Maleficent Intoxication., FF su Dracula..

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*Erik's Lover*
view post Posted on 9/10/2008, 22:04




Ecco a voi la mia ennesima pazziaa! Spero vi piaccia! :bacio:

Maleficent Intoxication.

Appoggiata mollemente sul solito sedile dell’autobus che la riportava a casa, Mina Sheppard ascoltava la musica del suo i-pod, che si alternava tra fragorosi assoli di chitarre elettriche e musica classica. Si guardò attorno, in quel bus stranamente mezzo vuoto, e decise di stendersi completamente anche sul sedile vicino, per stare più comoda. Guardò l’orologio, tra mezz’ora sarebbe arrivata a casa propria, ma per quanto odiasse quel solito tran tran, e preferisse innegabilmente stabilirsi a vivere nel suo college, aveva una madre a casa, ed un po’ le dispiaceva. Da quando aveva divorziato da suo padre Simon Sheppard, era cambiata, diventando una maniaca del lavoro, passando spesso più tempo al British Museum, di cui era responsabile, che a casa.
L’ironia della sorte per Mina era che sua madre voleva trovarla sempre lì, in caso tornasse presto per passare del tempo con lei. Pioveva e sfogliò con una mano l’ennesimo libro che aveva comprato sui vampiri, le creature che più l’affascinavano, si accomodò meglio per riprendere la lettura, facendo in modo che il suo ginocchio impedisse alla sua cartellina da disegno, abbastanza grande, di non cadere, ed aprirsi tutta sul pavimento. Avrebbe dovuto consegnare i suoi lavori quel giorno, ma la professoressa Flitch si era assentata, ed oltre allo zaino, aveva portato quel peso immenso: se quella vecchiaccia avesse detto per l’ennesima volta che i suoi lavori erano satanici, oppure copiati mollandole una magra C, avrebbe mandato la sua pazienza a farsi benedire, strozzandola seduta stante. Si sentì picchiettare su un piede ed alzò lo sguardo dal suo manoscritto, un signora sulla trentina, vestita in abiti griffati di pessimo gusto, e dalla borsetta che sembrava firmata anche quella, appoggiata al palo del bus la guardava con occhi severi. Mina sbuffò, togliendosi un auricolare dall’orecchio.
<< Cosa c’è?>> chiese riluttante.
<< Una signorina come te, non dovrebbe stare così su un pullman pubblico, e soprattutto ostruire un posto così, è maleducazione!>>.
“Ecco l’ennesima rompiscatole della giornata che faccio la mando a f****o usando tutte le dolci paroline che conosco?” pensò la ragazza, odiava essere disturbata quando faceva una cosa che adorava.
<< Visto che ci sono una miriade di posti vuoti signora, e lei ha tutta l’aria di essere una di quelle snobbone all’ultima moda, perché non lascia questo tipo di accorgimenti a mia madre e lei non si fa i fatti suoi? - disse con una calma invidiabile - ah lo sa un’altra cosa? Vestita così non è affatto elegante, anzi sembra mia nonna..>>.
Poi diede uno sguardo fuori al finestrino.
<< Oh ma guardi un po’ è la mia fermata, è stato un piacere permette?>> la spintonò per arrampicarsi e prendere il suo zaino nel portabagagli proprio sopra la sua testa. Recupererò la sua roba, lo infilò e discese dal bus, ignorando le farneticazioni di quella pazza, e maledicendo tra sé e sé, gli snob.

