Le due città, ff Gerry(1242 visite)

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icon12  view post Posted on 3/4/2008, 17:10
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He's a lion that I am proud to hunt

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Panettona,mitico pianeta agreste

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Chi ha detto che Napoli è il paese del sole?...Seduta nella sua auto,in mezzo al traffico insostenibile del mattino,con i tergicristalli che ritmavano impietosamente il passare del tempo,Eddy sospirò:che terribile giornata!...pioveva ininterrottamente dalla sera prima….un cielo plumbeo incombeva sulla città,che la pioggia rendeva più caotica,intasata,esasperata del solito.Ci si muoveva a stento,tra i semafori inevitabilmente rossi e la confusione quotidiana;i clacson sembravano stridere con rabbia ogni volta che il pensiero indugiava prolungando l’attesa un minuto di troppo.Eddy accese il riscaldamento:eccolo l’autunno a Napoli,probabilmente più triste e malinconico che in nessun’altra città…In quel momento dalla radio partirono le note di una canzone vecchia,ma sempre bella:’Autostrada deserta,a due passi dal mare…sento il cuore più forte di questo motore/sigarette mai spente,sulla radio che parla….’
Senza rendersene conto la donna iniziò a canticchiare e il suo pensiero si allontanò dal caos,pensò al mare,al sole caldo dell’estate,a Ischia…Il suo pensiero si fermò su *****:’Tu sei dentro di me,come l’alta marea,che compare,scompare,portandomi via….’
Chissà in quel momento in quale parte del mondo si trovava,magari stava girando un film…forse stava dormendo:sicuramente stava dormendo,all’altro capo del mondo…


***** non si aspettava che i nuovi amici incontrati sul set di *** avrebbero organizzato una festa così gradevole per il suo compleanno.Non era molto felice di celebrarlo in genere e forse ora più che mai,visto che gli anni passavano con una strana,incalzante velocità:come una giostra la sua vita seguiva un ritmo vorticoso nel quale c’era sempre meno spazio per soffermarsi a pensare alle tappe importanti dell’esistenza.
Al rientro dall’Europa era stata una gran fortuna ritrovare Maude…probabilmente dietro quella festa c’era lei,che lo aveva raggiunto apposta e che si sarebbe sicuramente fermata,per il dopo party,a festeggiare in privato…
Era contento di questo:Maude era una vera carica di energia,sapeva sempre riprendere il discorso tra loro,anche se l’avevano interrotto tante volte…e l’ultima piuttosto bruscamente.Sembrava non portargli mai rancore,nemmeno quando lui le aveva chiaramente fatto capire di non sapere bene se e quali sentimenti provasse per lei.Quella risposta sembrava esserle scivolata addosso…forse non le interessava?...era un dubbio questo al quale ***** preferì non dare risposta…anche perché adesso aveva idee diverse rispetto a lei.Era stata così trascinante,esaltante…fantastica quando lo aveva ‘raccolto’ al rientro dall’Europa.Era riuscita a fargli dimenticare l’Italia,Ischia…A volte Maude gli ricordava una bella sbornia,di quelle che per fortuna riusciva a non prendersi più…Magari stasera,dopo la festa,glielo avrebbe detto,le avrebbe chiesto di lasciarsi andare completamente…di affidarsi insieme a quella loro storia…perché no!


La serata era trascorsa molto piacevolmente:c’era un complesso che faceva dell’ottima musica e lui stesso,pressato dagli amici,aveva finito per esibirsi,come ai vecchi tempi.
Avevano ballato e ***** stringendo Maude tra le braccia,le aveva sussurrato all’orecchio che non vedeva l’ora di rimanere solo con lei…
Maude rise,con una espressione di trionfo solare sul viso:probabilmente tutti capirono cosa si erano detti…Così arrivò finalmente il momento di aprire la torta e spegnere le candeline:e qualcuno naturalmente gli suggerì di esprimere prima un desiderio…
-Non lo dire,però…se no non si realizza!-gridò uno degli invitati.
Gli altri risero:erano tutti convinti di sapere che desiderio stava esprimendo.*****strinse a sé Maud e prese fiato per soffiare:cominciavano ad essere piuttosto numerose…In quel momento chiudendo un attimo gli occhi ebbe un flashback improvviso…vide un’altra torta più piccola,con solo tre candele…e sentì una vocetta aggraziata esultare,due manine che battevano…riaprì gli occhi subito e soffiò intensamente:Le candele si spensero tutte,tra gli applausi dei presenti e il tintinnio dei calici…
Finalmente uno alla volta gli ospiti si congedarono.Rimasti soli nell’ampia sala dell’albergo,***** prese Maude per mano e accennò a ballare ancora con lei,sulle note di Old Acquaintance;ma la donna si schernì e gli suggerì piuttosto di salire in camera:
-Non hai ancora visto il mio regalo…-
Ecco…adesso sarebbero andati a letto..e Maud lo avrebbe preso con quella sua incredibile carica…riusciva sempre a coinvolgerlo fisicamente,era davvero eccezionale:ma ***** quella sera avrebbe voluto qualcosa di più,un po’ più di abbandono,un po’ di sentimento…come riuscire a farglielo capire? O forse Maude aveva finalmente imparato a conoscerlo? Certo la festa era stata proprio di suo gusto,calorosa,senza eccessi;e il fatto che fosse riuscita a raggiungerlo,nonostante i suoi mille impegni di fotomodella,quei mille impegni che avevano spesso causato i loro litigi e le loro rotture,era stato il vero regalo,per lui.
Entrati in camera,fu lei a prendere l’iniziativa,cingendogli le braccia al collo:
-Non ti ho ancora fatto gli auguri…-
Poi lo baciò con la sua bocca perfetta,gli schiuse le labbra con la sua lingua esperta e lo coinvolse abilmente nel suo bacio.
-Vieni…il mio regalo è in camera da letto…-
***** era molto su di giri,non desiderava altro che rotolare in un letto con Maud,senza pensare a nulla…stavano insieme da tanto,perché non dare un taglio definitivo a quella relazione,magari iniziando a convivere,magari mettendo su famiglia…Un’idea che gli balenò improvvisa in testa:smettere di fare l’amore tra mille prudenze…amarsi e basta,senza paura…
Maude lo fece stendere sul letto e finalmente gli mostrò il ‘regalo’:aveva acquistato della lingeriè di seta nera,impreziosita da piccole perle e indossava delle calze autoreggenti ultrasexi,esattamente come piaceva a lui…
-Sei fantastica,honey…vieni qui,adesso…ho aspettato abbastanza….-
Iniziarono a baciarsi selvaggiamente;e presto la serata prese la piega sperata…*****era convinto di poter andare fino in fondo senza interruzioni,abbandonandosi completamente;ma Maud lo fermò,anche quella volta:
-Aspetta,darling…non dimentichi qualcosa?...-così dicendo aveva allungato una mano sotto il cuscino,sperando di trovare i condom,come d’abitudine.
***** si bloccò,avvertì una morsa asciugargli il cuore e improvvisamente risentì una voce che gli diceva ‘-Le è mai capitato mr ******,di guidare la sua auto ,in autostrada,magari un po’ distratto,magari sentendo della buona musica…quand’ecco si accorge che ha sbagliato strada,che avrebbe dovuto uscire al casello precedente…e che non può tornare indietro…?-‘,sospirò:
-No…non cercarli…non sapevo che saresti venuta…- riuscì a dirle.
-Ah,***** ***** ….devo pensare sempre a tutto io?...aspetta…-
Maude si alzò e andò a prenderli nella sua borsetta.Tornò e lo trovò che fumava,piuttosto contrariato.
-Ti è già passata la voglia,darling?...-
Senza aspettare risposta, con mosse studiate si allungò sopra di lui e riprese l’iniziativa lasciata interrotta:in principio lui si adattò,lasciò fare:Maud era davvero una forza della natura a letto e le piaceva dominarlo completamente…ma improvvisamente tutta la delusione che aveva ingoiato esplose in rabbia e fu lui a prendere il sopravvento,pensando dentro di sé,quasi con cattiveria:-E’ solo questo che vuoi piccola?...e allora prendi!-
Maud non si era resa conto dei motivi che avevano improvvisamente invertito i loro ruoli;ne sembrava solo estremamente completamente soddisfatta.Finalmente la lasciò andare:era esausta:
-Accidenti,***** …hai sentito la mia mancanza in questi giorni?-
Lui non rispose,si alzò e,sentendo il bisogno di allontanarsi,le chiese se voleva bere qualcosa:
-No …no grazie…- Aveva di nuovo allungato la mano sotto il cuscino,forse per sistemare il pacchetto preso in borsa;quando lui tornò con una lattina di pepsi tra le mani,la trovò che sfogliava un libro:
-Lo stai ancora leggendo?...te lo trovo sempre nel letto!’Le due città’?...com’è?-
L’uomo si affrettò a toglierglielo dalle mani;non voleva che lei ne leggesse la dedica,non aveva voglia di parlarne con lei.
-E’ un vecchio classico inglese…non credo ti piacerebbe…-
-E quali sarebbero le due città del titolo?-
-Londra e Parigi….-
-Allora sembra scritto a posta per noi,darling…-
-Perché?...- ***** ebbe la netta sensazione che una sorpresa sgradita stava per essergli comunicata.
-Perché da domani sarò la nuova testimonial della Chanel,honey…parto per Parigi con l’aereo delle undici…starò lì un anno:non è magnifico?-
Ecco spiegata la sorpresa…la festa di compleanno,la notte passata insieme,il ‘regalo’….tutto perfetto,come sempre.
-Perché quella faccia,tesoro?non mi fai le congratulazioni?...è una tappa importante,per la mia carriera!-
-Già…la tua carriera,la mia carriera….e la ‘nostra’ vita Maud,la ‘nostra’ relazione…quali ne sono le tappe importanti?...quelle tre o quattro o dieci sc***** che riusciamo a farci tra un aereo e l’altro?-
Maud si alzò dal letto;anche la sua espressione era cambiata,era perfettamente rientrata in sé.Si sedette davanti allo specchio e cominciò a pettinarsi i lunghi capelli mogano.
-Non capisco a cosa alludi,caro…-disse,mettendosi il rossetto - Forse avevi in mente qualche altra cosa?...-
***** stava per risponderle: -Sì…avevo in mente una storia d’amore,avevo in mente un legame…avevo in mente un figlio!- poi la guardò, quel viso da Barbie,quel fisico assolutamente perfetto,immaginò i manifesti che avrebbero tappezzato le capitali del mondo…
-No…non avevo in mente proprio niente…- e se ne andò nell’altra stanza,si buttò sul divano e cominciò a fare zapping,svogliatamente.

Improvvisamente il cellulare di Eddy squillò;trovarlo,quando era in auto risultava sempre un’impresa impossibile:frugò in borsa,nelle tasche del soprabito,sotto il sedile e quando finalmente riuscì a trovarlo….era troppo tardi.
-Pronto?...- Niente da fare.Eddy diede un’occhiata al numero,ma risultava ‘privato’.Sospirò,un po’ spazientita:erano giorni che quella cosa si ripeteva,telefonate senza risposta,senza un numero da richiamare.Anche a casa,anche la sera tardi…
Intanto l’auto dietro cominciò a strombazzare rabbiosamente;davanti a lei finalmente si camminava.Eddy riaccese il motore e riprese il suo itinerario mattutino.Doveva portare alcune bozze di traduzione all’editore ed era,ovviamente,in ritardo:ma questo concetto,per fortuna, a Napoli,era un dato acquisito,una sorta di caratteristica genetica secondaria…
Il lavoro che faceva le era sempre piaciuto molto;il contatto col mondo della scrittura,della creatività era sempre eccitante per lei,anche se spesso doveva trattenersi dal trasformare le sue traduzioni in vere e proprie riscritture.I conflitti col suo capufficio cominciavano da lì,per continuare in tutte le direzioni;Per fortuna aveva rapporti con lui solo periodici.Lavorava a casa e questo le aveva consentito di crescere senza problemi la sua bambina.Serena ormai andava alla scuola elementare…e sembrava quasi non avere più bisogno di lei:era diventata autonoma in pochissimo tempo,a parte quando si trattava di fare i compiti!
Eddy sorrise,appagata:tra lei e sua figlia c’era un rapporto bellissimo,una complicità,una intimità…irripetibili.Non avrebbe potuto fare a meno di lei,non riusciva a immaginare la sua vita senza Serena…Eppure avvertiva nell’aria qualcosa;quelle telefonate la rendevano nervosa,la spaventavano;sentiva che avrebbero coinvolto lei e Serena,presto o tardi,in qualcosa di sgradevole.
Ecco,era arrivata…fortuna che aveva trovato anche un parcheggio decente,nei pressi della Casa Editrice.Raccolse le carte,il soprabito,l’ombrello e infilò velocemente l’imponente portone di un palazzo antico.
Girovagando tra i canali tv,***** riconobbe a un tratto un luogo conosciuto:Lacco Ameno,l’hotel Regina Isabella…
Fu tentato di cambiare immediatamente,poi però qualcosa lo indusse a soffermarsi:era un vecchio film degli anni 70,con un impareggiabile Jack Lemmon,alle prese con una situazione davvero inaspettata…
Guardando alcune scene,gli scappò perfino una risata.In quella sopraggiunse Maude,già pronta per ripartire:
-Sto andando via,darling…-
Lui non le diede particolare attenzione;Lemmon duettava con un cameriere siciliano,innamorato degli States e così desideroso di tornarci da…
-Fatti chiamare un taxi dalla reception,Maude…- le disse,senza guardarla.
Maude lasciò cadere bruscamente la sua valigia a terra:
-Pensavo ci saremmo congedati diversamente…- sibilò
Finalmente lui si volse a guardarla,approfittando di una pausa pubblicitaria.
-…Anch’io..peccato,siamo rimasti delusi entrambi…- Poi prese da terra la lattina di pepsi e la portò alle labbra,dimenticandosi di lei.
Maude sollevò la valigia con un gesto di stizza e se ne andò sbattendo la porta.
***** smise di fingere disattenzione;stritolò tra le mani la lattina di pepsi e si lasciò sfuggire una parolaccia.
‘Un’ora sola ti vorrei…’
Una voce strana,un po’ chioccia,il volto oleografico del tipico cantante napoletano,apparvero sullo schermo:il film che stava vedendo raccontava la storia di un capitano d’industria americano e di una giovane donna inglese,che si ritrovavano ad Ischia perché i rispettivi genitori erano morti insieme in un incidente…ora dopo ora, Lemmon scopriva i motivi di questa strana intimità….i due erano amanti da lustri,ogni estate,dal quindici luglio al quindici agosto,si incontravano in quell’albergo…
-Dannazione… -non potè fare a meno di dirsi *****-
Una commedia divertente,inusuale,romantica….
‘Un’ora sola ti vorrei….’
Sulle note di questa vecchia canzone,in memoria dei loro genitori così romantici,anche i due giovani protagonisti ballavano insieme,finendo per innamorarsi….
-Un gran bel film…-pensò tra sé,*****- E si accese l’ennesima sigaretta.
In quella il cellulare gli segnalò un messaggio.
‘Auguri,vecchio mio:ti richiamo domani! R****’
Però,c’era ancora qualcuno che gli faceva gli auguri,senza secondi fini.R**** era ormai un amico,per lui.Risentirlo il giorno dopo rendeva meno amaro il sapore di quella giornata di festa.


Eddy stava rientrando a casa.Quel giorno Serena aveva il tempo pieno e sarebbe uscita da scuola solo alle sedici e trenta.Infilando la chiave nella toppa,sentì il telefono squillare,nervosamente.Entrò,lasciando la porta aperta dietro di sé e si gettò sulla cornetta:
-Pronto!-
Silenzio.Ma c’era qualcuno,di questo Eddy era sicura.
Abbassò il tono,quasi supplicò:
-…Per favore,chi è?-
Ancora silenzio.Poi una voce che sembrava appartenere al regno delle ombre,finalmente sillabò:
-Eddy…sono Leo…-
La donna tremò,poi risentì la sua stessa voce che raccontava:
‘Così ho incontrato un giovane:un artista,un po’ trasgressivo,amante della musica classica e degli animali…un creativo.’
Ebbe il desiderio di mettere giù e stava quasi per farlo,quando lui la supplicò:
-Non abbassare,Eddy…ti prego…-
Lei scuoteva la testa,angosciata;quindi rispose:
-Noi…non abbiamo niente da dirci,Leo…-
-Eddy…sono passati sette anni…io voglio solo poter parlare con te…ti prego…-
Questa volta Eddy non riuscì a sopportare oltre.Chiuse la comunicazione,poi staccò il telefono.
Con la testa tra le mani,si sedette come istupidita sul divano,senza parole.


La telefonata di R**** arrivò nel tardo pomeriggio del giorno dopo:
-Tanti auguri,*****…come hai festeggiato?-
-Pochi amici,musica,la torta…-
-Mi sembri piuttosto deluso?...qualcosa non va?...bisogna abituarsi,*****,gli anni passano…-
-Già…e tu,che mi racconti:cominci ad ambientarti?-
-Debbo farlo…anche se la voglia di tornare a casa ritorna,come la marea…:ma io per fortuna la casa me la sono portata dietro…-
***** aspirò una lunga boccata;preferì sorvolare su quell’argomento.Come se avesse intuito qualcosa,***** cambiò discorso:
-Ancora non riesco ad adattarmi ai continui provini…mi emoziono,mi concentro sulla memoria e…l’inglese se ne va in malora…però ho trovato una grande trainer…-
***** rise senza cattiveria delle difficoltà dell’amico,poi disse:
-Un giorno o l’altro dovrò decidermi a svelarti qualche trucco…-
-Bravo…ma,perché aspettare? Quando riesci a fare una scappata…sai che ho comprato quel cottage che volevo?...adesso lo stiamo un po’ sistemando,ma Chiara e i bambini si sentono molto più a casa,ora…-
- Sono contento per voi..solo che per ora non posso muovermi,sai..-
-So…so che sono tutte scuse:l’America è fatta per spostarsi…vieni anche per poche ore…a casa nostra ti ricaricherai,vecchio mio…Chiara prepara un’amatriciana…-
***** pensò alle sue traversie con gli spaghetti e a quanto,nonostante tutto,gli piacessero.Pensò che forse andare a trovare quel suo amico così apparentemente equilibrato,rassicurante,gli avrebbe fatto bene:
-Se la metti su questo piano,all’amatriciana di Chiara non so dire di no…-
-Allora ti aspettiamo quando vuoi….e vieni presto,perché…’l’acqua bolle’!!!-
-Grazie vecchio mio,ringraziami anche Chiara…e salutami i tuoi bambini…-
R**** abbassò la cornetta e guardò la moglie,un po’ dispiaciuto:
-Sembrava reduce da un funerale,più che da una festa di compleanno…povero *****!-
Chiara stava mettendo in ordine alcune carte;si alzò,si avvicinò al marito e,abbracciandolo,disse:
-Forse perché è un po’ solo…-
R**** ricambiò l’abbraccio,guardandola con gratitudine:
-Non tutti gli uomini sono fortunati…io lo sono…- e le diede un bacio sulla fronte.Avrebbe voluto approfondire il discorso,ma in quella i loro due bambini arrivarono come furie,rincorrendosi e appellandosi al giudizio insindacabile della mamma,per dirimere una delle loro tante questioni…


Eddy si mise a lavorare:aveva ancora un’ora prima che Serena uscisse di scuola.Ma la concentrazione mancava,il suo pensiero continuava a tornare alla telefonata ricevuta,alla sua reazione…al passato.
Che cosa voleva Leo,ora?da quale abisso riemergeva?....
Ancora soprappensiero,riattaccò il telefono,sperando di aver sognato quella voce,quella chiamata.
Ma non erano passati dieci minuti,che la soneria trillò di nuovo.
-O no…-Non poteva non rispondere,perché dopo tutto nessuno le assicurava che si trattasse ancora di lui;ma se fosse stato,lui?
Finalmente sollevò la cornetta:
-Pronto…-
-Pronto?...Eddy,ma sei tu?...mi sembra che rispondi dall’oltretomba?-
Eddy sospirò,sollevata:
-Rossella…scusami…credevo fossi qualcun altro…-
Rossella era una ex compagna di scuola che le era rimasta amica per tutti quegli anni,fino a diventare sua dirimpettaia.Spesso non si telefonavano nemmeno,ma comunicavano attraverso le finestre.
-Ho chiamato perché con questo diluvio,non si vede da qui al mio naso…Eddy,ma che hai?-
Eddy aveva cominciato a piangere,senza più trattenersi.
-Eddy…è successo qualcosa?...aspettami…arrivo,stai calma…-
Dopo pochi minuti,la sentì alla porta.Aprì e si andò a sedere di nuovo sul divano,con la testa tra le mani.
Rossella le si sedette vicino,le cinse le spalle,cercò di capire che cosa fosse successo.
Eddy scuoteva il capo,disperata.Ma non parlava.
L’amica si alzò,andò a preparare del caffè;poi le portò un bicchiere d’acqua perché si calmasse.
Finalmente Eddy riprese il controllo di sé.
-Aiutami,Ro…è successa una cosa assurda,inaspettata…Hai presente tutte quelle telefonate senza risposta,di cui ti ho parlato?-
-Si…hai scoperto chi era?-
La giovane donna annuì con la testa:
-Oggi finalmente ha avuto il coraggio di dirmelo…era Leo…-
Rossella spalancò gli occhi,esterrefatta.
-Leo?...il…?-
-Il padre di Serena,…se così si può dire….-
Alla nuova venuta venne in mente un ragazzo alto,scuro,con occhiali da intellettuale e labbra un po’ all’ingiù,con una costante espressione di disprezzo disegnata sul viso.
-Leo…e cosa voleva?- disse,piuttosto agguerrita.
-Non lo so…gli ho praticamente chiuso il telefono in faccia…Rossella..lui mi toglierà Serena!-
Rossella l’abbracciò,strattonandola un po’:
-Sei matta…dì,e come potrebbe?...magari vorrà solo riprovarci:lo hai piantato in un modo…-
-Nell’unico modo possibile,direi!- ribarrè Eddy,inalberandosi.
Ro sorrise;ecco che la sua amica stava reagendo,finalmente…
-Sai come trattarlo,allora…non dovresti averne paura,no?-
-Che intendi dire?- Eddy aveva preso la tazza e sorbiva il caffè,senza staccare gli occhi dal viso dell’amica.
-Intendo dire che…se dovesse richiamare…non dovresti fuggirgli davanti,ma affrontarlo…-
La giovane donna sbuffò;raccolse le tazzine e le portò in cucina;poi prese il soprabito,l’ombrello e la borsa.
-Che fai?-le domandò Ro.
-Vado a prendere Serena…perché questa giornata sarà come tutte le altre:non voglio pensare a Leo,non voglio pensare al passato,non voglio pensare nemmeno al consiglio che mi hai dato…Leo non esiste.E basta!-
Aprì la porta e col gesto del capo invitò Ro ad uscire.Si allontanò giù per le scale in fretta.
Un attimo dopo,il telefono ricominciò a squillare.


Una domenica mattina, ***** si presentò al cancello di casa B***,con un’immancabile borsa da viaggio,piuttosto irrisoria, e il mozzicone appena spento sotto la punta della scarpa.A riconoscerlo furono innanzitutto i due cani,un Labrador dorato e un gigantesco Terranova,che invece di avventarglisi contro cominciarono ad uggiolare e fargli le feste.Finalmente la testa di R**** spuntò da una vetrata:
-Santo cielo,*****….sei caduto dal letto?...aspetta che ti apro…-
Gli andò incontro con la veste da camera a malapena annodata sul pigiama e,ancora un po’ stordito per il brusco risveglio,si fermò a guardarlo davanti al cancello:
-Accidenti…mi hai preso in parola…-
-Mi farai anche entrare,prima o poi…?-gli chiese,sorridendo.
-Certo,certo….-e cominciò a trafficare con delle chiavi.
Dall’interno qualcuno più lucido azionò l’apertura automatica.Finalmente ***** entrò nel vialetto e cominciò a guardarsi intorno.Era una villetta a un piano,con larghe vetrate luminose,il giardino,la piscina;eppure l’atmosfera non era hollywoodiana,ma stranamente familiare,accogliente.
-Sono arrivato all’alba…lo so..ma alle cinque devo ripartire…praticamente una licenza premio…-si scusò con l’amico.Sulla porta era comparsa anche Chiara,che gli aprì le braccia affettuosamente:
-Ma qualunque ora va bene,se è ***** ****** a venirci a trovare…- gli disse,incoraggiandolo.
R**** si finse geloso,misurò il loro abbraccio,lo sciolse reputandolo troppo lungo.
-Vieni a bere un caffè…così mi risveglio anch’io:poi ti faccio vedere la casa…-
Mentre erano nella grande cucina abitabile,seduti intorno alla penisola,sugli alti sgabelli da bar,arrivarono anche ****** e *****.i due figli della coppia,piccoli ma non abbastanza da non fare continue questioni su ogni cosa.L’argomento del giorno era a chi spettasse il posto vicino a *****.
-Ma da quando voi fate colazione sugli sgabelli?- li interruppe la madre- Andate subito al vostro posto di combattimento e sbrigatevi a far colazione che tra poco sarà qui miss Potter…-
-Miss Potter?...suona carino,questo nome…e com’è?- scherzò *****
-Brutta!-risposero all’unisono i due bambini,che cominciavano a capire abbastanza bene l’inglese,grazie proprio alle lezioni di miss Potter,la loro governante.Era una donna molto in gamba,in realtà:parlava correntemente tre lingue,conosceva l’italiano,ed era istruttrice di nuoto e tiro con l’arco…ma esteticamente…
R**** annuì con la testa,confermando quello che avevano detto i suoi bambini:
-Hanno proprio ragione,*****….niente trippa per gatti…-
Chiara gli diede una gomitata affettuosa:
-Perché? Come avrebbe dovuto essere,miss Potter..come The woman in red?-
-Eh..magari…- le rispose serio,quasi con rammarico il marito.
-Ma vai,vai…ti ricordo che sei un uomo sposato,B***…-
-Che c’entro io….lo dicevo per gli ospiti…-
-Non mi mettere in mezzo,vecchio marpione…assumiti le tue responsabilità…-gli rinfacciò *****
Scoppiarono tutti e tre in una bella risata,poi continuarono a sorbire il caffè.
***** dopo che ebbe bevuto,cominciò a guardarsi nervosamente in giro.R**** gli disse in italiano:
-Vuoi fumà…aaah,che brutto vizio che c’hai!...vieni fuori,al freddo…così magari te lo toglierai,finalmente!-
I due si allontanarono in giardino,consentendo a Chiara di organizzare la giornata al meglio,per quella visita inaspettata.

Eddy,Rossella e Serena rientravano cariche di pacchi e pacchetti.Erano state a fare shopping in centro,poi si erano inoltrate per San Gregorio Armeno,la strada degli artigiani che fabbricano pastori per il presepe.Avevano pensato che andarci alla fine di novembre sarebbe stato meglio,meno affollato e sempre suggestivo.Serena ci andava per la prima volta,ed era esaltata;non sapeva più dove posare gli occhi,c’erano pastori di tutti i tipi,che raffiguravano personaggi d’ogni genere,dai politici ai personaggi dei rotocalchi,agli sportivi.
-Mamma…ma guarda…manca solo il pastore Eric –fantasma dell’opera….come mai non c’è?-
Eddy e Rossella si misero a ridere;la povera Serena da quando aveva visto il film Il fantasma dell’Opera non faceva altro che nominarlo e cercarlo dappertutto…
-E’ colpa tua!- disse Rossella,accusando Eddy- Sei tu che le hai inculcato questa insana passione…!!!-
-Ma no….anzi,io ero convinta che ne avrebbe avuto paura…-
Avevano comprato pastori e pastorelle,come se avessero dovuto fare il presepe più grande di Napoli;poi finalmente,raggiunta l’auto erano tornate a casa.
Eddy era di nuovo contenta;dall’ultima volta,non c’erano state più telefonate da parte di Leo;era trascorsa una settimana senza intoppi,la donna era quasi sicura che l’incubo era finito,che l’uomo avesse rinunciato a perseguitarla ancora.
-Voi due cominciate a spacchettare,che non mi ricordo più quali sono i pastori nostri e quali i tuoi,Ro…io debbo assolutamente cambiarmi le scarpe e mettermi a cucinare:è tardissimo…-
Eddy si allontanò all’interno della casa;Rossella era tutta intenta a distinguere i suoi dai pacchetti di Eddy;il telefono squillò e Serena andò a rispondere prima degli altri.
-Pronto?..io sono Serena,e tu chi sei?-
-E di chi sei il padre?-
-Io non conosco nessun Leo…-
Finalmente Rossella si accorse della conversazione telefonica;ma contemporaneamente entrava nella stanza anche Eddy,che molto più intuitivamente si precipitò sul telefono,strappandolo quasi dalle mani della bambina:
-Pronto?...credevo di essere stata chiara…-
-Ascolta Eddy…perché non ci vediamo e parliamo …ti prego…non costringermi ad agire diversamente…-
-Che vuol dire?..mi stai forse minacciando,Leo?-
-No…non è mia intenzione agire male….ma se tu mi ci costringi…-
Intanto Serena si era avvicinata di nuovo alla cornetta,con l’intento di partecipare alla conversazione.Eddy fu costretta a moderare i termini.
-Sta bene…lasciami un recapito e ti richiamerò…-
Dall’altra parte si sentì una risata soffocata:
-Mi prendi per stupido?...ci vediamo domani mattina alla Caffetteria di Piazza dei Martiri…ti ricordi?-
-Non potevi scegliere posto peggiore…Non potrò venire prima delle undici…-
-Io sarò là dalle nove…-
-Mamma..voglio salutarlo,passamelo!- insisteva intanto Serena.
Rossella finse di scivolare e chiuse la comunicazione,poi guardò in viso l’amica:era di nuovo disarmata e vulnerabile.
-Domani vado io all’appuntamento,se vuoi…ci parlo io,Eddy!-
La giovane donna scosse la testa.
-No…non sono cose che si possono delegare,Ro…sapevo che prima o poi sarebbe successo…-
Poi si abbracciò stretta la sua bambina e,nascondendo il viso tra i suoi capelli,cercò di trattenere il pianto.





L’amatriciana di Chiara mantenne le promesse dell’aspettativa;poi,dopo pranzo,G. e R se ne andarono nello studio di quest’ultimo ad ascoltare un po’ di musica.G.tentava di resistere al desiderio di fumare e R.lo prendeva impietosamente in giro:ne risero ancora insieme,come risero al racconto delle figuracce fatte da R. durante uno dei primi provini quando,per non dimenticare le battute,aveva completamente smesso di recitare e le aveva pronunciate col proprio accento e la propria mimica personale…
-Perfetto,mr.B, - gli avevano detto – noi però avremmo bisogno di un soldato italo-americano della terza generazione…non di un bell’attore italiano!-
-Senza dire che quando cominciano a darmi del ‘bell’attore’ mi si drizzano i peli delle braccia…-
G.rise:







-Ma lo sei….non sei ‘quello che bacia Madonna’?- gli rinfacciò l’amico,ricordandogli la definizione con cui per molto tempo era stato bollato negli States.
R. finse di arrabbiarsi:
-Quand’è che riparte l’aereo?...fuma,va…fuma che è ‘gravemente nocivo alla salute’ …-
Poi osservando quanto l’amico apprezzava quel momento di buon umore,aggiunse:
-Mi fa piacere vederti così allegro…nell’ultima telefonata mi eri sembrato piuttosto giù di corda…-
G.smise di ridere,abbassò lo sguardo,sembrò rifletterci sopra:
-Inutile negarlo…lo ero..-
-Hai voglia di parlarne?-
G. annuì a lungo,sempre più intensamente col capo.
-Si..avrei voglia di parlarne…con un amico…- e lo fissò significativamente.
R.ricambiò lo sguardo e aprì le braccia,in segno di disponibilità.
G.tirò un lungo respiro.In realtà non era facile per lui parlare davvero di sé;aveva imparato a seppellirsi sotto una corazza di strati diversi e riuscire ad emergere da sotto quella impalcatura era estremamente difficile.Ci provò:
-Non sono soddisfatto…o meglio…sono soddisfatto,ma scontento…non lo so,forse è perché tra poco sospenderemo le riprese del film e mi ritroverò a spasso da solo per l’America…mi sento svuotato…-
-Perché da solo?...e Maude?- R.aveva intuito che in quel’solo’ c’era la chiave di tutto il rebus.
-Maude è in Europa…-
-Se c’è una pausa,puoi raggiungerla e passare un po’ di tempo con lei…-disse l’ Italiano,ma aveva già capito che quella strada non avrebbe portato da nessuna parte.
-Credo che tra Maude e me sia definitivamente chiusa…-
G. si alzò,si avvicinò alla vetrata,guardò con espressione implorante R.che annuì,tollerante;aprì uno spiraglio di finestra,tirò fuori una sigaretta e ,finalmente,la accese.Ne aspirò una lunga boccata,espirò come per scacciare via gli ultimi amari ricordi di quella deludente relazione e poi riprese a parlare:
-Forse ho sbagliato a rompere…forse è per questo che mi sento così…-
-Forse non era la donna per te…semplicemente…non è colpa di nessuno,G. non tutte le storie funzionano come vorremmo…diciamo solo che per uno di noi,che già vive costantemente sradicato perdere il ramo a cui stava legandosi…-
-Lo senti anche tu?...anche tu provi questa sensazione,come non avere radici,non avere punti fermi…?-
-L’ho provata..finchè non ho incontrato Chiara…e la provo tutte le volte che devo rimanere molto tempo lontano dai miei…adesso che mi sono portato tutta la famiglia con me,l’America non mi fa più paura…è questo che mi ricarica,mi dà sicurezza…se non vuoi andare da Maude,almeno torna a casa…torna in Scozia,voglio dire…-
Gerry continuava a fumare,ascoltando in silenzio:
-Forse hai ragione..è un po’ che ci stavo pensando…-
-Non hai bisogno di pensarci,G…..è l’unica cosa da fare,riappropriarsi di una identità personale,che non ha niente a che vedere col cinema,col jet set,con l’immagine…finchè sei qui in America.è più difficile,perché qui è tutto ‘immagine’…da noi in Europa,per fortuna lo show business è un po’ meno straniante…c’è una dose di umanità e autoironia che ti permette di conservare i piedi per terra…qui siamo tutti degli aquiloni in mano a chi ci manovra da terra…-
G.ricordò l’immagine dell’aquilone,così come ne aveva parlato qualcun altro:’Serena è la manina che regge l’aquilone’…poi Eddy aveva riso,con quella risata che…:ultimamente gli riusciva difficile non pensare a lei,rimuoverla dalla memoria,come era stato risoluto a fare per rispettare la sua decisione.
-A cosa pensi,G.? -lo richiamò il suo ospite- Mi spiace se sono stato troppo franco…-
G.scosse la testa,lo rassicurò:
-No…hai fatto benissimo,scusami….pensavo,ricordavo qualcosa….-
In quella entrò Chiara,interrompendoli:
-Ragazzi,caffè?-
G.diede un’occhiata all’orologio;la licenza premio volgeva al termine.
-No grazie,Chiara…devo scappare:grazie,grazie ancora di tutto…sei una donna eccezionale!- e la abbracciò di nuovo,affettuosamente.
R.rise,compiaciuto:era lui il fortunato compagno di quella donna.
-E dai!...adesso basta,voi due!- disse poi,ripristinando l’atmosfera scherzosa della mattinata e separandoli.
Accompagnandolo al cancello,poi, lui stesso abbracciò l’amico,guardandolo significativamente negli occhi:
-In gamba,G…..e torna pure quando vuoi,-quindi aggiunse,scherzando-..magari non all’alba!!!-


Erano da poco passate le undici di una mattinata piena di vento e pioggia;ora il vento aveva aperto uno squarcio tra i neri cumuli di pioggia e un sole algido e accecante si era affacciato a illuminare la piazza dei Martiri,all’angolo della quale si apriva,con i suoi tavolini all’aperto,la ‘caffetteria’ più conosciuta di Napoli.Infagottata nel suo parka scuro,a stento riparandosi con un ombrello da borsetta,Eddy aveva infilato l’ingresso del locale e si guardava intorno.Ai tavolini non c’era quasi nessuno:una coppia di stranieri che stava consultando una cartina della città completamente intrisa d’acqua;un avventore anziano che leggeva Il Mattino,sorbendo l’ennesimo caffè;due ragazze che chiacchieravano animatamente di acquisti e regali da fare.In un tavolino un po’ defilato,addossato alla parete,Eddy credette infine di riconoscere Leo:ma che fine aveva fatto il giovane artista ribelle che aveva conosciuto sette anni prima? Quello seduto al tavolino aveva in comune con Leo solo la piega sdegnosa all’angolo delle labbra,ora sottolineata da una coppia di baffetti scuri,da topo.Per il resto sembrava un quarantenne anche piuttosto mal messo,imbolsito,fiacco.
Mentre Eddy faceva queste riflessioni,lui la vide e la salutò:dunque era proprio Leo.
L’uomo si era alzato per farle posto,offrendole e sistemandole la sedia.Poi aveva chiamato il cameriere:
-Che prendi?-
Eddy aveva solo fatto di no con la testa.
-Niente?...io allora prendo una camomilla,grazie…- disse l’uomo.Il cameriere sparì all’interno.
Leo guardò Eddy:
-Accidenti…ma per te gli anni non passano?..-fu il suo esordio.
Lei gli rispose con compiaciuta cattiveria:
-Non si può dire lo stesso di te!-
Arrivò il cameriere con la camomilla e Leo preferì per ora non rispondere a quella evidente provocazione.
-Quando ho letto la tua ultima lettera,ho creduto di sentirti pronunciare quelle parole con questo stesso tono,Eddy..quanto tempo è passato?sei anni?...sai essere estremamente spietata,con le parole…-
-Anche tu,coi fatti…- rispose lei,che rimaneva seduta stringendo la borsa tra le mani,in atteggiamento difensivo.
Leo passò al contrattacco:
-Coi fatti?....vogliamo parlare,dei fatti?...tu avevi pensato qualcosa,avevi deciso qualcosa e mi ci hai convolto…senza chiederti ‘prima’ se io volessi o no…perché non la vedi anche un po’ da quest’altra prospettiva la nostra storia?…Mi hai accusato di averti lesa profondamente,ma non mi hai mai dato il tempo per difendermi da questa accusa…non sono stato all’altezza delle tue aspettative?Tac:non meritavo nemmeno di riparlarne…-
Eddy scuoteva nervosamente il capo,con l’espressione indurita e amara di chi ha già chiuso la porta a qualsiasi discussione.
-Non mi rispondi?...-insistè lui.
-Leo…non rivoltare la pizza come se il torto fosse mio…se fosse stato per te,io adesso non avrei…
quello che ho,ma solo un grosso terribile inaccettabile rimpianto…E se ora vuoi dirmi che sono stata precipitosa a rompere con te,ti rispondo che se tu avessi avuto dei ripensamenti…avresti benissimo potuto insistere a cercarmi:come stai facendo adesso…ora che a quanto pare non ti sembra poi così umiliante e patetico perseguitarmi al telefono…-
L’uomo rispose con meravigliata amarezza:
-Quanto rancore,Eddy…tu hai paura di me,vero? E’ questo che vuoi nascondere dietro tanta aggressività…-
Eddy abbassò lo sguardo:certo che aveva paura…non riusciva a capire che cosa Leo potesse pretendere adesso da lei…
Leo aveva finito di bere la sua camomilla.Chiamò il conto,poi le chiese:
-Ti va di fare due passi?...è spiovuto,finalmente-
Eddy si alzò,ma evitò la mano di Leo che le aveva sfiorato il gomito.Camminarono in silenzio per un po’,quindi lui riprese a parlare:
-Perché non azzeriamo tutto…tutto quello che riguarda me e te….e non parliamo di…lei?è una bambina,vero?-
La donna fece cenno di sì,col capo:
-Si…-confermò.
-Come si chiama?..-
-Serena…-
Si erano fermati sul lungo mare,appoggiati al muro di contenimento,con le spalle al paesaggio,entrambi stretti nei loro soprabiti inumiditi.
-Che cosa sa di…di suo padre?-
-Niente…non mi ha mai fatto domande esplicite,finora…si vede che non le è mancato…-
Leo tirò fuori dalla tasca una macchinetta e si fece una sigaretta senza filtro;quindi se la accese e fumò solo due boccate,poi la gettò via.Eddy non fece molto caso a questo strano rituale,presa nei suoi pensieri.
-E se te lo domandasse?...hai pensato a una risposta…-
-No,non ci ho pensato…-ammise lei,voltandosi improvvisamente a guardare il mare.
-Ti propongo un patto…io resterò a Napoli altri quindici giorni…se..per caso…se accadesse che in questi quindici giorni ti accorgessi che…che lei vorrebbe…non so…chiamami e permettimi di rivestire solo per una volta…quel ruolo che ho rifiutato.
Leo aveva detto queste parole con un tono strano,che disarmò Eddy.Senza sapere perché,pur essendo pronta a presentarsi davanti a lui con un ‘No!’ assoluto stampato sul cuore,ora non seppe pronunciarlo.Si giustificò pensando che Serena non le aveva mai chiesto nulla,perché avrebbe dovuto proprio in quei quindici giorni?..
Inspirò profondamente,rassegnata,quindi gli rispose:
-Lasciami un recapito…
Eddy era rimasta sola sul lungomare.Si attardò ancora a camminare,sotto una pioggia finissima che infine cessò;la donna si fermò a guardare il mare e improvvisamente ricordò la voce di G.alle sue spalle,la sera che erano andati insieme a Sant’Angelo:
-Stretching eyes west over the sea,wind foul or fair,always stood she prospect-impressed;solely out there did her gaze rest.never elsewhere seemed charm to be…(Allungando gli occhi verso occidente,di là dal mare,fosse il vento contrario o propizio,sempre lei stava,attratta da quella vista;soltanto laggiù il suo sguardo si posava,mai altrove sembrava esserci fascino…)-
Anche quella sera,avrebbe tanto desiderato appoggiarsi a lui,lasciarsi andare;cosa avrebbe pagato ora per averlo vicino,per sentire la sua forza,il suo calore,la sua spavalda irruenza…
Scosse il capo,si diede della sciocca:la sua vita era già abbastanza eccentrica e complicata per accogliere anche una storia d’amore con un attore…A volte Eddy si chiedeva tra lei e sua figlia chi fosse più puerile…
Continuò a camminare fino al parcheggio poi,salita in auto,ritornò a casa.
Sul cancello si sentì chiamare da Rossella:
-Eddy!...vieni a pranzo da me?-
Era sicura che l’amica moriva dalla curiosità di sapere come era andato l’incontro tra lei e Leo.Ma in fondo Rossella era l’unica con cui poteva confidarsi,quindi finì per cedere all’invito.
Rossella insegnava inglese al liceo artistico,ma la sua vera passione era Shakespeare in tutte le salse;praticamente viveva di recensioni,biografie,messe in scena ,dvd,cd ,testi originali…tutto quello che portasse la firma del suo beniamino.Entrando in casa il ritratto del ‘maestro’ accoglieva gli ospiti;la libreria era stracolma di testi originali e traduzioni;sulle pareti locandine dell’Amleto,recitato dai mostri sacri di mezza Europa.da Gassman e sir Laurence Olivier a Kenneth Brannagh:Eddy la considerava una vera e propria monomania…ci mancavano solo i gadget,come il famigerato teschio di Yorik o le ninfee nella vasca da bagno…
Anche nel look Rossella sembrava un personaggio del teatro elisabettiano,a metà tra la delicata follia di Ofelia e la salda consapevolezza di Cordelia.Aveva i capelli rossi,gli occhi chiari,i lineamenti volitivi;si muoveva con una leggerezza che la faceva rassomigliare a una graziosa piccola marionetta,tutta anima e nervi.
Dopo mangiato,mise su la caffettiera espresso,si accese una sigaretta sottile e aromatizzata alla menta,e senza mezzi termini,domandò:
-Allora?mi racconti com’è andata o no?-
-Dai una sigaretta anche a me,per favore….-disse Eddy,che ne aspirò alcune boccate e poi raccontò all’amica l’esito del suo incontro con Leo.
-Quindi hai accettato?...come mai?-
-Serena non mi ha mai chiesto niente…perché dovrebbe proprio in questi quindici giorni…Non avevo voglia di litigare:dire di sì era la cosa più semplice…-
Rossella si alzò,con uno dei suoi tipici scatti,andò a versare il caffè;ma era più nervosa del solito e per poco non lo versò fuori della tazza,senza accorgersi che stava traboccando:Eddy si accorse della sua maldestraggine e la rimproverò:
-Ma cosa combini…? Si direbbe che questa cosa sconvolga più te che me…-
-Ed è vero…- confessò la ragazza- E’ vero perché…perché c’è una cosa che mi tengo dentro da tempo,ma che adesso credo sia venuto il momento di…-
Eddy si mise sulla difensiva:
-Una cosa?una cosa che riguarda Leo?...o me?...o…Serena?-
-Una cosa che riguarda Serena…-
Rossella raccontò che,più di una volta,andandola a prendere al posto di Eddy,che per un motivo o per un altro non era potuta andare,l’aveva trovata in lacrime.All’inizio non aveva voluto dirle perché,poi finalmente un giorno si era confidata:
-Perché gli altri bimbi hanno il papà e io no?...una bimba ha detto che il mio papà non c’è perché non mi vuole bene…dice che io sono cattiva,così cattiva che lui non mi vuole nemmeno vedere…-
Eddy strinse i pugni,serrò la mascella:
-Perché me lo dici solo ora?-
-Perché mi supplicò di non dirti nulla…non voleva darti un dispiacere…Diceva:zia Rossella,è colpa mia se la mamma è sola…se io fossi più buona,lui mi vorrebbe bene,vero?...Io non seppi che consolarla,dicendole che era buona,che voi non eravate affatto sole,perché vi facevate compagnia a vicenda …insomma,mi sono attenuta alle cose che sento dire da te…ma avevo in mente di parlartene se se ne fosse presentata l’occasione…-
Eddy si era alzata,fumava nervosamente la sigaretta;poi la buttò via con rabbia,senza più ascoltare quello che diceva l’amica:
-Lo sapevo…è bastato che andasse a scuola…mi ero illusa di poterla difendere,di poterla tenere lontana da…-
Rossella le si avvicinò,tentò di calmarla:
-Eddy…non è colpa tua…-
Eddy rifiutò quel conforto,la allontanò da sé,prese la via della porta:
-No…è colpa mia…mia e delle persone che mi circondano…-E uscì sbattendosi la porta alle spalle.

Eddy scappò giù per le scale e risalì in auto.Mise in moto,sgommando e si allontanò precipitosamente sotto la pioggia.Aveva le lacrime agli occhi,pioveva e tutto si confondeva davanti a lei…
Si fermò davanti al belvedere di Posillipo:non voleva farsi inutilmente del male,voleva solo fuggire lontano,cercare di riposare la mente dalla tensione accumulata fino ad allora.
Pianse a lungo,come non piangeva da anni,dando libero sfogo alla sorda impotenza che avvertiva dentro di sé.Aveva bisogno di conforto,ma non sapeva dove andarlo a cercare.Certo non in qualcuno che viveva dall’altra parte del mondo,che magari non si ricordava nemmeno più di lei…ma se solo avesse potuto chiamarlo al telefono,sentire la sua voce:scosse la testa….stava di nuovo lasciandosi prendere da uno dei suoi voli di fantasia…forse perché non sentiva più la manina di Serena reggere l’aquilone della sua esistenza?
Pensò di telefonare a Bruno:era pur sempre un amico,col quale tanto tempo fa aveva saputo aprire il cuore e nel quale aveva trovato un discreto sostegno.
Compose il numero dell’hotel,non sapendo se augurarsi di trovarlo o no…


- Hotel Sporting Regina Isabella,prego?-
-Vorrei parlare col signor Bruno,per favore- La ragazza alla reception sentì una voce maschia,dall’impeccabile accento britannico.
-Chi lo desidera?-
-Sono G.B.-
-Oh…l’attore…?- si lasciò sfuggire,poco professionalmente la receptionist.Poi riprese: - In questo momento è fuori…vuol lasciare un messaggio? La faccio richiamare?-
-No,no…(!)…non ha importanza…richiamerò…-
G.provò uno strano disagio,si rimproverò per quella iniziativa insensata:
Cosa gli era saltato in mente,di chiamare Ischia;di cercare Bruno,per avere da lui…?Tornando in Canada,dopo l’incontro con R.,aveva pensato ancora a Eddy;forse perché il viaggio in aereo gli aveva fatto ricordare la partenza da Napoli,il distacco forzato da quella storia così dolce e coinvolgente,così autentica…Per fortuna non l’aveva trovato:come avrebbe potuto chiedergli il numero di Eddy?in nome di che cosa? Da quel grande professionista che era,Bruno non glielo avrebbe dato comunque…
Eppure aveva una gran voglia di sentirla,di parlare con lei.Raccontarle della sua vita:ma cosa poteva interessare la sua vita frenetica,la sua vita di apparenze,a lei che,dall’altra parte del mondo, aveva invece una esistenza equilibrata,fatta di concretezza,di affetti certi e sinceri?



