Preludio nr 4 in si minore, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(11517 visite)

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arielcips
view post Posted on 6/4/2008, 10:49 by: arielcips
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-Aurora…scusami se arrivo solo ora,ma..c’è una persona che vuole congratularsi con te!- Blanche entrò trafelata come suo solito.
-Con me…una persona?-
Qualcuno entrò nel camerino,il fruscio del taffettà sul pavimento annunciò una donna.
-Come siete bella,Aurora…-
-Madame Giry!-
La fanciulla era incredula;mosse qualche passo,andando incontro alla adorata maestra.Le due si abbracciarono,emozionate,euforiche.
- …ma…così siete venuta senza dire niente?-
-Alla fine è stato più forte di me…volevo darvi la soddisfazione di esservi vicina…Non ho fatto in tempo a darvi l’in bocca al lupo prima…ma guardandovi ho capito che nessuna delle due ne ha più bisogno!-
-Ma…ma cosa dite?..oh madame…E’ così bello poter contare su di voi,di nuovo!-
La confusione dal foyer cominciava a salire anche verso i camerini:madame Giry propose:
-Usciamo dal back stage?...non vorrei trattenermi a teatro,Aurora-
-Va bene…mi cambio subito e sono da voi…,Blanche…mi aiutate?-
Prima di uscire,Aurora sussurrò qualcosa alla sua accompagnatrice;questa si guardò intorno poi le restituì il bocciolo di rosa che aveva appoggiato al ripiano della toletta.La giovanetta lo strinse,annusandone ancora l’inconfondibile profumo.Poi proteggendolo,sotto il suo soprabito,si avviò verso l’uscita.
Magdalene le aveva precedute,ma attraversando quell’ala ormai vuota dell’edificio,si sentiva lacerata da due opposti sentimenti.Voleva andarsene al più presto,per non permettere ai ricordi,ai rimpianti di sommergerla;ma al tempo stesso era attratta dalle magnifiche novità del teatro,dall’aria familiare e inebriante che respirava,dal desiderio di conoscerne l’ammirevole nuovo proprietario…
Prevalse,con forza,la razionalità;non appena fu raggiunta dalla Levigny e da Aurora,uscì in fretta sulla strada e,fermata una carrozza,si ritirò con loro in albergo.
-Mi sono permessa di ordinare una leggera cena fredda…possiamo consumarla in camera mia,se volete?- propose Blanche.
Così le tre donne si ritrovarono insieme a tavola,festeggiando il magnifico esito della esibizione di quella sera. Mancava Alphonsine,della quale inizialmente nessuno parlò direttamente.
Poi,quando Blanche si allontanò e maestra e allieva rimasero sole,fu fatale entrare in argomento.
-Peccato che Alphonsine probabilmente non vi incontrerà,madame Giry…- sfuggì detto ad Aurora.
-A lei non dispiacerà poi tanto:sta vivendo una serata di gloria…- ribattè l’altra.
Aurora sospirò.Magdalene cercò di rimediare:
-Aurora….se Alphonsine ha spiccato il volo è anche merito vostro…opera vostra!-
-Già…- ribattè quella,con amarezza.
La maestra di danza si morse le labbra;la sua ultima considerazione,più che confortare la pianista,sembrava intristirla ancora di più.
-Ditemi la verità…l’idea delle scarpette…di chi è stata? Vostra?-
-No,madame….è un’idea di Alphonsine…- disse quella con modestia-io le ho suggerito solo….- ma si fermò.
Madame Giry annuì col capo.Ma non aggiunse altro.Dopo un po’,Aurora le confidò:
-Madame…io non volevo esibirmi…ricordate?...E ancora è così:quando smetto di suonare e rimango là,senza potermi muovere…Sprofonderei volentieri!....però…-
-Però?-
-Però gli applausi…-
-Piacciono anche a voi? È questo che volete dirmi?...e perché non dovrebbero? Siete un’artista,Aurora…una grande artista…Certo ancora immatura,ancora vulnerabile per certi versi:ma la stoffa è innegabile,innata…-
-Non so….penso che illudo me stessa,ogni volta…e mi riprometto che sia l’ultima!-
Blanche rientrò,servì il tè e sedette di nuovo con loro.Un silenzio imbarazzato,calò.La dama volle romperlo:
-Cosa credete che accadrà,madame Giry…alla fine delle repliche?-
-Cosa intendete,Blanche?-
-…a proposito della scrittura…-
- …Ho sentito dire che monsieur Sindial ha già contattato il famoso coreografo *****,probabilmente vuole affidare a lui la direzione di un balletto stabile…-
-Ma…e voi madame? Non ci avete ripensato?...perchè non parlate con Sindial,lui….- proruppe con slancio Aurora.
-Lui?..cosa stavate per dire?...-domandò Magdalene,ma poi si affrettò a replicare-No,Aurora:non ci ho ripensato…domani stesso rientro a Cap d’antibes.. però,dopo quello che ho visto,avrei qualcosa da suggerire a monsieur Sindial…-
La pianista era curiosa di sapere cosa,ma preferì trattenersi.
-Avete appuntamento con lui?...-
-No,purtroppo…ma vi consegnerò una lettera,che vorrei che lui leggesse quanto prima… E adesso,amiche mie,se permettete…mi ritirerei:immagino siate stanche entrambe….soprattutto voi,Aurora…-
La maestra di danza stava già uscendo dalla stanza,quando l’ex allieva la trattenne:
-Madame Giry….e…se tornassi anch’io,con voi?-
Magdalene tornò sui suoi passi,l’abbracciò:
-E’ proprio quello che desiderate?...io non lo credo,Aurora…e comunque per ora dovrete rimanere fino alla conclusione delle repliche…poi mi direte:la mia casa è sempre aperta per voi,lo sapete:vi considero come una seconda figlia e vi ammiro,profondamente…-


Era ormai quasi giorno quando Alphonsine rientrò in albergo.Aurora riconobbe la sua inconfondibile risata,appena soffocata,sull’uscio della sua camera:chissà chi l’aveva riaccompagnata…
La pianista nascose la testa sotto il cuscino e tentò di riaddormentarsi:nel buio,per un attimo,i suoi occhi distinsero sul comodino un vasetto di vetro,lo stelo lungo ed elegante,il bocciolo profumato di una rosa…Fu solo un attimo,come sempre…Ma era un attimo che si ripeteva sempre più spesso…
-Non debbo illudermi…- si disse la giovanetta,rivolgendosi a se stessa,al suo giovane cuore che iniziava a palpitare in modo così deliziosamente eccitante…

