Preludio nr 4 in si minore, ff ispirata al Fantasma dell'Opera(11517 visite)

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Evilsisters
view post Posted on 6/4/2008, 11:33 by: Evilsisters




Attraverso i viali della capitale,cui la neve e la luce opaca dei lampioni a gas davano riflessi madreperlacei,Ilia camminò pensoso,fino al suo appartamento.La Senna sembrava immobile,una lunga lastra specchiata;le foglie degli alberi biancheggiavano di brina,i suoni della città in movimento erano attutiti dal soffice manto di neve che copriva le strade.
Il giovane russo si stese sul letto,con gli occhi al soffitto:quello strano,ovattato silenzio lo turbava,alimentando le sue fantasie.Respirò profondamente,poi decise di mettere ancora nero su bianco un ennesimo capitolo della sua vita.

‘Aurora.

La ristrutturazione del teatro era ormai compiuta,quando una sera,leggendo distrattamente il giornale nella sala lettura del nostro albergo,Sindial mi apostrofò:
-Ilia,che ne direste di andare a Marsiglia?-
Andare a Marsiglia? Lasciarlo,proprio mentre i lavori erano sul punto di concludersi e il teatro aveva riassunto il suo aspetto di tempio dell’arte? Lasciarlo a gestire i rapporti con le maestranze,che avevo con estrema difficoltà tenuto insieme a ritmo di strappi e ricucite? Lasciarlo solo,a Parigi,in quella città nella quale continuava a muoversi mimetizzandosi nel buio,come un fantasma?
Lui,leggendomi forse nel pensiero,mi rassicurò:
-Vi prometto che per due giorni cercherò di non litigare con nessuno..anzi:me ne resterò buono ad aspettare il vostro ritorno…
Dubitavo dentro di me della reale sincerità di quella promessa,ma rimasi zitto in attesa di conoscere l’incarico che intendeva affidarmi.Avrei dovuto contattare l’ex maestra di danza dell’Opera,madame Magdalene Giry e proporle un contratto nel teatro ristrutturato.
Partii il mattino dopo e nel pomeriggio ebbi un abboccamento con la donna.
Il suo rifiuto,il disinteresse per l’esibizione del suo balletto,l’ansia di tornare nella capitale quanto prima mi avevano convinto a prendere la sera stessa il treno per Parigi…ma qualcuno mi fermò.
Quella sera conobbi Alphonsine Segnier…’
Ilia si fermò,sorrise:ripensò all’amica lasciata a Brest,che lo aveva conquistato con quella sua inaspettata decisione di rimanere a fianco al fratello,rinunciando per ora alla carriera.
‘Quando la conobbi,Alphonsine posava a ‘primadonna’ pur non essendolo:era spettacolarmente bella,procace,sicura di sé.Ed era un animale da palcoscenico,un animale di razza.
Mi divertiva,Alphonsine.Riuscivo a sapere sempre quali sarebbero state le sue reazioni e il mio piacere era provocarla…
Mi si offrì,ma sarebbe stato così facile prenderla che fare l’amore con lei non mi avrebbe lasciato nulla,come scrivere il suo nome sulla battigia,per vederlo scomparira nella risacca…E lo stesso sarebbe stato per lei:una ennesima esibizione,per un pubblico indistinto…
Fu lei a convincermi a rimanere per lo spettacolo.
Ma non fu per lei che rimasi anche per il bis…
Ero già uscito dalla platea e sorbivo un porto nel foyer,quando qualcosa attirò la mia attenzione.La musica di prima,certo…ma eseguita ora da un solista,al piano.
Rientrai in sala.Non era possibile vedere il pianista.Ma sulla scena c’era adesso di nuovo Alphonsine e la sua danza non sembrava più la stessa…come se l’estro divino,come se la passione che echeggiava nelle note fosse entrata in lei,la ballerina aveva perso contatto con l’umile terra e si librava,musa rediviva nell’aria…
Chi era quel divino musicista che poteva operare un tale miracolo?
Mi venne in mente Sindial:solo lui aveva il dono della musica così profondamente radicato nelle dita….almeno della ‘sua’ musica.Chi suonava quel piano invece riusciva a infondere alla musica altrui un non so che di magico,irripetibile…
Seppi che si trattava di una pianista.Desiderai conoscerla,assolutamente.Dovevo conoscerla.E doveva conoscerla Sindial!
Questo accadde,diverse settimane dopo,quando insieme ad Alphonsine e ad un’anziana dama,vidi scendere dal treno Aurora de Guilerm.
La prima volta che mi apparve,tra gli sbuffi fumosi della locomotiva,in stazione,mi sembrò quasi impalpabile….
Era bella,ma di una bellezza sfuggente,inafferrabile,che mi turbò;c’era grazia in ogni suo gesto;c’era delicatezza.
Il mio primo istinto fu di prendermi cura di lei,proteggerla…Ma lei sembrava non vedermi neppure!
Che cieco che sono stato! Cieco…e sprovveduto…
Ricordo quando feci per la prima volta il suo nome a Sindial:ebbi come una folgorazione,immediatamente li vidi vicini,ebbi la sicurezza che se solo lui l’avesse conosciuta…
Il mio amico si accorse del mio turbamento,ma non ebbi il coraggio di confessargli il mio pensiero:non volevo crederci nemmeno io…ma in quel momento seppi che lui non avrebbe potuto fare a meno di amarla,quando l’avesse sentita suonare…
Fu Sindial ad aprirmi gli occhi su Aurora:fu Aurora poi a rivelarmi il suo segreto.Sembrava non vedermi?la verità era che era cieca…Ricordo ancora il riso amaro con cui me lo confessò,forse fu quello il momento in cui catturò il mio cuore.
Il suo era già stato catturato da Sindial:solo lui era riuscito ad attraversare il buio in cui Aurora viveva,col suo passo sicuro di figlio delle tenebre e della notte;poi l’aveva presa per mano,poi si erano presi per mano e le loro due solitudini,fuse in uno scambio sublime,erano divenute un corpo e un’anima sola…
Nonostante tutto,ne fui felice.Non seppi ammettere nemmeno con me stesso che amavo anch’io Aurora.Mi convinsi di amarla come una sorella,così,con lo stesso affetto fraterno che mi legava a Sindial.
Fu ancora una volta lui ad aprirmi gli occhi:un giorno lo affrontai,rimproverandolo per non avere il coraggio di amarla alla luce del sole,come si conviene a un gentiluomo…
-Voi l’amate,vero Ilia?- mi domandò,spiazzandomi.
Che potevo fare? In qualche modo lo ammisi,ma finalmente gli dissi anche che Aurora non poteva amare altri che lui:lui,che non era un reietto,non un mostro,ma un artista che sapeva toccare le corde dell’anima…
Glielo rinfacciai con tutta la forza del mio cuore,del mio sentimento.
E in quel momento rinunciai ad Aurora,per sempre.Ma non smisi di amarla,per sempre.’


-Siete stato alla maison Levigny,ieri sera?-
Erik,seduto nel suo studio,accolse così quella mattina Ilia,appena entrato nella stanza.
-Si…certo…-
-Come stava?-
-Era pallida…stanca …-
Sindial sollevò su di lui il suo sguardo indagatore:
-Prego?-
-…Perdonatemi…credevo vi riferiste a madamoiselle Aurora…- il giovanotto deglutì,avvertendo una certa secchezza di labbra.Poi però si riebbe: -Madame Blanche è ancora semincosciente,ma il professor ******* non dispera…Ha adottato una terapia sperimentale…-
L’impresario annuì,fissando le carte che aveva davanti:
-E’ molto provata?-
-Non l’ho vista…- rispose Ilia,distratto.Poi capì: -Si…,secondo me non dorme quanto dovrebbe…Per fortuna frau Brandrupp ha preso in mano la situazione e l’ha costretta al riposo…-
-La vecchia Frau Bismark…- disse Erik sogghignando,alzandosi dalla scrivania.
Ilia lo affrontò:
-Non andrete a trovarla?...le farebbe piacere…-
-Lo so,Ilia….Credete che non lo desideri io stesso?...-
-Era rammaricata di essere scappata via…- Ilia ne prese le difese.
Sindial lo fissò,con quel suo sguardo pieno di sentimento.Poi scosse appena la testa.
-Troviamo presto quella casa,Ilia Semonov….- poi gli mise una mano sulla spalla,e si avviò con lui in teatro.