Il cellulare di Bruno emise la sua buffa suoneria.L’uomo era alla guida della sua auto;lo spense,ripromettendosi di richiamare più tardi,al suo rientro in hotel.
Fu sorpreso di leggere il numero di Eddy,una volta rientrato a lavoro,e naturalmente si precipitò a chiamarla.Intanto una collaboratrice della reception gli passava un messaggio:gli venne da sorridere…
-Eddy?..sono Bruno,scusami ma prima ero alla guida e qui è pieno di vigili nascosti nell’ombra…come stai?-
Eddy si era un po’ ripresa dal momento di sconforto;era rientrata a casa e stava pensando di mettersi a lavoro,in attesa che fosse ora di andare a prendere Serena.
-Non troppo bene,Bruno…ti chiamavo perché avevo bisogno di parlare con un amico…-
-Ti ringrazio…se hai pensato a me…Di che si tratta?-
-Non è una cosa di cui posso parlarti al telefono…-
Bruno riflettè un momento,poi le propose:
-Domani mattina devo fare una scappata a Napoli…ci incontriamo al bar del Porto…diciamo verso le nove?-
Eddy sorrise:come sapeva essere sempre disponibile,quel ragazzo…
-Sei un tesoro,Bruno…a domani!-

Eddy andò a prendere Serena con una certa trepidazione.La bambina le andò incontro sorridente e meravigliata:
-Non è venuta zia Rossella,oggi?-
-No…è venuta la mamma…sei contenta lo stesso?-
Le rispose abbracciandola.Il cielo non era più nuvoloso e Eddy pensò di fare due passi,per chiacchierare con la sua piccola.
Incontrarono a pochi metri una sua compagna insieme al papà.Si fermarono a scambiarsi gli ovvi convenevoli;quindi,rimaste sole,cadde uno strano silenzio tra loro.
La donna pensò che magari le sembrava strano solo perché adesso era a conoscenza del disagio di Serena.La bambina la guardò:
-Sei arrabbiata,mamma?...-
Le sorrise.
-No,amore…perché?...-
-Allora sei triste?...-
-Forse,un po’…-
-E’ colpa mia?-
Eddy si fermò ad abbracciarla.
-Non sono mai triste per colpa tua,Serena…ricordalo sempre…tu sei la gioia della mamma!...perchè pensi che possa essere colpa tua….-
La bimba fece un musetto pensoso:
-Perché…perché sei sempre sola,mamma:è colpa mia?sono una bimba cattiva?...-
-No…tu sei una bimba come tutte le altre,Serena…-
-E allora mamma…vorrei sapere…-
Eddy era agitata;la piccola se ne accorse,forse,o forse davvero qualcosa la distrasse,improvvisamente:
-Guardaaa!C’è l’albero di Natale!-
Al centro della piazza.avevano allestito infatti un grande albero di Natale e ora facevano le prove di accensione.
La conversazione si interruppe là.


Eddy era seduta ai tavolini del bar del Porto,in attesa che sopraggiungesse l’aliscafo da Ischia.Finalmente lo vide arrivare e pochi minuti dopo Bruno era seduto a fianco a lei.
-Sei carina anche d’inverno,Eddy!- Le disse lui,galante.
-Come no…ora poi che non dormo più…devo avere delle occhiaie speciali!- ne rise lei.
-Facciamo colazione e poi dimmi cosa sta succedendo….problemi di cuore?-
-No…non esattamente…
La donna gli spiegò brevemente cosa le fosse successo nelle ultime settimane e come fosse depressa e indecisa sul da farsi.
Bruno la ascoltava con attenzione;provava tanta tenerezza per lei e,forse,ancora qualcos’altro.Bevve il suo cappuccino,poi le rispose:
-Vuoi il mio parere…o vuoi sentirti dire qualcosa di preciso?-
-Com’è che mi conosci così bene,Bruno?- disse lei,con la sua solita risatina difensiva.
Bruno le rispose con lo sguardo,addentando affamato un cornetto caldo.
-No…non voglio sentire niente di preciso…voglio un parere…- ammise lei.
-D’accordo….allora io proverei a voltare pagina…è una combinazione ben strana che Serena cominci a farsi delle domande e contemporaneamente ricompaia questo Leo…non credi?allora invece di far finta di non vedere nessuno dei due…se fossi in te proverei a… – Bruno avvicinò tra loro la tazza e la zuccheriera,con gesto eloquente.
-Tu pensi che debba farli incontrare…e poi?-
-E poi,Eddy…il destino farà il suo corso…quando tu hai pensato di concepire un figlio,che tipo di padre credevi sarebbe stato,Leo?-
La donna cercò di ricordare:
-…Non avevo intenzione di chiedergli di essere un padre tradizionale…avrei voluto che accettasse questa nuova vita,col suo spirito creativo…ma senza costrizioni,senza limitazioni per lui….-
Si fermò,la rabbia cominciava a risalirle dal cuore,insieme ai ricordi:
-E invece lui,prima ancora di sapere…mi ha detto NO…ha detto che non era procreare la cosa che gli interessava,ma creare…mi ha chiaramente indirizzato verso…E allora io lo ho odiato,Bruno:non ho voluto più parlargli…gli ho scritto una lettera in cui rompevo qualsiasi rapporto con lui,dicendogli tutto il male che ne pensavo….Adesso ha anche il coraggio di dirmi che non gli ho lasciato possibilità…-
Bruno preferì dare un altro sorso,senza rispondere.
-Magari tu gli dai anche ragione?...-lo incalzò lei.
-No…non gli do ragione…ma conosco come sei fatta:quando prendi una decisione è difficile farti tornare indietro…-
-Io sono costretta a prendere delle decisioni…per difendermi dalla superficialità,dalla leggerezza,dalla insensibilità degli altri…-
Bruno la guardò piuttosto offeso:
-Grazie…-poi volle a sua volta colpirla: -Pensi davvero che tutti quelli che incontri siano così leggeri,insensibili,superficiali…da dover decidere tu per loro?-
Eddy non riuscì a sostenere il suo sguardo;capiva benissimo a chi voleva riferirsi,sapeva che stava volutamente girandole il coltello nella piaga.Lei non pensava affatto che G.fosse leggero,insensibile e superficiale:però anche in quel caso aveva deciso per tutti e due…
Bruno si era pentito già della sua crudezza.
-…Scusami Eddy..tu hai ragione a difenderti…ma non puoi attribuire le tue paure alla insensibilità degli altri…-
Le poggiò una mano fraterna sulla spalla.Le sollevò il viso.Le sorrise,facendole l’occhiolino.
-Sai chi mi ha cercato…proprio quel giorno che hai chiamato anche tu?-
Lei era ancora distratta dai suoi pensieri;poi fissò lo sguardo su Bruno,interrogativamente:
-No..non so…chi?-
-Un attore…un attore che tu conosci bene…e siccome so benissimo che tu non mi chiederai nulla,ti dirò quello che penso volesse da me…-
-Non puoi saperlo,Bruno…tiri solo a indovinare…- Disse lei,mettendo le mani avanti.
Bruno continuò,inesorabilmente:
-Ha chiamato nella speranza che io gli dia notizie di te…un numero di telefono,un recapito…vero?-
Eddy lo guardò,sorridendogli a denti stretti,dispettosamente.
Lui la invitò con lo sguardo a rasserenarsi:
-Cosa debbo fare,se dovesse richiamare?...devo essere professionale….o no?-
-Bruno…non ti facevo così sentimentale…non richiamerà,stai sicuro…-
-E se richiamasse?- Bruno la guardò negli occhi,aspettando una risposta.
La donna non volle sbilanciarsi,serrò le mascelle,riacquistò il dominio su se stessa e rispose:
-Decidi secondo coscienza…-


Le riprese del film sarebbero state interrotte di lì a una settimana;una lunga pausa per consentire alla troupe di riposarsi e trascorrere le feste natalizie nel modo desiderato,magari rientrando a casa. G. era abbastanza contento,quella mattina;aveva acquistato dei giornali inglesi e già cominciava a sentire il profumo del ritorno.Nella pagina degli spettacoli del Times fu attratto da una notizia:il suo amico ,uno dei suoi ‘talent scout’ ,S.B. avrebbe allestito a dicembre un’ ennesima versione del Riccardo II di Shakespeare,la stessa che aveva presentato quell’estate al festival shakespeariano di Madrid….A Madrid non era riuscito ad andare,ma a Londra…
Pensò di fermarsi nella capitale giusto due giorni,per presenziare alla prima dello spettacolo del suo amico:che meraviglia respirare di nuovo la polvere del palcoscenico…un po’ era anche quello che gli mancava,il contatto col ‘Teatro’ con la T maiuscola,la messa in scena,trasformarsi ogni sera e ogni sera contrarre quel patto col pubblico che si concludeva con la piena soddisfazione di entrambi…con la realizzazione di una comune appagante ‘fatica’…
Anche in quel momento gli tornarono in mente le battute scambiate con Eddy,in proposito:- a teatro ogni sera l’attore crea una magia diversa insieme al pubblico…finzione e realtà si mescolano sotto i tuoi occhi,ma tu puoi toccarle entrambe…e puoi entrare in contatto reale con l’attore…cosa che in questa vetrina di divi è impossibile…-
-Eddy,Eddy,Eddy….come lo passerai il Natale?...hai già fatto l’albero?hai già impacchettato i regali?...Cominci a mancarmi un po’ troppo,honey!- Si disse;aveva una sensazione di dolcezza e rimpianto insieme nel cuore.Non seppe resistere:richiamò l’Hotel Regina Isabella di Ischia;e questa volta Bruno rispose…


-Pronto,Leo?-
La voce dell’uomo giunse fioca,come nella sua prima telefonata.
-Eddy?...-il tono era incredulo.
-Ascolta Leo…ho pensato:perché non improvvisiamo un incontro informale?Hai da fare oggi?- Eddy espose la sua proposta precipitosamente:aveva paura di non riuscire ad arrivare fino in fondo.
-Oggi?...veramente oggi avrei qualche problema…-
Eddy sospirò,delusa:ecco!come al solito le cose prendevano dal principio la piega sbagliata…
-Eddy?...non te la prendere..-la voce era sempre più fine- Non dipende dalla mia volontà…-
-No?..-La donna si impose di non commettere i soliti errori di valutazione;di non essere troppo drastica.
-No…verso che ora pensavi?....-anche Leo sembrò volerle venire incontro.
-Io accompagno Serena in villa…c’è una manifestazione di burattini,verso le cinque….-
-Cercherò di esserci…ma non potrò trattenermi a lungo…-
-D’accordo…-
Quando arrivarono in villa,Eddy lo individuò subito:incredibilmente era già là…Serena volle sedersi a vedere lo spettacolo;Eddy ne approfittò per fargli segno e lui si avvicinò.
-Salve…- disse,un po’ timidamente.
La donna si finse sorpresa:
-Oh,ciao Leo…-
Serena si voltò a guardarli;poi invitò la mamma a sedersi vicino a lei.
-Aspetta,Serena…sto salutando questo signore…-
-Venitevi a sedere tutti e due,mamma…ho trovato questi bellissimi posti…-
Assecondarono il suo desiderio,sedendosi nei due posti vicino a lei.
-Adesso c’è uno spettacolo di burattini…sai,è molto bello…-spiegò Serena a Leo.
-Dici?...di cosa si tratta?- disse lui,tentando di interloquire.
-Non lo so…non l’ho visto ancora…ma stai attento,eh!Non chiacchierate tu e la mamma…-
I due si scambiarono uno sguardo eloquente.
Lo spettacolo iniziò e Serena fu rapita dalla storia.Leo la sbirciava,quando poteva,tentando di riconoscere in lei qualcosa di sé,che potesse avvicinarli di più.
Alla fine.la compagnia invitò i bambini a guardare i burattini da vicino e a fabbricarsene uno da soli,seguendo alcune indicazioni di base:il più bello sarebbe stato premiato…
-Mamma…aiutami…- chiese Serena.
-Amore..lo sai che mamma è negata per certe cose….-
Allora intervenne Leo:
-Che maschera vorresti creare?...-
-Un drago!-
-Un drago … allora pensiamoci su…-
Serena gli si avvicinò,si appartarono presso una panchina;Eddy li seguì con lo sguardo…
Dopo un quarto d’ora,presentarono la maschera ai burattinai;naturalmente vinse il premio.Serena corse da lei:
-Mamma…hai visto Leo com’è bravo….guarda,guarda che bel drago!!!- era entusiasta.
-E’ bellissimo,amore…-
-Portiamolo a casa….vieni,Leo?ti faccio vedere la mia casa…-
Leo si era lasciato prendere dall’entusiasmo della bimba,dimenticando i suoi impegni.
Un ‘auto parcheggiata all’uscita della villa,però,glieli ricordò improvvisamente,con pochi colpi secchi di clacson.
Leo si fermò.Eddy guardò in direzione dell’auto,una due porte rossa:le sembrò di vedere una donna alla guida.
-Scusami Serena,ma..vengo un’altra volta…adesso debbo andare…-…-
La bambina lo guardò,poi si rivolse alla madre,coi lucciconi negli occhi per la delusione:
-Mamma…-
-Amore…Leo ha delle cose da fare…hai sentito…-
-Mamma…diglielo tu…- Serena cominciava proprio a piangere.
-Leo…non puoi liberarti?- lo sollecitò Eddy.
-No…sono anzi in ritardo…- L’uomo si chinò sulla piccola;le mise le mani sulle spalle. –Ascolta Serena,ti prometto che se non piangi vengo domani…-
-Domani vado a scuola…- ribattè lei.
-Vengo a prenderti a scuola,allora…se la mamma è contenta…e se tu lo sei…- Leo aveva guardato prima l’una poi l’altra.Eddy aveva acconsentito con lo sguardo.Serena era diffidente:
-Lo prometti?....tu sai dov’è la mia scuola?-
L’uomo si alzò:era fortemente in ritardo.
-Me lo spiegherà la mamma…vero?-
Quindi con uno scatto poco convinto si avviò verso l’auto che lo aspettava e sparì con essa nel traffico.


In serata Eddy dovette affidare Serena a Rossella;il suo capo l’aveva chiamata per un improvviso briefing.
Nel tentativo di arrivare prima all’appuntamento,la giovane donna prese la strada cosiddetta ‘delle cliniche’;un viale che scende ripidamente dalla collina di Posillipo a Mergellina,lungo il quale sorgono,in posizione privilegiata,una serie di famose case di cura.Tuttavia anche lì il traffico non mancava:in coda, proprio davanti a una di esse,a Eddy sembrò di riconoscere l’auto rossa su cui era salito Leo;appoggiata allo sportello,in piedi,in attesa c’era una donna alta e bruna,poco meno che quarantenne.A un tratto si accorse che dalla clinica usciva proprio Leo;la donna gli andava incontro e lo aiutava a salire in auto;quindi anche loro si immettevano nel traffico…
-Che cosa significa…?- si domandò Eddy.

L’indomani pomeriggio Leo si presentò davanti alla scuola di Serena,in perfetto orario;quando la bimba lo vide le si allargò sul viso un sorriso radioso…Leo la prese per mano e le chiese dove le sarebbe piaciuto andare:
-A casa mia…ti ricordi che dovevo mostrartela…-
L’uomo era titubante:non sapeva Eddy come l’avrebbe presa,non avevano parlato di questo.Ma Serena insisteva con forza e,camminando camminando si trovarono davanti al cancello del vecchio palazzo dove abitavano. Leo citofonò per annunciare quella visita inattesa,ma contrariamente alle aspettative Eddy fu particolarmente conciliante.
La bambina condusse quel suo nuovo amico nella sua stanza e gli mostrò disegni e lavoretti che aveva fatto a scuola negli ultimi tempi:aveva una mano naturale per il disegno e suo padre dovette riconoscere che in quella creatura era passato anche un po’ di lui…
Eddy intanto lavorava alle sue traduzioni.Quindi invitò l’uomo a prendere un tè con lei.Leo declinò cortesemente:
-Se hai una camomilla…-
La bambina rimase nella sua stanza a disegnare e i due ebbero l’occasione di scambiare un paio di battute:
-Cosa è successo,Leo:bevi camomilla,fumi pochissimo…?- Eddy voleva saperne di più.
-Sai…si cambia…- glissò lui.
- Mamma…- li interruppe Serena – Lo sai che Leo ha una casa sulla neve?....come la fata del ghiaccio..-
Eddy guardò di tralice l’uomo:ricordava bene ‘quella’ casa.
-Vivi ancora là?- gli domandò
-Si…ma adesso è tutto molto meglio….la casa è riscaldata,arredata…il giardino intorno curato…-
-Mamma….perchè non ci andiamo?...-
-La mamma non si può muovere,lo sai…e poi c’è la scuola…-
-Ma adesso arrivano le vacanze di Natale…Mamma,non ho mai visto la neve!!!-
Eddy lanciò uno sguardo eloquente a Leo,che abbassò i suoi occhi:aveva sperato anche lui…ma forse era ancora troppo presto…
-Dai,Serena…adesso andiamo a vedere com’è venuto il tuo disegno….poi ti insegno un trucco per disegnare la neve…vieni?-
La bambina avvertì che si trattava di un escamotage per distrarla,ma si accorse anche che la mamma sembrava irremovibile,da questo punto di vista:finì per seguire l’uomo nella sua stanza….
Quella sera Leo si trattenne fino a tardi,tanto che a un certo punto Eddy gli chiese:
-Niente impegni improrogabili,oggi?...-
Fingendo di non avvertire l’ironia dell’intonazione,l’uomo rispose:
-No…oggi sono libero:domani….-
Eddy era sempre più convinta che dietro quegli strani impegni si nascondesse qualcosa,qualcosa che prima o poi avrebbe scoperto da sola;quindi non insistè con le domande.
Fu Leo invece a domandarle una cosa:
-Secondo te….quando potrò provare a dirglielo?-
Eddy sussultò:
-Dirle che?..- finse di non capire.Poi però aggiunse: -Hai aspettato tanto…come mai tanta fretta?-
L’uomo sospirò,senza rispondere.Eddy disse infine:
-Lo capirai da solo,quando sarà il momento…-
Leo sembrò illuminarsi:
-E tu…mi autorizzi?- domandò poi,incerto.
Eddy disse di sì,col capo:
-Si…non ti avrei chiamato,Leo,altrimenti…-
Squillò il citofono,Leo se ne andò.Dalla finestra Eddy lo vide salire sulla solita auto e allontanarsi.


G.stava preparando i bagagli.In realtà mancava ancora qualche giorno alla partenza,ma l’ansia di rientrare in Europa era tanta.Voleva organizzarsi bene,lasciarsi lo spazio giusto per qualche regalo da mettere sotto l’albero.Avvertiva uno strano entusiasmo,come se già l’aria di casa lo stesse investendo con la sua energia positiva. O forse era quel nuovo numero inserito nella memoria del cellulare a renderlo così su di giri?
Uscì per non pensarci.Ma in realtà stava lì da ore a
rimuginare,tenendo conto del fuso orario,quando avrebbe potuto chiamare…
-E poi?- si domandava –Cosa mi risponderà?-
Bruno era stato grande:non gli aveva dato direttamente il numero,per ovvi motivi,ma una serie di indicazioni per trovarlo facilmente.
-Mi spiace,mr B….ma non credo che le possa fornire il numero di casa della signora Montano…non so neppure se abiti sempre a via *** P**** M*********,a Napoli…lei conosce le regole….-
Si era messo alla ricerca e ora l’aveva lì,memorizzato.Quella notte aveva sognato di incontrarla…
Aveva sognato di chiamarla al telefono,trovandosi sotto casa sua;l’aveva immaginata abbandonare la cornetta e precipitarsi giù per le scale….aveva sentito il caldo abbraccio del suo corpo,il sapore dolce dei suoi baci….un sogno di favola,come non gli capitava da mesi….
Doveva rivederla…non si perdonava di aver accettato senza battere ciglio di troncare così di netto:non avrebbe mai creduto che una donna potesse mancargli tanto…


Il giorno dopo Eddy chiese a Rossella di occuparsi di Serena:voleva scoprire il segreto di Leo…
Uscì nel primo pomeriggio,per raggiungere indisturbata la clinica dalla quale lo aveva visto uscire;quindi,seduta al tavolo della bouvette interna attese,nella speranza di vederlo comparire di nuovo.
Le sue aspettative non furono deluse:intorno alle cinque,Leo varcò il portone della clinica e si diresse verso l’ascensore.Eddy lo vide salire,quindi si precipitò a leggere a quale piano fosse andato.
Improvvisamente una mano le si poggiò sulla spalla,trattenendola.
Si volse:era una bella donna,alta,bruna,dalla pelle leggermente olivastra e gli occhi tristi.L’accompagnatrice di Leo.
-Lasci perdere,signora Montano….quello che vuole sapere posso dirglielo direttamente io…-le disse,invitandola a seguirla di nuovo all’interno del bar.
La donna chiese a Eddy se prendeva qualcosa,quindi si fece portare due caffè,di cui uno amaro.
-Mi chiamo Irma…Leo ed io viviamo insieme da un anno…più o meno da quando ha scoperto di essere malato…-
-Ma,esattamente che cos’ha?- domandò Eddy,rabbrividendo.
-Una nefropatia…-
La giovane donna guardò l’altra interrogativamente.
-Forse qualche eccesso di troppo,forse una infezione mal curata:i reni non funzionano più….-
-E…?-
-Ogni due giorni deve sottoporsi a dialisi…Non ha notato che non beve più caffè,che fuma molto meno?...-
Eddy non rispondeva.Era agghiacciata da quello che ascoltava:Leo era malato,Leo dipendeva da una macchina…
La donna intanto si era accesa una sigaretta e aspirava avidamente,rivelando solo ora il nervosismo e la tensione accumulati.
-E non c’è altra cura?-domandò finalmente Eddy.
-Si…il trapianto…aspettiamo una chiamata a gennaio…-
Eddy annuì col capo,parlando quasi tra sé e sé:
-Per questo Leo mi ha chiesto quindici giorni…-
La donna ora le si rivolse con una dolorosa intensa attenzione:
-Signora Montano…Leo ha bisogno di sua figlia…ha bisogno di sapere che la sua vita serve a qualcosa,sia pure una vita che dipende da una macchina…-
Eddy la guardò,turbata:
-E lei,Irma…non gli dà abbastanza garanzie,da questo punto di vista?-
Irma scosse la testa,sorridendo amaramente.
-Io sono solo un rifugio per Leo…e mi sono imposta di esserlo nonostante le umiliazioni che mi ha inflitto,perché orgoglioso com’è avrebbe scacciato anche me dalla sua vita…Ma avere una figlia significa ‘non morire’…lei capisce?...inoltre io figli non ne posso avere..-disse ancora chinando mestamente il capo.
-Io non posso fare più di quanto ho fatto finora,Irma…dipende da Leo farsi accettare da Serena….-
-E se accadesse….lei gli permetterebbe di tenerla un po’ con sé…di portarla a casa per un po’?-
Eddy si irrigidì.
-Non posso assicurarglielo…e comunque è una cosa che mi deve chiedere lui e che deve accettare anche Serena….- Era una risposta approssimativa:la giovane donna voleva allontanare da sé l’idea di staccarsi da sua figlia,un distacco che avvertiva sempre come innaturale e doloroso.Per evitare di parlarne ancora,Eddy volle congedarsi in fretta.
-Adesso devo andare…-
-Signora Montano..vorrei che questo colloquio rimanesse … riservato…-le chiese l’altra,riprendendo il controllo di sé.
Eddy annuì e la salutò stringendole la mano.Quindi si allontanò in fretta,via da quell’atmosfera greve e dolente.
Il telefono squillò come una doccia fredda.Erano le nove del mattino di domenica e Serena e Eddy dormivano meravigliosamente.
-Si?-riuscì a sillabare la padrona di casa,riemergendo dai suoi sogni.
-Eddy….tu non ci crederai mai….una cosa bellissimaaaaa!!!-
-Rossella?...ma che ore sono?...-
-Sono le nove,Eddy….non è l’alba….dai,sono in piedi dalle sei,aspettando di poterti chiamare!!!-
Eddy sospirò,si stiracchiò,sbadigliò:quindi ammise con se stessa che non era poi così presto…
-Allora…mi vuoi dire?-
-Posso venire da te? Dai…da vicino è più bello…dai?-
-Okay,vieni….metto su il caffè…-
Si trascinò fino alla cucina,aprì le imposte:un po’ di sole fece capolino…
Rossella bussò in quel momento ed irruppe nella casa con le sue movenze da marionetta:
-Non ci crederai mai….ho vinto un viaggio per due a Londraaaaa!!!..cioè,non proprio a Londra,a Cambridge….ma insomma è là!...presso un college…cinque giorni,Eddy…cinque giorni in cui potrò andare in tutti i teatri della città….ho già controllato la programmazione:Brannagh,Bierkoff,….una full immersion in Shakespeare,come non succedeva da quando ero studentessa!!!-
Ro non riusciva a fermarsi,era come una trottola che si agitava per la casa.A un tratto però si bloccò e guardò l’amica,fiondandosi vicino a lei,sul divano:
-Oh…perché non vieni anche tu,con me?...ti ricordi quando viaggiavamo assieme?ti ricordi quante ne abbiamo combinate,tu ed io?...-
-Frena,Ro….come farei ad assentarmi cinque giorni? E Serena?-
-Potrebbe venire anche lei…ormai è grandicella!-
-Non dire sciocchezze…Serena a vedere il Titus Andronicus…Ro?!?-
-Esistono le baby sitter anche in Inghilterra,credo…-
Eddy si alzò sospirando;il caffè era salito e lo andò a versare.
-Ti prego di non parlarne più,Ro….è una cosa impossibile,lo sai!-
Ro rimase un secondo mogia.Poi però l’eccitazione era tanta che continuò a fare programmi ad alta voce,sul soggiorno,sul viaggio,sugli incontri che avrebbe potuto fare!
Eddy la ascoltava appena:aveva la testa piena di pensieri,dopo il colloquio con Irma…ma quanto avrebbe voluto poter andare anche lei via,lontano…come una volta!


Leo e Serena erano seduti sul molo a guardare le grosse navi da crociera che sbarcavano il loro carico umano.Leo chiese alla bambina:
-Cosa ti sembra quella nave?-
-E’ la balena di Pinocchio…no?-
L’uomo rimase stupito;tanti anni fa aveva dato la stessa risposta a suo padre.
-Pinocchio?....e qual è la storia di Pinocchio?-
-Non la conosci?....adesso te la racconto….-
La piccola iniziò a raccontare la storia;di tanto in tanto Leo la interrompeva per domandarle qualcosa.Quando ebbe finito tutta la storia,Leo le disse:
-E tu chi vorresti essere di questa storia?-
-Io sono Pinocchio…la mamma è la fatina…zia Ro è il grillo parlante…-
L’uomo raccolse tutto il suo coraggio e le domandò:
-E io?...-
La bimba lo osservò:
-Se non fossi vecchio,potresti essere Lucignolo…ma forse tu…saresti meglio come Geppetto!-
La prima risposta aveva gettato Leo un po’ nello sconcerto,quasi impedendogli di sentire la seconda.
-Geppetto….quello che costruisce Pinocchio?- disse poi.
-Il suo papà….-lo corresse Serena.
-Il suo papà…ma Pinocchio e Geppetto non stanno quasi mai insieme…-
Serena si accalorò:
-Che vuol dire…Geppetto è comunque il suo papà…e anche nella pancia della balena pensa sempre al suo Pinocchio…-
L’uomo lasciò passare qualche attimo;una nave salpava salutando con la sua sirena chi rimaneva nel porto.
-E io…potrei essere il tuo papà?- le domandò,col cuore che gli sembrava chiuso in una bolla d’acqua.
Serena lo guardò,assorta.
-Io non so chi sia il mio papà…lui non sta con me perché io non gli piaccio…se fossi il mio papà,ti piacerei?-
Leo aveva voglia di abbracciarla.
-Il tuo papà non è stato finora con te…ma non perché non gli piacevi…-
-E tu cosa ne sai?...allora lo conosci?...-
Leo ebbe paura che il discorso sarebbe rimasto inconcluso;tacque.In quella un volo di rondini attraversò il cielo.Serena gliele additò,gridando:
-Guarda papà!!!le rondini!-
Serena lo guardò,stupita lei stessa di quello che aveva detto;Leo allora l’abbracciò amorevolmente.
-Serena…cara,piccola fatina…Serena,perdonami…sono proprio io,proprio io…-


Tornati a casa quella sera,Leo e la bambina erano visibilmente diversi.Eddy comprese che doveva essere successo qualcosa di nuovo.Ma finse di non vedere.
-Mamma….ma tu lo sai chi è Leo?- le disse con naturalezza Serena.
Inutile tentare di evitarlo.Eddy si volse verso di loro,con gli occhi pieni di lacrime,a stento trattenute.
-Leo è il mio papà!!!...Tu lo sapevi,vero mamma?....hai voluto farmi una sorpresa di Natale,perché sono stata buona,vero?-
Quindi la bimba volle abbracciarli insieme,ricompattare quella sua strana famiglia.
Il citofono squillò e per fortuna Leo dovette andare via.
-Quando torni,papà? Perché non puoi rimanere?...- gli chiese Serena,senza capire.
-Domani,tesoro…domani…ah,no…domani non è possibile…-
-Ti sei già stancato di stare con me?- Serena aveva i lucciconi.
Eddy intervenne:
-Papà tornerà presto,Serena…adesso lascialo andare…magari se lui non potrà,andrai tu da lui,va bene?-
Alla bambina si spalancarono gli occhi:Eddy non aveva misurato il peso delle sue parole:
-Sulla neve?nella sua casa?....davvero mamma?-
Leo guardò Eddy;aveva lo stesso sguardo di sua figlia.Ma la donna preferì non rispondere a nessuno dei due,congedò velocemente l’uno,accompagnò l’altra a cenare…


Eddy sentì che intorno a lei si stava chiudendo un cerchio.Inutile fingere di non accorgersene:Serena aveva riconosciuto Leo e ora voleva stare con lui;Leo voleva la stessa cosa…Ma in tutto questo a sentirsi esclusa era proprio lei;era contenta per Serena,ma non sentiva nessun legame con Leo…probabilmente mai aveva provato un sentimento realmente profondo per lui. Forse addirittura come lui le aveva rinfacciato tempo addietro, lo aveva soltanto voluto usare:desiderava la maternità e aveva pensato che lui l’avrebbe condivisa come un’esperienza creativa,senza sollevarle problemi…
La sua vita ora era un’altra cosa,però;la sua vita ruotava intorno a quella bambina…e cosa sarebbe successo adesso,se avrebbe dovuto cominciare a dividere Serena con il padre?…Eddy avvertì un vuoto immediato ed ebbe paura di doverlo riempire:cosa avrebbe potuto riempirlo?...
Per un attimo la donna pensò a G. Una storia d’amore intensa,assoluta,autentica…questo avrebbe potuto riempire il suo vuoto…
Ma quella storia era finita! E non poteva essere altrimenti…
…Eppure Eddy sapeva che se al posto di Leo ci fosse stato G.non lo avrebbe fatto andare via,quella sera…Avrebbe diviso il suo letto con lui,…si sarebbero scambiati di nuovo l’anima e la pelle,come quella estate…
Eddy entrò nella sua stanza,si gettò sul letto e infilò una mano sotto uno dei cuscini:il pacchetto di sigarette era sempre là…
-Oh G….-pensò- dove sarai adesso?penserai mai a una piccola donna italiana conosciuta in vacanza?...


G. era in partenza,finalmente.Non era ancora riuscito a chiamare Eddy,però:un po’ aveva avuto problemi col fuso,un po’ si domandava quando chiamarla e cosa dirle.
Adesso in aereo aveva naturalmente dovuto spegnere il cellulare;magari quella era l’ora giusta per chiamare,ma invece…
Tirò fuori dalla sua sacca il libro,rilesse la dedica:’Everytime,everywhere,E.’
Sarebbe stato davvero così?Sempre e ovunque?...in quel momento non ne era più così sicuro;accidenti,ma perché il suo umore era ancora più volubile del solito?
Si rilassò ascoltando un po’ di musica in cuffia e sfogliando quel libro che aveva ancora l’odore del mare di Ischia e dell’estate.

Londra era bellissima.Forse perché era una fetta di ‘casa’,ma l’atmosfera natalizia che si respirava,le sobrie decorazioni,le luci della città che si specchiavano nel Tamigi…tutto era suggestivo,incantevole.
G.avvertì subito una sensazione di benessere.Il taxi preso all’aeroporto lo lasciò in centro:preferì poi camminare un po’,senza una meta precisa,…Non aveva voglia di andare a casa,però:sapeva che la avrebbe trovata fredda,desolatamente vuota…mancava da mesi. Non voleva trattenersi più di un giorno o due,nella capitale:quindi avrebbe anche potuto fermarsi a dormire in un albergo,o in pub…
Decise di gironzolare un po’ per la city…Avrebbe certo finito per incontrare qualcuno che conosceva.
In realtà sapeva bene dove lo avrebbero portato le gambe:a teatro! A vedere le prove dello spettacolo di S.:l’odore delle tavole del palcoscenico in fondo gli era sempre mancato,da quando aveva iniziato a fare cinema.Quale migliore occasione per riavvicinarsi,andare a salutare un amico,sedersi a guardare le prove,magari commentarle insieme!
Eccolo di lì a poco superare l’ingresso del back stage;la familiarità con cui tutti gli si rivolgevano,dall’usciere alla guardarobiera,gli scaldò il cuore.Ma quello che gli piacque di più fu l’abbraccio con cui S. lo accolse,invitandolo a prendere posto accanto a lui.
-Vediamo se ti ricordi ancora come si recita…sul serio!- gli disse,additandogli uno dei protagonisti che si apprestava a pronunciare il suo monologo.
Sorridendogli,G. gli rispose:
-Tu non lo hai dimenticato,mi pare!-
Quindi si misero a parlare della messa in scena,che S. aveva rinnovato ancora:per quell’uomo Shakespeare era una fonte inesauribile di ispirazioni registiche.
-Ti fermerai per la prima,vero?...l’abbiamo rimandata a giovedì!-
G. era titubante;non aveva voglia di fermarsi tanto tempo a Londra,non lo aveva programmato,soprattutto non voleva andare a casa sua.Doveva trovare un alloggio…
-Non ti prometto niente,S….vedremo!-


Rossella stava preparando i bagagli:l’aereo che l’avrebbe portata in quello che per lei era il ‘paese dei balocchi’ sarebbe partito la sera dopo.Era indecisa su cosa portarsi:il letto era ingombro di ogni tipo di abito…
Eddy la trovò così:seduta tra i vestiti,sconsolata,sopraffatta dai dubbi.
-Ro?...ma che ti succede?-
-O Eddy,meno male che sei arrivata…guarda qui…tutte le cose che mi piacciono sono inadatte…e quelle che non mi piacciono,mi fanno sembrare una scopa!-
Alla giovane donna venne da ridere…Che problemi,povera Rossella!
-Sai Ro….ero venuta a chiederti una cosa…-
Rossella smise di guardarsi disperatamente intorno e la guardò;dentro di sé aveva un presentimento forte.
-Dimmi…di che si tratta?-
-Hai più trovato qualcuno che ti accompagni a Londra?-
Bastò questo a scatenare l’amica:
-Eddy…sul serio vuoi venire?come hai vecchi tempi!!!! E’ un’idea bellissima…e non preoccuparti per Serena,troveremo sicuramente come fare…OOOOH…hai già deciso cosa portarti???-
-Frena,Rossella…frena!- le disse l’amica.
Ro tacque,la guardò:l’umore di Eddy non era come il suo,non c’era nessun entusiasmo in quella proposta,ma paura,disagio,rassegnazione.
-Serena non verrebbe con noi…lei e Leo…si sono chiariti!-
Ro aggrotto le sopracciglia:
-Che vuol dire ‘si sono chiariti’?...-
-Serena sa che Leo è suo padre…mi ha chiesto di passare qualche giorno con lui,sulla neve…e Leo deve rientrare quanto prima,così…-
-Rientrare dove?...che sta succedendo Eddy?hai già ceduto le armi?-
Eddy sospirò,profondamente.
-Leo è malato,Rossella….la sua vita dipende da una macchina,per ora….forse a gennaio dovrà subire un trapianto…Io credo che non posso dire di no,né a lui né a Serena…ma non voglio tornare in quella casa,non voglio …!-
Rossella abbracciò l’amica.
-Portami via con te,Ro…ho bisogno di riappropriarmi della mia vita,di trovarle un senso…anche senza Serena…-
-Eddy…cara,ma perché ti disperi così?Serena è e sarà sempre tua…non l’hai persa…ed è anche giusto che tu abbia un tuo personale equilibrio…ti servirà proprio per crescerla meglio:non potevi continuare a riversare tutta te stessa su quella bambina…-
Eddy guardò l’amica negli occhi:
-Tu dici che …? Stavo caricandola di un peso eccessivo?...che faccio bene a …ad allontanarmi?..Ro…io ne ho combinate troppe,ho paura di sbagliare….-
-Eddy smettila!...andiamo a Londra per una breve vacanza culturale:cosa c’è di sbagliato in questo?-
La giovane donna rimase qualche minuto col capo chino,a pensare.Quando risollevò il viso sembrava diversa:serena,determinata.Sorrise all’amica:
-D’accordo:allora cosa mettiamo in valigia?-
-Ooooh,alleluia!!!...aiutami,che ho problemi devastanti,io!-
Eddy scosse la testa.Rossella era incorreggibile.


Nel pomeriggio Leo venne a casa a prendere Serena.Eddy le aveva preparato una valigetta con tutto quello che avrebbe potuto servirle e aveva scritto un accurato promemoria da consegnare al padre.Quando l’uomo citofonò,Eddy lo invitò a far salire anche Irma.Leo rimase un attimo perplesso,ma non volle indagare.
Anche Serena rimase perplessa nel vedere quell’altra donna.Eddy sapeva che sarebbe successo e volle creare le condizioni migliori perché non ci fossero disagi:Leo,con il suo solito egocentrismo non aveva pensato che senza Irma non avrebbe potuto nemmeno pensare di ospitare la bambina…Le due donne si appartarono e dopo poco Eddy invitò Serena a familiarizzare con la nuova venuta.
-Serena,se davvero vuoi andare da papà mi devi promettere che ascolterai questa signora e le ubbidirai come fossi io…siamo d’accordo? Io ti chiamerò ogni sera,amore…e tu mi racconterai come hai trascorso la giornata….
-Mamma…ma perché non vieni anche tu?- Serena aveva un po’ di lucciconi.
-Perché a casa di papà c’è solo un lettino piccino,per ospitare una bambina…e io non posso dormire per terra…sai che freddo,povera mamma…
Leo era un po’ ansioso;temeva che all’ultimo momento la bambina non andasse più…Ma Eddy sapeva come prenderla,sapeva anche che uscita dalla porta Serena si sarebbe fatta coinvolgere da suo padre e si sarebbe distratta…
Forse Rossella aveva ragione:separarsi un poco avrebbe fatto bene ad entrambe…
Non appena vide l’auto partire,sparire nel traffico,Eddy si mise a fare la sua valigia,tentando di concentrarsi sul suo viaggio a Londra:ma si trattava di pura illusione…In realtà non credeva di avere nessuna voglia di partire:piuttosto avrebbe voluto buttarsi sul letto ed aspettare così che passassero i giorni che la separavano dal ritorno della sua bambina.
Ro bussò irruentemente e altrettanto irruentemente si catapultò dentro:
-Sei pronta?...guarda…ho già programmato tutte le nostre uscite serali…-
Eddy diede un’occhiata al programma:leggeva Shakespeare ad ogni rigo…
-Ro…un bel programmino leggero…-
La ragazza sembrò mortificata;poi propose:
-Se vuoi potremmo anche andare a vedere un musical…vuoi vedere The phantom…?-
-Per carità…lasciamo perdere:vada per questa full immersion nel teatro elisabettiano…magari spolvererò un po’ di buon inglese…-
-Hai fatto la valigia?-
-Quasi…-
-Portati qualcosa di carino…se andiamo a teatro…Per esempio quell’abitino marrone,che ti sta così bene?-
-Dici?...-
Eddy non era più sicura di niente.L’amica la prese per mano e la condusse in camera:
-Adesso deciderò io,per te!- e cominciò a stipare la valigia di tutto quello che riteneva sufficientemente grazioso per Eddy.
-Ma è troppa roba…staremo solo cinque giorni!- tentò di replicare lei.
-Schhh…in questo caso decido io,signorina:sei mia ospite,no?-
La padrona di casa scosse il capo,ridendo,ma si arrese.
Qualche ora più tardi sopraggiunse il taxi che le avrebbe portate all’aeroporto.Il colorito del tassista divenne cianotico quando si trattò di caricare le due valigie:
-Ci sarà un sovrapprezzo… -disse,sperando di demoralizzarle.
Rossella rispose:
-Non si preoccupi:possiamo permettercelo…-
Montarono sul taxi e mezz’ora dopo l’aereo decollava…Eddy socchiuse gli occhi:se solo avesse potuto imparare a non pensare..


Erano le sette di sera a Londra:G.pensò che in Italia era press’a poco ora di cena:perché non provare a chiamare?
Era un po’ emozionato,ma riuscì a digitare il numero.Attese:era libero,squillava…Ecco, qualcuno rispondeva:
-Eddy?-
-Questa è la segreteria telefonica della famiglia Montano:siamo momentaneamente assenti…Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico,grazie…-
Era una voce registrata a rispondergli,la ‘sua’ voce registrata…G.pensò un attimo cosa dire,ma gli mancarono le parole.Ascoltò ancora quella voce registrata ringraziarlo,poi chiuse la comunicazione….


Edited by arielcips - 5/4/2008, 17:12
 
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gemini21
view post Posted on 3/4/2008, 17:12




Una delle ff che preferisco in assoluto... ci sono alcune scene che... :infermieri:
 
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view post Posted on 3/4/2008, 17:14
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Londra le accolse sotto una pioggerella fittissima;non ebbero nemmeno il tempo di guardarsi intorno che l’underground le inghiottì per portarle nel college dove Rossella aveva ‘vinto’ il suo stage.
Ebbero una stanza assai graziosa e riprovarono l’emozione di essere studentesse insieme.Dalla loro finestra si intravedeva la mole solenne dell’edificio scolastico stagliarsi su un ampio prato verde,i cui confini sembravano perdersi quasi a vista d’occhio.
Quella sera si limitarono a disfare le valigie e a prendere contatti con i loro ospiti.
-Ma domani sera andremo a Londra….c’è la prima del Riccardo II…ti rendi conto,Eddy:assistere a una prima di S.B.?...-

Il giorno dopo la pioggia si era trasformata in neve:una neve impalpabile che aveva imbiancato il prato del College e tutta la cittadina.Infagottate come eschimesi Rossella ed Eddy girarono un po’ a piedi,per acquistare gli ultimi accessori che sarebbero serviti alla uscita serale:
-Che stupida,Ro…non ho portato i collant…devo assolutamente comprarne almeno due paia…-
-Allora tu vai al supermarket,mentre io mi fermo in profumeria…-
La separazione non era stata molto gradita alla nostra protagonista,che con l’inglese ‘letterario’ se la cavava piuttosto bene,ma con quello quotidiano aveva dei problemi.Credette di aver trovato ciò che le serviva,quindi si ritrovò con molto sollievo al fianco dell’amica.
Continuava a nevicare e schiarire alternativamente:il paesaggio era estremamente suggestivo e natalizio….Eddy pensò a Serena,che forse a quell’ora si divertiva a fare un pupazzo di neve o si capitombolava sulla slitta:pensò che forse aveva fatto male a non andare anche lei.
Rossella la rimproverò:
-Smettila di tormentarti…fammi vedere cosa hai preso…? Ah belle! Ma non avrai freddo?-
-Con queste calze?...no,saranno almeno 40 din…o no?-
Rossella già non ascoltava più;non vedeva l’ora di liberarsi delle lezioni pomeridiane per uscire:Londra le attendeva,con i suoi teatri scintillanti!

G. aveva prenotato facilmente una poltrona nelle prime file.Uscendo dal pub dove aveva passato la notte era però in dubbio se andare o no a quella prima teatrale e non partire piuttosto per casa.
Il tassista attese un po’,quindi sollecitò:
-Dove,signore?-
L’impossibilità di parlare con Eddy lo aveva un po’ immusonito e stava quasi per rispondere ‘Victoria Station’ ,quando si disse che l’amico sarebbe rimasto troppo male se in ultimo non si fosse fatto più vivo.
Controllò l’orario dei treni;magari poteva assistere ai primi due atti,salutare S. e poi prendere The flying Scotsman,il vecchio treno che,viaggiando di notte,arrivava a Dundee alle sei del mattino.
-****** Theatre,per favore…-


Rossella aveva trovato posto in un palchetto,in alto,ma abbastanza centrale.
Vi si accomodarono e presto le luci si spensero e lo spettacolo ebbe inizio.
Eddy fu a poco a poco rapita dalla magia della messa in scena,fino a dimenticare ogni pensiero e immergersi completamente nella rappresentazione.
Alla fine del secondo atto aveva le lacrime agli occhi;aveva persino dimenticato che era ora di chiamare Serena per darle,come ogni sera,la ‘buona notte’.
Rossella la catapultò fuori del palco:
-Vieni,se facciamo presto,riusciamo a salutare S.B…o almeno qualcuno degli attori…-
-Ma ora?...devo telefonare,Ro…- disse Eddy,come risvegliandosi da un sogno.
-Ti prego,accompagnami…non è ancora ora di telefonare….-insistè Rossella.


G.si era emozionato man mano che lo spettacolo procedeva;il suo amico S.era un grande regista e un grandissimo attore capace di trasmettere ancora la grande magia del palcoscenico…I primi due atti erano scivolati via,rapendo ogni sua attenzione.Tuttavia non aveva cambiato decisione: sarebbe andato via,senza fermarsi per la fine.Così cercò di raggiungere il camerino dell’amico al più presto,per congratularsi ancora con lui.Da vecchio animale da palcoscenico sapeva bene come accedere alla meta,evitando la folla che si assiepava lungo le scale interne.Bussò piano alla porta semi chiusa e S. riconoscendolo lo invitò a entrare amichevolmente.I primi ammiratori videro la porta chiudersi alle spalle di quell’ultimo arrivato ,senza poter fare nulla per impedirlo.
Uscendo dal camerino dell’amico,dal quale si era calorosamente accomiatato,G.fu costretto ad usare il percorso tradizionale.Fu allora che gli arrivò all’orecchio un suono familiare:
-Eddy…c’è già la fila davanti al camerino…chissà se riusciamo a incontrarlo prima della fine…-
-Proviamoci,Ro….ma…mi sembra piuttosto difficile…ci sono anche delle personalità prima di noi…-
Erano due voci di donna che parlavano italiano tra loro:una delle due aveva chiamato l’altra ‘Eddy’,ne era sicuro…Che buffa combinazione- si disse- Il destino a volte si vuol prendere gioco di noi…-
Per curiosità si volse indietro a guardare di chi si trattava.Una ragazza alta e magra,dai capelli rossi,che si muoveva a scatti,come una marionetta;accanto a lei…
-Non è possibile…- si disse,trattenendo il fiato. I capelli erano cresciuti ed erano più scuri;il colorito non era più abbronzato;indossava un grazioso abitino ricamato,marrone,che le disegnava delicatamente la silhouette…Era proprio lei,era Eddy!
Senza pensarci su due volte,G. tornò sui suoi passi,aprendosi piuttosto bruscamente spazio tra la folla.Eddy era di spalle e non lo vedeva;stava parlando ancora:
-Comunque…io tra dieci minuti devo telefonare...ti raggiungo per il terzo atto….-
Rossella voleva replicare qualcosa,ma la sua attenzione venne attratta dalla mole di G. che si faceva largo tra la folla,non proprio educatamente:
-Guarda quello là,ma chi si crede di essere?-
Subendo il contraccolpo di quella avanzata,Eddy fu costretta a girarsi e a guardare.Lo riconobbe quasi subito,anche se ora i capelli sembravano più chiari e aveva la barba.Le sembrò di perdere l’equilibrio;le sembrò di non avere fiato,mentre il cuore pompava disperatamente sangue ai polmoni….
G. si fermò davanti a lei:gli occhi gli brillavano ancora per l’incredulità:
-Eddy?...ma sei proprio tu?!?- le disse,pensando tra sé che avrebbe potuto trovare parole molto meno banali.
‘Perché non mi corre incontro?perchè non mi abbraccia?’-intanto si domandava.
‘Perché non gli corro incontro?perchè non mi getto tra le sue braccia?’-ebbe per un attimo il tempo di domandarsi Eddy.Ma l’istinto non fece in tempo a prevalere sulla ragione.Irriggidendosi leggermente,gli porse la mano e un sorriso appena accennato:
-G.?...ma che combinazione?...come stai?-
Lui non seppe far altro che stringergliela,ma a lungo,come se non sapesse restituirgliela.
Rossella li guardava piuttosto perplessa.Poi fece una espressiva occhiataccia all’amica,come a dirle ‘Bè,non mi presenti?’
Sciogliendo la mano dalla sua presa,allora Eddy riuscì a dire:
-Lei è la mia amica Rossella….il signor G.B….-
-G****….-corresse lui,amichevolmente,stringendo la mano anche a Ro,ma non staccando gli occhi da Eddy.
Non appena Rossella ebbe messo a fuoco di chi si trattava,entrò in agitazione;senza rendersi conto dello stato d’animo dei suoi interlocutori,cercò di attirare su di sé l’attenzione dell’uomo,esibendo il suo migliore inglese.
-G.B.?...l’attore?...il protagonista del …?....Ma io sono una sua grande ammiratrice,sa…anche se di natura preferisco il teatro…-
E giù una valanga di parole,mentre G.tentava disperatamente di entrare in contatto con Eddy,a sua volta sempre più schiva.
-Avrei voluto incontrare S.B….ma c’è una grande fila…-
-Possiamo provare insieme,se permette…magari le riesco a fissare un incontro per il dopo spettacolo…-
-Sul serio…Eddy hai sentito???-
L’amica sorrise…poi guardò l’orologio e fece cenno a Rossella che sarebbe scesa giù per la telefonata promessa a Serena.Coinvolto dal turbine di chiacchiere di Rossella G.non si era accorto dell’allontanamento di Eddy,se non in ritardo.Nell’attimo di indecisione che seguì tra l’andarle dietro o cercare attraverso Rossella di avere qualche informazione in più su quel fortuito incontro,fu quest’ultima a prendere l’iniziativa:
-Sono riuscita a convincere anche Eddy a venire con me…sa,ho vinto uno stage presso un college di Cambridge…-
-E con Serena,come avete fatto?-
-Conosce Serena?....ma allora siete proprio amici con Eddy!...e quando vi siete conosciuti?-
-In estate…- disse lui,glissando;poi tornò a chiedere- E’ anche lei con voi?-
Rossella all’inizio sembrò non capire:
-Chi? Serena?...no, è con suo padre!-
Nel cuore di G.sembrò penetrare una scheggia di ghiaccio.In quel momento si aprì di nuovo la porta del camerino di S.
-Hei G….ancora qui?non dovevi partire?-
G.si riscosse;poi presentò Rossella all’amico,indicandogliela come una appassionata cultrice di Shakespeare. Ro non aveva più parole…Fu S. a proporle di incontrarsi con calma a fine spettacolo,visto che il terzo atto stava per incominciare.
-Allora ci vediamo più tardi…ma Eddy dove è andata?-
-Eddy è giù a telefonare…qui il cellulare non prende…-
Il terzo atto stava per avere inizio e a Rossella rincresceva aspettare.G.sembrò capirlo e approfittò dell’occasione:
-Io scendo a fumare una sigaretta…se vuole l’avverto io…-
-Sarebbe così gentile?-
Rossella non poteva immaginare che G. non vedeva l’ora di ritrovarsi da solo con la sua amica.
-Gentile? Per così poco?- le disse e si precipitò giù,verso il foyer.
Eddy era al telefono.Vide il suo viso illuminarsi di un sorriso radioso,le sentì pronunciare la parola ‘amore’….si bloccò di nuovo sulle scale.
Preferì tornare indietro,andare a fumare nel corridoio dei palchi.Per fortuna si scontrò di nuovo con Rossella:
-Non l’ha trovata?...strano…a quest’ora telefona sempre a Serena,per darle la buona notte…Non vorrei fosse uscita fuori dal teatro?!?-
Mentre Ro si preoccupava per l’amica,G. al contrario si rianimava:
‘Che stupido!parlava con la bambina…quel sorriso…come non capirlo?!?’
-Eccola che arriva…- disse poi a Rossella,additandogliela,ma non fermandosi ad aspettarla.
-Ci vediamo alla fine dello spettacolo,non si dimentichi…raggiungetemi in platea…!- le ricordò,scomparendo frettolosamente nell’altra direzione.