-Buona notte…anzi buon giorno,madamoiselle…- disse Ilia,licenziandosi da Alphonsine.
-Non volete restare ancora un poco a farmi compagnia?- domandò questa,maliziosamente.
Ilia rise:
-Ho l’impressione che lo champagne vi faccia un cattivo effetto…-
-Forse avete ragione…mi sento proprio ubriaca- disse leisospirando,languida.
-So bene che ho ragione…lasciatemi andare,via…-
-Avete espletato il vostro dovere,Ilia? Vi siete assicurato che tornassi sana e salva a casa?...adesso,smettetela di fare da galoppino al vostro amato Sindial…- insistè lei,ammiccante.
Ilia conservò il suo sorriso,pur serrando leggermente le mascelle:
-Resterei volentieri…e poi? Quando i fumi dell’alcool diraderanno?non rimarrete delusa?-
Alphonsine fece spallucce:
-Non è l’alcool che mi ha ubriacato…è la felicità,è il successo…mi sento così piena di gioia che vorrei regalarne un po’ a qualcuno…-
Ilia scosse la testa,declinando definitivamente l’invito:
-Grazie….accetterò volentieri quando il regalo non sarà destinato a un ‘qualcuno’ generico… Buona notte,Alphonsine!- così dicendo le diede un bacio lieve sulla fronte e sparì nel corridoio.
La ballerina aveva davvero la testa annebbiata dall’eccitazione,dalla stanchezza,dallo champagne;faticò a capire esattamente cosa avesse voluto dire Ilia e finì per rinunciarci del tutto,entrando nella sua stanza.
Qui si liberò del soprabito,delle scarpe,piroettò a braccia spalancate fino a lasciarsi cadere sul letto esausta.
Stava già per abbandonarsi al sonno,quando qualcuno bussò alla porta.
Lei rise,convinta che fosse Ilia…
Andò ad aprire,ma prima esclamò:
-Ci avete già ripensato,monsieur ‘qualcuno’?...-
Quindi spalancò la porta:e si trovò davanti madame Giry!
Anche la sua bocca rimase spalancata per lo stupore:
-Madame?!?-
-Buon giorno,Alphonsine…non mi fai entrare?-
-C..certo…p..prego…-
Lasciò che Magdalene entrasse,poi richiuse la porta,appoggiandosi ad essa.
-..Non siete contenta di vedermi,Alphonsine?- le domandò la ex maestra.
La ballerina era sorpresa,stordita;andò finalmente incontro a madame e la abbracciò,un po’ meccanicamente:
-Quando siete arrivata?-
-Ieri sera…e sto partendo di già…Ma vi ho sentita rientrare e volevo salutare anche voi…-
Alphonsine bevve un bicchier d’acqua fresca.Poi si sedette sul letto e fece segno alla sua ospite di accomodarsi.
Questa si guardò intorno:tutti i ripiani e le sedie erano ingombri di abiti e paccottiglie varie.Finalmente si adattò sul bordo di una poltroncina,serrando tra le mani la borsetta da viaggio e l’ombrellino.
- Avete assistito allo spettacolo? Che ve ne è parso?-
- Siete state bravissime…tutte e due!-
La ballerina sbadigliò,stanca:
-Ah..sì,Aurora mi ha accompagnato molto bene…è bravina,davvero…peccato!...-
Madame Giry si irrigidì:
-Cosa intendete…?-
-Bè…avrete capito che ormai non ho più bisogno di lei…posso farcela anche da sola,ora! Ho avuto la mia consacrazione,ieri sera…Sapete che ho conosciuto già monsieur ******,che probabilmente sarà il futuro direttore del balletto stabile dell’Opera?...e mi ha salutato come una rivelazione,come l’etoile del suo balletto!-
Madame Giry aveva abbassato lo sguardo,distogliendolo dalla sua ex alunna. Quest’ultima balzò verso di lei,afferrandola per le braccia:
-Non dovete pensare che io sia una piccola ingrata,madame Giry…senza di voi non sarei mai arrivata a tanto!- disse,infervorata. –Ma…voi per prima vi siete tirata indietro quando si è trattato di accettare l’offerta di Sindial…Vi ho capita,vi capisco;ma io non mi tirerò,indietro…Se Sindial non accetterà di scritturare l’intero nostro balletto,io resterò comunque a Parigi.Parigi è mia,madame!-
Magdalene la guardò:che strano impasto di istintività e ambizione c’era in lei…se fosse davvero riuscita a liberare nella danza quella sua dirompente personalità,sarebbe davvero potuta diventare una ‘grande’…Ma la maestra era scettica,convinta che ancora Alphonsine non fosse del tutto in grado di volare da sola.
-Adesso devo lasciarvi,Alphonsine….sappiate che ho lasciato ad Aurora una lettera da consegnare a Monsieur Sindial…-
-Gli avete scritto? E cosa?...forse accettate la sua offerta?-
-No…- disse Magdalene,alzandosi e guadagnando la porta –E’ una nuova proposta che gli faccio….spero che leggerà la lettera prima della fine delle repliche….-
-Mah…Non potreste accennarmi?...-
-Arrivederci,Alphonsine…e complimenti ancora!complimenti vivissimi!- disse la Giry,fermandosi un momento sulla soglia,per poi chiudersela seccamente alle spalle.
Alphonsine rinunciò a seguirla,ricadendo stanca sul letto.Ma il sonno ristoratore tanto auspicato sopraggiunse molto tardi…


Sindial si ritirava finalmente nel suo studio.Era stato terribilmente opprimente per lui trascorrere quella forzata mezz’ora nel foyer,durante il ricevimento.Salutare dame e damerini,sottoporsi alla loro morbosa curiosità,raccogliere stralci di discussione e intervenire in piccole chiacchiere che con l’arte e la bellezza non avevano niente a che fare.
C’era voluta tutta la diplomazia e la delicatezza di Ilia,perché quei momenti passassero senza che la sua caratteriale arroganza,il suo feroce sarcasmo esplodessero contro qualcuno dei privilegiati invitati alla festa.
Poi sulle scale aveva fatto la sua comparsa Alphonsine,raccogliendo su di sé tutte le attenzioni;l’impresario aveva tirato un sospiro di sollievo.Ora forse avrebbe potuto ritirarsi inosservato.Ma Ilia col gesto e con lo sguardo,gli ricordò che doveva prima congratularsi con la giovane etoile…
Le si era avvicinato,dunque:intorno a lui gli ammiratori avevano fatto rispettosamente ala,mentre la ballerina,occhieggiandolo con una espressione trionfale negli occhi,fingeva di non accorgersi della sua vicinanza.
-E’ stato un vero piacere madamoiselle ammirarla stasera…- le disse,ignorando la sua indifferenza.La sua voce creò il silenzio intorno a sé.
Alphonsine fu costretta a voltarsi;gli porse la mano perché lei la baciasse,ma lui si limitò a inchinarsi appena,con una freddezza quasi palpabile.
-Oh…monsieur Sindial…il nostro immaginifico impresario…- disse lei,posando già a diva,pronta a concedergli il beneficio della sua attenzione.
Ma lui non si trattenne un minuto di più,lasciandola senza parole.
- …Semonov,prendete pure il mio ruolo e fate da Anfitrione ai nostri ospiti…- disse,scambiandosi di posto elegantemente con il suo segretario e dileguando tra la folla senza difficoltà.
Aveva attraversato il teatro,ormai vuoto e buio.Poi aveva raggiunto l’ala abitabile dell’edificio e si era finalmente chiuso la porta del suo studio alle spalle.
Era stanco,stanco,ma tutto sommato soddisfatto.
Si liberò della giacca,poi entrò nel suo appartamento.Guardò il suo letto:forse quella notte sarebbe riuscito persino a dormire…
Non si sfilò la maschera,ma si gettò semivestito tra i cuscini,riversando la testa all’indietro,con gli occhi chiusi.
Per un attimo,gli sembrò di potersi abbandonare del tutto;sentì la mente rilassarsi,lasciarsi andare,le idee confondersi in quel dolce nulla che è il sonno degli uomini…
Fu solo un attimo:il dolce nulla si rimaterializzò subito in immagini atroci della sua vita passata,dove la ferocia,l’orrore,l’abiezione rincorrevano l’assurdo sogno di suscitare un sentimento d’amore irrealizzabile…
Si rivoltò nel letto,prono,la faccia nascosta tra i cuscini.Tentò di dormire così,un sonno di incubi e ricordi.Poi sollevò bruscamente il capo,ribellandosi a quella tortura;rinunciò al riposo,si alzò e si mise a lavoro,alla sua scrivania.
Fu solo quando ebbe terminato la sua fatica notturna,che l’alba avanzando lo trovò finalmente assopito.





