A Voice in the Darkness

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jiujiu
view post Posted on 22/5/2008, 15:10 by: jiujiu




grazie a te, mia somma :occhilucidi:

*****

La voce era divenuta più acuta nel proferire quelle ultime parole, ed avvicinandosi abbastanza comprese che si trattava di una donna, una giovane donna, la cui voce era arsa e soffocata dal sangue e dall'ombra della morte che si stagliava innanzi a lei inghiottendo quei delicati barlumi di luce che la notte donava agli esseri umani anche nelle ore più profonde di essa.

Compì ancora qualche passo, desideroso di vederla in viso.
Contemplare quel volto e trarne soddisfazione, sì, riscatto: perchè lei giaceva sconfitta e lui in qualche modo era vivo e poteva trionfare ancora.

Trionfare...

La mano corse alla propria deformità, che quasi graffiò, dolorosamente, stringendo gli occhi opachi e spenti dal recente sconforto, la fronte corrugata, come appensantita dalla pena.
Avrebbe potuto trionfare mai, lui?
Conosceva la risposta, eppure proseguiva nella propria menzogna, nel proprio elevarsi all'illusione, all'inganno supremo.

Nessun trionfo, solo patimenti e sofferenze.
E nessuno aveva sofferto come lui.
Certamente non quel bozzolo di farfalla sanguinolenta, quella larva immobile che vomitando sangue affermava di essere dannata.

Quei giovani che per una sconfitta meditavano il suicidio...cosa ne sapevano loro di cosa significasse rialzarsi dopo essere stato battuto, dopo essere stato visto e deriso, dopo aver ucciso e compreso di essere condannato alla dannazione?
Come concepivano la sconfitta totale?
Solo un baratro in cui si gettavano senza vederne il fondo...mentre lui era nato laggiù, nelle profondità più recondite di quel pozzo di nera pece, lui che distruggendosi le mani e i piedi, sfiancato nell'animo e nel corpo, aveva visto uomini precipitare affianco a lui tra grida e gemiti mentre coi denti stessi egli si aggrappava agli aspri spuntoni di sale e roccia, risalendo per poi precipitare sempre più in fondo, sempre più in basso, fin nel cuore dell'inferno.

Quella donna non sapeva di cosa stesse parlando, ne era certo.

- Ma sappiate...che anche senza anima...il mio corpo non morirà...- ribattè lei, tossendo un poco,
- Non stanotte...non fino a quando non avrò mantenuto la mia promessa...- reclinò il capo, respirando sommessamente, le forze abbandonarla.

- La vostra promessa...- ripetè lui distaccato, uscendo del tutto dal suo nascondiglio e ritrovandosi a pochi metri da lei, gli occhi bassi sulla desolazione di quel corpo e sulla macchia di sangue che si allargava momento dopo momento,
- Quale voto può sanare le vostre ferite?- domandò, avvicinandosi inesorabilmente attratto da quell'anima affine eppure lontana.
Quale voto può ridarvi quelle forze che strisciano evaporando da voi come fumo nella nebbia gelida...?

- Un voto di...sangue-

sussurrò lei dopo una lunga pausa, durante la quale il suo interlocutore dubito della sua esistenza in vita.

Tacque, riflettendo sulla crudeltà del destino che aveva condotto due anime dannate in un luogo come quello, in un momento come quello...
Ma prima che potesse parlarle, senza ancora sapere cosa le avrebbe detto, udirono entrambi delle voci in lontananza, echi indistinti e flebili.

- Il vostro amico sta ritornando...forse avete ragione e non morirete stanotte - e si voltò, deciso a nascondersi per poi allontanarsi una volta portata la donna altrove, probabilmente in un luogo più adatto alle sue cure.

- E...voi?-
- Non ha importanza...-
- Avete...bisogno di...aiuto... -
- Nessuno può aiutarmi-
- Allora siamo...uguali...-
Lei raccolse con tutte le sue forze, tentando di sollevare il capo, senza riuscirvi.

- A-avvicinatevi- ansimò infine, l'odore dell'incenso la stordiva e la teveva lucida al tempo stesso, e con uno sforzo supremo tese il braccio destro verso l'alto.
Lui si bloccò, atterrito dalla prospettiva di mostrare il proprio volto, nonostante sapesse di essere appena visibile in quella fioca oscurità.
Se lei avesse visto, cosa avrebbe pensato, come avrebbe reagito all'orrore della visione?
Si sarebbe scagliata con supremo terrore e ritrovando le forze per alzarsi e morire a pochi passi da lui; avrebbe gridato il suo disprezzo per il figlio del diavolo e avrebbe cancellato con un gesto quei brevi momenti in cui l'ombra del fantasma aveva aveva avuto la sensazione di parlare senza essere odiato, senza venire schernito, senza provocare timore e terrore...
Per qualche breve attimo, seppur nascosto, seppur nel buio del mondo e lontano dalla luce, egli aveva parlato e aveva udito come un uomo, solo un uomo e come tale era stato trattato da quella donna, che non doveva vederlo, non doveva conoscere la sua anima tradita dal suo sguardo.

- Non credo sia quello che desiderate davvero, mademoiselle...-
- Se è così...allora...per me... rimarrete sempre solo... una voce nell'oscurità...-
Il fantasma chinò il capo, socchiudendo i propri bellissimi occhi verdi e in quel momento lucenti e ricchi di riflessi come le gocce di rugiada sulle foglie abbracciate dal sole freddo di un mattino d'inverno.

Una voce nell'oscurità...

- Lo sono stato per molto tempo, mademoiselle. Probabilmente lo sarò ancora...forse per sempre...-

La testa di lei ricadde nuovamente al suolo, il braccio perdere totalmente sensibilità, e comprese che non sarebbe riuscita a muoversi definitivamente.

****

- Dolce...bellissima voce...posso chiedervi di rivelarmi...almeno il vostro...nome?- sussurrò dopo qualche istante, non un battito di ciglio o altro, solo il lento ed unisono battere dei loro cuori e il fluire rapido del pensiero smarrito tra le venature del marmo lucido che rifletteva la loro immobilità.

Erik...

Nella sua mente il proprio nome risuonò mille volte, e mille volte aveva pensato di dirlo, e altrettante quelle poche lettere si erano soffermate sul palato, spingendosi sulle labbra e poi venire inghiottite da un rigurgito di amarezza.

Non voleva che sulle labbra di quella creatura, il proprio nome fosse legato all'ultimo afflato di vita calda e calorosa.
Quel nome l'avrebbe maledetta: presentandosi ai cancelli del paradiso quel fagotto sarebbe stato rifiutato se preceduta da tale passaporto, e nell'inferno, dove chiunque era ben accetto, quella minuta figura avrebbe gridato quell'appellativo gelando le lande imfiammate, regno del padre traditore.

- Il mio nome non è più importante della mio volto, mademoiselle...ma se li rivelassi a voi...entrambi perderemmo noi stessi-

La ragazza sospirò, rassegnata eppure comprensiva.
Ella stessa custodiva dei segreti...e se non era necessario il contrario, aveva sempre permesso agli altri di mantenere i loro.
Che fosse, dunque...che rimanesse presenza evanescente, quel simulacro di carne e sangue che avvolto dalle tenebre la teneva sveglia, evitandole di precipitare nel sonno che le spalancava innanzi i cancelli dell'oscuro regno.

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