Eddy ebbe seri problemi a concentrarsi sull’ultimo atto.Sapeva che di lì a poco lei e G. si sarebbero rivisti e,presto o tardi,avrebbero avuto anche modo di parlarsi da soli…Cosa sarebbe successo,allora?...Certo era stata una combinazione assolutamente inattesa…mai si sarebbe sognata di rivederlo…incontrarsi a Londra…e lui era da solo…
Cercò di non pensare;cercò di seguire il dramma che si svolgeva sulle scene;ma era sicura di aver identificato la sua testa svettare da una poltrona delle prime file;e non poteva fare a meno di soffermarsi a guardarla,di tanto in tanto.Pensò alla sua mano che giocava con quei capelli,folti,morbidi;pensò a quei due ciuffetti brizzolati che G. aveva ,così particolari,che l’avevano conquistata quasi subito.Sospirò.Si fece forza e distolse lo sguardo,un attimo prima che fosse lui a sollevare gli occhi verso quello che credeva essere il loro palco.
Anche G. era assolutamente distratto rispetto alla fine della messa in scena.Eddy era a Londra,da sola con una amica…Eddy…lui non era stato capace di dirle nulla:adesso si formulava in testa tutti i possibili discorsi che avrebbe voluto farle…ma in realtà non erano parole quelle che gli salivano alle labbra…erano sospiri di desiderio,di ansia.Voleva voltarsi a guardare verso il suo palco,voleva raggiungerla:temeva che potesse sparire così come era apparsa…Ma quanto durava quella dannata tragedia???
…E dopo la fine dello spettacolo,la compagnia raccolse un fiume di applausi;uscite che non finivano più,col pubblico tutto in piedi a salutare e battere le mani…Anche Gerry era in piedi;le luci erano accese e lui,applaudendo, si voltò a guardare verso i palchi,finchè non riuscì a catturare uno sguardo di lei…finalmente…Allora non l’aveva sognata:presto si sarebbero parlati,da soli…
Doveva smettere di comportarsi da ragazzino alle prime armi ed elaborare piuttosto una strategia per rimanere quanto più a lungo possibile solo con lei…
La sala si svuotava,finalmente.Lui si soffermò sotto il palco,in attesa di essere raggiunto …
-Eccoci finalmente..- cinguettò Rossella.
-Bene…allora se volete seguirmi…-
G.fece da padrone di casa,indicando loro una scaletta che dal proscenio portava al back stage,accedendo direttamente ai camerini.Le due ragazze erano entrambe emozionate e l’attore pensò soprattutto a scherzare per metterle a loro agio;finalmente raggiunsero il camerino della star,dove in quel momento erano radunati altri due o tre elementi della compagnia,a brindare al successo della prima.Ben presto i tre nuovi arrivati furono coinvolti nei festeggiamenti:Rossella ormai levitava,sembrava essersi inserita perfettamente nell’insieme e scambiava battute animate in particolare con Brandon, uno dei giovani interpreti dello spettacolo.Questo non sfuggì a G. che,quando riusciva a staccare lo sguardo da Eddy,affastellava disperatamente idee su idee perché quell’incontro casuale andasse speso nel migliore dei modi.
A un tratto S. propose di continuare il simposio all’uscita.Mentre si decideva dove andare a cenare,G.si era avvicinato al giovane attore che sembrava così interessato a Rossella e strizzandogli l’occhio gli consigliò di trattenerla a visitare il teatro e la galleria…Poi disse a voce alta:
-Magari noi vi precediamo…- e contemporaneamente si mise al braccio di Eddy,che si voltò verso di lui con un sussulto.Lui però si finse assolutamente cameratesco e già aveva allargato l’invito a Rossella.
Quest’ultima nicchiava;voleva rimanere a visitare il teatro con quella simpatica guida improvvisata…e poi aveva avuto la vaga intuizione che Eddy sarebbe stata il terzo incomodo,tra loro due.
-Si…Eddy avviatevi…io vi raggiungo subito…il tempo di vedere la galleria…-
Con l’espressione del volto Ro sembrava voler dire a Eddy:
-Vai,vai….!!!-
La giovane donna era proprio tra due fuochi…finì per accontentare entrambi:
-D’accordo allora…dove ci vediamo?-
-Il tuo amico G. ha capito qual è il locale,no?-
Gli attori della compagnia si resero impalpabilmente conto che in qualche modo si stava ancora recitando;in particolare S.,più anziano e scaltro,ebbe netta la sensazione che non avrebbe rivisto G.molto presto.
-A dopo allora…- Si congedarono. E finalmente rimasero soli.

Usciti dalla porta degli attori,camminarono per un po’ senza parlare,affiancati.
Eddy si stringeva nel suo montone,infreddolita;aveva ricominciato a nevicare…
-Allora…che ti pare del clima di Londra?...-
-Bè…è freddino,direi…-lo guardò,abbozzando alla sua solita risatina.
G.pensò di essere diventato un imbecille…Possibile che non trovava modo di penetrare la difesa di Eddy…?perchè anche lei era assolutamente inaccessibile…
Questa volta fu lei a interloquire:
-Sai?...ho visto finalmente Il F….. in dvd,purtroppo…-
-Ti è piaciuto?...-chiese lui,un po’ esitante.
-Tantissimo…-
-Meglio di quell’attore spagnolo…come si chiama?- domandò ancora lui,chinandosi a guardarla.
Eddy rise,poi rispose:
-B******,mi pare…-
-Chissà perché mi ricordavo Bruno…- scherzò ancora lui.
Erano arrivati alla fermata dei taxi.Eddy si voltò indietro:
-Non si vede ancora nessuno…-
Erano uno di fronte all’altra.G.le aggiustò il bavero del giaccone,stringendoglielo:
-Non sei proprio abituata a questo freddo,eh?-
Lei rabbrividì,scuotendo la testa.
-Guarda!... –disse improvvisamente- Un Routemeister….credevo non ce ne fossero più?....-
G. si volse:uno dei famosi autobus a due piani di Londra era in sosta dall’altro lato della strada.L’uomo ebbe un’idea;la prese per mano e iniziò a correre:
-Vieni…vieni dai!-
-Ma…e gli altri…-
-Corri!...-
Salirono sull’autobus,entrambi col fiatone e il calore dei riscaldamenti accesi li avvolse nel suo abbraccio.L’autista però frenò i loro entusiasmi:
-Mi dispiace signore ma…è fuori servizio…stiamo rientrando:questa linea ormai fa solo escursioni private…-
G.si avvicinò al posto di guida;Eddy sentì che mercanteggiava a voce bassa:estrasse poi il portafoglio dalla tasca dei calzoni….
La donna distolse lo sguardo;si sentì a disagio:G.si avvicinò con un sorriso:
-A posto….gli ho detto che tu non avevi mai viaggiato su uno di questi dinosauri…e che volevo portarti a fare un giro della città… Ti va?-
-Mi ricordi improvvisamente qualcuno che ho conosciuto questa estate…-rise lei.
-Credevo lo avessi dimenticato...-replicò lui,a voce più bassa.
-Piuttosto difficile…non trovi?- ribattè ancora lei.
La voce dell’autista irruppe in quel momento:
-Madame?....stiamo attraversando il Tamigi:questo è il ponte di Waterloo…-
Eddy si voltò:davanti a lei si apriva una veduta splendida della capitale inglese:tutta la città si specchiava nel Tamigi,con in primo piano la mole impressionante di Westminister e l’alta torre del Big Ben.La neve imbiancava i tetti rendendo ancora più suggestiva la visione.La donna non sapeva come esprimere il suo entusiasmo:
-Che splendore….è bellissimo!...non avrei mai creduto di vederla così!-
In piedi dietro di lei,G. con una mano la sosteneva e con l’altra le indicava i palazzi ,i parchi,le vie, i monumenti…Eddy a un tratto si appoggiò contro di lui e lui sentì che niente,niente era cambiato tra loro,da quell’estate…


Il vecchio double-deck li lasciò a Piccadilly,sotto il monumento a Nelson.Eddy non fece in tempo a scendere,però,che G.aveva individuato un altro autobus –di linea questa volta- che incrociava dall’altra parte della piazza;la trascinò di nuovo in una corsa nella neve,a rischio di scivolare….ma riuscirono a prenderlo.
Ridevano come due ragazzini,salendo sul mezzo:
-Siediti un po’ ora…-le consigliò lui,ansimando. E si sedette al suo fianco,passandole un braccio intorno alle spalle:l’autobus era praticamente tutto per loro…
Questa volta riattraversarono il Tamigi passando proprio per il Tower Bridge:alle spalle della city , Eddy intravide la sagoma di una immensa ruota panoramica.G. le spiegò:
-Quello è ‘ l’occhio’ di Londra…la ruota di un grande parco di divertimenti costruito in occasione del Capodanno 2000…solo che a quest’ora è chiuso….anche per motivi di sicurezza…-
-E’ spettacolare…- disse Eddy,entusiasta- A capodanno del 2000… io ero un po’ impegnata… -aggiunse poi,ricordando: - Nasceva Serena…-
Lui le sorrise,stringendola più forte,poi credette fosse venuto il momento di chiederle:
-Dov’è ora?..-
Eddy scosse un po’ la testa;quell’argomento la scottava ancora.
-Suo padre…improvvisamente si è rifatto vivo…-
G.la ascoltava guardandola con dolce sollecitudine.
-…contemporaneamente lei ha cominciato a domandarsi…come mai…?-
-Insomma…io lo avrei mandato volentieri al diavolo,ma…lui è cambiato;è ammalato…e Serena aveva bisogno di sapere che suo padre le voleva bene…-Eddy abbassò la testa,sentiva il calore della commozione affiorarle sulle ciglia;rialzò il capo,con la sua solita risatina:
-E così ho perso la mia ancora…-
Lui,che aveva tirato un sospiro di sollievo dentro di sè,ora che aveva saputo bene come stavano le cose,riascoltando la sua risatina la aveva sentita ancora più vicina,ancora più sua…ma non volle forzare la mano.Si limitò a stringerla a sé,tentando di infonderle forza:
-Non credo che tu l’abbia persa…e tu lo sai…Hai fatto bene a prenderti questa vacanza,a pensare un po’ a te…-
-Capolinea,signori!- Come prima, la voce dell’autista interruppe il loro dialogo. Scesero dal bus;il vento si era fatto ancora più glaciale…G.stringendo a sé Eddy per ripararla dal freddo si guardò intorno;poi la condusse sull’ennesimo autobus,sopraggiunto opportunamente in quei pressi.
Questa volta il giro fu più breve,attraverso i quartieri residenziali della città;poche fermate dopo G. invitò Eddy a scendere.
La donna si guardò intorno:
-E qui dove siamo?…un quartiere molto signorile…-
Era un viale alberato,illuminato da lampioni ottocenteschi che ricordavano le antiche luci a gas delle notti di Conan Doyle o di Stevenson;i palazzi erano in perfetto stile ‘old english’;dalle finestre brillavano discrete decorazioni natalizie.
G.tossì,schiarendosi la voce:
-Qui…è dove abito io…-
Eddy si voltò a guardarlo,diffidente:
-Allora…sei arrivato ?…-
Lui le confidò:
-Sono a Londra da tre giorni…ma non ho ancora messo piede in casa…-
-Perché?...-chiese lei,scrutandogli il viso:aveva di nuovo l’espressione malinconica della prima sera a Ischia.
-E’ una casa vuota e fredda…e non mi andava di sentirmi ancora più solo…-
Eddy era rimasta ferma sotto la pensilina della fermata,uno scalino più su di G.Questo le permise di allungare la mano e fargli una carezza sul viso,con un leggero sorriso:
-Hai una barba regale…Serena forse non ti riconoscerebbe…-
Poi la mano salì verso i capelli e giocherellò con il ciuffetto brizzolato.
Lui la guardava,senza osare chiedere;poi finalmente disse:
-Saliresti…su con me?-
Lei scosse la testa,sorridendo:
- La tua casa sarà certamente meno fredda della strada…-
G.la prese per mano e attraversarono la via,imboccando il portone di un vecchio edificio in stile vittoriano.
Le scale erano in legno,coperte da una moquette che attutiva ogni rumore.Eddy si guardava intorno affascinata;le sembrava di vivere un sogno,più che una pericolosa realtà.
Arrivati davanti alla porta,G.infilò la chiave nella serratura,ma prima si volse verso di lei e,abbassandosi,le baciò la bocca,con dolce tenerezza.
La serratura scattò.
L’uomo lasciò che la sua compagna entrasse,poi contemporaneamente chiuse la porta alle loro spalle e accese la luce.
La casa era davvero fredda,ma Eddy avvertì il fondo di un aroma che ricordava bene:l’odore di fumo e del dopobarba di G….Il padrone di casa si affrettò a liberarsi del suo soprabito,rimanendo con un lupetto nero e una giacca di velluto verde scuro;ma Eddy,avanzando verso quello che sembrava un soggiorno all’americana,tenne stretto addosso il suo montone.
-Accendo il riscaldamento…-disse lui sollecito,allontanandosi.-Sarà più caldo tra pochissimo…- Prima di andare,non potè fare a meno di chinarsi di nuovo verso di lei e darle un altro bacio,come il primo.
La trovò nel soggiorno:due divani creavano un angolo retto davanti a un camino.Ai piedi del camino un tappeto di lana d’angora e tanti cuscini.
-Hai ancora freddo?...-le domandò,vedendola ancora stretta nel soprabito.
-Accenderesti il camino?- disse lei,annuendo.
-Si,certo…- Le rispose e si mise ad armeggiare;in poco tempo una debole fiamma cominciò ad alzarsi tra i ceppi.
-Non ho niente in casa…ma posso farti un tè…-disse ancora e ,come prima si allontanò verso quella che doveva essere la cucina,non senza averle dato ancora un altro bacio,questa volta un po' più insistente.
Quando tornò Eddy era ancora ferma davanti al camino,col suo montone sulle spalle.
-Vado a prenderti un maglione?- le propose e stava per scomparire di nuovo verso l'interno della casa,ma si accorse che lei era protesa verso di lui,come a invitarlo a baciarla ancora.Non seppe resistere;ma questa volta le sue mani si insinuarono nelle pieghe del suo soprabito,attirandola a sé.E il bacio non si fermò alle labbra…In un crescendo irrefrenabile di passione e desiderio,G. si riappropriò del sapore più intimo della sua bocca,gustandolo come miele…era impossibile interrompersi…
Il fischio del kettle lacerò l'aria;Eddy riuscì a domandare:
-Cos'è questo...?-
-Il bricco dell'acqua...-mormorò lui,sulle sue labbra.
-Non scoppierà,vero?-
Lui sospirò,ma non smise di baciarla:
-Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora...-
Il montone di Eddy scivolò sul pavimento.
La fiamma nel camino divampo’,divorando i ceppi.




--Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora…-
Così dicendo l’uomo riprese a baciarla,stringendola a sé,carezzandole la schiena,le spalle,insinuandole le mani sui fianchi,tra i capelli:la desiderava….
Eddy a sua volta lo liberò della giacca e poi gli carezzò il torace forte,muscoloso.Timidamente le sue mani cercarono un varco sotto il lupetto,per carezzare direttamente la sua carne calda e tesa.
-Oh sweetheart…-disse lui-…sei qui,a casa mia,davanti al mio camino…-Ma le parole si mescolavano ai sospiri,i sospiri ai baci;ora erano in ginocchio davanti al fuoco,poi piano piano scivolarono l’uno sull’altra.
Anche le mani di G. cercarono la sua pelle,insinuandosi sotto il vestito:
-tesoro…non voglio distruggerti l’abito…è così carino…ma…come si sfila?-
C’era una lampo,sul lato.Eddy l’abbassò e piano G.la spogliò.Riconobbe le curve delicate di quel corpo che tante volte era stato suo,disegnate da una lingeriè candida;poi si accorse che indossava delle calze autoreggenti.Si fermò un attimo:
-Ma tu d’inverno vai sempre in giro a questo modo?...-
Eddy arrossì;
-Scusa…mi vergogno tanto…ho sbagliato quando le ho comprate…non avevo capito la scritta…-
Ma a lui non interessava più ascoltarla:era desiderabile,dolce,bella…
Si sfilò il lupetto,si liberò dei pantaloni scuri.
La baciò,la baciò fin quasi a consumarla;e poi piano la prese.
-Amore…oh amor mio…-le sentì sospirare.
-Dimmelo ancora….chiamami amore,Eddy…my love,my sweet heart…-
Perché fare l’amore con lei era così diverso?così coinvolgente e dolce…così autentico? Non avrebbe voluto smettere mai!
Il desiderio rese il piacere ancora più intenso,devastante.
Si fermarono,a recuperare il fiato.Ma sapevano entrambi che quello era solo l’inizio…
-Faresti bene a spegnere il gas,amore…- gli consigliò Eddy,mentre lui già aveva ricominciato a giocherellare con i suoi capelli,le sue mani,la sua pelle.
-Ho paura di tornare e non trovarti più,amore …Io ancora non ci credo che sei qui.-
Lei sorrise.Lui convenne che fosse necessario ascoltare il suo consiglio; si allontanò,imprecando tra i denti contro il f********* bricco,rientrò meno di un secondo dopo.
Eddy stava guardando l’ora sul suo telefonino.Lui si stese vicino a lei,le tolse il telefono di mano e glielo spense:
-No…questo adesso non ti serve…-
Al suo timido tentativo di riafferrarlo,lui ribadì:
-No…-e prima che potesse replicare,le mise una mano nei capelli e la baciò,tirandola giù sul tappeto.

Stesa al suo fianco,Eddy si divertì a guardarlo,carezzandogli il viso e la barba folta.
-E chi sei,ora?...un guerriero antico…un cavaliere medievale?-
Lui si schernì:
-Sono solo G.B. che fa l’amore con la sua ragazza…-
Lei lo rimproverò,allontanandosi:
-Non scherzare…-
-Non sto scherzando…-ribattè lui serio.
Per tutta risposta lei cercò le sue calze e iniziò a rivestirsi,dicendo:
-E’ stata solo una coincidenza,una fantastica coincidenza…-
Lui si alzò,spazientito.Ritornò con in mano un pacchetto di sigarette e il proprio cellulare.Si stese di nuovo accanto a lei,trattenendola:
-Dai un’occhiata qui…- le disse.
Eddy riconobbe il proprio numero di casa;cercò di non agitarsi.Poi lui le fece leggere sul display,la data e l’ora dell’ultima chiamata.
-Ti ho cercata…se non ci fossimo visti ti avrei cercato ancora,Eddy…mi sei mancata da morire…-
-Non devi dire questo…-cercò di ribattere lei.
Lui si era acceso la sigaretta; stava perdendo definitivamente la pazienza:
-Perché? Perché non devo dirlo?...ascolta:non ti permetterò di nuovo di decidere per tutti e due…-
-G. ne abbiamo già parlato…non potrebbe mai funzionare…- si difese lei,senza guardarlo in viso,scuotendo la testa.
-Se non proviamo,come possiamo saperlo?...Eddy smetti di razionalizzare,stacca un momento il cervello…-
Ma lei continuava a dire no,col capo.
-D’accordo;questa estate neanche io sapevo davvero che cosa volevo..mi sono adattato alla tua decisione,ho tentato di dimenticarti …il lavoro mi ha assorbito completamente e quando non c’era il lavoro…-
Eddy lo guardò negli occhi;concluse lei il discorso:
-C’era un’altra donna…-
Lui espirò il fumo della sigaretta e confermò:
-Si…c’è stata anche un’altra donna…Ma non è servito a niente!Non volevo lei….io volevo te,voglio te….- Il suo tono si stava raddolcendo;con la mano le sollevò il viso:aveva uno sguardo così dolce e abbattuto insieme…
-Non potresti guardarmi negli occhi- le chiese – e dirmi semplicemente cosa provi?-
Eddy stava quasi per assecondarlo,ma accampo’ una nuova difesa:
-G. fra tre giorni io ritornerò a Napoli…-
-….e io ti accompagnerò all’aeroporto,ti bacerò fino a che non salirai sull’aereo…tu mi saluterai dall’oblò…ti chiamerò per telefono per sapere se il viaggio è andato bene…-
Eddy continuava a fare no con la testa.
-Perché no?perchè?...che cosa ci sarebbe di così innaturale…Se io fossi un marinaio,un soldato…un pilota?...-
Lei lo guardò,sorrise:
-Non ho mai voluto stare con un marinaio o un pilota…-
-Infatti…sono un attore…-scherzò anche lui,ma non smise di fissarla. –Adesso smettila di accampare scuse:guardami negli occhi e dimmi solo quello che provi per me…solo quello è importante…-
Eddy lo guardò;come sarebbe stato bello abbandonarsi,lasciarsi andare,annegare in quei suoi occhi…
Timidamente ammise:
-Anche tu mi sei mancato…-
Lui sospirò,ma si trattenne dall’interromperla:
-Mi sei mancato da morire…mi mancava la tua forza,la tua irruenza…avevo tanta voglia di rifugiarmi tra le tue braccia,e non pensare a nient’altro…avevo tanta voglia di risentire la tua voce…-
Lui le carezzò il viso,le baciò la fronte all’attaccatura dei capelli.
-Io voglio che tu mi dica cosa provi,Eddy…
Anche lei voleva riuscire a dirglielo,voleva superare le sue paure.
-Io…io ti amo…G…-sillabò,con un filo di voce.Poi lo ripetè,con sicurezza:-Io ti amo…-
Lui socchiuse gli occhi,la strinse a sé,tuffò il viso nei suoi capelli.Poi cercò di nuovo le sue labbra e la baciò,con tutta la dolcezza di cui poteva essere capace:
-…sweet heart…!-


Erano ancora sul tappeto,davanti al camino;esausti,ma appagati,appoggiati al divano,un caldo plaid li ricopriva entrambi.G.stava finendo la seconda sigaretta della serata,quando Eddy gli chiese di fare un tiro.
-Non sapevo che fumassi…-si stupì lui.
-…posso confessarti una cosa?...ogni tanto ho sottratto una sigaretta al tuo pacchetto…quando ero proprio triste,disperata:era l’unico modo per sentirti vicino…mi sembrava di provare un po’ del tuo sapore…-
Lui sorrise,poi le disse:
-Aspetta…ti insegno un gioco…- aspirò,poi si chinò verso di lei e le passò il fumo con un bacio.All’inizio lei tossì un po’,poi rise:
-Ma queste sono cose da adolescenti…-
Poi però lo fece a sua volta;gli passò il fumo con un bacio.
-A questo punto potrei anche smettere di fumare…-disse lui- Nessun’altra sigaretta mi darà il piacere di questa…
Si chinò a baciarla.Eddy gli chiese timidamente:
-Potrei riaccendere il cellulare…non vorrei che Rossella avesse già avvertito Scotland Yard…-
G.lo cercò sul divano;glielo accese e cominciò a inserire nella memoria tutti i suoi numeri.
-Ma cosa fai…?-
Finse di sospirare,tollerante.
-Quello che avrei dovuto fare questa estate:ti lascio tutti i miei recapiti…-
In quella il telefonino iniziò a squillare.Eddy tentò di riprenderlo,ma G. –che aveva letto il nome Rossella- glielo impedì scherzando e rispose al suo posto:
-Hallo?-
- Chi parla? Oh,Mr B…..? Sono Rossella…volevo notizie di Eddy?- domandò dall’altro capo Ro con la sua perfetta dizione oxfordiana.
-E’ qui con me…- rispose lui,lapidario.
-Passamela,per favore…-tentò di interloquire Eddy.Ma lui la allontanò con facilità,proseguendo la conversazione.
-Domattina verrà qualcuno a prendere le sue cose al college:non le dispiacerà se la sua amica si intratterrà qui da me,vero?...si ferma così pochi giorni…-
Rossella dall’altra parte non sapeva cosa pensare;si sentì investita del ruolo di tutrice e pretese di parlare direttamente con l’amica.
-No…Eddy non può venire a telefono,ora…stiamo facendo l’amore…sia discreta,Rossella…la richiamerà più tardi…Come?vuol sapere solo se sta bene?...
Lei cosa crede?-
Eddy era diventata di tutti i colori e continuava ad affannarsi a togliergli il cellulare di mano.Lui allora pensò bene di zittire entrambe,baciando Eddy in diretta.
Rossella credette non fosse opportuno insistere,finì per farsi una risata.La sua amica arrivò finalmente a riappropriarsi del suo telefono,ma ormai la comunicazione era interrotta.Allora si rivolse inquisitoria a G.
-Esattamente che cosa hai in mente?...un sequestro di persona?..-
-Vuoi la verità?...o una pietosa bugia?-le domandò guardandola negli occhi.Prima che lei rispondesse,le sussurrò all’orecchio.
-Avrei in mente di marcare il territorio con te…una stanza dopo l’altra…fino alla camera da letto…e lì impregnare le mie lenzuola del tuo profumo…..così tanto da non potersi levare più…-
Lei tentò di schernirsi,rispolverando la sua risatina:
-Quanti vani sono?...-
Lui le carezzò le labbra con la lingua,continuò baciandole il collo,fino a morderle delicatamente l’orecchio;poi rispose a mezza voce:
-Solo cinque…-
Lei rise:
-Non ce la puoi fare…-
Lui l’avvolse nel plaid e la sollevò,dicendo torvo:
-Non mi provocare…-
-Aiuto!...Attila!…- rise ancora lei.
G.le fece fare un mezzo giro nell’aria e poi la baciò,appassionatamente.
Eddy gli chiese:
-Mmmm…quel tè?Non si potrebbe provare a berlo…magari con dei biscotti?-
-Sei la solita incontenibile golosa…vieni!-
Entrarono in cucina.G.la mise a sedere su un tavolo e riaccese il gas.
-Adesso vado a prenderti qualcosa da mettere addosso….Posso lasciarti da sola?...sicuro che non scomparirai?...-
-No..ho troppo freddo e troppa fame…Posso provare a cercare qualcosa di commestibile?-
-Prova,ma…dubito che troverai niente….-
Quando tornò in cucina,la vide arrampicata su una sedia che frugava nei pensili.Con la coperta addosso.
-Ma vieni via di là…che rischi di andare a fuoco…Ecco,metti questo!-
Le aveva portato un suo maglione grigio a collo alto.Eddy riemerse trionfante dai pensili,con una scatola metallica:
-Short bread!-
Il bricco fischiò,come prima.
G.mise su il te e,mentre Eddy si infilava il suo maglione,lesse un po’ la scadenza dello scatolo.
-Se lo finiamo tra due ore,potremmo ancora sopravvivergli…-scherzò lui.poi la guardò:il suo maglione le calzava come un vestito…
Sorrise e l’abbracciò.
-Domattina andiamo a recuperare il tuo guardaroba,amore…e poi facciamo la spesa…e poi ti porto in giro per Londra…-
Lei si abbandonò felice nelle sue braccia:
-Io credo che sia già,domattina…-
-No…non dirlo…la notte è appena cominciata…-


Si scambiarono un bacio dolcemente estenuante.Poi il tè fu versato in due tazze simpaticamente colorate.
-Mamma mia….è bollente!-esclamò Eddy,divertendosi ad allontanarne il vapore con la mano.Poi vi inzuppò dentro una scheggia di biscotto e gliela offrì…
-No,grazie…-
-Ma non hai fame?-gli chiese- O temi che siano avvelenati?-
Lui la guardò,e nei suoi occhi si leggeva di nuovo un caldo desiderio.
-Ho tanta fame…-
Lei insistè perché invece addentasse un biscotto.Lui rise e si allontanò.
Ritornò dopo poco .Eddy stava riponendo le tazze sul lavello.
Aveva indosso il suo maglione e poco altro.G. si fermò ad osservarla:c’era in lei una innata femminilità che la rendeva attraente,più della più perfetta delle mannequin.Forse perché non era affatto perfetta.Ma aveva delle curve morbide e rassicuranti;ed una naturalezza nell’essere dolcemente graziosa che attirava come una calamita.
Le si accostò,fermandosi alle sue spalle.Come sull’autobus lei si appoggiò delicatamente al suo torace.Lui la cinse con le sue braccia,poi le sue mani inziarono a carezzarla,mentre la sua bocca si insinuò tra l’attaccatura dei capelli e il collo.La sentì abbandonarsi;continuò a baciarla e a percorrere la sua pelle,con dita abili;le mani risalivano da sotto la maglia lungo i fianchi fino alla curva del seno,quel seno morbido che sembrava nato per essere accolto nel suo palmo.Sentì che a ogni sua carezza rispondeva un battito in più del suo cuore,un sospiro di desiderio.Le voltò il viso e la baciò ardentemente,poi le sussurrò:
-Voglio cominciare dalla cucina…-
E prima che lei potesse capire a cosa alludesse,l’aveva di nuovo messa a sedere sul tavolo e continuando a baciarla,in un impasto di dolcezza e prepotenza,l’aveva fatta di nuovo sua…e lei non aveva fatto altro che continuare a gridargli il suo amore…
-Ho paura di consumarti tutta in una notte,amore…-le disse,stringendosela contro,con passione.-Ma mi sei mancata tanto…ti ho desiderata tanto….e averti ora,qui…-
La sollevò ancora sulle braccia.
-Vieni…voglio addormentarmi stringendoti così…-le disse. E la portò nella sua stanza.
La luce sul comodino era accesa,ma la stanza era in una tenue penombra.L’atmosfera della casa si era ormai riscaldata.G.depose Eddy e rimase accosciato ai piedi del letto.La donna era emozionata,si guardava intorno cercando di assorbire ogni particolare di quella esperienza incantevole.Nel suo cuore forse non credeva ancora che potesse essere tutto vero,che potesse durare più a lungo di un sogno.E allora credette giusto non avere più paure,né false remore…Lasciò che lui le sfilasse il maglione e steso su di lei assaporasse ogni centimetro della sua pelle;poi,tacitamente i ruoli si invertirono,fu lei a carezzarne palmo a palmo tutto il corpo,soffermandosi con le labbra a suscitare i suoi brividi e il suo desiderio.
-Non credevo di poter tornare ad essere così…di potermi dimenticare anche di me stessa…-gli confessò.
Ma lui la invitò a tacere,a non sprecare fiato.Non avevano bisogno di parole…
Come G. aveva desiderato,avvolti nelle lenzuola impregnarono la stanza del loro amore intenso,carnale.Lui la avvinghiò ancora alle spalle e così volle addormentarsi ,cingendola tra le braccia affondando le labbra sul suo collo;intrecciando le gambe alle sue…perché il sonno li sorprendesse quasi ancora l’uno nell’altra.


Eddy era troppo abituata a svegliarsi presto al mattino.Nonostante tutto erano le otto quando riaprì gli occhi.Abbracciato a lei,che le respirava sulle spalle col regolare ritmo del sonno G.dormiva.Delicatamente la donna si sciolse dal suo abbraccio,deponendo al suo fianco il proprio cuscino,in verticale:un trucco che aveva imparato quando Serena era ancora piccola…per lasciarle l’impressione che la mamma fosse ancora vicino a lei.
…Serena…Improvvisamente il pensiero della sua bambina lacerò quella penombra di sogno come un lampo.Eddy aveva già preso la decisione di partire da Napoli facendo una sorta di violenza a se stessa:le sembrava di abbandonare la sua bambina.Ora poi che per una intera notte aveva dimenticato tutto,il senso di colpa non tardò a insinuarsi nel suo cuore….Serena:come era lontana,come erano distanti l’una dall’altra…più che mai.Fino ad allora erano vissute del reciproco sentimento che le legava:e ora? La bambina provava un nuovo legame,altrettanto profondo,colmava il vuoto,l’assenza di un padre che era durata anche troppo,nella sua vita.
…E lei?...
Riflettendo Eddy si era alzata,aveva infilato il maglione di G. e se lo stringeva addosso:perché negare di essere innamorata di quell’uomo straordinario…?perchè rinnegare la felicità di quell’incontro così fuori del comune?...Eppure le paure ricacciate indietro la notte precedente,riaffioravano;questa volta più concrete,proiettate su un futuro incerto,complicato,difficile da raffigurare.
-Se smettessi di pensarci…se riuscissi?-si disse la giovane donna.Entrò nel bagno,si lavò il viso,si osservò allo specchio:il volto che le si rifletteva era quello di una donna innamorata e appagata…Si sorrise.Decise di guardarsi intorno:la casa era bella,non esageratamente lussuosa.Si avvertiva la mano di un arredatore,che ne aveva curato lo stile con pochi tratti sapienti.Forse era un po’ impersonale…come tutte le case poco vissute.
Il gusto prevalente era moderno.Il salotto soggiorno era ospitale:una vera e propria living room,con un angolo libreria e un altro per la musica.Osservò i libri,forse cercando tra di essi quello che aveva regalato l’estate precedente a G:rimase male,non trovandolo.Poi osservò un po’ i dischi;ne aveva ancora qualcuno in vinile…dovevano essere tra i pochi lussi che poteva permettersi:vecchie raccolte e pezzi unici di grandi artisti del passato…
Tra gli altri,c’era addirittura un 45 giri di Louis Armstrong…erano anni che cercava lei stessa quella canzone:All the time in the world…Cercò di far funzionare lo stereo,era impaziente di risentirla:

We have all, the time in the world
Time ENOUGH for life
To UNFOLD
All the prescious things
Love has in store

We have all the love in the world
If that's all we have
You will find
We need nothing more…




G.non era Serena.Dopo poco si accorse della ingenua sostituzione e con uno sforzo non indifferente si sottrasse al sonno:Eddy non era là…Si guardò intorno cercando di abituarsi alla poca luce;la stanza era vuota…Che fosse andata via? Che fosse fuggita…?
Si infilò in fretta qualcosa addosso e la andò a cercare.
In bagno non c’era,nemmeno in cucina.Poi sentì la musica diffondersi nel salone,appena avvertibile.Sospirò di sollievo.
Eddy era di spalle,davanti al camino,che si dondolava al ritmo lento della canzone.Lui la raggiunse,in punta di piedi.Le prese le mani e,senza dire una parola, la condusse a ballare su quelle note incantevoli,canticchiandoci sopra…
- We have all the time in the world
Just for love
Nothing more
Nothing less
Only love-

-Only love-



Eddy aggiunse la sua voce timidamente a quella di Louis e di G.Sorrisero e si sfregarono il naso,in un gesto tenero.
-Allora…cosa vogliamo fare,oggi:abbiamo tutto il tempo del mondo…- Le domandò lui. –Mi hai praticamente buttato giù dal letto…-
-Per prima cosa,recuperare la mia roba…non posso andare in giro nella neve vestita così…-
-Perche?-domandò lui,con falsa ingenuità.
-E soprattutto mi serve il caricabatteria del telefono…non posso telefonare…-
-Vieni qui…-le disse lui,prendendola per mano e consegnandole il suo cordless.-Da qui puoi fare tutte le telefonate che vuoi…-
Lei scosse la testa,un po’ imbarazzata.
-Cosa c’è…non ricordi i numeri?-lui finse di non capire.
Lei lo guardò negli occhi:era adorabile…
G. si allontanò con discrezione,lasciando che lei parlasse al telefono.Ma lei lo richiamò:
-Non è necessario che tu vada di là…-
Lui le diede un bacino in punta di labbra,ma declinò la gentilezza.Mentre Eddy parlava con Rossella,andò a prepararsi.


Il telefono squillò a lungo,prima che una voce assonnata e stizzita rispondesse:
-Pronto?-
-Ro?...sono Eddy…-
-Oh,buon giorno cara:dormito bene? O dovrei solo dire:dormito?-
Eddy incassò il sarcasmo:dopo tutto Rossella aveva molte ragioni per avercela con lei…
-Scusami….ho torto,lo so:ne possiamo parlare a quattr’occhi?-
Rossella stava evidentemente fumando;sentì che espirava nervosamente prima di rispondere:
-Come mai,mr G.B. ti ha dato la libera uscita?- il tono era piuttosto velenoso.
-Ro…stamattina vengo a prendere le mie cose…è successo qualcosa di straordinario…è difficile spiegare…-
La arrabbiatura di Rossella cominciò ad incrinarsi:era contenta di sentire quel tono nella voce di Eddy e soprattutto era curiosissima di sapere tutto:dalle origini di quella storia…
Ma ripensando che Eddy le aveva taciuto anche i presupposti,si sentì di nuovo ferita nell’amor proprio di amica:
-Stamattina…non credi che hai molto arretrato,da spiegarmi?...Io comunque ho lezione,al mattino,lo sai…-
Era chiaro che creava difficoltà apposta:le lezioni non erano mai state un ‘must’ per lei in quei giorni…
-Come vuoi..-disse Eddy,conciliante- Vorrà dire che ne riparleremo in un altro momento…magari in serata…Cosa hai in programma per stasera?-
-Macbeth..non ricordi?...la messa in scena di Peter Brook…quella con S.B.(omaggio a Bea)…-
-Allora magari ci vediamo a teatro…o all’uscita…e beviamo qualcosa insieme:vuoi?-
-Scusa…mi chiamano sull’altra linea…_disse per tutta risposta Rossella,chiudendo la comunicazione.
G.trovò Eddy a braccia conserte,pensierosa,appoggiata al mobiletto del telefono.
- Che succede?...la tua amica ti ha fatto la paternale?-le chiese,comprensivo.
-Più o meno…-rispose lei,evasiva.Poi alzando lo sguardo lo vide già in jeans,camicia e maglione,pronto ad indossare un comodo giubbotto di pelle.-Ma sei già pronto?accidenti…e io?-
-E tu ti sbrigherai a far presto…!-la sollecitò lui- Io scendo a mettere in moto l’auto…se mai voglia partire….ti chiamo da giù…-
La guardò un po’ di sottecchi.
-Tutto bene?...-
Lei ricambiò lo sguardo con un sorriso,un po’ incerto.Allora lui la incoraggiò con un bacio a fior di labbra:
-Tutto bene,amore?-
Il sorriso di lei si allargò,divenne caldo e solare:
-Ti fidi a lasciarmi da sola in casa tua?...-
-Non troppo…ma i biscotti sono finiti,ormai…le sigarette le ho con me e…la cosa più preziosa qui dentro…sei tu!-
Eddy fu molto lesta a prepararsi:non aveva grande scelta.Si infilò l’abito della sera precedente,con le calze autoreggenti e il cappotto di montone.Poi scese giù e scivolò velocemente nell’auto di G.

Il viaggio verso Cambridge fu veloce.G.continuava a farle da cicerone,guidando,intervallando ogni tanto le sue forbite spiegazioni con qualche parolaccia all’indirizzo degli altri automobilisti.
-Non ti avevo mai sentito parlare così…-lo rimproverò a un tratto lei.
-C’è un’anima nera in me che non conosci…-disse lui,guardandola ,posando un po’ a bel tenebroso.
-Oh…è la stessa che ti fa trascinare una fanciulla innocente da un autobus all’altro,proprio fin sotto casa tua?-
Lui ridacchiò.Ma non seppe negarlo.
-Lo sai cosa sei? un….naughty boy…!-gli ripetè lei,ridendo.
-Vogliamo parlare di te,fanciulla innocente..e di quello che nascondi sotto questo abitino da collegiale?-si difese lui,allungando le mani sulle sue gambe.
Lei lanciò il suo solito gridolino;l’auto sterzò,bruscamente.Un grosso camion che procedeva in senso contrario li richiamò all’ordine con la sua stridente sirena.


Rossella non si fece trovare.Eddy arguì che non sarebbe stato facile riconciliarsi.Comunque si cambiò,raccolse le sue cose nella valigia e fece per andarsene.G.la seguiva con i bagagli;con una scusa si attardò nella stanza,raggiungendola all’uscita del college poco dopo.
-Ti dispiace se la cerco un momento a lezione,G.?- gli chiese lei,preoccupata.
-Vai pure…io intanto sistemo la tua roba…-
Eddy attraversò i corridoi silenziosi della scuola,schiuse timidamente un paio di porte,infine individuò l’aula dove l’amica stava seguendo la lezione di didattica linguistica.
Scivolò piano all’interno dell’aula,strisciando fino a Rossella.Era già una prova di grande amicizia,quella:sfidare il silenzio e la solennità di una lezione cambridgiana…a costo di essere additata davanti a tutti e coprirsi di ridicolo e vergogna.Rossella che l’aveva subito individuata,all’inizio fece la sostenuta;poi non potè fare a meno di lasciarsi scappare una risatina.
-Quelle due signorine,là sopra:trovate molto divertente quello che sto dicendo?-le redarguì in quella la voce del relatore.
Frittata completa! Eddy pensò che le avrebbero cacciate fuori,come ai bei vecchi tempi del liceo;Rossella lo sperò…perché voleva abbracciare la sua amica e ridere con lei…
Il docente preferì purtroppo sorvolare.Eddy allora scrisse qualcosa sul foglio degli appunti di Rossella e strisciò di nuovo fuori,accompagnata dai risolini diffusi ormai dell’intera classe…
Rossella lesse il messaggio,annuì e la salutò con un occhiolino.