Era quasi l’una di notte, quando ebbe terminato di studiare, ormai il sonno le annebbiava la vista ma decise di accendere il portatile un’ennesima volta, per controllare se una persona di sua conoscenza, si trovasse sulla loro comune chat. Entrò come invisibile e riconobbe due nickname quello di DarkLolita e Wonder_Girl in linea, di certo stavano facendo comunella su di lei, o commentando la sua faccia della sera prima quando se n’erano andate via da quella festa, con il ragazzo carino che l’aveva inizialmente abbordata, e si diede per l’ennesima volta della stupida, non avrebbe dovuto credere a nessuna delle due, quando le avevano chiesto perdono per poter tornare amiche come un tempo, avrebbe dovuto sospettare un loro ennesimo colpo basso...era solo un ingenua alla fine.
Fortunatamente per quella volta aveva imparato a non starci fin troppo male, e non dare troppa soddisfazione alla gente cattiva che si nascondeva dietro le maschere d’ipocrisia, senza sparare tutto in faccia; decise di passare allo status in linea anche lei, e fulmineamente creò una conversazione a tre scrivendo solo queste poche parole: Siete sl dlle stupide insignificanti mi fate skifo ma sopratt pena, cs credete di fare così? Bah...
Lei non era una che andava tanto per il sottile, il suo amico Jake l’aveva giudicata fin troppo diretta, da cadere a volte nello scurrile, e consigliato di non dare più di tanto importanza alla questione, di essere indifferente, il problema era che aveva accettato il suo consiglio, soltanto non voleva far sembrare il suo silenzio una resa e quindi una vittoria per loro. Immediatamente se le ritrovò non in linea, casualità oppure l’avevano bloccata? Rise del loro gesto cretino, con quello aveva decretato il suo successo, non l’avrebbero mai affrontata apertamente. Chiuse il monitor con un sorriso trionfante stampato in viso, sentì la porta scattare: sua madre Mary era tornata finalmente..
Discese di corsa le scale, e la salutò agitando una mano.
<< E tu cosa ci fai ancora sveglia?>> le chiese, la donna sorpresa.
<< Be’ avevo da studiare ed ho finito da poco, sai com’è..>> spiegò Mina.
Mary prese le borse di cartone con su il simbolo di un ristorante cinese, dove evidentemente all’interno c’era la loro cena.
<< Se non fossi andata a quella festa ieri, non avresti fatto le ore piccole signorinella..>> disse sua madre, mentre si recava verso la cucina e poggiava sul bancone le buste ingombranti.
<< Mamma avrò pure il diritto di avere una vita sociale, non credi? Se volevi tenermi in gabbia mi trasformavi in una suora in clausura.. - replicò la ragazza - e smettila di rimproverarmi ho diciannove anni, quando capirai che sono matura e so quello che faccio?>>.
<< Be’ non è quello che mi ha detto la tua professoressa, la signora Flitch stamattina quando mi ha telefonato in ufficio..>> la redarguì Mary.
<< Quella telefona in continuazione a chi non sopporta..>> replicò Mina giocherellando con un involtino primavera prima di addentarlo.
<< è la terza volta che lo fa a questo punto non credo che sia solo colpa sua - ribatté Mary severamente - mi ha detto che stavi litigando con Taylor Shilton..ma non eravate amiche?>>.
<< Hai detto bene eravamo, oggi in mensa mi ha fatto lo sgambetto, stavo cadendo a faccia a terra, per poco non mi rompevo il naso, dimmi tu come avresti reagito?>> l’interrogò sua figlia esasperata.
<< Lo sgambetto ma non si faceva soltanto a tre anni quando si andava all’asilo?>> disse a quel punto sua madre sorridendo.
<< Magari la sua testa è rimasta a quell’età..>> disse Mina saltando sul bancone e tenendo le gambe a penzoloni, poi prese il suo cartoccio di involtini primavera e cominciò a mangiucchiarli avidamente con le mani.
<< A volte vorrei tanto che tu fossi un po’ più femminile tesoro..>> disse sua madre scherzosa alzando poi gli occhi al cielo dopo averla guardata come si abboffava, le tese il suo paio di bacchette.
<< Mamma sono sempre stata un maschiaccio, non puoi cambiarmi di punto in bianco così con uno schiocco di dita - rispose inforcando l’ennesimo pezzo d cibo cinese con le bacchette - e poi a papà non dispiace, a proposito oggi al museo l’hai visto ha detto niente di domani sera?>>.
Mary andò nell’altra stanza e sbuffò, sebbene la sua rottura con Simon era stata piuttosto burrascosa, non voleva intaccare lo splendido rapporto che padre e figlia avevano, anche se risultava piuttosto difficile.
<< Tuo padre ha confermato l’appuntamento per il cinema, - dichiarò la donna mentre raccoglieva la roba che sua figlia aveva lasciato in giro nel salone, più che altro disegni abbandonati alla rinfusa - ed ha detto di essere pronta per le otto oppure ci vai a piedi..>> pensò Mary che gli scavi a cui si era dedicato, non avevano bisogno della sua presenza se le lasciava al suo sottoposto per stare con quella pazza scatenata di sua figlia. Forse avrebbe dovuto imparare maggiormente da lui, metteva Mina sempre al primo posto, cosa che si rimproverò Mary, lei stessa non faceva sempre. A quel punto vide un libro sul tavolo, e sbarrò gli occhi non appena riconobbe il titolo in lettere rosse cubitali: Dracula by Bram Stoker. Ritornò alla mente gli eventi che avevano preceduto la nascita di Mina, in una miriade di sensazioni e soprattutto la morte di suo padre, quel tanto decantato cacciatore di vampiri che Stoker riproduceva fedelmente, un padre conosciuto solo una volta morto, trafitto da un paletto in pieno petto, la sua unica arma quella notte contro di lui. Un nonno di cui sua figlia ignorava l’esistenza.
<< Mamma che cos’hai? - chiese Mina avvicinandosi a lei - sembra che hai appena visto un fantasma..>>.
Mary gettò il libro in terra con violenza, il rumore rimbombò in tutto il salotto, e si voltò verso Mina puntandole contro l’indice furibonda.
<< Non voglio che leggi queste cose! - la sgridò - sono solo porcherie che ti ottenebrano il cervello!>>.
<< Ma è soltanto un libro! - replicò Mina aspramente - non ha mai ucciso nessuno leggere un libro! E poi questo è il mio preferito!>>.
<< Be’ consideralo sequestrato, non lo vedrai più!>>.
<< Ma starai scherzando vero mamma? - domandò ancora Mina stava quasi per ridere, non poteva crederci sua madre non le faceva prediche su spinelli o roba del genere, ma su quale tipo di lettura orientarsi! - Quanto hai bevuto si può sapere? E poi ne un sacco di libri così, cosa vuoi fare? Dar fuoco a tutta la mia libreria? E poi quello posso sempre ricomprarlo!>>.
<< Tu provaci e ti sbatto fuori di casa! >> ribatté Mary mordacemente.
<< Quei libri ispirano i miei disegni! E poi se vuoi sbattermi fuori fallo pure! Andrò a vivere con papà, almeno lui è un genitore presente..>> finì di dire indispettita per poi rifugiarsi nella sua stanza sbattendo la porta fragorosamente, lasciando Mary muta come una statua di sale, seduta in mezzo al divano del suo salotto.

