò il fumo della sigaretta e confermò: -Si…c’è stata anche un’altra donna…Ma non è servito a niente!Non volevo lei….io volevo te,voglio te….- Il suo tono si stava raddolcendo;con la mano le sollevò il viso:aveva uno sguardo così dolce e abbattuto insieme… -Non potresti guardarmi negli occhi- le chiese – e dirmi semplicemente cosa provi?- Eddy stava quasi per assecondarlo,ma accampo’ una nuova difesa: -G. fra tre giorni io ritornerò a Napoli…- -….e io ti accompagnerò all’aeroporto,ti bacerò fino a che non salirai sull’aereo…tu mi saluterai dall’oblò…ti chiamerò per telefono per sapere se il viaggio è andato bene…- Eddy continuava a fare no con la testa. -Perché no?perchè?...che cosa ci sarebbe di così innaturale…Se io fossi un marinaio,un soldato…un pilota?...- Lei lo guardò,sorrise: -Non ho mai voluto stare con un marinaio o un pilota…- -Infatti…sono un attore…-scherzò anche lui,ma non smise di fissarla. –Adesso smettila di accampare scuse:guardami negli occhi e dimmi solo quello che provi per me…solo quello è importante…- Eddy lo guardò;come sarebbe stato bello abbandonarsi,lasciarsi andare,annegare in quei suoi occhi… Timidamente ammise: -Anche tu mi sei mancato…- Lui sospirò,ma si trattenne dall’interromperla: -Mi sei mancato da morire…mi mancava la tua forza,la tua irruenza…avevo tanta voglia di rifugiarmi tra le tue braccia,e non pensare a nient’altro…avevo tanta voglia di risentire la tua voce…- Lui le carezzò il viso,le baciò la fronte all’attaccatura dei capelli. -Io voglio che tu mi dica cosa provi,Eddy… Anche lei voleva riuscire a dirglielo,voleva superare le sue paure. -Io…io ti amo…G…-sillabò,con un filo di voce.Poi lo ripetè,con sicurezza:-Io ti amo…- Lui socchiuse gli occhi,la strinse a sé,tuffò il viso nei suoi capelli.Poi cercò di nuovo le sue labbra e la baciò,con tutta la dolcezza di cui poteva essere capace: -…sweet heart…!-
Erano ancora sul tappeto,davanti al camino;esausti,ma appagati,appoggiati al divano,un caldo plaid li ricopriva entrambi.G.stava finendo la seconda sigaretta della serata,quando Eddy gli chiese di fare un tiro. -Non sapevo che fumassi…-si stupì lui. -…posso confessarti una cosa?...ogni tanto ho sottratto una sigaretta al tuo pacchetto…quando ero proprio triste,disperata:era l’unico modo per sentirti vicino…mi sembrava di provare un po’ del tuo sapore…- Lui sorrise,poi le disse: -Aspetta…ti insegno un gioco…- aspirò,poi si chinò verso di lei e le passò il fumo con un bacio.All’inizio lei tossì un po’,poi rise: -Ma queste sono cose da adolescenti…- Poi però lo fece a sua volta;gli passò il fumo con un bacio. -A questo punto potrei anche smettere di fumare…-disse lui- Nessun’altra sigaretta mi darà il piacere di questa… Si chinò a baciarla.Eddy gli chiese timidamente: -Potrei riaccendere il cellulare…non vorrei che Rossella avesse già avvertito Scotland Yard…- G.lo cercò sul divano;glielo accese e cominciò a inserire nella memoria tutti i suoi numeri. -Ma cosa fai…?- Finse di sospirare,tollerante. -Quello che avrei dovuto fare questa estate:ti lascio tutti i miei recapiti…- In quella il telefonino iniziò a squillare.Eddy tentò di riprenderlo,ma G. –che aveva letto il nome Rossella- glielo impedì scherzando e rispose al suo posto: -Hallo?- - Chi parla? Oh,Mr B…..? Sono Rossella…volevo notizie di Eddy?- domandò dall’altro capo Ro con la sua perfetta dizione oxfordiana. -E’ qui con me…- rispose lui,lapidario. -Passamela,per favore…-tentò di interloquire Eddy.Ma lui la allontanò con facilità,proseguendo la conversazione. -Domattina verrà qualcuno a prendere le sue cose al college:non le dispiacerà se la sua amica si intratterrà qui da me,vero?...si ferma così pochi giorni…- Rossella dall’altra parte non sapeva cosa pensare;si sentì investita del ruolo di tutrice e pretese di parlare direttamente con l’amica. -No…Eddy non può venire a telefono,ora…stiamo facendo l’amore…sia discreta,Rossella…la richiamerà più tardi…Come?vuol sapere solo se sta bene?... Lei cosa crede?- Eddy era diventata di tutti i colori e continuava ad affannarsi a togliergli il cellulare di mano.Lui allora pensò bene di zittire entrambe,baciando Eddy in diretta. Rossella credette non fosse opportuno insistere,finì per farsi una risata.La sua amica arrivò finalmente a riappropriarsi del suo telefono,ma ormai la comunicazione era interrotta.Allora si rivolse inquisitoria a G. -Esattamente che cosa hai in mente?...un sequestro di persona?..- -Vuoi la verità?...o una pietosa bugia?-le domandò guardandola negli occhi.Prima che lei rispondesse,le sussurrò all’orecchio. -Avrei in mente di marcare il territorio con te…una stanza dopo l’altra…fino alla camera da letto…e lì impregnare le mie lenzuola del tuo profumo…..così tanto da non potersi levare più…- Lei tentò di schernirsi,rispolverando la sua risatina: -Quanti vani sono?...- Lui le carezzò le labbra con la lingua,continuò baciandole il collo,fino a morderle delicatamente l’orecchio;poi rispose a mezza voce: -Solo cinque…- Lei rise: -Non ce la puoi fare…- Lui l’avvolse nel plaid e la sollevò,dicendo torvo: -Non mi provocare…- -Aiuto!...Attila!…- rise ancora lei. G.le fece fare un mezzo giro nell’aria e poi la baciò,appassionatamente. Eddy gli chiese: -Mmmm…quel tè?Non si potrebbe provare a berlo…magari con dei biscotti?- -Sei la solita incontenibile golosa…vieni!- Entrarono in cucina.G.la mise a sedere su un tavolo e riaccese il gas. -Adesso vado a prenderti qualcosa da mettere addosso….Posso lasciarti da sola?...sicuro che non scomparirai?...- -No..ho troppo freddo e troppa fame…Posso provare a cercare qualcosa di commestibile?- -Prova,ma…dubito che troverai niente….- Quando tornò in cucina,la vide arrampicata su una sedia che frugava nei pensili.Con la coperta addosso. -Ma vieni via di là…che rischi di andare a fuoco…Ecco,metti questo!- Le aveva portato un suo maglione grigio a collo alto.Eddy riemerse trionfante dai pensili,con una scatola metallica: -Short bread!- Il bricco fischiò,come prima. G.mise su il te e,mentre Eddy si infilava il suo maglione,lesse un po’ la scadenza dello scatolo. -Se lo finiamo tra due ore,potremmo ancora sopravvivergli…-scherzò lui.poi la guardò:il suo maglione le calzava come un vestito… Sorrise e l’abbracciò. -Domattina andiamo a recuperare il tuo guardaroba,amore…e poi facciamo la spesa…e poi ti porto in giro per Londra…- Lei si abbandonò felice nelle sue braccia: -Io credo che sia già,domattina…- -No…non dirlo…la notte è appena cominciata…-
Si scambiarono un bacio dolcemente estenuante.Poi il tè fu versato in due tazze simpaticamente colorate. -Mamma mia….è bollente!-esclamò Eddy,divertendosi ad allontanarne il vapore con la mano.Poi vi inzuppò dentro una scheggia di biscotto e gliela offrì… -No,grazie…- -Ma non hai fame?-gli chiese- O temi che siano avvelenati?- Lui la guardò,e nei suoi occhi si leggeva di nuovo un caldo desiderio. -Ho tanta fame…- Lei insistè perché invece addentasse un biscotto.Lui rise e si allontanò. Ritornò dopo poco .Eddy stava riponendo le tazze sul lavello. Aveva indosso il suo maglione e poco altro.G. si fermò ad osservarla:c’era in lei una innata femminilità che la rendeva attraente,più della più perfetta delle mannequin.Forse perché non era affatto perfetta.Ma aveva delle curve morbide e rassicuranti;ed una naturalezza nell’essere dolcemente graziosa che attirava come una calamita. Le si accostò,fermandosi alle sue spalle.Come sull’autobus lei si appoggiò delicatamente al suo torace.Lui la cinse con le sue braccia,poi le sue mani inziarono a carezzarla,mentre la sua bocca si insinuò tra l’attaccatura dei capelli e il collo.La sentì abbandonarsi;continuò a baciarla e a percorrere la sua pelle,con dita abili;le mani risalivano da sotto la maglia lungo i fianchi fino alla curva del seno,quel seno morbido che sembrava nato per essere accolto nel suo palmo.Sentì che a ogni sua carezza rispondeva un battito in più del suo cuore,un sospiro di desiderio.Le voltò il viso e la baciò ardentemente,poi le sussurrò: -Voglio cominciare dalla cucina…- E prima che lei potesse capire a cosa alludesse,l’aveva di nuovo messa a sedere sul tavolo e continuando a baciarla,in un impasto di dolcezza e prepotenza,l’aveva fatta di nuovo sua…e lei non aveva fatto altro che continuare a gridargli il suo amore… -Ho paura di consumarti tutta in una notte,amore…-le disse,stringendosela contro,con passione.-Ma mi sei mancata tanto…ti ho desiderata tanto….e averti ora,qui…- La sollevò ancora sulle braccia. -Vieni…voglio addormentarmi stringendoti così…-le disse. E la portò nella sua stanza. La luce sul comodino era accesa,ma la stanza era in una tenue penombra.L’atmosfera della casa si era ormai riscaldata.G.depose Eddy e rimase accosciato ai piedi del letto.La donna era emozionata,si guardava intorno cercando di assorbire ogni particolare di quella esperienza incantevole.Nel suo cuore forse non credeva ancora che potesse essere tutto vero,che potesse durare più a lungo di un sogno.E allora credette giusto non avere più paure,né false remore…Lasciò che lui le sfilasse il maglione e steso su di lei assaporasse ogni centimetro della sua pelle;poi,tacitamente i ruoli si invertirono,fu lei a carezzarne palmo a palmo tutto il corpo,soffermandosi con le labbra a suscitare i suoi brividi e il suo desiderio. -Non credevo di poter tornare ad essere così…di potermi dimenticare anche di me stessa…-gli confessò. Ma lui la invitò a tacere,a non sprecare fiato.Non avevano bisogno di parole… Come G. aveva desiderato,avvolti nelle lenzuola impregnarono la stanza del loro amore intenso,carnale.Lui la avvinghiò ancora alle spalle e così volle addormentarsi ,cingendola tra le braccia affondando le labbra sul suo collo;intrecciando le gambe alle sue…perché il sonno li sorprendesse quasi ancora l’uno nell’altra.