Ilia si svegliò che era tarda mattinata,forse oltre mezzogiorno.
Si alzò dal suo letto e aprì il balcone,che dava direttamente sulla Senna.Si affacciò,stiracchiandosi e allargò lo sguardo sul panorama:Parigi sembrava una languida dama assopita…
Chiamò perché gli servissero la colazione( o il pranzo) e si fece portare i giornali.Quindi comodamente seduto al sole,cominciò a sfogliarli,curioso di sapere cosa era stato scritto sulla serata dell’inaugurazione.
Le critiche erano tutte lusinghiere,molte addirittura entusiaste:si celebrava la ritrovata bellezza del teatro,l’accoglienza elegante,il gusto;si apprezzava l’allestimento del Mefistofele,con particolare riguardo al protagonista Faust e alla virtuosa soprano che aveva interpretato il ruolo di Margherita,la solita talentosa italiana dal nome altisonante…
E lodi infinite ricadevano infine sull’esibizione di Alphonsine e Aurora:di quest’ultima tutti avevano notato la naturalezza dell’esecuzione,perfetta,senza eccessi o sbavature,ma al tempo stesso generosa e appassionata;di Alphonsine?...bellezza,grazia,talento…i complimenti si sprecavano.E già era salutata come la rivelazione di quella stagione musicale.
Abili nel creare attenzione e suspence,i giornalisti avevano poi accennato alla misteriosa figura di monsieur Sindial:un uomo dalla personalità affascinante,ma sfuggente e schivo,quasi inafferrabile.Addirittura qualcuno aveva tentato di ricostruirne la biografia:russo di nascita,grande scenografo,fedelissimo dello zar,combattente….La maschera che portava nascondeva le terribili ferite riportate in un duello…combattuto per difendere l’onore di una dama…
-La stampa….che grande manipolatrice..- pensò il giovanotto,domandandosi cosa ne avrebbe pensato l’interessato,di tutto quel romanzo imbastito su di lui.
Ilia sorrideva ancora,col capo all’indietro,baciato dal caldo sole del pomeriggio.Poi sollevò la testa e guardò verso il proprio taccuino,domandandosi chissà Sindial cosa avrebbe pensato del suo,di romanzo…
Il cameriere bussò discreto e servì la colazione.Ilia iniziò a divorarla,piuttosto affamato e ansioso di rimettersi all’opera.

‘Separazione.


Una mattina,Sindial sembrò volersi congedare.
Mi venne incontro,col viso di chi sta per partire.Era venuto il tempo.
-Ilia Semonov…credo che le nostre strade stiano separandosi…-
-Dove andrete ora?- mi venne istintivo chiedergli.
Lui guardò lontano,ma non rispose. Mi tese la mano.Gli chiesi allora se potevo accompagnarlo per un tratto,assicurandomi che trovasse la via giusta.
Camminammo insieme in silenzio,poi cominciai a dire:
-Non mi tratterrò a lungo nemmeno io:sto solo aspettando per formalizzare la cessione della casa a mia sorella…poi andrò via…-
-Tornerete a San Pietroburgo?-
-Credo di si…sto ancora aspettando l’occasione....Credevo di averla trovata,ma poi…Chissà se mi riprenderanno,al Malinskjy?-
-Di cosa vi occupavate?- mi domandò.
Feci spallucce:
-Niente di artistico…ero un fattorino…ma l’ambiente del teatro mi forniva una galleria incredibile di personaggi…-
Lui mi scrutò,acutamente.Poi,come se avesse intuito,disse:
-Oh…i vostri appunti…Volete diventare scrittore?-
Arrossii,domandandomi come avesse capito,e se avesse letto tra le mie carte,in quei giorni che era stato mio ospite.Come sempre,mi anticipò:
-Dalla nave,ricordo che avevo fatto caso alla vostra frenetica scrittura…-
Trovai il coraggio,gli proposi:
-Se mi aspettaste…potremmo ripartire insieme…magari al teatro non mi vorranno,ma un musicista come voi…..-
Il suo volto cambiò espressione,divenne stranamente gelido,scostante.
-Dimenticate di avermi sentito suonare…dimenticate che sono un musicista:io non lo sono più…-
-Ma…avete un dono prezioso,perché..?-
Non volle rispondermi.Ripensai alle note che il suo tocco aveva saputo trarre da quel mio povero violino;mi venne in mente la leggenda del cigno,che schiude il suo splendido unico canto,solo un attimo prima di morire.
Lui aveva deciso di seppellire la musica che aveva dentro di sé:perché?
Uno stormo di cigni neri si levò in volo davanti a noi.Eravamo arrivati sul ciglio della strada maestra.
-Cosa farete,allora?...per vivere,dico…-
Lui rise,senza allegria.
-Avevo trovato un’ottima occupazione,Semonov…e per colpa vostra ho dovuto rinunciarvi…-mi rinfacciò,sarcastico.
Io rimasi serio,e lo fissai:
-Non tornerete là,vero?-
Lui incrociò il mio sguardo:non so cosa vi lesse,forse la mia ammirazione,la profferta della mia amicizia…Certo sul viso,negli occhi mi sembrò di veder brillare un calore nuovo,quando mi rispose.
-No…non tornerò.-
Gli sorrisi,gli porsi la mano,stringendo la sua destra con vigore.
-Allora…addio,monsieur Sindial…-
Mi stupì ancora,allontanandosi:
-Arrivederci,Ilia Semonov…’


