Ecco il secondo capitolo!! Spero vi piacciaa^^ Grazie a tutte per aver letto
Maleficent Intoxication.Stretta nel suo soprabito nero, Mina assisteva al funerale di sua madre, gli
occhialoni neri che aveva messo, purtroppo potevano arginare fino ad un certo punto il suo dolore, espresso attraverso quelle lacrime che versava ancora, si sentiva in colpa, l’ultima volta che si erano parlate lei e Mary, avevano litigato come loro solito, e le aveva rinfacciato di non essere una buona madre; ora continuava a mordersi la lingua, maledicendosi, non avrebbe mai voluto dirglielo, era solo inutile rabbia, perché non mollava un maledetto secondo quel suo dannato lavoro, tirò nuovamente su col naso. Ora non avrebbe più potuto litigare con lei su nulla, un incidente d’auto se l’era portata via per sempre. Avvertì la stretta di suo padre attorno a lei, e lo vide passarle il proprio fazzoletto, sembrava indifferente a tutto quello, ma in realtà sapeva bene che in un piccolo angolino del suo cuore, aveva coltivato segretamente la speranza di loro due nuovamente insieme, tutti e tre, speranza che ora vedeva inesorabilmente svanire. Si aggrappò nuovamente a lui, nascondendo le sue lacrime in quella stretta, quando la bara fu fatta sprofondare nei meandri della terra, e ricoperta dal terriccio, padre e figlia rimasero lì, ad accettare le condoglianze dei propri congiunti, ed amici. Mina come una bambina non riusciva lasciare la mano di Simon, cercando in lui un sostegno.
<< Papà..credi che lo..sapeva.. sì insomma - si sfilò gli occhiali asciugandosi gli occhi rossi - ..che nonostante tutto,..io le volevo bene?>>.
<< L’ha sempre saputo... - rispose suo padre stringendole la mano più forte -..ed anche lei te ne voleva...da quando sei venuta al mondo >> finì di dire per poi lasciarle un bacio tra i capelli.
Una volta giunta a casa, a Mina sembrò una decina di volte più grande e più silenziosa di quanto ricordasse in realtà, avrebbe dovuto preparare la sua roba e tra qualche ora suo padre sarebbe passato a prenderla, per portarla a stare da lui. Il pianto sembrava essersi calmato, salì al piano di sopra pronta a fare le proprie valigie quando, indecisa se entrare o meno nella sua stanza, sviò verso la camera da letto di sua madre. Sapeva che era andata via per sempre, ma riusciva a sentirla ancora accanto a lei, si avvicinò al suo comodino, osservando quei braccialetti e quell’anello che non avrebbe più messo, fu allora che si accorse dell’incisione all’interno:
I love you, my dear S.Decise che l’avrebbe consegnato a suo padre, a quanto sembrava nemmeno lei
l’aveva mai realmente dimenticato, sebbene c’erano stati cinque anni di divorzio dovuti a, come aveva detto Mary,
difficoltà insormontabili. Aprì l’armadio bianco dinnanzi al letto e cominciò a svuotarlo, era inutile ormai tenerlo pieno, strappò tutte le maglie ed i pantaloni dalle grucce tentando di tenere a bada i singhiozzi, finché non urtò uno scatolone che rovinò ai suoi piedi, pieno di fotografie che si sparpagliarono in terra. Le sfogliò una per una, il suo primo compleanno, il suo primo giorno di scuola...momenti in cui sua madre c’era ancora, e quando erano ancora una famiglia. Fece per raccogliere tutto il
gruppetto di foto, e si rese conto che c’era qualcosa, sotto tutto quella roba, mise da parte quelle immagini del suo passato nella scatola, e l’unica cosa che rimase era una specie di diario, consunto dal tempo. Passò un dito sulla fodera della copertina di ruvida tela, per poi aprirlo, le pagine erano ingiallite e nessun nome che indicasse a chi appartenesse, la calligrafia era ampia ed elegante, non assomigliava a quella di Mary.