La lezione finalmente era terminata.Rossella si fiondò fuori e si precipitò nella sua stanza per richiamare l’amica.Entrando,trovò sul letto un inaspettato omaggio:una rosa rossa avvolta in raso nero…e un biglietto:
‘Cara Rossella,
voglio ringraziarLa personalmente per avermi fatto rincontrare Eddy..è stato tutto merito suo…e non le sarò mai grato abbastanza…Se sono stato un po’ maleducato con lei,vorrei farmi perdonare:accetterebbe un invito a teatro?... G.B.’
Nella busta c’era un biglietto per l’Her Majesty Theatre,per lo spettacolo della sera successiva.
La giovane donna era rimasta a bocca aperta.Cominciava a capire cosa aveva potuto far perdere la testa alla sua amica…


Avevano fatto la spesa e ora Eddy stava sistemandola nei pensili della cucina,in piedi sulla solita sedia.G.le passava un pacchetto dopo l’altro:
-Cream cookies?...Dio,ingrasserò al ritorno da questo viaggio!-esclamò lei.
Lui la abbracciò,solleticandole la schiena con le labbra:
-Non temere…brucerai anche molte calorie…-
Lei scese dalla sedia scivolandogli tra le braccia.Lui stava già stringendola a sé,quando il cellulare di Eddy squillò…
La donna si sciolse bruscamente dall’abbraccio e corse a rispondere.
-Serena?cosa succede,amore?-
-Mammina…..quando vieni? Io sento tanto la tua mancanza…-
La piccola piangeva.Eddy si sentì in colpa,disperatamente in colpa.Non avrebbe dovuto lasciarla sola,tanti giorni:sapeva che prima o poi ne avrebbe avvertito la assenza…
-Cosa è successo,amore?-
-Irma mi ha sgridato…-
La giovane donna sospirò:ecco,c’era stato un intoppo…
-Ma forse tu avevi fatto qualcosa che non dovevi?...-
Prima di poterne ascoltare la risposta,Eddy sentì la piccola ridacchiare;quindi al telefono sopraggiunse la voce di Leo:
-Non temere Eddy,adesso è tutto sotto controllo…Ho detto a Irma di non impicciarsi troppo…Serena ed io andiamo benissimo,anche da soli…-
Eddy non approvò affatto.La presenza di Irma,con la sua posata serietà era una garanzia,per lei.
-Scusa,Leo…mi fai parlare di nuovo con Serena?-
-E’ qui vicino a me,che ride…lascia perdere,Eddy,se no le torna il magone,sentendo la tua voce:noi ce la caviamo! Richiama stasera!- e senza aspettare oltre,l’uomo interruppe la comunicazione.Eddy provò a rifare il numero,ma il cellulare di Leo risultava già irraggiungibile.
-Maledetto str****…!-inveì la donna,gettando il telefonino con rabbia sul divano.
G.entrava nel salotto in quel momento:
-Ce l’hai con me?...-scherzò,avvicinandosi.
-Non ho voglia di scherzare,adesso-lo raffreddò lei-…Idiota,accentratore…è bastato dargli la punta di un’unghia e si è preso tutta la mano…E’ sempre lo stesso maledetto str****!!!-
G. tentò di calmarla,avvicinandosi;ma lei lo respinse la seconda volta:
-Non venirmi a fare la paternale anche tu!-
Quindi si allontanò,verso la finestra.Lui le vide appoggiare la fronte contro il vetro,con una piega amara sulle labbra che non le aveva mai visto.Si bloccò:non la conosceva sotto questo aspetto…Decise però che sarebbe stato giusto colmare quella lacuna e le si avvicinò.Piangeva silenziosamente.
Tentò di rasserenarla,abbracciandola.Lei scuotendo la testa,finì per abbandonarsi al suo abbraccio,piangere sul suo petto la propria rabbia e le proprie paure.
Lui non parlava,si limitava ad abbracciarla,carezzarle la testa,consolarla con i gesti.
-Grazie,G….ma vedi in che specie di trappola ti vai a ficcare?che posso darti io,io che sto perdendo i pezzi del mio piccolo mondo…Non capisci?...Una storia come la nostra può funzionare solo in vacanza…quando tutto va bene…-
Lui sospirò.Poi le disse piano:
-A me non interessa una storia in cui va tutto bene..a me interessa una storia autentica,completa…-
-Conoscerai anche una parte di me odiosa…che si arrabbia,che respinge…-
-D’accordo:voglio conoscerla…e tu conoscerai tutto di me…anche il peggio,cara…-
L’aveva fatta sedere sul divano e,inginocchiato davanti a lei, cercava di convincerla.
-Ma tu cosa credi?perchè amo questa tua testolina?...per i pensieri che ci sono dentro.... per i sentimenti che sa esprimere e suscitare……E questa bocca?..io adoro le cose che sa dire…-
Eddy aveva smesso di scuotere la testa;ascoltava quella dichiarazione d’amore,incredula.
Non seppe resistere.Mentre ancora lui parlava accostò la testa alla sua e lo baciò,interruppe le sue parole per assaporare quelle labbra e quella lingua che le pronunciava.Lui ricambiò il bacio,accettandolo.Eddy si scostò e lo guardò:aveva gli occhi socchiusi,l’espressione di chi sta gustando il sapore più dolce che ci sia.
G.aprì gli occhi,la guardò,sorrise sospirando.
-Non rifarlo,Eddy…non riuscirei più a parlare…- la supplicò. –E invece voglio che tu mi dica cosa è successo…cosa ti ha fatto arrabbiare:voglio condividere la tua rabbia,voglio starti vicino,darling…-
Lei abbassò gli occhi;convenne che aveva ragione:dovevano dirsi tutto,se quella storia doveva essere reale e non solo un magnifico,straordinario sogno.
Le venne in mente cosa l’aveva fatta arrabbiare;il suo sguardo tornò fosco,le tornarono sulle labbra gli improperi che avrebbe voluto scaricare su Leo…
Raccontò a G.come si era svolta la telefonata;poi allargò il discorso a tutto l’antefatto,fino a spiegargli cosa c’era stato davvero tra lei e Leo,come si erano lasciati…-
-Bruno dice che io ho deciso per tutti e due…come faccio sempre…Ma vuoi sapere una volta Leo cosa mi ha detto…Mi vergogno quasi a ripeterlo…Mi disse:-bè,se non fai in tempo ad abortire,c’è sempre il cassonetto…-
G. ebbe una espressione di istintivo disgusto.Ma non la interruppe.
-E adesso viene a supplicarmi di poter fare il padre…Oh,G.forse ho sbagliato tutto…forse non dovevo cedere…Sono stata una stupida…-
-Vuoi rientrare in Italia,Eddy? Adesso,subito?Devi solo dirlo…-Le offrì lui,per calmarla.
La donna respirò profondamente.Poi gli chiese:
-Dimmi cosa ne pensi,G…..aiutami a fare la cosa giusta…-
Era quello che si voleva sentire dire.Si sedette vicino a lei,avvolgendola nel suo abbraccio,le parlò con calma,le disse la sua opinione:
-Non sono quasi mai stato quello delle scelte giuste,amore…ma vorrei solo che riflettessi,prima di decidere:ora sei infuriata… Se hai deciso di mettere in moto questo meccanismo,non puoi fermarlo al primo intoppo:sono sicuro che tu hai pensato soprattutto a Serena,quando le hai permesso di andare con suo padre…
Continua a pensare a lei,a quello che è meglio per lei…-
Conversarono a lungo:Eddy sentì che davvero qualcosa nella loro relazione stava maturando e ne fu profondamente felice…


Confrontarsi le aveva fatto bene;sbollita la rabbia,seppe razionalizzare e adottare una strategia diversa,per aggirare Leo e la sua arroganza.Chiamò Irma e le ribadì la sua piena fiducia;la donna richiamò l’attenzione di Serena con una scusa e le mise di nuovo in comunicazione:
-Amore?tutto bene?-
-Si mammina..che bello che mi hai richiamato…volevo finire di raccontarti…ma papà ha detto che avresti chiamato solo stasera-
Eddy sospirò,evitando di rispondere.
-Ma sai,mamma …Irma è come te: sta sempre attenta che io non sudi,non mi sporchi…e questo e quello…-disse la bimba ,elencando con un tono cantilenante tutto quello che era ‘proibito’.
Eddy sorrise:Serena aveva uno spirito arguto che la colpiva sempre.
-Serena…proprio perché mamma non c’è…io voglio che tu stia a sentire Irma,come se fossi io….e le devi anche volere bene:non permettere che papà la maltratti a causa tua,mi raccomando…-
-Anch’io le voglio bene…ma non come a te:a te voglio tantissimissimissimo bene…benissimooo…-
-Allora,divertiti ma stai attenta Serenella….mamma ti richiama stasera,per la buona notte…-
Questa volta Eddy chiuse la telefonata con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Si volse intorno,alla ricerca di G. Lo trovò nel suo studio al telefono,intento a programmare qualcosa per la serata.Si fermò a guardarlo in silenzio.Chiusa la conversazione anche lui la fissò,domandandole:
-Tutto a posto?-
Lei appoggiò le braccia sulla scrivania e si protese in avanti verso di lui:
G.la guardò interrogativamente divertito.
-Ora posso rifarlo?-gli chiese.
Lui sospiro,schiudendo leggermente le labbra.Lei lo baciò come prima;come prima lui si limitò ad accettare il suo bacio,assaporandolo fino in fondo.Si aggiustò la bocca con quella sua tipica,buffa smorfietta,poi la guardò:
-Vuoi ricominciare da questa stanza…?-le chiese.
Lei si tirò indietro,scherzando:
-No,no…scappo via…Che programmi hai stasera?-
Lui si era agilmente alzato dalla poltrona e l’aveva facilmente raggiunta,afferrandola per la vita e attirandola a sé:
-Intanto voglio baciarti…-
Il loro bacio divenne progressivamente più intenso e appassionato;lui la sospinse spalle al muro,senza darle la possibilità di respirare oltre il necessario,una mano sui suoi fianchi e l’altra che le teneva la sinistra alta sulla testa.
Si interruppe a fatica,sospirando.
-Chiuderei i riscaldamenti….comincia a fare maledettamente caldo,non trovi?-le disse scherzando.
Eddy riprese fiato,prima di potergli rispondere.
-Forse hai ragione…-
-Hai mai pattinato sul ghiaccio?...-
-No,…non ho mai pattinato in assoluto…-
-Poco male…imparerai:a che ora hai appuntamento con Rossella?-
-Dopo lo spettacolo…-
-Perfetto!...non ti dispiace se ho già organizzato la serata…a modo mio?-
Lei lo guardò con un’aria birichina sul viso:
-Ma davvero?...non ti riconosco più…Tu hai già deciso?-
G. rise,poi fingendo di minacciarla scherzosamente,le ribatté:
-Attenta…perché posso cambiare idea….- con uno sguardo molto eloquente.
-Scappo a prepararmi…ma…come devo vestirmi?-
- Mi verrebbe di risponderti ..il meno possibile…ma,direi:comoda e calda…


La pista di pattinaggio era nel parco alle spalle dell’appartamento di G.Era suggestiva,anche perché sembrava aprirsi in mezzo alla neve e rifletteva coi suoi scherzi di luce cangianti le mille illuminazioni natalizie di un attiguo parco giochi.
Tutt’intorno alla pista erano disposti del lampioncini stile modernista la cui luce soffusa sembrava riscaldare l’aria,almeno alla vista;ma la temperatura era decisamente sotto lo zero.
Calzarono i loro pattini,poi G. prese Eddy per mano e la portò con sé,senza difficoltà:
-Vedi che riesci benissimo? –le disse,e un fumetto di vapore le annebbiò la vista-
-Se mi lasci,cado a terra come una pera cotta…-
Lui finse di lasciarla,per appurarlo.
-Noooo!-gridò lei-
Ma per fortuna lui la sostenne prima che cadesse.Poi le diede qualche lezione su come spingersi da sola e poco alla volta si staccò da lei…
Eddy volteggiò sulla pista ,fino a lasciarsi andare.Poi si rese conto che non avrebbe saputo fermarsi:
-Come si frena?...gridò- Aiutoooo…ma dove sei?- si sentiva un po’ disorientata,intanto che aveva preso velocità e immaginava la fine miserevole e sgraziata del suo esordio sugli schettini.
Si fermò contro di lui.E nonostante lui fosse poderosamente saldo,l’impatto lo fece ridere e perdere le forze,sicchè finirono entrambi a gambe all’aria nella neve ai bordi della pista.


Rossella usciva dal teatro entusiasta.La messa in scena era stata magnifica:S.B. nelle vesti di Macbeth l’aveva completamente sedotta;era rimasta affascinata dalla sensualità delle scelte registiche e…non vedeva l’ora di parlarne con qualcuno.
A sorpresa si imbattè in un professore che aveva incrociato un paio di volte al college;scambiarono un saluto veloce,poi lui le chiese se le fosse piaciuta la rappresentazione.
L’entusiasmo di Rossella si trasformò in un fiume in piena di parole in libertà.
L’uomo però era altrettanto appassionato:lo scambio tra i due era davvero stimolante,al punto che Ro stava dimenticando l’appuntamento preso con Eddy.
Il richiamo di quest’ultima,che l’aveva riconosciuta tra la folla che si attardava all’uscita del teatro,la riscosse.Le andò incontro e fatte brevemente le presentazioni,la abbracciò con forza,rimproverandola:
-Signora Montano…stavolta me l’hai fatta proprio grossa…-
Quindi per tutto il percorso se la accaparrò,sottraendola a G. Voleva parlarle,sapere, dire la sua…Eddy la frenò:
-Non posso parlare con lui presente,Ro…capiscimi:ti prometto che sull’aereo ti dirò ogni cosa…-
-Devo aspettare fino a domenica???...tu vuoi la mia morte…-
-Ma dimmi piuttosto chi è questo affascinante signore a cui ti accompagni:hai visto che senza di me fai scintille…-
In quella Rossella si bloccò:aveva dimenticato Brandon…
-Che succede?- chiesero i due uomini che le seguivano.
-Dio…avevo dato appuntamento anche a Brandon…Brandon Dempsey,l’attore del Riccardo II…-
Furono costretti a tornare indietro.Quando finalmente la compagnia fu al completo,raggiunsero un grazioso locale,un irish pub,dove si ascoltava buona musica dal vivo e si poteva bere e mangiare qualcosa.
Attorno a un simpatico tavolo di legno i cinque familiarizzarono,al suono di vecchi classici blues.
La birra,la carne arrostita,le patae al forno scaldarono l’ambiente.Eddy notò però che il professore amico di Rossella si sentiva un po’ fuori posto;cortesemente gli rivolse la parola:
-Di cosa si occupa esattamente,signor Donovan…?-
Lui le sorrise,dicendole:
-Mi chiami pure Sean…io faccio traduzioni di classici…-
-Ma,che combinazione….anch’io sono una traduttrice…-
G. la teneva affettuosamente sotto l’egida del suo braccio;sentendole nell’espressione tanto entusiasmo,si voltò a guardare un po’ meglio il suo interlocutore.Quell’entusiasmo in realtà lo infastidiva un po’.
Purtroppo per lui,man mano che Eddy e Sean conversavano,venivano a galla sempre nuovi spunti per scambiarsi opinioni e battute. G.pensò a un certo punto che sembravano conoscersi da secoli…si ricordò l’intimità scherzosa che eddy aveva con Bruno e che,nonostante sapesse bene fosse del tutto innocente,non aveva mai mandato giù molto volentieri…
Rossella alzando lo sguardo colse l’espressione sempre più torva e insofferente di G.;allora tentò di avvertire Eddy.Ma erano distanti e nel locale non era facile parlare a distanza,perché la musica di fondo era abbastanza forte.
-Perché non la balliamo questa?- domandò allora,cercando di interrompere la situazione di impasse.
Il gruppo stava suonando ‘Twist and Shout:Rossella prese per mano Brandon,che non se lo fece ripetere e si rivolse altrettanto simpaticamente agli altri commensali.
Sean reclinò l’invito:
-Non credo di ricordarmi più come si balla…-
-Glielo ricordiamo noi…-disse cordialmente Eddy:era felice e le faceva piacere trasmettere la sua felicità agli altri.
Ma G. continuava a non apprezzare tutta quella sua sollecitudine:
-Andiamo a ballare…?- le chiese.
-Mi dispiace…Sean rimane da solo…-
L’uomo si era già alzato,ricadde piuttosto spazientito sulla sedia.Eddy finalmente si rese conto di qualcosa di strano,ma non volle indagare.
-Eddy..accompagnami a incipriarmi il naso…come si dice…-
Finalmente Rossella era riuscita a scuotere la sua amica.Ridendo all’indirizzo degli altri,se la portò con sé alla toilette.
-Il tuo amico,Eddy…-
-Cosa?-le chiese la giovane donna,che intanto si guardava distrattamente allo specchio,cercando di sistemarsi i capelli. –Uff…questa testa è orribile…-
-E’ geloso…- Rossella tentava di farsi ascoltare.
Eddy si fermò:
-Geloso? Di me? G.?...ma dai,Ro…che dici!-
-Ti assicuro che da quando stai chiacchierando con Sean Donovan ha cambiato progressivamente espressione…ti prego,facci caso!-
-Ma…ma cosa sto facendo di male?...Rossella,non sarai tu gelosa,dimmi la verità!-
-Eddy….ma ti ha dato di volta il cervello?...a parte che a me piace Brandon,dovresti averlo capito…-
-Speravo di aver capito male…Brandon è solo un ragazzo,Ro…-
Rossella alzò gli occhi al cielo,spazientita:
-Adesso mi fai anche la predica?Credi di averne il diritto,signora Montano?-
Eddy si morse le labbra;non voleva litigare…
-Scendi un po’ dalle nuvole…e stai attenta al tuo cavaliere…-
Rientrarono in sala,Eddy non trovò G. seduto a tavolino.Era andato a salutare qualcuno che conosceva e scherzava amabilmente con delle ragazze a un altro tavolo.Eddy non seppe cosa fare,se avvicinarsi o meno.Rimase ferma a guardare,quando Sean le si accostò e le disse:
-Un lento sono ancora in grado di ballarlo,però….permette?-
In quel momento G.alzò lo sguardo;la giovane donna vi lesse la conferma a quello che aveva detto poco prima la sua amica.Prima che potesse dire di no,però,Sean l’aveva presa per mano e la conduceva a ballare…
-Credo di aver bevuto un po’,Sean..mi gira la testa…forse è meglio di no…-
Ma in quel momento vide G.scendere in pista con una splendida ragazza dai capelli rossi.Allora le morirono le parole sulle labbra…ballò anche lei.
I loro occhi si incrociarono:erano entrambi amareggiati.
Tornarono a sedersi vicini,senza dirsi una parola. G.sapeva che aveva sbagliato;ma sapeva anche che quello era il suo maledetto carattere.Quando stava con una donna voleva che le sue attenzioni fossero concentrate esclusivamente su di lui…
Timidamente Eddy allungò la mano verso la sua,accarezzandola.Lui afferrò quella mano e la strinse fin quasi a farle male:adesso desiderava solo uscire dal locale e rimanere solo con lei.
-Ti dispiace se andiamo?- le chiese. –Ho un po’ di mal di testa…-


L’aria fuori era malinconicamente umida e nebbiosa.G.la teneva per mano,ma sembrava distratto e insofferente.Eddy faceva fatica anche a stare al suo passo.
-Non è stata una gran serata,direi?-esordì a un tratto,mentre aspettavano alla fermata dei taxi e lui si accendeva la solita sigaretta.
-Lo è stata solo fin quando tu…-le rispose,ma senza andare in fondo.
-Fin quando io?...cosa io?-lo incalzò lei.
-Non hai cominciato a …’socializzare’…-concluse l’uomo,piuttosto spazientito.
Lei scosse il capo,incredula.
-Ma…fa parte del mio modo di essere…lo dovresti sapere:ho socializzato anche con te,no?-
- …non hai solo socializzato,con me:voglio sperare che tu non faccia lo stesso con tutti!-
Eddy era esterrefatta.
-Scusa,ma….stai scherzando,vero?-
Lui si era appoggiato al muro,aveva la testa bassa:
-No…non scherzo affatto…-
-Geloso….sei geloso di me?...G.B.,il sex symbol,l’attore di fama internazionale…geloso di me?- le venne da ridere.
-Che c’è da ridere?-la guardò lui,con occhi che mandavano fiamme.
-E’ una cosa paradossale,G….grottesca:mi fa quasi ridere…-disse lei,senza guardarlo.
-A me invece fa stare male…male da cani…- Disse lui,puntandosi il pollice (!)contro il petto.
Nel sentirglielo confessare a quel modo,la donna si sentì stringere il cuore.
Cercò di avvicinarlo,alzò la mano per fargli una carezza,ma lui la allontanò
con la sua,distogliendo il viso.
-Ti prego…-
Sopraggiunse un taxi,vi montarono.Percorsero il tragitto in silenzio.Eddy si lambiccava il cervello,per cercare la maniera di ricucire lo strappo:sapeva che non era successo realmente nulla per cui valesse la pena soffrire tanto…
Approfittando della distrazione momentanea di G.si accostò all’orecchio dell’autista e gli diede un altro indirizzo.
Il taxi si fermò sul Tower bridge.G.finalmente si rese conto e iniziò a brontolare:
-Ma dove diavolo…?-
-Gliel’ho detto io…scendiamo?-
Preso in contro piede,l’uomo smontò dal taxi,che filò via senza aspettare.
-E adesso?- la rimproverò scontroso –Mi dici come torniamo?-
Lei fece spallucce.
-Tanto cosa tornavamo a fare?...a litigare?a tenerci il muso?...-
Lui non seppe ribattere.La guardò un po’ piccato,ma sembrò cominciare a reagire a quel momento di malessere.
Eddy gli aveva rivolto le spalle e,appoggiato il mento al gomito guardava dal parapetto del ponte il panorama della città che si specchiava sul fiume:dalla nebbia era emersa una luna fumosa,che sembrava guardarli incuriosita.
Lui la guardò,guardò il paesaggio intorno a loro;sentì il rimpianto per l’incanto della sera precedente;sentì che l’aveva spezzato lui,con quella ingiustificata gelosia.
Lentamente le fu alle spalle,la cinse,la rimproverò,ma sollecito:
-…prenderai freddo…-
Era solo un modo per avvicinarla:quando l’ebbe tra le braccia e respirò l’odore dei suoi capelli,non seppe trattenersi dal baciarla,sul collo,sui capelli,voltarla verso di lui e baciarla ininterrottamente,disperatamente…
-Non dirmi niente..non rimproverarmi…sono così,non lo sopporto…ma sono così…ti voglio tutta per me….esclusivamente….-
-Fa parte del tuo lato peggiore?...-gli chiese quando riuscì a fiatare.
Lui non aveva smesso di baciarla.Ammise di si,ma non si fermò.
-Oh G….,questo vuol dire che litigheremo,amore…-riuscì a dire lei,con un sorriso-litigheremo e faremo pace,proprio come due innamorati….-
Gli aveva intrecciato le braccia dietro la nuca e ricambiava i suoi baci con eguale passione.
-Sweet hart…io farei pace su questo parapetto…-sospirò lui.
Ma fortunatamente passò un taxi vuoto proprio affianco a loro.G.lo fermò e vi salirono.
Stettero di nuovo in silenzio,ma perché entrambi tentavano di contenere il reciproco desiderio;l’uomo le teneva la mano,intrecciando voluttuosamente le sue alle dita di Eddy,anticipandole in quel gesto quello che presto sarebbe stato dei loro corpi…
Smontarono dall’auto e si diressero al portone.Una volta entrati nell’androne del palazzo,G.non le diede nemmeno il tempo di capire e ricominciò a baciarla,contro la parete…
La serratura del portone che scattava li interruppe.Salirono le scale in fretta,con Eddy che cominciava ad avere il fiato grosso.Davanti alla porta di casa,tirarono insieme il fiato,poi lui aprì e richiuse finalmente alle loro spalle….

….Lo squillo ininterrotto del cellulare strappò G.dal sonno.Sollevò il capo dal letto e buttò un occhio sull’orologio che aveva sul comodino:
-Chi è che chiama all’alba?-grugnì,poi si accorse che erano le nove passate.
Si alzò piano per non svegliare Eddy che dormiva;sfilò lentamente il braccio da sotto il suo collo reclinato in perfetto abbandono.L’avrebbe baciata volentieri,ma temeva di svegliarla;il cellulare ricominciò a invocarlo.
L’impresa sarebbe stata quella di trovarlo:c’erano panni sparsi per tutta la casa,dalla camera da letto alla porta d’entrata.Ripercorse il cammino fatto la notte prima con lei,stropicciandosi il viso stanco ma soddisfatto.Finalmente intravide i suoi calzoni.Ecco il telefonino!
-Si?...oh,mamma!-(aveva completamente dimenticato di avvertirla che sarebbe arrivato con qualche giorno di ritardo).Sentì che stava per ricevere una giustificata lavata di testa;si adattò.In fondo ne era valsa la pena.
-Hai ragione,ma….-tentò di interloquire.
-Ti avrei chiamato senz’altro,è che…-
Ma si rassegnò;inutile tentare di accampare scuse;con sua madre,anche quando si aveva ragione,esisteva una sola cosa da fare:tacere!
Quando la tempesta fu sedata ed ebbe modo di replicare,si limitò a prometterle che sarebbe andato a Glasgow per Natale:
-Solo per Natale?...dovevi stare qui tutte le feste?...e HogManey?dove lo passerai:a Capri,Parigi,Toronto…?-
G.ebbe voglia di far cadere la linea;resistette.
-Mammina cara…c’è stato un imprevisto…Credo che il Capodanno non lo passerò a Glasgow…-
Era entrato in cucina e stava spiattellando un po’:voleva preparare la colazione alla sua innamorata golosa…
-Ma dove sei,Gerry son?-domandò a un tratto la donna,indagatrice.
-A casa,a Londra…-dovette ammettere lui.
-Chissà se avrò il piacere di saperne di più….Ti aspetto per Natale:ma ti prego,non darmi buca ancora….-
-No,mamma….sai che amo solo te!- le disse lui,ruffiano.La anziana donna rise:conosceva bene quel tono di suo figlio,ma se credeva di poter recitare anche con lei…
Eddy si vide servita sul letto una ricca colazione:te con latte,biscotti,pane burro e marmellata,miele…
La consumarono insieme con gusto.Poi G.disse:
-Oggi è una splendida giornata…sai dove vorrei portarti?-
-No?-
-Sull’Eye of London….ti ricordi?-
-Oh…non osavo chiederlo:un parco di divertimenti….-
Lui si chinò a baciarla,forbendole il labbro di un ricciolo dispettoso di marmellata:
-Un parco di divertimenti per la mia bambina…-sussurrò,poi alzando la voce:
-E stasera una sorpresa…!!!-
Lei lo guardò sparire verso la cucina,con una espressione ridente sul viso.


Dopo poco G. rientrò nella stanza da letto:
-Ancora lì?...non vuoi alzarti stamane?-le chiese.
Eddy lo aspettava:
-Ci sono due cose di cui vorrei parlare con te…-gli disse guardandolo seria da sotto in su.
-Uhm…- lui fece l’espressione del cucciolo bastonato- Vuoi rimproverarmi anche tu? Ho appena iniziato la giornata con una bella strigliata di mia madre…-
Lei arricciò il naso,sorridendo,per tranquillizzarlo.Ma lui non si sentì affatto tranquillo…
Si inginocchiò vicino a lei e poggiò il capo sul suo grembo.Lei gli carezzò la testa,iniziando a parlare:
-Allora…parliamo un momento di ieri sera…a mente lucida…-
G.non disse niente:era venuto il momento di incassare…
-C’è una cosa che vorrei domandarti…Che cosa devo fare quando tu ti avvicini a degli amici o conoscenti…posso avvicinarmi anch’io o devo rimanere discretamente in disparte?-
Lui si sollevò:
-Quella di ieri sera…è stata una serata sbagliata…E’ chiaro che devi avvicinarti,sei la mia ragazza…ma…il problema non si porrà più,perché starai sempre a fianco a me…-
La donna gli chiuse le labbra con due dita,sorridendo:
-Ah,G….non esserne così sicuro….Tu dimentichi che sei una star?-
Lui ritornò ad abbandonarsi nel suo grembo con un sospiro:come avrebbe voluto dimenticare volentieri quella parte della sua vita…
Le carezze di lei sembravano sollevarlo da quei pensieri.Dolce Eddy…
Sollevò di nuovo la testa:
-Qualche volta potrei chiederti di tenerti in disparte…ma se lo farò,sarà soprattutto per salvaguardare te e la tua privacy…basta uno di noi due a dover subire…-ammise.
-Bene…adesso dovrei parlarti della seconda cosa…-
-Credi che nel frattempo dovrei fumare una sigaretta?bere qualcosa?-la prese in giro lui.
Lei sorvolò.Continuò a parlare:
-Se e quando ci vedremo…a casa mia…-
-Vuoi dire quando verrò da te,fra qualche giorno…-si precipitò a ribadire lui.
Negli occhi di lei brillò un’espessione radiosa,ma si contenne:
-Quando succederà…non potrà essere come …come qui- Con le mani lei alluse alla casa.
Lui chinò il capo,mogio:
-Devi scusarmi…sono stato piuttosto…irruento…avido…Ma tesoro…-
-Schhh…sei stato meraviglioso,fantastico…sempre…-
La guardò,sempre con quello sguardo da cucciolo pentito:
-Proprio sempre?...-
-Smettila….lo sai!- gli disse lei,ridendo. –Quello che voglio ricordarti è che…il primo posto nei miei pensieri è…
-Di tua figlia,lo so…-le disse lui serio- Non sono un bambino….non fino a questo punto:e poi non potrebbe essere altrimenti…Non potrei mettermi mai in competizione con lei,che è una parte di te…Ma voglio che tu sappia una cosa: proprio perché è una parte di te… io vi amo entrambe:non potrei immaginare te,senza di lei…
Le sue parole la rassicurarono;di più,la resero felice.Gli strinse le braccia intorno al collo:
-Scusa…mi daresti un pizzicotto?...vorrei essere sicura di non stare sognando?-gli chiese guardandolo negli occhi.
Lui non se lo fece ripetere e cambiando espressione dal serio allo sbarazzino,le allungò un pizzicotto non proprio da gentiluomo…
-Ahi!- gridò lei.
-Vestiti!...e zitta!- disse lui alzandosi e facendole segno di tacere con il dito.(!)


Così sorvolarono la città dal famoso ‘Occhio’,una ruota panoramica spropositata,il cui giro sembrava non finire mai.Al di sopra di tutto e tutti,si strinsero forte,l’una nelle braccia dell’altro,sentendo sempre più cementarsi quella loro unione.
Ma il parco offriva mille attrattive:il tunnel dell’amore,il castello dei fantasmi,tronchi che schizzavano sulla corrente;montagne russe spericolate,enterprise…
Erano praticamente senza fiato,quando Eddy intravide l’auto-scontro.Questa volta fu lei a trascinarcelo.
-Se vuoi venire a Napoli,qui imparerai a guidare benissimo…- gli disse.
-Ma è un giochetto da bambini…-
-Sul serio?...allora prendiamo due auto diverse…e vediamo che sai fare!- lo sfidò lei.
L’abitudine a una guida che non conosceva regole le permise di riuscire a rincorrerlo e colpirlo più di una volta;poi G.capì come funzionava il gioco e la sfida si svolse ad armi quasi pari.
I due ‘campioni’ decisero di fare finalmente un giro sulla stessa auto;Eddy gli disse:
-Il gioco consiste nel puntare qualcuno antipatico…vedi,quel bimbo ciccione lì,per esempio?...-
-Tu sei una pericolosa criminale…-disse lui,ma le tenne dietro.
Il bimbo ciccione si dimostrò un osso duro;scontrarsi con lui non fu facile,ma estremamente divertente.Le ore volarono via in fretta.
-Dobbiamo rientrare…ma,scusa:non mi hai detto quanti anni hai?-disse a un certo punto lui.
-Mi meraviglio di te…non si chiede mai l’età di una signora…-lo rimproverò lei.
-Signora?Io vedo una ragazzina pestifera…mi sa che Serena è più composta di te…-
Lei sorrise,ammettendo:
-Forse non sbagli…Ma che sorpresa hai in serbo per stasera?...-
-Lo dice la parola:sorpresa…-rispose lui,enigmatico.-Però forse dovresti indossare quell’abito marrone…E niente calze autoreggenti…La sola idea che le indossi potrebbe annebbiarmi la vista….-
-Allora …andiamo a vedere qualcosa?-tentò di indagare lei.
Ma non ottenne risposta….
Eddy era pronta:indossava l’abito marrone,impreziosito da orecchini e collana d’ambra.Aveva lavato i capelli e si era data una pettinatura un po’ più sofisticata;si era truccata con più attenzione del solito.Voleva essere bella,bella per il suo magnifico uomo.
Lo cercò in giro per la casa,ma faticò a trovarlo.Finalmente si accorse che era nel salotto,sul divano davanti al camino,che guardava a luci spente la fiamma che moriva sotto la cenere.
Stava fumando.
Gli si avvicinò,col sorriso sulle labbra.Ma si accorse che era pensieroso.
Gli mise le mani sulle spalle,lui le afferrò,le portò alla bocca e le baciò,stringendosele al petto.
-Che c’è?...-gli chiese,ma in cuor suo conosceva già la risposta.Domani a quella stessa ora sarebbero stati lontani…
-Mi domando…se non sono un maledetto egoista,Eddy…-
Lei girò intorno al divano,si mise a sedere al suo fianco;lui la attirò sotto il suo braccio,lasciando che gli si accoccolasse vicino.
-Egoista?...perchè?-
-Perché in questa storia sono io quello che trova un porto sicuro dove tornare…. Ulisse…che torna a casa,dopo mille avventure…E l’idea dopo tutto non mi dispiace:questo mi fa inc****** con me stesso,terribilmente…-
-Bè,certo Penelope deve armarsi di tanta pazienza…ma anche lei ha una vita piena…-
-Non cercare di convincermi…domani saremo lontani duemila chilometri…il mese prossimo duecentomila….e se tu avessi bisogno di un uomo che stia al tuo fianco al cento per cento?…-
Le era tornato improvvisamente freddo.La fiamma nel camino sembrava smorzarsi;provò a suggerire:
-Forse preferiresti restare a casa…magari riattizziamo il fuoco…-e si volse a giocherellare tra i ceppi con l’attizzatoio.Poi aggiunse:
.-Ci stai ripensando,G.?...forse è meglio che duri il tempo di una vacanza,anche stavolta?-gli domandò.
Lui finalmente la guardò:si accorse che si era fatta bella ,più bella…immaginò l’avesse fatto proprio per lui.E pensò che non aveva nessuna voglia di rinunciare a lei,a saperla sempre sua:la sua ragazza,la sua donna.
-No!- le disse con sicurezza.- Durerà,…durerà perché io ti amo,Eddy…-
Le prese la testa tra le mani e la baciò,tenero e appassionato come sempre.
Si fermò.Non voleva scompigliarle i capelli,né disfarle il trucco.Voleva portarla fuori ed esibirla al suo fianco:era la sua ragazza…
-Andiamo…-poi la trattenne un attimo,si scusò:-Anche questo fa parte del mio lato oscuro…ma tu amore,tu sei capace di tirarmi fuori dalla palude…sempre!-
Non potè trattenersi dal baciarla ancora,delicatamente.


Il taxi si fermò davanti all’Her majesty theatre;man mano che si avvicinavano,Eddy si rendeva conto della sorpresa di G.L’aveva portata a vedere ‘il più grande musical di tutti i tempi’…e proprio là dove era nato,nella sua casa originale…Non poteva crederci.
Lo guardò con gli occhi che le scintillavano per l’emozione e la gioia:
-Ma G.?...E’ il teatro di Webber?...Stiamo andando a vedere…?-
Lui le sorrise,compiaciuto.Sapeva che la sorpresa l’avrebbe conquistata:si divertiva a vederla così eccitata,come una bambina in un negozio di giocattoli,indecisa su cosa guardare,scegliere,comprare.
Aveva trovato due poltrone centrali,nelle primissime file.A poca distanza da loro,ecco anche Rossella,che gli fece un cenno di saluto,ammiccando complice: al suo fianco Sean Donovan.Eddy non l’aveva vista e Rossella lasciò che si godesse tutte le emozioni della serata condividendole solo con l’uomo di cui era così visibilmente innamorata:si sarebbero incontrate più tardi.
Il teatro,come tutte le sere,da vent’anni a questa parte era gremito.La gente rumoreggiava in ogni angolo,dai palchi alle prime file:sui volti di ciascuno si leggeva la stessa eccitata curiosità.
Improvvisamente il buio in sala calò.Eddy si strinse a G.Il cuore le batteva,quando la prima parola fu pronunziata :’Sold’…poi partì la musica che lei aveva adorato per anni:un enorme lampadario di cristallo si sollevò sul pubblico andando a posizionarsi sopra le loro teste:la magia aveva inizio,l’emozione non avrebbe mai avuto fine…
G.conosceva ormai bene lo spettacolo e non si stupì quando il Fantasma fece il suo ingresso pronunciando la minacciosa frase dall’alto del lampadario:
-Did I not instruct that box five was to be kept empty?-
Ma Eddy sussultò e lo guardò,spaventata:
-Non sono stato io!...-la rassicurò lui,ridendo.
Era incredibile come il teatro riuscisse a diventare una scatola cinese,moltiplicandosi in un suo doppio: un doppio che conteneva palcoscenico e backstage,sipario e camerini,giù giù fin dove si annidava il covo del fantasma,con il suo lago sotterraneo,l’alcova,l’organo…La solitudine dell’oscurità.
La barca scivolava nella nebbia come sull’acqua,mentre Christine trillava il suo lunghissimo acuto,al perentorio comando di Eric:My power over you grows stronger yet…Sing my angel of the music...Sing for meeee!!!
Poi le note carezzevoli di Music of the night…
Ma i momenti più suggestivi sarebbero arrivati nella scena del cimitero:
-Whishing you were somehow here again…-
Questa canzone l’aveva sempre commossa:c’era qualcuno che non avrebbe mai più potuto rivedere,mai imparato a dimenticare…
Un cimitero nella neve,figure scolpite nella pietra,’sculpted angels,cold and monumental,seem for you the wrong companion…you were warm and gentle…’
Proprio così,il gelo della morte contrasta col tepore della vita…-pensò Eddy.
Poi di nuovo il richiamo struggente di Eric,angelo o fantasma,padre o amico?
-Have you forgotten your angel?-
Una lacrima di commozione le stillò dalle ciglia,cadendo sulla mano di lui,che la stringeva.
G.la guardò, intenerito.
Infine arrivò il momento della passione,il punto di non ritorno.L’effimero trionfo di don Giovanni…
Un brano che accendeva la carne di chi lo ascoltava,per concludersi poi in una struggente,disperata,inane dichiarazione d’amore:
- Say you ‘ll share with me one love,one lifetime,lead me, save me from my solitude…-
Eddy era emozionantissima,si stringeva a G cercandone la forza:lui.non potè fare a meno di avvicinare le sue labbra e baciarla…
-Christine that’s all I ask…-
Ma Christine impietosamente tradisce il suo maestro,il suo angelo…
Oh nooo!
E giù di nuovo nell’inferno del covo del fantasma…
Fino a quel momento in cui,per un attimo…il tempo di un bacio…e il dolore di tutta la vita,la rabbia,l’esclusione,la solitudine…si stemperano nel sapore sconosciuto del pianto
di un bambino mai esistito,sempre celato dietro una maschera di gelo e solitudine…
Eddy cercò un fazzoletto;ma G.fu più veloce di lei a offrirglielo…
-Oh,G….che bello,che grande storia d’amore….-
Lui la abbracciò.
-Mi vergogno tanto…-disse lei,tra i lucciconi.
-Non vergognarti…ho pianto anch’io,la prima volta che ho letto il testo e sentito la musica…-le confessò lui.
Quando in sala si riaccesero le luci,tra gli applausi entusiasti del pubblico,Eddy si accorse di non essere la sola ad avere gli occhi lucidi.E nessuno aveva voglia di andare via,desiderando che lo spettacolo continuasse ancora,che non finisse mai la ‘musica della notte’…


Finalmente si stavano alzando per lasciare il teatro;la folla si assiepava all’uscita,ma prima che potessero incanalarsi con gli altri,G.venne richiamato da qualcuno:
-Hei G. non sapevo fossi a Londra…?-
Eddy alzò lo sguardo;una donna alta,dal viso dolce e stranamente familiare,fasciata in un seducente abito da sera sembrava aspettare G. a braccia aperte.
-E.! sono felice di incontrarti-disse lui,ricambiando il suo abbraccio- Sei qui sola?-
-No…mio marito è qui,da qualche parte…-
Poi G. si volse verso Eddy e la invitò ad avvicinarsi,stringendola a sé:
-Lei è Eddy…-
-Salve…-disse quest’ultima,che finalmente aveva cominciato a riconoscere la splendida attrice vista a fianco di G.in uno dei suoi film più belli.- E’ un onore conoscerla personalmente,signora M.-
-Mi chiami pure E. e mi dia del tu…-disse quest’ultima,con fare amichevole. –Ti fermi molto,G.? –domandò poi.
-Domani sera parto per Glasgow…-rispose lui,distrattamente.
-E stasera…non volete unirvi a noi? Siamo invitati alla inaugurazione di un nuovo locale…-
G.declinò l’invito:in quella Eddy chiese il permesso di allontanarsi:era l’ora della telefonata a Serena.
Rimasti soli,G.confidò all’amica che quella era l’ultima sera che avrebbero passato insieme e che quindi avrebbero preferito un ambiente meno affollato e dispersivo.
-E’ carina,G. …diversa…- si lasciò sfuggire E. – Non è un’attrice,vero? E neanche una indossatrice,direi…-
-No…ci siamo conosciuti questa estate…lei fa la traduttrice…è italiana…-
Abbassando la voce,E. aggiunse:
-Sai che Maud è a Londra anche lei?...-
-No…non lo sapevo:ho rotto con lei,a novembre…e non l’ho più sentita da allora…-
-Mi ha detto che vi siete lasciati perché tu non sopportavi più le lunghe separazioni…-
-Più o meno…-rispose G.abbassando lo sguardo;aveva capito E.dove voleva arrivare.
-E questa volta…cosa ci sarebbe di diverso?- insistè E.
Lui tacque un momento;lo sguardo un po’ incupito,basso.Poi vide Eddy che gli sorrideva,salutandolo,mentre parlava al telefono.Rispose:
-Lei….e tutto,tutto ci sarebbe di diverso…- disse,con gli occhi che gli brillavano.
E.rimase piacevolmente stupita;guardò di nuovo la ragazza che lo aveva così amabilmente catturato e nutrì una istintiva simpatia nei suoi confronti.
-Scusatemi- disse Eddy…poi li guardò: -Mi sono persa qualcosa?-sorridendo interrogativa.
-Stavo solo spiegando a E. che domani parti e che preferiremmo andare in un locale meno affollato e più tranquillo…-
-Temo,G. che se intendevi sfuggire la confusione,non avresti dovuto venire qui…-li avvertì però interrompendoli l’attrice.
Un gruppetto di ragazze,munite di cellulari e macchinette fotografiche stava infatti avanzando minacciosamente verso G.,gridando entusiaste il suo nome.
E. si mise sotto il braccio di Eddy e la sospinse nella direzione opposta:
-Venga via…G. troverà il modo di liberarsene…-
-Ma…-fece in tempo a ribattere la donna,intravedendo con la coda dell’occhio il suo uomo iniziare a firmare decine di autografi,lasciandosi abbracciare e baciare da uno stuolo di fans.
-Non abbia timore…sopravviverà…- aggiunse ancora E.,per tranquillizzarla. –Venga,lo aspetteremo nel foyer…-
Nel foyer Eddy ritrovò Rossella e Sean;E. allora,lasciandola in buone mani,si congedò,rinnovando comunque l’invito a raggiungerli nel nuovo locale.
-E G….dov’è?...- domandò Rossella – Volevo ringraziarlo:è stata una esperienza splendida!-
-Forse arriva…non so…-
Mentre Eddy si guardava intorno,G. sopraggiunse trafelato e,presala sottobraccio la invitò ad andare via con Rossella e Sean,senza dare troppo nell’occhio:
-E’ pieno di fotografi,là fuori…-disse,rammaricato.Poi si rivolse a Sean: -Ci vediamo al *****,lo conosce?-
-Si…ma,Rossella e io…pensavamo di lasciarvi da soli…-disse l’uomo a bassa voce.
-Molto gentili…ma credo che dovrete rinunciare alla vostra discrezione …-rispose G.con uno sguardo eloquente.
Eddy si allontanava con i due,guardandolo un po’ amareggiata.
-Idiota che sono!- si disse G. e senza riflettere oltre la raggiunse e la baciò.
-Perdonami amore…ci vediamo tra pochissimo:ti assicuro che preferirei mille volte stare con te…e lo sai…- Poi l’abbracciò di nuovo,e baciandola pensò a quanto poco tempo aveva ancora per tenerla stretta così.Dimenticò per un attimo dov’era e chi era…
L’impietosa luce di un flash lo riportò coi piedi per terra.Fece in modo che Eddy rimanesse di spalle,non identificabile.Poi si diresse nella direzione opposta.

Eddy salì un po’ frastornata sul taxi fermato da Sean ,guardandosi invano dietro,nella speranza che anche G. riuscisse a prenderlo con loro.
Poi l’auto partì.Rossella la vide un po’ mogia e cercò di distrarla,parlandole dello spettacolo.
-E’ stato splendido,vero…?una messa in scena inimmaginabile…Io non saprò mai ringraziare abbastanza G. per avermi permesso di assistere a un capolavoro del genere…-
Sean cominciò a discutere di questo e quel cantante e a poco a poco Eddy si lasciò distrarre dalla conversazione.
Finalmente arrivarono all’Irish Pub:G. aveva prenotato un tavolo,visto che era sabato sera e il locale era comunque affollato;ma le luci soffuse,la discrezione di camerieri e degli avventori intenzionati a rimanere ovattati nei loro angoletti rendeva l’insieme accogliente e caldo.
Si sedettero e ordinarono intanto qualcosa da bere.
A un tratto un gruppo musicale diverso da quello della sera prima salì sul palchetto e iniziò a ‘scaldare’ gli strumenti.
Finalmente tra gli applausi incoraggianti del pubblico più vicino a loro,i nuovi venuti cominciarono a suonare:partirono con una canzone splendida degli U2,Love is Blind;poi proseguirono con altri pezzi,in crescendo rock,fino a Light my fire,dei doors,che scatenò l’entusiasmo del pubblico.
Eddy rigirava stancamente la cannuccia nel suo long drink alla frutta.Il tempo passava e di G.non c’era traccia;sospirò,sorbendo un sorso di bibita per tirarsi un po’ su.Poi il cantante del gruppo si avvicinò al microfono e disse:
-Questa canzone è per qualcuno che sa aspettare…-quindi partì con delle note suadenti,quelle di una rumba sensuale che Eddy conosceva bene:


Fortunately you have
Someone who relies on you
We started out as friends
But the thought of you just caves me in
The symptoms are so deep
It is much too late to turn away
We started out as friends
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady


La canzone era appena iniziata,che G. fu alle sue spalle e,presala per mano,la invitò a ballare con lui.
Time I'm sure will bring
Disappointments in so many things
It seems to be the way
When you’re gambling cards on love you play
I'd rather be in Hell with you baby
Than in cool Heaven
It seems to be the way
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady
Era stretta a lui;ballavano,come non era stato mai possibile prima,ballavano e senza parlare si dicevano quello che avevano nel cuore…G.la stringeva,la lasciava volteggiare,la riabbracciava:Eddy ritrovava ancora una parte di sé che credeva scomparsa,tanto tempo fa…
All alone with you
Makes the butterflies in me arise
Slowly we make love
And the Earth rotates
To our dictates
Slowly we make love
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady
La musica lentamente scemò,ma loro due erano ancora stretti,quasi fusi l’uno nell’altra…
-Non smettere mai di aspettarmi,sweet hart…-Le sussurrò lui.
Si avvicinarono al tavolo,dove Rossella con gli occhi che le brillavano aveva assistito emozionata a quel loro rituale d’amore.
-Vi trattenete ancora un po?- domandò,ma sapeva che era una domanda superflua.
G. cinse Eddy da dietro e si chinò a chiederle con lo sguardo cosa voleva fare.
Lei gli sorrise,poi gli chiese:
-Perché no?...non ballavo da secoli…-
Lui socchiuse gli occhi sospirando,ma annuì.
-Quello che vuoi,honey…-poi la prese ancora per mano e continuarono a ballare.


-Però…balli bene,per essere una principiante…-
Lei arricciò il naso:
-Anche tu non sei male…- disse,con aria di superiorità.
-Chi ti ha insegnato …?- finse di indagare lui.
-Mmmm…boh?forse Bruno? O Roberto? O Gianni? O…- aveva un’aria di birichina provocazione.
Lui la attirò a sé,ruggendole all’orecchio:
-Non credi sia ora di tornare a casa?...-
-Perché?- Rispose ancora con quella sua aria impertinente.
-…non farmi ripetere:lo sai bene,il perché…-E le diede un morsetto sulle labbra.
Si andarono a congedare dai loro amici,scambiando gli ultimi accordi per la partenza del giorno dopo.Uscirono dal locale avvinghiati l’uno all’altra.Fuori nevicava:Londra sembrava una città fantastica,Buckingham Palace,Westminister,il Tower Bridge…tutto avvolto dalla neve somigliava al reame delle favole…
G.aveva preso la sua auto e percorrevano le strade fatate della capitale inglese,stretti l’uno all’altra,scambiandosi dolci effusioni,sorrisi,battutine.
Finalmente arrivarono a casa.
G.sembrò intento a riattizzare il fuoco nel camino,lasciando che Eddy entrasse da sola in camera da letto:sul letto una scatola bianca con un grosso fiocco…un regalo per lei…
La donna si girò verso di lui,che entrava nella stanza :
-Cosa significa?...è per me?...- era piuttosto emozionata:non riceveva regali da diverso tempo,esclusi quelli che praticamente si faceva da sola.
-Si…io spero che non lo troverai…di cattivo gusto…Non ho resistito:volevo che lo ricevessi a Natale,ma desidero tanto vedertela addosso…Quando l’ho vista,ho pensato a te,a quella sottoveste nera che indossavi sul balcone,a Ischia….-
Eddy aprì lo scatolo:all’interno una camicia da notte di seta satinata,bianco sabbia,splendida nella sua elegante semplicità…La donna rimase senza parole,la sollevò per le delicate spalline,alzò gli occhi verso di lui:
-O G…è molto bella….io…la indosserò solo per te…-
G.era rimasto in trepidante attesa,guardandola un po’ di traverso;le sorrise,poi la attirò a sé
e la baciò con tutta la camicia:
-Aspetta…vuoi stropicciare il tuo regalo…?- tentò di frenarlo lei.
-Oh…non sai quanto..-le rispose lui,eloquente.


