Sto pubblicando questa ficcy anche in un altro sito e mi sembrava adatta a questo forum^^ La storia di base è quella del film, ma non ho mai sopportato Lady Claire e mi è venuto naturale scrivere una ficcy in cui... c'è qualcosa di diverso^^ Ho cambiato anche altre cose, soprattutto nelle storie personali dei personaggi, e ho dovuto sacrificare Stern, o meglio, farlo... diventare una donna^^
La vie pour CastelgardPrologo -Tutto bene?- domandò Jason, coprendo Jane con un asciugamano mentre la aiutava a scendere gli scalini di ferro.
-Non so. Credo sia ora di fare quelle analisi.- rispose Jane, poggiandosi a lui per evitare di cadere: si sentiva la testa pesante e il cuore irregolare.
-Già, credo sia il caso.- annuì Jason –Com’è la situazione laggiù? L’hai trovato?-
-L’ho visto. Ma il tempo stava per scadere.- sbottò Jane.
-Quindi è vero. Merda… beh, comunque, torna domani per le analisi: non voglio che ti ritrovi nella sua stessa condizione.-
*-*
-Sei ancora qui? Credevo saresti scomparso questa notte.- disse Andrè prendendo la mira e scagliando la freccia mancando il cerchio rosso di qualche millimetro.
-Stai perdendo la mano.- lo prese in giro Chris scendendo dalla sua moto. Andò verso l’amico, prese una spada dal fodero e si mise a provare alcune delle mosse che Erik gli aveva insegnato.
-L’età ha effetto anche su di me, pare. Lascia quella spada, prima di tranciarti qualcosa che prima o poi potrebbe servirti, e spiegami come mai sei ancora qui: non è mai successo che ti fermassi per più di una settimana, e ora sei qui da quasi un mese. Cos’è successo?-
-Lo sai.- rispose Chris riponendo la spada –Kate.-
-Oh, ovvio.- scosse la testa Andrè –Com’è andata ieri sera? Sei riuscito a parlarle?- domandò incoccando un’altra freccia.
-No. Aveva trovato una scala, o chissà che altro.- ammise Chris facendo scoppiare a ridere Andrè –Messo da parte per delle rovine di seicento anni fa… non ti senti come se stessi con tuo fratello quando sei con lei?-
-Con mio fratello, o con te… Tu, Kate e John siete assolutamente incredibili. Non capisco come fa Miley a sopportarvi tutto l’anno.-
-Beh, è innamorata di John, così si è pian piano adattata a vivere nel passato.-
-Ecco, hai detto proprio la frase giusta. Voi vivete nel passato, ma così facendo vi perdete il presente e il futuro.-
-Oh, andiamo, cos’è il futuro?- sbottò Andrè tendendo l’arco –Un gruppo di gente che non si considera, che si odia, che vive sempre più isolata… nel passato c’erano dei valori, l’onore, e…-
-Si, si, la spada al re, il cuore alla dama, l’onore a me e tutte quelle altre stupidaggini eroico-romantiche…-
-Romantiche? Vuoi vedere qualcosa di romantico? Avanti, vieni con me, e poi vediamo se non mi dai ragione.-
Scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, Chris seguì l’amico, che lo guidò verso uno dei siti che componevano l’immenso scavo di Castelgard, tutto composto attorno al sito portante della fortezza di LaRoque. Quello a cui erano diretti era a poca distanza dallo spazio in cui Andrè si allenava in tiro con l’arco, scherma medievale, arti marziali, equitazione e tutte quelle altre attività che riteneva necessarie. Era una specie di cappella, come una tomba di famiglia.
Non appena vi entrarono, Chris vide Kate intenta a lavorare su una specie di enorme masso.
-Ehi, avevi ragione, questo posto è molto romantico.- affermò Chris, lo sguardo fisso sulla ragazza.
-Non ti ho portato qui per vedere lei, razza di pervertito.- rise Andrè e, quando furono abbastanza vicini, indicò il masso su cui Kate stava lavorando che, Chris capì in quel momento, era un sarcofago scolpito nella pietra –Ma per vedere questo. Guarda… un cavaliere, con sua moglie accanto, uniti oltre la morte…- spiegò indicando le due figure scolpite sul pesante coperchio.
-Guarda, si tengono per mano.- intervenne Kate, che stava lavorando per portare alla luce la parte inferiore, ancora coperta dalla roccia –Piuttosto insolito per l’epoca.-
-Guardali… lei non è bellissima?- domandò Andrè.