Eddy era troppo abituata a svegliarsi presto al mattino.Nonostante tutto erano le otto quando riaprì gli occhi.Abbracciato a lei,che le respirava sulle spalle col regolare ritmo del sonno G.dormiva.Delicatamente la donna si sciolse dal suo abbraccio,deponendo al suo fianco il proprio cuscino,in verticale:un trucco che aveva imparato quando Serena era ancora piccola…per lasciarle l’impressione che la mamma fosse ancora vicino a lei. …Serena…Improvvisamente il pensiero della sua bambina lacerò quella penombra di sogno come un lampo.Eddy aveva già preso la decisione di partire da Napoli facendo una sorta di violenza a se stessa:le sembrava di abbandonare la sua bambina.Ora poi che per una intera notte aveva dimenticato tutto,il senso di colpa non tardò a insinuarsi nel suo cuore….Serena:come era lontana,come erano distanti l’una dall’altra…più che mai.Fino ad allora erano vissute del reciproco sentimento che le legava:e ora? La bambina provava un nuovo legame,altrettanto profondo,colmava il vuoto,l’assenza di un padre che era durata anche troppo,nella sua vita. …E lei?... Riflettendo Eddy si era alzata,aveva infilato il maglione di G. e se lo stringeva addosso:perché negare di essere innamorata di quell’uomo straordinario…?perchè rinnegare la felicità di quell’incontro così fuori del comune?...Eppure le paure ricacciate indietro la notte precedente,riaffioravano;questa volta più concrete,proiettate su un futuro incerto,complicato,difficile da raffigurare. -Se smettessi di pensarci…se riuscissi?-si disse la giovane donna.Entrò nel bagno,si lavò il viso,si osservò allo specchio:il volto che le si rifletteva era quello di una donna innamorata e appagata…Si sorrise.Decise di guardarsi intorno:la casa era bella,non esageratamente lussuosa.Si avvertiva la mano di un arredatore,che ne aveva curato lo stile con pochi tratti sapienti.Forse era un po’ impersonale…come tutte le case poco vissute. Il gusto prevalente era moderno.Il salotto soggiorno era ospitale:una vera e propria living room,con un angolo libreria e un altro per la musica.Osservò i libri,forse cercando tra di essi quello che aveva regalato l’estate precedente a G:rimase male,non trovandolo.Poi osservò un po’ i dischi;ne aveva ancora qualcuno in vinile…dovevano essere tra i pochi lussi che poteva permettersi:vecchie raccolte e pezzi unici di grandi artisti del passato… Tra gli altri,c’era addirittura un 45 giri di Louis Armstrong…erano anni che cercava lei stessa quella canzone:All the time in the world…Cercò di far funzionare lo stereo,era impaziente di risentirla:
We have all, the time in the world Time ENOUGH for life To UNFOLD All the prescious things Love has in store
We have all the love in the world If that's all we have You will find We need nothing more…
G.non era Serena.Dopo poco si accorse della ingenua sostituzione e con uno sforzo non indifferente si sottrasse al sonno:Eddy non era là…Si guardò intorno cercando di abituarsi alla poca luce;la stanza era vuota…Che fosse andata via? Che fosse fuggita…? Si infilò in fretta qualcosa addosso e la andò a cercare. In bagno non c’era,nemmeno in cucina.Poi sentì la musica diffondersi nel salone,appena avvertibile.Sospirò di sollievo. Eddy era di spalle,davanti al camino,che si dondolava al ritmo lento della canzone.Lui la raggiunse,in punta di piedi.Le prese le mani e,senza dire una parola, la condusse a ballare su quelle note incantevoli,canticchiandoci sopra… - We have all the time in the world Just for love Nothing more Nothing less Only love-
-Only love-
Eddy aggiunse la sua voce timidamente a quella di Louis e di G.Sorrisero e si sfregarono il naso,in un gesto tenero. -Allora…cosa vogliamo fare,oggi:abbiamo tutto il tempo del mondo…- Le domandò lui. –Mi hai praticamente buttato giù dal letto…- -Per prima cosa,recuperare la mia roba…non posso andare in giro nella neve vestita così…- -Perche?-domandò lui,con falsa ingenuità. -E soprattutto mi serve il caricabatteria del telefono…non posso telefonare…- -Vieni qui…-le disse lui,prendendola per mano e consegnandole il suo cordless.-Da qui puoi fare tutte le telefonate che vuoi…- Lei scosse la testa,un po’ imbarazzata. -Cosa c’è…non ricordi i numeri?-lui finse di non capire. Lei lo guardò negli occhi:era adorabile… G. si allontanò con discrezione,lasciando che lei parlasse al telefono.Ma lei lo richiamò: -Non è necessario che tu vada di là…- Lui le diede un bacino in punta di labbra,ma declinò la gentilezza.Mentre Eddy parlava con Rossella,andò a prepararsi.
Il telefono squillò a lungo,prima che una voce assonnata e stizzita rispondesse: -Pronto?- -Ro?...sono Eddy…- -Oh,buon giorno cara:dormito bene? O dovrei solo dire:dormito?- Eddy incassò il sarcasmo:dopo tutto Rossella aveva molte ragioni per avercela con lei… -Scusami….ho torto,lo so:ne possiamo parlare a quattr’occhi?- Rossella stava evidentemente fumando;sentì che espirava nervosamente prima di rispondere: -Come mai,mr G.B. ti ha dato la libera uscita?- il tono era piuttosto velenoso. -Ro…stamattina vengo a prendere le mie cose…è successo qualcosa di straordinario…è difficile spiegare…- La arrabbiatura di Rossella cominciò ad incrinarsi:era contenta di sentire quel tono nella voce di Eddy e soprattutto era curiosissima di sapere tutto:dalle origini di quella storia… Ma ripensando che Eddy le aveva taciuto anche i presupposti,si sentì di nuovo ferita nell’amor proprio di amica: -Stamattina…non credi che hai molto arretrato,da spiegarmi?...Io comunque ho lezione,al mattino,lo sai…- Era chiaro che creava difficoltà apposta:le lezioni non erano mai state un ‘must’ per lei in quei giorni… -Come vuoi..-disse Eddy,conciliante- Vorrà dire che ne riparleremo in un altro momento…magari in serata…Cosa hai in programma per stasera?- -Macbeth..non ricordi?...la messa in scena di Peter Brook…quella con S.B.(omaggio a Bea)…- -Allora magari ci vediamo a teatro…o all’uscita…e beviamo qualcosa insieme:vuoi?- -Scusa…mi chiamano sull’altra linea…_disse per tutta risposta Rossella,chiudendo la comunicazione. G.trovò Eddy a braccia conserte,pensierosa,appoggiata al mobiletto del telefono. - Che succede?...la tua amica ti ha fatto la paternale?-le chiese,comprensivo. -Più o meno…-rispose lei,evasiva.Poi alzando lo sguardo lo vide già in jeans,camicia e maglione,pronto ad indossare un comodo giubbotto di pelle.-Ma sei già pronto?accidenti…e io?- -E tu ti sbrigherai a far presto…!-la sollecitò lui- Io scendo a mettere in moto l’auto…se mai voglia partire….ti chiamo da giù…- La guardò un po’ di sottecchi. -Tutto bene?...- Lei ricambiò lo sguardo con un sorriso,un po’ incerto.Allora lui la incoraggiò con un bacio a fior di labbra: -Tutto bene,amore?- Il sorriso di lei si allargò,divenne caldo e solare: -Ti fidi a lasciarmi da sola in casa tua?...- -Non troppo…ma i biscotti sono finiti,ormai…le sigarette le ho con me e…la cosa più preziosa qui dentro…sei tu!- Eddy fu molto lesta a prepararsi:non aveva grande scelta.Si infilò l’abito della sera precedente,con le calze autoreggenti e il cappotto di montone.Poi scese giù e scivolò velocemente nell’auto di G.