Aurora aveva invano tentato di prendere sonno:la tensione accumulata,la stanchezza,i cattivi pensieri l’avevano tenuta in uno stato di torpore agitato tutta la notte.Solo poco prima dell’alba si era addormentata:ed era tornato il suo incubo ricorrente…
Ecco il palcoscenico dell’Opera;ecco la musica di carne e sangue;Don Juan e Aminta stanno per incontrarsi,hanno quasi passato il punto di non ritorno…Ma Di nuovo Aminta strappa senza pietà la maschera dal volto dell’uomo che supplica il suo amore.
In quel momento il sogno si trasformò:invece del buio che a questo punto calava su tutto,ad Aurora sembrò di riconoscere quelle due figure sul ponte:una era Erik,il suo Erik….e l’altra? O no,Dolphine!
-No…non farlo!- gridò,invano sperando che Aminta non strappasse la maschera.E finalmente si sottrasse a quell’incubo,risvegliandosi sudata e sconvolta.
Aveva ancora il cuore in tumulto,il respiro affannato.Deglutì,cercando di calmarsi.Tenne la testa tra le mani,cercando di tornare in contatto col mondo intorno a sé.Il familiare tintinnio del collare di leporello la riportò alla realtà:abbracciò il gattino,cercandone il calore,ma mentre lo carezzava cominciò a riflettere…
Possibile? Possibile che quella fosse la verità? Sindial…era il fantasma dell’Opera?
No..il fantasma dell’Opera non esisteva più …,quell’infelice era morto nell’incendio,ne avevano trovato il corpo poco tempo prima…
Era stata la sua immaginazione malata,alimentata dalla gelosia,a farle vedere Erik là;erano state le sciocche parole di Dolphine,a proposito della sua maschera…
Eppure la sua musica,la sua passione tormentata….quante volte le erano sembrate familiari…
Se quella era la verità,era un segreto terribile…Aurora ne ebbe paura:scacciò via questo assurdo pensiero dalla mente…No,non poteva essere vero.Ma se anche lo fosse stato…
-Madamoiselle!-
Qualcuno bussava alla sua porta,interrompendo la ridda dei suoi pensieri.
-Si,Beatrice….- la giovane sospirò di sollievo;un contatto umano era quello che desiderava in quel momento.
-Posso servirvi la colazione?...Frau Brandrupp vi ricorda che stamane torna il professor ******* per una visita di controllo…-
-Ah…certo…entra pure…-
Di lì a poco,con la sua scampanellata decisa,il famoso luminare si annunciò.
Fu introdotto nella stanza di Blanche,che sembrava dormire.
-Posso restare,dottore?- gli chiese Aurora.
-Si,ma…accomodatevi su quella poltrona…e non interferite…-
Aveva un vocione burbero e la pianista immaginò un uomo alto e grosso,con barba,occhiali e volto sussiegoso.
Eppure quell’omone visitò la dama con estrema delicatezza e sollecitudine.Le auscultò il cuore,controllò la pressione,misurando ogni movimento,con un rispetto ammirevole,nonostante Blanche non collaborasse affatto.
-Uhmmm…- gli sentiva bofonchiare ogni tanto la padrona di casa.
Poi sentì che metteva da parte gli strumenti e chiudeva la sua valigetta.Si schiarì la voce,sollecitando una sua diagnosi.
-Allora…?-
-Credo che tra qualche giorno potrò sciogliere la prognosi…- dichiarò lui,soddisfatto.
-Dite davvero?- Aurora era incredula,poi riflettè.- Ma è senza conoscenza…?-
-Mia cara,è un sonno indotto…per consentire ai farmaci di curarla con maggiore effetto… Tra due o tre giorni,poco alla volta,la riporteremo alla piena coscienza..ma!- il medico alzò severamente l’indice – Niente colpi di testa,riposo assoluto,serenità….e in seguito un clima meno rigido,più adatto alla sua costituzione…-
La fanciulla sorrideva.Rimase accanto alla madrina,assopita,tenendole la mano,mentre il professore dava ancora disposizioni a frau Brandrupp e quindi si congedava.
L’infermiera tedesca si accostò ad Aurora e le toccò piano la spalla.
-Tomani foglio che foi uscite…basta qvesta clausura,bitte….Intesi?-



Alle nove in punto Dolphine fece il suo ingresso sul palcoscenico dell’Opera.Aveva dedicato tutta la serata precedente a scegliere l’abito da indossare,la pettinatura che le stesse meglio;davanti allo specchio aveva provato una serie di espressioni e smorfiette che sperava avrebbero fatto breccia ulteriore nel cuore di monsieur Sindial…e aveva completamente trascurato di leggere il copione,consapevole che –in fondo- non ci voleva molto a leggere due o tre battute e mandarle a memoria.
C’erano operai che andavano e venivano per sgombrare le quinte,il maestro di piano e diversi membri della compagnia che avrebbe messo in scena il Peer Gynt.La fanciulla si guardò intorno,delusa:dell’affascinante direttore del teatro nemmeno l’ombra…
Il tenore che avrebbe interpretato il protagonista si fece avanti e le si presentò:
-Herman Frederick,madamoiselle!-
-Dolphine Durois…-
Quindi l’uomo presentò gli altri artisti che erano con lui,mettendo a suo agio la nuova arrivata.
-Le hanno spiegato un po’ di che si tratta?-
Lei fece di no col capo:
-No…davvero…-
-Allora…vuole leggere il testo?-
-Aspetto che il regista mi dia le sue indicazioni…-
-Ah…- fu l’unico commento del cantante.
Mentre la compagnia rumoreggiava allegramente,all’improvviso in platea entrò qualcuno e il silenzio calò.
Dolphine non vedeva bene chi fosse entrato né dove fosse seduto;ma ebbe subito il presentimento che si trattasse di Sindial e del suo segretario.Il cuore le cominciò a battere più del previsto.
-Buon giorno,signori…possiamo cominciare quando volete!- disse infatti la voce di Semonov,dal fondo.
Il tenore domandò:
-Possiamo partire dalla Danza di Anitra,monsieur Sindial?E’ quella su cui dobbiamo lavorare di più….quella e la scena del gobbo…-
Sindial assentì.
-Bene herr Frederick, ….- rispose Ilia dal fondo
Dolphine si schiarì la voce:
-Scusate…ma…io ancora non ho capito bene come si svolge questa scena… Cioè…all’inizio devo ballare? E poi?-
Tutti si guardarono piuttosto contrariati,temendo la reazione dell’impresario.
Questi guardò eloquentemente Ilia.
-Non avete letto il copione che vi ho lasciato ieri?-
Dolphine fece una leziosa espressione da bambina colpevole:
-Mi dispiace…avrei dovuto leggerlo? Speravo ne avremmo parlato stamattina..sono imperdonabile…-
Con stupore dei presenti,Sindial rimase in silenzio. Un gelo minaccioso calò nel teatro.L’unica a non avvertirlo,fu Dolphine che ora ,facendosi ombra con la mano,cercava di individuare l’interlocutore in platea:
-Vi prego,monsieur…non sareste così gentile da….- Ecco,lo aveva inquadrato! Lo guardò coi grandi occhi da cerbiatta impaurita,impetrandone il perdono.
-Non perdiamo altro tempo,allora…Frederick,spiegatele voi la situazione e -quando madamoiselle si sentirà pronta – ci farà vedere una prova decente!- Erik dicendo questo,senza inflessione nella voce,si alzò e uscì dalla sala con passo deciso,seguito da Ilia.
Dolphine era delusa e mortificata.
-Siete stata fortunata madamoiselle…- commentò Herman – Con altre persone,avrebbe fatto il diavolo a quattro….-
-Dite?- domandò incredula lei.Ma ciò valse a farle ritornare il buon umore.


-Aspettate Sindial…dove andate?-
Ilia cercava di tener dietro al suo principale che si allontanava a passi rapidi avanti a lui,per sbollire la rabbia.
-Siete stato di una pazienza impagabile…Ma vi prego:non possiamo permetterci di non provare…-
Gli disse infine,prendendo fiato,quando lo ebbe raggiunto.
Erano sulla soglia della cappella:meccanicamente Ilia si segnò la fronte,Erik allora alzò lo sguardo sull’angelo della musica,illuminato in quel momento da un raggio di sole.
Pensò a quando Aurora lo aveva visto per un momento,insieme a lui,e sentì che lei gli mancava.
Quella notte non era riuscito a prendere sonno,angosciato da mille ricordi,alimentati anche dall’apparizione inquietante di Dolphine.Aveva provato a comporre,senza riuscirci.Allora si era avvolto nel suo mantello ed era uscito sul suo calesse,nella neve.
Era presto arrivato sotto le finestre della maison levigny;il cancello era chiuso,ma c’era ancora qualche lume acceso dietro le finestre:una ad una si erano spente tutte.
La casa ormai dormiva…
Aveva immaginato Aurora,addormentata con Leporello in grembo:sentiva l’odore dei suoi capelli,il tepore del suo respiro,le sue mani che giocavano piano con le pieghe delle lenzuola,poi si fermavano…
Era rientrato e si era seduto al suo organo:ecco la sua Psiche che prendeva corpo…L’ingenua fanciulla aveva voluto conoscere il volto del suo sposo e ora pagava,per aver contravvenuto la proibizione:era sola,nella foresta,disperata,e cercava aiuto.
La attendevano prove difficili,ma tanti piccoli amici la avrebbero aiutata…
All’alba Erik aveva concluso il secondo movimento del suo balletto.Era esausto,ma soddisfatto.
Ora desiderava tanto farlo conoscere ad Aurora…Ma quando? Non sopportava tutti quei contrattempi,non sopportava che le cose sfuggissero al suo controllo…
-Avete ragione Semonov…Ma preferisco che voi vi occupiate di quell’altra faccenda,ora…Rientrerò io,in sala…-
Ilia lo guardò:poteva lasciarlo solo?Oh si,in fondo,non era un bambino e dopo tutto aveva l’autorità per pretendere che la compagnia si desse da fare…
-Sta bene!- disse il giovanotto,serio.
I due uomini si guardarono:uno sguardo di reciproca fiducia,uno scambio solidale che diede sicurezza a entrambi.Poi presero ciascuno la sua strada.