-Oh, si, Miss Medioevo. Andrè, ma come fai a dirlo?- lo prese in giro Chris.
-E guarda qui…- continuò l’archeologo senza dar retta a Chris –A lui manca un orecchio. Magari l’ha perso in battaglia, o…-
-Ma che battaglia, sarà qui da qualche parte, si sarà staccato.-
-Ehi, qui l’archeologo sono io! E ti dico che è stato scolpito così!-
-Kelsie ha datato i campioni.- annunciò Kate –La tomba dev’essere all’incirca del 1380. La cappella dev’essere stata costruita nel periodo della distruzione di LaRoque.-
-Beh, avevi ragione, Andrè. In effetti, la storia di questi due potrebbe essere interessante.- ammise Chris.
-Attento, inizi a frequentare troppo Andrè… potresti ritrovarti a seguire le orme di tuo fratello.-
-Io archeologo insieme a voi e John? Sarebbe un quadretto molto carino, ma non credo di essere interessato all’archeologia. Preferisco pensare al futuro.- rispose Chris guardandola intensamente, tanto da farla arrossire.
-Bene, ora andiamo, eh? Ti lasciamo lavorare.- disse Andrè interrompendo lo sguardo di Chris.
-A dopo.-
I due uomini si allontanarono e tornarono al sito di LaRoque.
Raggiunsero John che, sotto un grande gazebo di tela, spiegava la storia di Castelgard e di LaRoque ad un gruppo di turisti, con l’ausilio di un modellino.
-Gli inglesi erano in netto vantaggio: le armate francesi stavano per battere in ritirata. Ma all’improvviso Lord Oliver, volendo umiliare gli avversari francesi, prese Lady Claire, la sorella di Arnaut, e la fece impiccare qui, dalla torre nord, dove tutto l’esercito francese poteva vederla. Ma questo, anziché scoraggiare ulteriormente l’esercito francese, diede loro una scarica di rabbia. Con eroico furore, i francesi si scagliarono su LaRoque, che cadde in una sola notte. Così l’esercito inglese venne sconfitto per la morte di una singola donna.- al termine del suo discorso, John vide Chris ed Andrè, dunque si rivolse ai turisti e disse –Il mio assistente, Andrè, vi porterà a visitare alcuni degli scavi.-
Mentre Andrè si occupava dei turisti, John andò da Chris e si salutarono con una pacca sulla spalla.
-Anche se so che la tua presenza qui non è dovuta alla comparsa di un improvviso amore per l’archeologia, sono contento che rimani così tanto. Credi di poter resistere ancora due o tre giorni?-
-Rimarrò finché non inizierò a subire le conseguenze negative dell’influenza di Andrè… quindi, se inizierò a dire “ai miei tempi” riverendomi al 1300, significa che sto per andarmene.-
John scoppiò a ridere –Bene. Direi che non sei ancora a questi livelli… il fatto è che devo partire per qualche giorno e vorrei trovarti al mio ritorno, così posso salutarti prima di vederti sparire per altri sei mesi.-
-Dove vai?-
-Beh… a te posso dirlo.- decise John abbassando il tono di voce –Vado alla ITC.-
-Vuoi convincerli ad aumentare i finanziamenti?-
-Beh, non sarebbe male, ma il motivo principale è che ci sono alcune cose che non capisco.- disse prendendo gli occhiali e inforcandoli per leggere una relazione che Kelsie gli aveva lasciato su un tavolino –Per esempio, mi piacerebbe capire come fa Doniger ad avere tutte queste informazioni su Castelgard… come fa a sapere sempre dove dobbiamo scavare?-
-Fortuna?- propose Chris.
-No. Nessuno ha così tanta fortuna… voglio vederci chiaro.-
-Beh, vedici chiaro, e al tuo ritorno mi troverai ancora qui ad aspettarti, promesso. Miley viene con te?-
-No, resta qui… Bene, allora, potresti farmi un favore? Vai da Martha, dovrebbe aver analizzato un documento… consegna il referto ad Andrè, e nel frattempo mandami Francoise, c’è un gruppo di turisti francesi e mi serve che traduca.-
Strani ritrovamenti Durante l’assenza di John fu Andrè a prendere in mano le redini degli scavi.