Il viaggio verso Cambridge fu veloce.G.continuava a farle da cicerone,guidando,intervallando ogni tanto le sue forbite spiegazioni con qualche parolaccia all’indirizzo degli altri automobilisti. -Non ti avevo mai sentito parlare così…-lo rimproverò a un tratto lei. -C’è un’anima nera in me che non conosci…-disse lui,guardandola ,posando un po’ a bel tenebroso. -Oh…è la stessa che ti fa trascinare una fanciulla innocente da un autobus all’altro,proprio fin sotto casa tua?- Lui ridacchiò.Ma non seppe negarlo. -Lo sai cosa sei? un….naughty boy…!-gli ripetè lei,ridendo. -Vogliamo parlare di te,fanciulla innocente..e di quello che nascondi sotto questo abitino da collegiale?-si difese lui,allungando le mani sulle sue gambe. Lei lanciò il suo solito gridolino;l’auto sterzò,bruscamente.Un grosso camion che procedeva in senso contrario li richiamò all’ordine con la sua stridente sirena.
Rossella non si fece trovare.Eddy arguì che non sarebbe stato facile riconciliarsi.Comunque si cambiò,raccolse le sue cose nella valigia e fece per andarsene.G.la seguiva con i bagagli;con una scusa si attardò nella stanza,raggiungendola all’uscita del college poco dopo. -Ti dispiace se la cerco un momento a lezione,G.?- gli chiese lei,preoccupata. -Vai pure…io intanto sistemo la tua roba…- Eddy attraversò i corridoi silenziosi della scuola,schiuse timidamente un paio di porte,infine individuò l’aula dove l’amica stava seguendo la lezione di didattica linguistica. Scivolò piano all’interno dell’aula,strisciando fino a Rossella.Era già una prova di grande amicizia,quella:sfidare il silenzio e la solennità di una lezione cambridgiana…a costo di essere additata davanti a tutti e coprirsi di ridicolo e vergogna.Rossella che l’aveva subito individuata,all’inizio fece la sostenuta;poi non potè fare a meno di lasciarsi scappare una risatina. -Quelle due signorine,là sopra:trovate molto divertente quello che sto dicendo?-le redarguì in quella la voce del relatore. Frittata completa! Eddy pensò che le avrebbero cacciate fuori,come ai bei vecchi tempi del liceo;Rossella lo sperò…perché voleva abbracciare la sua amica e ridere con lei… Il docente preferì purtroppo sorvolare.Eddy allora scrisse qualcosa sul foglio degli appunti di Rossella e strisciò di nuovo fuori,accompagnata dai risolini diffusi ormai dell’intera classe… Rossella lesse il messaggio,annuì e la salutò con un occhiolino.
La lezione finalmente era terminata.Rossella si fiondò fuori e si precipitò nella sua stanza per richiamare l’amica.Entrando,trovò sul letto un inaspettato omaggio:una rosa rossa avvolta in raso nero…e un biglietto: ‘Cara Rossella, voglio ringraziarLa personalmente per avermi fatto rincontrare Eddy..è stato tutto merito suo…e non le sarò mai grato abbastanza…Se sono stato un po’ maleducato con lei,vorrei farmi perdonare:accetterebbe un invito a teatro?... G.B.’ Nella busta c’era un biglietto per l’Her Majesty Theatre,per lo spettacolo della sera successiva. La giovane donna era rimasta a bocca aperta.Cominciava a capire cosa aveva potuto far perdere la testa alla sua amica…
Avevano fatto la spesa e ora Eddy stava sistemandola nei pensili della cucina,in piedi sulla solita sedia.G.le passava un pacchetto dopo l’altro: -Cream cookies?...Dio,ingrasserò al ritorno da questo viaggio!-esclamò lei. Lui la abbracciò,solleticandole la schiena con le labbra: -Non temere…brucerai anche molte calorie…- Lei scese dalla sedia scivolandogli tra le braccia.Lui stava già stringendola a sé,quando il cellulare di Eddy squillò… La donna si sciolse bruscamente dall’abbraccio e corse a rispondere. -Serena?cosa succede,amore?- -Mammina…..quando vieni? Io sento tanto la tua mancanza…- La piccola piangeva.Eddy si sentì in colpa,disperatamente in colpa.Non avrebbe dovuto lasciarla sola,tanti giorni:sapeva che prima o poi ne avrebbe avvertito la assenza… -Cosa è successo,amore?- -Irma mi ha sgridato…- La giovane donna sospirò:ecco,c’era stato un intoppo… -Ma forse tu avevi fatto qualcosa che non dovevi?...- Prima di poterne ascoltare la risposta,Eddy sentì la piccola ridacchiare;quindi al telefono sopraggiunse la voce di Leo: -Non temere Eddy,adesso è tutto sotto controllo…Ho detto a Irma di non impicciarsi troppo…Serena ed io andiamo benissimo,anche da soli…- Eddy non approvò affatto.La presenza di Irma,con la sua posata serietà era una garanzia,per lei. -Scusa,Leo…mi fai parlare di nuovo con Serena?- -E’ qui vicino a me,che ride…lascia perdere,Eddy,se no le torna il magone,sentendo la tua voce:noi ce la caviamo! Richiama stasera!- e senza aspettare oltre,l’uomo interruppe la comunicazione.Eddy provò a rifare il numero,ma il cellulare di Leo risultava già irraggiungibile. -Maledetto str****…!-inveì la donna,gettando il telefonino con rabbia sul divano. G.entrava nel salotto in quel momento: -Ce l’hai con me?...-scherzò,avvicinandosi. -Non ho voglia di scherzare,adesso-lo raffreddò lei-…Idiota,accentratore…è bastato dargli la punta di un’unghia e si è preso tutta la mano…E’ sempre lo stesso maledetto str****!!!- G. tentò di calmarla,avvicinandosi;ma lei lo respinse la seconda volta: -Non venirmi a fare la paternale anche tu!- Quindi si allontanò,verso la finestra.Lui le vide appoggiare la fronte contro il vetro,con una piega amara sulle labbra che non le aveva mai visto.Si bloccò:non la conosceva sotto questo aspetto…Decise però che sarebbe stato giusto colmare quella lacuna e le si avvicinò.Piangeva silenziosamente. Tentò di rasserenarla,abbracciandola.Lei scuotendo la testa,finì per abbandonarsi al suo abbraccio,piangere sul suo petto la propria rabbia e le proprie paure. Lui non parlava,si limitava ad abbracciarla,carezzarle la testa,consolarla con i gesti. -Grazie,G….ma vedi in che specie di trappola ti vai a ficcare?che posso darti io,io che sto perdendo i pezzi del mio piccolo mondo…Non capisci?...Una storia come la nostra può funzionare solo in vacanza…quando tutto va bene…- Lui sospirò.Poi le disse piano: -A me non interessa una storia in cui va tutto bene..a me interessa una storia autentica,completa…- -Conoscerai anche una parte di me odiosa…che si arrabbia,che respinge…- -D’accordo:voglio conoscerla…e tu conoscerai tutto di me…anche il peggio,cara…- L’aveva fatta sedere sul divano e,inginocchiato davanti a lei, cercava di convincerla. -Ma tu cosa credi?perchè amo questa tua testolina?...per i pensieri che ci sono dentro.... per i sentimenti che sa esprimere e suscitare……E questa bocca?..io adoro le cose che sa dire…- Eddy aveva smesso di scuotere la testa;ascoltava quella dichiarazione d’amore,incredula. Non seppe resistere.Mentre ancora lui parlava accostò la testa alla sua e lo baciò,interruppe le sue parole per assaporare quelle labbra e quella lingua che le pronunciava.Lui ricambiò il bacio,accettandolo.Eddy si scostò e lo guardò:aveva gli occhi socchiusi,l’espressione di chi sta gustando il sapore più dolce che ci sia. G.aprì gli occhi,la guardò,sorrise sospirando. -Non rifarlo,Eddy…non riuscirei più a parlare…- la supplicò. –E invece voglio che tu mi dica cosa è successo…cosa ti ha fatto arrabbiare:voglio condividere la tua rabbia,voglio starti vicino,darling…- Lei abbassò gli occhi;convenne che aveva ragione:dovevano dirsi tutto,se quella storia doveva essere reale e non solo un magnifico,straordinario sogno. Le venne in mente cosa l’aveva fatta arrabbiare;il suo sguardo tornò fosco,le tornarono sulle labbra gli improperi che avrebbe voluto scaricare su Leo… Raccontò a G.come si era svolta la telefonata;poi allargò il discorso a tutto l’antefatto,fino a spiegargli cosa c’era stato davvero tra lei e Leo,come si erano lasciati…- -Bruno dice che io ho deciso per tutti e due…come faccio sempre…Ma vuoi sapere una volta Leo cosa mi ha detto…Mi vergogno quasi a ripeterlo…Mi disse:-bè,se non fai in tempo ad abortire,c’è sempre il cassonetto…- G. ebbe una espressione di istintivo disgusto.Ma non la interruppe. -E adesso viene a supplicarmi di poter fare il padre…Oh,G.forse ho sbagliato tutto…forse non dovevo cedere…Sono stata una stupida…- -Vuoi rientrare in Italia,Eddy? Adesso,subito?Devi solo dirlo…-Le offrì lui,per calmarla. La donna respirò profondamente.Poi gli chiese: -Dimmi cosa ne pensi,G…..aiutami a fare la cosa giusta…- Era quello che si voleva sentire dire.Si sedette vicino a lei,avvolgendola nel suo abbraccio,le parlò con calma,le disse la sua opinione: -Non sono quasi mai stato quello delle scelte giuste,amore…ma vorrei solo che riflettessi,prima di decidere:ora sei infuriata… Se hai deciso di mettere in moto questo meccanismo,non puoi fermarlo al primo intoppo:sono sicuro che tu hai pensato soprattutto a Serena,quando le hai permesso di andare con suo padre… Continua a pensare a lei,a quello che è meglio per lei…- Conversarono a lungo:Eddy sentì che davvero qualcosa nella loro relazione stava maturando e ne fu profondamente felice…