Era mattina.La luce del giorno filtrava da qualcuna delle finestre,insinuandosi fino alla camera da letto.
Eddy aprì gli occhi;sentiva che anche G. era sveglio,ma non ne era sicurissima.Col piede strofinò delicatamente quello di lui;la reazione non mancò:ricevette una carezza simile e per un po’ rimasero in silenzio a giocherellare sotto le lenzuola.Poi lei rise e anche lui.
Allora si voltarono di fianco,a guardarsi:
-Buongiorno,strepitosa ballerina….-
-Buongiorno,dolcissimo amante…-
-A cosa stavi pensando?- chiese poi lei.
-Pensavo a Ischia…al nostro fortuito incontro…Sai,sere fa ho visto un film,un vecchio film con Jack Lemmon…-
-Si svolgeva al Regina Isabella di Ischia?...lo conosco bene:è uno dei miei preferiti…- rispose lei e citò: -Tutti gli anni,dal 15 luglio al 15 agosto…-
-Potrebbe essere un idea….?-suggerì lui,poi le cinse le spalle –Ma a me non basterebbe solo un mese all’anno…-
Eddy sospirò,poi rispose:
-Sarebbe già qualcosa…-
Lui le carezzò i capelli,affettuosamente,con tenerezza:
-E tu?...cosa stavi pensando?-
-Niente di preciso…ricordavo…-
-Cosa?...-
-Il nostro incontro…se non ti avessi dato da parlare,magari adesso non saremmo qui…-
-Io ti avevo già notata,appena eri arrivata sulla terrazza del solarium…- le confessò lui.
Lei si meravigliò:
-Ma dai?...non ci credo…-
-Caffettano giallo,faccetta imbronciata e poi…la risatina:quella è la tua arma segreta…-
Eddy non potè fare a meno di fargliela risentire,perché ancora una volta non sapeva in quale altro modo coprire la sua emozione.
Lui scosse la testa,ammiccando:
-Eccola qua…inconfondibile…-
Non sorrideva più:il desiderio rese la sua espressione seria e intensa.La baciò piano,come fosse la prima volta,poi progressivamente insinuò affamato la lingua nella sua bocca,le mani sulla sua pelle,resa ancora più attraente dalla seta che le scivolava addosso…
Fu su di lei,le tenne le braccia immobilizzate sul cuscino,la coprì di baci;poi lasciò che le sue mani gli cingessero i fianchi,suggerendogli con quale ritmo accelerare il suo desiderio,fino a
condividere insieme ancora una volta un piacere illimitato,infinitamente appagante…

Le ore della gioia passano in fretta…
Presto venne il momento di partire:Eddy aveva fatto i bagagli e ora insieme chiudevano la casa.
-Puoi per favore mettermi i documenti nella tasca della sacca?..-le chiese lui,preso da altre mille incombenze.
-Certo…- rispose Eddy
Cercò la tasca laterale,ma senza volere aprì una tasca interna:trovò qualcosa che la fece sorridere:il libro che aveva regalato a G. era là,lo seguiva in viaggio,al posto del pacchetto di sigarette…
Quindi chiusero la porta a chiave e,sospirando tacitamente,raggiunsero il taxi che li avrebbe portati all’aeroporto.
Fino all’ultimo minuto,come le aveva promesso,G.fu pieno di premure e dolcezze;la tenne stretta a sé e un attimo prima che salisse sull’aereo la baciò ancora,assicurandola che si sarebbero rivisti molto presto.
Poi le consegnò un pacchetto:
-Questo mettilo sotto l’albero…è per Serena!-
-Ma…amore…-
-Ti chiamo stasera,ti richiamerò tutte le sere…vai,ora…E ricordati…- Non disse niente,ma le stampò un ultimo bacio con due dita sulle labbra.
Poi aspettò che l’aereo decollasse,socchiuse gli occhi,sospirò:
-Prego,signore?-
-Victoria station…-


Edited by arielcips - 5/4/2008, 17:17
 
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Evilsisters
view post Posted on 3/4/2008, 17:17





una ff che ancora molti affezionati vengono a rileggere.... ;)
 
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view post Posted on 3/4/2008, 17:24
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Il vecchio double-deck li lasciò a Piccadilly,sotto il monumento a Nelson.Eddy non fece in tempo a scendere,però,che G.aveva individuato un altro autobus –di linea questa volta- che incrociava dall’altra parte della piazza;la trascinò di nuovo in una corsa nella neve,a rischio di scivolare….ma riuscirono a prenderlo.
Ridevano come due ragazzini,salendo sul mezzo:
-Siediti un po’ ora…-le consigliò lui,ansimando. E si sedette al suo fianco,passandole un braccio intorno alle spalle:l’autobus era praticamente tutto per loro…
Questa volta riattraversarono il Tamigi passando proprio per il Tower Bridge:alle spalle della city , Eddy intravide la sagoma di una immensa ruota panoramica.G. le spiegò:
-Quello è ‘ l’occhio’ di Londra…la ruota di un grande parco di divertimenti costruito in occasione del Capodanno 2000…solo che a quest’ora è chiuso….anche per motivi di sicurezza…-
-E’ spettacolare…- disse Eddy,entusiasta- A capodanno del 2000… io ero un po’ impegnata… -aggiunse poi,ricordando: - Nasceva Serena…-
Lui le sorrise,stringendola più forte,poi credette fosse venuto il momento di chiederle:
-Dov’è ora?..-
Eddy scosse un po’ la testa;quell’argomento la scottava ancora.
-Suo padre…improvvisamente si è rifatto vivo…-
G.la ascoltava guardandola con dolce sollecitudine.
-…contemporaneamente lei ha cominciato a domandarsi…come mai…?-
-Insomma…io lo avrei mandato volentieri al diavolo,ma…lui è cambiato;è ammalato…e Serena aveva bisogno di sapere che suo padre le voleva bene…-Eddy abbassò la testa,sentiva il calore della commozione affiorarle sulle ciglia;rialzò il capo,con la sua solita risatina:
-E così ho perso la mia ancora…-
Lui,che aveva tirato un sospiro di sollievo dentro di sè,ora che aveva saputo bene come stavano le cose,riascoltando la sua risatina la aveva sentita ancora più vicina,ancora più sua…ma non volle forzare la mano.Si limitò a stringerla a sé,tentando di infonderle forza:
-Non credo che tu l’abbia persa…e tu lo sai…Hai fatto bene a prenderti questa vacanza,a pensare un po’ a te…-
-Capolinea,signori!- Come prima, la voce dell’autista interruppe il loro dialogo. Scesero dal bus;il vento si era fatto ancora più glaciale…G.stringendo a sé Eddy per ripararla dal freddo si guardò intorno;poi la condusse sull’ennesimo autobus,sopraggiunto opportunamente in quei pressi.
Questa volta il giro fu più breve,attraverso i quartieri residenziali della città;poche fermate dopo G. invitò Eddy a scendere.
La donna si guardò intorno:
-E qui dove siamo?…un quartiere molto signorile…-
Era un viale alberato,illuminato da lampioni ottocenteschi che ricordavano le antiche luci a gas delle notti di Conan Doyle o di Stevenson;i palazzi erano in perfetto stile ‘old english’;dalle finestre brillavano discrete decorazioni natalizie.
G.tossì,schiarendosi la voce:
-Qui…è dove abito io…-
Eddy si voltò a guardarlo,diffidente:
-Allora…sei arrivato ?…-
Lui le confidò:
-Sono a Londra da tre giorni…ma non ho ancora messo piede in casa…-
-Perché?...-chiese lei,scrutandogli il viso:aveva di nuovo l’espressione malinconica della prima sera a Ischia.
-E’ una casa vuota e fredda…e non mi andava di sentirmi ancora più solo…-
Eddy era rimasta ferma sotto la pensilina della fermata,uno scalino più su di G.Questo le permise di allungare la mano e fargli una carezza sul viso,con un leggero sorriso:
-Hai una barba regale…Serena forse non ti riconoscerebbe…-
Poi la mano salì verso i capelli e giocherellò con il ciuffetto brizzolato.
Lui la guardava,senza osare chiedere;poi finalmente disse:
-Saliresti…su con me?-
Lei scosse la testa,sorridendo:
- La tua casa sarà certamente meno fredda della strada…-
G.la prese per mano e attraversarono la via,imboccando il portone di un vecchio edificio in stile vittoriano.
Le scale erano in legno,coperte da una moquette che attutiva ogni rumore.Eddy si guardava intorno affascinata;le sembrava di vivere un sogno,più che una pericolosa realtà.
Arrivati davanti alla porta,G.infilò la chiave nella serratura,ma prima si volse verso di lei e,abbassandosi,le baciò la bocca,con dolce tenerezza.
La serratura scattò.
L’uomo lasciò che la sua compagna entrasse,poi contemporaneamente chiuse la porta alle loro spalle e accese la luce.
La casa era davvero fredda,ma Eddy avvertì il fondo di un aroma che ricordava bene:l’odore di fumo e del dopobarba di G….Il padrone di casa si affrettò a liberarsi del suo soprabito,rimanendo con un lupetto nero e una giacca di velluto verde scuro;ma Eddy,avanzando verso quello che sembrava un soggiorno all’americana,tenne stretto addosso il suo montone.
-Accendo il riscaldamento…-disse lui sollecito,allontanandosi.-Sarà più caldo tra pochissimo…- Prima di andare,non potè fare a meno di chinarsi di nuovo verso di lei e darle un altro bacio,come il primo.
La trovò nel soggiorno:due divani creavano un angolo retto davanti a un camino.Ai piedi del camino un tappeto di lana d’angora e tanti cuscini.
-Hai ancora freddo?...-le domandò,vedendola ancora stretta nel soprabito.
-Accenderesti il camino?- disse lei,annuendo.
-Si,certo…- Le rispose e si mise ad armeggiare;in poco tempo una debole fiamma cominciò ad alzarsi tra i ceppi.
-Non ho niente in casa…ma posso farti un tè…-disse ancora e ,come prima si allontanò verso quella che doveva essere la cucina,non senza averle dato ancora un altro bacio,questa volta un po' più insistente.
Quando tornò Eddy era ancora ferma davanti al camino,col suo montone sulle spalle.
-Vado a prenderti un maglione?- le propose e stava per scomparire di nuovo verso l'interno della casa,ma si accorse che lei era protesa verso di lui,come a invitarlo a baciarla ancora.Non seppe resistere;ma questa volta le sue mani si insinuarono nelle pieghe del suo soprabito,attirandola a sé.E il bacio non si fermò alle labbra…In un crescendo irrefrenabile di passione e desiderio,G. si riappropriò del sapore più intimo della sua bocca,gustandolo come miele…era impossibile interrompersi…
Il fischio del kettle lacerò l'aria;Eddy riuscì a domandare:
-Cos'è questo...?-
-Il bricco dell'acqua...-mormorò lui,sulle sue labbra.
-Non scoppierà,vero?-
Lui sospirò,ma non smise di baciarla:
-Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora...-
Il montone di Eddy scivolò sul pavimento.
La fiamma nel camino divampo’,divorando i ceppi.




--Non lo so...ma scoppierò io se mi fermerai ancora…-
Così dicendo l’uomo riprese a baciarla,stringendola a sé,carezzandole la schiena,le spalle,insinuandole le mani sui fianchi,tra i capelli:la desiderava….
Eddy a sua volta lo liberò della giacca e poi gli carezzò il torace forte,muscoloso.Timidamente le sue mani cercarono un varco sotto il lupetto,per carezzare direttamente la sua carne calda e tesa.
-Oh sweetheart…-disse lui-…sei qui,a casa mia,davanti al mio camino…-Ma le parole si mescolavano ai sospiri,i sospiri ai baci;ora erano in ginocchio davanti al fuoco,poi piano piano scivolarono l’uno sull’altra.
Anche le mani di G. cercarono la sua pelle,insinuandosi sotto il vestito:
-tesoro…non voglio distruggerti l’abito…è così carino…ma…come si sfila?-
C’era una lampo,sul lato.Eddy l’abbassò e piano G.la spogliò.Riconobbe le curve delicate di quel corpo che tante volte era stato suo,disegnate da una lingeriè candida;poi si accorse che indossava delle calze autoreggenti.Si fermò un attimo:
-Ma tu d’inverno vai sempre in giro a questo modo?...-
Eddy arrossì;
-Scusa…mi vergogno tanto…ho sbagliato quando le ho comprate…non avevo capito la scritta…-
Ma a lui non interessava più ascoltarla:era desiderabile,dolce,bella…
Si sfilò il lupetto,si liberò dei pantaloni scuri.
La baciò,la baciò fin quasi a consumarla;e poi piano la prese.
-Amore…oh amor mio…-le sentì sospirare.
-Dimmelo ancora….chiamami amore,Eddy…my love,my sweet heart…-
Perché fare l’amore con lei era così diverso?così coinvolgente e dolce…così autentico? Non avrebbe voluto smettere mai!
Il desiderio rese il piacere ancora più intenso,devastante.
Si fermarono,a recuperare il fiato.Ma sapevano entrambi che quello era solo l’inizio…
-Faresti bene a spegnere il gas,amore…- gli consigliò Eddy,mentre lui già aveva ricominciato a giocherellare con i suoi capelli,le sue mani,la sua pelle.
-Ho paura di tornare e non trovarti più,amore …Io ancora non ci credo che sei qui.-
Lei sorrise.Lui convenne che fosse necessario ascoltare il suo consiglio; si allontanò,imprecando tra i denti contro il f********* bricco,rientrò meno di un secondo dopo.
Eddy stava guardando l’ora sul suo telefonino.Lui si stese vicino a lei,le tolse il telefono di mano e glielo spense:
-No…questo adesso non ti serve…-
Al suo timido tentativo di riafferrarlo,lui ribadì:
-No…-e prima che potesse replicare,le mise una mano nei capelli e la baciò,tirandola giù sul tappeto.

Stesa al suo fianco,Eddy si divertì a guardarlo,carezzandogli il viso e la barba folta.
-E chi sei,ora?...un guerriero antico…un cavaliere medievale?-
Lui si schernì:
-Sono solo G.B. che fa l’amore con la sua ragazza…-
Lei lo rimproverò,allontanandosi:
-Non scherzare…-
-Non sto scherzando…-ribattè lui serio.
Per tutta risposta lei cercò le sue calze e iniziò a rivestirsi,dicendo:
-E’ stata solo una coincidenza,una fantastica coincidenza…-
Lui si alzò,spazientito.Ritornò con in mano un pacchetto di sigarette e il proprio cellulare.Si stese di nuovo accanto a lei,trattenendola:
-Dai un’occhiata qui…- le disse.
Eddy riconobbe il proprio numero di casa;cercò di non agitarsi.Poi lui le fece leggere sul display,la data e l’ora dell’ultima chiamata.
-Ti ho cercata…se non ci fossimo visti ti avrei cercato ancora,Eddy…mi sei mancata da morire…-
-Non devi dire questo…-cercò di ribattere lei.
Lui si era acceso la sigaretta; stava perdendo definitivamente la pazienza:
-Perché? Perché non devo dirlo?...ascolta:non ti permetterò di nuovo di decidere per tutti e due…-
-G. ne abbiamo già parlato…non potrebbe mai funzionare…- si difese lei,senza guardarlo in viso,scuotendo la testa.
-Se non proviamo,come possiamo saperlo?...Eddy smetti di razionalizzare,stacca un momento il cervello…-
Ma lei continuava a dire no,col capo.
-D’accordo;questa estate neanche io sapevo davvero che cosa volevo..mi sono adattato alla tua decisione,ho tentato di dimenticarti …il lavoro mi ha assorbito completamente e quando non c’era il lavoro…-
Eddy lo guardò negli occhi;concluse lei il discorso:
-C’era un’altra donna…-
Lui espirò il fumo della sigaretta e confermò:
-Si…c’è stata anche un’altra donna…Ma non è servito a niente!Non volevo lei….io volevo te,voglio te….- Il suo tono si stava raddolcendo;con la mano le sollevò il viso:aveva uno sguardo così dolce e abbattuto insieme…
-Non potresti guardarmi negli occhi- le chiese – e dirmi semplicemente cosa provi?-
Eddy stava quasi per assecondarlo,ma accampo’ una nuova difesa:
-G. fra tre giorni io ritornerò a Napoli…-
-….e io ti accompagnerò all’aeroporto,ti bacerò fino a che non salirai sull’aereo…tu mi saluterai dall’oblò…ti chiamerò per telefono per sapere se il viaggio è andato bene…-
Eddy continuava a fare no con la testa.
-Perché no?perchè?...che cosa ci sarebbe di così innaturale…Se io fossi un marinaio,un soldato…un pilota?...-
Lei lo guardò,sorrise:
-Non ho mai voluto stare con un marinaio o un pilota…-
-Infatti…sono un attore…-scherzò anche lui,ma non smise di fissarla. –Adesso smettila di accampare scuse:guardami negli occhi e dimmi solo quello che provi per me…solo quello è importante…-
Eddy lo guardò;come sarebbe stato bello abbandonarsi,lasciarsi andare,annegare in quei suoi occhi…
Timidamente ammise:
-Anche tu mi sei mancato…-
Lui sospirò,ma si trattenne dall’interromperla:
-Mi sei mancato da morire…mi mancava la tua forza,la tua irruenza…avevo tanta voglia di rifugiarmi tra le tue braccia,e non pensare a nient’altro…avevo tanta voglia di risentire la tua voce…-
Lui le carezzò il viso,le baciò la fronte all’attaccatura dei capelli.
-Io voglio che tu mi dica cosa provi,Eddy…
Anche lei voleva riuscire a dirglielo,voleva superare le sue paure.
-Io…io ti amo…G…-sillabò,con un filo di voce.Poi lo ripetè,con sicurezza:-Io ti amo…-
Lui socchiuse gli occhi,la strinse a sé,tuffò il viso nei suoi capelli.Poi cercò di nuovo le sue labbra e la baciò,con tutta la dolcezza di cui poteva essere capace:
-…sweet heart…!-


Erano ancora sul tappeto,davanti al camino;esausti,ma appagati,appoggiati al divano,un caldo plaid li ricopriva entrambi.G.stava finendo la seconda sigaretta della serata,quando Eddy gli chiese di fare un tiro.
-Non sapevo che fumassi…-si stupì lui.
-…posso confessarti una cosa?...ogni tanto ho sottratto una sigaretta al tuo pacchetto…quando ero proprio triste,disperata:era l’unico modo per sentirti vicino…mi sembrava di provare un po’ del tuo sapore…-
Lui sorrise,poi le disse:
-Aspetta…ti insegno un gioco…- aspirò,poi si chinò verso di lei e le passò il fumo con un bacio.All’inizio lei tossì un po’,poi rise:
-Ma queste sono cose da adolescenti…-
Poi però lo fece a sua volta;gli passò il fumo con un bacio.
-A questo punto potrei anche smettere di fumare…-disse lui- Nessun’altra sigaretta mi darà il piacere di questa…
Si chinò a baciarla.Eddy gli chiese timidamente:
-Potrei riaccendere il cellulare…non vorrei che Rossella avesse già avvertito Scotland Yard…-
G.lo cercò sul divano;glielo accese e cominciò a inserire nella memoria tutti i suoi numeri.
-Ma cosa fai…?-
Finse di sospirare,tollerante.
-Quello che avrei dovuto fare questa estate:ti lascio tutti i miei recapiti…-
In quella il telefonino iniziò a squillare.Eddy tentò di riprenderlo,ma G. –che aveva letto il nome Rossella- glielo impedì scherzando e rispose al suo posto:
-Hallo?-
- Chi parla? Oh,Mr B…..? Sono Rossella…volevo notizie di Eddy?- domandò dall’altro capo Ro con la sua perfetta dizione oxfordiana.
-E’ qui con me…- rispose lui,lapidario.
-Passamela,per favore…-tentò di interloquire Eddy.Ma lui la allontanò con facilità,proseguendo la conversazione.
-Domattina verrà qualcuno a prendere le sue cose al college:non le dispiacerà se la sua amica si intratterrà qui da me,vero?...si ferma così pochi giorni…-
Rossella dall’altra parte non sapeva cosa pensare;si sentì investita del ruolo di tutrice e pretese di parlare direttamente con l’amica.
-No…Eddy non può venire a telefono,ora…stiamo facendo l’amore…sia discreta,Rossella…la richiamerà più tardi…Come?vuol sapere solo se sta bene?...
Lei cosa crede?-
Eddy era diventata di tutti i colori e continuava ad affannarsi a togliergli il cellulare di mano.Lui allora pensò bene di zittire entrambe,baciando Eddy in diretta.
Rossella credette non fosse opportuno insistere,finì per farsi una risata.La sua amica arrivò finalmente a riappropriarsi del suo telefono,ma ormai la comunicazione era interrotta.Allora si rivolse inquisitoria a G.
-Esattamente che cosa hai in mente?...un sequestro di persona?..-
-Vuoi la verità?...o una pietosa bugia?-le domandò guardandola negli occhi.Prima che lei rispondesse,le sussurrò all’orecchio.
-Avrei in mente di marcare il territorio con te…una stanza dopo l’altra…fino alla camera da letto…e lì impregnare le mie lenzuola del tuo profumo…..così tanto da non potersi levare più…-
Lei tentò di schernirsi,rispolverando la sua risatina:
-Quanti vani sono?...-
Lui le carezzò le labbra con la lingua,continuò baciandole il collo,fino a morderle delicatamente l’orecchio;poi rispose a mezza voce:
-Solo cinque…-
Lei rise:
-Non ce la puoi fare…-
Lui l’avvolse nel plaid e la sollevò,dicendo torvo:
-Non mi provocare…-
-Aiuto!...Attila!…- rise ancora lei.
G.le fece fare un mezzo giro nell’aria e poi la baciò,appassionatamente.
Eddy gli chiese:
-Mmmm…quel tè?Non si potrebbe provare a berlo…magari con dei biscotti?-
-Sei la solita incontenibile golosa…vieni!-
Entrarono in cucina.G.la mise a sedere su un tavolo e riaccese il gas.
-Adesso vado a prenderti qualcosa da mettere addosso….Posso lasciarti da sola?...sicuro che non scomparirai?...-
-No..ho troppo freddo e troppa fame…Posso provare a cercare qualcosa di commestibile?-
-Prova,ma…dubito che troverai niente….-
Quando tornò in cucina,la vide arrampicata su una sedia che frugava nei pensili.Con la coperta addosso.
-Ma vieni via di là…che rischi di andare a fuoco…Ecco,metti questo!-
Le aveva portato un suo maglione grigio a collo alto.Eddy riemerse trionfante dai pensili,con una scatola metallica:
-Short bread!-
Il bricco fischiò,come prima.
G.mise su il te e,mentre Eddy si infilava il suo maglione,lesse un po’ la scadenza dello scatolo.
-Se lo finiamo tra due ore,potremmo ancora sopravvivergli…-scherzò lui.poi la guardò:il suo maglione le calzava come un vestito…
Sorrise e l’abbracciò.
-Domattina andiamo a recuperare il tuo guardaroba,amore…e poi facciamo la spesa…e poi ti porto in giro per Londra…-
Lei si abbandonò felice nelle sue braccia:
-Io credo che sia già,domattina…-
-No…non dirlo…la notte è appena cominciata…-


Si scambiarono un bacio dolcemente estenuante.Poi il tè fu versato in due tazze simpaticamente colorate.
-Mamma mia….è bollente!-esclamò Eddy,divertendosi ad allontanarne il vapore con la mano.Poi vi inzuppò dentro una scheggia di biscotto e gliela offrì…
-No,grazie…-
-Ma non hai fame?-gli chiese- O temi che siano avvelenati?-
Lui la guardò,e nei suoi occhi si leggeva di nuovo un caldo desiderio.
-Ho tanta fame…-
Lei insistè perché invece addentasse un biscotto.Lui rise e si allontanò.
Ritornò dopo poco .Eddy stava riponendo le tazze sul lavello.
Aveva indosso il suo maglione e poco altro.G. si fermò ad osservarla:c’era in lei una innata femminilità che la rendeva attraente,più della più perfetta delle mannequin.Forse perché non era affatto perfetta.Ma aveva delle curve morbide e rassicuranti;ed una naturalezza nell’essere dolcemente graziosa che attirava come una calamita.
Le si accostò,fermandosi alle sue spalle.Come sull’autobus lei si appoggiò delicatamente al suo torace.Lui la cinse con le sue braccia,poi le sue mani inziarono a carezzarla,mentre la sua bocca si insinuò tra l’attaccatura dei capelli e il collo.La sentì abbandonarsi;continuò a baciarla e a percorrere la sua pelle,con dita abili;le mani risalivano da sotto la maglia lungo i fianchi fino alla curva del seno,quel seno morbido che sembrava nato per essere accolto nel suo palmo.Sentì che a ogni sua carezza rispondeva un battito in più del suo cuore,un sospiro di desiderio.Le voltò il viso e la baciò ardentemente,poi le sussurrò:
-Voglio cominciare dalla cucina…-
E prima che lei potesse capire a cosa alludesse,l’aveva di nuovo messa a sedere sul tavolo e continuando a baciarla,in un impasto di dolcezza e prepotenza,l’aveva fatta di nuovo sua…e lei non aveva fatto altro che continuare a gridargli il suo amore…
-Ho paura di consumarti tutta in una notte,amore…-le disse,stringendosela contro,con passione.-Ma mi sei mancata tanto…ti ho desiderata tanto….e averti ora,qui…-
La sollevò ancora sulle braccia.
-Vieni…voglio addormentarmi stringendoti così…-le disse. E la portò nella sua stanza.
La luce sul comodino era accesa,ma la stanza era in una tenue penombra.L’atmosfera della casa si era ormai riscaldata.G.depose Eddy e rimase accosciato ai piedi del letto.La donna era emozionata,si guardava intorno cercando di assorbire ogni particolare di quella esperienza incantevole.Nel suo cuore forse non credeva ancora che potesse essere tutto vero,che potesse durare più a lungo di un sogno.E allora credette giusto non avere più paure,né false remore…Lasciò che lui le sfilasse il maglione e steso su di lei assaporasse ogni centimetro della sua pelle;poi,tacitamente i ruoli si invertirono,fu lei a carezzarne palmo a palmo tutto il corpo,soffermandosi con le labbra a suscitare i suoi brividi e il suo desiderio.
-Non credevo di poter tornare ad essere così…di potermi dimenticare anche di me stessa…-gli confessò.
Ma lui la invitò a tacere,a non sprecare fiato.Non avevano bisogno di parole…
Come G. aveva desiderato,avvolti nelle lenzuola impregnarono la stanza del loro amore intenso,carnale.Lui la avvinghiò ancora alle spalle e così volle addormentarsi ,cingendola tra le braccia affondando le labbra sul suo collo;intrecciando le gambe alle sue…perché il sonno li sorprendesse quasi ancora l’uno nell’altra.


Eddy era troppo abituata a svegliarsi presto al mattino.Nonostante tutto erano le otto quando riaprì gli occhi.Abbracciato a lei,che le respirava sulle spalle col regolare ritmo del sonno G.dormiva.Delicatamente la donna si sciolse dal suo abbraccio,deponendo al suo fianco il proprio cuscino,in verticale:un trucco che aveva imparato quando Serena era ancora piccola…per lasciarle l’impressione che la mamma fosse ancora vicino a lei.
…Serena…Improvvisamente il pensiero della sua bambina lacerò quella penombra di sogno come un lampo.Eddy aveva già preso la decisione di partire da Napoli facendo una sorta di violenza a se stessa:le sembrava di abbandonare la sua bambina.Ora poi che per una intera notte aveva dimenticato tutto,il senso di colpa non tardò a insinuarsi nel suo cuore….Serena:come era lontana,come erano distanti l’una dall’altra…più che mai.Fino ad allora erano vissute del reciproco sentimento che le legava:e ora? La bambina provava un nuovo legame,altrettanto profondo,colmava il vuoto,l’assenza di un padre che era durata anche troppo,nella sua vita.
…E lei?...
Riflettendo Eddy si era alzata,aveva infilato il maglione di G. e se lo stringeva addosso:perché negare di essere innamorata di quell’uomo straordinario…?perchè rinnegare la felicità di quell’incontro così fuori del comune?...Eppure le paure ricacciate indietro la notte precedente,riaffioravano;questa volta più concrete,proiettate su un futuro incerto,complicato,difficile da raffigurare.
-Se smettessi di pensarci…se riuscissi?-si disse la giovane donna.Entrò nel bagno,si lavò il viso,si osservò allo specchio:il volto che le si rifletteva era quello di una donna innamorata e appagata…Si sorrise.Decise di guardarsi intorno:la casa era bella,non esageratamente lussuosa.Si avvertiva la mano di un arredatore,che ne aveva curato lo stile con pochi tratti sapienti.Forse era un po’ impersonale…come tutte le case poco vissute.
Il gusto prevalente era moderno.Il salotto soggiorno era ospitale:una vera e propria living room,con un angolo libreria e un altro per la musica.Osservò i libri,forse cercando tra di essi quello che aveva regalato l’estate precedente a G:rimase male,non trovandolo.Poi osservò un po’ i dischi;ne aveva ancora qualcuno in vinile…dovevano essere tra i pochi lussi che poteva permettersi:vecchie raccolte e pezzi unici di grandi artisti del passato…
Tra gli altri,c’era addirittura un 45 giri di Louis Armstrong…erano anni che cercava lei stessa quella canzone:All the time in the world…Cercò di far funzionare lo stereo,era impaziente di risentirla:

We have all, the time in the world
Time ENOUGH for life
To UNFOLD
All the prescious things
Love has in store

We have all the love in the world
If that's all we have
You will find
We need nothing more…




G.non era Serena.Dopo poco si accorse della ingenua sostituzione e con uno sforzo non indifferente si sottrasse al sonno:Eddy non era là…Si guardò intorno cercando di abituarsi alla poca luce;la stanza era vuota…Che fosse andata via? Che fosse fuggita…?
Si infilò in fretta qualcosa addosso e la andò a cercare.
In bagno non c’era,nemmeno in cucina.Poi sentì la musica diffondersi nel salone,appena avvertibile.Sospirò di sollievo.
Eddy era di spalle,davanti al camino,che si dondolava al ritmo lento della canzone.Lui la raggiunse,in punta di piedi.Le prese le mani e,senza dire una parola, la condusse a ballare su quelle note incantevoli,canticchiandoci sopra…
- We have all the time in the world
Just for love
Nothing more
Nothing less
Only love-

-Only love-



Eddy aggiunse la sua voce timidamente a quella di Louis e di G.Sorrisero e si sfregarono il naso,in un gesto tenero.
-Allora…cosa vogliamo fare,oggi:abbiamo tutto il tempo del mondo…- Le domandò lui. –Mi hai praticamente buttato giù dal letto…-
-Per prima cosa,recuperare la mia roba…non posso andare in giro nella neve vestita così…-
-Perche?-domandò lui,con falsa ingenuità.
-E soprattutto mi serve il caricabatteria del telefono…non posso telefonare…-
-Vieni qui…-le disse lui,prendendola per mano e consegnandole il suo cordless.-Da qui puoi fare tutte le telefonate che vuoi…-
Lei scosse la testa,un po’ imbarazzata.
-Cosa c’è…non ricordi i numeri?-lui finse di non capire.
Lei lo guardò negli occhi:era adorabile…
G. si allontanò con discrezione,lasciando che lei parlasse al telefono.Ma lei lo richiamò:
-Non è necessario che tu vada di là…-
Lui le diede un bacino in punta di labbra,ma declinò la gentilezza.Mentre Eddy parlava con Rossella,andò a prepararsi.


Il telefono squillò a lungo,prima che una voce assonnata e stizzita rispondesse:
-Pronto?-
-Ro?...sono Eddy…-
-Oh,buon giorno cara:dormito bene? O dovrei solo dire:dormito?-
Eddy incassò il sarcasmo:dopo tutto Rossella aveva molte ragioni per avercela con lei…
-Scusami….ho torto,lo so:ne possiamo parlare a quattr’occhi?-
Rossella stava evidentemente fumando;sentì che espirava nervosamente prima di rispondere:
-Come mai,mr G.B. ti ha dato la libera uscita?- il tono era piuttosto velenoso.
-Ro…stamattina vengo a prendere le mie cose…è successo qualcosa di straordinario…è difficile spiegare…-
La arrabbiatura di Rossella cominciò ad incrinarsi:era contenta di sentire quel tono nella voce di Eddy e soprattutto era curiosissima di sapere tutto:dalle origini di quella storia…
Ma ripensando che Eddy le aveva taciuto anche i presupposti,si sentì di nuovo ferita nell’amor proprio di amica:
-Stamattina…non credi che hai molto arretrato,da spiegarmi?...Io comunque ho lezione,al mattino,lo sai…-
Era chiaro che creava difficoltà apposta:le lezioni non erano mai state un ‘must’ per lei in quei giorni…
-Come vuoi..-disse Eddy,conciliante- Vorrà dire che ne riparleremo in un altro momento…magari in serata…Cosa hai in programma per stasera?-
-Macbeth..non ricordi?...la messa in scena di Peter Brook…quella con S.B.(omaggio a Bea)…-
-Allora magari ci vediamo a teatro…o all’uscita…e beviamo qualcosa insieme:vuoi?-
-Scusa…mi chiamano sull’altra linea…_disse per tutta risposta Rossella,chiudendo la comunicazione.
G.trovò Eddy a braccia conserte,pensierosa,appoggiata al mobiletto del telefono.
- Che succede?...la tua amica ti ha fatto la paternale?-le chiese,comprensivo.
-Più o meno…-rispose lei,evasiva.Poi alzando lo sguardo lo vide già in jeans,camicia e maglione,pronto ad indossare un comodo giubbotto di pelle.-Ma sei già pronto?accidenti…e io?-
-E tu ti sbrigherai a far presto…!-la sollecitò lui- Io scendo a mettere in moto l’auto…se mai voglia partire….ti chiamo da giù…-
La guardò un po’ di sottecchi.
-Tutto bene?...-
Lei ricambiò lo sguardo con un sorriso,un po’ incerto.Allora lui la incoraggiò con un bacio a fior di labbra:
-Tutto bene,amore?-
Il sorriso di lei si allargò,divenne caldo e solare:
-Ti fidi a lasciarmi da sola in casa tua?...-
-Non troppo…ma i biscotti sono finiti,ormai…le sigarette le ho con me e…la cosa più preziosa qui dentro…sei tu!-
Eddy fu molto lesta a prepararsi:non aveva grande scelta.Si infilò l’abito della sera precedente,con le calze autoreggenti e il cappotto di montone.Poi scese giù e scivolò velocemente nell’auto di G.

Il viaggio verso Cambridge fu veloce.G.continuava a farle da cicerone,guidando,intervallando ogni tanto le sue forbite spiegazioni con qualche parolaccia all’indirizzo degli altri automobilisti.
-Non ti avevo mai sentito parlare così…-lo rimproverò a un tratto lei.
-C’è un’anima nera in me che non conosci…-disse lui,guardandola ,posando un po’ a bel tenebroso.
-Oh…è la stessa che ti fa trascinare una fanciulla innocente da un autobus all’altro,proprio fin sotto casa tua?-
Lui ridacchiò.Ma non seppe negarlo.
-Lo sai cosa sei? un….naughty boy…!-gli ripetè lei,ridendo.
-Vogliamo parlare di te,fanciulla innocente..e di quello che nascondi sotto questo abitino da collegiale?-si difese lui,allungando le mani sulle sue gambe.
Lei lanciò il suo solito gridolino;l’auto sterzò,bruscamente.Un grosso camion che procedeva in senso contrario li richiamò all’ordine con la sua stridente sirena.


Rossella non si fece trovare.Eddy arguì che non sarebbe stato facile riconciliarsi.Comunque si cambiò,raccolse le sue cose nella valigia e fece per andarsene.G.la seguiva con i bagagli;con una scusa si attardò nella stanza,raggiungendola all’uscita del college poco dopo.
-Ti dispiace se la cerco un momento a lezione,G.?- gli chiese lei,preoccupata.
-Vai pure…io intanto sistemo la tua roba…-
Eddy attraversò i corridoi silenziosi della scuola,schiuse timidamente un paio di porte,infine individuò l’aula dove l’amica stava seguendo la lezione di didattica linguistica.
Scivolò piano all’interno dell’aula,strisciando fino a Rossella.Era già una prova di grande amicizia,quella:sfidare il silenzio e la solennità di una lezione cambridgiana…a costo di essere additata davanti a tutti e coprirsi di ridicolo e vergogna.Rossella che l’aveva subito individuata,all’inizio fece la sostenuta;poi non potè fare a meno di lasciarsi scappare una risatina.
-Quelle due signorine,là sopra:trovate molto divertente quello che sto dicendo?-le redarguì in quella la voce del relatore.
Frittata completa! Eddy pensò che le avrebbero cacciate fuori,come ai bei vecchi tempi del liceo;Rossella lo sperò…perché voleva abbracciare la sua amica e ridere con lei…
Il docente preferì purtroppo sorvolare.Eddy allora scrisse qualcosa sul foglio degli appunti di Rossella e strisciò di nuovo fuori,accompagnata dai risolini diffusi ormai dell’intera classe…
Rossella lesse il messaggio,annuì e la salutò con un occhiolino.



La lezione finalmente era terminata.Rossella si fiondò fuori e si precipitò nella sua stanza per richiamare l’amica.Entrando,trovò sul letto un inaspettato omaggio:una rosa rossa avvolta in raso nero…e un biglietto:
‘Cara Rossella,
voglio ringraziarLa personalmente per avermi fatto rincontrare Eddy..è stato tutto merito suo…e non le sarò mai grato abbastanza…Se sono stato un po’ maleducato con lei,vorrei farmi perdonare:accetterebbe un invito a teatro?... G.B.’
Nella busta c’era un biglietto per l’Her Majesty Theatre,per lo spettacolo della sera successiva.
La giovane donna era rimasta a bocca aperta.Cominciava a capire cosa aveva potuto far perdere la testa alla sua amica…


Avevano fatto la spesa e ora Eddy stava sistemandola nei pensili della cucina,in piedi sulla solita sedia.G.le passava un pacchetto dopo l’altro:
-Cream cookies?...Dio,ingrasserò al ritorno da questo viaggio!-esclamò lei.
Lui la abbracciò,solleticandole la schiena con le labbra:
-Non temere…brucerai anche molte calorie…-
Lei scese dalla sedia scivolandogli tra le braccia.Lui stava già stringendola a sé,quando il cellulare di Eddy squillò…
La donna si sciolse bruscamente dall’abbraccio e corse a rispondere.
-Serena?cosa succede,amore?-
-Mammina…..quando vieni? Io sento tanto la tua mancanza…-
La piccola piangeva.Eddy si sentì in colpa,disperatamente in colpa.Non avrebbe dovuto lasciarla sola,tanti giorni:sapeva che prima o poi ne avrebbe avvertito la assenza…
-Cosa è successo,amore?-
-Irma mi ha sgridato…-
La giovane donna sospirò:ecco,c’era stato un intoppo…
-Ma forse tu avevi fatto qualcosa che non dovevi?...-
Prima di poterne ascoltare la risposta,Eddy sentì la piccola ridacchiare;quindi al telefono sopraggiunse la voce di Leo:
-Non temere Eddy,adesso è tutto sotto controllo…Ho detto a Irma di non impicciarsi troppo…Serena ed io andiamo benissimo,anche da soli…-
Eddy non approvò affatto.La presenza di Irma,con la sua posata serietà era una garanzia,per lei.
-Scusa,Leo…mi fai parlare di nuovo con Serena?-
-E’ qui vicino a me,che ride…lascia perdere,Eddy,se no le torna il magone,sentendo la tua voce:noi ce la caviamo! Richiama stasera!- e senza aspettare oltre,l’uomo interruppe la comunicazione.Eddy provò a rifare il numero,ma il cellulare di Leo risultava già irraggiungibile.
-Maledetto str****…!-inveì la donna,gettando il telefonino con rabbia sul divano.
G.entrava nel salotto in quel momento:
-Ce l’hai con me?...-scherzò,avvicinandosi.
-Non ho voglia di scherzare,adesso-lo raffreddò lei-…Idiota,accentratore…è bastato dargli la punta di un’unghia e si è preso tutta la mano…E’ sempre lo stesso maledetto str****!!!-
G. tentò di calmarla,avvicinandosi;ma lei lo respinse la seconda volta:
-Non venirmi a fare la paternale anche tu!-
Quindi si allontanò,verso la finestra.Lui le vide appoggiare la fronte contro il vetro,con una piega amara sulle labbra che non le aveva mai visto.Si bloccò:non la conosceva sotto questo aspetto…Decise però che sarebbe stato giusto colmare quella lacuna e le si avvicinò.Piangeva silenziosamente.
Tentò di rasserenarla,abbracciandola.Lei scuotendo la testa,finì per abbandonarsi al suo abbraccio,piangere sul suo petto la propria rabbia e le proprie paure.
Lui non parlava,si limitava ad abbracciarla,carezzarle la testa,consolarla con i gesti.
-Grazie,G….ma vedi in che specie di trappola ti vai a ficcare?che posso darti io,io che sto perdendo i pezzi del mio piccolo mondo…Non capisci?...Una storia come la nostra può funzionare solo in vacanza…quando tutto va bene…-
Lui sospirò.Poi le disse piano:
-A me non interessa una storia in cui va tutto bene..a me interessa una storia autentica,completa…-
-Conoscerai anche una parte di me odiosa…che si arrabbia,che respinge…-
-D’accordo:voglio conoscerla…e tu conoscerai tutto di me…anche il peggio,cara…-
L’aveva fatta sedere sul divano e,inginocchiato davanti a lei, cercava di convincerla.
-Ma tu cosa credi?perchè amo questa tua testolina?...per i pensieri che ci sono dentro.... per i sentimenti che sa esprimere e suscitare……E questa bocca?..io adoro le cose che sa dire…-
Eddy aveva smesso di scuotere la testa;ascoltava quella dichiarazione d’amore,incredula.
Non seppe resistere.Mentre ancora lui parlava accostò la testa alla sua e lo baciò,interruppe le sue parole per assaporare quelle labbra e quella lingua che le pronunciava.Lui ricambiò il bacio,accettandolo.Eddy si scostò e lo guardò:aveva gli occhi socchiusi,l’espressione di chi sta gustando il sapore più dolce che ci sia.
G.aprì gli occhi,la guardò,sorrise sospirando.
-Non rifarlo,Eddy…non riuscirei più a parlare…- la supplicò. –E invece voglio che tu mi dica cosa è successo…cosa ti ha fatto arrabbiare:voglio condividere la tua rabbia,voglio starti vicino,darling…-
Lei abbassò gli occhi;convenne che aveva ragione:dovevano dirsi tutto,se quella storia doveva essere reale e non solo un magnifico,straordinario sogno.
Le venne in mente cosa l’aveva fatta arrabbiare;il suo sguardo tornò fosco,le tornarono sulle labbra gli improperi che avrebbe voluto scaricare su Leo…
Raccontò a G.come si era svolta la telefonata;poi allargò il discorso a tutto l’antefatto,fino a spiegargli cosa c’era stato davvero tra lei e Leo,come si erano lasciati…-
-Bruno dice che io ho deciso per tutti e due…come faccio sempre…Ma vuoi sapere una volta Leo cosa mi ha detto…Mi vergogno quasi a ripeterlo…Mi disse:-bè,se non fai in tempo ad abortire,c’è sempre il cassonetto…-
G. ebbe una espressione di istintivo disgusto.Ma non la interruppe.
-E adesso viene a supplicarmi di poter fare il padre…Oh,G.forse ho sbagliato tutto…forse non dovevo cedere…Sono stata una stupida…-
-Vuoi rientrare in Italia,Eddy? Adesso,subito?Devi solo dirlo…-Le offrì lui,per calmarla.
La donna respirò profondamente.Poi gli chiese:
-Dimmi cosa ne pensi,G…..aiutami a fare la cosa giusta…-
Era quello che si voleva sentire dire.Si sedette vicino a lei,avvolgendola nel suo abbraccio,le parlò con calma,le disse la sua opinione:
-Non sono quasi mai stato quello delle scelte giuste,amore…ma vorrei solo che riflettessi,prima di decidere:ora sei infuriata… Se hai deciso di mettere in moto questo meccanismo,non puoi fermarlo al primo intoppo:sono sicuro che tu hai pensato soprattutto a Serena,quando le hai permesso di andare con suo padre…
Continua a pensare a lei,a quello che è meglio per lei…-
Conversarono a lungo:Eddy sentì che davvero qualcosa nella loro relazione stava maturando e ne fu profondamente felice…

Edited by arielcips - 5/4/2008, 10:57
 
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Evilsisters
view post Posted on 3/4/2008, 17:26





ed ora? cosa accadrà????
 
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Evilsisters
view post Posted on 3/4/2008, 17:27






Confrontarsi le aveva fatto bene;sbollita la rabbia,seppe razionalizzare e adottare una strategia diversa,per aggirare Leo e la sua arroganza.Chiamò Irma e le ribadì la sua piena fiducia;la donna richiamò l’attenzione di Serena con una scusa e le mise di nuovo in comunicazione:
-Amore?tutto bene?-
-Si mammina..che bello che mi hai richiamato…volevo finire di raccontarti…ma papà ha detto che avresti chiamato solo stasera-
Eddy sospirò,evitando di rispondere.
-Ma sai,mamma …Irma è come te: sta sempre attenta che io non sudi,non mi sporchi…e questo e quello…-disse la bimba ,elencando con un tono cantilenante tutto quello che era ‘proibito’.
Eddy sorrise:Serena aveva uno spirito arguto che la colpiva sempre.
-Serena…proprio perché mamma non c’è…io voglio che tu stia a sentire Irma,come se fossi io….e le devi anche volere bene:non permettere che papà la maltratti a causa tua,mi raccomando…-
-Anch’io le voglio bene…ma non come a te:a te voglio tantissimissimissimo bene…benissimooo…-
-Allora,divertiti ma stai attenta Serenella….mamma ti richiama stasera,per la buona notte…-
Questa volta Eddy chiuse la telefonata con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Si volse intorno,alla ricerca di G. Lo trovò nel suo studio al telefono,intento a programmare qualcosa per la serata.Si fermò a guardarlo in silenzio.Chiusa la conversazione anche lui la fissò,domandandole:
-Tutto a posto?-
Lei appoggiò le braccia sulla scrivania e si protese in avanti verso di lui:
G.la guardò interrogativamente divertito.
-Ora posso rifarlo?-gli chiese.
Lui sospiro,schiudendo leggermente le labbra.Lei lo baciò come prima;come prima lui si limitò ad accettare il suo bacio,assaporandolo fino in fondo.Si aggiustò la bocca con quella sua tipica,buffa smorfietta,poi la guardò:
-Vuoi ricominciare da questa stanza…?-le chiese.
Lei si tirò indietro,scherzando:
-No,no…scappo via…Che programmi hai stasera?-
Lui si era agilmente alzato dalla poltrona e l’aveva facilmente raggiunta,afferrandola per la vita e attirandola a sé:
-Intanto voglio baciarti…-
Il loro bacio divenne progressivamente più intenso e appassionato;lui la sospinse spalle al muro,senza darle la possibilità di respirare oltre il necessario,una mano sui suoi fianchi e l’altra che le teneva la sinistra alta sulla testa.
Si interruppe a fatica,sospirando.
-Chiuderei i riscaldamenti….comincia a fare maledettamente caldo,non trovi?-le disse scherzando.
Eddy riprese fiato,prima di potergli rispondere.
-Forse hai ragione…-
-Hai mai pattinato sul ghiaccio?...-
-No,…non ho mai pattinato in assoluto…-
-Poco male…imparerai:a che ora hai appuntamento con Rossella?-
-Dopo lo spettacolo…-
-Perfetto!...non ti dispiace se ho già organizzato la serata…a modo mio?-
Lei lo guardò con un’aria birichina sul viso:
-Ma davvero?...non ti riconosco più…Tu hai già deciso?-
G. rise,poi fingendo di minacciarla scherzosamente,le ribatté:
-Attenta…perché posso cambiare idea….- con uno sguardo molto eloquente.
-Scappo a prepararmi…ma…come devo vestirmi?-
- Mi verrebbe di risponderti ..il meno possibile…ma,direi:comoda e calda…


La pista di pattinaggio era nel parco alle spalle dell’appartamento di G.Era suggestiva,anche perché sembrava aprirsi in mezzo alla neve e rifletteva coi suoi scherzi di luce cangianti le mille illuminazioni natalizie di un attiguo parco giochi.
Tutt’intorno alla pista erano disposti del lampioncini stile modernista la cui luce soffusa sembrava riscaldare l’aria,almeno alla vista;ma la temperatura era decisamente sotto lo zero.
Calzarono i loro pattini,poi G. prese Eddy per mano e la portò con sé,senza difficoltà:
-Vedi che riesci benissimo? –le disse,e un fumetto di vapore le annebbiò la vista-
-Se mi lasci,cado a terra come una pera cotta…-
Lui finse di lasciarla,per appurarlo.
-Noooo!-gridò lei-
Ma per fortuna lui la sostenne prima che cadesse.Poi le diede qualche lezione su come spingersi da sola e poco alla volta si staccò da lei…
Eddy volteggiò sulla pista ,fino a lasciarsi andare.Poi si rese conto che non avrebbe saputo fermarsi:
-Come si frena?...gridò- Aiutoooo…ma dove sei?- si sentiva un po’ disorientata,intanto che aveva preso velocità e immaginava la fine miserevole e sgraziata del suo esordio sugli schettini.
Si fermò contro di lui.E nonostante lui fosse poderosamente saldo,l’impatto lo fece ridere e perdere le forze,sicchè finirono entrambi a gambe all’aria nella neve ai bordi della pista.


