Preludio nr 4 in si minore, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(11517 visite)

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Evilsisters
view post Posted on 6/4/2008, 11:27 by: Evilsisters




Sindial l’aiutò a vestirsi,poi si occupò dei suoi capelli,raccogliendoli di nuovo con l’aiuto delle forcine,con una pazienza certosina.
Aurora sospirò,poi scherzando,commentò:
-Hai un’amante davvero maldestra…-
Lui le prese il viso tra le grandi mani e la rimproverò:
-Non dirlo mai più!...tu non sei ‘un’amante’…non puoi nemmeno immaginare quanto sia stato prezioso quello che mi hai dato,…quanto lo sia tutto ciò che mi dai…anche la possibilità di prendermi cura di te,così..-
-Oh Sindial….-rispose lei,incredula e commossa.
-Vieni adesso…devi rientrare in albergo…-
Scesero nelle scuderie,dove il calesse era sempre pronto per ogni evenienza.
Aurora rabbrividì:l’alba era gelida e lei non aveva neppure il soprabito.Allora lui la accolse sotto il suo mantello,riscaldandola e difendendola da sguardi indiscreti.
In albergo il portiere di notte sonnecchiava con la testa sul bancone.Agile e lesto come un ladro,Sindial prese la chiave della stanza di Aurora e salì su con lei,sempre tenendola stretta nel mantello.
Davanti alla porta della camera,venne il momento di congedarsi.
Lui le prese le mani e se le portò alle labbra.
-Sarà difficile aspettare fino a stasera,per rivederti…-
-Allora non farlo…- suggerì lei.
Lui si chinò a baciarla;sapeva che se l’avesse ascoltata,avrebbe finito per assecondarla.
-Cosa dirò a Blanche?- chiese ancora lei,per trattenerlo.
-E’ guarita?-
-Non mi pare…-
-Allora…abbi un po’ di riguardo per la cara zia…-disse con sottile sarcasmo.
Lei indugiava ancora.
-Sindial…e se…se guardandomi….- domandò,arrossendo.
-Guardandoti vedrà un bocciolo di rosa,Aurora…una donna che ama ed è amata…Cosa c’è di più bello?- così dicendo la baciò di nuovo,con dolce sensuale intensità;poi le aprì la porta,lasciò che entrasse e la richiuse dietro di lei.


Ilia dormiva tranquillo nel suo letto,quando una bussata inconfondibile lo svegliò bruscamente.
-Chi è…oh,Sindial…- farfugliò ancora assonnato – Entrate…è aperto…-
-Buon giorno,Ilia Semonov…-
Ilia aveva raccolto le forze e si era seduto sul bordo del letto,con le mani tra i capelli,sbadigliando.Alzò lo sguardo su Sindial,che era elegantissimo,come sempre,col mantello gettato dietro le spalle e il solito bastone usato più come scettro che per altro.
-Buon giorno,monsieur Sindial…- grugnì il giovanotto.
-Quanto vi ci vuole a prepararvi,Ilia?- disse l’altro,un po’ spazientito,ma di umore stranamente roseo.
-Un quarto d’ora?...-
-Bene…vi aspetto:faremo colazione insieme!-
Ilia lo guardò stralunato e sorpreso:
-Perché mi guardate così,amico mio..sono fatto di carne come voi..E stamane ho anche fame…-
Uscirono a far colazione in un bistrot.Davanti alle tazze fumanti,alla tavola imbandita di croissant e tartine, parlarono di tante cose,come vecchi amici.
-E’ tardi Sindial…devo accompagnare madamoiselle Aurora e la Levigny alla stazione…- disse a un tratto Ilia,guardando l’orologio.
Senza guardarlo,l’impresario disse:
-No,non partono più…Anzi,avrei un ‘incombenza per voi,Ilia…gradirei che provvediate al trasferimento della Segnier e della de Guilerm negli appartamenti dell’ala abitabile…ormai lavoreranno all’Opera…-
Ilia lo guardò,meravigliato:
-Anche Aurora resta?-
-Proprio così….- disse l’altro,nettandosi le labbra col tovagliolo.
-..ma non so se la Levigny può spostarsi…-insinuò il giovanotto.
-Meglio….se vorrà,potrà trasferirsi quando sarà guarita…- disse col suo tono secco Sindial.
-Aurora si trasferirebbe da sola?...-
Sindial stava pagando il conto,apparentemente distratto.
-….Abbiate cura di lei…- disse Semonov,con un tono stranamente accorato.
Il suo interlocutore lo guardò interrogativamente. Poi,dopo una pausa significativa,dichiarò:
-…sapete bene cosa provo per lei,Ilia …credete che possa farle del male?...-
-Abbiatene cura,Sindial…lei …- A Semonov sembravano mancare le parole.
-Provvedete al trasferimento…-ripetè l’altro,deciso come sempre,alzandosi dal tavolino con slancio- desidero che avvenga oggi stesso…Ma prima,venite con me:voglio che mi accompagniate a fare un acquisto….
Camminarono a piedi per un lungo tratto,senza parlare;era una stradina del quartiere latino che Semonov non conosceva,non aveva mai avuto l’occasione di percorrere. Finalmente raggiunsero quello che a tutta prima sembrava solo il negozio di un robivecchi;Sindial aprì la porta lasciando che Ilia lo precedesse,poi entrò dopo di lui.
Non era un rigattiere come gli altri.Tutti gli oggetti esposti erano strumenti musicali,in particolare liuti. Era la bottega di un artigiano liutaio.
Un vecchietto era al lavoro sul suo tavolo;sollevò lo sguardo e sembrò riconoscere i nuovi venuti.
-Oh….è tanto tempo,monsieur…-
-Tanto davvero…- ribadì Sindial. –Avete qualcosa per me,mastro Aaron?-
Quello ammiccò,scese dalla sua sediolina e scomparve nell’interno della bottega.
Ilia si guardava intorno e guardava Sindial,facendosi mille domande molte delle quali, sapeva bene,non avrebbero avuto mai una risposta.
Però sentiva che qualcosa di nuovo e di bello stava per accadere.
Dopo poco il vecchietto riemerse dall’antro con una custodia di violino in cuoio nero.La teneva tra le mani come una reliquia;delicatamente la aprì sotto gli occhi dell’impresario,che brillarono di una sopita passione.
All’interno un violino Stradivari,perfetto nella sua compiutezza armonica.
-Lo tenevo in serbo per voi,monsieur…sapevo che un giorno sareste tornato…-
Sindial prese lo strumento tra le mani,ne carezzò appena le corde,la cassa,il manico,fino alla preziosa cavigliera;poi guardò eloquentemente il suo accompagnatore:
-Credo che lo acquisterò…Voi che ne dite,Ilia?-
-Dico…che ne sono assolutamente lieto,monsieur…- rispose il giovanotto,felice per il suo amico fin quasi alle lacrime.