Confrontarsi le aveva fatto bene;sbollita la rabbia,seppe razionalizzare e adottare una strategia diversa,per aggirare Leo e la sua arroganza.Chiamò Irma e le ribadì la sua piena fiducia;la donna richiamò l’attenzione di Serena con una scusa e le mise di nuovo in comunicazione: -Amore?tutto bene?- -Si mammina..che bello che mi hai richiamato…volevo finire di raccontarti…ma papà ha detto che avresti chiamato solo stasera- Eddy sospirò,evitando di rispondere. -Ma sai,mamma …Irma è come te: sta sempre attenta che io non sudi,non mi sporchi…e questo e quello…-disse la bimba ,elencando con un tono cantilenante tutto quello che era ‘proibito’. Eddy sorrise:Serena aveva uno spirito arguto che la colpiva sempre. -Serena…proprio perché mamma non c’è…io voglio che tu stia a sentire Irma,come se fossi io….e le devi anche volere bene:non permettere che papà la maltratti a causa tua,mi raccomando…- -Anch’io le voglio bene…ma non come a te:a te voglio tantissimissimissimo bene…benissimooo…- -Allora,divertiti ma stai attenta Serenella….mamma ti richiama stasera,per la buona notte…- Questa volta Eddy chiuse la telefonata con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra. Si volse intorno,alla ricerca di G. Lo trovò nel suo studio al telefono,intento a programmare qualcosa per la serata.Si fermò a guardarlo in silenzio.Chiusa la conversazione anche lui la fissò,domandandole: -Tutto a posto?- Lei appoggiò le braccia sulla scrivania e si protese in avanti verso di lui: G.la guardò interrogativamente divertito. -Ora posso rifarlo?-gli chiese. Lui sospiro,schiudendo leggermente le labbra.Lei lo baciò come prima;come prima lui si limitò ad accettare il suo bacio,assaporandolo fino in fondo.Si aggiustò la bocca con quella sua tipica,buffa smorfietta,poi la guardò: -Vuoi ricominciare da questa stanza…?-le chiese. Lei si tirò indietro,scherzando: -No,no…scappo via…Che programmi hai stasera?- Lui si era agilmente alzato dalla poltrona e l’aveva facilmente raggiunta,afferrandola per la vita e attirandola a sé: -Intanto voglio baciarti…- Il loro bacio divenne progressivamente più intenso e appassionato;lui la sospinse spalle al muro,senza darle la possibilità di respirare oltre il necessario,una mano sui suoi fianchi e l’altra che le teneva la sinistra alta sulla testa. Si interruppe a fatica,sospirando. -Chiuderei i riscaldamenti….comincia a fare maledettamente caldo,non trovi?-le disse scherzando. Eddy riprese fiato,prima di potergli rispondere. -Forse hai ragione…- -Hai mai pattinato sul ghiaccio?...- -No,…non ho mai pattinato in assoluto…- -Poco male…imparerai:a che ora hai appuntamento con Rossella?- -Dopo lo spettacolo…- -Perfetto!...non ti dispiace se ho già organizzato la serata…a modo mio?- Lei lo guardò con un’aria birichina sul viso: -Ma davvero?...non ti riconosco più…Tu hai già deciso?- G. rise,poi fingendo di minacciarla scherzosamente,le ribatté: -Attenta…perché posso cambiare idea….- con uno sguardo molto eloquente. -Scappo a prepararmi…ma…come devo vestirmi?- - Mi verrebbe di risponderti ..il meno possibile…ma,direi:comoda e calda…
La pista di pattinaggio era nel parco alle spalle dell’appartamento di G.Era suggestiva,anche perché sembrava aprirsi in mezzo alla neve e rifletteva coi suoi scherzi di luce cangianti le mille illuminazioni natalizie di un attiguo parco giochi. Tutt’intorno alla pista erano disposti del lampioncini stile modernista la cui luce soffusa sembrava riscaldare l’aria,almeno alla vista;ma la temperatura era decisamente sotto lo zero. Calzarono i loro pattini,poi G. prese Eddy per mano e la portò con sé,senza difficoltà: -Vedi che riesci benissimo? –le disse,e un fumetto di vapore le annebbiò la vista- -Se mi lasci,cado a terra come una pera cotta…- Lui finse di lasciarla,per appurarlo. -Noooo!-gridò lei- Ma per fortuna lui la sostenne prima che cadesse.Poi le diede qualche lezione su come spingersi da sola e poco alla volta si staccò da lei… Eddy volteggiò sulla pista ,fino a lasciarsi andare.Poi si rese conto che non avrebbe saputo fermarsi: -Come si frena?...gridò- Aiutoooo…ma dove sei?- si sentiva un po’ disorientata,intanto che aveva preso velocità e immaginava la fine miserevole e sgraziata del suo esordio sugli schettini. Si fermò contro di lui.E nonostante lui fosse poderosamente saldo,l’impatto lo fece ridere e perdere le forze,sicchè finirono entrambi a gambe all’aria nella neve ai bordi della pista.
Rossella usciva dal teatro entusiasta.La messa in scena era stata magnifica:S.B. nelle vesti di Macbeth l’aveva completamente sedotta;era rimasta affascinata dalla sensualità delle scelte registiche e…non vedeva l’ora di parlarne con qualcuno. A sorpresa si imbattè in un professore che aveva incrociato un paio di volte al college;scambiarono un saluto veloce,poi lui le chiese se le fosse piaciuta la rappresentazione. L’entusiasmo di Rossella si trasformò in un fiume in piena di parole in libertà. L’uomo però era altrettanto appassionato:lo scambio tra i due era davvero stimolante,al punto che Ro stava dimenticando l’appuntamento preso con Eddy. Il richiamo di quest’ultima,che l’aveva riconosciuta tra la folla che si attardava all’uscita del teatro,la riscosse.Le andò incontro e fatte brevemente le presentazioni,la abbracciò con forza,rimproverandola: -Signora Montano…stavolta me l’hai fatta proprio grossa…- Quindi per tutto il percorso se la accaparrò,sottraendola a G. Voleva parlarle,sapere, dire la sua…Eddy la frenò: -Non posso parlare con lui presente,Ro…capiscimi:ti prometto che sull’aereo ti dirò ogni cosa…- -Devo aspettare fino a domenica???...tu vuoi la mia morte…- -Ma dimmi piuttosto chi è questo affascinante signore a cui ti accompagni:hai visto che senza di me fai scintille…- In quella Rossella si bloccò:aveva dimenticato Brandon… -Che succede?- chiesero i due uomini che le seguivano. -Dio…avevo dato appuntamento anche a Brandon…Brandon Dempsey,l’attore del Riccardo II…- Furono costretti a tornare indietro.Quando finalmente la compagnia fu al completo,raggiunsero un grazioso locale,un irish pub,dove si ascoltava buona musica dal vivo e si poteva bere e mangiare qualcosa. Attorno a un simpatico tavolo di legno i cinque familiarizzarono,al suono di vecchi classici blues. La birra,la carne arrostita,le patae al forno scaldarono l’ambiente.Eddy notò però che il professore amico di Rossella si sentiva un po’ fuori posto;cortesemente gli rivolse la parola: -Di cosa si occupa esattamente,signor Donovan…?- Lui le sorrise,dicendole: -Mi chiami pure Sean…io faccio traduzioni di classici…- -Ma,che combinazione….anch’io sono una traduttrice…- G. la teneva affettuosamente sotto l’egida del suo braccio;sentendole nell’espressione tanto entusiasmo,si voltò a guardare un po’ meglio il suo interlocutore.Quell’entusiasmo in realtà lo infastidiva un po’. Purtroppo per lui,man mano che Eddy e Sean conversavano,venivano a galla sempre nuovi spunti per scambiarsi opinioni e battute. G.pensò a un certo punto che sembravano conoscersi da secoli…si ricordò l’intimità scherzosa che eddy aveva con Bruno e che,nonostante sapesse bene fosse del tutto innocente,non aveva mai mandato giù molto volentieri… Rossella alzando lo sguardo colse l’espressione sempre più torva e insofferente di G.;allora tentò di avvertire Eddy.Ma erano distanti e nel locale non era facile parlare a distanza,perché la musica di fondo era abbastanza forte. -Perché non la balliamo questa?- domandò allora,cercando di interrompere la situazione di impasse. Il gruppo stava suonando ‘Twist and Shout:Rossella prese per mano Brandon,che non se lo fece ripetere e si rivolse altrettanto simpaticamente agli altri commensali. Sean reclinò l’invito: -Non credo di ricordarmi più come si balla…- -Glielo ricordiamo noi…-disse cordialmente Eddy:era felice e le faceva piacere trasmettere la sua felicità agli altri. Ma G. continuava a non apprezzare tutta quella sua sollecitudine: -Andiamo a ballare…?- le chiese. -Mi dispiace…Sean rimane da solo…- L’uomo si era già alzato,ricadde piuttosto spazientito sulla sedia.Eddy finalmente si rese conto di qualcosa di strano,ma non volle indagare. -Eddy..accompagnami a incipriarmi il naso…come si dice…- Finalmente Rossella era riuscita a scuotere la sua amica.Ridendo all’indirizzo degli altri,se la portò con sé alla toilette. -Il tuo amico,Eddy…- -Cosa?-le chiese la giovane donna,che intanto si guardava distrattamente allo specchio,cercando di sistemarsi i capelli. –Uff…questa testa è orribile…- -E’ geloso…- Rossella tentava di farsi ascoltare. Eddy si fermò: -Geloso? Di me? G.?...ma dai,Ro…che dici!