Herman stava ancora spiegando a Dolphine il ruolo che avrebbe dovuto interpretare,quando Sindial rientrò in platea.
-Bene,signori….possiamo cominciare?- più che un invito,era un ordine perentorio.
Il tenore guardò la ballerina che annuì:
-Credi di si…- disse lei,a bassa voce.
-Si,monsieur…siamo pronti.-
Dopo di che l’uomo prese posizione sulla scena,recitanto il monologo introduttivo:Peer Gynt è in Egitto e si è improvvisato profeta,un profeta imbroglione e ingannatore,senza scrupoli come sempre.Ma ha trovato pane per i suoi denti:Anìtra,una seduttrice sensuale e avida,che gioca con le sue basse passioni e lo irride.
Herman - Peer Gynt presentò al pubblico Anitra,la bella danzatrice di cui si serviva per irretire i suoi ‘fedeli’ ma che lo ha irretito a sua volta:è lei l’eterno femminino che ogni uomo ricerca nella sua vita?
Finito il monologo,a poco a poco prese il via la musica:una danza giocosa,alternata a un refrain vagamente triste e suadente insieme.
Dolphine iniziò a danzare:un ballo grazioso,in cui le posizioni si susseguivano con leggiadria evidenziando la morbida grazia del suo corpo.
Col sottofondo della musica,poi iniziava la schermaglia amorosa tra Peer e la fanciulla.
Dolphine smise di danzare e lesse dal copione le sue battute.
Sindial osservava,insoddisfatto.Ma non interruppe la prova.
Solo quando il tenore ebbe pronunciato l’ultima battuta della scena,l’impresario si alzò dal suo posto.Dolphine colse subito il suo sguardo di disappunto e lo prevenne:
-Vi prego,monsieur…non mi giudicate da questa prima prova…so anch’io che non sono stata all’altezza delle aspettative…-
Quel suo modo di sottrarsi ai rimproveri,prevenendoli,spiazzava Erik:non c’era lo scontro aperto,come con Alphonsine;l’uomo si sentiva come inibito a infierire su di lei,che gettava subito le armi e si dichiarava disarmata e imbelle.
-Herr Frederick…credevo le aveste spiegato meglio di cosa si tratti…- disse allora,indirizzando sul malcapitato tenore il suo minaccioso scontento.
-Oh…ma lui lo ha senz’altro fatto…- disse ancora amabilmente la ballerina,mettendosi tra i due – Sono io che ancora non ho messo a frutto bene le spiegazioni…Ma se voi,monsieur Sindial foste così gentile da indicarmi tutti gli errori che ho commesso…-
-Sta bene!...-troncò lui- La danza è pura esercitazione di stile,completamente dissociata dal personaggio,la recitazione è senza sfumature…Recitazione:pura lettura…!-
-Sono mortificata,ma vi do pienamente ragione monsieur..non sono scusabile…è solo che se voi poteste darmi qualche consiglio…Magari se leggessimo insieme di nuovo il testo,se potessi riascoltare con voi la musica… Sono sicura che voi avete già in mente quale potrebbe essere la maniera migliore di rappresentare questo personaggio…-
Questa volta Erik si spazientì:
-Madamoiselle...pretendete forse di dover essere il centro di ogni attenzione?Siete o no una professionista?uno spettacolo del genere nasce dall’armonica fusione delle singole energie artistiche di chi vi lavora…Qual è dunque il vostro contributo?-
Dolphin si morse le labbra.’Touchè’ pensò in cuor suo…dunque non era quella la via per accattivarsi la simpatia e l’attenzione dell’impresario.
-Vi prometto intanto che da domani avrò imparato le mie battute…- affermò solennemente.
-Da domani?...non interromperemo di provare finchè non le padroneggerete perfettamente!...almeno il recitativo va messo a punto entro stasera!-
Gli altri elementi della compagnia cominciarono a rumoreggiare.
-Scusate,monsieur…-si intromise la soprano che avrebbe coperto il ruolo di Solvieg – Potremmo provare noi,mentre madamoiselle qui si ritira nel suo camerino a studiare?- così dicendo fece un’occhiataccia a Dolphine,ingiungendole di fare quanto lei stava proponendo.
La ballerina prima di prendere iniziative, piantò gli occhi supplici su Sindial,che respirò profondamente,poi diede il suo consenso.
-Avete tempo due ore,madamoiselle…-le precisò.
-Grazie… ce la metterò tutta!- esclamò lei,scappando nel back stage.


Dolphine aveva solo finto di ritirarsi nel suo camerino.Ma dopo pochi minuti,approfittando della distrazione di tutti,era uscita furtiva chiudendosi la porta a chiave dietro le spalle.
Poi aveva preso la direzione dell’ala abitabile ed era sgusciata via dal teatro attraverso le scuderie.Si era avvolta in un ampio foulard per rendersi meno riconoscibile e,salita su una vettura che attendeva i clienti all’angolo della piazza,aveva dato l’indirizzo della maison Levigny.
Aurora l’avrebbe aiutata,come sempre!
Da quando erano compagne di corso alla scuola dell’Opera,fino alla collaborazione nel balletto delle ‘Nove muse’ ,Dolphine aveva sempre ascoltato le cose che diceva la De Guilerm.Si era accorta che spesso,anche da ragazzina,aveva delle intuizioni nella realizzazione delle coreografie quasi geniali,che stupivano la stessa madame Giry.A scuola le era stata sempre vicina,la aveva scelta come compagna di stanza,si era opportunamente schierata dalla sua parte nei piccoli scontri con la Segnier o con altre,per poter brillare della sua luce riflessa.
Dopo la disgrazia,quando si erano ritrovate a collaborare con Madame,Dolphine non aveva cambiato la sua strategia;si era nuovamente avvicinata ad Aurora,riversando su lei una sollecitudine a volte eccessiva e ricavandone in cambio consigli e suggerimenti che aveva sempre messo a segno con successo.
Quando la Giry le aveva detto che Aurora e Alphonsine erano tra le selezionatrici dei provini all’Opera era stata felice,perché avrebbe continuato a sfruttare con oculata sapienza la ormai sterile genialità dell’amica.
Era rimasta delusa,invece,quando non l’aveva trovata.Ma poi si era convinta che,avendo fatto colpo su Sindial,non avrebbe avuto bisogno di ricorrere a lei tanto spesso.
Non aveva avuto ragione.I consigli di Aurora erano indispensabili,ora più che mai.Ma come presentarsi a lei,adesso…sapendo quanto fosse impegnata ,corpo e mente,nella lotta alla malattia di madame Blanche?
-Oh..ci penserò quando me la troverò davanti…qualcosa inventerò!- pensò ad alta voce.
Ecco:era scesa dalla carrozza e stava per tirare la catena della campanella d’ingresso,quando sentì un certo tramestio:qualcuno stava uscendo…
Si ritirò dietro la cantonata,in maniera da poter sentire,non vista.
-Allora siamo intesi,Frau Brandrupp…Visto il miglioramento della paziente,tornerò a visitarla fra tre giorni,ma il decorso della cura è nelle vostre mani!-
Era il vocione del professor ******,che dava le ultime raccomandazioni,congedandosi.
-Perfetto!- pensò Dolphine. Poi attese ancora un po’,prima di suonare vigorosamente il campanello.



Le prove erano proseguite in maniera più soddisfacente,dopo l’uscita di scena dell’ultima arrivata.
Risentendo l’ultima battuta di Peer Gynt,Sindial per un attimo ebbe la sensazione di rivivere alcuni momenti di passione,condivisi con Aurora…
-Madre,sposa,vergine senza colpa né errore,nascondimi al sicuro nella tua anima…-
Il grandioso finale si era spento in un respiro intimo sulle note della ninna nanna di Solvieg,che la soprano aveva saputo interpretare con tanta delicata dolcezza da toccare i cuori di tutti i presenti:
-Dormi,mio adorato bambino…
Cullerò il mio bimbo e veglierò su lui
Quietamente,nel mio abbraccio ha ascoltato la mia canzone,
giocando con me per tutto questo tempo.
Non può restare attaccato al seno della sua mamma
per tutta la vita,ma il Signore lo benedice..
…lo lascia dormire pago sul mio cuore
per tutta la vita:è così stanco ora….-
Forse anche Erik come Peer Gynt aveva finalmente trovato se stesso;anche per lui era arrivato il momento di posare il capo stanco sul seno amorevole di una donna,una vera donna,nella cui anima trovare rifugio.
L’uomo sorrise,pensando alla cara immagine della pianista che per la prima volta gli aveva fatto sentire le musiche di Grieg e ricordò la sua voce cadenzata mentre ripeteva le strofe della canzone di Solvieg:
-L’inverno può passare,la primavera dileguare,l’estate inaridire,l’intero anno scivolare via…Tu tornerai da me,certamente,tu sarai mio…L’ho promesso:ti aspetterò senza mai perdere la fede…-
In quella Semonov scivolò piano al suo fianco,prendendo posto nella poltrona accanto a lui.
-Abbiamo finito,per ora Ilia…voi? Novità?-
Il giovane amiccò:
-Ho due buone notizie…La prima è che una delle agenzie mi ha già dato gli indirizzi di un paio di ville che possono fare al caso vostro…Se volete possiamo andare a visitarle nella pausa del pranzo…-
-E la seconda?-
-Forse tra qualche giorno il professor ******* scioglierà la prognosi…madame Blanche sta meglio…-
-Siete impagabile Ilia!...andiamo allora,credo che se concediamo una pausa,ve ne saranno tutti riconoscenti!- l’ironia dell’impresario era temperata dalla sincera gratitudine verso il sollecito collaboratore.