La sera dopo, all’uscita dal cinema e saldamente stretta al braccio del proprio papà, Mina passeggiava alla ricerca di un posto dove mangiare, anche se stavano ancora discutendo con cosa effettivamente cibarsi.
<< Cinese?>> chiese Simon, tenendo il conto sulle dita di quante proposte finora le aveva fatto.
<< No mangiato ieri pà, ritenta sarai più fortunato - disse la ragazza sorridendogli - ehi! Un po’ di inventiva su!>>.
Suo padre scoppiò a ridere, e la guardò per bene, la sua bambina si stava facendo davvero una bellissima donna. I capelli castano chiaro erano fermati da un frontino, e gli occhi verdi come quelli di Mary, erano eccessivamente marcati da un eye-liner nero, le labbra invece erano identiche alle sue; persino ora poteva distinguere dove fosse cambiata e dove fosse rimasta bambina, il suo sorriso infatti come gli occhi erano gli stessi che aveva anche quando aveva tre anni; ma era il corpo, piuttosto longilineo e con le proprie forme sebbene nascosto spesso in quegli abiti larghi, come quella sera, che indossava sempre, gli ricordò fulmineamente che non avrebbe più accompagnato la sua piccola al cinema, ed avrebbe avuto un altro tipo di accompagnatore, magari qualche bel ragazzo che le faceva il filo, una fitta di gelosia lo colpì alla sprovvista.
<< Uhm..pizza?>> le domandò indicando l’insegna di una pizzeria dov’erano appena capitati.
<< Vada per la pizza! >> esclamò allegra trascinandolo all’interno del ristorantino alla ricerca di un tavolo libero.
Si sedettero al primo che trovarono ed ordinarono. Simon non poté fare a meno di notare come, il ragazzo di fianco a loro, più o meno dell’età di Mina, la guardasse insistentemente, quando rincontrò lo sguardo di sua figlia, le fece cenno molto discretamente di guardarsi alla sua destra.
Quando Mina lo fece, arrossì violentemente e prese il primo menu che le capitò a tiro per usarlo da schermata tra lei ed il suo corteggiatore.
<< Oddio che cavolo di figura! - disse imbarazzata mentre suo padre rideva - non ridere è colpa tua!>> disse per poi mollargli un calcio sotto il tavolo.
<< Ahia! Mia? Ma sbaglio o quello sta mangiando con gli occhi te tesoro?>>.
<< Sì ma è meglio che la smetta se non vuole avere a che fare con MIO PADRE!>> disse urlando a più non posso le ultime parole per far capire bene l’antifona del ragazzo.
Fu servita loro la pizza, così ebbero una pausa in quello scambio di battute.
<< Che urli a fare così? Farai scappare tutti i tuoi potenziali spasimanti!>>.
<< Pà è quello che spero..- confessò la ragazza mandando giù un sorso di coca cola - queste cose mi imbarazzano e lo sai bene..>>.
<< Sì ma dovrà pur arrivare il momento in cui arriverai a casa e mi dirai improvvisamente, ho un ragazzo…>>.
<< Sembra che il fidanzamento sia un problema più per te che per me non è ironico? - sentenziò Mina piuttosto seccata - e poi sono tutti uguali, vogliono soltanto una cosa, usarti e buttarti via come uno straccio vecchio...sono tutti porci! L’unico di cui mi possa fidare è il mio papà>> finì di dire facendo gli occhioni da cucciola al padre che la guardava poco convinto.
<< Quella tesoro è una battuta di Grease..>> disse Simon puntandole contro il proprio coltello.
<< Certo ma si intona perfettamente con quello che dico!>> disse lei puntualmente addentando un’altra fetta di pizza. Improvvisamente squillò il cellulare di Simon, che si pulì la bocca e si apprestò a rispondere.
<< Pronto?>> disse pulendosi la bocca con un tovagliolo, la sua espressione mutò repentinamente, da scherzosa divenne improvvisamente seria e stupita.
<< Ma è sicuro?>> chiese ancora più allarmato.
<< Papà cos’è successo?>> domandò al ragazza intuendo che qualcosa non andava dalla tensione che percepiva nella voce del proprio genitore.
<< Va bene sarò lì in men che non si dica..>> disse chiudendo la comunicazione repentinamente ed ordinando il conto.
<< Papà cosa cavolo ti prende!>> disse Mina facendo cadere sonoramente le posate nel piatto, arrabbiandosi visto che suo padre la ignorava. Simon fissò sua figlia non sapendole esattamente cosa dirle o come poterle addolcire la notizia.
<< Era l’ospedale - spiegò mentre la voce gli tremava - tua madre è morta..>>.

To be continued..
 
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gerardsweety
view post Posted on 10/10/2008, 10:00




bellissimo^^
 
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view post Posted on 10/10/2008, 11:10
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He's a lion that I am proud to hunt

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bè..gliel'ha addolcita molto la notizia...
Comunque è interessante,Anto:va' avanti!
 
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*Erik's Lover*
view post Posted on 10/10/2008, 11:21




Ma grazie ragazze! :abbraccio: :abbraccio:
 
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ariannita89
view post Posted on 10/10/2008, 11:39




Aaaaahhh!!!! Finalmente l'hai postataaaa!!!!!Ihihihih!! Grande!! :):)

Continua è!! La curiosità nn la tengo facilmente a bada!!!!;) ;) XDXD
 
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spands72
view post Posted on 10/10/2008, 17:08




intrigante, però al papà farei fare un pochetto di esercizio su come dare certe notizie!
 
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*Erik's Lover*
view post Posted on 14/10/2008, 15:49




Ecco il secondo capitolo!! Spero vi piacciaa^^ Grazie a tutte per aver letto :bacio:

Maleficent Intoxication.

