Preludio nr 4 in si minore, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(11517 visite)

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arielcips
view post Posted on 6/4/2008, 10:52 by: arielcips
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He's a lion that I am proud to hunt

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Panettona,mitico pianeta agreste

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Aurora cercò con la mano il passante della scala e salì il primo gradino.Lentamente,tremando per la sua angosciosa condizione,ne salì un secondo,poi un terzo.
Espirò.Non era difficile.Poteva riuscirci.
Raggiunse il primo piano,dopo un tempo indefinibile.Il silenzio intorno a lei era quasi ossessivo.
Avanzò verso sinistra,inoltrandosi nel corridoio del Gymnasium.Tastava il muro,per orientarsi.
Ecco,quella doveva essere la porta della sala di danza. Doveva solo proseguire,arrivare fino in fondo…
Sindial era seduto alla scrivania,in maniche di camicia e gilet.Svogliato e stanco.La porta lasciata socchiusa da qualcuno si aprì,facendo un debole rumore.Alzò lo sguardo:era Aurora.Col vestito rosa,i capelli sollevati e l’ultima rosa che le aveva donato appuntata sul seno.
Lui si alzò,le andò incontro.
-Aurora!...come?-
-Come sono arrivata fin qui?... volevo dirvi addio …domani torno in Provenza,secondo quanto si è deciso…
Intanto le si era avvicinato.Le aveva sollevato il viso.
-Aurora…-disse,sospirando.Poi si chinò a baciarla,insistendo questa volta appena quel tanto da provocare la timida risposta di lei.Erano dolcissime le sue labbra,e la piccola lingua imparava presto a seguire il gioco della sua.
L’uomo si interruppe di nuovo.La respinse:
-Continui a non capire…Ti stai offrendo all’uomo sbagliato …- la ammonì-
-Mi sto donando all’uomo che amo…- ribattè ancora lei.
Lui scosse il capo:
-Sei poco più di una bambina…che ne sai dell’amore?-
-Non sono una bambina…ho diciannove anni…Sindial!Perchè continui a respingermi?- lo supplicò lei.
Lui scosse la testa,ma ormai doveva arrendersi:
-Respingerti?... …io respingere te…?-
Incredulo, la attirò contro di sé,baciandola con passione,stringendola, accarezzandola,sentendo i suoi tremiti.
Comprese che lei gli si stava arrendendo incondizionatamente.Tentò di porvi un freno.
-Aurora…ti staranno cercando…-
Ma la fanciulla era più determinata di lui:
-Nessuno mi cercherà…Blanche sa che sono rimasta per la festa…Ilia sa che sono tornata in albergo…-
La porta dietro di loro era ancora accostata.Aurora sentì la serratura scattare sotto la mano di lui.
-Bugiarda…adorabile bugiarda…-sospirò l’uomo,che non riusciva a guardarla parlare,senza desiderare di baciarla:ricominciò,frenetico,ardente.Tenendola per i fianchi,carezzandole la schiena,affondando le mani nei suoi capelli:
- Sai perché ti dissi di legarli?- le domandò.
Lei sorrise:
-Forse perché mi stanno meglio?-
Lui scosse la testa;la stringeva a sé,appassionato,sfiorandole con le labbra il collo.
-Pensavo alla gioia che avrebbe provato l’uomo che te li avesse sciolti…- le sussurrò.
Lei abbandonò la testa all’indietro,lasciando che lui continuasse a baciarla:
-Vorrei che quell’uomo fossi tu,Sindial...- sussurrò,raccogliendo tutto il suo coraggio.
-…Mia stella del mattino…tu sai cosa significa?-
Emozionata,ma consapevole lei rispose:
-…Si…e lo desidero da quando mi appuntai il fiore tra i capelli…-
Un sordo ruggito di desiderio fu la risposta di lui.La afferrò e la sollevò sulle braccia,portandola nella sua stanza.Qui,Aurora avvertì più forte l’aroma speziato del profumo di lui.
Sindial la adagiò sul suo letto e sedette vicino a lei.Aurora iniziò a carezzargli le spalle e sfiorandogli il panciotto,cominciò a sbottonarlo con le dita inesperte: attraverso la camicia le sue mani percepivano il calore della sua pelle.Baciandole il collo teneramente,lui le sciolse i capelli,levando una dopo l’altra le forcine che li tenevano;poi le sfilò il vestito e sganciò piano i laccetti del bustino, lasciando che rimanesse in sottoveste davanti ai suoi occhi Le sue mani,le sue labbra disegnarono un ricamo di carezze e baci su di lei che le tolsero il respiro.Finalmente si liberò della camicia e l’attirò contro di se…la loro pelle aderi,il desiderio,già irrefrenabile, aumentò.
-Dimmi il tuo nome,Sindial…- domandò lei
-Chiamami notte,chiamami buio…chiamami passione… - le sussurrò l’uomo-io ti chiamerò pelle di seta,labbra di miele…-
-.. ti chiamerò….amore…-
Istintivamente,ciascuno dei due assaporò l’altro,la sua pelle,desiderando conoscerne ogni centimetro:le carezze e i baci li condussero,in un crescendo di desiderio,a trovarsi l’uno sull’altra,avvinghiati il respiro nel respiro.Rimaneva da oltrepassare l’ultima porta…
-Ora…-le intimò lui ed entrò in lei,con dolcezza e determinazione.
Aurora emise un gemito:un dolore immenso, sconosciuto,ancestrale,la percorse tutta…L’uomo si fermò un istante,le baciò le labbra,il collo,il seno,delicatamente ma con passione:l’abbandono di lei crebbe.Così a poco a poco il piacere cominciò a prevalere sul dolore:piacere che aumentava al ritmo crescente,inarrestabile delle spinte lente e prolungate di lui .Sempre di più,sempre di più,…fino a che la fiamma non li ebbe consumati entrambi:allora la voce di Aurora divenne un sospiro carico di abbandono,di gioia quasi incredula.
-Amor mio…-
-…mia luce…mio fuoco- le rispose lui a sua volta,in un gemito soffocato.
Nel silenzio,man mano che il loro respiro affannoso si andava placando,Sindial se la strinse sul cuore:
-Piccola incosciente...-
-Smetti di dirlo…sono felice…- gli rispose,accoccolandosi tra le sue braccia.
L’uomo scosse ancora incredulo la testa.Ma riconobbe poche stille di sangue,tra le lenzuola di seta,e sospirò,turbato:
-Tanto tempo fa…ho amato una donna…lei per me era una rosa rossa…il rosso della gelosia,della passione, dell’ossessione …Aurora,tu sei un piccolo bocciolo di rosa,che si schiude tra le dita…
Si chinò a baciarla,questa volta con dolce tenerezza.Poi le carezzò i capelli,a lungo,dolcemente,finchè non la sentì abbandonarsi al sonno.E guardandola,meravigliosamente,si addormentò anche lui.