Rossella usciva dal teatro entusiasta.La messa in scena era stata magnifica:S.B. nelle vesti di Macbeth l’aveva completamente sedotta;era rimasta affascinata dalla sensualità delle scelte registiche e…non vedeva l’ora di parlarne con qualcuno.
A sorpresa si imbattè in un professore che aveva incrociato un paio di volte al college;scambiarono un saluto veloce,poi lui le chiese se le fosse piaciuta la rappresentazione.
L’entusiasmo di Rossella si trasformò in un fiume in piena di parole in libertà.
L’uomo però era altrettanto appassionato:lo scambio tra i due era davvero stimolante,al punto che Ro stava dimenticando l’appuntamento preso con Eddy.
Il richiamo di quest’ultima,che l’aveva riconosciuta tra la folla che si attardava all’uscita del teatro,la riscosse.Le andò incontro e fatte brevemente le presentazioni,la abbracciò con forza,rimproverandola:
-Signora Montano…stavolta me l’hai fatta proprio grossa…-
Quindi per tutto il percorso se la accaparrò,sottraendola a G. Voleva parlarle,sapere, dire la sua…Eddy la frenò:
-Non posso parlare con lui presente,Ro…capiscimi:ti prometto che sull’aereo ti dirò ogni cosa…-
-Devo aspettare fino a domenica???...tu vuoi la mia morte…-
-Ma dimmi piuttosto chi è questo affascinante signore a cui ti accompagni:hai visto che senza di me fai scintille…-
In quella Rossella si bloccò:aveva dimenticato Brandon…
-Che succede?- chiesero i due uomini che le seguivano.
-Dio…avevo dato appuntamento anche a Brandon…Brandon Dempsey,l’attore del Riccardo II…-
Furono costretti a tornare indietro.Quando finalmente la compagnia fu al completo,raggiunsero un grazioso locale,un irish pub,dove si ascoltava buona musica dal vivo e si poteva bere e mangiare qualcosa.
Attorno a un simpatico tavolo di legno i cinque familiarizzarono,al suono di vecchi classici blues.
La birra,la carne arrostita,le patate al forno scaldarono l’ambiente.Eddy notò però che il professore amico di Rossella si sentiva un po’ fuori posto;cortesemente gli rivolse la parola:
-Di cosa si occupa esattamente,signor Donovan…?-
Lui le sorrise,dicendole:
-Mi chiami pure Sean…io faccio traduzioni di classici…-
-Ma,che combinazione….anch’io sono una traduttrice…-
G. la teneva affettuosamente sotto l’egida del suo braccio;sentendole nell’espressione tanto entusiasmo,si voltò a guardare un po’ meglio il suo interlocutore.Quell’entusiasmo in realtà lo infastidiva un po’.
Purtroppo per lui,man mano che Eddy e Sean conversavano,venivano a galla sempre nuovi spunti per scambiarsi opinioni e battute. G.pensò a un certo punto che sembravano conoscersi da secoli…si ricordò l’intimità scherzosa che eddy aveva con Bruno e che,nonostante sapesse bene fosse del tutto innocente,non aveva mai mandato giù molto volentieri…
Rossella alzando lo sguardo colse l’espressione sempre più torva e insofferente di G.;allora tentò di avvertire Eddy.Ma erano distanti e nel locale non era facile parlare a distanza,perché la musica di fondo era abbastanza forte.
-Perché non la balliamo questa?- domandò allora,cercando di interrompere la situazione di impasse.
Il gruppo stava suonando ‘Twist and Shout:Rossella prese per mano Brandon,che non se lo fece ripetere e si rivolse altrettanto simpaticamente agli altri commensali.
Sean reclinò l’invito:
-Non credo di ricordarmi più come si balla…-
-Glielo ricordiamo noi…-disse cordialmente Eddy:era felice e le faceva piacere trasmettere la sua felicità agli altri.
Ma G. continuava a non apprezzare tutta quella sua sollecitudine:
-Andiamo a ballare…?- le chiese.
-Mi dispiace…Sean rimane da solo…-
L’uomo si era già alzato,ricadde piuttosto spazientito sulla sedia.Eddy finalmente si rese conto di qualcosa di strano,ma non volle indagare.
-Eddy..accompagnami a incipriarmi il naso…come si dice…-
Finalmente Rossella era riuscita a scuotere la sua amica.Ridendo all’indirizzo degli altri,se la portò con sé alla toilette.
-Il tuo amico,Eddy…-
-Cosa?-le chiese la giovane donna,che intanto si guardava distrattamente allo specchio,cercando di sistemarsi i capelli. –Uff…questa testa è orribile…-
-E’ geloso…- Rossella tentava di farsi ascoltare.
Eddy si fermò:
-Geloso? Di me? G.?...ma dai,Ro…che dici!-
-Ti assicuro che da quando stai chiacchierando con Sean Donovan ha cambiato progressivamente espressione…ti prego,facci caso!-
-Ma…ma cosa sto facendo di male?...Rossella,non sarai tu gelosa,dimmi la verità!-
-Eddy….ma ti ha dato di volta il cervello?...a parte che a me piace Brandon,dovresti averlo capito…-
-Speravo di aver capito male…Brandon è solo un ragazzo,Ro…-
Rossella alzò gli occhi al cielo,spazientita:
-Adesso mi fai anche la predica?Credi di averne il diritto,signora Montano?-
Eddy si morse le labbra;non voleva litigare…
-Scendi un po’ dalle nuvole…e stai attenta al tuo cavaliere…-
Rientrarono in sala,Eddy non trovò G. seduto a tavolino.Era andato a salutare qualcuno che conosceva e scherzava amabilmente con delle ragazze a un altro tavolo.Eddy non seppe cosa fare,se avvicinarsi o meno.Rimase ferma a guardare,quando Sean le si accostò e le disse:
-Un lento sono ancora in grado di ballarlo,però….permette?-
In quel momento G.alzò lo sguardo;la giovane donna vi lesse la conferma a quello che aveva detto poco prima la sua amica.Prima che potesse dire di no,però,Sean l’aveva presa per mano e la conduceva a ballare…
-Credo di aver bevuto un po’,Sean..mi gira la testa…forse è meglio di no…-
Ma in quel momento vide G.scendere in pista con una splendida ragazza dai capelli rossi.Allora le morirono le parole sulle labbra…ballò anche lei.
I loro occhi si incrociarono:erano entrambi amareggiati.
Tornarono a sedersi vicini,senza dirsi una parola. G.sapeva che aveva sbagliato;ma sapeva anche che quello era il suo maledetto carattere.Quando stava con una donna voleva che le sue attenzioni fossero concentrate esclusivamente su di lui…
Timidamente Eddy allungò la mano verso la sua,accarezzandola.Lui afferrò quella mano e la strinse fin quasi a farle male:adesso desiderava solo uscire dal locale e rimanere solo con lei.
-Ti dispiace se andiamo?- le chiese. –Ho un po’ di mal di testa…-


L’aria fuori era malinconicamente umida e nebbiosa.G.la teneva per mano,ma sembrava distratto e insofferente.Eddy faceva fatica anche a stare al suo passo.
-Non è stata una gran serata,direi?-esordì a un tratto,mentre aspettavano alla fermata dei taxi e lui si accendeva la solita sigaretta.
-Lo è stata solo fin quando tu…-le rispose,ma senza andare in fondo.
-Fin quando io?...cosa io?-lo incalzò lei.
-Non hai cominciato a …’socializzare’…-concluse l’uomo,piuttosto spazientito.
Lei scosse il capo,incredula.
-Ma…fa parte del mio modo di essere…lo dovresti sapere:ho socializzato anche con te,no?-
- …non hai solo socializzato,con me:voglio sperare che tu non faccia lo stesso con tutti!-
Eddy era esterrefatta.
-Scusa,ma….stai scherzando,vero?-
Lui si era appoggiato al muro,aveva la testa bassa:
-No…non scherzo affatto…-
-Geloso….sei geloso di me?...G.B.,il sex symbol,l’attore di fama internazionale…geloso di me?- le venne da ridere.
-Che c’è da ridere?-la guardò lui,con occhi che mandavano fiamme.
-E’ una cosa paradossale,G….grottesca:mi fa quasi ridere…-disse lei,senza guardarlo.
-A me invece fa stare male…male da cani…- Disse lui,puntandosi il pollice (!)contro il petto.
Nel sentirglielo confessare a quel modo,la donna si sentì stringere il cuore.
Cercò di avvicinarlo,alzò la mano per fargli una carezza,ma lui la allontanò
con la sua,distogliendo il viso.
-Ti prego…-
Sopraggiunse un taxi,vi montarono.Percorsero il tragitto in silenzio.Eddy si lambiccava il cervello,per cercare la maniera di ricucire lo strappo:sapeva che non era successo realmente nulla per cui valesse la pena soffrire tanto…
Approfittando della distrazione momentanea di G.si accostò all’orecchio dell’autista e gli diede un altro indirizzo.
Il taxi si fermò sul Tower bridge.G.finalmente si rese conto e iniziò a brontolare:
-Ma dove diavolo…?-
-Gliel’ho detto io…scendiamo?-
Preso in contro piede,l’uomo smontò dal taxi,che filò via senza aspettare.
-E adesso?- la rimproverò scontroso –Mi dici come torniamo?-
Lei fece spallucce.
-Tanto cosa tornavamo a fare?...a litigare?a tenerci il muso?...-
Lui non seppe ribattere.La guardò un po’ piccato,ma sembrò cominciare a reagire a quel momento di malessere.
Eddy gli aveva rivolto le spalle e,appoggiato il mento al gomito guardava dal parapetto del ponte il panorama della città che si specchiava sul fiume:dalla nebbia era emersa una luna fumosa,che sembrava guardarli incuriosita.
Lui la guardò,guardò il paesaggio intorno a loro;sentì il rimpianto per l’incanto della sera precedente;sentì che l’aveva spezzato lui,con quella ingiustificata gelosia.
Lentamente le fu alle spalle,la cinse,la rimproverò,ma sollecito:
-…prenderai freddo…-
Era solo un modo per avvicinarla:quando l’ebbe tra le braccia e respirò l’odore dei suoi capelli,non seppe trattenersi dal baciarla,sul collo,sui capelli,voltarla verso di lui e baciarla ininterrottamente,disperatamente…
-Non dirmi niente..non rimproverarmi…sono così,non lo sopporto…ma sono così…ti voglio tutta per me….esclusivamente….-
-Fa parte del tuo lato peggiore?...-gli chiese quando riuscì a fiatare.
Lui non aveva smesso di baciarla.Ammise di si,ma non si fermò.
-Oh G….,questo vuol dire che litigheremo,amore…-riuscì a dire lei,con un sorriso-litigheremo e faremo pace,proprio come due innamorati….-
Gli aveva intrecciato le braccia dietro la nuca e ricambiava i suoi baci con eguale passione.
-Sweet hart…io farei pace su questo parapetto…-sospirò lui.
Ma fortunatamente passò un taxi vuoto proprio affianco a loro.G.lo fermò e vi salirono.
Stettero di nuovo in silenzio,ma perché entrambi tentavano di contenere il reciproco desiderio;l’uomo le teneva la mano,intrecciando voluttuosamente le sue alle dita di Eddy,anticipandole in quel gesto quello che presto sarebbe stato dei loro corpi…
Smontarono dall’auto e si diressero al portone.Una volta entrati nell’androne del palazzo,G.non le diede nemmeno il tempo di capire e ricominciò a baciarla,contro la parete…
La serratura del portone che scattava li interruppe.Salirono le scale in fretta,con Eddy che cominciava ad avere il fiato grosso.Davanti alla porta di casa,tirarono insieme il fiato,poi lui aprì e richiuse finalmente alle loro spalle….

….Lo squillo ininterrotto del cellulare strappò G.dal sonno.Sollevò il capo dal letto e buttò un occhio sull’orologio che aveva sul comodino:
-Chi è che chiama all’alba?-grugnì,poi si accorse che erano le nove passate.
Si alzò piano per non svegliare Eddy che dormiva;sfilò lentamente il braccio da sotto il suo collo reclinato in perfetto abbandono.L’avrebbe baciata volentieri,ma temeva di svegliarla;il cellulare ricominciò a invocarlo.
L’impresa sarebbe stata quella di trovarlo:c’erano panni sparsi per tutta la casa,dalla camera da letto alla porta d’entrata.Ripercorse il cammino fatto la notte prima con lei,stropicciandosi il viso stanco ma soddisfatto.Finalmente intravide i suoi calzoni.Ecco il telefonino!
-Si?...oh,mamma!-(aveva completamente dimenticato di avvertirla che sarebbe arrivato con qualche giorno di ritardo).Sentì che stava per ricevere una giustificata lavata di testa;si adattò.In fondo ne era valsa la pena.
-Hai ragione,ma….-tentò di interloquire.
-Ti avrei chiamato senz’altro,è che…-
Ma si rassegnò;inutile tentare di accampare scuse;con sua madre,anche quando si aveva ragione,esisteva una sola cosa da fare:tacere!
Quando la tempesta fu sedata ed ebbe modo di replicare,si limitò a prometterle che sarebbe andato a Glasgow per Natale:
-Solo per Natale?...dovevi stare qui tutte le feste?...e HogManey?dove lo passerai:a Capri,Parigi,Toronto…?-
G.ebbe voglia di far cadere la linea;resistette.
-Mammina cara…c’è stato un imprevisto…Credo che il Capodanno non lo passerò a Glasgow…-
Era entrato in cucina e stava spiattellando un po’:voleva preparare la colazione alla sua innamorata golosa…
-Ma dove sei,Gerry son?-domandò a un tratto la donna,indagatrice.
-A casa,a Londra…-dovette ammettere lui.
-Chissà se avrò il piacere di saperne di più….Ti aspetto per Natale:ma ti prego,non darmi buca ancora….-
-No,mamma….sai che amo solo te!- le disse lui,ruffiano.La anziana donna rise:conosceva bene quel tono di suo figlio,ma se credeva di poter recitare anche con lei…
Eddy si vide servita sul letto una ricca colazione:te con latte,biscotti,pane burro e marmellata,miele…
La consumarono insieme con gusto.Poi G.disse:
-Oggi è una splendida giornata…sai dove vorrei portarti?-
-No?-
-Sull’Eye of London….ti ricordi?-
-Oh…non osavo chiederlo:un parco di divertimenti….-
Lui si chinò a baciarla,forbendole il labbro di un ricciolo dispettoso di marmellata:
-Un parco di divertimenti per la mia bambina…-sussurrò,poi alzando la voce:
-E stasera una sorpresa…!!!-
Lei lo guardò sparire verso la cucina,con una espressione ridente sul viso.


Dopo poco G. rientrò nella stanza da letto:
-Ancora lì?...non vuoi alzarti stamane?-le chiese.
Eddy lo aspettava:
-Ci sono due cose di cui vorrei parlare con te…-gli disse guardandolo seria da sotto in su.
-Uhm…- lui fece l’espressione del cucciolo bastonato- Vuoi rimproverarmi anche tu? Ho appena iniziato la giornata con una bella strigliata di mia madre…-
Lei arricciò il naso,sorridendo,per tranquillizzarlo.Ma lui non si sentì affatto tranquillo…
Si inginocchiò vicino a lei e poggiò il capo sul suo grembo.Lei gli carezzò la testa,iniziando a parlare:
-Allora…parliamo un momento di ieri sera…a mente lucida…-
G.non disse niente:era venuto il momento di incassare…
-C’è una cosa che vorrei domandarti…Che cosa devo fare quando tu ti avvicini a degli amici o conoscenti…posso avvicinarmi anch’io o devo rimanere discretamente in disparte?-
Lui si sollevò:
-Quella di ieri sera…è stata una serata sbagliata…E’ chiaro che devi avvicinarti,sei la mia ragazza…ma…il problema non si porrà più,perché starai sempre a fianco a me…-
La donna gli chiuse le labbra con due dita,sorridendo:
-Ah,G….non esserne così sicuro….Tu dimentichi che sei una star?-
Lui ritornò ad abbandonarsi nel suo grembo con un sospiro:come avrebbe voluto dimenticare volentieri quella parte della sua vita…
Le carezze di lei sembravano sollevarlo da quei pensieri.Dolce Eddy…
Sollevò di nuovo la testa:
-Qualche volta potrei chiederti di tenerti in disparte…ma se lo farò,sarà soprattutto per salvaguardare te e la tua privacy…basta uno di noi due a dover subire…-ammise.
-Bene…adesso dovrei parlarti della seconda cosa…-
-Credi che nel frattempo dovrei fumare una sigaretta?bere qualcosa?-la prese in giro lui.
Lei sorvolò.Continuò a parlare:
-Se e quando ci vedremo…a casa mia…-
-Vuoi dire quando verrò da te,fra qualche giorno…-si precipitò a ribadire lui.
Negli occhi di lei brillò un’espessione radiosa,ma si contenne:
-Quando succederà…non potrà essere come …come qui- Con le mani lei alluse alla casa.
Lui chinò il capo,mogio:
-Devi scusarmi…sono stato piuttosto…irruento…avido…Ma tesoro…-
-Schhh…sei stato meraviglioso,fantastico…sempre…-
La guardò,sempre con quello sguardo da cucciolo pentito:
-Proprio sempre?...-
-Smettila….lo sai!- gli disse lei,ridendo. –Quello che voglio ricordarti è che…il primo posto nei miei pensieri è…
-Di tua figlia,lo so…-le disse lui serio- Non sono un bambino….non fino a questo punto:e poi non potrebbe essere altrimenti…Non potrei mettermi mai in competizione con lei,che è una parte di te…Ma voglio che tu sappia una cosa: proprio perché è una parte di te… io vi amo entrambe:non potrei immaginare te,senza di lei…
Le sue parole la rassicurarono;di più,la resero felice.Gli strinse le braccia intorno al collo:
-Scusa…mi daresti un pizzicotto?...vorrei essere sicura di non stare sognando?-gli chiese guardandolo negli occhi.
Lui non se lo fece ripetere e cambiando espressione dal serio allo sbarazzino,le allungò un pizzicotto non proprio da gentiluomo…
-Ahi!- gridò lei.
-Vestiti!...e zitta!- disse lui alzandosi e facendole segno di tacere con il dito.(!)


Così sorvolarono la città dal famoso ‘Occhio’,una ruota panoramica spropositata,il cui giro sembrava non finire mai.Al di sopra di tutto e tutti,si strinsero forte,l’una nelle braccia dell’altro,sentendo sempre più cementarsi quella loro unione.
Ma il parco offriva mille attrattive:il tunnel dell’amore,il castello dei fantasmi,tronchi che schizzavano sulla corrente;montagne russe spericolate,enterprise…
Erano praticamente senza fiato,quando Eddy intravide l’auto-scontro.Questa volta fu lei a trascinarcelo.
-Se vuoi venire a Napoli,qui imparerai a guidare benissimo…- gli disse.
-Ma è un giochetto da bambini…-
-Sul serio?...allora prendiamo due auto diverse…e vediamo che sai fare!- lo sfidò lei.
L’abitudine a una guida che non conosceva regole le permise di riuscire a rincorrerlo e colpirlo più di una volta;poi G.capì come funzionava il gioco e la sfida si svolse ad armi quasi pari.
I due ‘campioni’ decisero di fare finalmente un giro sulla stessa auto;Eddy gli disse:
-Il gioco consiste nel puntare qualcuno antipatico…vedi,quel bimbo ciccione lì,per esempio?...-
-Tu sei una pericolosa criminale…-disse lui,ma le tenne dietro.
Il bimbo ciccione si dimostrò un osso duro;scontrarsi con lui non fu facile,ma estremamente divertente.Le ore volarono via in fretta.
-Dobbiamo rientrare…ma,scusa:non mi hai detto quanti anni hai?-disse a un certo punto lui.
-Mi meraviglio di te…non si chiede mai l’età di una signora…-lo rimproverò lei.
-Signora?Io vedo una ragazzina pestifera…mi sa che Serena è più composta di te…-
Lei sorrise,ammettendo:
-Forse non sbagli…Ma che sorpresa hai in serbo per stasera?...-
-Lo dice la parola:sorpresa…-rispose lui,enigmatico.-Però forse dovresti indossare quell’abito marrone…E niente calze autoreggenti…La sola idea che le indossi potrebbe annebbiarmi la vista….-
-Allora …andiamo a vedere qualcosa?-tentò di indagare lei.
Ma non ottenne risposta….

Eddy era pronta:indossava l’abito marrone,impreziosito da orecchini e collana d’ambra.Aveva lavato i capelli e si era data una pettinatura un po’ più sofisticata;si era truccata con più attenzione del solito.Voleva essere bella,bella per il suo magnifico uomo.
Lo cercò in giro per la casa,ma faticò a trovarlo.Finalmente si accorse che era nel salotto,sul divano davanti al camino,che guardava a luci spente la fiamma che moriva sotto la cenere.
Stava fumando.
Gli si avvicinò,col sorriso sulle labbra.Ma si accorse che era pensieroso.
Gli mise le mani sulle spalle,lui le afferrò,le portò alla bocca e le baciò,stringendosele al petto.
-Che c’è?...-gli chiese,ma in cuor suo conosceva già la risposta.Domani a quella stessa ora sarebbero stati lontani…
-Mi domando…se non sono un maledetto egoista,Eddy…-
Lei girò intorno al divano,si mise a sedere al suo fianco;lui la attirò sotto il suo braccio,lasciando che gli si accoccolasse vicino.
-Egoista?...perchè?-
-Perché in questa storia sono io quello che trova un porto sicuro dove tornare…. Ulisse…che torna a casa,dopo mille avventure…E l’idea dopo tutto non mi dispiace:questo mi fa inc****** con me stesso,terribilmente…-
-Bè,certo Penelope deve armarsi di tanta pazienza…ma anche lei ha una vita piena…-
-Non cercare di convincermi…domani saremo lontani duemila chilometri…il mese prossimo duecentomila….e se tu avessi bisogno di un uomo che stia al tuo fianco al cento per cento?…-
Le era tornato improvvisamente freddo.La fiamma nel camino sembrava smorzarsi;provò a suggerire:
-Forse preferiresti restare a casa…magari riattizziamo il fuoco…-e si volse a giocherellare tra i ceppi con l’attizzatoio.Poi aggiunse:
.-Ci stai ripensando,G.?...forse è meglio che duri il tempo di una vacanza,anche stavolta?-gli domandò.
Lui finalmente la guardò:si accorse che si era fatta bella ,più bella…immaginò l’avesse fatto proprio per lui.E pensò che non aveva nessuna voglia di rinunciare a lei,a saperla sempre sua:la sua ragazza,la sua donna.
-No!- le disse con sicurezza.- Durerà,…durerà perché io ti amo,Eddy…-
Le prese la testa tra le mani e la baciò,tenero e appassionato come sempre.
Si fermò.Non voleva scompigliarle i capelli,né disfarle il trucco.Voleva portarla fuori ed esibirla al suo fianco:era la sua ragazza…
-Andiamo…-poi la trattenne un attimo,si scusò:-Anche questo fa parte del mio lato oscuro…ma tu amore,tu sei capace di tirarmi fuori dalla palude…sempre!-
Non potè trattenersi dal baciarla ancora,delicatamente.


Il taxi si fermò davanti all’Her majesty theatre;man mano che si avvicinavano,Eddy si rendeva conto della sorpresa di G.L’aveva portata a vedere ‘il più grande musical di tutti i tempi’…e proprio là dove era nato,nella sua casa originale…Non poteva crederci.
Lo guardò con gli occhi che le scintillavano per l’emozione e la gioia:
-Ma G.?...E’ il teatro di Webber?...Stiamo andando a vedere…?-
Lui le sorrise,compiaciuto.Sapeva che la sorpresa l’avrebbe conquistata:si divertiva a vederla così eccitata,come una bambina in un negozio di giocattoli,indecisa su cosa guardare,scegliere,comprare.
Aveva trovato due poltrone centrali,nelle primissime file.A poca distanza da loro,ecco anche Rossella,che gli fece un cenno di saluto,ammiccando complice: al suo fianco Sean Donovan.Eddy non l’aveva vista e Rossella lasciò che si godesse tutte le emozioni della serata condividendole solo con l’uomo di cui era così visibilmente innamorata:si sarebbero incontrate più tardi.
Il teatro,come tutte le sere,da vent’anni a questa parte era gremito.La gente rumoreggiava in ogni angolo,dai palchi alle prime file:sui volti di ciascuno si leggeva la stessa eccitata curiosità.
Improvvisamente il buio in sala calò.Eddy si strinse a G.Il cuore le batteva,quando la prima parola fu pronunziata :’Sold’…poi partì la musica che lei aveva adorato per anni:un enorme lampadario di cristallo si sollevò sul pubblico andando a posizionarsi sopra le loro teste:la magia aveva inizio,l’emozione non avrebbe mai avuto fine…
G.conosceva ormai bene lo spettacolo e non si stupì quando il Fantasma fece il suo ingresso pronunciando la minacciosa frase dall’alto del lampadario:
-Did I not instruct that box five was to be kept empty?-
Ma Eddy sussultò e lo guardò,spaventata:
-Non sono stato io!...-la rassicurò lui,ridendo.
Era incredibile come il teatro riuscisse a diventare una scatola cinese,moltiplicandosi in un suo doppio: un doppio che conteneva palcoscenico e backstage,sipario e camerini,giù giù fin dove si annidava il covo del fantasma,con il suo lago sotterraneo,l’alcova,l’organo…La solitudine dell’oscurità.
La barca scivolava nella nebbia come sull’acqua,mentre Christine trillava il suo lunghissimo acuto,al perentorio comando di Eric:My power over you grows stronger yet…Sing my angel of the music...Sing for meeee!!!
Poi le note carezzevoli di Music of the night…
Ma i momenti più suggestivi sarebbero arrivati nella scena del cimitero:
-Whishing you were somehow here again…-
Questa canzone l’aveva sempre commossa:c’era qualcuno che non avrebbe mai più potuto rivedere,mai imparato a dimenticare…
Un cimitero nella neve,figure scolpite nella pietra,’sculpted angels,cold and monumental,seem for you the wrong companion…you were warm and gentle…’
Proprio così,il gelo della morte contrasta col tepore della vita…-pensò Eddy.
Poi di nuovo il richiamo struggente di Eric,angelo o fantasma,padre o amico?
-Have you forgotten your angel?-
Una lacrima di commozione le stillò dalle ciglia,cadendo sulla mano di lui,che la stringeva.
G.la guardò, intenerito.
Infine arrivò il momento della passione,il punto di non ritorno.L’effimero trionfo di don Giovanni…
Un brano che accendeva la carne di chi lo ascoltava,per concludersi poi in una struggente,disperata,inane dichiarazione d’amore:
- Say you ‘ll share with me one love,one lifetime,lead me, save me from my solitude…-
Eddy era emozionantissima,si stringeva a G cercandone la forza:lui.non potè fare a meno di avvicinare le sue labbra e baciarla…
-Christine that’s all I ask…-
Ma Christine impietosamente tradisce il suo maestro,il suo angelo…
Oh nooo!
E giù di nuovo nell’inferno del covo del fantasma…
Fino a quel momento in cui,per un attimo…il tempo di un bacio…e il dolore di tutta la vita,la rabbia,l’esclusione,la solitudine…si stemperano nel sapore sconosciuto del pianto
di un bambino mai esistito,sempre celato dietro una maschera di gelo e solitudine…
Eddy cercò un fazzoletto;ma G.fu più veloce di lei a offrirglielo…
-Oh,G….che bello,che grande storia d’amore….-
Lui la abbracciò.
-Mi vergogno tanto…-disse lei,tra i lucciconi.
-Non vergognarti…ho pianto anch’io,la prima volta che ho letto il testo e sentito la musica…-le confessò lui.
Quando in sala si riaccesero le luci,tra gli applausi entusiasti del pubblico,Eddy si accorse di non essere la sola ad avere gli occhi lucidi.E nessuno aveva voglia di andare via,desiderando che lo spettacolo continuasse ancora,che non finisse mai la ‘musica della notte’…


Finalmente si stavano alzando per lasciare il teatro;la folla si assiepava all’uscita,ma prima che potessero incanalarsi con gli altri,G.venne richiamato da qualcuno:
-Hei G. non sapevo fossi a Londra…?-
Eddy alzò lo sguardo;una donna alta,dal viso dolce e stranamente familiare,fasciata in un seducente abito da sera sembrava aspettare G. a braccia aperte.
-E.! sono felice di incontrarti-disse lui,ricambiando il suo abbraccio- Sei qui sola?-
-No…mio marito è qui,da qualche parte…-
Poi G. si volse verso Eddy e la invitò ad avvicinarsi,stringendola a sé:
-Lei è Eddy…-
-Salve…-disse quest’ultima,che finalmente aveva cominciato a riconoscere la splendida attrice vista a fianco di G.in uno dei suoi film più belli.- E’ un onore conoscerla personalmente,signora M.-
-Mi chiami pure E. e mi dia del tu…-disse quest’ultima,con fare amichevole. –Ti fermi molto,G.? –domandò poi.
-Domani sera parto per Glasgow…-rispose lui,distrattamente.
-E stasera…non volete unirvi a noi? Siamo invitati alla inaugurazione di un nuovo locale…-
G.declinò l’invito:in quella Eddy chiese il permesso di allontanarsi:era l’ora della telefonata a Serena.
Rimasti soli,G.confidò all’amica che quella era l’ultima sera che avrebbero passato insieme e che quindi avrebbero preferito un ambiente meno affollato e dispersivo.
-E’ carina,G. …diversa…- si lasciò sfuggire E. – Non è un’attrice,vero? E neanche una indossatrice,direi…-
-No…ci siamo conosciuti questa estate…lei fa la traduttrice…è italiana…-
Abbassando la voce,E. aggiunse:
-Sai che Maud è a Londra anche lei?...-
-No…non lo sapevo:ho rotto con lei,a novembre…e non l’ho più sentita da allora…-
-Mi ha detto che vi siete lasciati perché tu non sopportavi più le lunghe separazioni…-
-Più o meno…-rispose G.abbassando lo sguardo;aveva capito E.dove voleva arrivare.
-E questa volta…cosa ci sarebbe di diverso?- insistè E.
Lui tacque un momento;lo sguardo un po’ incupito,basso.Poi vide Eddy che gli sorrideva,salutandolo,mentre parlava al telefono.Rispose:
-Lei….e tutto,tutto ci sarebbe di diverso…- disse,con gli occhi che gli brillavano.
E.rimase piacevolmente stupita;guardò di nuovo la ragazza che lo aveva così amabilmente catturato e nutrì una istintiva simpatia nei suoi confronti.
-Scusatemi- disse Eddy…poi li guardò: -Mi sono persa qualcosa?-sorridendo interrogativa.
-Stavo solo spiegando a E. che domani parti e che preferiremmo andare in un locale meno affollato e più tranquillo…-
-Temo,G. che se intendevi sfuggire la confusione,non avresti dovuto venire qui…-li avvertì però interrompendoli l’attrice.
Un gruppetto di ragazze,munite di cellulari e macchinette fotografiche stava infatti avanzando minacciosamente verso G.,gridando entusiaste il suo nome.
E. si mise sotto il braccio di Eddy e la sospinse nella direzione opposta:
-Venga via…G. troverà il modo di liberarsene…-
-Ma…-fece in tempo a ribattere la donna,intravedendo con la coda dell’occhio il suo uomo iniziare a firmare decine di autografi,lasciandosi abbracciare e baciare da uno stuolo di fans.
-Non abbia timore…sopravviverà…- aggiunse ancora E.,per tranquillizzarla. –Venga,lo aspetteremo nel foyer…-
Nel foyer Eddy ritrovò Rossella e Sean;E. allora,lasciandola in buone mani,si congedò,rinnovando comunque l’invito a raggiungerli nel nuovo locale.
-E G….dov’è?...- domandò Rossella – Volevo ringraziarlo:è stata una esperienza splendida!-
-Forse arriva…non so…-
Mentre Eddy si guardava intorno,G. sopraggiunse trafelato e,presala sottobraccio la invitò ad andare via con Rossella e Sean,senza dare troppo nell’occhio:
-E’ pieno di fotografi,là fuori…-disse,rammaricato.Poi si rivolse a Sean: -Ci vediamo al *****,lo conosce?-
-Si…ma,Rossella e io…pensavamo di lasciarvi da soli…-disse l’uomo a bassa voce.
-Molto gentili…ma credo che dovrete rinunciare alla vostra discrezione …-rispose G.con uno sguardo eloquente.
Eddy si allontanava con i due,guardandolo un po’ amareggiata.
-Idiota che sono!- si disse G. e senza riflettere oltre la raggiunse e la baciò.
-Perdonami amore…ci vediamo tra pochissimo:ti assicuro che preferirei mille volte stare con te…e lo sai…- Poi l’abbracciò di nuovo,e baciandola pensò a quanto poco tempo aveva ancora per tenerla stretta così.Dimenticò per un attimo dov’era e chi era…
L’impietosa luce di un flash lo riportò coi piedi per terra.Fece in modo che Eddy rimanesse di spalle,non identificabile.Poi si diresse nella direzione opposta.

Eddy salì un po’ frastornata sul taxi fermato da Sean ,guardandosi invano dietro,nella speranza che anche G. riuscisse a prenderlo con loro.
Poi l’auto partì.Rossella la vide un po’ mogia e cercò di distrarla,parlandole dello spettacolo.
-E’ stato splendido,vero…?una messa in scena inimmaginabile…Io non saprò mai ringraziare abbastanza G. per avermi permesso di assistere a un capolavoro del genere…-
Sean cominciò a discutere di questo e quel cantante e a poco a poco Eddy si lasciò distrarre dalla conversazione.
Finalmente arrivarono all’Irish Pub:G. aveva prenotato un tavolo,visto che era sabato sera e il locale era comunque affollato;ma le luci soffuse,la discrezione di camerieri e degli avventori intenzionati a rimanere ovattati nei loro angoletti rendeva l’insieme accogliente e caldo.
Si sedettero e ordinarono intanto qualcosa da bere.
A un tratto un gruppo musicale diverso da quello della sera prima salì sul palchetto e iniziò a ‘scaldare’ gli strumenti.
Finalmente tra gli applausi incoraggianti del pubblico più vicino a loro,i nuovi venuti cominciarono a suonare:partirono con una canzone splendida degli U2,Love is Blindness;poi proseguirono con altri pezzi,in crescendo rock,fino a Light my fire,dei doors,che scatenò l’entusiasmo del pubblico.
Eddy rigirava stancamente la cannuccia nel suo long drink alla frutta.Il tempo passava e di G.non c’era traccia;sospirò,sorbendo un sorso di bibita per tirarsi un po’ su.Poi il cantante del gruppo si avvicinò al microfono e disse:
-Questa canzone è per qualcuno che sa aspettare…-quindi partì con delle note suadenti,quelle di una rumba sensuale che Eddy conosceva bene:


Fortunately you have
Someone who relies on you
We started out as friends
But the thought of you just caves me in
The symptoms are so deep
It is much too late to turn away
We started out as friends
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady


La canzone era appena iniziata,che G. fu alle sue spalle e,presala per mano,la invitò a ballare con lui.
Time I'm sure will bring
Disappointments in so many things
It seems to be the way
When you’re gambling cards on love you play
I'd rather be in Hell with you baby
Than in cool Heaven
It seems to be the way
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady
Era stretta a lui;ballavano,come non era stato mai possibile prima,ballavano e senza parlare si dicevano quello che avevano nel cuore…G.la stringeva,la lasciava volteggiare,la riabbracciava:Eddy ritrovava ancora una parte di sé che credeva scomparsa,tanto tempo fa…
All alone with you
Makes the butterflies in me arise
Slowly we make love
And the Earth rotates
To our dictates
Slowly we make love
Sign your name
Across my heart
I want you to be my baby
Sign your name
Across my heart
I want you to be my lady
La musica lentamente scemò,ma loro due erano ancora stretti,quasi fusi l’uno nell’altra…
-Non smettere mai di aspettarmi,sweet hart…-Le sussurrò lui.
Si avvicinarono al tavolo,dove Rossella con gli occhi che le brillavano aveva assistito emozionata a quel loro rituale d’amore.
-Vi trattenete ancora un po?- domandò,ma sapeva che era una domanda superflua.
G. cinse Eddy da dietro e si chinò a chiederle con lo sguardo cosa voleva fare.
Lei gli sorrise,poi gli chiese:
-Perché no?...non ballavo da secoli…-
Lui socchiuse gli occhi sospirando,ma annuì.
-Quello che vuoi,honey…-poi la prese ancora per mano e continuarono a ballare.


-Però…balli bene,per essere una principiante…-
Lei arricciò il naso:
-Anche tu non sei male…- disse,con aria di superiorità.
-Chi ti ha insegnato …?- finse di indagare lui.
-Mmmm…boh?forse Bruno? O Roberto? O Gianni? O…- aveva un’aria di birichina provocazione.
Lui la attirò a sé,ruggendole all’orecchio:
-Non credi sia ora di tornare a casa?...-
-Perché?- Rispose ancora con quella sua aria impertinente.
-…non farmi ripetere:lo sai bene,il perché…-E le diede un morsetto sulle labbra.
Si andarono a congedare dai loro amici,scambiando gli ultimi accordi per la partenza del giorno dopo.Uscirono dal locale avvinghiati l’uno all’altra.Fuori nevicava:Londra sembrava una città fantastica,Buckingham Palace,Westminister,il Tower Bridge…tutto avvolto dalla neve somigliava al reame delle favole…
G.aveva preso la sua auto e percorrevano le strade fatate della capitale inglese,stretti l’uno all’altra,scambiandosi dolci effusioni,sorrisi,battutine.
Finalmente arrivarono a casa.
G.sembrò intento a riattizzare il fuoco nel camino,lasciando che Eddy entrasse da sola in camera da letto:sul letto una scatola bianca con un grosso fiocco…un regalo per lei…
La donna si girò verso di lui,che entrava nella stanza :
-Cosa significa?...è per me?...- era piuttosto emozionata:non riceveva regali da diverso tempo,esclusi quelli che praticamente si faceva da sola.
-Si…io spero che non lo troverai…di cattivo gusto…Non ho resistito:volevo che lo ricevessi a Natale,ma desidero tanto vedertela addosso…Quando l’ho vista,ho pensato a te,a quella sottoveste nera che indossavi sul balcone,a Ischia….-
Eddy aprì lo scatolo:all’interno una camicia da notte di seta satinata,bianco sabbia,splendida nella sua elegante semplicità…La donna rimase senza parole,la sollevò per le delicate spalline,alzò gli occhi verso di lui:
-O G…è molto bella….io…la indosserò solo per te…-
G.era rimasto in trepidante attesa,guardandola un po’ di traverso;le sorrise,poi la attirò a sé
e la baciò con tutta la camicia:
-Aspetta…vuoi stropicciare il tuo regalo…?- tentò di frenarlo lei.
-Oh…non sai quanto..-le rispose lui,eloquente.


Era mattina.La luce del giorno filtrava da qualcuna delle finestre,insinuandosi fino alla camera da letto.
Eddy aprì gli occhi;sentiva che anche G. era sveglio,ma non ne era sicurissima.Col piede strofinò delicatamente quello di lui;la reazione non mancò:ricevette una carezza simile e per un po’ rimasero in silenzio a giocherellare sotto le lenzuola.Poi lei rise e anche lui.
Allora si voltarono di fianco,a guardarsi:
-Buongiorno,strepitosa ballerina….-
-Buongiorno,dolcissimo amante…-
-A cosa stavi pensando?- chiese poi lei.
-Pensavo a Ischia…al nostro fortuito incontro…Sai,sere fa ho visto un film,un vecchio film con Jack Lemmon…-
-Si svolgeva al Regina Isabella di Ischia?...lo conosco bene:è uno dei miei preferiti…- rispose lei e citò: -Tutti gli anni,dal 15 luglio al 15 agosto…-
-Potrebbe essere un idea….?-suggerì lui,poi le cinse le spalle –Ma a me non basterebbe solo un mese all’anno…-
Eddy sospirò,poi rispose:
-Sarebbe già qualcosa…-
Lui le carezzò i capelli,affettuosamente,con tenerezza:
-E tu?...cosa stavi pensando?-
-Niente di preciso…ricordavo…-
-Cosa?...-
-Il nostro incontro…se non ti avessi dato da parlare,magari adesso non saremmo qui…-
-Io ti avevo già notata,appena eri arrivata sulla terrazza del solarium…- le confessò lui.
Lei si meravigliò:
-Ma dai?...non ci credo…-
-Caffettano giallo,faccetta imbronciata e poi…la risatina:quella è la tua arma segreta…-
Eddy non potè fare a meno di fargliela risentire,perché ancora una volta non sapeva in quale altro modo coprire la sua emozione.
Lui scosse la testa,ammiccando:
-Eccola qua…inconfondibile…-
Non sorrideva più:il desiderio rese la sua espressione seria e intensa.La baciò piano,come fosse la prima volta,poi progressivamente insinuò affamato la lingua nella sua bocca,le mani sulla sua pelle,resa ancora più attraente dalla seta che le scivolava addosso…
Fu su di lei,le tenne le braccia immobilizzate sul cuscino,la coprì di baci;poi lasciò che le sue mani gli cingessero i fianchi,suggerendogli con quale ritmo accelerare il suo desiderio,fino a
condividere insieme ancora una volta un piacere illimitato,infinitamente appagante…

Le ore della gioia passano in fretta…
Presto venne il momento di partire:Eddy aveva fatto i bagagli e ora insieme chiudevano la casa.
-Puoi per favore mettermi i documenti nella tasca della sacca?..-le chiese lui,preso da altre mille incombenze.
-Certo…- rispose Eddy
Cercò la tasca laterale,ma senza volere aprì una tasca interna:trovò qualcosa che la fece sorridere:il libro che aveva regalato a G. era là,lo seguiva in viaggio,al posto del pacchetto di sigarette…
Quindi chiusero la porta a chiave e,sospirando tacitamente,raggiunsero il taxi che li avrebbe portati all’aeroporto.
Fino all’ultimo minuto,come le aveva promesso,G.fu pieno di premure e dolcezze;la tenne stretta a sé e un attimo prima che salisse sull’aereo la baciò ancora,assicurandola che si sarebbero rivisti molto presto.
Poi le consegnò un pacchetto:
-Questo mettilo sotto l’albero…è per Serena!-
-Ma…amore…-
-Ti chiamo stasera,ti richiamerò tutte le sere…vai,ora…E ricordati…- Non disse niente,ma le stampò un ultimo bacio con due dita sulle labbra.
Poi aspettò che l’aereo decollasse,socchiuse gli occhi,sospirò:
-Prego,signore?-
-Victoria station…-


Edited by arielcips - 22/5/2009, 22:03
 
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view post Posted on 3/4/2008, 17:30
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Eddy si era appena accomodata nel suo posto,vicino all’oblò.Distrattamente aveva seguito la voce di un’hostess che ripeteva come comportarsi durante il decollo,mentre una sua collega mimava in modo sempre un po’ buffo i gesti da fare;l’aereo rullò,prese velocità,finalmente decollò…
Finalmente?
Poi qualcosa attirò la sua attenzione;la mano di Rossella che tamburellava ritmicamente,insistentemente sul bracciolo.
Eddy la guardò;l’amica ricambiò eloquentemente lo sguardo,sempre tamburellando.
Schiarendosi la voce,la donnà esordì:
-Forse…è il momento di darti qualche spiegazione?-
-Già…abbiamo tutto il tempo…o no?- le disse l’amica,con gli occhi che le brillavano di eccitazione.
-Ro…è una storia un po’ complicata…-
-Eddy?non tergiversare….Intanto a quanto pare è cominciata questa estate,vero?-
-Si…questa estate…-ripetè Eddy,con occhi sognanti.
Quindi riassunse all’amica le vicende dell’estate precedente:com’era cominciata,come si era sviluppata,com’era finita quella storia…
-Gli hai detto proprio così? – domandò Rossella incredula- Di tornarsene alla sua vita….e basta?senza lasciarvi un recapito,senza ipotizzare…???-
-Che senso avrebbe avuto…?- rispose Eddy,facendo spallucce.
Rossella scosse la testa:
-Sei incredibile,Eddy…io non ne sarei mai stata capace…Ma..ma poi sei riuscita a tenere tutto dentro,senza raccontarmi mai nulla?-
Eddy sospirò:
-Se ti avessi raccontato qualcosa,avrei…materializzato quello che per me era stato solo un bellissimo sogno…inconcludente…Non potevo parlarne,Rossella:io volevo dimenticare!-
Rossella sorrise,ancora stupita.Poi la guardò:
-E ora?...cosa è cambiato?- le domandò,un po’ crudamente.
Eddy guardò davanti a sé,sospirò:
-Non so…forse nulla,forse tutto:forse è cambiata la mia situazione…allontanarmi da Serena mi ha reso meno forte…e lui,lui invece questa volta era molto più sicuro…-Eddy sollevò la testa verso l’amica,con un gesto di ribellione:
-Non chiedermi altro,Rossella…non voglio chiedemelo nemmeno io,non voglio razionalizzare…Adesso penso soltanto che torno a casa,che tra poco riabbraccerò Serenella…-
-Lei lo ha conosciuto,immagino…-insistè invece Ro.
Eddy annuì:
-Lo ha conosciuto,sì….e credo anche che gli si sia affezionata:lo vede come il ‘principe’ delle fiabe…quello che affronta il drago,per salvare la principessa!-
Rossella non osò esprimere quello che in quel momento le era balenato in testa:
-(Solo che Serena…per chi farà il tifo,per il principe o per il drago?-)


G.era sul treno:il finestrino abbassato,respirava l’aria di casa.
Nonostante la nostalgia di Eddy gli facesse compagnia già dal momento in cui aveva visto l’aereo sollevarsi in volo,sentiva che era dolce pensare a lei:non c’era l’amarezza e il malessere del vuoto dei giorni precedenti al loro incontro,non c’era nemmeno l’insoddisfazione latente che gli lasciavano gli incontri saltuarii con Maud.C’era invece una sensazione di tenerezza;l’apparente vuoto era colmato da un’assenza che si materializzava in un sogno dolce,in un ricordo suadente.C’era il profumo di lei nel suo maglione,come la certezza di un sentimento autentico custodita in segreto nel suo cuore.
Guardò l’orologio.A quell’ora Eddy forse era quasi arrivata a Napoli.Avrebbe aspettato un’altra oretta e poi l’avrebbe chiamata.
Il paesaggio intorno a lui era così rasserenante,nonostante la sera fosse ormai calata:poche luci su un immenso altopiano i cui contorni morbidi sembravano abbracciarti con delicatezza:era a casa,finalmente….ed era sereno.
Il cellulare squillò:
-Hallo?...mamma! sono in treno,si….sta’ tranquilla:sto arrivando davvero...Come dici?Se sono da solo…?- G.gettò il mozzicone dal finestrino- In un certo senso,no,mamma…non sono solo…-



La chiave girò nella toppa.Eddy diede una spinta alla porta e finalmente entrò in casa.
Era tutto silenzioso:che strana quella casa senza Serena,così piccola e così vuota.
Accese le luci,portò i bagagli in camera da letto.Prima però si fermò ad accendere l’albero e il presepe che avevano sistemato nell’ingresso soggiorno:una fantasmagoria di spot colorati si riflettè sul pavimento,poi nel vetro della finestra.
Eddy depose il pacchetto che G. le aveva dato per Serena sotto l’albero.
Entrò nella sua stanza,cominciò a disfare le valigie.Voleva che tutto fosse in ordine al più presto,per potersi poi distendere e riposare un po’:domattina era la vigilia,Serena sarebbe ritornata…dovevano fare mille cose,dovevano parlare…
Si stese vestita sul letto:era esausta.
La mano corse sotto il cuscino:il pacchetto era là,lo sfiorò e quasi magicamente il telefono sul comodino squillò:
-Pronto?...G?!?….non mi hai fatto nemmeno arrivare,amore…-

Alle 12 in punto il citofono squillò…Serena era tornata!
Eddy aprì il portone e attese,sulla porta.Che gioia riabbracciare la sua piccola,che tenerezza.
-Mammina!-
La bimba ci precipitò tra le sue braccia,restandole incollata addosso.Alle sue spalle Irma,con la valigetta e un discreto sorriso sulle labbra.
-Prego,Irma..entri…- la invitò Eddy.
Mentre la donna ringraziando entrava in casa,mamma e figlia si scambiavano baci e convenevoli:
-Hai fatto la brava?...com’era la neve?...hai un colorito splendido…-
-O mammina,quanto tempo senza di te…ti sono mancata moltissimo?-
Finalmente Serena si staccò un po’ dalla mamma,desiderosa di ritrovare tutte le sue cose,nella stanzetta:giocattoli,peluche,il suo tavolo da lavoro…
Le due donne sedettero un po’ a parlare:
-Come è andata,allora?- chiese Eddy.
-Bene…papà e figlia sono stati inseparabili…- rispose Irma,ma sembrava vagamente reticente.
Eddy domandò:
-E…come mai non è venuto,Leo?- sapendo che in questa assenza doveva celarsi qualcosa.
Irma infatti abbassò lo sguardo.
-Ieri c’è stata qualche incomprensione,tra loro due…-
L’espressione di Eddy si fece interrogativa:
-Lui avrebbe voluto che la bambina si trattenesse anche a Natale…- finì per confessare Irma
La padrona di casa si spazientì:
-Ma perché…perché non sa mai darsi un limite,quel benedetto uomo?- esclamò,sbuffando.
Anche Irma scosse la testa.
-Non mi aveva detto che a gennaio avrebbe dovuto partire per Parigi...- chiese poi Eddy.
-Si,infatti andremo…ma…Eddy,mi spiace:ho paura di avere fatto un errore…-
-Che intende dire?- la ragazza era sulla difensiva.
-Leo ha preso così tanto coraggio,che ora…se dovesse risolvere i suoi problemi di salute…-
Irma tacque di nuovo.
Fu Eddy a finire la frase:
-Tornerà il solito vecchio Leo,prepotente e arrogante?...è questo che vuol dire?..Per fortuna io con lui non ho niente a che fare,e se farà il prepotente con Serena la perderà…esattamente come ha perso sempre…-
Irma cominciò a raccogliere le sue cose,per andare via.
-Io mi domando Irma perché si fa umiliare da lui?- le chiese Eddy,parandosi davanti a lei.
La donna la guardò,con un ‘espressione dolente,ma fiera negli occhi:
-Perché?...perchè lo amo…ecco perché…per amore,noi donne siamo disposte a qualunque sacrificio,non crede?-
Fu Eddy a dover abbassare gli occhi,a riflettere su questa affermazione.
-Forse lei non ha mai amato Leo,ma sono sicura che quando amerà qualcuno,come me…mi potrà capire…-


L’uscita di quella donna dalla casa ristabilì un clima di festa.Eddy disfò il piccolo bagaglio di Serena:poi volle farsi raccontare tutto quello che aveva fatto.
Di lì a poco bussò Rossella alla porta.Discretamente poggiò i suoi regali sotto l’albero:avevano l’abitudine di aspettare insieme la mezzanotte e poi spacchettare con Serena alcuni degli scatoli.
Durante la notte,poi,arrivava Babbo Natale e la mattina del 25 si trascorreva a montare castelli,avvitare carlinghe di aerei,far funzionare trenini…


Nel pomeriggio arrivò una telefonata di G.
-Come va?-
-…bene,sto preparando la cena di stasera:sai,qui si usa fare il ‘cenone’…-
-Mmmmm,sento già l’odorino…Mi domandavo se…potevo chiamarti dopo la messa di mezzanotte…-
-Vai a messa?- domandò lei,stupita.
-…Discendo da generazioni di cattolici…non lo hai notato?- rispose lui
-Mah…mi sarà sfuggito…- confessò lei,un po’ ironica. –Comunque avrò il cellulare sotto il cuscino…puoi chiamarmi là…-
-Beato quel cellulare…-sospirò lui.