- -Ti assicuro che da quando stai chiacchierando con Sean Donovan ha cambiato progressivamente espressione…ti prego,facci caso!- -Ma…ma cosa sto facendo di male?...Rossella,non sarai tu gelosa,dimmi la verità!- -Eddy….ma ti ha dato di volta il cervello?...a parte che a me piace Brandon,dovresti averlo capito…- -Speravo di aver capito male…Brandon è solo un ragazzo,Ro…- Rossella alzò gli occhi al cielo,spazientita: -Adesso mi fai anche la predica?Credi di averne il diritto,signora Montano?- Eddy si morse le labbra;non voleva litigare… -Scendi un po’ dalle nuvole…e stai attenta al tuo cavaliere…- Rientrarono in sala,Eddy non trovò G. seduto a tavolino.Era andato a salutare qualcuno che conosceva e scherzava amabilmente con delle ragazze a un altro tavolo.Eddy non seppe cosa fare,se avvicinarsi o meno.Rimase ferma a guardare,quando Sean le si accostò e le disse: -Un lento sono ancora in grado di ballarlo,però….permette?- In quel momento G.alzò lo sguardo;la giovane donna vi lesse la conferma a quello che aveva detto poco prima la sua amica.Prima che potesse dire di no,però,Sean l’aveva presa per mano e la conduceva a ballare… -Credo di aver bevuto un po’,Sean..mi gira la testa…forse è meglio di no…- Ma in quel momento vide G.scendere in pista con una splendida ragazza dai capelli rossi.Allora le morirono le parole sulle labbra…ballò anche lei. I loro occhi si incrociarono:erano entrambi amareggiati. Tornarono a sedersi vicini,senza dirsi una parola. G.sapeva che aveva sbagliato;ma sapeva anche che quello era il suo maledetto carattere.Quando stava con una donna voleva che le sue attenzioni fossero concentrate esclusivamente su di lui… Timidamente Eddy allungò la mano verso la sua,accarezzandola.Lui afferrò quella mano e la strinse fin quasi a farle male:adesso desiderava solo uscire dal locale e rimanere solo con lei. -Ti dispiace se andiamo?- le chiese. –Ho un po’ di mal di testa…-
L’aria fuori era malinconicamente umida e nebbiosa.G.la teneva per mano,ma sembrava distratto e insofferente.Eddy faceva fatica anche a stare al suo passo. -Non è stata una gran serata,direi?-esordì a un tratto,mentre aspettavano alla fermata dei taxi e lui si accendeva la solita sigaretta. -Lo è stata solo fin quando tu…-le rispose,ma senza andare in fondo. -Fin quando io?...cosa io?-lo incalzò lei. -Non hai cominciato a …’socializzare’…-concluse l’uomo,piuttosto spazientito. Lei scosse il capo,incredula. -Ma…fa parte del mio modo di essere…lo dovresti sapere:ho socializzato anche con te,no?- - …non hai solo socializzato,con me:voglio sperare che tu non faccia lo stesso con tutti!- Eddy era esterrefatta. -Scusa,ma….stai scherzando,vero?- Lui si era appoggiato al muro,aveva la testa bassa: -No…non scherzo affatto…- -Geloso….sei geloso di me?...G.B.,il sex symbol,l’attore di fama internazionale…geloso di me?- le venne da ridere. -Che c’è da ridere?-la guardò lui,con occhi che mandavano fiamme. -E’ una cosa paradossale,G….grottesca:mi fa quasi ridere…-disse lei,senza guardarlo. -A me invece fa stare male…male da cani…- Disse lui,puntandosi il pollice (!)contro il petto. Nel sentirglielo confessare a quel modo,la donna si sentì stringere il cuore. Cercò di avvicinarlo,alzò la mano per fargli una carezza,ma lui la allontanò con la sua,distogliendo il viso. -Ti prego…- Sopraggiunse un taxi,vi montarono.Percorsero il tragitto in silenzio.Eddy si lambiccava il cervello,per cercare la maniera di ricucire lo strappo:sapeva che non era successo realmente nulla per cui valesse la pena soffrire tanto… Approfittando della distrazione momentanea di G.si accostò all’orecchio dell’autista e gli diede un altro indirizzo. Il taxi si fermò sul Tower bridge.G.finalmente si rese conto e iniziò a brontolare: -Ma dove diavolo…?- -Gliel’ho detto io…scendiamo?- Preso in contro piede,l’uomo smontò dal taxi,che filò via senza aspettare. -E adesso?- la rimproverò scontroso –Mi dici come torniamo?- Lei fece spallucce. -Tanto cosa tornavamo a fare?...a litigare?a tenerci il muso?...- Lui non seppe ribattere.La guardò un po’ piccato,ma sembrò cominciare a reagire a quel momento di malessere. Eddy gli aveva rivolto le spalle e,appoggiato il mento al gomito guardava dal parapetto del ponte il panorama della città che si specchiava sul fiume:dalla nebbia era emersa una luna fumosa,che sembrava guardarli incuriosita. Lui la guardò,guardò il paesaggio intorno a loro;sentì il rimpianto per l’incanto della sera precedente;sentì che l’aveva spezzato lui,con quella ingiustificata gelosia. Lentamente le fu alle spalle,la cinse,la rimproverò,ma sollecito: -…prenderai freddo…- Era solo un modo per avvicinarla:quando l’ebbe tra le braccia e respirò l’odore dei suoi capelli,non seppe trattenersi dal baciarla,sul collo,sui capelli,voltarla verso di lui e baciarla ininterrottamente,disperatamente… -Non dirmi niente..non rimproverarmi…sono così,non lo sopporto…ma sono così…ti voglio tutta per me….esclusivamente….- -Fa parte del tuo lato peggiore?...-gli chiese quando riuscì a fiatare. Lui non aveva smesso di baciarla.Ammise di si,ma non si fermò. -Oh G….,questo vuol dire che litigheremo,amore…-riuscì a dire lei,con un sorriso-litigheremo e faremo pace,proprio come due innamorati….- Gli aveva intrecciato le braccia dietro la nuca e ricambiava i suoi baci con eguale passione. -Sweet hart…io farei pace su questo parapetto…-sospirò lui. Ma fortunatamente passò un taxi vuoto proprio affianco a loro.G.lo fermò e vi salirono. Stettero di nuovo in silenzio,ma perché entrambi tentavano di contenere il reciproco desiderio;l’uomo le teneva la mano,intrecciando voluttuosamente le sue alle dita di Eddy,anticipandole in quel gesto quello che presto sarebbe stato dei loro corpi… Smontarono dall’auto e si diressero al portone.Una volta entrati nell’androne del palazzo,G.non le diede nemmeno il tempo di capire e ricominciò a baciarla,contro la parete… La serratura del portone che scattava li interruppe.Salirono le scale in fretta,con Eddy che cominciava ad avere il fiato grosso.Davanti alla porta di casa,tirarono insieme il fiato,poi lui aprì e richiuse finalmente alle loro spalle….
….Lo squillo ininterrotto del cellulare strappò G.dal sonno.Sollevò il capo dal letto e buttò un occhio sull’orologio che aveva sul comodino: -Chi è che chiama all’alba?-grugnì,poi si accorse che erano le nove passate. Si alzò piano per non svegliare Eddy che dormiva;sfilò lentamente il braccio da sotto il suo collo reclinato in perfetto abbandono.L’avrebbe baciata volentieri,ma temeva di svegliarla;il cellulare ricominciò a invocarlo. L’impresa sarebbe stata quella di trovarlo:c’erano panni sparsi per tutta la casa,dalla camera da letto alla porta d’entrata.Ripercorse il cammino fatto la notte prima con lei,stropicciandosi il viso stanco ma soddisfatto.Finalmente intravide i suoi calzoni.Ecco il telefonino! -Si?...oh,mamma!-(aveva completamente dimenticato di avvertirla che sarebbe arrivato con qualche giorno di ritardo).Sentì che stava per ricevere una giustificata lavata di testa;si adattò.In fondo ne era valsa la pena. -Hai ragione,ma….-tentò di interloquire. -Ti avrei chiamato senz’altro,è che…- Ma si rassegnò;inutile tentare di accampare scuse;con sua madre,anche quando si aveva ragione,esisteva una sola cosa da fare:tacere! Quando la tempesta fu sedata ed ebbe modo di replicare,si limitò a prometterle che sarebbe andato a Glasgow per Natale: -Solo per Natale?...dovevi stare qui tutte le feste?...e HogManey?dove lo passerai:a Capri,Parigi,Toronto…?- G.ebbe voglia di far cadere la linea;resistette. -Mammina cara…c’è stato un imprevisto…Credo che il Capodanno non lo passerò a Glasgow…- Era entrato in cucina e stava spiattellando un po’:voleva preparare la colazione alla sua innamorata golosa… -Ma dove sei,Gerry son?-domandò a un tratto la donna,indagatrice. -A casa,a Londra…-dovette ammettere lui. -Chissà se avrò il piacere di saperne di più….Ti aspetto per Natale:ma ti prego,non darmi buca ancora….- -No,mamma….sai che amo solo te!- le disse lui,ruffiano.La anziana donna rise:conosceva bene quel tono di suo figlio,ma se credeva di poter recitare anche con lei… Eddy si vide servita sul letto una ricca colazione:te con latte,biscotti,pane burro e marmellata,miele… La consumarono insieme con gusto.Poi G.disse: -Oggi è una splendida giornata…sai dove vorrei portarti?- -No?- -Sull’Eye of London….ti ricordi?- -Oh…non osavo chiederlo:un parco di divertimenti….- Lui si chinò a baciarla,forbendole il labbro di un ricciolo dispettoso di marmellata: -Un parco di divertimenti per la mia bambina…-sussurrò,poi alzando la voce: -E stasera una sorpresa…!!!- Lei lo guardò sparire verso la cucina,con una espressione ridente sul viso.