Aurora e Alphonsine stavano desinando nel grazioso giardino dell’albergo.Quel giorno avevano deciso che lo avrebbero passato a riposare,perdendo piacevolmente il tempo.
Blanche stava consultando i quotidiani e di tanto in tanto si fermava a leggere loro ad alta voce qualche commento più originale sullo spettacolo della sera precedente.
-Sono sicura che Sindial vorrà scritturare tutto il balletto…- disse,col suo cuore generoso la dama.
-Io non credo,madame Blanche….-
-Perché no?- chiese Aurora.
-E’ un uomo troppo presuntuoso… e non ammetterà mai di aver sbagliato…-
-Bè…in ogni caso ho da consegnargli la lettera della Giry…-
-Ah si..me ne ha parlato…Tu sai,vero,cosa gli propone?- disse Alphonsine,con falsa superiorità.
-No…non ha voluto dirmelo…Non riesco a immaginarlo davvero?-
Alphonsine rise,enigmatica.
-Sembra che invece tu lo sappia…è così?-
-Aurora,non prendertela….sono più grande di te,più affidabile…è chiaro che Magdalene si confidi con me,no?-
-Già…- ammise Aurora,piuttosto delusa.
-Buon giorno,madame Levigny….madamoiselles…- la voce di Ilia interruppe la discussione. Il giovanotto salutò con un inchino la dama e poi sedette al tavolino tra le due artiste:
-Allora,vi state godendo il meritato riposo?-
- Si…- disse Alphonsine,spiccando un acino d’uva con le mani e addentandolo con voluttà.
-Ne sono lieto….e lo sarei di più,se accettaste un invito,per il pomeriggio….-
-Un invito? Dove?-
Semonov si rivolse alla pianista:
-Madamoiselle Aurora?-
-Si…ditemi di che si tratta…-disse lei,con un sorriso.
-Una passeggiata in campagna… andiamo a visitare delle scuderie…e se volete,si può anche andare a cavallo:voi sapete montare,madamoiselle Alphonsine? – chiese poi a quest’ultima.
E Alphonsine vide-Meglio di una amazone…una sfida,monsieur Semonov?-
-No…vorrà dire che mi darete lezione…- rise lui – Ora preparatevi:Sindial ed io passeremo a prendervi tra mezz’ora…-
Aurora stava già per declinare l’invito,ma si trattenne,sentendo che ci sarebbe stato anche l’impresario.
-Oh..ci sarà anche lui? –commentò invece di malumore Alphonsine – addio divertimento!-