La carrozza riportava Sindial e Semonov in città a piccolo trotto.I due uomini tacevano,entrambi seguendo il corso dei propri pensieri.
Nonostante la buona volontà del giovane segretario,le case visitate nel pomeriggio non avevano soddisfatto l’impresario,che era tornato presto di cattivo umore,chiudendosi in un silenzio arcigno.
Il giovanotto guardò fuori e ripensò a tutti i viaggi condivisi con Sindial.Avvertiva che ormai erano prossimi a un capolinea e si domandava cosa sarebbe stata la sua vita futura,quale altra occasione gli avrebbe offerto? Era in una condizione strana,appagato ma al tempo stesso sospeso verso una svolta che non riusciva a immaginarsi. Abbassò gli occhi:prima o poi le strade sue e del suo misterioso amico avrebbero comunque dovuto dividersi? Ne provò un certo vuoto e rabbrividì:si sentiva ormai legato all’Operà,al suo mondo d’arte impastata a umanità,ai protagonisti e alle comparse che lo animavano.
-Che avete Ilia?-
La voce di Erik lo fece sobbalzare.
-Pensavo…pensavo al futuro…- confessò.
-…E non vi piace?-
-Non saprei Sindial:non riesco a immaginarmelo…Forse è questo che mi turba…-
-E’ facile immaginarlo:finirete il vostro libro…- affermò l’uomo.
Nella penombra Ilia riusciva solo a vedere i suoi occhi e il balenio leggero della maschera.
Erik guardò fuori dai vetri:Parigi si intravedeva oltre i viali.
-Non credete che questa città possa darvi ancora qualcosa?-
-Mi piacerebbe rimanere qui,si…- Semonov pensava a voce alta. Poi alzò gli occhi verso Sindial e gli sorrise,con quel suo sorriso solare e amichevole.
Erik lo ricambiò con un sorriso appena dissimulato e gli promise:
-Allora troverete ispirazione per un’altra storia…-
Erano finalmente arrivati.Sindial smontò agilmente e guardò il teatro.
-Debbo confessarvi che non ho voglia di assistere alle prove…l’idea di risentire madamoiselle Dolphine che recita le battute come fossero una poesiola di Natale mi irrita…-
-Non siate pessimista…magari ci stupirà…-
-No:stupirà voi…io rientro nello studio.Voglio terminare un lavoro entro stasera…Seguitate voi,per me:sono sicuro di potermi fidare del vostro giudizio… -Ilia si sentì onorato di questo riconoscimento;Erik riassunse il tono autoritario di sempre: -A prova finita andrete di nuovo alla Maison Levigny,ma prima passerete da me…-
Ciò detto Sindial si defilò verso il suo appartamento,gettandosi con aria insofferente il mantello dietro le spalle. Ilia sospirò,quindi entrò in platea.
Entrato nel suo studio,Erik si liberò del mantello e andò a prendere gli spartiti che aveva lasciato sull’organo.Li riguardò brevemente:sorrise,soddisfatto. Quindi sedette alla scrivania e iniziò a ricopiarli,perché Aurora potesse leggerli,con le sue dita delicate:il pensiero delle sue mani interruppe un attimo la febbrile attività dell’uomo,con un senso di languore e desiderio.Si sarebbe volentieri abbandonato a fantasticare sulla donna che amava,ma preferì darsi da fare invece,per lei,per la sua piccola Psiche. Sorridendo appena iniziò la sua opera,compiaciuto.
Lavorare così gli restituiva il buon umore,riempiva le sue ore,le sue notti solitarie da quando Aurora era rientrata dalla zia.E non si accorgeva nemmeno del tempo che passava:alle sue spalle il sole era tramontato ed era calata la sera,ma Erik voleva completare quella riscrittura…Era come quando i suoi giorni non erano scanditi se non dall’attesa,dal silenzio,dalla febbrile ricerca della musica del buio…Poteva rimanere seduto a picchiare sui tasti senza smettere mai,dimenticando ogni altra cosa,logorandosi l’anima e la carne e riversandole nelle sue note…Allora c’era Christine:era per lei,era di lei che parlava la sua musica.Di quell’amore rimasto irrealizzato…
Adesso invece c’era Aurora.Incredibile,indescrivibile,inaspettata gioia della sua vita…
-Monsieur Sindial?-
Un po’ stupito,l’uomo sollevò la testa dalle sue carte:
-Entrate Ilia… Ho quasi finito.-Così dicendo completò gli ultimi righi e scrisse nello stesso metodo una piccola dedica.
Poi prese una cartellina e mise il plico al sicuro da occhi indiscreti.Infine lo porse al suo collaboratore:
-Stasera avrete cura di consegnarlo a madamoiselle De Guilerm…-
-Bene…e,se mi chiedesse di voi?- chiese timidamente il giovanotto.
-…Non ve lo chiederà…Come è andata poi la prova?La Durois è riuscita a stupirvi?- domandò,ironico.
-Quando ha visto che non eravate in sala,ha improvvisamente avvertito un forte mal di testa…Ma domattina ha promesso scintille…- rispose Ilia,altrettanto malizioso.
Erik allora gli chiese,seriamente:
-Credete abbia fatto male a scritturarla?...quella sciocchina mi fa uno strano effetto…-
Ilia pensò di nuovo alla somiglianza tra Dolphine e Christine Daaè:non volle indagare,non volle andare a fondo.Il suo pensiero corse ad Aurora,istintivamente,prima che la ragione potesse controllarlo:non avrebbe mai tollerato che Sindial potesse farla soffrire…
-Certo le preferivo Alphonsine…- rispose,con uno strano tono nella voce.
Erik già pensava ad altro.
-Suvvia…affrettatevi…Arriverete tardi dalla levigny…-
-Vado subito!-



Semonov trovò Aurora intenta a suonare,seduta al suo vecchio pianoforte verticale.Beatrice avrebbe voluto annunciarlo,ma lui le chiese di non interrompere l’esecuzione.Entrò e andò ad appoggiarsi al ripiano dello strumento:notò subito con piacere che,forse rasserenata dalle ultime notizie rassicuranti, la giovanetta aveva un volto più disteso.
Quando la musica terminò,Ilia si annunziò con un colpetto di tosse:
- Buona sera,madamoiselle….-
-Oh…Ilia …non vi ho sentito arrivare…- Aurora si alzò,sorridendo.
-Non volevo interrompervi…che suonavate?..non credo di conoscerla…- mentiva,lui stesso l’aveva strimpellata tanto tempo prima.’Pensami,Ricordami…’
-Un’aria di un’opera…ma non la ricordo bene…Accomodatevi:sapete che zia Blanche sta meglio?-
-Si,stamane me lo ha riferito…-
-Dolphine?- lo interruppe Aurora.Si era seduta in poltrona e leporello le era balzato in grembo.
-Dolphine? Madamoiselle Durois?...No,veramente me lo ha riferito Frau Brandrupp…La Durois è stata qui?-
-Si,a metà mattina…Poverina era un po’ avvilita e mi ha chiesto un parere,per la parte di Anitra….-
-Già…speriamo che il vostro aiuto sia illuminante….- disse un po’ tra i denti e poco convinto Ilia.
Poi si accostò alla fanciulla e le disse,abbassando un po’ la voce:
-Ho qualcosa per voi….-
-Per me?...- lei era meravigliata e divertita-
-Sono solo un latore….ve lo manda qualcuno che vi pensa sempre …-
Lei arrossì.Ilia desiderò tanto che quel rossore fosse destinato a lui,e sospirò.Poi però andò avanti:era contento di poterla rendere felice.
Le porse la cartellina.
-Apritela tranquillamente…siamo soli…- la rassicurò,poi si alzò e andò discretamente verso la finestra.
Aurora sfiorò l’intestazione:
‘Alla mia piccola Psiche..’
Poi le dita della fanciulla lessero lo spartito:era il secondo movimento del balletto…Erik lo aveva composto e ora le inviava una copia,perché lei per prima potesse conoscerlo e approvarlo…
Il primo impulso fu di tornare al piano ed eseguire quella musica.Ma poi si trattenne.
Ilia sembrò comprendere la sua esitazione.
-Credo sia meglio lasciarvi sola,adesso…Tornerò domani…-
Aurora gli confidò:
-Forse domani mi concederò una passeggiata,con Beatrice….Veramente eseguo gli ordini di Frau ‘Bismark’…-
Ilia rise.
-Bene…questa volta la frau mi trova perfettamente d’accordo…..Allora a domani sera…-
Così dicendo il giovane si congedò,sparendo di lì a poco in strada.
Aurora corse a sedersi al piano.Aprì lo spartito e cominciò a leggerlo con la sinistra e a suonarne l’armonia con la destra.A poco a poco lo padroneggiò e la musica nella sua interezza si diffuse nell’aria.
Ecco Psiche,curiosa,che contravviene alla proibizione:ai suoi occhi appare il volto di Amore,così bello che la giovanetta si incanta a guardarlo,stupita.E l’olio trabocca dalla lanterna,cadendo su quel volto divino:Eros si adira,ed è costratto a sparire…l’incanto è rotto,povera Psiche:ora che farai?
Disperata lo cercherai nella foresta,inseguirai le sue tracce:chi ti aiuterà?
La musica raccontava tutto questo.Disegnava il minaccioso intrico della foresta,il buio,la desolazione di Psiche:e anche la sua risolutezza…Avrebbe ritrovato Eros,il suo sposo,a qualunque costo!
Aurora suonava infondendo a quella musica già di per sé perfetta i palpiti e i turbamenti della sua anima sensibile:così essa acquistava mille sfumature,si sollevava dal piano e riempiva di sé la casa,la strada,la notte.
E nella notte,avvolto nel suo mantello,con le redini strette tra le mani,fermo il calesse sotto le finestre della Maison Levigny,Erik ascoltava…