Stretta nel suo soprabito nero, Mina assisteva al funerale di sua madre, gli
occhialoni neri che aveva messo, purtroppo potevano arginare fino ad un certo punto il suo dolore, espresso attraverso quelle lacrime che versava ancora, si sentiva in colpa, l’ultima volta che si erano parlate lei e Mary, avevano litigato come loro solito, e le aveva rinfacciato di non essere una buona madre; ora continuava a mordersi la lingua, maledicendosi, non avrebbe mai voluto dirglielo, era solo inutile rabbia, perché non mollava un maledetto secondo quel suo dannato lavoro, tirò nuovamente su col naso. Ora non avrebbe più potuto litigare con lei su nulla, un incidente d’auto se l’era portata via per sempre. Avvertì la stretta di suo padre attorno a lei, e lo vide passarle il proprio fazzoletto, sembrava indifferente a tutto quello, ma in realtà sapeva bene che in un piccolo angolino del suo cuore, aveva coltivato segretamente la speranza di loro due nuovamente insieme, tutti e tre, speranza che ora vedeva inesorabilmente svanire. Si aggrappò nuovamente a lui, nascondendo le sue lacrime in quella stretta, quando la bara fu fatta sprofondare nei meandri della terra, e ricoperta dal terriccio, padre e figlia rimasero lì, ad accettare le condoglianze dei propri congiunti, ed amici. Mina come una bambina non riusciva lasciare la mano di Simon, cercando in lui un sostegno.
<< Papà..credi che lo..sapeva.. sì insomma - si sfilò gli occhiali asciugandosi gli occhi rossi - ..che nonostante tutto,..io le volevo bene?>>.
<< L’ha sempre saputo... - rispose suo padre stringendole la mano più forte -..ed anche lei te ne voleva...da quando sei venuta al mondo >> finì di dire per poi lasciarle un bacio tra i capelli.

Una volta giunta a casa, a Mina sembrò una decina di volte più grande e più silenziosa di quanto ricordasse in realtà, avrebbe dovuto preparare la sua roba e tra qualche ora suo padre sarebbe passato a prenderla, per portarla a stare da lui. Il pianto sembrava essersi calmato, salì al piano di sopra pronta a fare le proprie valigie quando, indecisa se entrare o meno nella sua stanza, sviò verso la camera da letto di sua madre. Sapeva che era andata via per sempre, ma riusciva a sentirla ancora accanto a lei, si avvicinò al suo comodino, osservando quei braccialetti e quell’anello che non avrebbe più messo, fu allora che si accorse dell’incisione all’interno: I love you, my dear S.
Decise che l’avrebbe consegnato a suo padre, a quanto sembrava nemmeno lei
l’aveva mai realmente dimenticato, sebbene c’erano stati cinque anni di divorzio dovuti a, come aveva detto Mary, difficoltà insormontabili. Aprì l’armadio bianco dinnanzi al letto e cominciò a svuotarlo, era inutile ormai tenerlo pieno, strappò tutte le maglie ed i pantaloni dalle grucce tentando di tenere a bada i singhiozzi, finché non urtò uno scatolone che rovinò ai suoi piedi, pieno di fotografie che si sparpagliarono in terra. Le sfogliò una per una, il suo primo compleanno, il suo primo giorno di scuola...momenti in cui sua madre c’era ancora, e quando erano ancora una famiglia. Fece per raccogliere tutto il
gruppetto di foto, e si rese conto che c’era qualcosa, sotto tutto quella roba, mise da parte quelle immagini del suo passato nella scatola, e l’unica cosa che rimase era una specie di diario, consunto dal tempo. Passò un dito sulla fodera della copertina di ruvida tela, per poi aprirlo, le pagine erano ingiallite e nessun nome che indicasse a chi appartenesse, la calligrafia era ampia ed elegante, non assomigliava a quella di Mary.

“Il vampiro è una figura mostruosa presente, sotto le più varie forme, nel
folklore di tutti i continenti. È, quasi sempre, un morto che per varie ragioni ritorna dalla tomba per tormentare e uccidere i vivi, molto spesso succhiando loro il sangue. La figura del vampiro ha subito molte modifiche nei secoli e solo recentemente ha acquisito un certo fascino sinistro che è stato tramandato dalla letteratura e dal cinema... ed io con lui..”


“Cosa diavolo significa?” pensò Mina interdetta, da dove era saltato fuori quel manoscritto? E soprattutto di chi era? Perché era in possesso di sua madre?
Voltò pagina e ricominciò a leggere, col cuore in gola.

“Il vampiro si pensa viva in clan, che a loro volta fanno parte di varie
organizzazioni. Tutti per la maggior parte discendenti di Caino, che fu maledetto da Dio per aver ucciso Abele, oppure alcuni sono nati solo dopo aver offeso
mortalmente lo stesso Dio...uno di questi, il più celebre ed inarrestabile di tutta la stirpe, si è guadagnato il nomignolo di Principe delle Tenebre, rubato quasi a
Satana stesso, ed è lui il mio obiettivo, il suo nome è Dracula...”


Mina scoppiò a ridere più per frustrazione che per qualcosa di davvero ironico, insomma cos’era quello un romanzo che suo madre sperava di pubblicare o cosa? E poi le veniva a fare tanto la predica su cosa leggeva! Mandò avanti le pagine ed un po’ prima della fine riconobbe la scrittura di Mary, ritornò a qualche pagina più indietro dove c’era ancora quella calligrafia svolazzante.

“Il patto di sangue involontariamente stipulato cento anni or sono, col mio
peggior nemico, e che mi mantiene ancora in vita finora, è tornato a chiedere la propria ricompensa, Dracula è di nuovo in vita, e tutto ciò per cui ha atteso finora era l’incontro con un suo pari, un anima non morta, ma nata in quest’epoca, col suo sangue che io come padre scellerato le ho trasmesso... la mia piccola Mary, mia figlia, non permetterò che lui ti tocchi, parola di quel cacciatore di vampiri, che sono stato e sempre sarò..Abraham Van Helsing..”


Mina rimase incredula, ripensò alla probabile ipotesi che fossero solo le farneticazioni di sua madre, che riguardavano una storia inutile, perché se fosse stato diversamente avrebbe dovuto soltanto pensare che fosse diventata pazza, il troppo lavoro le aveva fatto fondere i neuroni, e questo spiegava tutto! Sua madre era una semplice antiquaria di un museo, non l’erede di un cacciatore di vampiri! Ma la domanda che insistentemente la tormentava era come poteva davvero esserne sicura? Quanto realmente conosceva sua madre? Forse la risposta era tra quelle pagine... fece un respiro profondo e continuò la propria lettura.

