Dellissima - Lolita

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luz82
view post Posted on 7/8/2011, 13:10




Ecco il mio turno :D


Aveva risposto ad un annuncio sul giornale, per un lavoro per il periodo estivo, doveva cambiare la macchina ed aveva bisogno di soldi.

Era andata al colloquio dove una ragazza dalle lunghissime unghie decorate le aveva detto che avrebbe dovuto occuparsi di un cane. Bisognava dargli da mangiare ad orari precisi. Sempre ad orari precisi doveva portarlo fuori per la passeggiatina, il cane era in una villa sul mare Sardegna, lei avrebbe occupato la dependance con la creaturina, 3.000 euro per tutto il mese di luglio.

Il proprietario era molto impegnato con il lavoro ma il proprietario voleva una persona che se ne occupasse giorno e notte. Le andava bene? Certo che si, non le sembrava vero, in Sardegna per un mese, e il lavoro non era certo faticoso. Alla fine erano vacanze pagate.

Appuntamento il 1° di luglio all’aeroporto di Olbia, il biglietto era al check –in a Roma già pagato. Ad Olbia c’era la solita donna unghiata con una macchina ed un autista. Le aveva messo in braccio la creaturina: una femmina di carlino.

- Ti presento Lolita il cane di cui ti dovrai occupare.
- Ciao Lolly – aveva detto Luz
- Non è Lolly è Lolita non devi confonderla: è abituata ad essere chiamata Lolita OK?
- Certamente, ciao Lolita.

La cagnetta la guardava indifferente.
Erano arrivati alla villa, l’autista aveva scaricato i bagagli, i croccantini per Lolita, le avevano fatto vedere la dependance dove loro due avrebbero abitato poi l’avevano lasciata e se ne erano andati.

Era cominciata la sua vacanza. La villa era stupenda almeno vista da fuori, il parco fitto di alte piante, cespugli profumati e fiori. Il prato arrivava fino al mare dove c’era la spiaggia privata. L’acqua era di vetro, una barca a motore dondolava dolcemente.

Meraviglioso.

La prima uscita era la mattina alle 7, Luz doveva mettere la sveglia, passeggiatina di ½ ora, poi la faceva mangiare: croccantini francesi. Luz si preparava la colazione e poi scendeva al mare con la creaturina in braccio. Metteva Lolita in un cesto dove lei si addormentava subito. Luz faceva dei bagni stupendi, l’acqua era eccezionalmente calda per la Sardegna quell’estate.
Provava a fare amicizia con la piccolina, passeggiando sulla spiaggia le tirava un bastoncino di legno sperando che glielo riportasse. Niente.

Le faceva rotolare tra le zampe una piccola palla di gomma e lei alzava appena la testa infastidita. Provava a prenderla in braccio, lei fuggiva come una lepre.
Aveva preso a parlare con lei.

- Non sai apprezzare nulla della vita – le aveva detto – guarda potresti correre, giocare con me, potrei accarezzarti, tu potresti ricevere tante coccole ed invece niente. Sempre sulle tue, sei veramente irritante.

Una sera, durante la solita passeggiata della sera, si era fermata e l’aveva guardata negli occhi:

- Ho capito quale è il tuo problema! Ti manca il tuo padrone. Ti capisco. Vorresti avere solo le sue carezze, ma che vuoi farci? Gli uomini sono così, ti promettono mare e monti, ti dicono che saranno con noi per tutta la vita e poi bum! Spariscono nel nulla. Il lavoro, sempre il lavoro che poi si scopre essere una formosa segretaria dalla dubbia moralità.

Lolita si era fermata e la guardava con i sui occhi tristi.

- Povera piccola! Hai tutta la mia solidarietà femminile. Devi ribellarti a tutto questo. Lasciarti nelle mani di una perfetta sconosciuta! E se fossi stata una dog serial killer? Incosciente. E poi non capisco, perché la donna unghiata non ti porta da lui?

Lolita sorda alle parole di Luz sembrava brucare l’erba.

- Sembri una pecora. Chissà se hai capito che sto lottando per il tuo diritto ad essere felice in questo mondo?

Lolita per tutta risposta si era messa a fare pipì. Luz aveva scosso la testa sconsolata.

- Ci sono delle femmine che non vogliono proprio emanciparsi! E srotola quella codina, per la miseria, mi dai ai nervi. Mi sembri anche in sovrappeso, domani un’ora di passeggiata altro che mezz’oretta.

Si era messa a letto, la luce della luna entrava dalla finestra e rendeva tutto opalescente.

- Notte magica – aveva pensato guardando la creaturina nella cesta accanto a sé. Lolita già ronfava di brutto.

Quando la mattina dopo si era alzata si era subito accorta che la cesta era vuota. Strano, aveva sempre dovuto chiamarla un po’ prima di uscire. Aveva cercato Lolita per tutta la casa ma della creaturina neanche l’ombra. La porta della casa era socchiusa, ma lei l’aveva chiusa la sera prima.

Ne era sicura!
Ne era sicura?