Dopo poco G. rientrò nella stanza da letto: -Ancora lì?...non vuoi alzarti stamane?-le chiese. Eddy lo aspettava: -Ci sono due cose di cui vorrei parlare con te…-gli disse guardandolo seria da sotto in su. -Uhm…- lui fece l’espressione del cucciolo bastonato- Vuoi rimproverarmi anche tu? Ho appena iniziato la giornata con una bella strigliata di mia madre…- Lei arricciò il naso,sorridendo,per tranquillizzarlo.Ma lui non si sentì affatto tranquillo… Si inginocchiò vicino a lei e poggiò il capo sul suo grembo.Lei gli carezzò la testa,iniziando a parlare: -Allora…parliamo un momento di ieri sera…a mente lucida…- G.non disse niente:era venuto il momento di incassare… -C’è una cosa che vorrei domandarti…Che cosa devo fare quando tu ti avvicini a degli amici o conoscenti…posso avvicinarmi anch’io o devo rimanere discretamente in disparte?- Lui si sollevò: -Quella di ieri sera…è stata una serata sbagliata…E’ chiaro che devi avvicinarti,sei la mia ragazza…ma…il problema non si porrà più,perché starai sempre a fianco a me…- La donna gli chiuse le labbra con due dita,sorridendo: -Ah,G….non esserne così sicuro….Tu dimentichi che sei una star?- Lui ritornò ad abbandonarsi nel suo grembo con un sospiro:come avrebbe voluto dimenticare volentieri quella parte della sua vita… Le carezze di lei sembravano sollevarlo da quei pensieri.Dolce Eddy… Sollevò di nuovo la testa: -Qualche volta potrei chiederti di tenerti in disparte…ma se lo farò,sarà soprattutto per salvaguardare te e la tua privacy…basta uno di noi due a dover subire…-ammise. -Bene…adesso dovrei parlarti della seconda cosa…- -Credi che nel frattempo dovrei fumare una sigaretta?bere qualcosa?-la prese in giro lui. Lei sorvolò.Continuò a parlare: -Se e quando ci vedremo…a casa mia…- -Vuoi dire quando verrò da te,fra qualche giorno…-si precipitò a ribadire lui. Negli occhi di lei brillò un’espessione radiosa,ma si contenne: -Quando succederà…non potrà essere come …come qui- Con le mani lei alluse alla casa. Lui chinò il capo,mogio: -Devi scusarmi…sono stato piuttosto…irruento…avido…Ma tesoro…- -Schhh…sei stato meraviglioso,fantastico…sempre…- La guardò,sempre con quello sguardo da cucciolo pentito: -Proprio sempre?...- -Smettila….lo sai!- gli disse lei,ridendo. –Quello che voglio ricordarti è che…il primo posto nei miei pensieri è… -Di tua figlia,lo so…-le disse lui serio- Non sono un bambino….non fino a questo punto:e poi non potrebbe essere altrimenti…Non potrei mettermi mai in competizione con lei,che è una parte di te…Ma voglio che tu sappia una cosa: proprio perché è una parte di te… io vi amo entrambe:non potrei immaginare te,senza di lei… Le sue parole la rassicurarono;di più,la resero felice.Gli strinse le braccia intorno al collo: -Scusa…mi daresti un pizzicotto?...vorrei essere sicura di non stare sognando?-gli chiese guardandolo negli occhi. Lui non se lo fece ripetere e cambiando espressione dal serio allo sbarazzino,le allungò un pizzicotto non proprio da gentiluomo… -Ahi!- gridò lei. -Vestiti!...e zitta!- disse lui alzandosi e facendole segno di tacere con il dito.(!)
Così sorvolarono la città dal famoso ‘Occhio’,una ruota panoramica spropositata,il cui giro sembrava non finire mai.Al di sopra di tutto e tutti,si strinsero forte,l’una nelle braccia dell’altro,sentendo sempre più cementarsi quella loro unione. Ma il parco offriva mille attrattive:il tunnel dell’amore,il castello dei fantasmi,tronchi che schizzavano sulla corrente;montagne russe spericolate,enterprise… Erano praticamente senza fiato,quando Eddy intravide l’auto-scontro.Questa volta fu lei a trascinarcelo. -Se vuoi venire a Napoli,qui imparerai a guidare benissimo…- gli disse. -Ma è un giochetto da bambini…- -Sul serio?...allora prendiamo due auto diverse…e vediamo che sai fare!- lo sfidò lei. L’abitudine a una guida che non conosceva regole le permise di riuscire a rincorrerlo e colpirlo più di una volta;poi G.capì come funzionava il gioco e la sfida si svolse ad armi quasi pari. I due ‘campioni’ decisero di fare finalmente un giro sulla stessa auto;Eddy gli disse: -Il gioco consiste nel puntare qualcuno antipatico…vedi,quel bimbo ciccione lì,per esempio?...- -Tu sei una pericolosa criminale…-disse lui,ma le tenne dietro. Il bimbo ciccione si dimostrò un osso duro;scontrarsi con lui non fu facile,ma estremamente divertente.Le ore volarono via in fretta. -Dobbiamo rientrare…ma,scusa:non mi hai detto quanti anni hai?-disse a un certo punto lui. -Mi meraviglio di te…non si chiede mai l’età di una signora…-lo rimproverò lei. -Signora?Io vedo una ragazzina pestifera…mi sa che Serena è più composta di te…- Lei sorrise,ammettendo: -Forse non sbagli…Ma che sorpresa hai in serbo per stasera?...- -Lo dice la parola:sorpresa…-rispose lui,enigmatico.-Però forse dovresti indossare quell’abito marrone…E niente calze autoreggenti…La sola idea che le indossi potrebbe annebbiarmi la vista….- -Allora …andiamo a vedere qualcosa?-tentò di indagare lei. Ma non ottenne risposta…. Eddy era pronta:indossava l’abito marrone,impreziosito da orecchini e collana d’ambra.Aveva lavato i capelli e si era data una pettinatura un po’ più sofisticata;si era truccata con più attenzione del solito.Voleva essere bella,bella per il suo magnifico uomo. Lo cercò in giro per la casa,ma faticò a trovarlo.Finalmente si accorse che era nel salotto,sul divano davanti al camino,che guardava a luci spente la fiamma che moriva sotto la cenere. Stava fumando. Gli si avvicinò,col sorriso sulle labbra.Ma si accorse che era pensieroso. Gli mise le mani sulle spalle,lui le afferrò,le portò alla bocca e le baciò,stringendosele al petto. -Che c’è?...-gli chiese,ma in cuor suo conosceva già la risposta.Domani a quella stessa ora sarebbero stati lontani… -Mi domando…se non sono un maledetto egoista,Eddy…- Lei girò intorno al divano,si mise a sedere al suo fianco;lui la attirò sotto il suo braccio,lasciando che gli si accoccolasse vicino. -Egoista?...perchè?- -Perché in questa storia sono io quello che trova un porto sicuro dove tornare…. Ulisse…che torna a casa,dopo mille avventure…E l’idea dopo tutto non mi dispiace:questo mi fa inc****** con me stesso,terribilmente…- -Bè,certo Penelope deve armarsi di tanta pazienza…ma anche lei ha una vita piena…- -Non cercare di convincermi…domani saremo lontani duemila chilometri…il mese prossimo duecentomila….e se tu avessi bisogno di un uomo che stia al tuo fianco al cento per cento?…- Le era tornato improvvisamente freddo.La fiamma nel camino sembrava smorzarsi;provò a suggerire: -Forse preferiresti restare a casa…magari riattizziamo il fuoco…-e si volse a giocherellare tra i ceppi con l’attizzatoio.Poi aggiunse: .-Ci stai ripensando,G.?...forse è meglio che duri il tempo di una vacanza,anche stavolta?-gli domandò. Lui finalmente la guardò:si accorse che si era fatta bella ,più bella…immaginò l’avesse fatto proprio per lui.E pensò che non aveva nessuna voglia di rinunciare a lei,a saperla sempre sua:la sua ragazza,la sua donna. -No!- le disse con sicurezza.- Durerà,…durerà perché io ti amo,Eddy…- Le prese la testa tra le mani e la baciò,tenero e appassionato come sempre. Si fermò.Non voleva scompigliarle i capelli,né disfarle il trucco.Voleva portarla fuori ed esibirla al suo fianco:era la sua ragazza… -Andiamo…-poi la trattenne un attimo,si scusò:-Anche questo fa parte del mio lato oscuro…ma tu amore,tu sei capace di tirarmi fuori dalla palude…sempre!- Non potè trattenersi dal baciarla ancora,delicatamente.