“Ora dovrò mandare avanti il lavoro di mio padre, sebbene Dracula non esista più, ci sono molte altre creature spaventose a questo mondo, e voglio renderlo migliore per quando la mia bambina verrà al mondo, non dovrà avere a che fare con la sua oscurità.. ci sarò io per proteggerla, assieme a suo padre..”

Mina sentì la porta dell’ingresso richiudersi, suo padre era tornato a prenderla ed non aveva ancora combinato nulla, si alzò decisa a dissolvere ogni dubbio. Discese le scale e gli andò incontro quietamente con quel diario tra mani.
<< C’è un tempo orribile, ha ricominciato a piovere e come se non bastasse i lampi ed i tuoni sono continui...>> disse Simon per poi sfilarsi il giaccone nero e la cravatta come se fosse un pitone che gli attanagliava la gola.
<< Pà puoi spiegarmi cosa diavolo è questo? - lo interrogò Mina senza mezzi
termini - o devo credere che mia madre quando tornava da lavoro si fumava mezza bustina di marijuana, per rilassarsi, senza che io me ne accorgessi?>>.
Simon rimase senza parole, ed a bocca spalancata quando riconobbe il volume.
<< E questo dove l’hai preso?>> chiese lui.
<< Stavo facendo spazio nell’armadio della camera da letto, quando è caduto una scatola, c’erano delle foto e questo..>>.
<< Se hai avuto una reazione del genere è ovvio che l’hai letto..>>.
Mina annuì.
<< è vero quello che c’è scritto?>>.
<< E cosa c’è scritto? - domandò suo padre - io non lo so, tua madre non mi ha mai lasciato leggere i suoi appunti..>>.
<< è un diario, suo e di mio nonno..che qui dice che è..>>.
<< Abraham Van Helsing.. - rispose suo padre per lei - conoscevo il vecchio ed anche molto bene..>>.
<< Ma questo è impossibile! È una specie di leggenda lui, Dracula e la loro battaglia mortale!>> esclamò Mina spazientendosi.
<< Ogni leggenda ha un fondo di verità, - rispose Simon abbracciandola - mi sa che dovremmo fare proprio una bella chiacchierata io e te..>>.

Dopo qualche ora che parlavano, Simon aveva raccontato a sua figlia gli eventi che avevano preceduto la sua nascita, e la verità sul suo vero incontro con sua madre, non essendo avvenuto propriamente, su una spiaggia come le era sempre stato raccontato, ma bensì in mezzo ad un branco di vampiri scatenati, che cosa romantica! Le aveva confessato, anche il loro vero lavoro, occultato da quello fatto al museo, ovvero la caccia alle creature oscure di qualsiasi sorta, ed era per quello che Mary aveva perso la vita, la sera prima.
<< C’è qualcuno che imita Dracula e brama prenderne il posto, - spiegò Simon - ha istituito un proprio clan, di vampiri neonati efferati assassini, ne abbiamo uccisi alcuni ma...il loro capo si vendica uccidendone trenta in un giorno e subito li rende parte della sua schiera, questa volta è diverso non riusciamo a tenere a bada la situazione..>>.
<< Qual è il nome del capo branco?>> domandò Mina incuriosita.
<< Karsax, da quanto ne sappiamo è stato creato da Dracula.. che lo ha designato come suo erede..>>.
<< Sembra una puntata di “Ai confini della realtà” - commentò ironica Mina con un sorrisetto - e sono stupita da come voi due mi avete tagliato fuori..>>.
<< Volevamo che crescessi come una ragazza normale tesoro!>>.
<< No! Voi non avete avuto fiducia in me! - replicò Mina infuriandosi - i legami del
sangue che porto dentro sono più complicati, insomma pensa non possono essere riconosciuti nemmeno con delle semplici analisi!>>.
<< E cosa avremmo dovuto fare? - ribatté aspramente Simon - farti diventare un soldatino contro i demoni sin dalla tenera età di undici anni?>>.
<< Almeno ora saprei cosa fare!>> aggiunse la ragazza inviperita spingendo via suo padre.
<< Cosa intendi dire?>> domandò l’uomo squadrandola.
<< Io non lascerò tutto incompiuto il lavoro di mio nonno, di mia madre! Io seguirò le loro orme e tu non potrai impedirmelo è scritto nel mio sangue! Quindi o sei con me o sei contro di me prendere o lasciare papà!>>.
<< Perché lo fai perché?>> disse il padre prendendola per le spalle e scuotendola con forza.
<< Perché ho motivo di credere che sia stato questo tizio a far fuori la mamma dico bene?>>.
Simon rimase stupito dalla perspicacia di sua figlia e come sua madre, quando Mina si metteva in testa di fare una cosa, era testarda ed andava fino in fondo.
Simon sospirò arrendendosi.
<< E cosa intendi fare?>>.
<< Far ritornare l’unico che possa davvero mettergli i bastoni tra le ruote..così
laveranno i loro panni sporchi in famiglia!>>.
<< TU SEI COMPLETAMENTE PAZZA!>>.
<< Lo sai non sei il primo che me lo dice - rispose la ragazza - ma devi pur ammettere che è l’unico modo per fermare quel tizio..>>.
<< Dracula non è la soluzione!>>.
<< Sì che lo è, non permetterebbe mai di lasciarsi soffiare tutto quello che ha
costruito in tutti questi secoli, tutto il suo potere disgregato per favorire un altro! - finì di dire per poi recuperare fiato - c’è un modo per riportarlo dall’aldilà papà?>>.
Simon incapace di poter rispondere alcunché, si rese conto che il piano di sua
figlia era ottimo, ma il pensiero di rivedere quella brutta faccia di vampiro non lo
rallegrava affatto, soprattutto dopo l’ultima volta.
<< Sì esiste un modo..>> rispose suo malgrado.