-Blanche,ma…non siete ancora pronta?-
Aurora attendeva sulla soglia della porta in comune,piuttosto ansiosa.
-Aurora cara…ma non credevo di dover venire anch’io…veramente se ricordi oggi pomeriggio avevo appuntamento per il tè con madame *****-
Rispose l’altra dall’interno.
In quella Alphonsine bussò:aveva indossato uno splendido completo da amazzone,con tanto di cappellino e frustino,che ancora una volta esaltava il suo personale procace:
-Pronta Aurora?-
-Si…aspetta..Blanche?-
La anziana dama comparve sulla porta della sua stanza:
-Ditemi Aurora…-
-Potete prendermi la lettera di madame Giry?...ne approfitto per consegnarla subito a Monsieur Sindial….-
Alphonsine seguì con gli occhi Blanche avvicinarsi a uno scrittoio,sul cui ripiano era poggiata la busta vergata dalla ex maestra.
-Non mi sembra una buona idea,Aurora…Non credete anche voi,madame Blanche?- intervenne,fermando quest’ultima.
-Bè…forse Alphonsine ha ragione…andate a fare una passeggiata…è stato un invito amichevole,che esula dal lavoro…- convenne la dama.
Aurora le assecondò:
-Forse avete ragione….allora ricordatemene domani,madame…non più tardi!-
Alphonsine ebbe una espressione soddisfatta;con entusiasmo offrì il suo braccio ad Aurora e la condusse nella hall dell’albergo.Alla reception,qualcuno le avvertì che erano attese sulla strada:uscirono e Alphonsine vide Ilia appoggiato a una magnifica carrozza scoperta,che –come le ebbe notate sulle scale- avvertì qualcuno(sicuramente Sindial) che stavano arrivando.Poi andò loro incontro.
Anche l’impresario smontò dalla carrozza,per aiutare le due ospiti a prendervi posto più agevolmente.
-Buon pomeriggio,madamoiselles- disse,inchinandosi appena a salutarle,poi porse la mano ad Alphonsine per prima,aggiungendo –Una splendida mise,mi compiaccio…-
-Grazie,monsieur Sindial…- rispose quella sorpresa e lusingata.
-Buon pomeriggio Aurora…- disse poi l’uomo,rivolgendosi a quest’ultima,sorreggendola con attenta sollecitudine.
Anche i due uomini presero poi posto sul landò,che partì velocemente allo schioccare della frusta del cocchiere.
L’aria era fresca,ma gradevole in quel pomeriggio di fine ottobre.Il sole ancora caldo,nel primo pomeriggio,addolciva la sferzata del vento,che diveniva una piacevole carezza sui volti delle due giovanette,i cui capelli ondeggiavano incorniciandone capricciosamente i volti.
Ilia e Alphonsine chiacchieravano amabilmente del tempo e della destinazione di quella loro passeggiata.
-Monsieur Sindial vuole acquistare un cavallo…e sta cercando di convincere anche me…ma io non sono un gran galoppatore…-
-No?- domandò maliziosa la ballerina – Non si direbbe…dal primo giorno che vi ho visto mi avete fatto un’impressione esattamente differente…-
I due risero,complici.
Aurora aveva gli occhi bassi,e giocherellava con le trine di un ombrellino da passeggio che aveva portato con sé.
-Che cavallo vi piacerebbe?-domandò,rivolgendosi a Sindial.
-I migliori sono i cavalli andalusi o gli arabi….sono belli,superbi….difficili da domare…- le rispose.
-Scusatemi…non me ne intendo troppo….forse mi riferivo al mantello..come vi piacerebbe?
-E’ una osservazione piuttosto femminile…a voi come piacerebbe?- interloquì Ilia.
-In tinta con l’abito,no?- ribattè spiritosa Alphonsine.-Per voi,Ilia…verde sarebbe perfetto… mentre per monsieur Sindial…grigio,come la sua maschera!- e rise di nuovo,garrula.
Aurora,sempre giocherellando con l’ombrellino,non seppe controllare la stizza che quella battuta le provocava,tanto da deformarne leggermente una delle delicate stecche;poi voltò il capo dall’altro lato,indispettita,pentendosi di aver accettato quell’invito dove cominciava a sentirsi assolutamente fuori posto.
-Voi non avete risposto,Aurora…- la incoraggiò Sindial,chinandosi appena verso di lei.
-Mi piacciono molto quei cavalli che hanno una macchia sul muso o a volte una sorta di stella sulla fronte…è come se avessero un marchio divino,non so…Forse è una sciocchezza...ma quand’ero bambina ero convinta che un cavallo stellato potesse vincere qualsiasi gara…-
-Se ne dicono tante,di sciocchezze…- commentò Ilia –Se anche lo fosse,Aurora,quando a parlare è una fanciulla graziosa come voi…o come la nostra Alphonsine…si finisce per perdonarvi anche le sciocchezze…-
Al richiamo del vetturino,i cavalli frenarono la loro corsa e finalmente la carrozza si arrestò.
Alphonsine comprese che l’ultima battuta di Ilia era in realtà rivolta proprio a lei;avrebbe voluto ribattere con qualche acuta spiritosaggine,ma non ce ne fu il tempo.Uno alla volta gli occupanti della carrozza smontarono.
-Madamoiselle Alphonsine…se desiderate montare a cavallo,lo stalliere vi accompagnerà…- disse Sindial,indicandole un garzone che era corso loro incontro.
-Grazie…ma…nessuno si unisce a me?-
-Tra poco la raggiungerà Ilia…- rispose ancora l’impresario,col suo solito tono deciso.
Il giovanotto sospirò,ma annuì.
-Venite,Aurora…-disse poi,porgendo il braccio a quest’ultima.
-Dove andiamo,monsieur?- gli domandò lei,leggermente intimorita.
Lui non rispose:entrarono tutti insieme nelle scuderie e,mentre Alphonsine sceglieva una splendida giumenta dalla criniera dorata per la sua passeggiata,Ilia e Sindial adocchiavano un paio di destrieri dall’aspetto superbo.
L’allevatore si avvicinò,orgoglioso:
-Belli,vero?....sono nati insieme,da quella cavalla laggiù…che forse oggi ne partorirà un altro…il suo ultimo…..-
Come chiamato in causa,l’animale emise un nitrito lungo,sofferto:iniziavano i dolori del parto.
Sussultando per la sorpresa,Aurora si strinse al braccio di Sindial,che la rassicurò:
-Non abbiate paura….Datemi la mano,ora….e carezzate per me questo cavallo:è nero,lucido,le zampe però sono bianche e sulla fronte ha una stella bianca….-
La pianista tese la sua mano:il mantello del cavallo era serico,asciutto,sano.Ne ebbe una sensazione esaltante.Si volse sorridendo a Sindial:
-E’ il vostro?-
-Ilia,giudicate voi:quale preferite?-
-Sono belli entrambi…ma nessuno dei due fa per me,monsieur Sindial…io preferisco quello laggiù…- così dicendo indicò un forte cavallo ungherese,grosso,piantato in terra,poderoso,ma dall’aspetto mansueto e rassicurante.
-Vada per quello…-annuì sogghignando Sindial -ma spicciatevi a montarlo….altrimenti non raggiungerete mai la bella amazzone…-
-Se desiderate cavalcare anche voi,monsieur andate pure… io vi aspetterò fuori...c’era un’aria così bella…-
-Fuori? E dove?-
-…magari in carrozza…-
-Non dite sciocchezze… Antoine!-
-Si,monsieur…-
-…preparate un calesse..-
Aurora era stupita.
-Verrete con me,madamoiselle…-
Montarono insieme su un esile carrozzino da corsa,al quale era stato aggiogato lo splendido andaluso scelto da Sindial;questi afferrò saldamente le redini e spronò l’animale al piccolo trotto.
-Va tutto bene?- domandò l’uomo alla giovane,che era rimasta in silenzio fino ad allora.
-Si…stavo pensando…una delle ultime estati che trascorsi con la mia famiglia andammo in campagna…e nell’aria c’era un odore simile a quello che avverto…-
-Si…probabilmente perché qui fanno due raccolti…era l’odore del fieno ammassato in covoni,sui campi,dopo la messe…-
-Già…ora ricordo…Ero poco più che una bambina…passavamo tutto il tempo a giocare a nascondino,sapete?-
-A nascondino?- chiese lui.
-Si…ogni bambino ci ha giocato,almeno una volta…- generalizzò lei.
-Capisco…bisogna essere stati bambini,per conoscerlo…- ribattè lui,con una intensa sfumatura di amarezza nella voce.
Aurora aveva colto perfettamente il cambiamento di tono del suo interlocutore;ne aveva provato un’ ingiustificata dolorosa fitta,ma non aveva trovato nessuna parola per rimediarvi.
Fu lui a interrompere di nuovo il silenzio.
-E in che cosa consiste questo gioco?-
Aurora prese fiato e spiegò:
-Bisogna essere almeno in tre…meglio se di più:uno deve contare a occhi chiusi,col viso coperto contro un albero…e gli altri vanno a nascondersi…lui deve trovarli,ma…-
-Ho capito….-la interruppe lui – continuate il vostro racconto…ora…-
-Ah,si…bè..non ho molto da aggiungere,salvo che spesso io cercando il nascondiglio più difficile,finivo per allontanarmi…perdendomi in mille fantasticherie…Il gioco finiva ed io non avevo giocato per nulla….-
-Una volta scoprii per caso una villa semi abbandonata,dietro un grande cancello….e cominciai a sognare,sapete…quei sogni che fanno tutti…- Aurora si morse le labbra,non voleva ferirlo di nuovo –che fanno le ragazzine,credo…-
Lui le domandò,con un tono che era insieme dolce e distaccato,come di chi appartenesse a un’altra vita:
-Ditemi….che sogni fanno le ragazzine?-
Aurora era incerta se rispondergli,poi come parlando a se stessa,rievocò quelle fantasie passate:
-Immaginai che quella fosse la mia casa…immaginai di essere cresciuta,una famosa ballerina…o una pittrice…o..-
-O?...-
-O la moglie di un famoso musicista…Mi vedevo entrare nel viale con la mia carrozza dorata…la servitù che mi accoglieva… -la pianista rise,anche lei con amarezza.
Il cavallo ebbe uno scarto improvviso.Aurora si afferrò al braccio dell’uomo,che riuscì tuttavia a dominare la situazione.
-Fermiamoci un po’…volete?- le domandò
-Si…grazie… E’ da quella parte il campo,vero?- chiese lei,seguendo l’aroma di fieno tagliato.
-Si…ma c’è una discesa un po’ scoscesa,per raggiungerlo…permettete…- così dicendo la precedette,poi afferrata per la vita la sollevò,depositandola dove il terreno era più agevole.
In quel momento fu come se la vedesse in una luce nuova,come se un velo si fosse squarciato davanti ai suoi occhi e fosse apparsa lei,col suo leggiadro abito celeste,i capelli scuri raccolti sulla nuca,ma delicatamente spettinati dal vento,le mani affusolate poggiate sul manico dell’ombrellino,celeste anch’esso sullo sfondo giallo oro del maggese.
Per un attimo il fiato gli mancò,avvertì insieme desiderio e dolore;e la consapevolezza di un nuovo baratro che poteva aprirglisi davanti.
-Aspettate qui…manderò Ilia a prendervi,tra poco..- le disse,improvvisamente brusco.
Poi montò sul calesse e spronò il cavallo al galoppo,cercando nell’ebbrezza della corsa di annullare ogni emozione invano tenuta sopita.