Tutto scorreva serenamente.Eddy avvertiva però una minaccia latente:purtroppo sapeva di potersi fidare del suo sesto senso,e ne aveva paura.
-Sai mamma che papà voleva passare il Natale insieme a noi?- le disse a un tratto Serena.
-Dici sul serio?...a me non ha detto niente,però…-
-Lui mi ha detto:perché non rimani anche a Natale?- continuò candidamente la bimba.
-E tu,cosa gli hai risposto?-
-Gli ho detto che volevo stare con te…- e le si abbracciò alla vita.
Eddy non commentò.
Serena fece il musetto imbronciato e disse:
-Allora lui si è arrabbiato…e io gli ho detto:perché non vieni tu,a casa nostra?-
Indaffarata tra i fornelli,Eddy non perdeva una parola di quel racconto.
-E lui?-
-Lui ha detto:perché tua madre non vuole!...ma è vero,mamma,che non lo vuoi?...-
La giovane mamma stava per rispondere,ma in quella la bimba esclamò:
-Oh guarda…i centostelle!!!..ne accendiamo uno?-
Lo accesero e fu subito una festa…
Ma la domanda rimasta sospesa sarebbe ritornata prima o poi…



Intorno alle otto il telefono squillò di nuovo:
-E’ papà…mamma,rispondo io!-
-Pronto?...chi sei?...-Serena rise,ma aveva il viso stupito. –Non capisco una parola…aspetta!-
Rossella era lì vicino;capì chi avrebbe potuto essere e pensò di prendere la telefonata,ma Serena chiamò Eddy:
-Mamma…vieni al telefono?-
Eddy era alle prese con i preparativi;riuscì a spegnere qualche fuoco,a sciacquare le mani e asciugarle;finalmente venne al telefono.
-Pronto?...G.?...ma non dovevi chiamare più tardi?-
-Ho passato un terribile momento di nostalgia…e non ho saputo resistere…State per cenare?-
Eddy sorrideva,con una espressione indulgente.Scambiò ancora qualche chiacchiera,poi ribadì l’appuntamento telefonico notturno;tornò in cucina sorridente.
Il telefono squillò di nuovo.Questa volta era Leo.
-Ciao,papà…- disse Serena- Buon Natale…-
-Come mai il telefono era sempre occupato:sapevate che avrei chiamato alle otto in punto!-
-Mamma stava parlando con G.-
Eddy rientrava allora dalla cucina e captò la fine della conversazione.
-G.? E chi sarebbe?-
-…è il suo principe,…-
Eddy guardò Rossella,intenta ad apparecchiare:si scambiarono uno sguardo eloquente.Ma nessuna delle due avrebbe potuto interrompere o cambiare l’andamento di quel dialogo.
-Papà,ma sei ancora arrabbiato con me?-
Leo,dall’altra parte,stava elaborando i dati che aveva in mano;si fermò,ritenne opportuno riconciliarsi con Serena.
-Tesoro…non sono mai stato arrabbiato con te…-
-Allora perché non mi hai riaccompagnato tu,a Napoli…?Perchè sei rimasto sulla neve,senza di me?-
-Perché …io vivo qui:non potevamo lasciare la casa vuota…Hai visto che bel posto dove vive papà?-
-Siii…oh,scusa papà:ci sono i cartoni…..ciao!Ti passo la mamma!-
Approfittando della facilità con cui Serena era solita passare da un interesse all’altro,Ro aveva acceso la televisione,proprio su un programma dei suoi cartoni preferiti.
Eddy prese la comunicazione sul cordless,in cucina:
-Tutto a posto,Leo?- domandò con indifferenza.
-Direi di sì…e anche tu,a quanto pare…- insinuò lui.
-A cosa alludi? -Domandò lei,con sufficienza,conoscendo bene la risposta.
-Serena mi ha detto che hai un principe…un principe dal nome esotico…Chi è?-domandò,col suo tono spiccio e arrogante.
-Credo che la cosa non rientri nei tuoi interessi…-
-Voglio sapere mia figlia chi frequenta…-
-Ti ripeto che questo non rientra né nei tuoi interessi né nei tuo ambiti…Mi pare,Leo,che già avere avuto modo di ritrovare una figlia della quale avresti fatto volentieri a meno,solo due anni fa…-
-Le cose sono cambiate,adesso…Intendo far valere i miei diritti,Eddy…-
Eddy si inalberò,perse la pazienza:
-Leo:tu non hai nessun diritto…tu hai avuto solo una possibilità…e ringrazia che stai male,se no…non avresti avuto nemmeno quella!- Solo dopo averglielo rinfacciato,Eddy ricordò che aveva promesso a Irma di non svelare il loro segreto…Si morse le labbra,ma ormai era fatta.
Ci fu un lungo momento di silenzio.Eddy immaginò che Leo avesse fissato la donna accanto a sé con quel suo sguardo indagatore,da spia,che gli conosceva fin troppo bene.
-Vedo che ti sei informata…o ti hanno,informata …-
-Leo,vivo a Napoli da sempre…una sera ti ho visto uscire da un centro dialisi…scomparivi ogni due giorni…hai un aspetto…disastrato:non sono stupida!- si giustificò lei,sperando di essere credibile.
-In ogni caso,sono malato…ma non ancora morto:e se uscirò vivo da una..una cosa…allora vedrai,se non riuscirò a difendere i miei diritti!... Arrivederci,Eddy..e Buon Natale!- Un augurio che suonava come un anatema…
Eddy non riuscì a trattenere le lacrime.Serena si accorse di qualcosa,tralasciò i cartoni,corse accanto a lei:
-Mamma!...chi ti ha fatto piangere?-
La donna scosse il capo,negando:
-Mamma…ti proteggo io…non piangere…- La consolò la piccola,abbracciandola.
Eddy si asciugò le lacrime:era Natale e Serena avrebbe dovuto passare solo ore felici,in quella giornata!Si fece forza e rigettò i pensieri e le preoccupazioni dietro le spalle…


G. era seduto tra i banchi della cattedrale cattolica di Glasgow,seguendo la solenne messa di mezzanotte.Il suo pensiero,però,era evidentemente altrove:non rispondeva al rito,non univa la sua voce ai canti…Sua madre gli diede un paio di gomitate,ma non ottenne granchè.Eppure l’espressione sul viso di suo figlio non era preoccupata,come altre volte:era semplicemente assente,altrove…Dove? Avrebbe voluto chiederglielo,ma sapeva bene che se il discorso non fosse partito da lui difficilmente avrebbe gradito inferenze,anche da parte sua.
Aveva un bel dire che era l’unico amore della sua vita:la anziana signora sapeva bene che il suo splendido figlio aveva un cuore sensibile,messo più volte a dura prova dalle pene dell’amore e di una vita strana,a volte scombinata,sempre un po’ fuori dall’ordinario.
La signora M. sospirò.E si accorse con un attimo di ritardo che anche lei aveva dimenticato di rispondere al sacerdote,l’ultima volta…
All’uscita dalla chiesa,alcuni vecchi amici invitarono G. ad unirsi a loro,per un ‘dopo cena’;approfittando del fatto che per sua madre era tardi e che avrebbe voluto accompagnarla,l’uomo declinò l’invito.
Nel taxi che li riportava a casa,la donna lo guardò,con quel sorriso di compiaciuta solidarietà che hanno solo le madri per i propri figli:
-Tutto bene,G.son?...-
Lui la abbracciò,con calore.
-Si,mamma…sto bene…-
Non riuscendo a sfuggire a quello sguardo che valeva più di mille parole,G. aggiunse:
-C’è una persona nuova,nella mia vita…-
La donna non lo interruppe,aspettò che lui si lasciasse andare del tutto:
-Io…credo di essermi davvero innamorato,Ma’…- E a questo punto G. le aprì il suo cuore,raccontandole tutte quelle cose che poco alla volta lo avevano portato a quella conclusione.
Erano rientrati a casa e G. parlava ancora,con l’entusiasmo di un bambino che tornato da scuola vuole raccontare come sia andato bene ad una interrogazione.M.a un tratto lo fermò,abbracciandolo:
-G.son…sono felice per te…Non avere paura,figlio mio:in certi casi,sono proprio le difficoltà che uniscono,profondamente…
Lui ricambiò l’abbraccio,cercando di assimilarne tutta la forza e l’energia che sua madre intendeva trasmettergli.
-Partirai domani?- poi gli chiese lei.
G. sorrise:non avrebbe osato chiederglielo.
-Non…non ti dispiace,Mamma?-
-Vai…Mi domando cosa stai a fare ancora qui!Avete così poco tempo,per stare insieme…-
Questa volta G. non solo la abbracciò,ma la sollevò di peso e la portò così fino davanti al’albero di Natale:
-Prima devi aprire tutti i miei regali!-
La donna si ricompose un po’,accorgendosi con lo stupore di una bimba che sotto l’albero c’erano decine di pacchetti per lei…


A mezzanotte in punto,Serena comincio ad aprire i pacchetti sotto l’albero.
-Questo è da parte di zia Rossella…- le disse quest’ultima.
Era una borsetta di piccoli strass colorati,che riproducevano il musetto di un cagnolino.
-E’ bellissima….mamma,è da signorina chic…hai visto?-
-Questo da parte mia…-
Eddy lo aveva comprato a Londra:era un piccolo kilt originale col gilè e la camicetta bianca.
-Mamminaaaaa…lo posso mettere?domani,lo posso mettere?- gridò Serena,entusiasta.
-E questo pacchetto qui,chi me lo manda?-
Era il pacchetto di G.
-Guarda che bella carta,mamma… ma….che cos’è?-
Era una sorta di scatola magica,all’interno della quale,sullo sfondo di un castello,si muovevano un drago e un cavaliere…
-Mamma…guarda:è il tuo principe?-




Quando fu ora di andare a dormire Serena,eccitata dalla giornata,chiese a Eddy di poter rimanere con lei,nel lettone,portando anche il regalo di G.
Poco dopo,la bimba era addormentata.Eddy scivolò dal letto e,portando con sé il cellulare,se ne andò sul divano del soggiorno.
Aspettò,pensando a mille e una cosa;poi prese sonno.
La vibrazione del telefono la svegliò.Riuscì a rispondere dopo un po’:
-Si?...-
-Honey?...ti ho svegliata,mi spiace…- si scusò G.
-Mmmmm…ma che ora è?...no,non me lo dire…-
-Buon Natale,amore….sei nel tuo letto?-
-No…sono sul divano…volevo rimanere sveglia ad aspettare la tua telefonata…-
-Che c’è piccola?qualcosa non va?...-
Lei non rispose.
-Ti farebbe piacere…avere un ospite,domani sera?-
Le si illuminarono gli occhi:
-Domani?...-
-Diciamo questa sera…se vogliamo essere precisi…-
-Oh…ma…non so…-Eddy era felice,ma pensava che ancora non aveva preparato Serena a quella nuova presenza nella loro vita…
-Non mi sembri entusiasta…- la rimproverò lui.
-No…è che…-
-Tesoro…vengo giù…male che vada andrò a dormire in albergo!-troncò lui,un po’ risentito.
-G….o scusami…oggi…oggi il rientro di Serena non è andato molto liscio…-
Lui espirò il fumo.Pensò che forse avrebbe dovuto essere un po’ più accomodante.
-Vuoi parlarmene?...-domandò,sollecito.
-Meglio di persona…ti aspetto,allora…-gli rispose lei,e una sfumatura di desiderio colorì le sue parole.

-Oh sweetheart…Andrà tutto bene…Dimmi:sei sul divano?-
-Si…?-
-Ma non hai freddo?...-
-La casa è calda…ho un plaid che mi copre…-
-Un plaid…-disse lui con un sospiro.
-G….questa conversazione sta prendendo una piega pericolosa…-
Lui rise.
-Sei adorabile,honey…lo sai cosa ti farei,vero?-
-Ma ti assicuro che col pigiama che ho indosso…-
-Sarai carinissima lo stesso…e poi,un pigiama si può sempre sfilare…-
-G!!!...smettila!...- disse Eddy,con poca convinzione.
La telefonata invece si protrasse ancora un po’.
G.volle sapere se Serena aveva aperto il suo pacchetto.
-Molto carino,G. dove sei andato a pescarlo?-
-In un negozio di gadget della Disney…Mi ricordavo qualcosa a proposito dei ‘draghi’…-
-Già…-
-Ora ti lascio dormire…ti richiamo domani,per farti sapere se e quando arrivo…o preferisci una sorpresa?-
-Anzi…se mi dici quando arrivi vengo a prenderti in aeroporto…-
-Wow…allora a domani,sweet heart…-
Eddy spense il telefono e tornò nella sua stanza;si stese a fianco della sua bimba e si addormentò,con un mezzo sorriso sulle labbra.



A prima mattina furono svegliate dallo stridulo cicalio del citofono.
-Chi sarà,adesso…- si domandò Eddy.
Diede un’occhiata dall’alto verso il cancelletto:era Leo!
Aprì;per fortuna Serena dormiva ancora.Chiuse la porta della zona letto e andò incontro all’uomo,che avanzava con un grosso pacco.
-Buon Natale!- disse con un sorriso apparentemente conciliante.
-Salve…non mi pare che stamattina dovessimo vederci?-
-Serena mi ha raccontato che la mattina di Natale apre i regali di Babbo Natale…mancava il mio!-
Quindi entrò e posizionò il suo pacco sotto l’albero,insieme ad un altro grosso involto colorato.
-Sei sola,spero?- le disse poi,col tono del padrone di casa.
-Oggi ancora sì…-rispose lei,con tono di sfida.
-Allora offrimi un te…Vorrei parlarti…-il tono era tornato mellifluo.
-Seguimi in cucina…così non svegliamo Serena…-
Mentre aspettavano che l’acqua bollisse,Leo accese la sua solita mezza sigaretta,affacciato al balconcino della cucina.Poi si volse verso Eddy:
-Ti è andata proprio bene,che io mi portassi la bambina fuori proprio quando tu dovevi andare a Londra…-
-Guarda che le cose non stanno esattamente come dici:io non sarei mai andata fuori,se tu non mi avessi tolto la compagnia di Serena…-
-Mettila come vuoi…alla fine ci hai guadagnato,no?-
Eddy versò l’acqua calda nelle tazze e le posò sul tavolo,con un gesto volutamente brusco:
-Dove vuoi arrivare,Leo?-
-A un accordo,Eddy…ad un semplice,pacifico,civile accordo…-disse lui,ricambiando il gesto brusco,con un accenno ad un brindisi,sollevando la tazza.
Eddy sospirò:
-Visto che sono io il padre di Serena,vorrei poter entrare in maniera diversa nella sua vita…vorrei seguirla di più…ma tu sai che non posso muovermi,non come vorrei almeno!-
Lei non lo interruppe.
Leo bevve un sorso e continuò:
-Intanto,oggi che è Natale vorrei trascorrere la giornata con lei….tutta la giornata!...Poi,dopo l’operazione,vorrei stabilire dei periodi di…diciamo due settimane al mese? In cui tenerla io?-
Eddy scosse la testa,rise,della sua risata particolare.
-Tu non hai nessun diritto,Leo,nessuno:lo capisci?-
L’uomo si stizzì:
-Non credo che tu abbia ragione…-
-Io credo di sì…e poi,se davvero avessi a cuore la bambina,come dici,e non il tuo stupido amor proprio desideroso di gratificazioni….non penseresti mai,MAI,a toglierla dal suo ambiente,ogni quindici giorni….ma per cosa l’hai presa?per un soprammobile?-
-Io non potrei mai vivere in questa città caotica e velenosa…lo sai:sai dove abito…-
-Bravo!...e tornaci!- gli rispose lei,furente.
-Stai perdendo la calma,vedo…-
-Tu,tu me la fai perdere…- Eddy respirò forte,cercò di rientrare in sé.
-Leo,sono contenta che Serena ti abbia conosciuto e sia entrata in sintonia con il suo padre’naturale’:la bambina si sentiva diversa,e credeva di essere stata respinta per qualche colpa non commessa…ora è di nuovo allegra e spensierata,credo:non rovinare tutto,come sempre!-
-…e cosa dovrei fare?ora che ci siamo ritrovati,andarmene in punta di piedi,lasciare che altri prendano il mio legittimo posto?-
Eddy era stupita,lo guardava:
-Ma di che parli?-
-So bene che hai un uomo…da qualche parte…-
-Anche tu hai una donna,mi pare:poverina Irma…-
-Irma non c’entra niente!Non pretende di imporsi come madre…al tuo posto…-
-Calmati Leo…chi ti dice che il mio ‘fantomatico’ uomo prenderebbe il ‘tuo’ posto?!?-
-Perché tu non aspetti altro,per darmi la stoccata finale!Mi ricordo bene il veleno della tua ultima lettera:tu ora mi hai concesso questa occasione,solo per ..per…-
Leo stava male.Eddy capì che non ragionava affatto.
-Ti prego- gli disse – Calmati ora,se ti vede Serena,si impaurirà…- gli mise una mano sul braccio,per tranquillizzarlo.
L’uomo cominciò a respirare con maggiore regolarità.Si calmò.
-Mamma?- Serena comparve sulla soglia del salotto.
-Buon Natale,tesoro!...guarda,tuo padre è venuto a trovarti e …babbo Natale gli ha dato questo per te!- Eddy era andata incontro alla bambina,per trattenerla vicino all’albero.
Lentamente Leo si alzò,si accovacciò vicino alla bimba,aiutandola a spacchettare.
Il regalo del papà era tutto un kit di colori a olio,tavolozza,pennelli e carta.Poi c’era un altro scatolo,che conteneva la riproduzione di un circo,con personaggi semoventi,la cassa,gli animali…il tutto illuminato da lucine fantasmagoriche e rallegrato da una musichetta da carillon…
-OOOOh…mamma! E’ bellissimo!...E oggi mi ci porti?-
-Certo amore…è una promessa!-
Leo si inalberò di nuovo.
-Dove vorresti portarla?-
-Al circo,come tutti i Natali:perché?-
-Al circo,papà;vuoi venire anche tu?-
-Io …ma certo,portala al circo,insegnale a non rispettare gli animali…questa è l’educazione che le dai,vero?-
Eddy si alzò,guardandolo.
-Smettila Leo…-
-Mammina,perché non posso andare al circo?-
Eddy sorrise alla bimba,cercando di rassicurarla:
-Ci andremo,Serena…certamente…-
-Ma papà non vuole…?- Serena cominciava ad avere i lucciconi.
-Papà non sa quel che dice,a volte…-
-Invece lo so benissimo:non voglio che Serena vada al circo,sono stato chiaro?-
Serena cominciò a piangere.Eddy non lo sopportò:
-Esci fuori,Leo…esci da questa casa!Vattene,hai capito?-
Quindi si volse a consolare la piccola;ma piangeva anche lei.
-Mammina,non piangere…- disse Serena ,poi guardò severamente il padre – Non voglio più che sia tu,il mio papà…non voglio più:tu fai sempre piangere la mamma…-
Leo arretrò,spaventato da quel rifiuto.
-No senti…non volevo…- ma poiché nessuno più gli dava retta,lentamente se ne uscì dall’appartamento,sconfitto.



arielcips17/2/2006, 18:06
Irma era appena scesa dal taxi,trafelata.Leo aveva preso la sua auto ed era uscito di casa prestissimo,per arrivare a prima mattina a Napoli,da Serena.Un’imprudenza che poteva nuocergli.La donna lo aveva rincorso in taxi,ma arrivava solo ora.
Lo vide uscire dal cancello con un’espressione stravolta sul viso,volle chiamarlo:
-Leo…- ma intanto il tassista aspettava di essere pagato.
L’uomo la guardò appena,poi risalì sull’auto e mise in moto,senza aspettarla.
-La prego…- si rivolse al tassista- la prego,segua quell’auto rossa…-
-Signora…ho già risposto a un’altra chiamata…-
-La segua…è importante!- lo supplicò,rimontando in auto.
-Guardi,salga….ma arrivati a Chiaia la lascio…-
Leo proseguiva nel traffico:la testa cominciava a sbattergli,il fiato gli si era fatto corto.Pensò che avrebbe fatto meglio a fermare l’auto,continuare a piedi.
Parcheggiò a casaccio,tra le strombazzate di clacson e gli improperi degli altri autisti,e cominciò a percorrere la villa comunale,in un unico senso,senza guardare da nessuna parte.
Il tassi lasciò Irma in prossimità della villa.Guardandosi intorno la donna riconobbe l’auto,ma Leo non c’era già più.
Era disorientata:si sforzò di individuare la sua sagoma dinoccolata lì intorno,ma non c’era.Pensò di entrare nella Villa.
Aveva piovuto e non c’era nessuno.A quell’ora tutte le famiglie stavano celebrando il rito dell’albero:aprire i regali,montare i giocattoli,divertirsi a condividerli coi propri bambini…
A Irma sfuggì una lacrima…
Asciugandosi gli occhi in fretta,guardò di lato per caso:ecco Leo,che si allontanava verso il parapetto che si affacciava sul mare!
Irma accelerò il passo.Attraversò la villa in fretta.Arrivò sulla strada.
Leo guardava verso il Vesuvio:non si sentiva bene ed un peso,un’angoscia profonda gli attanagliava il cuore.Aveva avuto un’occasione…e l’aveva persa:perché?perchè era un inetto,perché era solo un relitto,l’ombra di un uomo…dipendeva da una macchina,a giorni alterni…questo era lui.
Si appoggiò al parapetto,come se stesse per scavalcarlo.
Irma si precipitò in strada,senza pensare alle auto che sfrecciavano.
-No,Leooo!!!-
L’uomo avvertì un richiamo lontano.Poi una brusca frenata,stridente.Un cozzo.
Si voltò:un piccolo capannello già si era formato intorno all’incidente.
Cercò di farsi largo.Di capire.
Riversa sull’asfalto,c’era Irma.


G.era un po’ seccato.Dalla Scozia non c’erano voli diretti per Napoli:avrebbe dovuto fare scalo a Milano e poi ripartire.significava perdere una giornata intera…
Forse avrebbe fatto meglio a rimanere un altro giorno a casa e poi l’indomani viaggiare con calma da Londra direttamente fino alla meta.Nel dubbio chiamò Eddy.
-Pronto?-
Era la vocina di Serena.G.cercò di farsi riconoscere:
-Ciao…vuoi parlare con la mamma?...si,ma sta piangendo,non so se può venire al telefono.-
G. aveva capito poco,ma quello che aveva capito non gli piaceva affatto.
-Adesso vedo se viene…e tu,quando vieni?...mamma,che vuol dire ‘soon’?-
Eddy si stava asciugando gli occhi:aveva capito chi fosse l’interlocutore di Serena e sperava di riuscire e tranquillizzarlo.Ma sarebbe stato difficile,data la conversazione avuta con la bimba.
-Eccomi,G….dimmi…-
-Che succede Eddy?...- aveva una voce seria e preoccupata.
-Niente….- tentò di rispondere lei.
-Puoi dirmi perché stavi piangendo?- il tono era perentorio.
-Niente di nuovo,G….ho litigato…-
-Con il padre di Serena?-
-Si…-
Lui tacque.Poi riprese:
-Non puoi parlare…la bambina è lì?-
-Sì,G….era qui anche prima,quando è successo…E’ stata una scena molto…pietosa…-
G.scosse la testa.Sentiva rabbia e rammarico per quello che stava succedendo alla donna che amava:Eddy non meritava di soffrire ancora…
-Ascolta ti chiamavo per dirti…che arriverò stasera tardi…devo prendere due aerei e da Milano non sai mai cosa può capitare…-
-Ma G….non ti conviene:passi il giorno di Natale viaggiando?non è giusto.Magari puoi stare un po’ di tempo ancora con i tuoi e domani…-
Lui sorrise.Avrebbe voluto essere già vicino a lei,per abbracciarla,prendersene cura.
-Cosa c’è,amore?- gli chiese la donna,non sentendolo parlare.
-Niente….è che vorrei starti vicino,ora,subito…-
-Posso aspettare fino a domani…- scherzò lei.
Lui tirò una boccata ed espirò.Era indeciso.
-Non puoi dirmi il motivo del vostro litigio?-
-Mah…la causa scatenante il fatto che volevo portare Serena al circo…e lui è contrario…La verità è che la malattia lo ha reso ancora più arrogante,prepotente…maniacale per certi versi…-
-Al circo,…vorrei accompagnarvi io al Circo…vuoi?-
Eddy sorrise.
-Se riesco a contenere Serena…perché no?-
-Tesoro…non so se resisterò a partire domani…Se arrivo stasera tardi?prendo un taxi e vengo sotto casa tua…-
Eddy sospirò,indulgente.
-G….vieni quando vuoi…noi siamo qui...-
Non seppe resistere.Si imbarcò sull’aereo per Milano quello stesso pomeriggio,scappando via da casa poco dopo il pranzo di Natale.Sua madre lo strinse a lungo tra le braccia:inutile negarsi che per lei ogni partenza era inconsciamente una ennesima innaturale separazione da quella sua amata parte di sé…
Il volo fino a Milano fu breve,regolare.Arrivati a Malpensa,però,come G. aveva previsto,ci fu da attendere.
Sorbiva un aperitivo analcolico sgranocchiando due noccioline al bar dell’excellent class,quando qualcuno si accorse di lui e fece per avvicinarsi.
In quella il cellulare dell’uomo squillò:
-Si?...honey?...bè,visto che hai chiamato,non posso negarlo:sto arrivando…Quando?...diciamo intorno alle undici…Ma non è necessario tesoro…bè,se vuoi…d’accordo:ci sentiamo all’arrivo…-
L’espressione un po’ severa di G. si addolcì.Finì il suo aperitivo e ,preso il bagaglio a mano,si andò a sedere in sala d’aspetto,sfogliando il libro che Eddy gli aveva regalato.
-Ma guarda guarda..non è poi così grande il mondo,vero G.?- Una voce flautata,due gambe da capogiro,un corpo mozzafiato:Maud!
Prima che lui potesse dire niente,si era accomodata al suo fianco,accavallando le gambe fasciate in seducenti calze nere e appena coperte da una irrisoria minigonna.
-Non dirmi che stai leggendo ancora quel libro…Le due città?-
-Ciao,Maud…-
-Ciao Maud? E’ tutto quello che sai dirmi,darling?Non noti niente?-
-Bè…sei in splendida forma,se è questo a cui alludi…-
-Guardati intorno!-
G. si guardò un po’ intorno.Quasi su tutte le pareti il viso della ragazza splendeva in tutta la sua bellezza,con capelli che andavano dal biondo,al rosso,al nero…
-Oh…non ci avevo fatto caso:complimenti…la tua carriera va alla grande!-
-Si…- disse lei,guardando con soddisfazione tutte le foto che la ritraevano.Poi indossò in fretta delle lenti che la rendevano meno facilmente riconoscibile.
-Vai anche tu a Capri?- gli domandò.
Lui scosse il capo.
-No…-
-Oh…che peccato? E dove passerai il Capodanno? A Positano?-
-Non lo so ancora…tu stai andando a Capri?- domandò,giusto per educazione.
- …chissà…Ci stai ripensando,G.?-
Lui sbuffò,un po’ spazientito.Non avrebbe voluto incontrare Maud,non all’aeroporto…Sapeva che presto o tardi sarebbero sopraggiunti i fotografi.Infatti di lì a poco i flash cominciarono a scattare.Tentò di sottrarsi alla meglio.
Poi una voce annunciò il loro volo.Insieme salirono sull’aereo.Per fortuna la hostess li indirizzò verso due posti separati.
G. era nervoso.Immaginò che a Capodichino altri fotografi avrebbero atteso l’arrivo di Maud.Pensò che forse sarebbe stato meglio avvertire Eddy,non farla venire.Aveva una sensazione sgradevole;il presentimento che quell’incontro fortuito non avrebbe portato nulla di buono.



-Irma!- Leo si precipitò sulla donna,che per fortuna già riprendeva lentamente i sensi.
-Irma!...- ripetè abbracciandola – Dio mio,stai bene?-
L’automobilista gli si avvicinò.
-Ho fatto appena in tempo a evitarla,ma è comunque scivolata per lo spostamento d’aria…-
Leo sembrava non ascoltarlo proprio:
-Leo…- gli domandò lei – Che stavi facendo? –
L’uomo l’abbracciò,con una intensità inusuale.L’idea istantanea di perderla gli aveva finalmente fatto capire quanto gli era indispensabile.
-Cara,vieni,vieni via…- le disse aiutandola a sollevarsi da terra. –E voi,fate largo…non c’è niente da sapere…via,allontanatevi!-
-Leo….dobbiamo andare in clinica…- gli ricordò la donna.
L’automobilista protagonista dell’incidente si offrì di accompagnarceli:
-Voglio essere sicuro che la signora stia bene..- era spaventato anche lui.
Leo lo allontanò:
-Sta bene,sta bene…adesso mi occuperò io di lei…-
Così dicendo attraversò la strada,portandosi sul lungomare.Qui lasciò che Irma si appoggiasse al parapetto,di fronte a lui;fingendo di riassettarle l’abito,di riassestarle i capelli,le carezzò la testa.
-Irma…ho bisogno di te…ti prego…aiutami…- finalmente riuscì a dirle.
La donna se lo strinse amorevolmente sul cuore.Ma lui si sottrasse a quel gesto consolatorio.Sollevò il viso verso di lei e la baciò:
-…sono un relitto d’uomo,Irma…ma,vorresti sposarmi?-
Lei gli sorrise come una bambina.Ricambiò il suo bacio e rispose:
-Si,Leo…non voglio altro…-
Lui le cinse la spalla col braccio e si incamminarono lentamente verso l’auto.

L’uomo seduto a fianco di G. si era alzato per andare alla toilette.Maud ne approfittò per raggiungere l’attore e scambiare ancora qualche chiacchiera con lui.
-Non ho capito ancora dove sei diretto?- gli domandò.
Lui stava ascoltando della musica;staccò le cuffie e le rispose:
-Non te l’ho detto,infatti…-
-Oh!...un segreto?...credevo non ti piacesse volare da un luogo all’altro…ti facevo a casa,da mammina…- gli disse,con una punta di veleno.
-Ci sono stato,infatti…e quanto al viaggiare..hai ragione:farlo a tempo perso non mi è mai piaciuto!-
-Dunque questo sono stati per te i mesi trascorsi con me? Tempo perso?- ribattè lei,rammaricata.
Lui sospirò:
-Maud…che senso ha rigirare ancora il coltello nella piaga…Tu ci hai provato,a modo tuo,a stare con me:non ha funzionato…- non voleva ferirla;ripensava alle parole di R.:in fondo non era colpa di nessuno,se tra loro non era durata.
La donna accavallò le gambe,con fare sensuale.
-Nessun rimpianto,G.?- gli domandò maliziosa,incrociando lo sguardo di lui che certo non rimaneva indifferente di fronte alla profferta di quel corpo perfetto.
Lui si lasciò sfuggire un riso amaro.
-Non ti arrendi mai,vero Maud?..-scosse la testa- posso sapere perché?so bene che stare con me non è facile,né gratificante:dunque perché così testarda?-
-Forse perché mi piaci,G.?perchè solo tu mi hai fatto provare delle emozioni insospettate?-
Lui continuò a scuotere la testa:
-Sei carina a dirmelo…ma non credo che basti,come base di un rapporto duraturo…infatti non è bastato,a me!- il tono questa volta era severo.
Maud prese in mano il libro,che G. teneva sulle gambe:
-Vai da lei,vero?...dalla donna della dedica?-
Questa domanda lo stupì.Maud se ne accorse e rise:
-Sono superficiale…ma non stupida,G….sentivo che questa fantomatica E. era sempre nei tuoi pensieri…ogni volta che ci rivedevamo mi auguravo di non ritrovare questo maledetto libro sotto il tuo cuscino…ma nonostante tutti i miei sforzi,era sempre là!-
G. si intristì;pensò che in fondo anche lui era stato poco corretto nei confronti di Maud.
-Ci ho provato…Maud…io ero pronto a fare un salto di qualità,con te…-
-Davvero?...tu,io e il libro sotto il guanciale?- gli rinfacciò lei.
Il legittimo occupante del posto vicino a G. era rientrato e ora aspettava in piedi di riprendere il proprio posto.
Maud lo guardò,cambiò la posizione delle gambe perché l’uomo potesse ammirarle fino in fondo,quindi approfittando della sua momentanea defaillance,gli chiese di poter aspettare ancora,magari occupando il suo posto,mentre finiva la discussione intrapresa.
Si volse poi a G. ridendo,come se quanto avesse detto finora appartenesse a un’altra persona.
-Eccoci dunque al capolinea,mr B….ti auguro un buon soggiorno…e se a Capodanno non saprai come ‘perdere’ il tuo tempo,puoi sempre venirmi a cercare a Capri…ma stavolta,niente letture impegnative!-
Così dicendo gli restituì il libro,si alzò e ritornò al suo posto.


Eddy era andata a cercare Serena nella sua stanza.La bambina stava disegnando con i suoi vecchi colori;in un angolo,il magnifico kit regalatole dal padre,ancora intatto.
La donna si sedette vicino alla bimba,osservò il disegno che stava finendo di colorare:un molo,una grande nave,il tramonto e sul fondo del cielo un volo di rondini…
-Che bello,Serena!...sei bravissima…ma qui?perchè hai cancellato?-
C’erano due figure umane,ma Serena le aveva cancellate.
-Non erano venute bene…-
-Cos’era?- le chiese la mamma. –Due bambini?-
-Un papà con la sua bambina…- rispose lei.
Eddy sospirò.Poi parlò piano:
-Serena…tuo padre di vuole molto bene,solo che …-
La bambina la interruppe:
-Quando arriva il tuo principe,mamma?-
La donna la guardò;voleva riuscire a capire cosa passava in quella testolina apparentemente semplice.
-Forse arriva stasera…ti fa piacere?-
La bambina sorrise:
-Non capisco come parla…però mi piace…e resta qui?-
-Si ferma per qualche giorno…Lo facciamo dormire in salotto?- domandò Eddy,provocatoriamente.
Serena rise.
-Mamma!....non dorme con te?allora cosa viene a fare?-
Eddy rise.Sta a vedere che ora Serena ne sapeva più di lei…
--Anche Irma dorme con papà,no?...- disse ancora la piccola.Poi si irrigidì,non voleva parlare di suo padre:era arrabbiata con lui!
Eddy invece approfittò per tornare sull’argomento:
-Ascolta Serena….quando un papà e una mamma vivono insieme,spesso litigano…proprio come è successo stamane tra me e tuo padre…ma tu non devi pensare che lui non ti voglia bene,anzi!-
Lo sguardo della bimba si scurì.
-Non mi piace quando ti fa piangere…e non mi piace quando non vuole che io vada al circo…-
-Sai…un giorno ti spiegherà con calma i suoi motivi…discutere non vuol dire nulla di male,Serena…anche tu ed io,discutiamo…-
La bimba la abbracciò.
-Non hai ancora aperto il suo regalo…guarda che bei colori…perché non usi questi?-
la incoraggiò Eddy.
-Posso?...a te non dispiace?-
-No,Serena…non mi dispiace…-


Finalmente l’aereo atterrava a Napoli:le luci della città si confondevano con le stelle di una notte purissima.Anche il mare sembrava un ricamo d’oro e argento,come nella più classica delle cartoline.
G. era rimasto amareggiato dal colloquio con Maud;aveva continuato ad ascoltare la musica,senza più leggere il libro,senza guardare fuori.
Quando i passeggeri cominciarono a sciamare verso l’uscita,si alzò anche lui:raccolse le sue cose,accese il cellulare:ma non chiamò Eddy…
Arrivò sul predellino e si accorse con rammarico che la bella modella era ancora lì,circondata dai flash dei fotografi;tentò di eclissarsi,ma con una inaspettata malizia,la giovane donna lo afferrò e lasciò che i fotografi li ritraessero insieme.
Lui la guardò stupito,irritato.Finalmente ebbe chiari tutti i motivi per cui tra loro,al di là delle reciproche colpe,non avrebbe mai potuto funzionare…Tirò quasi un sospiro di sollievo:meglio così,Maud…pensò tra sé.
Quindi riuscì a sottrarsi alla ressa e prese la direzione dell’uscita;ma prima si accese una sigaretta,e l’aspirò con esasperata voluttà.
-Ben arrivato,mr B.!-
Una voce alle sue spalle lo fece sussultare,si voltò:era Eddy.
Il sorriso gli si riaprì sul volto:non si sarebbe mai aspettato di trovarla…Era tardissimo,infatti:chissà da quanto era lì ad attenderlo.La prese per una mano e l’attirò dietro una colonna;quindi si chinò su di lei e prese a baciarla,dolcemente.Quel bacio lo riconciliava col mondo:non avrebbe mai smesso…
-E’ tardissimo…scusami,non avrei voluto farti arrivare qui a quest’ora…- le disse poi –Come hai fatto con la bambina?-
-Ho aspettato che si addormentasse…C’è Rossella da me,che ci aspetta!...Non hai bagagli?-
-Ah si…andiamo!-
Ritirarono la valigia dell’uomo,poi andarono al parcheggio.Nell’auto di Eddy il posto dietro era praticamente quasi del tutto ingombro dal seggiolino della bimba e una marea di libri,giocattoli,paccottiglia varia…
-Ehm…non è esattamente ordinata…lo so…- disse lei per scusarsi.
Quindi si mise alla guida. Attraversarono la città da un capo all’altro;G. notò che Eddy aveva una guida piuttosto ‘sportiva’ e gli venne in mente il suo modo di usare l’autoscontro.
-Tesoro…avevo l’impressione che il semaforo fosse rosso…-
-Semaforo?....ah,ma quello non conta,amore…-
-Ahem…questa corsia non sarebbe preferenziale?-
Eddy rise:
-Certo! Preferenziale quando si ha fretta di tornare…-
Lui scosse la testa:
-Sei proprio una pericolosa criminale…-
Eddy a conferma di ciò prese il suo cellulare e,sempre guidando,digitò il numero di casa:
-Rossella ? siamo a Chiaia….tutto bene?...-
G.si coprì gli occhi.
Arrivarono finalmente sotto il palazzo.La donna parcheggiò l’auto con abilità,quindi finalmente smontarono.
-Tu….guidi sempre così?- le chiese,tra il meravigliato e l’atterrito.
-No…bè…quando porto Serena con me rispetto tutte le regole…-
-Fortunata bambina!- sospirò lui.
Entrarono in casa.Rossella li aspettava:salutò brevemente G. e si congedò.
L’uomo cominciò a guardarsi intorno.Era un palazzo antico,ma gli appartamenti all’interno erano stati modernizzati.Infatti come si entrava ti accoglieva un ampio soggiorno all’americana,le cui pareti erano occupate per tre quarti dai ripiani di una libreria carica di libri.C’era un divano con davanti il mobiletto del televisore,anche questo sovraccarico di dvd e vhs. In un altro angolo c’era un tavolo da pranzo tondo,una cristalliera.Vicino al tavolo,l’albero di Natale.Alle sue spalle il presepe.
G,era fermo lì davanti,con ancora indosso il soprabito,la valigia appoggiata a terra.Eddy lo raggiunse:
-Vuoi mangiare qualcosa?...-
Lui cominciava ad avvertire la stanchezza del viaggio.La cinse col braccio,appoggiandosi:
-Stavo ammirando il tuo presepe…-
-E’ opera di Serena,in gran parte…Vieni,levati questo giaccone…La valigia puoi portarla dentro…-
Lui la trattenne al centro della stanza.La abbracciò:
-Mi piace la tua casa…- le disse,appoggiando la fronte alla sua- …Ho voglia di addormentarmi accanto a te…-
Lei sorrise.
-Domani la vedrai meglio…- poi lo prese per mano e lo introdusse nella ‘zona notte’.
Prima di mostrargli la sua stanza,si affacciò a quella di Serena,per controllare che tutto fosse a posto e che la bimba dormisse bene.Anche lui sbirciò:quel quadretto familiare lo intenerì…
-Tutto bene? –bisbigliò,sentendosi leggermente fuori posto.
-Si…dorme come un angioletto…meno male…-Rispose Eddy,a bassa voce, quindi accostò un po’ la porta e finalmente entrarono nella sua camera da letto.
G. si sedette sul letto e l’attirò a sé.Lei gli circondò il collo con le braccia e iniziò a baciarlo.
Lui rispose al bacio,sempre più intensamente;e sempre più intensa si fece la sua stretta.La attirò sul letto senza smettere un momento di baciarla,si stese sopra di lei.Si fermò un attimo per riprendere fiato,per ripeterle:
-Ho voglia di addormentarmi accanto a te…-

arielcips21/2/2006, 21:21
G. era in quella fase del sonno mattutino in cui a poco a poco i sensi si risvegliano,paghi del riposo notturno.Qualcosa accelerò delicatamente il suo risveglio;una carezza morbida,lanuginosa,sul viso.Aprì gli occhi,arricciò il naso per il solletico:davanti al viso la buffa faccetta di un peluche a forma di dinosauro.
-Ehi…e questo cos’è?-
Gli rispose una risatina e dei passetti che si allontanavano in fretta:
-Mamma…si è svegliato!-
Cercò di orientarsi:ma dov’era?Allungò la mano sotto il cuscino:c’era un pacchetto di sigarette,il suo,il pegno che aveva lasciato a Eddy …Eddy! Era a casa sua;e quella di prima doveva essere Serena…Sorrise ,si stiracchiò,si sollevò a sedere sul letto.In quella la padrona di casa entrò in camera,seguita da Serena che si nascondeva dietro le sue gambe.
-Buon giorno!...dormito bene?- gli chiese con un sorriso indulgente.
-Buon giorno…mai dormito meglio…- le disse ricambiandole il sorriso.Aveva ancora sulle labbra il sapore dei baci che si erano scambiati la notte precedente.
-Vieni di là a fare colazione o vuoi essere servito in camera,mio signore?- lo stuzzicò lei,scherzando.
Lui aveva appoggiato il viso alla mano:fingeva di pensarci su.
-Ho bisogno di energia,per alzarmi…avvicinati un po’…-
Serena continuava a nascondersi dietro di lei.Ma quando Eddy fu abbastanza vicina,G:allungò la mano e afferrò la piccola:
-Vieni un po’ qui!- le disse e la sollevò in aria,facendole spalancare gli occhi per la meraviglia – Non vuoi darmi un bacio?-(mischiava inglese e italiano…ma Serena riusciva incredibilmente a capirlo).
Lei avvicinò le labbra alla sua guancia,ma si fermò:
-Pungi!-Così gli diede un bacio sulla fronte.
Eddy si stava allontanando verso la cucina.
-Hei,mamma?....tu non me lo dai,un bacio?-la fermò lui.
-Alzati e vieni a fare colazione…-disse senza voltarsi.
-Vieni…adesso ti porto io…Vieni?- lo invitò Serena,prendendolo per mano.
-Andiamo…- disse lui,rassegnato.
Nell’aria c’era un aroma di caffè inebriante.Eddy era ai fornelli,di spalle.Lui entrò nella piccola cucina piena di luce e diede un’occhiata fuori.Dalle finestre di fronte Rossella lo salutò,con un sorriso ammiccante.G. ricambiò il saluto,domandandosi che idea di sé dava,in boxer e tshirt…
Eddy gli passò una mano sulla spalla,per richiamare la sua attenzione,mentre apparecchiava per la colazione;lui le afferrò la mano e la tirò verso di sé:
-Adesso me lo dai,un bacio…?- e non aspettò la risposta.
Serena li spiava dalla soglia.G.le fece l’occhiolino.Lei rise e scappò di nuovo dentro.
-Ma che ore sono?- domandò poi lui,sorbendo una tazza di cappuccino.
-Circa le dieci…-gli rispose lei,che continuava ad andare avanti e indietro per la cucina.
Lui la afferrò per la vita e se la mise a sedere sulle ginocchia:
-Ma sei una trottola,stamattina?-
Lei,dopo aver cacciato il solito strilletto,gli spiegò che quello era il ritmo normale delle sue giornate,se voleva riuscire ad andare fuori al mattino.
-Non è necessario uscire…possiamo starcene a casa,no?- suggerì lui,ricordando il modo di guidare di Eddy della sera prima.
Lei rise,carezzandogli la barba e stampandogli un bacio sulle labbra:
-E’ una giornata fantastica…e non si va in auto,oggi!tutti a piedi sul lungomare più bello del mondo…Voglio portare Serena in bicicletta…-lo guardò poi di sotto in su,col musetto implorante.
Lui sospirò.Voleva sistemare le sue cose con calma,ma gli dispiaceva dirle di no.
-Quanto tempo ho?- chiese,con una punta d’ansia.
-…All the time in the world…-rispose lei,strofinando la punta del suo naso contro quello di lui.-Sono io che ho i minuti contati…tu fai pure le tue cose con comodo…-e svicolò dalla sua stretta.
Lui scosse la testa,sorridendo.


Un’ora dopo erano tutti pronti per uscire,tranne Eddy.G. e Serena erano seduti sul divano,entrambi impacciati,che si guardavano di tanto in tanto senza sapere cosa fare.
Squillò il telefono:
-Risponde qualcuno,per favore?- gridò la voce di Eddy dal bagno.I due si guardarono,ancora meno sicuri di prima.
G. sollevò la cornetta sotto lo sguardo della bimba.
-Hallo?-
Dall’altra parte ci fu un momento di silenzio.Poi qualcuno si schiarì la voce:
-La signora Montano,per favore…?-
-Si…-rispose G. nel suo italiano approssimativo- Un momento…-
Serena gli domandò:
-Chi è?-
G. aprì le braccia.Non poteva saperlo:
-Chiediglielo!-
Sempre improvvisando,chiese:
-Chi è?-
-Sono il padre di Serena…-
Anche senza conoscere bene l’italiano,G. aveva compreso bene la risposta.Cambiò espressione,divenne serio,diffidente.Ripetè,in inglese:
-Un momento…-
Dall’altra parte Leo lo apostrofò in inglese:
-Ed io,con chi parlo?-
- Sono il compagno di Eddy…-rispose senza mezzi termini G.
Poi calò un silenzio strano.Serena guardava G.,interrogativamente:ora lui non sorrideva più e aveva parlato con un tono secco che la aveva turbata.
Finalmente arrivò Eddy.Un’occhiata e capì di cosa si trattasse.
Prese il telefono e,respirando profondamente,rispose:
-Si?-
-Eddy…sono Leo…-
-Si,avevo capito….stai meglio?-
Lui non rispose,poi lei soggiunse:
-Rispetto al nostro ultimo incontro?-
G. intanto si era messo di spalle al muro,le braccia incrociate e guardava Eddy parlare,cercando di capire dal tono l’andamento della discussione.
-Quel giorno stavo proprio male,Eddy…credi che potrei parlare con Serena?-
-Dipende..se è per darle qualche altro dispiacere..no!-
-….Eddy,ti sto chiedendo scusa…-
-Davvero?non me n’ero accorta,Leo!- la donna sentiva un tono diverso,non era quello mellifluo che l’uomo tirava fuori quando voleva ottenere qualcosa;c’era una sfumatura di vera contrizione.Ma non volle farsi false illusioni,al momento.
Lui fece una risatina amara:
-Bene,ti chiedo scusa..e vorrei chiederla anche a Serena…-
Eddy scosse la testa.
-Non ora,Leo…stiamo uscendo….richiama stasera- era tassativa.Poi volle addolcire anche lei il tono,rassicurarlo: -Stasera credo che anche lei sarà più contenta…-
-La porti al circo,vero?-
-Non vorrai ricominciare,spero….- La donna cominciava ad essere esasperata,G.si staccò dal muro,le si avvicinò,le prese una mano.Lei scosse la testa,per rassicurarlo;ma averlo vicino in quel momento le dava una forza diversa…
-No…non è il momento giusto….l’ho capito…Vai con…il fantomatico G?-
Eddy strinse la mano di quest’ultimo con forza:
-Esatto…-
-Allora…richiamerò stasera…grazie,Eddy.-
La telefonata si chiuse così.Eddy tirò un sospiro di sollievo,poi si volse a Serena,che aveva già inforcato la sua bici e continuava a girare per la piccola casa.
-Andiamo?- E rivolse uno sguardo dolce e riconoscente a G.,che la abbracciò senza aggiungere altro.