Aveva sempre avuto una certa attitudine al comando, fin da bambino, per via della sua innata testardaggine, tuttavia non aveva l’aspirazione di diventare capo: il suo lavoro, così come la sua vita, lo soddisfaceva così, completamente immerso nel suo elemento, ossia la storia medievale, senza doversi occupare troppo spesso di questioni legali o finanziarie.
Il primo giorno trascorse tranquillamente, tanto che nessuno tranne Kate e Martha dovette tornare a lavorare dopo cena: e anche loro lo fecero senza che fosse necessario, per propria volontà.
Il secondo giorno mentre Andrè, assistito da Chris, era impegnato a raccontare ad un gruppo di turisti la storia di LaRoque e di Lady Claire, il suono acuto e fastidioso dell’allarme risuonò a qualche sito di distanza da quello principale, dove si trovavano.
-Scusate, abbiamo un’emergenza.- disse ai turisti. Poi, lasciandoli lì a domandarsi cosa potesse significare in campo archeologico un’ “emergenza”, si allontanò seguito da Chris verso il punto da cui proveniva il suono dell’allarme.
-Che succede?- domandò Chris a Francoise quando lo raggiunsero sul posto, dove una decina di laureandi diretti dai laureati erano già al lavoro.
-Una frana ha aperto un passaggio per una grotta sotterranea.- disse Francoise col suo marcato accento francese.
Immediatamente anche Kate fu sul posto, e con lei arrivarono Martha e Kelsie, che trasportavano due elmetti e delle torce.
Andrè e Kate si infilarono gli elmetti e le imbracature, alle quali agganciarono una corda. Francoise nel frattempo aveva portate due carrucole, a cui vennero agganciate le corde mentre Kelsie faceva febbrilmente il punto della situazione –Da ora legalmente avete dieci minuti per controllare che il sito non sia stato inquinato. Ricordate di tenere bassa la voce, di muovervi con cautela, di non lasciare nulla nella caverna e di…-
-Si, si, lo sappiamo.- la interruppe Kate –Scendo io per prima.-
-Fai attenzione.- le raccomandò Chris mentre l’aiutava a sistemarsi in modo da poter scivolare comodamente nella cavità che la frana aveva formato.
-Tranquillo.- sorrise lei, poi si calò decisa nella caverna sotterranea, subito seguita da Andrè.
Scivolarono lentamente nell’ambiente buio e umido, dall’aria pesante. Le loro torce illuminarono le pareti di pietra, rivelando un luogo irreale ma bellissimo che poteva essere una chiesetta o una cappella.
-Dio Andrè, ti rendi conto? Siamo i primi ad entrare qui dentro da… da qualcosa come seicento anni!- esclamò Kate emozionata.
-Oh Dio… guarda!- esclamò Andrè con entusiasmo, correndo verso un angolo ed inginocchiandosi, dimentico dell’avvertimento di Kelsie di muoversi con cautela. Come diretta conseguenza, zolle di terra e sassolini crollarono dal soffitto.
-Vuoi farci finire sepolti vivi?- lo rimproverò Kate.
-Non essere così pessimista e guarda qui: tela cerata! E dentro ci sono delle pergamene!-
-Oddio…- esalò Kate prendendo un sacchetto sterile e porgendolo velocemente ad Andrè –Non possiamo aprirle ora, mettile qui… fantastico…- commentò, poi riprese a guardarsi attorno –Guarda lì!- esclamò vedendo un affresco raffigurante la Vergine Maria, rovinato da una causa senza dubbio non naturale: sembrava fosse stato preso a sprangate –Quale… quale schifoso figlio di puttana può aver fatto una cosa del genere? Rovinare di proposito un affresco così…-
Immediatamente, un tonfo sordo li fece sobbalzare, ed entrambi si voltarono di scatto verso l’apertura da cui erano entrati: stava crollando.
-Merda! Andiamo!-
Corsero alle corde, da cui si erano sganciati per muoversi più liberamente. Uno scintillio a terra, in un angolo, attirò l’attenzione di Andrè.
-Cristo…- imprecò. Lasciò la corda e corse verso il punto che aveva avvistato, per poi afferrare l’oggetto che aveva attirato la sua attenzione.
-Andrè, che fai? Sbrigati!- chiamò Kate, che era già stata tirata su e stava per uscire.
L’uomo si infilò in tasca l’oggetto senza nemmeno guardarlo e corse alla sua corda –Tirate!- esclamò agganciandosi, e in breve si trovò fuori, accanto a Taylor.