Nella notte,muovendosi,Aurora si svegliò e lo svegliò.
-Sono qui…
Lei gli si strinse contro.Come una bambina.La sua bambina.
-Descrivimi la tua stanza…intanto c’è luce?- domandò.
-No,siamo in penombra…C’è solo una lampada soffusa,sull’organo…-
-Sull’organo?- Aurora era scattata su,incuriosita-…tu lo suoni?-
L’uomo scosse la testa.
-E’ da molto tempo che non lo suono più …-disse,serio.
-Mi dicono che un organo può riprodurre tutti gli altri strumenti…-Aurora era piena di curiosità.Lui la guardò,un po’ divertito.
-Vuoi provarlo?- le domandò.
-Oh si…-
Sindial estrasse una chiave dal cassetto del comodino.Si alzò,tenendola per mano e la guidò piano fino al suo antico compagno.Attese un attimo,prima di girare la chiave nella toppa.Aurora sentì poi la serratura scattare.Allungò le mani e cominciò a sfiorare i tasti,ma rimase delusa,perché non emettevano nessun suono.
Lui le diede un bacio a fior di labbra:
-Sciocchina…non è un pianoforte…Devi aspettare…-
Seduto sullo sgabello,iniziò a pedalare sul mantice.L’organo sembrò emettere un respiro rauco,come un naufrago che tocca terra,e si abbatte stanco sulla sabbia.Poco a poco l’aria cominciò a vibrare nelle canne…Sindial sfiorò i tasti,modulando una scala di do maggiore.Aurora era in piedi al suo fianco.Lasciò che gli si sedesse sulle ginocchia e la invitò a suonare.
La pianista era indecisa. Poi esordì con la sonata Patetica,di Beethoven…Le sembrava di suonare il piano,ma Sindial improvvisamente toccò un comando:non era più il piano…era un flauto?
-Oh…-
Poi cambiò ancora:questa volta era un violino…
-Sono brava?...suono anche il violino?- scherzò lei.
Lui intrecciò le mani alle sue,suonando sulla tastiera superiore,delle variazioni improvvisate;lei lo accompagnò,senza perdersi d’animo,prontamente.Sindial era compiaciuto.
Poi il profumo di quella pelle fresca,nella biancheria che sapeva di lavanda;la simbiosi che le loro mani avevano rincorrendosi tra le tastiere;il calore di quel suo corpo di gazzella sulle gambe,lo resero di nuovo desideroso di possederla.
Aurora si accorse del suo strano silenzio.
La voltò verso di sé e la baciò quasi senza pudore.Si alzò dall’organo,sollevandola sulle braccia:
-Dove mi stai portando?- gli chiese
-Non lo indovini?...- disse adagiandola di nuovo sul letto e sdraiandosi al suo fianco.
La attirò su di sé,ansioso,ardente Voleva sentire di nuovo la pelle di lei sulla sua;la voleva,era affamato.E voleva provare e farle provare le emozioni più nascoste,intime,inconfessabili che il desiderio di lei gli dettava,che il desiderio di lui le suggeriva…
E in quella notte,lui che ne era stato eternamente digiuno,iniziò a schiuderle tutti i segreti dell’amore.