Montato sul suo mansueto baio ungherese,Ilia intanto si addentrava nel viale che attraversava la radura,senza una meta precisa.A un tratto gli venne incontro Alphonsine,di ritorno da una galoppata in solitario.
-Allora…vi ho aspettato…ma non arrivavate mai!- lo rimproverò.
-Scusatemi,ma vi avevo avvertito che non sono un gran cavaliere…mi godevo la passeggiata..ripensando alla mia terra…C’è qualcosa qui che mi ricorda la mia casa…-
-Siete nato in campagna?-
-Nato e vissuto…una campagna molto povera,ma…l’ho nel cuore…- le confessò,indicando il petto con la mano.
Stranamente assorta,Alphonsine assentì:
-Nella casa dove si è nati…rimane sempre un po’ del nostro cuore…Anch’io sono nata in campagna…-
-Davvero?...-
-Si,ma la mia famiglia è cittadina:eravamo là per sfuggire a un contagio,credo…e ci siamo rimasti fino a che non ho compiuto cinque anni…Io non vedevo l’ora di venire in città!-Alphonsine parlava di sé,per la prima volta-Solo che in Francia l’unica vera ‘città’ è Parigi…le altre sono così provinciali!-
Ilia l’aveva ascoltata attento;ora che il suo tono era tornato quello di sempre,distolse lo sguardo,osservando la strada.
-Ma anche voi,Ilia..non siete rimasto in campagna…come mai?-
Il giovane sollevò il capo,piacevolmente sorpreso dal tono nuovamente amichevole assunto dalla ballerina.Stava per risponderle,quando alle loro spalle si avvertì un violento tramestio.Si volsero insieme e videro sopraggiungere a velocità spaventosa il calesse di Sindial.
Alphonsine impallidì;Ilia trasse indietro il cavallo suo e quello della fanciulla,ma sapeva che se Sindial non avesse trattenuto in tempo il suo destriero,l’urto sarebbe stato inevitabile.Aveva le sopracciglia aggrottate,visibilmente preoccupato.
Alphonsine invece era terrorizzata:
-Quel pazzo ci verrà addosso!- gridò.
Ma l’uomo all’ultimo momento tirò con forza le redini,costringendo il cavallo a impennare e fermarsi.
-Monsieur Sindial!- esclamò Ilia
-Semonov,rientrate voi con le nostre ospiti…io vi precedo!- il tono era quello autoritario e arrogante dei momenti peggiori.
-Dov’è madamoiselle Aurora?- domandò Ilia,senza fare commenti.
-E’ laggiù…nel campo….- Sindial era meno sprezzante,ora. –Andate a prenderla,Semonov…-
Alphonsine volle interloquire:
-L’avete lasciata da sola?in un campo di grano?...ma siete…-
L’impresario li aveva superati e ora,ripresa la sua corsa frenetica,era già lontano da loro.
-Venite Alphonsine…andiamo da Aurora…-
-Andate voi…io ho bisogno di smontare da cavallo e bere un sorso d’acqua…-
Così Semonov raggiunse la pianista.Era ancora ferma,appoggiata al suo ombrellino,visibilmente a disagio.
-madamoiselle?...- la chiamò il giovanotto,smontato da cavallo. –Sto arrivando..-
-Ah,monsieur Semonov….cominciavo a disperare…-
Lui le prese la mano,offrendole il braccio.Poi,preso il suo cavallo per le redini,rientrò a piedi con lei.
-Monsieur Sindial si è ricordato improvvisamente di un impegno che aveva preso questo pomeriggio…si è scusato per…-
-Vi prego,Ilia…non è necessario…- lo interruppe Aurora.
Semonov sospirò.

Sindial intanto era rientrato a teatro.Senza fermarsi era salito nel suo studio:era entrato,sbattendo con rabbia la porta alle sue spalle.Con un gesto violento si era liberato della maschera,mandandola a cadere sul pavimentoAveva battuto i pugni sulla scrivania,scuotendo la testa.
A poco a poco,respirando intensamente,aveva recuperato una calma apparente,poi i suoi occhi si erano poggiati sul lavoro che aveva svolto quella notte.
Lo aveva afferrato tra le mani e stava per infierirvi,quando bussando appena,Ilia entrò nello studio.
-Sindial? State bene?- disse,sollecito e preoccupato.Aveva notato la maschera per terra e,chinatosi,l’aveva raccolta in silenzio.
Parlando quasi con sé stesso,l’impresario rispose:
-Avete mai tenuto tra le braccia un fascio di luce,Ilia Semonov?un ruscello?...una brezza marina?-
Non aspettò la risposta,proseguì:
-…io sì:è una sensazione di morte e rinascita…-
Credendo di aver capito a cosa si riferisse,Ilia rispose:
-Allora perché siete fuggito via?-
-Sfortunatamente mi sono ricordato di un dettaglio trascurabile- così dicendo alzò il viso,mostrandogli con aria di sfida il profilo sfigurato-…il mio lato ‘peggiore’ Ilia…Orchi e principesse,nelle favole,non vanno d’accordo…-
Semonov tacque.Scosse la testa,riflettendo,poi ribattè:
-nelle favole…ma questa è vita,Sindial:non ci sono creature fatate,ma un uomo…e una donna..e poi madamoiselle Aurora…-
Prima che completasse la frase,l’altro lo interruppe,aggressivo:
-E’ cieca?...certo!...non può vedermi! E non sarebbe ancora più immorale, …ingannarla…?-
Il russo non si lasciò intimorire,ma riprese:
-Aurora vede oltre l’apparenza,è in grado di apprezzare molto altro… e io credo che vi apprezzi,profondamente…-soggiunse.
-Ah,tacete,Semonov!-
Il segretario si era avvicinato alla scrivania,e vedendo il lavoro che Sindial stava per distruggere,domandò:
-Questo era per lei?-
-Si- fu la risposta,appena avvertibile.
-Rimarrebbe molto ferita,sapendo che lo avete distrutto…-
Sindial si voltò verso di lui,afferrandolo per la giacca:
-Per dio,Ilia… Volete proprio sfidare la mia ira? Perché dovrebbe importarmi se rimane o meno ferita?-
Rimanendo calmo,nonostante l’aggressione,quello rispose:
-Forse dovreste farvela da solo,questa domanda…-
Sindial lo aveva già lasciato andare,con falso disprezzo:
-Se non trovaste risposta,allora sareste libero di continuare…ma se,come credo,la trovaste…-Ilia gli stava restituendo la maschera.
L’uomo la prese,la osservò,come la propria immagine riflessa;quindi con un tono dolente,confidò:
-Ho già visto l’orrore negli occhi di una persona che amavo…-
Ilia gli chiese,sollecito:
-Solo l’orrore?-
Sindial sospirò,ammettendo:
-…anche pietà…- Poi sollevò lo sguardo e incrociò quello dell’amico:negli occhi di Ilia non c’era pietà né orrore.C’era amicizia,c’era affetto fraterno.
Sindial scosse la testa,incredulo. Si rimise la maschera.Rientrò in sé,del tutto:ritornò ad essere il padrone dell’Opera..
-Ho bisogno che facciate una cosa per me,Semonov!- disse,con tono perentorio,ma senza arroganza.