“Il vampiro è una figura mostruosa presente, sotto le più varie forme, nel
folklore di tutti i continenti. È, quasi sempre, un morto che per varie ragioni ritorna dalla tomba per tormentare e uccidere i vivi, molto spesso succhiando loro il sangue. La figura del vampiro ha subito molte modifiche nei secoli e solo recentemente ha acquisito un certo fascino sinistro che è stato tramandato dalla letteratura e dal cinema... ed io con lui..”“Cosa diavolo significa?” pensò Mina interdetta, da dove era saltato fuori quel manoscritto? E soprattutto di chi era? Perché era in possesso di sua madre?
Voltò pagina e ricominciò a leggere, col cuore in gola.
“Il vampiro si pensa viva in clan, che a loro volta fanno parte di varie
organizzazioni. Tutti per la maggior parte discendenti di Caino, che fu maledetto da Dio per aver ucciso Abele, oppure alcuni sono nati solo dopo aver offeso
mortalmente lo stesso Dio...uno di questi, il più celebre ed inarrestabile di tutta la stirpe, si è guadagnato il nomignolo di Principe delle Tenebre, rubato quasi a
Satana stesso, ed è lui il mio obiettivo, il suo nome è Dracula...”Mina scoppiò a ridere più per frustrazione che per qualcosa di davvero ironico, insomma cos’era quello un romanzo che suo madre sperava di pubblicare o cosa? E poi le veniva a fare tanto la predica su cosa leggeva! Mandò avanti le pagine ed un po’ prima della fine riconobbe la scrittura di Mary, ritornò a qualche pagina più indietro dove c’era ancora quella calligrafia svolazzante.
“Il patto di sangue involontariamente stipulato cento anni or sono, col mio
peggior nemico, e che mi mantiene ancora in vita finora, è tornato a chiedere la propria ricompensa, Dracula è di nuovo in vita, e tutto ciò per cui ha atteso finora era l’incontro con un suo pari, un anima non morta, ma nata in quest’epoca, col suo sangue che io come padre scellerato le ho trasmesso... la mia piccola Mary, mia figlia, non permetterò che lui ti tocchi, parola di quel cacciatore di vampiri, che sono stato e sempre sarò..Abraham Van Helsing..”Mina rimase incredula, ripensò alla probabile ipotesi che fossero solo le farneticazioni di sua madre, che riguardavano una storia inutile, perché se fosse stato diversamente avrebbe dovuto soltanto pensare che fosse diventata pazza, il troppo lavoro le aveva fatto fondere i neuroni, e questo spiegava tutto! Sua madre era una semplice antiquaria di un museo, non l’erede di un cacciatore di vampiri! Ma la domanda che insistentemente la tormentava era come poteva davvero esserne sicura? Quanto realmente conosceva sua madre? Forse la risposta era tra quelle pagine... fece un respiro profondo e continuò la propria lettura.
“Ora dovrò mandare avanti il lavoro di mio padre, sebbene Dracula non esista più, ci sono molte altre creature spaventose a questo mondo, e voglio renderlo migliore per quando la mia bambina verrà al mondo, non dovrà avere a che fare con la sua oscurità.. ci sarò io per proteggerla, assieme a suo padre..”Mina sentì la porta dell’ingresso richiudersi, suo padre era tornato a prenderla ed non aveva ancora combinato nulla, si alzò decisa a dissolvere ogni dubbio. Discese le scale e gli andò incontro quietamente con quel diario tra mani.
<< C’è un tempo orribile, ha ricominciato a piovere e come se non bastasse i lampi ed i tuoni sono continui...>> disse Simon per poi sfilarsi il giaccone nero e la cravatta come se fosse un pitone che gli attanagliava la gola.
<< Pà puoi spiegarmi cosa diavolo è questo? - lo interrogò Mina senza mezzi
termini - o devo credere che mia madre quando tornava da lavoro si fumava mezza bustina di marijuana, per rilassarsi, senza che io me ne accorgessi?>>.
Simon rimase senza parole, ed a bocca spalancata quando riconobbe il volume.
<< E questo dove l’hai preso?>> chiese lui.
<< Stavo facendo spazio nell’armadio della camera da letto, quando è caduto una scatola, c’erano delle foto e questo..>>.
<< Se hai avuto una reazione del genere è ovvio che l’hai letto..>>.