Erano le nove quando frau Brandrupp,l’infermiera di Blanche,bussò alla porta di Aurora:
-Matamoizelle…? Siete sveglia?...-
Aveva un accento orribile…Aurora rise tra sé.
-Entrate pure,madame…-
La donna la aiutò a vestirsi,poi la invitò a far colazione con la zia.
-Io preparerò i bagagli!-
-Non ce n’è bisogno,madame….non partiamo più,oggi…- disse la pianista,entrando nella stanza di Blanche.
-Buon giorno mia cara...- Blanche era già nella sua poltrona di vimini,che la aspettava davanti alla tavola imbandita -Ho sentito bene?non partiamo?-
-Si,Blanche mia cara...- Aurora evitava di mostrarle il viso direttamente - Vi sento ancora troppo sofferente per affrontare il viaggio in treno...-
-Grazia,mia cara...ma ero pronta ad assecondare i vostri desideri...- rispose la dama,sollecita.
-Non c'è poi fretta...- rispose la giovanetta,schiarendosi imbarazzata la voce.
Dopo poco bussarono alla porta:era Ilia.
-Oh poverino,è venuto a prenderci...- si preoccupò madame Levigny. Aurora sentì che stava diventando di tutti i colori...
-Buon giorno...spero di essere ancora in tempo...- disse lui,trafelato.
-Non preocupatevi Ilia...abbiamo rimandato la partenza...-
-Ah benissimo....ero qui proprio per questo!-
-Ma sedetevi...prego...- lo invitò la Levigny - Fate colazione con noi?..-
Prima che lui potesse rispondere aveva già fatto versare una tazza di tè da Frau Brandrupp e gliela aveva porta.
-Grazie...- Ilia ne bevve un sorso,poi guardò Aurora:c'era qualcosa di diverso in lei...Ed era più graziosa del solito...
-Madamoiselle...monsieur Sindial,anche dopo aver parlato con madamoiselle Segnier,ha avuto un ripensamento relativo alla proposta avallata da madame Giry...Vorrebbe scritturarvi entrambe,nella prospettiva di creare un corpo di ballo stabile entro la prossima stagione...Madamoiselle Segnier ha già detto di si...-
Aurora rimaneva zitta.Aspettava di sentire i suggerimenti di Blanche.Si augurava che la dama la sollecitasse ad accettare.
-Voi che ne pensate,Blanche?- domandò infine,ansiosa.
-Dovete decidere voi,Aurora...non siete più una bambina...-rispose la dama.
-...allora...io...accetto...- disse infine,emozionatissima.
-Molto bene!...venite con me,adesso,a firmare il contratto...e,per il trasferimento, non preoccupatevi:disporrò io per ogni cosa!-
-Trasferimento?- domandarono insieme Blanche e Aurora.
-Bè...dal momento che le signorine collaboreranno col teatro,con regolare contratto,l'Opera mette loro a disposizione l'ala abitabile...Stasera stessa potrete prendere possesso del vostro appartamento,Aurora...-
-...e Blanche?-
-Non darti pensiero per me,piccola mia...posso sempre riaprire la vecchia casa...-
-No,Blanche...io vorrei che rimaneste con me...- Aurora era sincera,anche se in questo caso credeva di rispettare l'esigenza stessa di sua zia di starle vicino e occuparsi di lei...non avrebbe mai voluto farle un torto...
-Madame Blanche si trasferirà anche lei,non appena le condizioni di salute glielo permetteranno.- concluse Ilia,con la sua pragmatica disponibilità -
-Venite con me,Aurora?- ripetè,poi dandole il braccio.