La mattinata era fresca e nitida. Con l’aiuto di Beatrice Aurora indossò un grazioso abito chiaro,acconciò i capelli alla maniera preferita di Sindial,si avvolse in un elegante soprabito bordato di pelliccia e –ubbidendo a frau Brandrupp- uscì con la giovane domestica.
-Dove preferite andare,madamoiselle?-
-Prendiamo per il lungo Senna,Beatrice…- rispose la pianista,fingendosi distratta.In realtà lei sapeva bene dove avrebbe voluto arrivare:contava di raggiungere il teatro,magari in tempo per le prove…
Quella mattina anche Dolphine era di buon umore:aveva imparato bene le battute del suo personaggio e,in più,aveva la sicurezza che con la coreografia suggeritale da Aurora avrebbe riguadagnato la stima e l’attenzione dei colleghi …e avrebbe conquistato quella di Sindial.
Scelse un abito grazioso ma non appariscente;tutto il suo aspetto doveva esprimere mitezza e umiltà.Erano queste le doti che l’uomo della maschera aveva apprezzato in lei il giorno del primo incontro:ebbene le avrebbe esaltate al massimo…
Montò in carrozza e si presentò alle prove con un quarto d’ora di anticipo.Purtroppo in scena stavano montando dei quadri e mettendo appunto una serie di effetti di luce :Sindial era impegnatissimo e lei non tentò nemmeno di distoglierlo.Si limitò ad ammirarlo,elegante come sempre,benché in maniche di camicia,agile come una pantera muoversi tra le macchine,arrampicarsi tra i contrappesi,senza risparmiare energia.
Prima che lui si accorgesse della sua presenza,la ballerina scappò nel camerino a cambiarsi,e ripetè la parte e la danza,fin quando non sentì il back stage animarsi della presenza degli altri membri della compagnia.
Uscì dal suo camerino,salutò tutti con gentilezza e insieme a loro entrò sul palcoscenico.
-Buon giorno signori….abbiamo quasi finito:tra poco il palco sarà sgombro…- Erik salutò tutti con una insolita affabilità nella voce.Dolphine d’apprima ne fu lieta,poi pensò che forse era di buon umore perché aveva incontrato la sua fantomatica amante…
Di lì a poco l’uomo prese posto in platea affiancato dal solerte segretario,sopraggiunto da pochi minuti.
-Da cosa volete iniziare?- domandò Sindial ad alta voce,poi sottovoce chiese a Ilia – Tutto bene?novità da casa Levigny?-
-Dalla scena col re dei trolls…- rispose il tenore,dopo una veloce consultazione con i suoi colleghi.
-Ci sono appena passato…- ripose Ilia a bassa voce –Madame migliora un poco ogni giorno…madamoiselle Aurora era uscita…-
-Va bene!- Sindial aveva alzato di nuovo la voce,rivolgendosi a herr Frederick che attendeva sul palcoscenico. –Iniziate pure…-
Quindi stava per chiedere ragguagli a Ilia,quando si levò la voce di Dolphine:
-Scusate monsieur Sindial….io avrei desiderio di sottoporvi la mia interpretazione…ieri ho studiato tanto e….-
-Madamoiselle…quando sarà il momento,proverete!- troncò l’impresario,spazientito.Dolphine chinò il capo,docile e sottomessa. Quel suo atteggiamento ancora una volta turbò Erick,che si pentì di averla trattata con poco garbo.
-Cominciamo infine…- disse quindi,rivolto ai presenti.
LO spettacolo cresceva di intensità ogni giorno di più,sostenuto anche dalle scenografie fantastiche che Erik era riuscito a montare.L’attore – tenore,sostenuto dall’ambientazione suggestiva che lo circondava,diede il meglio di sé,strappando un applauso di autocompiacimento a tutta la compagnia quando concluse la scena col suo grido di rabbia e di sconfitta.
-Molto bene…- disse Erik. –Adesso ci sarebbe la scena col gobbo,ma su questa debbo ancora riflettere…Passiamo ai quadri successivi...Proviamo fino alla fine senza interromperci!-
I quadri successivi comprendevano l’esecuzione de ‘Il mattino’ e della scena della morte di AAse,la madre di Peer Gynt;poi sarebbe stata la volta di Anitra.
Beatrice aveva aiutato Aurora a salire le scale esterne del teatro e ora la accompagnava cautamente nella platea.
Entrarono durante la scena di AAse e nessuno si accorse di loro nel buio:era un momento molto toccante della storia e gli occhi di tutti erano fissi sulla scena.
Le nuove venute sedettero senza far rumore nelle poltrone dell’ultima fila.
-E’ entrato qualcuno Semonov?...- sussurrò Erik al segretario,nel passaggio da quella alla scena di Anitra.
-Non vedo nessuno….vado a controllare?- rispose Ilia. Ma Sindial lo fermò,tenendogli il braccio e inducendolo a guardare quello che accadeva sulla scena.
Dolphine aveva messo una fascia sugli occhi e danzava come se giocasse a mosca cieca…al momento di iniziare la schermaglia con Peer aveva finto di afferrarlo,s’era liberata della fascia e bendava lui,ridendo.
Frederick era rimasto interdetto.Erick invece si era alzato,entusiasta.
-Continuate Frederick,per Dio….non perdete le battute…- e aveva pronunciato la battuta del tenore al posto suo,per conservare il ritmo.
Dolphine era emozionatissima.Il duetto riuscì a concludersi,nonostante tutto.E alla fine Sindial applaudì:nel silenzio risuonarono pochi applausi sincopati.
-Sul serio vi è piaciuto,monsieur?- domandò estatica Dolphine.
-Certamente….una trovata inaspettata,ma davvero geniale…-
-Lo avevo capito,ma non osavo crederlo….Il vostro sguardo non mi inganna,monsieur Sindial…Riconosco il vostro disappunto…oggi ho incontrato la vostra approvazione…-
Ilia era furente,riusciva a stento a rimanere seduto.Avrebbe voluto svergognare quella piccola arrivista:sapeva benissimo che quell’idea non era sua…
Tentò di controllarsi.Magari Dolphine lo avrebbe dichiarato lei stessa,mostrando gratitudine per Aurora.
Ma questo non avvenne. E nell’attesa,Ilia sentì chiaramente la porta della platea aprirsi e richiudersi bruscamente.E capì.
-Ilia dove andate?- lo richiamò Erick,vedendolo alzarsi precipitosamente all’inseguimento di qualcuno.
Ilia era già fuori che cercava di raggiungere Aurora,almeno con lo sguardo.
- Madamoiselle De Guilerm! …Aurora!-
Ilia aveva individuato la giovane che,discese le scale,appoggiata al braccio di Beatrice stava per salire su una vettura.
Corse come un pazzo a rotta di collo e riuscì a bloccare la carrozza,in tempo per montarvi anche lui.
-Madamoiselle…perché state andando via?- disse col fiato che gli si spezzava in gola.
-Ilia?...-Aurora era disorientata. Riprese il controllo di sé,dissimulando: -Purtroppo mi sono accorta che era più tardi del previsto e…-
-Non potevate fermarvi nemmeno per un saluto?- domandò lui,con tono di rimprovero.
Lei sollevò le spalle.Era chiaro che stava tentando di nascondergli la tensione,il turbamento che covava in sé.
-Mi sembravate tutti molto concentrati sulle prove…- ribattè. –Per fortuna procedono meglio,ora…sbaglio?-
-Lo sapete benissimo perché: era vostra la coreografia di Anitra,vero?...Dolphine da sola non ci sarebbe mai arrivata…-
-Che importanza ha…in teoria io ho un contratto con l’Operà…-
-Ma il vostro lavoro merita il giusto riconoscimento…non può prendersene lei tutto il merito!- Ilia era furibondo.
-Che importanza può avere,Ilia…- ripetè lei,appena disincantata -Vi prego anzi di non dire nulla…- Allungò la mano e trovata quella di lui gliela strinse eloquentemente.Semonov sospirò,chiudendo gli occhi e serrando le labbra.
-Sindial non tarderà a capirlo da solo!- le rispose.Ma più che convinto,sembrava augurarselo con tutto il cuore.-E’ per questo che siete andata via,vero?- la incalzò.
Lei scosse il capo.
-No…anzi,ero contenta che ne fosse soddisfatto…- e sorrise.
Ilia aggrottò la fronte,interrogativamente:
-Allora…perché?-
Ma lei scosse il capo ancora,trattenendo le lacrime,senza dire altro.
-Debbo rientrare in teatro…- si scusò lui,amareggiato.
-Si…andate…E non datevi pena per me,Ilia…- gli raccomandò lei,congedandolo.-Ma vi prego:siate discreto come sempre!-
Lui accennò di si con la testa,poi si chinò a baciarle la mano e,smontato dalla carrozza,corse via lungo la scalinata.
Aurora pregò il vetturino di aumentare il passo e riportarla al più presto a casa.
Qui trovò ad attenderla il professor ******* e frau Brandrupp,quest’ultima visibilmente euforica.
La giovane donna si fece forza per essere gioviale verso l’inatteso ospite:
-Professore…buon giorno…-
-Buon giorno cara madamoiselle...vi attendevo:vostra zia pare abbia ripreso conoscenza…-
La buona notizia colse impreparata Aurora,che però ne fu subito contenta:
-Dite davvero? Posso vederla?...-
-Immaginando il vostro entusiasmo,vi ho prevenuta…entreremo insieme,piano e sarete così gentile da contenere le vostre e le sue emozioni…Siamo d’accordo?-
Aurora assentì:
-Certo…- ma già appoggiata al braccio del medico lo sospingeva verso la stanza di Blanche.


Rientrato in teatro,Ilia si accorse con sollievo che la prova era stata sospesa.Sindial doveva essere ritornato nel suo studio.Sul palco i macchinisti stava smontando alcune scene.A un tratto riconobbe Dolphine che scendeva la scaletta del palcoscenico e si preparava a uscire dal teatro.La aspettò davanti alla porta,per guardarla dritta negli occhi.
-Oh…monsieur Semonov…- esclamò lei,sussultando –Non vi avevo visto…Monsieur Sindial vi ha cercato,prima,ma eravate uscito…-
-Già…- le rispose,senza lasciarle libero il passaggio.
Lei sollevò gli occhini su di lui e domandò:
-Volevate dirmi qualcosa?-
-Solo che non mi piacete,madamoiselle Dolphine Durois…-
Lei rise,leggiadra:
-Intendete dire che non vi è piaciuta la mia prova? … non posso piacere a tutti…- in quel ‘tutti’ c’era una sfumatura di disprezzo,appena avvertibile.
-No:intendo dire che non mi piacete come persona…-
Dolphine sembrava ancora non capire:
-Poco male,monsieur Semonov…Non pensavo di dover accettare la vostra corte…-
Lui scosse la testa,sospirando spazientito:
-E’ davvero incredibile…Non capite quello che voglio dire o fingete di non capirlo?-
-Che importanza ha?...comunque rimane il fatto che non vi piaccio,no? Allora siate gentile:scansatevi e fatemi passare…abbiamo solo un’ora di pausa!-
Disarmato dalla assoluta indifferenza della ballerina,Ilia si fece da parte,lasciandola uscire.
Lei fece spallucce,guardandolo quasi irridente e se ne andò.
Rimasto solo in platea,Ilia rimuginò sui suoi sentimenti:era addolorato per Aurora,era infuriato con Dolphine e Sindial…e confusamente sentiva che gli mancava Alphonsine,la sua schietta provocatoria battuta,la sua combattività,la sua professionalità…
Si alzà di scatto dalla poltrona su cui era rimasto a riflettere e andò dritto nello studio del suo principale,entrando quasi senza aspettare il permesso.
-Semonov…dove eravate sparito?- gli disse Erik.
-Volevate sapere chi era entrato in teatro,no?...- rispose lui,piuttosto sgarbato.
Erik lo scrutò:
-E…?- si limità a domandare.
-…non lo immaginate?- gli chiese,con aria di sfida.
L’altro capì subito:
-Aurora?...e perché è andata via?...-
-E voi? Perché non andate mai a trovarla?perchè mandate me?...-
Erik era in piedi,la fronte appoggiata alla mano,pensieroso.
-Ilia…quando frau Brandrupp venne a chiamarci per Blanche…Aurora uscì dalla mia stanza,come si trovava...Naturalmente l’infermiera tedesca è discreta,ma…Non voglio che si parli di Aurora e me come due amanti…lei è molto di più:ma io conosco la facilità con cui si mettono le etichette alle persone…-
-Siete voi che l’avete messa in questa situazione…- ribattè severo il segretario.
Erik lo fulminò con lo sguardo:
-E’ vero…sono stato io…Ma sto cercando di rimediare:avremo la nostra casa e lei vivrà con me,protetta da tutto…Sarà la mia sposa,Ilia Semonov!- disse queste parole con forza,raccogliendo il tono di sfida del suo segretario.
Questi però sembrava disincantato.
-Aurora ha bisogno di vedervi…cioè,di incontrarvi…- si corresse,adirato con sé stesso per lo sbaglio maldestro.
Sindial lo stupì,stranamente remissivo:
-Stasera,dopo le prove.andremo insieme a trovarla…-
Ilia si aspettava un contraddittorio.Chinò il capo,sorridendo a metà tra l’imbarazzo e il sollievo.