Mina annuì.
<< è vero quello che c’è scritto?>>.
<< E cosa c’è scritto? - domandò suo padre - io non lo so, tua madre non mi ha mai lasciato leggere i suoi appunti..>>.
<< è un diario, suo e di mio nonno..che qui dice che è..>>.
<< Abraham Van Helsing.. - rispose suo padre per lei - conoscevo il vecchio ed anche molto bene..>>.
<< Ma questo è impossibile! È una specie di leggenda lui, Dracula e la loro battaglia mortale!>> esclamò Mina spazientendosi.
<< Ogni leggenda ha un fondo di verità, - rispose Simon abbracciandola - mi sa che dovremmo fare proprio una bella chiacchierata io e te..>>.
Dopo qualche ora che parlavano, Simon aveva raccontato a sua figlia gli eventi che avevano preceduto la sua nascita, e la verità sul suo vero incontro con sua madre, non essendo avvenuto propriamente, su una spiaggia come le era sempre stato raccontato, ma bensì in mezzo ad un branco di vampiri scatenati, che cosa romantica! Le aveva confessato, anche il loro vero lavoro, occultato da quello fatto al museo, ovvero la caccia alle creature oscure di qualsiasi sorta, ed era per quello che Mary aveva perso la vita, la sera prima.
<< C’è qualcuno che imita Dracula e brama prenderne il posto, - spiegò Simon - ha istituito un proprio clan, di vampiri neonati efferati assassini, ne abbiamo uccisi alcuni ma...il loro capo si vendica uccidendone trenta in un giorno e subito li rende parte della sua schiera, questa volta è diverso non riusciamo a tenere a bada la situazione..>>.
<< Qual è il nome del capo branco?>> domandò Mina incuriosita.
<< Karsax, da quanto ne sappiamo è stato creato da Dracula.. che lo ha designato come suo erede..>>.
<< Sembra una puntata di
“Ai confini della realtà” - commentò ironica Mina con un sorrisetto - e sono stupita da come voi due mi avete tagliato fuori..>>.
<< Volevamo che crescessi come una ragazza normale tesoro!>>.
<< No! Voi non avete avuto fiducia in me! - replicò Mina infuriandosi - i legami del
sangue che porto dentro sono più complicati, insomma pensa non possono essere riconosciuti nemmeno con delle semplici analisi!>>.
<< E cosa avremmo dovuto fare? - ribatté aspramente Simon - farti diventare un soldatino contro i demoni sin dalla tenera età di undici anni?>>.
<< Almeno ora saprei cosa fare!>> aggiunse la ragazza inviperita spingendo via suo padre.
<< Cosa intendi dire?>> domandò l’uomo squadrandola.
<< Io non lascerò tutto incompiuto il lavoro di mio nonno, di mia madre! Io seguirò le loro orme e tu non potrai impedirmelo è scritto nel mio sangue! Quindi o sei con me o sei contro di me prendere o lasciare papà!>>.
<< Perché lo fai perché?>> disse il padre prendendola per le spalle e scuotendola con forza.
<< Perché ho motivo di credere che sia stato questo tizio a far fuori la mamma dico bene?>>.
Simon rimase stupito dalla perspicacia di sua figlia e come sua madre, quando Mina si metteva in testa di fare una cosa, era testarda ed andava fino in fondo.
Simon sospirò arrendendosi.
<< E cosa intendi fare?>>.
<< Far ritornare l’unico che possa davvero mettergli i bastoni tra le ruote..così
laveranno i loro panni sporchi in famiglia!>>.
<<
TU SEI COMPLETAMENTE PAZZA!>>.
<< Lo sai non sei il primo che me lo dice - rispose la ragazza - ma devi pur ammettere che è l’unico modo per fermare quel tizio..>>.
<< Dracula non è la soluzione!>>.
<< Sì che lo è, non permetterebbe mai di lasciarsi soffiare tutto quello che ha
costruito in tutti questi secoli, tutto il suo potere disgregato per favorire un altro! - finì di dire per poi recuperare fiato - c’è un modo per riportarlo dall’aldilà papà?>>.