Ilia introdusse Aurora nello studio di Sindial,dove la fanciulla -anche se piuttosto imbarazzata- si aspettava di trovare l'impresario. Ma rimase delusa:il suo factotum lasciò che si accomodasse e procedette personalmente alle formalità di rito,leggendole i termini del contratto e invitandola a sottoscriverlo.
-Naturalmente se vi fidate di me...se preferite aspettare che lo legga vostra zia...-
-Ho la sensazione di potermi fidare...ora se mi aiutate...-
-Certo...-Ilia le si avvicinò e guidò la sua mano nel punto in cui appoggiare la penna,già intinta nell'inchiostro. In quel momento Aurora vide il foglio redatto davanti a sè,riuscì a leggerne la dicitura e firmò seguendo con gli occhi la sua mano che vergava la pergamena candida.
Come sempre,quando succedevano questi improvvisi flash che squarciavano il buio intorno a lei,Aurora sussultava,ma poi il buio sembrava ingoiarla nuovamente e,alla domanda dell'intelocutore,stupito di quello strano contegno,non aveva il coraggio di dare una risposta.
-Qualcosa non va,madamoiselle?- chiese infatti Semonov.
Lei scosse la testa,conservando una espressione un po' mogia.Ilia credette di indovinare il motivo di quell'umore.Pensò che anche lui aveva spesso trovato difficile comprendere i modi di fare di Sindial;non una volta,lo aveva spiazzato...ma quello era il suo fascino,in fondo.
Avrebbe comunque voluto dirle qualche parola di conforto,in proposito;ma non fece in tempo a parlare che un suono di violino iniziò a diffondersi nell'aria;era la canzone di Solvieg,con la sua strofa lenta e suadente,come un richiamo d'amore.
Aurora cambiò espressione:era sicura che fosse Sindial a suonare...Non sapeva se raggiungerlo,nella sua stanza o limitarsi ad ascoltare il suo eloquente messaggio.
Benchè il desiderio di correre da lui fosse forte,prevalse la ragione.
-Mi accompagnate nel mio futuro appartamento,monsieur...?- domandò quindi a Ilia,che sollecitamente la accontentò.
-Prego madamoiselle...è da questa parte...-
Gli appartamenti abitabili erano quasi tutti su quel piano,ma la maggior parte di essi si affacciavano sull'altro lato delle scale;solo due invece erano adiacenti alla sala di danza;e furono destinati ad Alphonsine e ad Aurora.
Ilia fece gli onori di casa,aprendo l'appartamento destinato alla pianista e consegnandone poi le chiavi alla legittima usufruttuaria.
-Venite...ve lo descrivo...- disse
-Aspettate:voglio provare a indovinare un po'...- gli rispose la giovane donna. -Credo vi sia un'anticamera,vero?-
-Si,è quella in cui ci troviamo...le pareti sono tinteggiate in verde acqua e c'è qualche quadro,di ispirazione floreale...-
Aurora sorrise:immaginò quanto potesse essere accogliente ed elegante insieme quella stanza.
-Alla vostra destra c'è la vostra stanza da letto...invece proseguendo dall'anticamera,c'è un piccolo soggiorno...è pieno di luce,con un balcone che affaccia sul giardino interno del teatro...-
-Abitate anche voi qui,Ilia?- domandò Aurora,cortesemente.
-No...No,io ho un alloggio nel quartiere latino,che guarda sul lungo senna...-
-Come mai?...-
-Mah...rivendico un minimo di indipendenza,almeno nelle poche ore che posso dedicare a me stesso e alle mie velleità artistiche...-
-Oh,dimenticavo:il vostro romazo...Allora è un appartamento da bohemienne,il vostro?-
-...si:l'ho scelto e l'ho preso con il mio primo stipendio...Diciamo uno dei primi passi da solo che mi sono concesso a Parigi...-
-E il prossimo passo,quale sarà?- domandò Aurora,senza malizia.
Ilia respirò,leggermente disorientato;e non seppe rispondere,inizialmente.Poi disse,quasi tra sè:
-Quell'occasione che la vita vorrà offrirmi... Ora,se permettete,madamoiselle,vado a occuparmi del trasloco delle vostre cose...-
-Certamente....cercherò di ambientarmi,Ilia...-
-Sono sicuro che non troverete difficoltà,Aurora...- ribattè lui,con una sfumatura ammiccante nella voce e nel contempo uno sguardo sollecito,che Aurora però non potè cogliere.

Seguendo le indicazioni che le aveva dato Semonov,Aurora entrò nella stanza da letto.C'era un profumo di rose inconfondibile,intorno a lei;immaginò che la stanza ne fosse adorna. Muoveva qualche passo,quando sentì la porta d'entrata aprirsi e chiudersi delicatamente:era lui...
-Sindial?- domandò,emozionata.
L'uomo era già dietro di lei,che le accarezzava dolcemente le spalle:
-Benevenuta,Aurora...- le sussurrò,sfiorandole il collo con le labbra calde. -Spero che la nuova sistemazione sia di tuo gusto.-
Poi le cinse la vita e,guidandola, le descrisse personalmente il piccolo appartamento.
-Ti ho sentito suonare,prima...volevo correre da te....- gli confessò lei
-Attirata dal violino del diavolo,come il povero soldato?- domandò lui.
-Se tu sei il diavolo,amor mio...io..-
L'uomo le chiuse le labbra con due dita:
-Schhhh....- le disse,poi si chinò su di lei e la baciò.Lei gli si strinse contro,cingendogli il collo con passione; le rispose con altrettanto incontenibile ardore e il desiderio sembrò doverli travolgere di nuovo,trascinandoli in un bacio senza fine.
-Anima mia...ora debbo andare...- le disse lui,staccandosi a fatica. -Ma stasera ti prometto che suoneremo ancora insieme.... e stanotte,stanotte...-
Non completò il discorso;le carezzò amorevolmente i capelli,come una tacita,dolcissima promessa. Ed uscì dalla stanza,silenzioso e discreto.