Il professore ******* era andato via,lasciando ancora delle disposizioni severe:la convalescente andava seguita con pazienza e sollecitudine.Inoltre aveva ribadito che,appena fosse stata in grado di viaggiare,naturalmente in modo confortevole,madame Blanche andava trasferita sulla costa bretone,a Saint Michel,dove avrebbe giovato del clima e delle cure termali.
Aurora era contenta dei progressi di Blanche,ma pensava con apprensione al trasferimento:non avrebbe potuto esimersi dall’accompagnarla e provvedere almeno alla sua sistemazione presso un albergo,magari affidandola poi a Frau Brandrupp. Significava allontanarsi da Parigi per almeno due settimane…
Entrò nella stanza della zia e sedette al suo capezzale,prendendole delicatamente la mano:
-Aurora…bambina mia…- disse Blanche aprendo gli occhi.
-Blanche…-Aurora le strinse forte la mano.
-Siete pallida,stanca…mi spiace…-
-Adesso che state meglio,riposerò…-
-E state mangiando?-
-Zia!...siete guarita del tutto?- scherzò la pianista.
Blanche sorrise,riadagiandosi tra i cuscini.
-Anche se fate di tutto per trascurarvi,Aurora…siete sempre bella…-le disse sorridendo.
-Riposate ora:il professore è stato tassativo!...-
L’anziana dama richiuse gli occhi,mentre Aurora si tratteneva ancora vicino a lei.
Nel pomeriggio Blanche le chiese,inaspettatamente:
-Non suonereste ancora quel pezzo di ieri notte?-
La giovane aggrottò le ciclia interrogativamente:forse Blanche si sbagliava…la notte precedente era ancora semiincosciente…
-Quale dite?-
- Non saprei…Non lo avevo mai sentito prima…Ma mi faceva pensare a voi…-
-Adesso provo…-
Così andò nell’altra stanza e sedette al piano.Lo spartito di Erik era lì,aperto,ma Aurora lo aveva già memorizzato.Ebbe un attimo di incertezza,ripensando a quello che era accaduto in mattinata.La gelosia verso Dolphine l’aveva aggredita nel profondo del cuore:sentirle dire ancora che conosceva il suo sguardo…Ah,perché,perché lei non poteva vedere l’uomo che amava!Fino a quando lui lo avrebbe sopportato?Fino a quando non se ne sarebbe stancato?
La ragione le diceva che quei pensieri erano sciocchi e ingiustificati:sotto le sue mani aveva la prova ennesima dell’amore di Erik,della sua devozione…
Ma il desiderio di lui,l’istinto,il cuore,la stupida sensazione di essere inferiore a tutte le altre donne le impedivano di convincersi che erano solo ubbie,le sue…
Iniziò a suonare e presto si immedesimò in Psiche totalmente,abbandonandosi all’abbraccio della musica di Sindial.
Bussarono alla porta.Beatrice introdusse Ilia e Sindial nel salottino d’attesa,per andarli ad annunciare.Erik aveva riconosciuto la sua musica e fermò la cameriera:
-Non importa…aspetteremo che abbia finito…-
La ragazza si inchinò e uscì.
-Andate da lei,monsieur…- disse Ilia,con slancio.
Ma Erik lo aveva già preceduto.Il suo passo elegante varcò la porta,il suo odore lo annunciò.Aurora continuò a suonare,indugiando solo un attimo,incredula:forse si era lasciata suggestionare dalla musica,o forse…Le mani di lui sulle sue spalle,le sue labbra che le sfioravano i capelli le diedero la conferma.
-Oh Erik…- disse abbandonando la testa all’indietro,contro di lui.
Lui sedette accanto a lei,sul seggiolino,dal lato esterno.La guardò,tenendola stretta per le spalle,le baciò piano la fronte.
-Perdonami se vengo solo ora…- le sussurrò.
Aurora gli schiuse le labbra,desiderosa.Irresistibile. Erik vide Ilia di spalle davanti alla porta,come un angelo custode:allora si chinò sulla sua bocca e la baciò,con dolce tenerezza.
-Labbra di miele…Sai quanto ti desidero…ma non tentarmi,ti prego…-
Lei sorrise,estatica.Improvvisamente tutti i dubbi erano spariti,tutte le amarezze…Reclinò la testa sul suo petto e si lasciò andare al suo abbraccio caldo e rassicurante.
-Blanche sta meglio?- le domandò,sottovoce.
-Si…è fuori pericolo…- rispose soddisfatta,poi però si contrariò – Il dottore dice che deve andare a Saint Michel…io…dovrò accompagnarla…-
-Quando?- domandò lui staccandosi un po’ bruscamente da lei.
-Tra qualche giorno…- Aurora aveva il capo basso,si sentiva un po’ in colpa.-Non appena potrà viaggiare….ma starò via dieci,quindici giorni al massimo…- lo rassicurò.
Lui la strinse di nuovo,caramente.
-Ti farà bene andare sulla costa…tornerai più bella di prima…e quando tornerai…-
Il suo discorso fu interrotto da un’altra scampanellata. Ci fu del trambusto e loro due ebbero appena il tempo di separarsi e assumere un atteggiamento informale,metre Dolphine faceva il suo ingresso nella sala.
-Aurora…venivo a raccontarti… oh! Monsieur Sindial?!?Non mi sarei aspettata di trovarvi qui…-
-Monsieur Sindial e monsieur Semonov erano venuti a informarsi su mia zia….- disse Aurora.
Ilia intanto era ricomparso sulla porta e accennava a un saluto alla nuova arrivata.
-So che sta meglio…- disse Dolphine,distrattamente;poi si rivolse tutta civettuola a Sindial:-Monsieur che bello incontrarvi fuori del teatro…in questa veste insolita…-
-Grazie,ma non mi trattengo…stavo andando via,per l’appunto…-
-Di già?...-
-Si mi stavo congedando da madamoiselle De guilerm…-così dicendo prese la mano di Aurora,stringendola quell’attimo di più che voleva dire tante cose e sfiorandola appena con le labbra.
-Auguri per vostra zia,madamoiselle…e riguardatevi:abbiamo bisogno di voi…-
-Grazie monsieur Sindial.- rispose un po’ confusa Aurora – Spero di ritornare presto al mio lavoro,in teatro…-
-Ilia,voi vi fermate o venite con me?- chiese poi Sindial a Semonov.Questi era indeciso:non voleva che Dolphine amareggiasse ancora Aurora.Aveva una pessima influenza su di lei.
-Mi trattengo ancora un po’ se permettete…-
- Allora…- Eric aveva indossato il suo mantello e salutava dalla porta,ma il suo sguardo era fermo su Aurora,come una lunga,inarrestabile carezza.
Fu solo un attimo,poi l’uomo disparve nella strada.
Dolphine rimase un attimo sospettosa.Un pensiero assurdo le passò per la testa:che fosse proprio Aurora la fantomatica amante di Sindial?
Poi guardò l’amica:impossibile! Una creaturina fragile,una povera minorata…Che cosa avrebbe potuto dare a quell’uomo così affascinante,seducente…? Magari poverina ne era innamorata anche lei,forse? No…Aurora era come una bambina che viveva fuori dal mondo:incapace di dare o ricevere un amore che non fosse quello bonario della sua madrina…
Semonov era rimasto in casa con loro:ecco,quello magari poteva essere l’uomo per Aurora,un giovanotto belloccio,ma piuttosto insignificante.Un buon samaritano…
-Forse sono di troppo,Aurora?- domandò,con una punta di malizia,guardando Ilia.
-E perché Dolphine?...- rispose l’altra,inconsapevole.
La ballerina non insistè,come suo solito:non si spingeva mai oltre,contenendo la sua malizia e l’indiscrezione,con oculata misura.
-Già…perché?- le domandò infatti provocatoriamente Ilia.
-Non saprei…che sciocca,a volte parlo senza riflettere:magari tante visite tutte insieme…Non vorrei stancarti,né agitare tua zia…-
-Non preoccuparti…e raccontami invece:come è andata stamane?-
A questo punto Ilia,fissando eloquentemente Dolphine,esclamò,ironico:
-A questo punto,forse…sono io di troppo?-
-Bè,sapete…due amiche hanno tante piccole confidenze da farsi,vero Aurora?- disse quell’altra senza scomporsi e abbracciandosi complice ad Aurora.
-Ho proprio voglia di assistere a queste confidenze…- ribattè lui – Posso trattenermi Aurora?-
-Certo…Se permettete dico a Beatrice di servire il tè…- Così dicendo si allontanò dalla stanza.Entrò in quella di Blanche e si addossò al muro,cercando di riassaporare i pochi momenti divisi con Erik…