Era l’una di notte quando entrambi si recarono al British Museum, e tramite un lasciapassare davvero speciale, raggiunsero quello che prima era l’ufficio di
Mary al terzo piano. Padre e figlia entrarono, e Mina rimase sorpresa dalle
innumerevoli chincaglierie al suo interno. C’era un quadro, una ristampa della celebre opera di Jean Louis David: Il giuramento degli Orazi, che prendeva tutta una parete dello studio, e che Simon con attenzione spostò per mostrare una cassaforte, grossa quanto quelle all’interno di una banca, celata lì dietro.
<< Tua madre custodiva il corpo di Dracula, o meglio quello che rimane delle sue
spoglie..>>.
Mina poggiò una mano sulla porta metallica ed inghiottì la saliva rimastale in gola a causa della tensione.
<< Sai aprirla?>> suo padre annuì e mosse la manopola accanto ai numeri più volte per poi abbassarne la leva lì di fianco, e magicamente la porta si spalancò.
<< In questo modo abbiamo disattivato anche il sistema di sicurezza al suo
interno..>> sussurrò.
<< Che consiste in..?>> domandò la ragazza.
<< In asce, lance e cose di questo genere…>> spiegò suo padre.
<< Oh mammina! Chi me l’ha fatto fare..!>> disse Mary maledicendosi.
Si addentrarono nel cunicolo buio e illuminato da poche luci, finché una bara argentata non fu sotto i loro occhi.
<< Ci siamo.. - disse Simon - forse è meglio che lo faccia io al tuo posto..>> disse pronto ad avanzare ma Mina lo fermò.
<< No, ho io il sangue che cerca..>>.
Quindi si avvicinò tentennante, a cercarne l’apertura, che non riuscì a trovare finché non vide la croce sul coperchio e la girò in senso orario, fu allora che la parte superiore della bara scattò come una sorta di molla, lasciando intravedere il cadavere in putrefazione, in tutto il suo pessimo odore.
Sebbene tremasse dalla paura, Mina prese il proprio coltellino svizzero dal proprio stivale ed incise un taglio sulla propria mano, per poi far scendere verso il cadavere orribilmente carbonizzato, quel nettare, a poco a poco, goccia dopo goccia, poi ritirò la mano, ed attese.
<< Papà, non accade nulla..>>.
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole due occhi azzurri spettrali, privi di iride, si sbarrarono tornando alla vita. Mina finì per terra spaventata ad osservare quella scena incredibile.
Simon prese la pistola che aveva portato con se pronto a proteggere sua figlia, e la puntò contro il non morto, più vivo che mai. Dracula tornò alla vita, irrompendo in un ruggito come se fosse un animale, dettato dalla troppa fame. E fu allora che avvertì l’odore del sangue, che proveniva dalla mano della ragazza, uscì dalla sua bara puntando su di lei come un cane da caccia punta una volpe.
<< Non ti avvicinare!>> lo intimò Simon e fu allora che il vampiro lo riconobbe.
<< Avanti, spara - lo sfidò - così ucciderai anche lei..>> disse Dracula con voce cavernosa e si preparò a morderla sulla mano digrignando e denti e ruggendo
nuovamente.
<<Papà!!>> urlò Mina in preda al terrore, senza riuscire a liberarsi dalla
morsa del vampiro.
Ma a pochi centimetri dalle vene del suo polso, Dracula si fermò, e la guardò come se non avesse visto nient’altro prima di lei.
<< Mina!>> urlò Simon e sparò un proiettile a vuoto.
<< Mina..>> pronunciò Dracula quello stesso nome, quasi a non volerlo più dimenticare. Fu allora che malamente la lasciò andare e ed uscì dalla vetrata dello studiolo, incurante dell’altezza, era ora di andare a caccia e solo questo importava ora, del resto si sarebbe preoccupato poi.

To be continued..
 
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spands72
view post Posted on 14/10/2008, 16:52




e così per eliminare uno scellerato ne risvegliano il creatore..., ci stò pensando..., ora come ora non mi sembra un gran colpo di genio! vediamo gli sviluppi!
 
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ariannita89
view post Posted on 14/10/2008, 17:05




wow!! interessante!!!!! belloooo!!!:):):):)

Continua continuaaaaa!!:P :P
 
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themanyoulove
view post Posted on 15/10/2008, 07:37




Dracula non è esattamente tra i miei interessi,ma tu scrivi in modo da incuriosire...
 
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*Erik's Lover*
view post Posted on 27/10/2008, 11:54




Arieccomii con un nuovo capitolo perdonatemi ma con l'esame di ammissione all'università ho avuto poco tempo da dedicarci...

Maleficent Intoxication.