Ilia ebbe un gran bel da fare quel giorno:assicurarsi che il trasloco di Aurora e Alphonsine avvenisse nel modo più semplice e immediato;consentire la sistemazione delle due fanciulle e nel contempo garantire loro compagnia e attenzione per le mille piccole e grandi cose di cui potevano avere bisogno;accogliere la compagnia tedesca invitata per la futura messa in scena che Sindial aveva in mente e sovrintendere anche alla sistemazione dei nuovi venuti. Fortuna che con le lingue se la cavava abbastanza bene...Ma alla fine della giornata si sentiva proprio sbalestrato e non desiderava altro che rientrare nel suo accogliente rifugio sulla Senna.Qui,dopo essersi messo in libertà,senza cravatta,panciotto e sorriso conciliante,riprendeva in mano il suo taccuino e ricominciava a scrivere nella sua cara lingua madre,la lingua di quando era bambino...imparata nella piccola isba,nella radura di betulle...

' Carte false.
Salito sulla carrozza,ebbi appena il tempo di vedervi montare Sindial,poi la vista mi si appannò:il dolore e l'emorragia mi tolsero i sensi.
Mi risvegliai che era sera.La carrozza si era fermata da qualche parte;un aroma familiare mi toccò il cuore...e sentii Sindial parlare con qualcuno:
-Perdonatemi,Olga...vostro fratello è ferito:ha bisogno di cura e riposo....-
-Signore:questa casa è la vostra casa....-
Mi aveva riportato a casa mia!...Se ne avessi avuto la forza,sarei saltato giù dalla carrozza,come un grillo impazzito di gioia;fu lui invece a sostenermi e adagiarmi piano sul mio vecchio letto,nella stanza che avevamo condiviso insieme,tanto tempo prima.
Rimasi ferito e febbricitante per diversi giorni;non seppi mai lui dove fosse,se mi avesse semplicemente deposto là,come un fardello troppo pesante,per rientrare a Sanpietroburgo,alla sua carriera sfolgorante.
Quando finalmente mi ripresi,Olga mi disse che Sindial mi aveva vegliato,come un fratello maggiore.Come un padre.
Sapevo che lui non lo avrebbe mai ammesso;continuava a fingersi impassibile dietro quella maschera dai riflessi argentei;non mi avrebbe parlato del suo affetto,come non mi avrebbe rimproverato mai,per quella discesa all'inferno che avevo compiuto in suo nome...
Ricordai l'atroce momento in cui Vladimir stava per infliggere anche a me quella condanna che Sindial si portava addosso dalla nascita; io l'avevo invidiato,per il suo nome...per la sua fama...Che cieco ero stato....
-Dov'è ora,Olga?- domandai a mia sorella,non appena fui in grado di alzarmi.
-E' partito stamattina presto,ma ha detto che sarebbe rientrato in serata...Sai com'è:non parla molto,è un po' strano...-
-Olga:è il mio migliore amico...-le dissi,intimandole con queste parole di non fare altri commenti. Lei ammutolì,rispettosa.
Quando quella sera rientrò,mi sembrò contento di trovarmi in piedi.
-Allora,Ilia Semonov...-
-Sindial:vi devo ancora la vita...- gli dissi,afferrandogli la mano e stringendola tra le mie.
Lui accettò solo per pochi stanti quel mio gesto:avrei voluto baciargliela la mano,avrei voluto abbracciarlo...Dovetti contenermi.Per un innato,ingiusto imbarazzo,Sindial sfuggiva alle manifestazioni di affetto;come se non ne fosse degno...Ma dai suoi occhi capii che ne era affamato;persino una sola briciola,per lui,era gradita, come l'osso che il padrone di casa getta al cane,ai piedi della mensa.
-Che farete ora,Sindial?-
-Che faremo,Ilia Semonov?....dovrei essere in collera,con voi: è la seconda volta che,per colpa vostra,perdo un ottimo lavoro...- c'era il solito sarcasmo,nella sua voce.Sembrava aver già deciso ogni cosa,ma gli piaceva giocare un po' al gatto e al topo,con me...Era il suo modo di manifestarmi affetto.
-Ma...perchè dite questo?-
-Il vostro amico Vladimir farà terra bruciata intorno a noi:non voglio che il Malinsky ne subisca le conseguenze...in fondo quel Petipa ha già abbastanza problemi...-
-E...e allora?- domandai,un po' trepidante.
-E allora...credo che Sindial si ritirerà a vita privata,per un po'...Vi piace viaggiare?-
Sorrisi,entusiasta. Certo che mi piaceva viaggiare...era da sempre tra i miei sogni proibiti....
-Appena starete meglio,voglio che vi procuriate due bei passaporti nuovi...-mi guardò eloquentemente.
Capii a cosa alludeva:avrei dovuto destreggiarmi con qualche vecchio,corruttibile impiegato e ottenergli un nuovo documento,che gli permettesse di lasciare la Russia indisturbato.Ma io avrei fatto carte false,per restargli a fianco...
Riuscii a spacciarlo per il signor S. Indial,commerciante di preziosi.
-S.?....sta per?-
-S...come Sergyei...- mi inventai lì per lì,immaginando il disappunto con cui il mio compagno di viaggio avrebbe preso quel nome.
Lui lesse le nuove generalità,sul passaporto,mi fulminò con quei suoi occhi magnetici,ma non aggiunse altro.
Tre giorni dopo,una carrozza nera valicava la frontiera con la Danimarca:a bordo,monsieur S.Indial e il suo segretario Ilia Semonov...'