La situazione si calmò dopo pochi minuti, ed Andrè si spostò un po’ dalla folla per guardare cos’era l’oggetto trovato.
Lo tirò fuori dalla tasca e rimase paralizzato dalla sorpresa.
-Tu sei… sei pazzo!- sbottò Kate avvicinandosi ad Andrè assieme a Chris –Hai rischiato di finire…-
-Guarda.- la interruppe lui porgendole l’oggetto –Sai cos’è?-
-Direi… una lente. Una lente bifocale… non sapevo che portassi gli occhiali.-
-Non li porto. L’ho trovata nella caverna, è questa che sono tornato a prendere.- disse Andrè –Le lenti bifocali sono state inventate nella seconda metà del XVII secolo. Ne avevi una nello zaino? Magari hai dimenticato una tasca aperta o…-
-Mi stai accusando di aver inquinato il sito?- domandò Kate incredula.
-No, no! Voglio solo capire com’è possibile che ci fosse una lente del diciassettesimo secolo in un monastero crollato nel 1357!-
-Potresti averla persa tu! Io non avevo con me nulla del genere!-
-Non ti sto accusando di nulla, Taylor! Un errore può capitare, ho controllato anche il mio zaino, ma non c’erano tasche aperte.-
-Ok, ok, scusa… potremmo farla esaminare da Kelsie. Intanto, dovremmo dare a Martha i documenti per essere certi che siano originali, così poi li puoi tradurre.-
Così fecero: se la lente si fosse dimostrata nuova, era assai probabile che i fondi subissero un serio calo, ma non potevano correre rischi.
Quella sera Andrè, Chris e Kate andarono a cena con Miley in un locale che la ragazza aveva scoperto pochi giorni prima, non molto lontano dal sito. Riuscirono ad ordinare delle birre e il primo, ma ebbero a malapena il tempo di assaggiarli che la ricetrasmittente di Andrè emise un suono prolungato.
-Che succede? Passo.-
-Andrè, sono Martha. Dovreste tornare immediatamente. Passo.-
-Perché, cos’è successo? Passo.-
-No, venite, dovete vedere. Ma sappiate che se è uno scherzo non lo trovo affatto divertente. Passo e chiudo.-
-Qualcuno di voi ha fatto uno scherzo a Martha?- domandò Andrè un po’ stranito. Tutti scossero il capo –Beh, meglio andare a vedere.-
Pagarono e uscirono, guardando con desiderio i piatti ancora pieni che erano stati costretti ad abbandonare. Miley andò con loro, poiché si era già stufata di stare da sola, ora che John se n’era andato, e raggiunsero il casale in cui avevano sistemato i laboratori in meno di mezz’ora. Entrarono nel laboratorio di Martha, ed insieme a lei trovarono Kelsie.
-Che succede?- domandò immediatamente Kate.
-Beh, inizio io.- decise Kelsie –Ho esaminato la lente che avete trovato. Ecco, guardate le immagini…- passò ai tre alcune diapositive che rappresentavano particolari della lente ingranditi –Vedete quelle macchie bianche? Sono colonie di batteri. Ce n’erano abbastanza per una datazione, così l’ho eseguita. Pare che risalgano ad un periodo compreso tra il 1300 e il 1400, all’incirca.-
I cuori di Andrè e Kate persero un battito –Questa è… una scoperta sconvolgente! Significa che le lenti bifocali sono state inventate secoli prima di ciò che si pensa!- esclamò Kate emozionata.
-Ecco gli occhiali.- esclamò Francoise entrando nel laboratorio con in mano un paio di occhiali che Chris riconobbe immediatamente –Sono gli occhiali di riserva di John, a che ti servono?-
-Per rispondere a questa domanda, dovete sapere cos’ho scoperto io. Ho esaminato le pergamene una alla volta, come faccio sempre.- iniziò a raccontare Martha –Le ho tradotte e fotografate, ecco le immagini…- ciccando su un tasto del computer, fece comparire sullo schermo le fotografie dei documenti –Ho datato la pergamena e l’inchiostro usato: entrambi risalgono al 1357, con un errore massimo di 48 anni, in più o in meno.-
Tutti annuirono, senza capire quale fosse il problema.
-Poi, ho notato questo.- pigiando una breve sequenza di tasti, Martha ingrandì una parte della pergamena centrale.
Immediatamente, tutti ammutolirono leggendo la scritta che era comparsa sullo schermo.
Aiutatemi.