Rimasti nuovamente soli,Dolphine e Ilia si misurarono,senza scambiare una parola.La tensione di quel silenzio fu interrotta dall’ingresso di Beatrice che servì loro il tè,per poi allontanarsi discretamente,avvertendo che Aurora sarebbe sopraggiunta di lì a poco.
-Un pasticcino,madamoiselle?- disse infine il giovanotto.
-Grazie…- Dolphine lo addentò con naturale avidità,e per un momento la maschera da bambina vezzosa e innocua le cadde dal volto.Semonov in quel momento ebbe la certezza che Sindial non avrebbe mai potuto subire il fascino falso della ballerina e ne rise tra sé.
-Qualcosa vi diverte,monsieur?- Domandò lei,cortese.
Lui scosse la testa.
-Inseguivo i miei pensieri...-
-Bene,mi fa piacere che siate di buon umore…- Dolphine ignorarò la sfumatura di disprezzo che leggeva chiaramente negli occhi del suo interlocutore. –Ne approfitto per chiedervi se,secondo voi,il Peer Gynt debutterà prima o dopo Carnevale…-
-Credo a metà febbraio…- rispose lui,distratto.
-Oh che bello!- esclamò lei.
In quella Aurora rientrò nella stanza e Dolphine,prevenendo Ilia le andò incontro e col suo solito fare sollecito la accompagnò a sedersi.
-Come mai così entusiasta?- domandò la padrona di casa,incuriosita.
-Peer Gynt debutterà in coincidenza col mio compleanno…Sai? Divento maggiorenne!-
-Davvero?...quando?-
-Il ventuno febbraio…Ho in mente di organizzare una magnifica festa…alla quale dovrai partecipare anche tu!- aggiunse la ragazza,abbracciando complice Aurora.
Lei rimase perplessa,con un mezzo sorriso sul viso:
-Se sarò rientrata…- si giustificò.
-Dove andate?-
-Dove vai?- domandarono quasi all’unisono Ilia e Dolphine.
-Appena Blanche potrà,la accompagnerò a Saint Michel…-
Ilia la guardò,con rammarico:uno sguardo impercettibile,che non sarebbe sfuggito a Dolphine se non fosse stata presa dall’idea della festa…
-Ci tengo a che tu ritorni…- le ingiunse per tutta risposta.
Aurora sorrise.Beatrice entrò per comunicarle qualcosa e Ilia approfittò per prepararsi ad andare.
-Credo sia opportuno lasciarvi,ora,madamoiselle…-
-Vai via anche tu,Dolphine?-
-Bè,si è fatto tardi…ma posso trattenermi ancora un po’…se ti fa piacere…-
Semonov si morse le labbra.In ogni caso lasciò la casa di Blanche,allontanandosene a piedi,senza fretta.
Rimasta finalmente sola con l’amica,Dolphine le confidò,entusiasta:
-I tuoi consigli sono stati come sempre preziosissimi:stamane ho riguadagnato la stima di monsieur Sindial! Pensa che mi ha applaudito…-
-Davvero?...ne sono lieta…-
- Sai cosa ho in mente Aurora per il mio compleanno?- disse poi Dolphine,abbassando la voce ma a mala pena celando l’eccitazione.
-No…dimmi…-
-Pensavo a una ‘Masquerade’…una festa in maschera…!!!-
Aurora si irrigidì,avvertendo subito qualcosa di non detto.
-Come mai in maschera?-
-Bè…coincide col periodo di Carnevale …e poi…così lui non potrà esimersi…
-Lui..intendi monsieur…?-
Dolphine la prevenne:
-Certo,Sindial!saprò convincerlo,Aurora.è una festa in cui si sentirà a suo agio…-
Aurora sospirò.L’amica era troppo su di giri per accorgersene.O per capirne il vero motivo.
-Vedrai che anche per te organizzeremo una festa bellissima,quando compirai ventuno anni…quanto manca?-
-Due anni…- rispose la pianista,senza entusiasmo.
Dolphine la abbracciò:
-E comunque alla mia festa devi venire anche tu!-
Lei sorrise,piuttosto formale.
-Ora vado via Aurora…- disse infine congedandosi l’ospite. –Spero di rivederti prima che tu parta…magari per raccontarti qualche altra novità!-
Così dicendo,indossò il soprabito e uscì.


Qualche giorno dopo Sindial e Ilia si ritrovarono insieme a commentare le prove del Peer Gynt.
Il teatro era vuoto,perché la compagnia era in pausa.Seduti in due poltrone centrali,Ilia faceva un breve bilancio della situazione:
-Ormai abbiamo montato quasi tutta l’opera…Non avete preso decisioni sulla scena del gobbo…-
-Avrei un’idea…Vedete Ilia,sapendo giocare con intelligenza,l’acustica del teatro permette degli effetti molto suggestivi,ma…-
-Ma?-
-Ma a nessun artista farebbe piacere recitare senza essere visto…-
Ilia annuì.
-Sarei tentato di…eliminare questa scena,ma è troppo suggestiva…-
-Sindial,non ci girate attorno…- disse disinvolto Ilia,poi si morse le labbra,guardando il suo interlocutore. –Scusate…-
-Non abbiate timore,Semonov…credevo che tra di noi non esistesse più,questa soggezione…-
Il giovanotto lo guardò,piacevolmente stupito.Però anche confuso,inconsciamente.
-Che volevate dirmi,in fine?- lo sollecitò l’impresario,col brusco cipiglio abituale.
Ilia sorrise.
-Bè…perché non lo fate voi,il gobbo?non prestate la vostra voce alla sua ombra?-
L’uomo lo guardò e annuì,ammiccando.
-Ci stavo pensando…Una volta risolto questo,che vi pare della messa in scena?-
-Mi piace…anche se…- Ilia si interruppe.
-Anche se?’Non ci girate attorno,Semonov’…- lo provocò Sindial.
-Bè…avrei preferito che ci fosse anche Alphonsine:la vedevo perfetta nel ruolo di Anitra…-
Erik rimase un attimo in silenzio,poi :
-Non vi piace madamoiselle Durois,vero?-
-No..non mi piace affatto…- Ilia rispose istintivo.
-La sua parte la fa bene…non eravate voi a dirmi che ci avrebbe potuto stupire? E ora che lo ha fatto,perché non lo riconoscete?- lo incalzò l’altro.
Ilia sollevò le spalle,con disprezzo.
-La trovata della benda sugli occhi è stata davvero un colpo di genio…Io stesso ne sono rimasto colpito… Mi ero fatta una idea completamente diversa di madamoiselle Dolphine…l’avevo giudicata piuttosto sciocca…-
Ilia cominciò a dare segni di impazienza.
-Monsieur..se dobbiamo andare a vedere quella casa,forse faremmo bene a spicciarci…-
Sindial lo trattenne,scrutandolo negli occhi:
-Che cosa vi turba,Semonov?...Temete forse che una vaga somiglianza possa indurmi in inganno?-
Ilia sospirò:
-No,Sindial…vi stimo troppo per non essere sicuro della vostra capacità di giudizio…solo che non posso rispondervi come vorrei,per rispettare la volontà di una persona che mi ha chiesto di …essere discreto…-
Erik lo guardò,abbassò lo sguardo per riflettere,poi gli rispose:
-Bene,se questa persona vi ha chiesto ciò,è perché è sicura che il fatto che io sia o meno informato di qualcosa che ora non so non farebbe differenza…Non credete che abbia ragione ad esserne sicura,a fidarsi di me?-
Tra loro corse uno sguardo schietto ed eloquente.
-Si,ha ragione…- ammise Ilia – Ciò non toglie,però,che madamoiselle Durois continui a risultarmi sgradevole e infida…-
Erik sogghignò.Ma non aggiunse altro.


Una settimana dopo aver ripreso conoscenza,Blanche fu in grado di partire per Saint Michel.
Tutta la casa di rue de la Paix era in fermento per la partenza:Beatrice e frau Brandrupp facevano a gara ad occuparsi dei bagagli,dei trasporti,delle mille incombenze relative alla chiusura della casa.
Andavano e venivano,sollecite,ma distratte:solo Blanche aveva colto la titubanza di Aurora,visibilmente dubbiosa sull’esito che quel viaggio avrebbe avuto sulla sua vita.
-Aurora…non è necessario che voi rimaniate a lungo con me…sistematemi e poi rientrate a Parigi…-
-Blanche…siete così affettuosa,ma voglio essere sicura che stiate bene e non vi manchi nulla…-
La madrina la guardò:
-Farà bene anche a voi,un po’ d’aria di mare…vedrete!- le disse ancora,materna.
La giovane donna sorrise.Sarebbero partite nel primo pomeriggio.Si augurava che Ilia ne avesse informato Sindial e questi facesse in tempo a salutarla.Invece le ore passavano,e lui non arrivava ancora.
Seduta sulla poltrona,in mezzo ai bauli e con in braccio Leporello,la giovanetta pensava,logorata dall’attesa.
La sera prima aveva rivisto Dolphine.
Era entrata portando la solita aria di leggerezza e eccitazione.Aurora l’aveva immaginata,elegante e graziosa in un abito di velluto amaranto,intonato ai capelli e all’incarnato.
-Allora domani parti?...mi spiace,sai? Con chi mi confiderò,a chi racconterò le mie emozioni?-
-Dolphine,sei grande ormai…- l’aveva vagamente rimproverata.
-Io non crescerò mai del tutto!- aveva ribattuto lei e Aurora aveva immaginato la smorfietta che aveva accompagnato questa affermazione.
-Ma prima che tu vada…devo dirti l’ultima: Sindial farà il gobbo!-
-Come?-
-Si…presterà la voce al personaggio del gobbo,nel duetto con Peer Gynt…Oggi abbiamo provato!-
-Allora raccontami…ma:si esibisce sulla scena?-
-No…anzi,se debbo dirti dove sta,mentre recita…non saprei…Sulla scena si vede solo un antro buio e una luce rossastra che disegna un’ombra di uomo deforme sulla parete.Quando Sindial pronuncia le battute,la sua voce rimbomba in tutto il teatro…mamma mia,sembra il fantasma dell’Opera!-
Aurora rabbrividì.
-Che hai detto?- Chiese con un filo di voce.
-Scusami…-Dolphine era sinceramente pentita – Scusami,non volevo scherzare su…-
Aurora fece appena un gesto con la mano,per cercare di zittirla.
-Sono imperdonabile,lo so…per te quel nome è sinonimo di disgrazia…La mia povera Aurora!-
Così dicendo Dolphine aveva abbracciato forte l’amica.Aurora si ricompose.
-Va meglio…dimmi ancora di questa scena del gobbo..- era riuscita a dire.
-E’ bellissima…Sindial ha una voce profonda,che mette i brividi…il pubblico si sentirà abbracciare da quella voce,ne rimarrà colpito completamente…-
La pianista sorrise.Conosceva bene le note profonde e seducenti della voce di Erik…
- Aurora…-
Eccolo! Era arrivato in tempo!
Era ancora presa dai suoi pensieri quando quella sua voce di velluto l’aveva richiamata.
-Erik!-
-Perdonami se arrivo solo ora…era per riuscire a darti una cosa,prima che partissi…-
Lei gli aveva buttato le braccia al collo,quasi senza ascoltarlo.
-Dio,anima mia…- lui sospirò,abbracciandola con passione- Non fare così…-
Ma nel dirlo,già le sue labbra avevano incontrato quelle di lei,annegando in un bacio quasi disperato.
A malincuore,l’uomo si interruppe.
-Ti aspetterò..aspetterò che ritorni giorno dopo giorno…..-la confortò lui.
-Non mi tratterrò più del necessario…e al ritorno rientrerò a teatro…- lo rassicurò lei.
Lui la abbracciò,carezzandole i capelli:
-Forse non a teatro…- accennò,con una sfumatura di desiderio nella voce.
Quindi le mise tra le mani uno scatolino,raccomandandole:
-Aprilo quando sarai arrivata…- poi le sollevò il viso e fatalmente la baciò ancora,gustando il suo tenero abbandono.
-A presto…-