Fu un periodo eccitante;per giorni Sindial e Aurora consumarono la loro passione nella clandestinità.Alla luce del sole continuavano a comportarsi con quella formale cortesia che aveva caratterizzato i loro rapporti ufficiali.Ma quando calava la sera e Aurora rimaneva sola a suonare nella sala della danza,dopo poco lui la raggiungeva:suonavano insieme,lei il piano e lui il violino,scambiandosi nel buio baci furtivi e carezze cariche di promesse. Promesse che si rinnovavano ogni notte,quando Aurora scivolava verso l’alloggio di lui e,come una gattina,grattava sulla sua porta.
L’uscio si apriva e lui,sollevatala sulle braccia,la conduceva sul suo letto:si amavano,e ogni notte sembrava più bello e più intenso.Poi Aurora si addormentava,abbracciata a lui,mentre Sindial le accarezzava delicatamente i capelli e la pelle di seta,finchè,stupito,anche lui si abbandonava al sonno.
All’alba la risvegliava,sfiorandola col solito bocciolo di rosa.Delicatamente,pieno di sollecitudine,si prendeva cura di lei,per poi riaccompagnarla silenzioso nel suo appartamento e congedarsi con l’ultimo,dolcissimo bacio…

Una mattina,Ilia Semonov incontrò inaspettatamente Blanche Levigny:scendeva da una carrozza accompagnata dall’infermiera tedesca e stava dirigendosi all’ingresso del teatro.
-Madame Levigny…finalmente vi trovo meglio…- disse,coprendo col suo migliore sorriso un certo imbarazzo.
-Vero?...magari se foste venuto a trovarmi più spesso,monsieur Semonov…avreste seguito i miei progressi…- c’era una sfumatura di rimprovero nella voce della dama. –Del resto,anche Aurora viene a trovarmi sempre più di rado…-
-Bè…siamo molto impegnati con le selezioni del corpo di ballo,madame e…-
-Tacete,monsieur…sapete bene che vi avevo affidato un compito…avevo fiducia in voi!-
Ilia si sentì ferito.Ma non seppe replicare.
-Ho visto Aurora due giorni fa…non mi piace…è un po’ pallida,sfuggente…mi sembra turbata…-
- Sapete…col cattivo tempo,stando sempre in un ambiente chiuso…Ma non credo che abbiate ragione se pensate che sia turbata per qualche contrattempo…io credo che sia in un periodo felice,madame…
Blanche guardò negli occhi Ilia:sembrava sincero…tuttavia la dama voleva vederci chiaro.
-Frau Brandrupp,accompagnatemi da mia nipote,per favore…Se permettete,monsieur,voglio sincerarmi di persona che tutto vada bene…Voi non potete capire quanto sia sensibile quella creatura…- si lasciò sfuggire infine la donna.
-Su questo vi sbagliate…- disse,quasi tra sé,Ilia,lasciando il passo alla dama,ma seguendola prudentemente all’interno del teatro.
Un commesso andò incontro alle due donne:
-Prego?- chiese loro
-L’appartamento di madamoizelle de Gvilerm!-chiese frau Brandrupp,autoritaria.
-Da questa parte,prego…-
Blanche alzò gli occhi;avrebbe dovuto salire le scale…Va bene,con l’aiuto del bastone ci sarebbe riuscita!
Ilia avrebbe voluto seguirle,ma un altro commesso richiamò la sua attenzione:
-Monsieur Semonov, monsieur Sindial vi attende in platea.-


Blanche ansimava dolorante,quando bussò alla porta di Aurora.
-Chi è?- domandò la voce dall’interno.
-Sono io…-
Aurora era ancora in desabigliè.Credeva fosse Beatrice,che si occupava del suo servizio privato ormai a tempo pieno,con la colazione.
-Entrate Blanche…è aperto…- disse.
La anziana dama entrò,guardandosi intorno piuttosto diffidente.
-Blanche…ma come state?- le chiese Aurora,sentendola muoversi con affanno.
-Io bene,figliola mia…ma voi?...-
Le due donne si stavano abbracciando.La dama trattenne Aurora per guardarla bene in viso.
-Siete pallida…Va tutto bene?-
La fanciulla arrossì,celando il viso sotto i capelli.
-Si…si certamente…Sarà il clima,Blanche…-
-State mangiando?...uscite ogni tanto?...-
-Ma certo zia…- Aurora si schiarì la voce. -Frau Brandrupp,vi dispiacerebbe controllare se sta salendo Beatrice,con la colazione?-
La tedesca chinò la testa a comando e uscì.
-Vi piace l’appartamento Blanche?- domandò allora la giovane,indicando nella direzione del soggiorno.
-E’ luminoso….arredato con gusto…Aurora:non divagate…Non è che mi state nascondendo qualcosa?-
-Oh Blanche….ma non vedete che sono contenta?...-
-Con Alphonsine?-
-E’ tutto tranquillo…-la rassicurò Aurora.
-Con…monsieur Sindial?-
Questa volta la fanciulla si girò proprio da un’altra parte,perché Blanche non potesse cogliere l’espressione del suo viso.
-Monsieur Sindial?...sapete quanto è gentile e sollecito,con me…- stava giocherellando con delle rose,disposte armonicamente in un vaso.
-Insomma…-
-Ma perché non mi parlate di voi…state bene,finalmente?...Verrete presto a stare qui con me?-
Aurora si sforzava di sembrare entusiasta.
-Mia cara…sto meglio…ma…queste scale sono insoffribili,per me…-
-Oh…mi spiace…-
-Sono indecisa…se ci fosse una sistemazione al piano terra…Altrimenti,visto che ormai resteremo a Parigi…pensavo di far riaprire la vecchia casa….Sarebbe forse meglio anche per voi,Aurora…-
La fanciulla non la pensava allo stesso modo,assolutamente.Ritrovò la sua fermezza e ribattè:
-Per me?...ma io ormai mi sono ambientata,Blanche…riesco quasi ad essere autosufficiente:e voi sapete quanto è importante per me…-
-Aurora..non fate di questo teatro una seconda clinica:non vi ci seppellite!- la dama era davvero preoccupata per la sua protetta,al punto da sfidarne le reazioni spesso incontrollabili.
Infatti la fanciulla strinse i pugni,con rabbia:in altri tempi,probabilmente avrebbe scaraventato volentieri a terra il vaso di rose. Ma anche lei stava maturando…
-Non insistete Blanche:io rimarrò qui…Venite pure a controllare se mangio,se prendo aria,…se dico le preghiere la sera…- disse,sarcastica.
- Allora verrò davvero:desinerete con me,tutti i giorni:e usciremo sul Lungo Senna…-
Aurora sbuffò,annuendo con la testa:tutto,purchè le lasciasse trascorrere in pace le ore della sera.
In quella entrò Beatrice,seguita da Frau Brandrupp. Le due servirono la colazione,rivaleggiando tra loro in silenzio.Blanche,accorgendosene,lo fece velatamente notare ad Aurora,che ne sorrise…così la tensione tra le due finì per sciogliersi,e si congedarono affettuosamente come sempre.