John Carter, 04-07-1357
La ITC -Aspetta… non capisco.- balbettò Miley, confusa –Questa è… cos’è?-
-Un ingrandimento di una parte della seconda pergamena. Con la firma di John. Ho fatto un confronto, è proprio la sua. E anche per questa scritta, i risultati dell’esame dell’inchiostro sono gli stessi. È inchiostro antico, non c’è alcun dubbio, e anche la composizione è quella del 1300, ho fatto una cromatografia.-
-Beh è… è ovvio che è uno scherzo, uno scherzo di mio fratello…- balbettò Chris.
-Non dire idiozie.- sbottò Andrè –John non rischierebbe di inquinare un sito così importante per uno stupido scherzo…-
-E come se non bastasse…- intervenne Kelsie sollevando da una parte la lente trovata nella chiesa sotterranea e dall’altra gli occhiali di John che Francoise aveva portato –Guardate: la lente che avete trovato è identica a quelle di John.-
Si mobilitarono in pochi secondi: nessuno sapeva esattamente cosa stavano cercando, ma avrebbero fatto di tutto per trovare il professore.
Chris passò gran parte del pomeriggio cercando di chiamare John, alternandosi con Miley. Come suo solito, la donna cercava di mostrare il meno possibile la sua fragilità, ma tutti percepivano la sua preoccupazione. Andrè e Kate, nel frattempo, esaminarono tutti i siti, uno ad uno, muro dopo muro, cercando possibili altre entrate alla chiesa sotterranea ormai sepolta.
A metà pomeriggio, nessuno aveva ancora trovato ciò che stava cercando. Francoise, verso le cinque, entrò nel sito in cui Andrè e Kate stavano cercando, agitando un cellulare.
-Andrè! Finalmente… C’est ITC, pur toi…-
-L’ITC? Cercano me?- domandò Andrè balzando in piedi e afferrando il cellulare –Pronto, sono Andrè Marek.-
-Signor Marek… Andrè, posso chiamarla Andrè? Sono il signor Doniger, il vostro…-
-Finanziatore… salve, signor Doniger… senta, il professor Carter è lì da voi, vero?-
-Lo era.- rispose Doniger. Dal tono, Andrè non potè non sospettare qualcosa di strano –E sta bene? Perché, signor Doniger, le sembrerà strano, ma abbiamo trovato una lente e una scritta in un sito che…-
-No, Andrè, non parlatene al telefono. Vi stiamo mandando un elicottero: abbiamo bisogno che lei e i suoi uomini migliori, mi raccomando non più di sei o sette, siate qui al più presto.-
-Il professor Carter sta…-
-Non parliamone al telefono, le ho detto. Vi spiegherò tutto quando arriverete.- lo interruppe Doniger bruscamente, poi appese senza aspettare risposta.
Andrè, Kate, Francoise, Chris, Martha, Kelsie e Miley vennero scortati a bordo di un modernissimo elicottero alle sei di sera precise. Il viaggio durò quattro ore. All’atterraggio li accolse un ragazzo che doveva avere ventisei, ventisette anni, dai capelli neri –Salve. Sono Jason Fox, il vicepresidente della ITC.-
Immediatamente Chad domandò –Signor Fox…-
-Chiamatemi Jason.-
-Bene, Jason… che sta succedendo? Dov’è mio fratello?-
-Ecco, quando John è arrivato qui da noi, voleva delle risposte. Così, gli abbiamo spiegato la tecnologia che stiamo sviluppando… a grandi linee, ovviamente, è una tecnologia piuttosto complicata…- entrarono nel grande edificio della ITC, in un’enorme stanza. Tutti ammirarono il macchinario su cui decine di uomini stavano lavorando: era una grande piattaforma, circondata da specchi e da una canalina d’acqua. Tutt’attorno, collegati alla piattaforma con numerosi cavi, una ventina di bobine.
-Cos’è questa?-
-Bene, è arrivato il momento di spiegarvi tutto.- annuì Jason –Da anni la ITC sta lavorando ad un progetto destinato a velocizzare le spedizioni: si tratta di un macchinario in grado di… beh, parlando in termini semplici, di spostare un oggetto da un luogo all’altro… anche da uno stato all’altro, impiegandoci pochi secondi.-
Il gruppo ammutolì.
-Avete inventato un teletrasporto?- domandò Kelsie con un filo di voce.
-Diciamo così.- annuì Jason.