Era l’alba.Sindial era in piedi davanti alla finestra della sua stanza.Si volse verso il letto,dove Aurora dormiva serenamente.Per terra,l’abito della giovane donna,giaceva scomposto. L’uomo si avvicinò al letto,raccolse l’abito,raccolse la rosa che ne era caduta.Si sedette sul letto e con la rosa sfiorò delicatamente il viso e le labbra di Aurora ,svegliandola.
-Sindial?-
-Sono qui…-
-Che ore sono?-
-Le sei…-
-Debbo andare..ho ancora i bagagli da fare…-
Lui era pronto ad aiutarla a rivestirsi,ma si fermò:
-I bagagli?-
-Il treno parte alle dieci e trenta…-
-E tu credi che io ti lasci partire…?-
-Sindial…-
-Credi che ti permetterò di andare via,dopo questa notte…Tu puoi ancora pensare di andare via?-
-Io…-
-Credi che mi possa bastare?...averti avuta una notte…Io voglio sapere che ti troverò lì al piano,tutte le sere….e che sarai mia,tutte le notti…-
-Tu…mi stai chiedendo di restare?-
-Perché tu te ne andresti senza rimpianti?-
Aurora abbassò la testa.
-Ieri ho dato fondo a tutto il mio coraggio,pur di riuscire…sono stata sfacciata,senza vergogna:ma se fossi partita rinunciando…allora avrei avuto dei rimpianti…-
Lui la strinse a sé,così forte da farle male.
-E’ deciso,Aurora:tu rimarrai a Parigi!-
 
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