Ilia raggiunse la platea e sedette in silenzio accanto al suo principale:alcune ballerine avevano preparato dei provini per accedere al nuovo corpo di ballo.
Alphonsine era ferma sul palcoscenico,accanto al piano;si attendeva Aurora.
-Come mai madamoiselle de Guilerm tarda?- domandò Sindial
-E’ arrivata madame Blanche…- disse piuttosto serio e imbronciato Ilia.
-Oh…la cara zia…- ironizzò Sindial.
-Smettetela col vostro sarcasmo,monsieur…-
Sindial lo fulminò con lo sguardo:che tono era quello? Prima o poi avrebbero chiarito.
-Va bene…nell’attesa maestro Artois,suonate voi…- ordinò.E dalla buca dell’orchestra emerse un ometto dai capelli grigi che sedette al piano,consentendo l’inizio dei lavori.Ma l’impresario non li seguì;si alzò,intimando al segretario di seguirlo.Si ritirarono a parlare in un camerino vuoto.
-Volete spiegarmi che cos’è quest’aria di disappunto,Ilia Semonov?- domandò inquisitorio l’impresario
-Quanto deve durare questa commedia?...-
-A cosa alludete?- chiese l’altro,sempre più sulle sue.
-Lo sapete bene:alla vostra relazione…-
-Non osate chiamarla commedia,Ilia…e nemmeno relazione:voi sapete bene che si tratta di ben altro…- lo rimproverò con astio Sindial.
- Bene,se si tratta di ben altro…un gentiluomo saprebbe come comportarsi!Aurora merita un amore alla luce del sole!- ribattè il giovane,altrettanto convinto.
-Sapete che io non amo,quella luce…-
-Ma per lei,potreste imparare ad amarla…-
-…perché tutti pensino che,per fare carriera,lei sia disposta a stare col grande Sindial,chiudendo un occhio sulla sua mostruosità…?
-Anche se lo pensano,voi sapete che non è così…che vi importa..-
-Non tollero l’idea che qualcuno possa parlare male di lei…-
-Non è l’amore per lei,che vi fa parlare,ma il vostro amor proprio,il vostro cieco orgoglio…Aurora merita di più …
Erik lo guardò negli occhi,col solito lampo di luce nello sguardo:Ilia lo stava accusando senza mezzi termini;perché?cosa animava la sua protesta?
-Voi l’amate,vero Ilia?- gli domandò,spiazzandolo.
Ilia non rispose subito;scosse la testa,poi ammise:
-…Si,forse avrei potuto amarla,Sindial,…ma non stiamo parlando di me…-
L’impresario assentì,poi aggiunse:
–Avrebbe fatto meglio a innamorarsi di voi…voi siete il gentiluomo che l’avrebbe sposata…l’avrebbe resa felice…-
-…e che lei non avrebbe mai amato con la passione e l’intensità con cui adora voi…voi solo siete capace di suscitare in Aurora questo ardore…perché voi e lei avete dentro la stessa passione,la stessa bellezza…Smettetela di pensare a voi stesso come il reietto incapace di destare altro che pietà,smettetela di piangervi addosso…Voi non siete solo Sindial,il padrone dell’Opera,il grande scenografo…di più…voi siete un artista che sa toccare le corde dell’anima…ed Aurora ha un’anima capace di essere toccata dalla vostra arte…-
Sindial lo ascoltava;quelle parole erano miele,per lui.Ma poi replicò:
-Ilia…ci sono cose di me..che neppure voi conoscete…queste mani…hanno commesso delitti inconfessabili…-
Ilia avvertì una fitta nel cuore,per il suo amico.Ma insistè:
- Forse li avete scontati abbastanza…Forse continuerete a scontarli facendo i conti ogni giorno con la vostra coscienza…ma perché aggiungere un altro delitto?...quello che state facendo ad Aurora è immeritato:lei vi ama…incondizionatamente!...o forse non ci credete ancora?-
Dolorosamente,Sindial si lasciò sfuggire poche parole:
-…Ilia,lei non mi vede…-
Semonov aprì la bocca,stupito:
-Dunque è questo?... voi credete che non vi amerebbe lo stesso?...-
- …come posso credere che mi ami completamente…se non mi conosce?-
-Permettetele di dimostrarvelo,Sindial…altrimenti è come se la ingannaste…-
-Prima o poi…troverò il coraggio per farlo…-
Sindial sembrava ora chiedere una proroga a un creditore.Ilia era lacerato da due opposti sentimenti.
Preferì allontanarsi,ma uscendo raccomandò:
-Prima che potete,Sindial…-