Il taxi si fermò davanti all’Her majesty theatre;man mano che si avvicinavano,Eddy si rendeva conto della sorpresa di G.L’aveva portata a vedere ‘il più grande musical di tutti i tempi’…e proprio là dove era nato,nella sua casa originale…Non poteva crederci. Lo guardò con gli occhi che le scintillavano per l’emozione e la gioia: -Ma G.?...E’ il teatro di Webber?...Stiamo andando a vedere…?- Lui le sorrise,compiaciuto.Sapeva che la sorpresa l’avrebbe conquistata:si divertiva a vederla così eccitata,come una bambina in un negozio di giocattoli,indecisa su cosa guardare,scegliere,comprare. Aveva trovato due poltrone centrali,nelle primissime file.A poca distanza da loro,ecco anche Rossella,che gli fece un cenno di saluto,ammiccando complice: al suo fianco Sean Donovan.Eddy non l’aveva vista e Rossella lasciò che si godesse tutte le emozioni della serata condividendole solo con l’uomo di cui era così visibilmente innamorata:si sarebbero incontrate più tardi. Il teatro,come tutte le sere,da vent’anni a questa parte era gremito.La gente rumoreggiava in ogni angolo,dai palchi alle prime file:sui volti di ciascuno si leggeva la stessa eccitata curiosità. Improvvisamente il buio in sala calò.Eddy si strinse a G.Il cuore le batteva,quando la prima parola fu pronunziata :’Sold’…poi partì la musica che lei aveva adorato per anni:un enorme lampadario di cristallo si sollevò sul pubblico andando a posizionarsi sopra le loro teste:la magia aveva inizio,l’emozione non avrebbe mai avuto fine… G.conosceva ormai bene lo spettacolo e non si stupì quando il Fantasma fece il suo ingresso pronunciando la minacciosa frase dall’alto del lampadario: -Did I not instruct that box five was to be kept empty?- Ma Eddy sussultò e lo guardò,spaventata: -Non sono stato io!...-la rassicurò lui,ridendo. Era incredibile come il teatro riuscisse a diventare una scatola cinese,moltiplicandosi in un suo doppio: un doppio che conteneva palcoscenico e backstage,sipario e camerini,giù giù fin dove si annidava il covo del fantasma,con il suo lago sotterraneo,l’alcova,l’organo…La solitudine dell’oscurità. La barca scivolava nella nebbia come sull’acqua,mentre Christine trillava il suo lunghissimo acuto,al perentorio comando di Eric:My power over you grows stronger yet…Sing my angel of the music...Sing for meeee!!! Poi le note carezzevoli di Music of the night… Ma i momenti più suggestivi sarebbero arrivati nella scena del cimitero: -Whishing you were somehow here again…- Questa canzone l’aveva sempre commossa:c’era qualcuno che non avrebbe mai più potuto rivedere,mai imparato a dimenticare… Un cimitero nella neve,figure scolpite nella pietra,’sculpted angels,cold and monumental,seem for you the wrong companion…you were warm and gentle…’ Proprio così,il gelo della morte contrasta col tepore della vita…-pensò Eddy. Poi di nuovo il richiamo struggente di Eric,angelo o fantasma,padre o amico? -Have you forgotten your angel?- Una lacrima di commozione le stillò dalle ciglia,cadendo sulla mano di lui,che la stringeva. G.la guardò, intenerito. Infine arrivò il momento della passione,il punto di non ritorno.L’effimero trionfo di don Giovanni… Un brano che accendeva la carne di chi lo ascoltava,per concludersi poi in una struggente,disperata,inane dichiarazione d’amore: - Say you ‘ll share with me one love,one lifetime,lead me, save me from my solitude…- Eddy era emozionantissima,si stringeva a G cercandone la forza:lui.non potè fare a meno di avvicinare le sue labbra e baciarla… -Christine that’s all I ask…- Ma Christine impietosamente tradisce il suo maestro,il suo angelo… Oh nooo! E giù di nuovo nell’inferno del covo del fantasma… Fino a quel momento in cui,per un attimo…il tempo di un bacio…e il dolore di tutta la vita,la rabbia,l’esclusione,la solitudine…si stemperano nel sapore sconosciuto del pianto di un bambino mai esistito,sempre celato dietro una maschera di gelo e solitudine… Eddy cercò un fazzoletto;ma G.fu più veloce di lei a offrirglielo… -Oh,G….che bello,che grande storia d’amore….- Lui la abbracciò. -Mi vergogno tanto…-disse lei,tra i lucciconi. -Non vergognarti…ho pianto anch’io,la prima volta che ho letto il testo e sentito la musica…-le confessò lui. Quando in sala si riaccesero le luci,tra gli applausi entusiasti del pubblico,Eddy si accorse di non essere la sola ad avere gli occhi lucidi.E nessuno aveva voglia di andare via,desiderando che lo spettacolo continuasse ancora,che non finisse mai la ‘musica della notte’…
Finalmente si stavano alzando per lasciare il teatro;la folla si assiepava all’uscita,ma prima che potessero incanalarsi con gli altri,G.venne richiamato da qualcuno: -Hei G. non sapevo fossi a Londra…?- Eddy alzò lo sguardo;una donna alta,dal viso dolce e stranamente familiare,fasciata in un seducente abito da sera sembrava aspettare G. a braccia aperte. -E.! sono felice di incontrarti-disse lui,ricambiando il suo abbraccio- Sei qui sola?- -No…mio marito è qui,da qualche parte…- Poi G. si volse verso Eddy e la invitò ad avvicinarsi,stringendola a sé: -Lei è Eddy…- -Salve…-disse quest’ultima,che finalmente aveva cominciato a riconoscere la splendida attrice vista a fianco di G.in uno dei suoi film più belli.- E’ un onore conoscerla personalmente,signora M.- -Mi chiami pure E. e mi dia del tu…-disse quest’ultima,con fare amichevole. –Ti fermi molto,G.? –domandò poi. -Domani sera parto per Glasgow…-rispose lui,distrattamente. -E stasera…non volete unirvi a noi? Siamo invitati alla inaugurazione di un nuovo locale…- G.declinò l’invito:in quella Eddy chiese il permesso di allontanarsi:era l’ora della telefonata a Serena. Rimasti soli,G.confidò all’amica che quella era l’ultima sera che avrebbero passato insieme e che quindi avrebbero preferito un ambiente meno affollato e dispersivo. -E’ carina,G. …diversa…- si lasciò sfuggire E. – Non è un’attrice,vero? E neanche una indossatrice,direi…- -No…ci siamo conosciuti questa estate…lei fa la traduttrice…è italiana…- Abbassando la voce,E. aggiunse: -Sai che Maud è a Londra anche lei?...- -No…non lo sapevo:ho rotto con lei,a novembre…e non l’ho più sentita da allora…- -Mi ha detto che vi siete lasciati perché tu non sopportavi più le lunghe separazioni…- -Più o meno…-rispose G.abbassando lo sguardo;aveva capito E.dove voleva arrivare. -E questa volta…cosa ci sarebbe di diverso?- insistè E. Lui tacque un momento;lo sguardo un po’ incupito,basso.Poi vide Eddy che gli sorrideva,salutandolo,mentre parlava al telefono.Rispose: -Lei….e tutto,tutto ci sarebbe di diverso…- disse,con gli occhi che gli brillavano. E.rimase piacevolmente stupita;guardò di nuovo la ragazza che lo aveva così amabilmente catturato e nutrì una istintiva simpatia nei suoi confronti. -Scusatemi- disse Eddy…poi li guardò: -Mi sono persa qualcosa?-sorridendo interrogativa. -Stavo solo spiegando a E. che domani parti e che preferiremmo andare in un locale meno affollato e più tranquillo…- -Temo,G. che se intendevi sfuggire la confusione,non avresti dovuto venire qui…-li avvertì però interrompendoli l’attrice. Un gruppetto di ragazze,munite di cellulari e macchinette fotografiche stava infatti avanzando minacciosamente verso G.,gridando entusiaste il suo nome. E. si mise sotto il braccio di Eddy e la sospinse nella direzione opposta: -Venga via…G. troverà il modo di liberarsene…- -Ma…-fece in tempo a ribattere la donna,intravedendo con la coda dell’occhio il suo uomo iniziare a firmare decine di autografi,lasciandosi abbracciare e baciare da uno stuolo di fans. -Non abbia timore…sopravviverà…- aggiunse ancora E.,per tranquillizzarla. –Venga,lo aspetteremo nel foyer…- Nel foyer Eddy ritrovò Rossella e Sean;E. allora,lasciandola in buone mani,si congedò,rinnovando comunque l’invito a raggiungerli nel nuovo locale. -E G….dov’è?...- domandò Rossella – Volevo ringraziarlo:è stata una esperienza splendida!- -Forse arriva…non so…- Mentre Eddy si guardava intorno,G. sopraggiunse trafelato e,presala sottobraccio la invitò ad andare via con Rossella e Sean,senza dare troppo nell’occhio: -E’ pieno di fotografi,là fuori…-disse,rammaricato.Poi si rivolse a Sean: -Ci vediamo al *****,lo conosce?- -Si…ma,Rossella e io…pensavamo di lasciarvi da soli…-disse l’uomo a bassa voce. -Molto gentili…ma credo che dovrete rinunciare alla vostra discrezione …-rispose G.con uno sguardo eloquente. Eddy si allontanava con i due,guardandolo un po’ amareggiata. -Idiota che sono!- si disse G. e senza riflettere oltre la raggiunse e la baciò. -Perdonami amore…ci vediamo tra pochissimo:ti assicuro che preferirei mille volte stare con te…e lo sai…- Poi l’abbracciò di nuovo,e baciandola pensò a quanto poco tempo aveva ancora per tenerla stretta così.Dimenticò per un attimo dov’era e chi era… L’impietosa luce di un flash lo riportò coi piedi per terra.Fece in modo che Eddy rimanesse di spalle,non identificabile.Poi si diresse nella direzione opposta.