-Ma… ma non è possibile. Non si può spedire un oggetto da… da un luogo all’altro…-
-Come non si può far passare un foglio attraverso un filo. Eppure inviamo i fax.- disse una voce dietro di loro. Tutti si voltarono e si trovarono davanti un uomo alto, dai capelli chiari –Robert Doniger, piacere.-
-Signor Doniger…- riprese Kelsie –Il vostro vice ci stava spiegando… che avete trovato il modo di inviare oggetti…-
-Già. Purtroppo abbiamo avuto un contrattempo: gli oggetti non arrivavano da nessuna parte.-
-Venivano… disintegrati?-
-No. Ricomparivano dopo quarantotto ore.-
-Ma… e nel frattempo? Dov’erano?- domandò Miley.
-Per scoprirlo, abbiamo spedito una macchina fotografica con l’autoscatto inserito.- disse Jason –Per un po’ abbiamo ricevuto solo fotografie di un bosco… poi, il signor Doniger ha avuto l’idea di puntare la macchina vero l’alto: con delle fotografie del cielo notturno abbiamo potuto fare un confronto con le costellazioni e ci siamo resi conto di una cosa stupefacente: non solo la macchina fotografica era finita nel luogo sbagliato… ma anche nel tempo sbagliato. Precisamente, a Castelgard, nel 1357.-
Tutti erano senza fiato, incerti se crederci o meno.
-Dunque…- balbettò Chris quando si riprese –Avete mandato gli occhiali di mio fratello e quel documento indietro nel tempo?-
-No.- scosse la testa Jason –Suo fratello è stato mandato in dietro nel tempo. Per sua decisione, è ovvio.-
-E ora… ora dov’è?- domandò Miley con voce tremante.
-Ecco… c’è stato un problema e… e non è riuscito a tornare in tempo. Proprio per questo…- si affrettò ad aggiungere Doniger capendo che Chris era pronto a scagliarglisi contro –Vi abbiamo convocati. Con alcuni dei miei uomini, voi potrete confondervi alla perfezione tra la gente, e ritrovare il professor Carter.-
-No, aspettate, aspettate.- li interruppe Kelsie –Non capisco. Com’è possibile? Non si può spedire la gente in un altro mondo, in un altro tempo…-
-Non abbiamo già parlato prima dei fax, signorina Kelsie?-
-Certo, ma nei fax il documento viene scomposto in migliaia di particelle infinitesimali e…- si interruppe, comprendendo tutto all’improvviso –Oh mio Dio… Mi state dicendo che… Non potete averlo fatto davvero.-
-Invece, l’abbiamo fatto.- annunciò Doniger –Mi piacerebbe stare qui a parlare, ma il professore è nel medioevo da 48 ore ormai, e sarebbe opportuno muoverci. Più tempo passa, minori sono le possibilità di ritrovarlo.-
-Ha ragione…- annuì Andrè.
-Bene… tre miei militari, Bennett, Baretto e Gomez, vi accompagneranno. Ah, eccoli.-
Le presentazioni furono rapide e marziali. Baretto e Gomez erano simili tra loro, i tipici soldati, bassi, tarchiati, con l’aria dura e un po’ tonta.
Bennett era ovviamente il capo, una specie di generale probabilmente. Intelligente, pronto a tutto, fisico allenato.
-Andiamo tutti?- domandò Andrè: se avesse saputo che tipo di missione li attendeva, avrebbe portato qualcun altro… forse, l’unica persona che avrebbe scelto tra quelli che erano con lui sarebbe stata Kate.
-No.- disse Bennett squadrandoli uno ad uno –Andrè, tu mi servi, conosci la zona, e…-
-Nessuno conosce la zona meglio di me.- ribattè prontamente Kate –Io vengo.- annunciò, anche se uno strano tremore aveva iniziato a prendere il sopravvento.
-Anche io.- affermò Chris in un impeto di coraggio: non avrebbe mai lasciato che Kate partisse senza di lui –Ma… come faremo a comunicare? Parlano un’altra lingua.-
-Io conosco l’occitano e il francese medio.- disse Andrè –E Joaquin può aiutarci con il francese elevato.-
Tutti si voltarono verso Francoise. Non aveva ancora detto nulla sulla sua presenza nella missione.
-Non devi sentirti obbligato.- disse Martha, con la quale Francoise aveva una storia da tre mesi, con le lacrime agli occhi.