Blanche,Aurora e Alphonsine erano giunte in teatro per la prova,prima dello spettacolo.Venne loro incontro Ilia,sorridente,come sempre;come sempre impegnato a sanare le fratture.
-Bentornate madamoiselles…ho alcune notizie per voi…-
Alphonsine era già sulla difensiva:
-Notizie?...che genere di notizie?...-
-Diciamo….aggiornamenti sullo spettacolo di stasera…intanto permettetemi di introdurvi nei vostri nuovi camerini…Monsieur Sindial ha ritenuto opportuno che ciascuna di voi due avesse il suo…Sono qui,venite!-
Alphonsine scambiò con Blanche uno sguardo interrogativo;la dama era tutto sommato adattabile alla novità,ma la ballerina aveva un’espressione agguerrita.
-Bene…vediamoli…spero non siano due sgabuzzini!-
Si trattava invece di due camerini confortevoli e ospitali,attigui tra loro,leggermente più piccoli di quello che avevano occupato insieme la sera prima.
Alphonsine si guardò intorno con sussieguo:osservò se c’era polvere sulla cornice del suo specchio,finse di controllare che ci fosse spazio sufficiente,infine sembrò degnarsi di accettare la novità.
-Vada per i due camerini,allora… Ma l’altra notizia,l’aggiornamento sullo spettacolo?-
Aurora era entrata intanto nel suo,aveva poggiato il cappellino e il parasole su un ripiano indicatole da Blanche e,con l’aiuto di questa,si era seduta davanti allo specchio.Le sue mani avevano riconosciuto tra le suppellettili già ordinatamente disposte davanti a lei una spazzola;un po’ stancamente,aveva cominciato a passarsela sui capelli.Ma era un gesto svogliato,insensato.Depose in fretta la spazzola,fece per alzarsi;la sua destra toccò qualcosa di estraneo alla toletta:uno spartito?
Si,uno spartito.Eine kleine nachtmusik…e nel suo interno delle illustrazioni a rilievo:una sera d’estate,in campagna,un falò,una coppia di contadini che danzava spensierata…
Aurora trattenne il respiro,emozionata.Ma richiuse bruscamente il nuovo,inaspettato omaggio,sentendo sopraggiungere Alphonsine,che alzava indignata la voce contro Ilia:
-Che significa che ci esibiremo per prime? E perché?...ma il vostro signor Sindial non sa dircele direttamente le cose? Ha forse paura?....Ma adesso mi sentirà!
Aurora!...vieni con me!-
Era un fiume in piena,la ballerina.Incontrollabile.Si era avvicinata alla compagna e,presala per un braccio,voleva trascinarla con sé a discutere con l’impresario.
Aurora ebbe un moto di ribellione:
-ma cosa fai?...lasciami!-
-Andiamo a parlare col signor Maschera d’argento!...o magari tu pensi di accettare tutti i suoi capricci senza reagire…?-
Così dicendo aveva ripreso a camminare sospingendo anche Aurora nel corridoio.Gli artisti impegnati nel Mephisto,gli orchestrali spuntavano dai camerini incuriositi;un brusio divertito e curioso cominciò a diffondersi in tutto il backstage.Brusio che improvvisamente calò,non appena Sindial fece la sua apparizione tra le quinte.
Mentre uno dopo l’altro ciascuno tornava al suo camerino,Alphonsine lo affrontò con irruenza:
-Eccovi qua,monsieur…cercavamo proprio voi!-
-Che succede,madamoiselle? Mi pare di avvertire un sensibile disappunto nella vostra voce…- le rispose,ironico.
-Già…non ho gradito le novità,monsieur…Che significa che dobbiamo andare in scena per prime,stasera!-
-Esattamente questo:andrete in scena per prime..- rispose lui,autoritario.
-E per quale motivo,di grazia?- domandò con altrettanta ironia nel tono la ballerina.
-E’ una alternanza già prevista…-ribattè lui,con gelida calma-La vostra esibizione aprirà la serata:mi sembra di ricordare che ieri sera vi siete lamentata,per essere dovuta andare in scena dopo l’opera…o sbaglio?Non avete le idee molto chiare,madamoiselle Alphonsine!-
La ballerina si morse le labbra.Sembrò improvvisamente confusa.
-Aurora…digli qualcosa anche tu!-disse tra i denti- Ti ha piantato in mezzo al campo…e ora pretende di gettarci allo sbaraglio…come pare a lui!-
-Smettila Alphonsine…-ribattè quella,a bassa voce- ti stai rendendo ridicola…- Poi alzò la voce e si rivolse all’impresario:
-Non è possibile discuterne,monsieur Sindial?-
L’uomo si sentì un po’ spiazzato.Assunse un atteggiamento più disponibile e riuscì a dire:
-…Certo…-
Aurora col gesto li invitò a ritirarsi in uno dei camerini.Entrarono tutti nel suo,dove li aspettava Blanche e li raggiunse Ilia.
-Dite pure,madamoiselle Aurora…- esordì stranamente disponibile l’impresario.
-Mi domandavo per quale motivo ci comunicate le vostre decisioni sempre all’ultimo momento…e non ritenete mai opportuno consultarci…-domandò la pianista.
-Non amo discutere…ritengo che perché tutto funzioni a dovere vi debba essere una direzione unica…-ammise lui.
Ilia intervenne:
-Monsieur Sindial non pensava di mancarvi di rispetto…anzi:si augurava di potervi poi avere ospiti nel suo palco,per godervi il seguito della serata…-
-Bene…personalmente non trovo difficoltà ad adattarmi…-concluse Aurora. –Alphonsine?-
La ballerina volgeva le spalle a tutti,battendo nervosamente il piedino per terra.Uscire per ultima le era piaciuto molto…aveva significato raccogliere l’omaggio più caloroso del pubblico.Però…aprire la serata? E poi trascorrere il seguito nel palco…
-E sia…- disse – vado a prepararmi!- e uscì superba dalla stanza.
Ilia trasse un sospiro di sollievo e scambiò un’occhiata eloquente con Sindial.
-Bene…- disse questi –vi lasciamo anche noi…-
-Un momento,monsieur Sindial…- lo fermò Aurora.
Semonov guardò Blanche,che, in dubbio se restare o allontanarsi,si fingeva affaccendata nel guardaroba.Il giovanotto si allontanò,discretamente.
-Aurora cara,credo di aver lasciato la borsa nell’altro camerino…permettimi…-disse la dama.
Erano rimasti soli,l’uno davanti all’altra.
Aurora allungò la mano e prese lo spartito,sfogliandolo.
-Debbo di nuovo ringraziarvi…-
Lui taceva.
-…ma credevo foste in collera con me…-
Stupito,le domandò:
-In collera?...-
-Bè…dal modo con cui mi avete lasciato…Io non so cosa pensare,monsieur…-
Sindial sospirò,fissandola.
-Mi avete lasciata così…improvvisamente..credevo di aver detto qualcosa di…-
-No,Aurora…non è come pensate…- la voce di Sindial era appena spezzata.
-Ma perché allora?-
- …perché eravate …troppo bella…-
Lei rimase senza parole.
-Mi prendete in giro,monsieur?-
-…affatto…Non credete di essere bella,madamoiselle? Ora che arrossite lo siete ancora di più…-
Aurora era confusa,emozionata.
-(Sapete da quanto tempo non vedo la mia immagine?- pensò con amarezza-...l’ultimo ricordo che ho è di una ragazzina magra,in una divisa un po’ informe…)-
Lui colse il velo di tristezza sul suo viso,le prese le mani tra le sue:
-Suonerete magnificamente,anche stasera…e poi vi aspetterò,nel mio palco…-
Quindi andò via;ma di nuovo le aveva lasciato tra le mani un bocciolo di rosa.