‘Cara m.me Giry,
non è stato facile comprendere le ragioni della lettera con la quale proponevate a m.sieur Sindial di assumere Aurora e me insieme,alla eventuale direzione di un futuro balletto stabile.
Ero già convinta di essere un’etoile…ero già convinta che le porte del successo mi si fossero definitivamente spalancate…Ero pronta a ricevere una offerta esclusiva. Invece sembrava tutto destinato a chiudersi con un congruo donativo destinato alla scuola delle’Nove muse’.
M.sieur Sindial ,con la vostra stessa oculatezza,ma certamente con maniere ben più decisive e,a volte,irritanti,aveva in mente ben altro,per me:farmi crescere,maturare,sedimentare questo successo arrivato troppo in fretta,attraverso una sana dose di attesa e lavoro. Il lavoro che si fa dietro le quinte e che – lo ammetto- non mi è mai piaciuto molto,proprio perché richiede costanza,applicazione e…soprattutto…non dà le immediate gratificazioni di una pubblica esibizione.
E così mi ritrovo un po’ a indossare le vostre vesti…buffo davvero!...chissà se qualcuna delle nostre ballerine ha già imparato a imitarmi,come facevo io con voi…
Da questa nuova prospettiva molte cose mi sono più chiare…altre continuano a risultarmi difficili…
La collaborazione con Aurora è migliorata:sono stata io,in fondo,a convincerla a rimanere qui a Parigi …facendo il primo passo verso il disgelo. Ma non credo di aver fatto male:la vedo diversa,come se stesse crescendo anche lei…
Un’ultima cosa,madame:i provini per il balletto sono ancora aperti e,se lo ritenete opportuno,potete informarne quelle alunne della vostra scuola che vi sembrano all’altezza…Le vostre credenziali sono la migliore garanzia!
La settimana prossima il teatro chiude per qualche giorno,in occasione delle feste di Natale:ho scritto ai miei…forse andrò a trovarli:dipende dalla risposta di mio padre…Incrociate le dita per me,madame!
Devotamente vostra amica,
Alphonsine Segnier’


Alphonsine rilesse la lettera,la imbustò e poi,indossato il soprabito,si recò all’ufficio postale.
L’impiegato la riconobbe,accogliendola con un gran sorriso:
-Madamoiselle Segnier…permettetemi di servirvi…-
-Ho da spedire questa…- disse la ballerina,porgendogli la busta;poi –guardando nervosamente verso la sua casella di posta – domandò trepida:
-Arrivato qualcosa?-
Il sorriso morì sul viso all’occhialuto travet.Scosse il capo:anche quella volta avrebbe dovuto deluderla.
-Mi spiace…ancora niente,madamoiselle…-
Lei sorrise,mogia;ringraziò e uscì in fretta dall’ufficio.Fuori Parigi le sembrò improvvisamente più fredda e inaridita dal vento invernale.