-No, io vengo.- annuì Francoise, deciso –John l’avrebbe fatto per me, io lo farò per lui.-
-Beh… è ovvio che vengo anche io…- mormorò Miley.
-No.- affermò Chris in tono deciso.
-Non dire assurdità.- ringhiò Miley –Mio marito è nel medioevo, e…-
-E mi ucciderebbe se ti lasciassi affrontare un pericolo del genere.- concluse Chris –Miley, per favore… fallo per lui.- tra tutti, aveva scelto l’unico argomento a cui Miley avrebbe ceduto. La donna, pur fremente di rabbia, annuì.
-Bene.- sorrise Bennett –Bene… allora partirete voi quattro con noi. Signorina Kate, i nostri spogliatoi sono unici, ma potete cambiarvi in bagno… Baretto, portale un abito. Voi venite con me.-
Li condusse in uno spogliatoio dove furono riforniti di abiti adeguati all’epoca. Andrè si sfilò la maglia e in quel momento la porta dello spogliatoio si spalancò.
-Scusate il ritardo.- disse la ragazza che era entrata. Si slegò i capelli, castani e ricci, e afferrò un abito bianco un po’ sporco.
-Che diavolo fai Jane?- domandò Jason lanciando un’occhiataccia alla ragazza.
-Mi cambio. Non posso venire in jeans, ti pare?- rispose la ragazza mettendo a tacere Jason con un’occhiata decisa.
-Bene, una persona in più non può far male…- esclamò Bennett –Signori, vi presento Jane LaVille.-
La ragazza si sfilò la canotta e, prima di fare lo stesso coi jeans, rivolse ai tre un cenno di saluto.
Tornò Baretto e la conversazione, interrotta dall’entrata di Jane, riprese quasi normalmente. Jason ne approfittò per avvicinarsi a Jane –Cosa pensi di dimostrare?- domandò sottovoce, ma Andrè, piegato lì accanto alla ricerca di un paio di stivali della sua misura, sentì comunque e tese le orecchie.
-Di accompagnarli.- rispose Jane in tono neutrale.
-Non so quali siano le tue intenzioni, ma…-
-Niente ma. Ho deciso Jason. Smettila di cercare di fermarmi.- disse Jane, poi si voltò di scatto -Scusa, mi sfuggono i vostri nomi.- disse, prima ancora di vedere chi aveva davanti.
-Io sono Andrè.- rispose l’uomo –Quello è Francoise, mentre lui è Chris.-
Jane studiò Andrè e rise tra sé: muscoloso, col fisico allenato… si sarebbe confuso tranquillamente con uno degli uomini di Bennett: una specie di moderno Rambo. Come poteva Doniger aspettarsi che quel genere di persone, palestrati montati e di certo fissati con mitra e pistole, fossero di qualche aiuto nel 1350? Ma al momento l’importante era tenersi occupata per non dover parlare con Jason, perciò rimase voltata verso quell’Andrè, sfilandosi i jeans e infilandosi poi l’abito –Puoi aiutarmi ad allacciarlo?- domandò poi dandogli la schiena e tirandosi su i capelli. Andrè allacciò i lacci, incrociandoli, domandandosi intanto perché mai avrebbero dovuto portarsi dietro quella ragazza. Doveva avere, giudicò, più o meno l’età di Kate, ma non lo convinceva affatto, in particolare dopo aver ascoltato la conversazione tra lei e Jason: decise immediatamente che l’avrebbe tenuta d’occhio.
Appena ebbe finito di aiutarla con l’abito prese una camicia di cotone e se la infilò. Poi prese il farsetto.
-Quello và messo…- fece per spiegargli Jason, ma Andrè lo interruppe –Lo so, grazie. Francoise sembra un po’ in difficoltà, però…-
Jason annuì, incerto se allontanarsi o meno. Decise, infine, di fare un ultimo tentativo con Jane –Ascolta, lo sai che...-
-Jason, davvero, basta.- lo interruppe Jane indossando un mantello marrone con cappuccio.
Jason strinse gli occhi a due fessure, al colmo dell’ira –Bene. Bene, fai quello che vuoi. Sei la persona più… più testarda, e idiota che io conosca.- affermò, allontanandosi per andare ad aiutare Joaquin.
Jane scosse la testa –Hai bisogno per la calzamaglia?- domandò ad Andrè, che scosse la testa e prese a legarla con maestria ai fori del farsetto.
-Se siete pronti, possiamo andare.- esclamò Bennett quando tutti furono vestiti.