Quando Magdalene Giry rientrò finalmente a casa,nessuno le venne incontro,nella grande villa sul mare,se non il fedele maggiordomo,al quale la donna affidò i suoi pochi bagagli con un sorriso riconoscente.
-Dove sono le signorine,Georges?- gli domandò poi.
-Sono tutte nello studio,madame…Oggi,sapete,è la festa del patrono e le lezioni sono sospese…-
-Dimenticavo…-
Riavviandosi con un gesto consueto i capelli,la bella signora raggiunse la porta dello studio,appena accostata:un brusio di risatine ed esclamazioni entusiaste faceva eco alla voce di Dolphine,che recitava dalla pagina di un giornale:
‘….L’inaugurazione del teatro dell’Opera,apertasi sulla splendida scenografia del melodramma Mefistofele,del compositore italiano Boito,si è poi chiusa su una rivoluzionaria coreografia,mirabilmente eseguita da quella che si annuncia come la nuova trionfale etoile del teatro rinnovato,Alphonsine Segnier,una prorompente,splendida Esmeralda che ha danzato magistralmente accompagnata dalla giovane pianista Aurora De Guilerm,senz’altro un’altra grande promessa della musica francese…’
-Evviva…avete sentito?si può dire che i riconoscimenti del giornalista vanno soprattutto a loro…- disse qualcuna
-Insieme sono bravissime…- ribattè un’altra.
-Aspettate…continua ancora…- insistè Dolphine-‘Alla fine della serata,nel foyer del teatro è stato offerto un ricevimento per pochi privilegiati:quegli stessi che hanno avuto il piacere di congratularsi con la magnifica ballerina e conoscere il misterioso artefice di questa grande rentrèè,l’affascinante monsieur Sindial…-
-Ooooh?-
-Affascinante?...-
-Leggi,leggi!!!-
-….si,ecco…’Poco è dato sapere di quest’uomo dall’aspetto enigmatico,sottolineato da una maschera d’argento che gli copre il profilo destro.Si dice che sia russo e che si sia arricchito lavorando presso il teatro Malinskij di San Pietroburgo,ma anche soddisfacendo le stravaganze architettoniche degli annoiati aristocratici pietroburghesi…’
-Una maschera d’argento?...che idea bizzarra!-
-Quanto vorrei incontrarlo…-
Madame Giry aveva assistito,non vista,a tutta la scena:assiepate intorno alla lettrice,le sue ‘muse’ bambine commentavano tutte eccitate gli avvenimenti della sera prima.Era rimasta divertita a spiarle,e stava finalmente per intervenire,quando –inspiegabilmente- un brivido le percorse la schiena: ‘…una maschera d’argento che gli copre il profilo destro’…per un momento le era venuto in mente un dubbio agghiacciante…ma no:non era possibile…Erik era sparito nel buio,ingoiato dal suo dolore e dai suoi peccati;questo ‘monsieur Sindial’ che si mostrava in pubblico esibendo la sua maschera,non era che un eccentrico straniero…
Magdalene riuscì a convincersene,o almeno credette.Superò il momento di smarrimento ed entrò,interrompendo scherzosamente la lettura:
-Ma non vi piacerebbe sentire la cronaca direttamente da chi è stata presente?-
-Oh madame…- gridarono tutte più o meno all’unisono.Poi,lasciato perdere il giornale,la circondarono tra mille domande:
-Descriveteci i costumi… Com’era Alphonsine? E Aurora?...e il teatro?...-
-E avete anche conosciuto il signor Sindial?- domandò,imponendosi su tutte con la sua voce cristallina Dolphine.
Di nuovo Magdalene avvertì un brivido,un presagio strano. E si affrettò a rispondere:
-No…non ce n’è stato il tempo… Ma invece posso dirvi le novità a teatro!- e cambiando discorso,raccontò loro l’esito di quella sua improvvisata a Parigi.


-Blanche?-
-Si mia cara?-
Mancava poco all’inizio della serata.Aurora aveva indossato il suo abito rosa antico,e ora la sua impareggiabile accompagnatrice le stava sistemando i capelli.
La fanciulla aveva tra le mani la rosa che le era stata regalata da Sindial.Ci giocherellava da alcuni minuti,poi decise:
-Non mettetemi la testiera…sistemateci questa,tra i capelli..-ordinò,passando il fiore alla dama,alle sue spalle.
-Si…- disse quest’ultima,senza commentare. Ma Aurora la sentì sospirare.
-Non sta bene?- chiese,con eloquente doppiezza.
-…Il fiore sta benissimo…- rispose la donna,lasciando aperta la discussione.
La pianista,però,preferì non raccogliere.Sapeva bene che agli occhi di chi glielo aveva regalato,quel fiore messo tra i capelli poteva dire molte cose…Il cuore nel petto le batteva,nel sostenere quell’audacia.Ma in fondo era una sensazione inebriante,quella di osare…per lei che era condannata a vivere nell’ovatta di un’attesa senza fine.
Alphonsine bussò alla porta.
-Siamo pronte,Aurora…Vieni?-
Aurora respirò forte,prese coraggio e si affidò alla sua compagna.Questa la aiutò a sedere al piano e,prima di lasciarla da sola,le sussurrò:
-Osiamo?-…la loro parola d’ordine,ormai.
-Osiamo…- rispose l’altra,pensando a tante cose.
Il sipario si aprì lentamente e,sola al piano,comparve la aggraziata figurina della pianista.
Gli occhi di tutti apprezzarono il cromatico contrasto tra lo sfondo scuro e il rosa dell’abito di chiffon,su cui la luce sembrava concentrarsi carezzevole.
Ma lo sguardo di uno solo rimase posato a lungo su quei capelli scuri ,appena ribelli,tenuti legati da un bocciolo di rosa…

 
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