Per la piccola Serena quella fu una giornata carica di emozioni:se a prima mattina il suo approccio col nuovo venuto era stato timido,incostante,a tratti diffidente,alla fine di quel giorno straordinario sembravano essere diventati due amiconi.Arrampicata sulle spalle di G.,con in una mano un vistoso palloncino dall’aspetto di cavallo e nell’altra una vaporosa nuvola di zucchero filato,rientrava dall’aver assistito allo spettacolo del circo più esaltante della sua piccola vita…
G.infatti le aveva permesso di visitare il serraglio e le aveva fatto vedere da vicino tutti gli animali.
-…non saranno tristi,chiusi in quelle gabbie?-aveva chiesto istintivamente.
-Bè…sono cresciuti in cattività,Serena…non conoscono la libertà e probabilmente non sopravviverebbero,fuori di qui…-le aveva risposto Eddy.
Serena aveva fatto un broncio un po’ malinconico,ma un pagliaccio sorridente,mettendole in braccio uno scimmiottino,l’aveva distratta con facilità.
-E’ una bambina molto sensibile…- aveva commentato G.
Eddy si era limitata a sorridere,compiaciuta.
Seduti nelle prime file,poi,erano stati coinvolti nei lazzi dei clowns,nei trucchi del mago di turno:Serena si era sentita protagonista dello spettacolo…
-Mamma…lo sai che G. ha lavorato al circo…tanto tempo fa?-
Eddy lo guardò,sospettosa:
-Dici davvero o è uno scherzo?-
Lui rise,ma non le permise di capire fino a che punto stesse improvvisando…
Poi era venuto il momento degli animali feroci:Serena si era voluta sedere in braccio a G.,per sentirsi più sicura.L’uomo aveva cinto col suo braccio Eddy e si era stretto a sé entrambe,non smettendo di prenderle in giro,quando le sentiva un po’ terrorizzate da quei bestioni…
E poi c’erano stati cavalli,struzzi,cammelli….un ippopotamo e persino un rinoceronte…
Gli elefanti avevano danzato sulle loro basi.Per finire,lo spettacolo si era concluso con una ricostruzione della favola di Aladino…
-Wow…mamma:il tappeto volante…-
Eddy quasi si commuoveva di fronte all’emozione che traspariva dagli occhi della sua piccola.L’idea di vederla così contenta le infondeva una doppia gioia.G.colse di sottecchi il suo sorriso solare,l’esaltazione del suo cuore di mamma,e sentì anche lui un’emozione profonda,confusa nel desiderio di impossessarsi di quel sorriso e farlo suo,per sempre.
La porta del piccolo appartamento di eddy si aprì e i tre rientrarono finalmente a casa.
-Sono esausta!- disse la padrona di casa.
-Già…- rispose G.
Quella che sembrava aver conservato tutte le sue energie perfettamente intatte era invece la più piccola…Ma Eddy sapeva che,dopo cena,sarebbe finalmente crollata.
Lo squillo del telefono interruppe le loro chiacchiere.Si guardarono:tutti e tre sapevano di chi si trattava.
-Rispondi tu,Serena…- la incoraggiò la madre.
La bimba alzò la cornetta.Era contenta di parlare di nuovo con suo padre,ma temeva che…
-Pronto?...ciao papà!-
-Ciao Serena…- Leo si schiarì la voce. Hem…sei ancora arrabbiata,con me?-
-…no…e tu?-
-Io nemmeno…-
-Però oggi sono stata al circo…- disse la piccola,in tono un po’ di sfida.
-Lo so…ti è piaciuto?- chiese titubante il padre.
-E’ stato bellissimoooo…- poi soggiunse- Però,papà…lo sai che quei poveri animali vivono nelle gabbie?-
Leo dall’altro lato sorrise.Sua figlia non aveva bisogno di lezioni:aveva la sensibilità di una donnina…
-Lo so…e mi dispiace un po’…Nessuno dovrebbe vivere in gabbia…-
-Quando vieni a trovarmi,papà?- lo invitò lei.
-Anche domani,se la mamma è d’accordo…Ti piacerebbe passare una giornata con me e Irma?...-
Serena si volse verso la mamma.
-C’è papà che voleva chiederti una cosa…-
Eddy tirò un bel respiro.Si augurò di non dover litigare di nuovo.
-Pronto…Leo?-
-Eddy…posso passare la giornata di domani con Serena….sai:tra poco parto e…-
-...va bene,Leo…dove la porteresti?-
-Non abbiamo programmi…Irma ed io vorremmo solo trascorrere una giornata di festa…-
-Va bene…allora ti aspetto domani…-
Serena era stata per tutto il tempo con gli occhi fissi sulla madre,tentando di capire come procedesse la telefonata.
-Domani papà ti porta fuori…tutto il giorno!- concluse Eddy,sorridendo.
La bambina corse ad abbracciare la mamma e a stamparle un grosso bacio sulla guancia.
-Adesso però ceniamo e poi…a nanna!-
-Si…ma G. mi può addormentare lui,stasera?-
Il malcapitato in quel momento non c’era,intento a rilassarsi sotto la doccia.
-Ma Serena…non so…- rispose Eddy.
-Diglielo,diglielo….ti prego!-
-Adesso vedremo…intanto fai la pappa…-
Eddy scuoteva la testa:quella bambina sembrava non saziarsi mai delle attenzioni e dell’affetto di chi la circondava.
G.spuntò in cucina,in jeans e camicia bianca.Sembrava non avere mai freddo…
-Ho sentito parlare di me?...-
-(diglielo tu mamma!!!)-
I due adulti si scambiarono uno sguardo,interrogativo quello di lui,rassegnato quello di lei.
-Serena vorrebbe sapere se…potresti addormentarla tu,stasera…-
G. aprì le braccia,domandandosi in che modo.
-Lei si addormenta …con una favola,o una canzone o…-
Intervenne la bambina:
-Anche una canzone inglese…tu la conosci This old man?....-
Dopo cena,Serena indossò il pigiamino e prese per mano G,scomparendo con lui nella sua stanzetta.
Eddy ne approfittò per riassettare un po’.
Poi lavorò al computer.
Poi diede un’occhiata ai programmi televisivi.
Poi…stava per andare a salvare G.,quando questi riemerse dalla stanzetta della bimba.
La giovane donna nascose a stento una risata.Lui la guardò con l’espressione spazientita del predatore che vuol farla finita con la sua preda:
-Stai per caso ridendo di me?- le chiese.
Lei scappò in cucina.
-Ho dovuto cantare ‘This old man’ non so più quante volte…. Tua figlia ha imparato i numeri da uno a dieci e da dieci a uno in inglese,stasera…al contrario io non voglio contare più…-sembrava esausto.
Eddy gli buttò le braccia al collo,ridendo e canticchiando:
-This old man,he played one….-
-He played niknak on this…beautiful Mum!- concluse lui,ricambiando l’abbraccio e tappandole la bocca con un bacio.



Edited by arielcips - 2/1/2009, 14:45
 
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Evilsisters
view post Posted on 3/4/2008, 17:32





com'è che questa bambina mi ricorda qualcuno?....anche a te,sister?
 
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view post Posted on 3/4/2008, 17:34
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Con un asciugamano azzurro legato intorno ai fianchi,G.fischiettava davanti allo specchio del bagno,armeggiando con pennello e schiuma da barba.
Eddy entrò:aveva uno sguardo leggermente ansioso.
-Buon giorno!- disse invece lui,allegramente,e si chinò a baciarla.
La donna ricambiò il bacio con poco trasporto.
-Ehi…che bacio frettoloso…- la rimproverò lui.
-Scusa…ma…sei ancora così?- l’agitazione nella donna era palpabile,ma lui sembrò non notarla.
Allargando le braccia per farsi vedere,le rispose:
-Credevo ti andassi bene…-scherzando.
Lei gli rispose leggermente spazientita:
-Ma sì….solo che tra mezz’ora arriva Leo e…-
G. si accigliò:la guardò interrogativamente:
-Arriva Leo e…?- poi prima che potesse rispondere,proseguì: -Non deve trovarmi in ‘desabillè’ in casa tua?...preferisci che mi nasconda nell’armadio?-
Eddy era amareggiata,non trovava le parole per rimediare.
Lui le sollevò il viso,piuttosto spazientito:
-Noi stiamo insieme,signora Montano…te lo sei dimenticato? O questo Leo ha il diritto di sindacare i tuoi rapporti…??-
-Ti prego,non alzare la voce…non c’è da arrabbiarsi…-
-Mamma?- la voce di Serena che chiamava dall’altra stanza li interruppe.
-Debbo andare a preparare Serena…G. ti prego…non ti ho chiesto niente di particolare,mi pare…e non ho il tempo di spiegarti…- lo pregò lei,scappando dentro.
G. tornò a guardarsi allo specchio;poi scagliò con un gesto spazientito il pennello nel lavandino e si pulì la schiuma dal viso con l’asciugamano.
Alle dieci il citofono squillò.
-Rispondo io,mamma?-
Eddy come sempre era ancora alle prese con le cose da fare.Ed era in ansia,perché G. non si era ancora mostrato,dopo la discussione avuta in bagno.
Il campanello della porta.Eddy andò ad aprire,entrò Leo.
-Ciao…-le disse,con un sorriso,buttando subito uno sguardo all’interno.
In quella anche G. fece il suo ingresso nel soggiorno.Aveva indossato un blazer sportivo e la cravatta;i due uomini si misurarono a lungo,con lo sguardo.
-Papà!- gridò Serena,andandogli incontro,per abbracciarlo.
Leo le sorrise,si chinò e la sollevò tra le braccia:
-Amore…ma cresci ogni giorno di più?!?- le disse,con un po’ di affanno.
G.era rimasto fermo al centro della stanza,con le mani incrociate dietro le schiena,un sorriso cortese,formale,appena accennato.
Eddy gli tese il braccio,invitandolo ad avvicinarsi:
-Il signor G.B.,Leo…- disse presentandolo,poi si strinse a lui,cingendogli i fianchi.
G.tese la mano:
-Salve!-
-Salve!- gli rispose l’altro,seguendo con lo sguardo Serena,ma non senza aver occhieggiato il braccio di G.stringersi intorno alla spalla di Eddy.
-Dove mi porti,papà?- domandò la bimba.
-Andiamo in campagna..ti va? Irma ci aspetta giù…anzi sbrighiamoci!-
-Come mai non è salita?-domandò Eddy.
-E’ rimasta ferma in doppia fila…- le rispose Leo,posando spossato la bimba per terra.-Non devi mettere un cappotto a Serena…?-
-Certo….vieni,amore:finiamo di vestirci…-
I due uomini rimasero di nuovo soli.In silenzio.Poi Leo domandò,in inglese:
-Si ferma molto,signor…?-
-G….mi chiami pure G….Credo qualche giorno dopo Capodanno…-
-Ah!...- commentò l’altro. –
Serena rientrò correndo,vestita di tutto punto.
-Sono pronta!- esclamò,poi si volse a G . invitandolo ad abbassarsi verso di lei.-Posso darti un bacetto?-
Anche lui la sollevò,facendola svolazzare nell’aria.Poi se l’avvicinò e la piccola gli diede un bacio sulla fronte.
-Perché pungi…-
Quindi la posò delicatamente a terra.
Serena disse:
-Che bello…prima di Natale non avevo neanche un papà…ora ne ho due!-
Eddy e Leo si guardarono.G. non aveva capito.Allora Serena ribadì:
-Papà uno…(e indicò Leo)…papà due…(e indicò G.)..-e lo ripetè in inglese: -Papà one,papà Two…-
Imbarazzata,Eddy disse:
-Andate su..Irma vi aspetta…- e aperta la porta,li fece uscire.
Serena diede la manina a Leo,e si allontanò tutta contenta,canticchiando ‘This old man..’

Eddy si chiuse la porta dietro di sé,rimanendovi appoggiata qualche momento.
G. era tornato nella posizione di prima,in piedi,con le mani intrecciate dietro la schiena.Aveva lo sguardo abbassato,rimuginava:alla fine aveva capito bene quello che aveva detto Serena,e non sapeva se esserne compiaciuto,imbarazzato…
Eddy si mosse verso di lui.
-Ahem….hai messo il vestito della festa?- gli domandò.
Lui era ancora un po’ imbronciato.
-Ti ho fatto fare bella figura?-
Eddy gli si avvicinò,si fermò davanti a lui:
-Bè…addirittura la cravatta…- e allungò le mani verso il suo colletto,iniziando ad allentargli il nodo.
Lui la guardò,spazientito e divertito insieme:
-Che cosa hai in mente?...-
Lei sorrise,sbottonò il colletto.
-Una cosa che ho sempre desiderato…-
Lui le bloccò le mani,l’attirò ancora più a sé,sospirando:
-Sai come andrebbe a finire,vero?-
La risposta di lei fu appena un sussurro:
-….si!-
Lui si chinò a baciarla;e questa volta lei rispose con tutto il trasporto di cui era capace…gli sfilò la giacca ,lo sospinse verso il divano;lui la lasciò giocare un po’,con la cravatta e la camicia…poi prese l’iniziativa:la sollevò sulle braccia e la portò a far l’amore in camera da letto.



Appoggiato alla testiera del letto,G. aveva allungato una mano verso le sigarette.Eddy di fianco gli carezzò il viso,poi gli domandò:
-Ancora arrabbiato con me?-
Lui sorrise:
-Sai farti perdonare…però credo che ne dovremmo parlare,no?-
Eddy sospirò.
-Forse mi sono preoccupata più del necessario,ma…non voglio dare a Leo nessun appiglio possibile relativo alla nostra intimità…-
-Appiglio?...a proposito di che?-
-Non ho avuto modo di spiegarti…giorni fa lui ha minacciato…non so,probabilmente stava male,sembrava in preda a mania di persecuzione…-
-Vuoi spiegarmi con calma?- le chiese lui.
Eddy raccontò della telefonata minacciosa di Leo la sera della vigilia,della scenata la mattina di Natale.
-…Stamattina mi sembrava tutto rientrato,ma poi Serena…- disse con rammarico Eddy.
-Già…-G. non sapeva come commentare la spontaneità di Serena.Espirò il fumo,rimanendo in silenzio.
Eddy lo guardò.Lui allora spense in fretta la cicca,e l’abbracciò,sussurrandole:
-Non credere che non mi abbia fatto piacere…non credere che non lo abbia desiderato…forse fin da quando ti ho conosciuta…-
-Shhh…-gli disse lei,sfiorandogli le labbra con le dita.
Lui le sollevò il viso,le cercò la bocca,la baciò teneramente.
-…comunque amore,non credo che Leo possa accampare dei diritti su tua figlia…nessuno può…- le disse,rassicurandola.
-G…io per lei vorrei solo il meglio:hai visto stamattina com’era contenta?la vorrei vedere sempre così!- le brillarono gli occhi,sorridendo.
Anche lui sorrise:
-Io credo di averla sempre vista così contenta,vicino a te…E chi non lo sarebbe,vicino a te?-
Aggiunse,galante.
Eddy scosse il capo:
-Mi stai abituando troppo bene...ci alziamo?...-
Lui la trattenne ancora:
-Che fretta abbiamo…è così dolce stare qui…- le disse stringendosela al petto.
Il telefono squillò.
-Chi sarà?..-
Istintivamente G. sollevò la cornetta,rispondendo:
-Hallo?...-
Dall’altra parte ci fu un attimo di silenzioso imbarazzo,poi qualcuno si schiarì la voce:
-La signora Montano,per favore?-
-Un momento…- G. coprì la cornetta e guardandola in tralice,disse: - E’ Bruno…-
Eddy rispose col suo solito affettuoso entusiasmo:
-Bruno?...ciao…- poi si diede un contegno più misurato,guardando G.- Si volevo chiamarti per farti gli auguri…-
-Non dirmi che sono indiscreto,ma…credo di aver riconosciuto la voce del tuo ospite…-
-Si….l’hai riconosciuta…-
-….Allora magari l’invito che ti volevo fare cade a…fagiolo:veramente credevo di trovarti sola soletta,a passare un capodanno casalingo…-
-Di che si tratta?-
-….vieni a passare San Silvestro qui?...l’albergo è semivuoto…ci sono delle ottime offerte…E sai che Ischia a Capodanno rifiorisce!-
-Ah…si…ma:dovrei pensarci…- rispose guardando interrogativamente G.,che si era alzato dal letto e si stava lentamente rivestendo –Dovremmo…quando posso fartelo sapere?-
-Anche la sera prima dell’arrivo…è una specie di regalo,da parte mia….- Bruno fece istintivamente un occhiolino,che Eddy potè solo immaginare.
-Sei un tesoro,Bruno….- rispose lei,affettuosamente. –Allora ti richiamerò…-
Eddy si precipitò verso G.,che si stava abbottonando la camicia.Lo guardò,un po’da sotto in su.
-Non è che sei geloso di Bruno,vero?-
Lui emise una sorta di ruggito,afferrandola:
-MMM,sono geloso di tutti!...- e rise.
-Comunque…mi ha telefonato per gli auguri,ma anche per invitarmi…a Ischia…-
G. sospirò,socchiudendo gli occhi,come rapito.
-A Ischia?...-
-Si..ti piacerebbe passare il Capodanno là?…ci sono un sacco di tradizioni coloratissime…-
Lui l’abbracciò:
-A te piacerebbe?...tornare allo Sporting,insieme….-
-Senza balconi da saltare?- scherzò la donna.
-Assaporare di nuovo…come si chiamavano? I babà alla crema di limoncello…-ricordò lui, baciandola. –Ti piace giocare col fuoco,eh?-
Lei rise.Rise di quella risatina che lo aveva sedotto da sempre.
-Ah,Eddy…-si morse le labbra- Ti adoro…-
Poi la baciò,dolcemente,ma intensamente,stringendola a sé.Come se temesse di vederla svanire via…
-Però oggi rimaniamo a casa,tesoro…non ho voglia di fare il turista…-
-Va bene…ma…ti annoierai…-
-Perché?..tu cosa hai da fare?cucinare,riassettare,lavorare?-
-Diciamo tutte e tre le cose…se è per questo…-
-Benissimo:io se vuoi ti do una mano,se non vuoi mi sistemo sul tuo divano:ho portato un copione con me,a cui voglio dare un’occhiata…-
Alla donna brillarono gli occhi:
-Sul serio?un copione?...-
Lui sorrise,stupito:
-Sai…credevo lo sapessi:faccio l’attore…
-Sembri eccitata come una bambina:vuoi vedere un copione,vero?-
Aprì la sua borsa da viaggio e tirò fuori una sorta di manoscritto ciclostilato.Glielo porse.
-Ecco qua…vuoi anche darci un’occhiata?-
Eddy sembrava imbarazzata.
-No…non prima di te…però sono emozionata….-
Lui scosse la testa,con un sospiro affettuoso.
-Andiamo di là…-
Quel pomeriggio Eddy lavorò al suo computer e G. sdraiato sul divano lesse il copione;ogni tanto allungava la mano,per sfiorarle le gambe o i fianchi con una carezza;sentire che erano assieme lo rassicurava,gli infondeva una sensazione di dolce benessere, provata solo a casa
sua,in Scozia.

Con Leo e Irma,Serena aveva passato la giornata al parco del Vesuvio.Si erano divertiti molto a tentare di individuare gli uccelli a seconda del richiamo;poi avevano passeggiato lungo i bordi del vulcano addormentato.Infine si erano fermati a mangiare a un ristorante dal quale era possibile ammirare tutto il golfo.
-Serena…papà vorrebbe parlarti di due cose…-
La bimba aveva appena finito di leccarsi il musetto pieno di crema al cioccolato.Si mise in ascolto:
-Dimmi papà…-
-La prima è che….Irma ed io ci sposeremo…e ti vorremmo come damigella: vuoi esserci?-
-Wow…non sono mai stata a un matrimonio…e cos’è una damigella?una che porta il vino?-
I due adulti si misero a ridere:
-No …- disse Leo,scuotendo la testa- quella è una ‘damigiana’…la damigella regge il velo alla sposa e l’accompagna fino davanti all’altare…-
-E’ bellissimo….e quando devo fare la…damigianella?-
I due sorrisero ancora,poi il sorriso si smorzò.
-Questa è la seconda cosa di cui ti volevo parlare:tra qualche giorno papà deve partire,per un viaggio lungo…-
-Oh!...-Serena si imbronciò.
-Quando tornerò…- Leo allungò una carezza a Irma,annuendo per incoraggiarla – quando tornerò ci sposeremo!...-
-E quando tornerai?-
-Questo non lo so;ma anche se passerà del tempo,tu devi sapere che dovunque si trovi,papà ti vuole sempre bene….e rimpiange il tempo che non può trascorrere accanto a te…-
Serena si stava immalinconendo;fu Irma a spezzare quel momento,chiedendole:
-Vuoi ancora torta?-
La bimba disse sì,ma fu più per accontentare i due adulti e per impegnarsi in qualcosa di dolce…Il suo piccolo cuore aveva avvertito che il suo papà avrebbe affrontato un viaggio pericoloso,senza di lei…



-Uff…ma che razza d’inglese è questo!-
-Hei,che succede?- G. era concentrato sulla sua lettura,quando l’esclamazione di Eddy lo aveva improvvisamente distolto.
-Sto tentando di tradurre delle canzoni,ma non sono in inglese…-
Gerry si alzò,andando a sbirciare sul video del pc:infatti si trattava di testi per metà scozzesi,citati da un romanziere locale,a propositò di The nights Dundonian,un testo semisconosciuto che le toccava di tradurre proprio in quel periodo.
-Qui,per esempio….leggi: Gees?-
-Non devi dire Gees…è più duro,gutturale:Gis!...Sarebbe Give me!-la corresse lui.
-Vedi questi sono testi del poeta nazionale scozzese,Robert Burns…che combinazione!-
-Perché?...-chiese Eddy incuriosita.
-Dai un’occhiata al copione?...-disse lui porgendoglielo.
-Oh…e sarà questo il tuo prossimo ruolo?-
Lui nicchiò un po’:
-Mi piacerebbe,ma per ora è solo un bel progetto…-
-Immagino si tratterà di uno di quei tormentati autori romantici…con un amore impossibile…-
Lui si schiarì la voce:
-Bè,non tanto impossibile,stavolta…un amore appassionato,direi,consumato profondamente…-
-Oh!- si lascià sfuggire Eddy,con disappunto.
Lui si rimise a leggere:
-Finisco questa pagina e poi ti do una mano a tradurre…-
Ma dopo un po’ si sentì osservato,abbassò il copione e lei era là che lo guardava.
-Che c’è?...-
-Cosa vuol dire un amore consumato profondamente???...in termini cinematografici,intendo?-
Lui sospirò,paziente.
-Vuol dire che ci saranno scene…appassionate!-
Lei scosse la testa:
-Sai…io non riesco a capire come si riesca a recitare certe scene…baciarsi,ad esempio:come fai a baciare qualcuno,se non ti piace un po?-
-Vedi…tu pensi a quello che del bacio si vede sulla scena…dimentichi che tutto intorno hai decine di persone con luci,cineprese,ecc…devi solo filmare una scena…spesso ripetendola se non va bene,ricordandoti di posizionarti nel modo giusto,e così via…Non è il bacio tra due innamorati…-
-Io questa differenza non la colgo…-
-Vuoi vedere?...vuoi vedere come te la dimostro?...vediamo,prova a dire una battuta,prova a guardarmi e dirmi:Grazie!-
-No dai…non sono capace…-
-Forza.!- la incoraggiò lui.
-Dimmi grazie e poi vienimi dietro…-
-Va bene…-Eddy si schiarì la voce.
-Grazie!-
-Come hai detto?-
-Ho detto grazie…-poi seguendo il viso di lui,si ritrovò a baciarlo;stava già abbandonandosi,quando lui battè le mani e la interruppe.
-Stop,buona la prima!-
-Mmmm,vuoi farmi credere…?-
-Si e non dimenticarti che mentre ci baciavamo c’erano almeno sei persone intorno a noi.-
Lei rise un po’.Poi propose:
-E se fosse stato un bacio vero?-
-Adesso te lo faccio vedere…-
La attirò a sé e la baciò,senza fermarsi.Eddy si allungò sopra di lui sul divano e per un po’ interruppero le loro precedenti occupazioni…








.




-Ti dispiace se scendo a comprare le sigarette?-
Era sera ormai e Eddy non poteva allontanarsi da casa,in attesa del rientro di Serena.
-Affatto…basta che non sia una scusa…Ho letto di un tale che è sceso per comprare le sigarette ed è tornato dopo cinque anni…-
-Ah…- scherzò lui- Io pensavo di non tornare affatto!-
Poi le si avvicinò,con lo sguardo da tenerone impunito.Le diede un bacio delicato sul collo e le sussurrò:
-Quel tale non aveva conosciuto te,Eddy…-


Uscendo dal portone,G. intravide un’auto sportiva parcheggiare:ne scendevano Leo,la bimba e una signora che lui non conosceva.Si allontanò,preferendo non incrociarli.
I tre salirono invece rapidamente su.
Eddy li accolse con cortese affabilità,ma si rese subito conto che Serena era stranamente euforica,come se volesse celare qualcosa.Pensò a tutta prima che fosse stanca,ma non rimase del tutto convinta della sua stessa risposta.
Mentre Irma accompagnava Serena nella sua stanza,Leo chiese alla padrona di casa di appartarsi un momento.
-Vieni in cucina…sono alle prese coi fornelli…-
-Si…- L’uomo era stranamente remissivo,come ammansito.
-Possiamo sederci?...a proposito,non c’è…?-disse guardandosi intorno.
-G.?...è andato a comprare le sigarette..-
-Spero non quelle ‘proverbiali’…-scherzò lui.
Eddy rise.
-Ti dirò che quando lo ha detto,l’ho pensato anch’io…-
Si guardarono negli occhi,per un momento,con estrema sincerità:
-Hai fatto una bambina molto bella,Eddy…davvero un’opera d’arte…-
-Grazie,Leo…-
-Ascolta…io rientro in Toscana e poi di lì,come saprai già,parto per la Francia…Se tutto va bene..-
-Andrà bene…- lo interrupe lei,mettendogli una mano sulla mano,affettuosamente.
-Grazie…- ricambiò lui- Se andrà bene,al mio rientro,Irma ed io vorremmo sposarci…e…sarei felice che Serena .e tu…foste presenti…-
Eddy sorrise,con un punta di amaro disincanto.
-Credo che ci saremo,senz’altro…-lo assicurò.
Irma e lui poi si congedarono.Serena sembrò voler evitare il momento dei saluti: in genere non amava accomiatarsi dalle persone con cui aveva familiarizzato intimamente,e in quel caso, anche se piccola,avvertiva che sarebbe stata lunga la sua separazione dal papà appena ritrovato.
Leo rimase un po’ male,ma finì per capirlo,forse.
Sul portone,nonostante tutti gli sforzi per evitarlo,G e Leo si rincontrarono.
L’uomo si fermò,lasciando Irma proseguire verso l’auto.
-Tutto bene?- chiese G.
-Tutto bene…- rispose- Volevo salutarla…- e stese la sua destra.
G.la strinse,con energia,guardandolo negli occhi.
-Auguri,G.- aggiunse Leo
L’attore lo fissò,un po’ stupito:
-Per cosa?- domandò.
-Bè…per l’anno nuovo,per la sua carriera…per tutto quello che per lei è importante,mr.B…-così dicendo Leo col gesto del capo indicò l’appartamento sopra di loro,alludendo alle sue abitanti.
-Grazie…glieli ricambio…- rispose G.
Quindi ognuno proseguì per la sua strada.
G. rientrando avvertì subito una certa malinconia nell’aria.Cercò Serena,ma la vide nella sua stanza,assorta a colorare.Scambiando uno sguardo con Eddy,gliela indicò,dicendo:
-Sembra triste…-
-Infatti…lo è…Leo partiva per la Francia…-
-E…lei sa?-
-Non chiaramente..ma ha capito qualcosa…-
Dopo cena,G. si offrì di addormentare di nuovo Serena,ma la bimba sempre più mogia,declinò:
-No,voglio solo mammina…Mamma,posso addormentarmi nel lettone,vicino a te?-
Eddy sospirò,con un sorriso.Guardò G.,con un gesto che era insieme di scusa e di impotenza:ma lui la ricambiò con uno sguardo che era quasi un rimprovero…
-…allora stasera sarà il mio turno,a fare i piatti…-si offrì.
-No,dai…-ribattè Eddy,un po’ preoccupata- Magari puoi guardare qualcosa in tv..-
-Leggerò,se temi per il tuo servizio buono…-rispose lui,ridendo.
Serena si abbarbicò in braccio alla mamma come una scimmiotta.Insieme sparirono nella stanza da letto.
G.si limitò a deporre le stoviglie nel lavandino;poi fece un po’ di zapping,distratto,sul divano.Sfogliò qualche libro,incuriosito da questa o quella copertina…il tempo passava:andò a dare un’occhiata dentro.
Abbracciate teneramente,Eddy e Serena dormivano entrambe.Rimase a contemplarle:erano bellissime nella dolcezza del loro legame,nell’innocenza del sonno.
G. sospirò:aveva fatto grandi cose,nella sua vita..molte piccole cose,invece,gli erano mancate…Riaccostò la porta,prese un plaid dalla stanza di Serena e si addormentò sul divano.


La luce dell’alba si insinuò con prepotenza nel soggiorno.Eddy si era svegliata poco prima e ora stava accostando delicatamente gli scuri alla finestra,per proteggere il sonno di G.
Gli si avvicinò in punta di piedi e lo coprì meglio col plaid,soffermando un momento di troppo le sue mani sulle spalle di lui.Il suo tocco lo svegliò:aprì piano gli occhi…le sorrise.
-Hey…-
Lei parlò sottovoce:
-Non volevo svegliarti…continua a dormire,mi spiace…-
Lui le prese una mano e gliela baciò,con tenerezza.
-Mi spiace per ieri sera…ma perché te ne sei venuto qui,solo solo?…-
Lui si limitò a scuotere il capo,senza rispondere,continuando a guardarla con una strana espressione interrogativa.
Lei gli carezzò il viso,con dolce tenerezza;lui si sollevò,le carezzò i capelli,le strinse il volto tra le mani,la abbracciò forte.
-Che cosa c’è amore?-gli domandò lei.
Lui scosse il capo:
-Eravate così belle,ieri sera…Tu sei così bella…Oh Eddy…-
Era come se non riuscisse a trovare le parole.
-Guardandoti…ho pensato…-
Scuoteva il capo,nascondendosi nel suo grembo:
-Sono un maledetto egoista…ma guardandoti mi sono chiesto…-
Lei lo strinse a sé,affondando le mani in quei suoi capelli folti di seta.
-Ti prego….non continuare…-lo supplicò.
-Tu hai già capito…voglio solo sapere…se…-
Lei gli cercò le labbra,tentando di zittirlo;con la bocca sulla sua:
-G….siamo solo ai primi passi…diamoci un po’ di tempo…-
Lui si lasciò baciare:
-Perdonami…ma ho bisogno di saperlo…dimmi solo si o no…non tornerò più sull’argomento amore…ma ho bisogno di sentirtelo dire….-
Lei lo strinse forte a sé,commossa:
-Non credevo che qualcuno me lo avrebbe mai chiesto…è bello,sai sentirselo chiedere…oh G. ti prego…diamoci un po’ di tempo…-
Anche lui la stringeva,quasi disperatamente,sospirandole il suo desiderio,la sua tenerezza.
-Tutto il tempo del mondo…tutto…ma dimmi solo si o no…- insistè. –Lo so anche io che dobbiamo procedere un passo alla volta…lo so anch’io…ma sapere che un giorno…oh,Eddy:ne sarei così felice…-
Lei lo baciò piano e gli ripetè sulle labbra:
-Si…si….si….io non smetterei mai di dirti di si…-
Finalmente lui ricambiò il bacio,per zittirla e per abbandonarsi alla dolcezza di quella dichiarazione,con tutto se stesso.
Poi fecero ancora l’amore…e ogni volta sembrava più dolce e più bello della precedente.
Stretti nell’esiguo spazio del divano,lui la cingeva con le braccia,carezzandole i capelli,finchè non ripresero sonno insieme.
Quando Eddy si risvegliò,un piacevole aroma di caffè si diffondeva per la casa.Stava per alzarsi,quando G. le si avvicinò con un vassoietto rimediato a caso e due tazzine:
-Non ci posso credere…hai imparato a fare l’espresso?-
-Sai,nonostante le apparenze…il q.i. di un attore non è esattamente inferiore a quello degli altri uomini…-
-Appunto…-disse lei,arricciando il naso con un sorrisetto malizioso.
Lui sospirò.
-Non ho messo lo zucchero…preferisci che versi direttamente il caffè nella zuccheriera?-
Lei rise.
-No,grazie:solo due cucchiaini e mezzo…lo sai che mi piace amaro…-
Anche lui ridacchiò.Poi bevvero insieme,guardandosi negli occhi,senza aggiungere altro.
-Quando partiamo per Ischia,signora?- le chiese lui,dopo aver deposto le tazzine in cucina.
-…non so…stasera?-
- Va bene…Serena come sta?-
-…l’idea di andare fuori,di viaggiare sul traghetto..la distrarrà…-
-Cosa potrei fare?..per distrarla un po’,dico…qualcosa per farle piacere…-
Eddy lo guardò:
-Devi tenerla,la barba?o puoi fartela ricrescere con calma?...-
Lui le fece l’occhiolino.
-Ho capito:così non punge?..-disse ‘punge’ nel suo italiano approssimativo,ripetendo le parole della bimba e si affrettò a radersi,per farle una sorpresa,al suo risveglio.


Serena si era appena svegliata.Eddy le aveva portato latte e biscotti a letto e la guardava compiaciuta mangiare.
-Cosa facciamo oggi,mamma?- le domandò la bimba,che si guardava intorno,stupita.Aveva dimenticato che la sera prima si era voluta addormentare nel letto grande;si domandava anche che fine avesse fatto il loro simpatico ospite.
-Oggi?..facciamo i bagagli,perché stasera si va…-
-Dove?- gli occhi della bimba brillavano.-Dimmi solo l’iniziale…?-
-Sorpresa!...-disse Eddy,allontanandosi per portare il vassoio della colazione in cucina.
-Aspetta mammina…-la chiamò Serena – Stai un po’ con me?-
Eddy posò il vassoio sul ripiano della specchiera e si sedette sul bordo del letto:era una vecchia abitudine quella di giocare un po’tra i cuscini,le mattine di festa.
A un tratto sulla porta G.fece capolino.
-Ciaooo!- gli disse Serena,tutta contenta.
Lui allora si sentì autorizzato ad avvicinarsi:non aveva più la barba che pungeva…
-Hai visto Serena? –disse Eddy- G. si è fatto bello per te!-
La bimba gli carezzò il viso,poi gli cinse il collo con le braccine e lo baciò rumorosamente su tutte e due le guance.G. sorrise,guardando Eddy negli occhi…
-Cosa state facendo?- domandò poi.
-Stiamo giocando…lo sai che la mamma soffre il solletico?-
L’uomo guardò interrogativamente Eddy.
-Cosa ha detto?...-
-Niente di importante…- disse lei.
-Soffre il solletico!soffre il solletico!!!- ripetè Serena saltando sul letto. E per farsi capire,iniziò a torturare la povera mamma,che non aveva fatto in tempo a fuggire.Finalmente G. capì a cosa alludeva Serena…
-Dici che lo soffre?...non ci credo!- e naturalmente si unì al gioco.
-Nooo!- Eddy cacciò il suo urletto-Aiuto! Non vale:due contro uno…-
Iniziò una battaglia,nella quale Eddy sarebe stata destinata a soccombere se non avesse scoperto il…tallone d’Achille di G.:come molti uomini,anche lui soffriva il solletico sotto il collo…
Madre e figlia si coalizzarono:alla fine ebbero la meglio..e tutto si concluse in una grande risata collettiva!
-Ah…- disse Eddy- non ho più l’età per queste pazzie…-
Tentò di alzarsi,ma G. la fermò,attirandola di nuovo vicino a sé.
-Debbo mettere in moto il programma di oggi,amore…- gli sussurrò lei,strofinando la guancia sulla sua –Mmmm…non pungi più?-
Lui sorrise,ammiccando,poi la lasciò andare.


Il traghetto entrava lentamente nel porto di Ischia.Erano passati …sei mesi?...dall’ultima volta,da quando approdando sull’isola aveva preso coscienza della insoddisfazione che portava segretamente nel cuore.
…Chi lo avrebbe detto che poi,proprio in quell’isola incantata avrebbe incontrato la donna che ora amava? Inaspettatamente quella che gli era sembrata una vacanza forzata,una pura,coatta esposizione di sè era diventata la cornice di un incontro irripetibile…smorzò la sigaretta e si voltò verso il salone interno del traghetto:era solo sul ponte,il vento di quel crepuscolo dicembrino gli sferzava il viso,portandogli gli effluvi dei ristoranti del porto mischiati alle essenze dei pini sulla collina e a qualcosa di dolce,diverso dal languore dell’estate…
Strette nei loro cappotti,apparvero sul ponte Eddy e Serena:G. prese in braccio la piccola,per permetterle di assistere alle manovre di attracco da una posizione privilegiata.Intanto stringeva a sé Eddy,teneramente.
Raggiunsero l’albergo a bordo di una delle caratteristiche motocarrozzette che gli abitanti dell’isola avevano adibito a taxi:credendoli stranieri in visita per la prima volta,l’autista parlava tutto il tempo delle cose da vedere,mettendosi a disposizione come guida…
Eddy e G. si guardavano negli occhi divertiti,poi –guardandosi intorno- entrambi furono sopraffatti dai ricordi dell’estate precedente…
Finalmente raggiunsero l’hotel.Serena corse con sicurezza verso il bancone e,arrampicatasi su una sedia,suonò con trionfante compiacimento il tipico campanello della hall.
Una ragazza si affrettò ad accoglierli,scostando il campanello per sottrarlo alla piccola,ma intervenne Bruno:
-Buona sera e benvenuti!....Antonella,mi occupo io dei signori…-aggiunse,restituendo a Serena l’estemporaneo giocattolo.
-Ciao zio Bruno!- disse la bimba abbracciandolo e baciandolo.
L’uomo guardò Eddy,con affetto:gli sembrò più bella del solito e non ci volle molto a capire perché,osservando la perfetta intimità che si era creata tra lei e il suo accompagnatore.Il giovane direttore si morse le labbra:era contento per la sua amica,ma…inutile negare che avrebbe voluto essere lui l’artefice di quella sua palpabile felicità.
-Allora…io avevo pensato di darvi una piccola suite,se siete d’accordo…-
-Si…purchè abbia un balcone che affacci sul capo…- chiese G. cingendo Eddy alle spalle e scambiando uno sguardo eloquente con lei.
-Tutte le nostre suite si affacciano sul capo,mr B. – disse con una punta di orgoglio Bruno.
-Mi chiami pure G.- disse quest’ultimo,amichevolmente,tendendogli la mano e ammiccando.I due uomini si intendevano senza parlare:G. sapeva che Bruno era un amico,per Eddy,ma non era stupido:sapeva anche che il giovane direttore avrebbe voluto essere molto di più…e Bruno,se in un angolo nascosto del suo cuore nutriva una leggera invidia per G.,non poteva non essergli grato per la felicità che evidentemente le trasmetteva.
- Voi cominciate a salire…Serenella invece viene con me…stanno per proiettare un film nel mini club..Lo vuoi vedere?-
-Siiiiiiiii!-
-Allora zio Bruno ti accompagna…- Bruno si allontanò,facendo un occhiolino a Eddy,che rise.
Ed eccoli raggiungere la suite…era a fianco a quella che G. aveva occupato quell’estate.L’albergo era semivuoto,silenzioso:i due ricordarono quella prima notte in cui Eddy,furtivamente,era entrata nella stanza di lui…
G. non resistè:mentre il ragazzo delle valigie apriva la loro stanza e le deponeva all’interno,attirò Eddy contro la parete e la baciò,come quella notte…
-Ti desidero…- le sussurrò
Lei non rispose.Come quella notte..
Il ragazzo si allontanò,soddisfatto della mancia.G. chiuse la porta dietro di sé.Come allora posò il cellulare sul mobile dell’ingresso,poi la raggiunse davanti al balcone.La afferrò dalle spalle,sussurrandole:
-Facciamolo ora..-
Poi la voltò e riprese a baciarla,non permettendole di replicare.La sollevò sulle braccia e la portò nella stanza che avrebbero condiviso.
La adagiò sul letto.Comiciò a spogliarla.
Eddy tentò di ribattere:
-La bambina..-
-La bambina sta vedendo un film…-
-Dobbiamo sistemare le valigie..-
-Avremo tempo…- la baciò- adesso stai zitta,amore…parla solo per dirmi che mi ami…-
Così fecero l’amore,proprio come la prima volta…quasi in silenzio,allora entrambi restii a dire quello che il loro cuore cominciava già a sentire.Ora invece finalmente l’amore che provavano reciprocamente non era più un segreto di cui avere paura:esplodeva nell’abbandono reciproco,nelle grida di piacere e dolore…
-Oh..ti amo,G. ti amo…ed è così bello potertelo dire….-gli gridò lei,al colmo della gioia.
Poi lo strinse forte a sé,le mani nei suoi capelli,il respiro nel suo respiro,per raccogliere il suo grido d’amore e piacere insieme:
- …oh…I do love you…sweet heart,honey…my love…for ever…-




Cingendole la spalla col suo braccio,G. fumava la sua solita sigaretta.passandole di tanto in tanto una boccata,a quel loro modo da adolescenti.
Non parlavano,si limitavano a condividere quel momento di dolce,spossato abbandono,scambiandosi un bacio leggero ogni tanto…
Il vento fece vibrare i vetri della porta finestra:entrambi andarono col pensiero a quei loro primi incontri sul balcone…
-Mi sono sempre chiesta,quella prima sera…da quanto tempo fossi lì…- domandò Eddy.
Lui ridacchiò:
-Da più di quanto potesse sembrare…ma non sapevo risolvermi a rivolgerti la parola…Ho seguito ogni tuo gesto…il tuo sguardo che si perdeva verso una vela lontana,il tuo sospiro prolungato…le braccia che ti si chiudevano intorno al corpo…Cercavo di immaginare cosa stessi pensando…Poi,soprappensiero ho acceso la sigaretta,rompendo l’incanto…o aprendolo,chissà…-
-Già…chi lo sa…-
-E quando ti ho baciato?tu cosa hai pensato?...-
-Ero stupita…già ti eri catapultato a quel modo sul mio balcone…all’inizio ero piuttosto irritata…ma avevi una espressione così…così tormentata:a volte tra due estranei ci sono molte più affinità inespresse che tra due che vivono fianco a fianco…-
Lui annuì:
-E’ proprio così…In realtà non so perché ti ho dato quel bacio…-
-Ah no?- domandò lei,fingendo disappunto.
-Non fraintendermi….lo so benissimo…ma,in quel momento forse era l’unico modo per farti capire l’effetto che mi facevi…che mi facevano le tue parole,la tua risata…Tu però non mi hai respinto…- le fece notare lui.
-Mi avevi spiazzata,mr B.- ammise lei- Io ridevo per difendermi…e invece tu…-
G. la strinse a sé e si chinò a baciarla di nuovo.
-Non c’è difesa contro di te…- confessò ancora Eddy.
-Non ce n’è bisogno…io non ti farei alcun male…-la rassicurò lui,teneramente.

Era stata una notte di San Silvestro esaltante.L’albergo aveva infatti organizzato un cenone molto elegante durante il quale una piccola orchestra aveva discretamente intrattenuto gli ospiti.Poi qualcuno aveva timidamente iniziato a ballare e a poco a poco la festa si era animata:l’ultimo dell’anno sembra obbligatorio divertirsi,scacciare i pensieri,illudersi che inizi davvero un anno ‘nuovo’ e una vita ‘nuova’…
La piccola Serena aveva voluto indossare il kilt che Eddy le aveva portato da Londra e si pavoneggiava davanti allo specchio tutta compiaciuta.
-Sono bellissima?- aveva chiesto ai due adulti.
-Oh,what a pretty miss…- le aveva risposto G.,arricciando il naso.
Ma gli occhi dell’uomo erano soprattutto per la sua compagna,che aveva indossato un abito da sera,sobrio ed elegante,che metteva in risalto la sua figuretta aggraziata.
-Sei molto bella anche tu…- le disse.
Eddy sorrise,chiedendogli di aiutarla ad allacciare una collana di giada che avrebbe impreziosito la sua mise.
La donna sollevò i capelli,per facilitargli il compito e lui approfittò per baciarle il collo,teneramente.
Voltandosi verso di lui,Eddy gli aggiustò il nodo alla cravatta,ammiccando.
Coll’avvicinarsi della mezzanotte,secondo l’usanza,la festa popolare si animava:per le vie della città vecchia sfilavano gruppi folcloristici impegnati a danzare la cosiddetta ‘ndrezzata’,un ballo che aveva molto del rituale dell’amore e dell’accoppiamento.
Quindi da tutte le case dell’isola cominciarono a partire fuochi d’artificio,che culminarono con uno spettacolo di fuochi a mare,davvero incantevole…
Serena aveva incontrato altri bambini e si era divertita a rincorrersi per tutto il salone dell’albergo:a mezzanotte poi erano usciti tutti sulla terrazza,per ammirare i fuochi…e ancora una volta la bimba potè godere lo spettacolo da una posizione privilegiata…
La stanchezza poi cominciò a farsi sentire:intorno all’una la bimba dormiva sulla comoda spalla di G.,dimentica di tutto.
-Mi spiace,G…- disse Eddy- ma credo sia opportuno portarla a letto…-
-E’ una splendida idea..- disse lui,per tutta risposta.
-Forse tu sei abituato a tirare mattina…- si scusò la giovane donna.- E’ l’ultimo dell’anno e…
Lui la guardò,senza risponderle.Si alzò piano dal suo posto,per non svegliare Serena e con delicatezza la portò in camera,adagiandola sul suo lettino.
Quindi si allontanò,per telefonare ai suoi;Eddy intanto svestì la piccola e le fece indossare il pigiama,rimboccandole infine le coperte.
Gli ultimi fuochi ancora rimbombavano in lontananza:sul mare si riflettevano i bagliori lontani.Una notte purissima accoglieva il nuovo anno:le stelle sembravano piovere sul mare,e in lontananza si allungava l’ombra possente del capo.
Eddy era sul balcone,fissava lontano:con un gesto usuale,si stringeva nelle braccia,per darsi calore…per darsi coraggio…
Silenziosamente le braccia forti e amorevoli di lui la cinsero,in un abbraccio confortante.
Eddy appoggiò le testa all’indietro sul petto di G. senza parlare. Una malinconia profonda si era impossessata di lei e quell’abbraccio silenzioso,caldo le fece quasi venire voglia di piangere.
-…che cosa c’è,oltre quel capo?...- gli domandò.
-….il nostro futuro,amor mio…-
In quel momento apparve la sagoma di una nave da crociera,illuminata a festa,con il gran pavese bene in vista.
-Guarda!- disse lui,incoraggiante.-E’ un futuro luminoso…dimmi che non avrai paura,Eddy…-
Anche lei sorrise,all’apparire della nave,ricacciando le lacrime giù.
-Stringimi amore mio…- gli chiese,poi aggiunse prima di baciarlo- Buon anno,mr B.!-
-Buon anno,Eddy….-


THE END!


Edited by arielcips - 2/1/2009, 14:52
 
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view post Posted on 2/1/2009, 14:54
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Commenti finali

spands7220/3/2006, 12:47
WOW....bellissimo, in questo momento sono emozionata, e non riesco ad esprimere la gioia e la purezza che esprimi così bene nel tuo racconto!!! :applauso:


madamegiry20/3/2006, 15:38
...una bella storia,davvero! :rosa:


jiujiu20/3/2006, 16:41

mia somma... :wub: :applauso:

CITAZIONE
G. la strinse a sé e si chinò a baciarla di nuovo.
-Non c’è difesa contro di te…- confessò ancora Eddy.
-Non ce n’è bisogno…io non ti farei alcun male…-la rassicurò lui,teneramente.

in effetti è verissimo... :swoon:
CITAZIONE
Una malinconia profonda si era impossessata di lei e quell’abbraccio silenzioso,caldo le fece quasi venire voglia di piangere.
-…che cosa c’è,oltre quel capo?...- gli domandò.
-….il nostro futuro,amor mio…-
In quel momento apparve la sagoma di una nave da crociera,illuminata a festa,con il gran pavese bene in vista.
-Guarda!- disse lui,incoraggiante.-E’ un futuro luminoso…dimmi che non avrai paura,Eddy…-
Anche lei sorrise,all’apparire della nave,ricacciando le lacrime giù.
-Stringimi amore mio…- gli chiese,poi aggiunse prima di baciarlo- Buon anno,mr B.!-
-Buon anno,Eddy….-

sbom sbom sbom...sembra poesia... :wub: :wub:
CITAZIONE
THE END!

the end? come The end???? ( :eheh: ) la verità è che sono tanto affezionata a questa storia che se non finisse mai, mi andrebbe bene comunque... :amore: e in parte quoto anche bea...a quando un seguito del seguito? ;) :P
grazie mia somma, per avermi e averci fatto emozionare così tanto.. :bacio: :rosa: :felice: :abbraccio:


madamegiry22/3/2006, 12:19

...vorrei aggiungere che,secondo me,è perfetta così...


sabry_aminta22/3/2006, 13:16
CITAZIONE
Non c’è difesa contro di te...- confessò ancora Eddy

oh no,non ce n'è... :occhilucidi:

ma come...THE END???
che peccato,adoro questa ff!!vabbè...grazie Ariel per avercela fatta leggere! :abbraccio:


gemini2122/3/2006, 22:19
Anche a me dispiace tantissimo che sia finita, non si può mettere la parola fine ad una storia così (io avrei lasciato dei puntini di sospensione)


manuphantom24/3/2006, 20:31
nooooooo,ariel,ti prego non farmela finire così,ti scongiuro,è troppo bella.

Edited by sabrinta - 8/1/2009, 12:29
 
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gra70
view post Posted on 19/1/2009, 20:52




Commento con ritardo questa meravigliosa ff ma a mia discolpa c'è che sono inscritta da poco :angel:
Avete già scritto tutto voi quindi non mi resta che accodarmi ai vostri complimenti e ringraziare Ariel per avermi fatto sognare insieme ad Eddy e Gerry... :fiori:

P.S.: @Arielcips: per i copyrights ci mettiamo d'accordo poi ok? :fisch:
 
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Elfa Nihal
view post Posted on 6/2/2009, 01:20




Bellissima, sensualissima e stra-tenerissima!!!
L'ho letta tutta d'un fiato
Grazie per questa bellissima storia!!!

CITAZIONE
Dalle finestre di fronte Rossella lo salutò,con un sorriso ammiccante.G. ricambiò il saluto,domandandosi che idea di sé dava,in boxer e tshirt…

io vorrei tanto potermene fare un'idea!!!
 
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12 replies since 3/4/2008, 17:09   361 views
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