Simon incapace di poter rispondere alcunché, si rese conto che il piano di sua
figlia era ottimo, ma il pensiero di rivedere quella brutta faccia di vampiro non lo
rallegrava affatto, soprattutto dopo l’ultima volta.
<< Sì esiste un modo..>> rispose suo malgrado.
Era l’una di notte quando entrambi si recarono al British Museum, e tramite un lasciapassare davvero speciale, raggiunsero quello che prima era l’ufficio di
Mary al terzo piano. Padre e figlia entrarono, e Mina rimase sorpresa dalle
innumerevoli chincaglierie al suo interno. C’era un quadro, una ristampa della celebre opera di
Jean Louis David: Il giuramento degli Orazi, che prendeva tutta una parete dello studio, e che Simon con attenzione spostò per mostrare una cassaforte, grossa quanto quelle all’interno di una banca, celata lì dietro.
<< Tua madre custodiva il corpo di Dracula, o meglio quello che rimane delle sue
spoglie..>>.
Mina poggiò una mano sulla porta metallica ed inghiottì la saliva rimastale in gola a causa della tensione.
<< Sai aprirla?>> suo padre annuì e mosse la manopola accanto ai numeri più volte per poi abbassarne la leva lì di fianco, e magicamente la porta si spalancò.
<< In questo modo abbiamo disattivato anche il sistema di sicurezza al suo
interno..>> sussurrò.
<< Che consiste in..?>> domandò la ragazza.
<< In asce, lance e cose di questo genere…>> spiegò suo padre.
<< Oh mammina! Chi me l’ha fatto fare..!>> disse Mary maledicendosi.
Si addentrarono nel cunicolo buio e illuminato da poche luci, finché una bara argentata non fu sotto i loro occhi.
<< Ci siamo.. - disse Simon - forse è meglio che lo faccia io al tuo posto..>> disse pronto ad avanzare ma Mina lo fermò.
<< No, ho io il sangue che cerca..>>.
Quindi si avvicinò tentennante, a cercarne l’apertura, che non riuscì a trovare finché non vide la croce sul coperchio e la girò in senso orario, fu allora che la parte superiore della bara scattò come una sorta di molla, lasciando intravedere il cadavere in putrefazione, in tutto il suo pessimo odore.
Sebbene tremasse dalla paura, Mina prese il proprio coltellino svizzero dal proprio stivale ed incise un taglio sulla propria mano, per poi far scendere verso il cadavere orribilmente carbonizzato, quel nettare, a poco a poco, goccia dopo goccia, poi ritirò la mano, ed attese.
<< Papà, non accade nulla..>>.
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole due occhi azzurri spettrali, privi di iride, si sbarrarono tornando alla vita. Mina finì per terra spaventata ad osservare quella scena incredibile.
Simon prese la pistola che aveva portato con se pronto a proteggere sua figlia, e la puntò contro il non morto, più vivo che mai. Dracula tornò alla vita, irrompendo in un ruggito come se fosse un animale, dettato dalla troppa fame. E fu allora che avvertì l’odore del sangue, che proveniva dalla mano della ragazza, uscì dalla sua bara puntando su di lei come un cane da caccia punta una volpe.
<< Non ti avvicinare!>> lo intimò Simon e fu allora che il vampiro lo riconobbe.
<< Avanti, spara - lo sfidò - così ucciderai anche lei..>> disse Dracula con voce cavernosa e si preparò a morderla sulla mano digrignando e denti e ruggendo
nuovamente.
<<
Papà!!>> urlò Mina in preda al terrore, senza riuscire a liberarsi dalla
morsa del vampiro.
Ma a pochi centimetri dalle vene del suo polso, Dracula si fermò, e la guardò come se non avesse visto nient’altro prima di lei.
<< Mina!>> urlò Simon e sparò un proiettile a vuoto.
<<
Mina..>> pronunciò Dracula quello stesso nome, quasi a non volerlo più dimenticare. Fu allora che malamente la lasciò andare e ed uscì dalla vetrata dello studiolo, incurante dell’altezza, era ora di andare a caccia e solo questo importava ora, del resto si sarebbe preoccupato poi.
To be continued..