Sindial era rimasto solo,nel camerino dove avevano avuto la discussione lui e Semonov. Era irritato,con il segretario,con se stesso…A un tratto aveva alzato lo sguardo e si era visto riflesso in uno degli specchi della stanza. Quella sua immagine diafana,vitrea gli ricordò il passato;ebbe inizialmente un moto di stizza,desiderando spaccare quello specchio e ciò che rappresentava. Poi il gesto di rabbia si frenò:la sua mano corse a incontrare la mano dell’altro,al di là del vetro.Le dita tremanti combaciarono con quelle del simulacro,che sembrava guardarlo quasi irridendolo:era il suo lato oscuro,era il fantasma che non smetteva di perseguitarlo….era lui stesso! Quasi ipnotizzato da quella immagine di sé che nonostante tutto continuava a seguirlo,Sindial sembrava dimentico di ogni cosa…quando una musica familiare spezzò l’ingannevole malia.
Due note si rincorrevano,si incontravano,si allacciavano tra loro…per poi separarsi di nuovo:era preludio nr.4…era Aurora che lo stava chiamando!
Guardando ora con aria di sfida quel suo doppio nello specchio,l’uomo uscì dalla stanza:a passo sicuro,deciso,si recò sul palcoscenico.
La pianista era rimasta sola:forse gli altri erano in pausa,forse lo aveva voluto aspettare.
L’uomo le si accostò,carezzandole le spalle e sedette al suo fianco,dicendo:
-Cercavi me?-
Lei sorrise;lui le prese una mano e gliela baciò teneramente;poi sollevando lo sguardo si accorse che Aurora era triste.
-Perché così triste,anima mia?...-le chiese,preoccupato.
Lei scosse la testa,ma due lacrime le inumidirono le ciglia,senza poterle trattenere.
-Tu…piangi?-
-Oh Sindial,- esclamò lei,addolorata-vorrei tanto poterti vedere,vedere i tuoi occhi…guardarli con i miei…-
Lui la accarezzò,senza dire niente.
-E se quello che vedessi…non dovesse piacerti?-provò a domandarle.
-..Come puoi dirlo?Blanche mi ha detto che i tuoi occhi sono molto belli…vorrei poterti dire anche con lo sguardo quanto ti amo……e invece,per colpa di questa mia testa matta…-
Sindial la interruppe,sorpreso:
-Perché dici così?-
-Perché è la verità:i miei occhi sono sanissimi…è la testa che non va…Non c’è nulla che mi impedirebbe di vedere…E ogni tanto mi illudo che sia finita:ho visto l’interno del teatro,vedo le mie mani mentre suonano…vedo la rosa che mi doni…ho firmato il contratto,vedendolo con questi occhi…-
-Che vuoi dire?...Tu..vedi? ma…-
Dolorosamente,Aurora aprì la vecchia ferita:
-E’ successo tutto cinque,quasi sei anni fa…quando ci fu l’incendio dell’Opera…Esattamente qui,dove mi trovo ora…-
Sindial rabbrividì e la scrutò,preoccupato.
-Eri presente?-
-Si…ho assistito a tutto…è stato terribile…Il ‘don Juan trionfante’…Per anni l’ho sognato tutte le notti:lui era là che supplicava il suo amore e lei…Oddio,lo tradiva,gli strappava la maschera…Oh…-
-Lui?...chi?-
-…il fantasma dell’Opera…-
Sindial distolse lo sguardo,colpevole
-E poi…che accadde?-
-Non so…cadde il lampadario credo…ma io non vedevo già più…Come se i miei occhi si fossero rifiutati di vedere quel tradimento!...qualcuno deve avermi trovata,poi…una carrozza mi portò in ospedale,dove il giorno dopo Blanche mi raggiunse…-
L’uomo sospirò,poi disse piano,tentando di rassicurarla:
-Quel demonio sarà morto ormai,bruciato nel suo stesso incendio…Non pensarci più…-
Lei si ribellò:
-Demonio?Non chiamarlo demonio …era così disperato,infelice…E la sua musica…Allora ero poco più che una bambina,non capivo…ma quando sono entrata nel tuo studio,la prima notte…mi sembrava di risentirla…sapevo che varcando la tua soglia…non sarei più tornata indietro…-
L’uomo incredulo la stava osservando:
-Tu…ricordi la sua musica?-
-Come potrei dimenticarla…era così…così sensuale,carnale ..e poi diventava dolce…una supplica senza speranza…-
Sindial prese fiato,disse con forza:
-Quell’uomo era un assassino Aurora…il responsabile dei tuoi mali…-
-Era così solo,Sindial,disperatamente solo e incompreso…io che vivo al buio posso capire la sua rabbia,la sua follia…Aveva una energia infinita dentro di sé…..che produceva morte…ma anche Arte…pura arte..
Sindial era senza fiato;la abbracciò delicatamente e appoggiò la fronte alla sua,ma non potè impedire a una sua lacrima di scorrere sulle guance di lei.
-Perdonami amore…. Forse ti ho ricordato qualcosa di triste…- esclamò lei,carezzandogli il viso.
Lui non trovava le parole per risponderle:
-Shhh….shhh…non parlare ….voglio respirare la tua anima,Aurora:voglio berla dalle tue labbra…-le sussurrò,baciandola con delicata tenerezza.
La tenne stretta a lungo:averla tra le braccia era riempirsi di amore,di dolcezza,di desiderio…Ma a poco a poco Sindial si rese conto del segreto profondo che li legava:a un tratto nella sua mente si fece luce,con violenza quasi,una scoperta incredibile…..Aurora era ‘quella’ Aurora…, la ragazzina che aveva salvato dall’incendio,salvando anche se stesso…Che strano gioco del destino aveva legato insieme le loro vite? Era uno scherzo? O era finalmente un segno di benevolenza da quel cielo che sembrava averlo sempre rifiutato e negletto?
E Aurora? Avrebbe dovuto sapere? O era un altro segreto che lui doveva conservare nel suo cuore?
Come avrebbe potuto raccontarglielo?con quali parole….
Lui non aveva le parole per esprimere i sentimenti che lo avevano consumato,esaltato…portato alla follia,alla distruzione:no,non aveva parole,per tutto questo.Non aveva parole per raccontare la sua dannazione,e neppure la sua salvezza:non aveva neppure le parole per schiuderle apertamente le sue paure e il suo amore…
…Aveva le note,però…aveva la musica che prorompeva nel suo petto ora più forte che mai,che tornava a sgorgargli dalla sorgente più segreta del suo cuore….
-Ascolta Aurora…non venire da me,stanotte…- le disse,inaspettatamente.
-Ma..perchè?- lei era stupita,mortificata.
-Ho bisogno di restare solo…- le disse prendendole il viso tra le mani- Ubbidiscimi,anima mia…ti assicuro che ne soffrirò più di te…ma domattina capirai…-
Così dicendo si chinò a baciarla con straordinaria dolcezza.Era bellissimo l’abbandono di lei,e le sue labbra avevano un sapore inebriante…
-Ora però…vieni con me…Torniamo in campagna,vuoi?-
Aurora gli sorrise,lasciò che lui la prendesse per mano e la conducesse giù alle scuderie. Qui montarono sul calesse e attraversarono al galoppo la città.
 
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