Il sangue, magnifico richiamo che ogni animale brama, soprattutto quando è un predatore. La caccia inizia semplicemente quando si sceglie la preda designata, in questo caso una splendida ragazza sui vent’anni, che insistentemente tenta di concupire la propria morte senza rendersene conto, e senza capire che quella forse è l’ultima azione che probabilmente farà in vita sua. La causa principale di quell’avventatezza? La vanità di ognuno di noi, che tende lasciarci scegliere le cose più belle solo in base all’apparenza senza lasciarci soffermare oltre.. Ma come avrebbe potuto quella giovane, non cadere nella sua rete, folgorata dalla bellezza dell’uomo seduto in quel bar accanto a lei, dai capelli neri come la notte e gli occhi più azzurri che potesse ricordare..per non parlare di quelle labbra così carnose. E l’assalto finale avvenne in un angolo dietro quello stesso locale, l'odore era sublime, unico ed il liquido vermiglio colava giù dalla gola alla bocca del vampiro caldo e saporito..
<< Ma guarda chi è tornato in città - disse ad un tratto una voce giovane che lo disturbò - il mio vecchio mentore, volevo vedere se quelle quattro vittime erano proprio opera tua..>>.
<< Karsax devo darti ancora da mangiare come quando non sapevi utilizzare i tuoi poteri?>> lo provocò Dracula scostandosi per un attimo dal collo della sua vittima e lasciandola in terra agonizzante.
<< Quei tempi cambiano, ed anch'io con loro..padre>>.
<< Sì, ho sentito qualche voce a riguardo, e mi chiedevo cosa avessi intenzione di fare..>>.
<< Creare un modo solo nostro, - replicò prontamente il vampiro più giovane - mostrare a tutti la nostra supremazia, una volta lo volevi anche tu..>>.
<< Ero un sognatore, col tempo si acquista la saggezza - tagliò corto Dracula con un sorriso furbo - e poi dimmi facendo fuori tutto il genere umano, e tramutandolo in quello che siamo come credi che sopravvivremo?>>.
<< Non solo gli uomini hanno sangue...>> replicò prontamente il suo interlocutore.
<< Quindi ti accontenteresti di roba di seconda qualità? - ribatté l’altro sbeffeggiandolo - io no..>>.
<< Devo quindi credere che non ti unirai a me per un semplice problema di alimentazione?>> continuò Karsax furbamente.
<< Non vedo alcun profitto per me..>> replicò Dracula, pulendosi il rivolo di sangue alla bocca ormai apparentemente sazio.
<< Saresti il capo del mio esercito padre.. - rispose prontamente il giovane - e dovrai rendere conto soltanto al sottoscritto..>>.
Dracula ghignò nuovamente.
<< Io sono abituato ad agire da solo - disse Dracula parlando quietamente ma con gli occhi che pian piano si facevano rosso sangue - me ne infischio di te, nessuno è mai riuscito a controllarmi e tu ti illudi di farlo?>> finì di dire con un ringhio sommesso ed artigliarlo per il collo, alzandolo da terra come se non fosse di alcun peso, in una morsa d’acciaio.
<< Io sono il Principe delle Tenebre, vedi di ricordartelo pivello.. - sibilò mostrandogli i canini - ad ogni modo grazie dell’invito..>> rispose ironicamente, come se gli importasse qualcosa. Per poi lasciarlo andare col fiato corto, se avesse continuato a tenerlo così gli avrebbe spezzato il collo. Rimase lì ad osservare quel vampiro leggendario, allontanarsi nella nebbia della notte. Dracula dal canto suo, si domandava perché effettivamente si trovasse nuovamente in vita, libero ancora una volta di portare terrore in mezzo agli esseri viventi.
Il viso spaurito di quella ragazza gli tornò alla mente, era stata tutta opera sua, non lo temeva?
Non si rendeva conto cosa aveva provocato con quel suo folle gesto?
Ghignò, fortunatamente qualche stupido in giro c’era ancora.
Ma di una cosa si era reso conto, l’odore del sangue non poteva mentirgli, e sebbene avesse liberato Mary, tempo addietro, realizzò lentamente quella piccola verità.
Era nata anche lei dal suo sangue...