Eddy salì un po’ frastornata sul taxi fermato da Sean ,guardandosi invano dietro,nella speranza che anche G. riuscisse a prenderlo con loro. Poi l’auto partì.Rossella la vide un po’ mogia e cercò di distrarla,parlandole dello spettacolo. -E’ stato splendido,vero…?una messa in scena inimmaginabile…Io non saprò mai ringraziare abbastanza G. per avermi permesso di assistere a un capolavoro del genere…- Sean cominciò a discutere di questo e quel cantante e a poco a poco Eddy si lasciò distrarre dalla conversazione. Finalmente arrivarono all’Irish Pub:G. aveva prenotato un tavolo,visto che era sabato sera e il locale era comunque affollato;ma le luci soffuse,la discrezione di camerieri e degli avventori intenzionati a rimanere ovattati nei loro angoletti rendeva l’insieme accogliente e caldo. Si sedettero e ordinarono intanto qualcosa da bere. A un tratto un gruppo musicale diverso da quello della sera prima salì sul palchetto e iniziò a ‘scaldare’ gli strumenti. Finalmente tra gli applausi incoraggianti del pubblico più vicino a loro,i nuovi venuti cominciarono a suonare:partirono con una canzone splendida degli U2,Love is Blind;poi proseguirono con altri pezzi,in crescendo rock,fino a Light my fire,dei doors,che scatenò l’entusiasmo del pubblico. Eddy rigirava stancamente la cannuccia nel suo long drink alla frutta.Il tempo passava e di G.non c’era traccia;sospirò,sorbendo un sorso di bibita per tirarsi un po’ su.Poi il cantante del gruppo si avvicinò al microfono e disse: -Questa canzone è per qualcuno che sa aspettare…-quindi partì con delle note suadenti,quelle di una rumba sensuale che Eddy conosceva bene:
Fortunately you have Someone who relies on you We started out as friends But the thought of you just caves me in The symptoms are so deep It is much too late to turn away We started out as friends Sign your name Across my heart I want you to be my baby Sign your name Across my heart I want you to be my lady
La canzone era appena iniziata,che G. fu alle sue spalle e,presala per mano,la invitò a ballare con lui. Time I'm sure will bring Disappointments in so many things It seems to be the way When you’re gambling cards on love you play I'd rather be in Hell with you baby Than in cool Heaven It seems to be the way Sign your name Across my heart I want you to be my baby Sign your name Across my heart I want you to be my lady Era stretta a lui;ballavano,come non era stato mai possibile prima,ballavano e senza parlare si dicevano quello che avevano nel cuore…G.la stringeva,la lasciava volteggiare,la riabbracciava:Eddy ritrovava ancora una parte di sé che credeva scomparsa,tanto tempo fa… All alone with you Makes the butterflies in me arise Slowly we make love And the Earth rotates To our dictates Slowly we make love Sign your name Across my heart I want you to be my baby Sign your name Across my heart I want you to be my lady La musica lentamente scemò,ma loro due erano ancora stretti,quasi fusi l’uno nell’altra… -Non smettere mai di aspettarmi,sweet hart…-Le sussurrò lui. Si avvicinarono al tavolo,dove Rossella con gli occhi che le brillavano aveva assistito emozionata a quel loro rituale d’amore. -Vi trattenete ancora un po?- domandò,ma sapeva che era una domanda superflua. G. cinse Eddy da dietro e si chinò a chiederle con lo sguardo cosa voleva fare. Lei gli sorrise,poi gli chiese: -Perché no?...non ballavo da secoli…- Lui socchiuse gli occhi sospirando,ma annuì. -Quello che vuoi,honey…-poi la prese ancora per mano e continuarono a ballare.
-Però…balli bene,per essere una principiante…- Lei arricciò il naso: -Anche tu non sei male…- disse,con aria di superiorità. -Chi ti ha insegnato …?- finse di indagare lui. -Mmmm…boh?forse Bruno? O Roberto? O Gianni? O…- aveva un’aria di birichina provocazione. Lui la attirò a sé,ruggendole all’orecchio: -Non credi sia ora di tornare a casa?...- -Perché?- Rispose ancora con quella sua aria impertinente. -…non farmi ripetere:lo sai bene,il perché…-E le diede un morsetto sulle labbra. Si andarono a congedare dai loro amici,scambiando gli ultimi accordi per la partenza del giorno dopo.Uscirono dal locale avvinghiati l’uno all’altra.Fuori nevicava:Londra sembrava una città fantastica,Buckingham Palace,Westminister,il Tower Bridge…tutto avvolto dalla neve somigliava al reame delle favole… G.aveva preso la sua auto e percorrevano le strade fatate della capitale inglese,stretti l’uno all’altra,scambiandosi dolci effusioni,sorrisi,battutine. Finalmente arrivarono a casa. G.sembrò intento a riattizzare il fuoco nel camino,lasciando che Eddy entrasse da sola in camera da letto:sul letto una scatola bianca con un grosso fiocco…un regalo per lei… La donna si girò verso di lui,che entrava nella stanza : -Cosa significa?...è per me?...- era piuttosto emozionata:non riceveva regali da diverso tempo,esclusi quelli che praticamente si faceva da sola. -Si…io spero che non lo troverai…di cattivo gusto…Non ho resistito:volevo che lo ricevessi a Natale,ma desidero tanto vedertela addosso…Quando l’ho vista,ho pensato a te,a quella sottoveste nera che indossavi sul balcone,a Ischia….- Eddy aprì lo scatolo:all’interno una camicia da notte di seta satinata,bianco sabbia,splendida nella sua elegante semplicità…La donna rimase senza parole,la sollevò per le delicate spalline,alzò gli occhi verso di lui: -O G…è molto bella….io…la indosserò solo per te…- G.era rimasto in trepidante attesa,guardandola un po’ di traverso;le sorrise,poi la attirò a sé e la baciò con tutta la camicia: -Aspetta…vuoi stropicciare il tuo regalo…?- tentò di frenarlo lei. -Oh…non sai quanto..-le rispose lui,eloquente.
Era mattina.La luce del giorno filtrava da qualcuna delle finestre,insinuandosi fino alla camera da letto. Eddy aprì gli occhi;sentiva che anche G. era sveglio,ma non ne era sicurissima.Col piede strofinò delicatamente quello di lui;la reazione non mancò:ricevette una carezza simile e per un po’ rimasero in silenzio a giocherellare sotto le lenzuola.Poi lei rise e anche lui. Allora si voltarono di fianco,a guardarsi: -Buongiorno,strepitosa ballerina….- -Buongiorno,dolcissimo amante…- -A cosa stavi pensando?- chiese poi lei. -Pensavo a Ischia…al nostro fortuito incontro…Sai,sere fa ho visto un film,un vecchio film con Jack Lemmon…- -Si svolgeva al Regina Isabella di Ischia?...lo conosco bene:è uno dei miei preferiti…- rispose lei e citò: -Tutti gli anni,dal 15 luglio al 15 agosto…- -Potrebbe essere un idea….?-suggerì lui,poi le cinse le spalle –Ma a me non basterebbe solo un mese all’anno…- Eddy sospirò,poi rispose: -Sarebbe già qualcosa…- Lui le carezzò i capelli,affettuosamente,con tenerezza: -E tu?...cosa stavi pensando?- -Niente di preciso…ricordavo…- -Cosa?...- -Il nostro incontro…se non ti avessi dato da parlare,magari adesso non saremmo qui…- -Io ti avevo già notata,appena eri arrivata sulla terrazza del solarium…- le confessò lui. Lei si meravigliò: -Ma dai?...non ci credo…- -Caffettano giallo,faccetta imbronciata e poi…la risatina:quella è la tua arma segreta…- Eddy non potè fare a meno di fargliela risentire,perché ancora una volta non sapeva in quale altro modo coprire la sua emozione. Lui scosse la testa,ammiccando: -Eccola qua…inconfondibile…- Non sorrideva più:il desiderio rese la sua espressione seria e intensa.La baciò piano,come fosse la prima volta,poi progressivamente insinuò affamato la lingua nella sua bocca,le mani sulla sua pelle,resa ancora più attraente dalla seta che le scivolava addosso… Fu su di lei,le tenne le braccia immobilizzate sul cuscino,la coprì di baci;poi lasciò che le sue mani gli cingessero i fianchi,suggerendogli con quale ritmo accelerare il suo desiderio,fino a condividere insieme ancora una volta un piacere illimitato,infinitamente appagante…
Le ore della gioia passano in fretta… Presto venne il momento di partire:Eddy aveva fatto i bagagli e ora insieme chiudevano la casa. -Puoi per favore mettermi i documenti nella tasca della sacca?..-le chiese lui,preso da altre mille incombenze. -Certo…- rispose Eddy Cercò la tasca laterale,ma senza volere aprì una tasca interna:trovò qualcosa che la fece sorridere:il libro che aveva regalato a G. era là,lo seguiva in viaggio,al posto del pacchetto di sigarette… Quindi chiusero la porta a chiave e,sospirando tacitamente,raggiunsero il taxi che li avrebbe portati all’aeroporto. Fino all’ultimo minuto,come le aveva promesso,G.fu pieno di premure e dolcezze;la tenne stretta a sé e un attimo prima che salisse sull’aereo la baciò ancora,assicurandola che si sarebbero rivisti molto presto. Poi le consegnò un pacchetto: -Questo mettilo sotto l’albero…è per Serena!- -Ma…amore…- -Ti chiamo stasera,ti richiamerò tutte le sere…vai,ora…E ricordati…- Non disse niente,ma le stampò un ultimo bacio con due dita sulle labbra. Poi aspettò che l’aereo decollasse,socchiuse gli occhi,sospirò: -Prego,signore?- -Victoria station…-
Edited by arielcips - 5/4/2008, 17:17
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