Il treno partì sollevando sbuffi di vapore e fumo e poco alla volta si allontanò oltre la volta della Garde du nor,fino a sparire in lontananza.
Ilia aveva seguito discretamente la trafila di imbarco delle viaggiatrici,assicurandosi che tutto procedesse confortevolmente.Quindi aveva visto il convoglio partire,ingoiando nel fumo la malinconia di quel distacco.
Sospirò,tornando sui suoi passi e tra i vapori caliginosi sollevati da un’altra locomotiva in partenza si imbattè inaspettatamente in Sindial:
-…Molto sollecito,come sempre,Ilia…- gli disse quello,leggermente sarcastico.
Il giovanotto abbassò un po’ il capo,colpevole.Poi lo rialzò,con un sospiro,cercando conforto alla sua pena proprio negli occhi di Erik.
Questi gli mise una mano sulla spalla,stringendogliela con energia,come a scuoterlo:
- Mancherà molto a entrambi…Ma avremo mille cose da fare con cui riempire il tempo…-
Ilia tornò padrone di sè,e gli sorrise,disponibile.
-Certo…avete ragione,come sempre… -
I due uomini uscirono insieme dalla stazione,poi montarono su una vettura che li riportò in fretta a teatro.
Erano già le cinque,ma la compagnia stava di nuovo provando e mettendo a punto l’opera.
Ilia cominciò a consultare delle carte,poi si avvicinò all’impresario chiedendo di potersi assentare.
Erik rimase solo.Col pensiero seguiva Aurora nel suo viaggio,ne immaginava l’arrivo.
Avrebbero alloggiato in un hotel che dava sulla spiaggia,guardando proprio all’isolotto con l’abbazia,quell’isolotto che la marea univa o separava dalla terra ferma,suggestivamente.
La marea…Per molto tempo la marea per lui erano stati i ricordi,che lo assalivano improvvisi,annegandolo…
-Maestro..- una voce lo richiamò,una voce apparentemente così familiare… Alzò lo sguardo:era Dolphine!
-Si?-
-Posso sedermi accanto a voi?...Non voglio disturbare…è che vorrei assistere dalla platea a qualche scena…-
-I posti non mancano,madamoiselle..- disse lui,permettendole col gesto di accomodarsi.
-E’ che….vorrei approfittarne per chiedervi qualcosa….-
Lui però la zittì con un gesto imperioso:c’era la scena di Peer Gynt e il re della montagna,col coro dei trolls che insegue l’eroe,lo incalza…
A fine quadro Dolphine applaudì,con l’entusiasmo di una bambina.
Lui la osservò.
-O maestro…è così bella quest’opera!- aveva poi esclamato lei. –E sono così contenta che debutteremo a febbraio:sapete? Compirò gli anni in concomitanza con le prime rappresentazioni…-
-Ah si?- l’interesse di Erik si smorzava.
-Ventun’anni…Ecco,volevo appunto chiedervi se…mi concedereste l’onore di…partecipare alla mia festa…-
-Festa?-
-Si… vi prego,monsieur Sindial…non dite subito di no…Non potete mancare:consideratelo un regalo,il solo regalo che vi chiedo….-
Lui trattenne a mala pena uno sbuffo di impazienza:
-Non mi piacciono le riunioni mondane…è raro che vi presenzi…-
Dolphine si imbronciò,esibendo dal suo repertorio l’ espressione più civettuola e seducente.
Erik sogghignò.Lei sembrò ignorarlo,però non insistè più di tanto.
Era la volta della scena del gobbo,Sindial si alzò e disparve nel buio:poi la sua voce si diffuse nel teatro,come quella di un arcano oracolo,profonda e misteriosa.Contro le grida infuriate di Peer,le sue battute secche risuonavano di una calma glaciale:
-Chi sei tu?-
-Io stesso…-
-Chi sei?....Cosa c’è sotto quella tua maschera?-
-Me stesso..puoi dire lo stesso di te?-
Dolphine rimase seduta a guardarsi intorno,piuttosto scoraggiata.Poi riflettè e decise di non darsi ancora per vinta.
Era il suo turno di provare.Si mosse aggraziata come sempre e cercò di essere molto seria e professionale.La sua prova però fu interrotta da Ilia che rientrava con la sarta e il rifornitore di costumi.
-Mi spiace interrompervi,signori…ma abbiamo poco tempo,come sapete:le stoffe sono arrivate,finalmente e la sarta ha bisogno di ciascuno di voi.
Dolphine trattenne a stento la stizza.Poi però fu subito interessata ai costumi.
-Mi chiedevo che cosa avremmo indossato…- domandò- Chi è il costumista?-
-Monsieur Sindial spesso disegna personalmente i costumi…- le rispose la soprano.
Dolphine esclamò,emozionata:
-Oh…è …è davvero l’uomo dai mille talenti!-


Qualche giorno dopo Erik trovò sulla sua scrivania,nella posta,una busta vergata a mano con tanto di sigillo gentilizio;la aprì,curioso e spazientito insieme e lesse:
-Sua Eccellenza il Conte Alexandre Duroy de Chapel è onorato di invitarla….-
Dolphine insisteva:aveva scomodato addirittura suo padre,per indurlo ad accettare l’invito a quella odiosa kermesse.
-E’ gradita una risposta.Il tema della Masquerade sarà il melodramma…-
Ilia lo trovò che scuoteva il capo,accigliato.
-Monsieur? Qualcosa non va…-
-Non lo avete ricevuto voi,Semonov,l’invito al Ballo in maschera?- il tono era sarcastico,come sempre.
-Non ho ancora aperto la posta…ma…?-
-Madamoiselle Dolphine compie ventun anni…e pretende di essere celebrata dall’opera al completo!-
-Ah…lo sapevo ma…un ballo in maschera?-
-Già…probabilmente lo ha fatto per farmi sentire a mio agio,no?- ironizzò Sindial.
Ilia sbuffò.Aveva un compito sgradito,doppiamente sgradito.Doveva convincere il principale ad accettare quelll’invito di cui lui stesso disapprovava il gusto e l’artefice.
Si schiarì la voce e già questo fece scattare sulle difensive l’uomo,che lo scrutò diffidente.
-Ebbene?-
-Sindial…purtroppo credo che non potrete esimervi…ormai ricoprite un ruolo sociale…-
Approfittando del fatto che l’altro non ribatteva nulla,Semonov continuò:
-In fondo basterà fare una comparsa di mezz’ora…-
-E di grazia…avete pensato anche al travestimento?- sotto il tono forzatamente cortese,covava un’ira malcelata. –O magari potrei presentarmi senza maschera…giusto per differenziarmi,come sempre?-
Gli occhi balenavano bagliori di rabbia repressa.Ilia abbassò la testa,ma non cedette:il suo ruolo era quello di curare le relazioni pubbliche di Sindial…
-Magari potreste chiedere il privilegio di non travestirvi…-
Sindial sogghignò,amaro e rassegnato.
-Già…ne avrò il privilegio…-
Ilia era confuso,anche addolorato:
-Perdonatemi Sindial…-
-Tacete Ilia…voi fate bene il vostro dovere…- gli riconobbe l’altro. –Usciamo,adesso…voglio cercare quello che sapete…-
Uscirono insieme dal teatro e montarono sul landò:
-Abbiamo visitato tutte le ville che le agenzie ci hanno proposto…Ora dovreste decidervi…- lo sollecitò il giovanotto.
-Ancora non ho trovato quello che avevo in mente….prima di decidermi voglio essere sicuro!-

Trascorsero la mattinata e il pomeriggio vagando per le lussureggianti campagne intorno alla capitale,ma Sindial rimaneva insoddisfatto.
-La prima che abbiamo vista era molto bella,monsieur…- Ilia era ormai stanco di quel girovagare a vuoto.
-Ditemi Ilia:riuscite a immaginarvi madamoiselle de Guilerm in quella casa?- lo rimbeccò l’altro.
Ilia si sforzò,ma dovette ammetterlo:no,non era la casa per Aurora…Sospirò,paziente.
Il sole ormai tramontava e sembrava fossero destinati a rientrare anche quel pomeriggio con un nulla di fatto. Invece a un tratto Ilia vide riflettersi sulla maschera argentea di Sindial uno strano barbaglìo rosso.
Prima di potersi rendere conto di cosa fosse,Erik aveva ordinato al cocchiere di fermare ed era smontato dalla carrozza,inoltrandosi in un viale di terra battuta.
Svoltando alle spalle di un tiglio,una visione spettacolare lo aveva fermato sui suoi passi.Al di là di un cancello alto e solenne,un viale:in fondo la facciata a un piano di una villa solitaria,apparentemente disabitata;una villa che sembrava incendiarsi al tramonto,mentre le vetrate dell’ingresso riflettevano sfavillando il rosso degli ultimi raggi del sole morente.
-Ilia!...venite a vedere!-
La voce di Sindial era imperiosa,come sempre:ma vi si celava una sfumatura di stupita eccitazione.
Il giovanotto era smontato già dalla vettura,ma si era fermato in attesa.Ora si mise sulle tracce di quel richiamo perentorio.
Fece in tempo a vedere Erik arrampicarsi con agilità sul cancello e scavalcarlo,passando dall’altra parte.
-Sindial!...aspettate!-
L’uomo gli fece cenno con la mano di seguirlo;fatto qualche passo si fermò,per aiutare Ilia a discendere dalla sua parte.Il giovane osservava incantato la casa scoperta dal suo principale.
-Sembra che sprigioni fuoco…-
-Già…- rispose Sindial,con lo sguardo esaltato,perso nell’immaginare chissà cosa.Poi tornò pragmatico ed energico come sempre e aggiunse:-Ilia dobbiamo scoprire chi è il proprietario…e comprarla! A qualunque prezzo…-
Ilia sospirò.Fece per avvicinarsi e sbirciare all’interno,ma Erik lo trattenne.
-Venite,non perdiamo tempo!...-
-Ma non volete sapere in che stato…?-
Sindial già lo aveva preso per un braccio e lo sospingeva verso il cancello.Di nuovo si arrampicarono,come due monelli e prima di andare via diedero un ultimo sguardo.La cara piccola immagine di Aurora sembrò materializzarsi sul porticato e poi sparire…



 
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25 replies since 6/4/2008, 10:41   1040 views
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