Mina era raggomitolata tra le coperte del suo letto, si era svegliata dopo l’ennesimo incubo. Non faceva altro che sognare sua madre, chiusa in quel feretro, relegato ormai metri sottoterra che all’improvviso si svegliava e cominciava a colpirne forsennatamente il coperchio. Poi la scena cambiava, qualcuno nell’oscurità la seguiva, lei si voltava e riscopriva il viso di Dracula come l’aveva visto: orribilmente sciupato con quei capelli biancastri e gli occhi vitrei. Con foga si avventava senza pensarci due volte alla sua giugulare, rendendosi conto di quanto, i loro corpi, sebbene vicini, cambiassero rapidamente temperatura: il suo si riscaldava e si rafforzava, mentre al contrario quello della ragazza avvertiva il freddo della vita che la lasciava. Debolmente, la vista di Mina riusciva a mettere a fuoco il suo volto rigenerato, e lo sguardo che prima aveva visto era totalmente cambiato, gli occhi azzurri striati appena di verde illuminati di gioia, come le labbra che erano atteggiate dapprima in un ghigno, che poi cambiò totalmente, trasformandosi in un sorriso calorosamente disarmante, ed i suoi riccioli soffici gli incorniciavano il viso.
“Com’è possibile che sia così bello...?” si ricordò di essersi chiesta tra veglia e sonno.
<< Lascia che ti dia nuova vita..>> le aveva sussurrato all’orecchio, e sebbene fosse stato solo un sogno, quelle parole non le erano mai sembrate più reali.
Seduta al centro del suo letto, si chiedeva se quello sarebbe stato un sogno premonitore o meno, si alzò i piedi congelati trovarono calore in quelle pantofole e discese al piano di sotto.
Suo padre dormiva nella stanza accanto alla sua, domani avrebbero lasciato quella casa e lei sarebbe andata a vivere con lui. Aprii di malavoglia la porta del frigo cercando una bottiglia di latte, la prese per poi lasciarla sul ripiano accanto a lei. Con gli occhi ancora leggermente impastati dal sonno, cercò un bicchiere dove poter versarsi la bevanda. Quando improvvisamente una folata di vento freddo dietro di lei, la fece rabbrividire. A quel punto prese in mano un coltello e si girò pronta a difendersi contro qualsiasi cosa, credesse l’avesse attaccata, sospirò poi di sollievo, era solo la finestra dietro di lei che si era spalancata...era sempre stata difettosa. Andò a chiuderla maledicendo se stessa e la sua fervida immaginazione per poi tornare a recuperare il suo bicchiere di latte. Quando la debole luce del frigo delineò una figura seduta sul bancone dinnanzi a lei. Mina strinse il manico del coltello non appena riconobbe l’uomo del sogno.
<< Cosa avresti intenzione di fare con quel minuscolo coltello? - la sfidò mentre i suoi canini venivano fuori luccicanti - credi di potermi fermare?>>.
La ragazza deglutì, ma nonostante il terrore che l’attanagliava, non voleva mostrargli la sua paura.
<< E tu credi poter fermare me?>> ribatté baldanzosa.
Con una velocità repentina le fu vicino scostandole le ciocche accanto al suo orecchio, scoprendole il collo.
<< Perché così tanta energia? Non lo sai che l’odore della tua paura lo sento lo stesso..?- le sussurrò all’orecchio - anche se è ancora un mistero perché tu abbia deciso di farmi rivivere piccola sciocca..>> poteva sentire il suo fiato sul suo collo ed i canini accarezzarglielo leggermente, gli ferì la mano col coltello per scappare dalla sua presa, ed andare a sbattere in terra. Dracula si voltò i suoi occhi iniettati di sangue e rabbiosi, non reclamavano altre che riavere il suo sangue e stavolta se lo sarebbe ripreso fino all’ultima goccia..
<< Fermo! - la voce di Simon irruppe tra i due, una balestra con frecce d’argento alla sua mano - Non osare avvicinarti ancora a lei..>>.
<< Tu non la smetti, mai di intralciarmi non è vero? - domandò Dracula quasi in un sogghigno - e dimmi la cara Mary dov’è?>>.
Simon si accigliò e sparò tre frecce colpendolo e facendolo arretrare, l’argento che gli era penetrò in corpo gli bruciava come non mai.
<< è morta, uccisa...dai tuoi amici brutto bastardo... - disse ancora l’uomo - e tu stavi per ucciderti da solo ma purtroppo non posso permettere che ci vada di mezzo la mia unica figlia..>>.
Nonostante la notizia della morte di Mary, avesse lasciato il Principe delle Tenebre muto per qualche secondo, poi passò il suo sguardo alla ragazza che lo guardava con espressione di sfida.
<< Tua e di Mary non è vero? - disse liberandosi dolorosamente delle frecce - ha il mio sangue nelle sue vene l’ho avvertito..e così alla fine la tragedia ha unito i due amanti? Be’ mi devi gran parte del merito>> lo sbeffeggiò poi aprì una mano e con i suoi poteri lo bloccò contro la parete.
<< Papà!>> disse Mina che si avventò contro di lui per intralciarlo ma finì nuovamente cacciata via.
<< Cosa intendevi dire con suicidio?>> disse stringendo maggiormente la mano mentre Simon avvertiva i suoi organi vitali gonfiarsi quasi sul punto di esplodere.
<< Il vostro...è un...patto di sangue... - annaspò - se lei muore... muori anche tu..>> a quel punto lo lasciò andare in terra, e Mina fu subito accanto a suo padre che tossiva convulsamente, ed alzò uno sguardo omicida verso Dracula, aiutando poi Simon ad alzarsi, che si recò nella stanza accanto.
<< Non osare mai più toccarlo!>> lo attaccò Mina con veemenza.
<< Certo e dimmi altrimenti tu cosa farai...ti ucciderai?>>.
<< Non tentarmi con questo pensiero potrei anche farlo!>>.
<< La mia palla al piede ha anche manie suicide ma bene! - disse Dracula esasperato - perché hai stretto quest’alleanza visto che c’è in ballo anche la tua vita? Non è controproducente?>>.
<< L’ho fatto per vendicare mia madre uccisa da uno dei tuoi figli Karsax!>>.
Quella notizia scosse appena il vampiro, che fu molto bravo a nascondere le proprie emozioni, dietro una maschera di gelida indifferenza. Karsax aveva ucciso Mary...l’unica donna che avesse mai contato qualcosa per lui, e l’unica che aveva salvato dalla propria dannazione...
<< Ed io cosa c’entro in tutto questo?>> domandò mentre un ghigno gli si formava sulla bocca.
<< Devi aiutarmi!>>.
<< Aiutare la nipote del mio peggior nemico? Tu hai completamente perso il senno!>> ringhiò.
<< Purtroppo ora sei in ballo mio caro vampiro! E non credo tu possa tirarti indietro...non solo per il patto ma credi che qualcuno rispetterà un Principe delle Tenebre così codardo?>>.
<< Io non sono un codardo, - sibilò con sguardo malefico - ma non sono nemmeno un burattino nelle mani di qualcuno, men che meno in quelle di una stupida ragazzina..>>.
Mina lo guardò stavolta, con occhi diversi, e qualcosa frenò la furia del vampiro per quell’imbroglio di cui era stato vittima. La ragazza si arrischiò ad allungare una mano verso il suo viso, e Dracula chiuse gli occhi per quel contatto inaspettato, assaporandone la delicatezza.
<< Per favore, sei l’unico che possa aiutarmi...>> sussurrò arrossendo non poco, lasciando per la prima volta il vampiro senza parole, sentendosi sedotto da quella strana dolcezza.
Un urlo di Simon e rumore di vetri rotti rovinò quel momento, si spostarono nel salotto entrambi fulmineamente, i cocci della finestra tutti in terra ed in mezzo a loro figurava un biglietto.

Consegnaci Dracula...se non vuoi che tuo padre faccia la fine di tua madre...

To be continued...
 
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view post Posted on 27/10/2008, 16:33
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He's a lion that I am proud to hunt

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Panettona,mitico pianeta agreste

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Mi sta venendo in mente che i vampiri mi piacciono poco...però sono curiosa di questo Dracula...
 
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spands72
view post Posted on 27/10/2008, 16:43




si fanno un pochetto avventati, addirittura minacciano!!! qui volano canini!!
 
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12 replies since 9/10/2008, 22:04   185 views
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