Non lo sapeva più, si stava facendo prendere dal panico. Era uscita nel parco, aveva guardato dappertutto, era arrivata fino al mare, tutto tranquillo, l’aveva chiamata e chiamata, niente. In strada non poteva essere andata: c’era un alto muro di cinta e il cancello non aveva inferriate. Mentre camminava intorno alla villa si era accorta che anche quella porta d’entrata era socchiusa, ecco dove si era ficcata la creaturina. Nervosissima era entrata, non avrebbe dovuto farlo, ma era un’emergenza. Non si era neanche accorta di quanto l’interno della villa fosse bella: tutta marmi e legno chiaro. Girava nel piano terra, tutto vuoto, nessuno nel grande salone, nella cucina, nel salotto, nel sala TV. Doveva provare ad andare al primo piano, nella zona notte.

La prima stanza da letto era vuota, così la seconda, di Lolita neanche l’ombra. L’ultima stanza era semichiusa. Era entrata lì, ne era sicura, era la stanza padronale, bellissima, un’intera parete di vetro affacciava sul mare, sulla moquette verde acqua c’era un enorme letto con lenzuola bianche.

Luz era rimasta a bocca aperta: stava spiando un uomo che dormiva sul letto, completamente nudo. Con il muso appoggiato alla natica sinistra ecco lì Lolita che la guardava, sveglia, finalmente incuriosita. L’uomo era spettacolare, quello che in altra occasione Luz avrebbe definito uno strafigo ma in quel momento erano altri i suoi pensieri. Le avevano dato un incarico e intendeva portarlo a termine.

- Vieni qui bestiaccia, dobbiamo fare la passeggiatina.- Lolita aveva chiuso gli occhi con la determinata intenzione di continuare a dormire.

Luz si era avvicinata al letto per prenderla in braccio.
Doveva aver fatto troppo rumore perché lo strafigo si era mosso, si era girato e si stava stirando. Luz si era immobilizzata, aveva chiuso gli occhi e stava pregando tutti i santi del paradiso di farla sparire lì, all’istante. Poi li aveva riaperti lentamente e aveva pensato che dopo la Cappella Sistina quello era la cosa più bella che avesse visto fino ad allora. Incurante di tutto quello che stava succedendo, lui aveva aperto gli occhi, un raggio di sole ci si era infilato dentro e lei si era persa.

- Ah, sei tu! - Non aveva neanche provato a cercare qualcosa per coprirsi.
- Io chi?
- Se non lo sai tu?
- Volevo dire. Mi conosci?
- Eh già, da ieri. Ero tornato per stare un paio di giorni qui e volevo vedere subito come stava Lolita quando vi ho incontrate nel parco. Tu non mi hai visto. Lolita avanti e tu dietro che sparlavi sui maschi giusto? Che sono egoisti, che pensano solo al lavoro e vi illudono dico bene?
- Giusto!
- Con Lolita è tutto fiato sprecato, lei è pazza di me.
- Lo vedo
- Più tardi sono entrato nella dependance, mentre dormivi e ho preso Lolita, abbiamo dormito insieme!
- Come hai osato?
- Lolita è mia
- Ma tu me l’hai affidata. Sai che spavento mi sono presa quando non l’ho vista nella cesta?
- Era uno scherzo, non mi è piaciuto per niente quello che le hai detto.
- Ma come ti permetti, chi ti credi di essere? Solo perché hai fatto quattro film, e hai un fisico da sballo e degli occhi magnetici e la fossettina sul labbro pensi di avere il diritto di comportarti così?
- Beh si!
- Sei un cretino ecco, sei come Mike Chadway ecco.
- Ma guarda posso essere dolce come Gerry in Ps i love you
- Sei lo stesso un cretino e ti lascio a te e a quella, quella creatura che più che un cane mi sembra un bradipo, sempre a dormire. Mi avete proprio seccato.

Luz era furiosa, era uscita aveva anche sbattuto la porta e li aveva lasciati sul letto a guardarsi negli occhi. Era tornata alla dependance, aveva fatto la doccia e poi con il telo stretto sul seno aveva cominciato a fare la valigia, ogni tanto le partiva una parolaccia stronzo, arrogante, imbecille, sadico, stupido …

Non aveva ancora finito l’elenco quando qualcuno aveva bussato alla porta.
Aveva aperto pronta a mangiarsi vivo chiunque si fosse presentato, aveva abbassato lo sguardo e aveva visto Lolita con un grande fiocco rosso dove era attaccato un foglio con su scritto:

- Facciamo la pace?- Aveva detto a voce alta.
- Si , si ti prego facciamo la pace, adoro le donne che non le mandano a dire, le sanguigne insomma.

Un Mr.B con un asciugamano sui fianchi e i capelli bagnati di doccia a piedi nudi, era apparso sulla porta.

- Posso entrare? – aveva mostrato due bicchieri e una bottiglia di ferrari .- dobbiamo festeggiare la pace fatta.

Luz sentiva Lolita che le leccava i piedi, anche la creaturina si stava dando da fare. Luz non aveva detto nulla, non aveva fatto un fiato, neanche quando le aveva sciolto il telo e lo aveva fatto cadere per terra.
Luz aveva continuato a stare in silenzio anche quando le aveva preso le mani e le aveva messe sui suoi fianchi.

- Tocca a te adesso! – la stava coprendo di baci sul viso, sul collo

Poi lui le aveva sussurrato, la voce roca:

- My queen…

E Luz aveva capito che per quella sera non avrebbe detto più una parola.




 
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view post Posted on 10/8/2011, 20:27
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.. alla faccia Luz,valeva la pena aspettare per un racconto del genere!!!;)
 
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view post Posted on 12/8/2011, 14:28
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cavoli luz,che racconto!! :woot: complimenti delli ;)
 
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